Mariella Bernio
Cieli diVersi
GDS
© Mariella Bernio
Cieli diVersi
Collana è solo poesia
Editrice GDS
Via Matteotti 23
20069 Vaprio d’adda-Mi
Te.02.9094203
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TUTTI I DIRITTI SONO RISERVATI
Fotografia copertina di Mariella Bernio
A mio padre e a mia madre, angeli del mio cielo
PRESENTAZIONE
Ricordo, il meteo prevedeva neve: “oggi resto in casa”, mi sono detto.
Ho preso la cartellina nella quale avevo inserito i fogli delle poesie che Mariella Bernio, mia amica e poetessa gentile, mi aveva mandato e mi sono messo, dopo essermi accomodato bene sul divano e aver calibrato la luce della lampada, leggere richiede amore e attenzione, a sfogliarle.
Ed ecco scorrere davanti a me, (è questa la meraviglia della poesia) la bellezza delle parole, alle volte pesanti come un sasso che cade nello stagno e ti produce i cerchi nell’animo (“il Golgota si sale da soli”), alle volte più leggere e soavi d’ un andare di farfalla, (e saremo ruscello ed acqua nuova).
Ecco il fruscio delle lettere (“disgregate sillabe galleg-geranno”) il rincorrersi felice di vocaboli in fuga, la parola sospesa e trattenuta, dilatata e impreziosita.
C’è l’amore ovviamente.
L’amore sereno (“ti porterò il mare nel cavo delle mie mani/verrai, lieve, a intingere i tuoi occhi”), l’amore col suo fremito d’incertezza e di paura (“sul filo spinato dei giorni canta l’allodola”), la sua inafferrabilità anche quando pensiamo di possederlo per intero (“oltre è l’amore”), un amore che è desiderio ma che non fa del desiderio il fine ultimo, perché l’amore è qualcosa di più (“non c’è tempo di carne che varrà quell’ora…”)
Ci sono gesti semplici nei quali tutti ci riconosciamo (“a tracciare un cuore e due nomi sui vetri appannati d’una finestra”) , speranze (“scriverò di te un giorno ..e sarà incontro”).
Ma amore “filo spinato dei cuori” alle volte è perdita, tradimento, imbroglio (“cantava alla luna/ lo credesti un poeta /era solo un licantropo) coraggiosa per una poetessa questa affermazione, questa consapevolezza che la parole possono essere anche solo gioco, menzogna, maschere che nascondono triviali smorfie.
Leggere le sue poesie mi ha revocato un verso di John Keats del 1818, Lettera a John Taylor ”Se la poesia non nasce con la stessa naturalezza delle foglie sugli alberi, è meglio che non nasca neppure”
Mi è venuta in mente questa citazione perché è proprio la naturalezza, quella stessa che, per chi la conosce contraddistingue la vita di Mariella, che vibra in questa raccolta; che le fa dire senza alcuna retorica che “io so i silenzi / i pianti le risa/ io so i sospiri delle notti a rischiarare il mattino”.
E’ la natura stessa, nei versi di Mariella, a farsi poesia come quegli uccelli migratori in volo che nell’andarsene (ma cosa ci portano via nel loro volo? cosa ci riporteranno a primavera?) paiono graffiare il cielo, o come ”il lampo vermiglio della foglia che muore”.
Le stagioni, il tempo, i ricordi, la famiglia, la difficoltà del vivere, che però altro non è che la difficoltà insita nell’uomo perché, con un verso che davvero mi ha fatto riflettere, Mariella ci ricorda che “pagana trinità è l’uomo”.
Ma a vincere non è mai il dolore, l’abbandono, l’assenza, la mancanza - a
questo temine si associa uno dei versi a mio avviso più belli di Mariella (“ha un o lieve la mancanza”) - , a vincere, o meglio ad esserci, perché non sono versi ruggenti di lotta e di ribellione, sono“parabole di cielo nuovo” e i sogni, perché anche se lo sappiamo e bene lo sa Mariella che “come bolle di sapone /si sciolgono fra le dita” “come i vecchi non hanno età”.
Ma farei un torto alle sue poesie se non citassi anche un aspetto forse meno apparente, per lo meno quantitativamente, nell’ambito di tutta la raccolta ma in realtà ben presente, che è l’amore per gli ultimi , gli emarginati, quelli che in altri tempi Franz Fanon ha chiamato i dannati della terra che trova la sua sintesi e maggiore espressione nella poesia “Clochard”.
“Chi sei tu /se non mio fratello – si chiede l’autrice – figlio della stessa pianta che chiamiamo umanità”.
Una raccolta quindi che apre l’animo a trecentosessanta gradi del resto, come ci ricorda Roberto Benigni nel suo film “la tigre e la neve”, “per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto”.
Fulvio Bella
POETA
O, anche, poeta.
Una parola rotonda, che riempie la bocca. Parola che mi piace, anche se preferisco POESIA... e senza minuscole. Mi piace, dicevo, "poeta", perché amo la parola; la amo e ne ho pudore.
Quanti "poeti" vedo ovunque! ... troppi? o ancora pochi? ... Preferisco definirmi amante della poesia, artigiano della parola... preferisco essere un'alunna della vita, un'allieva che ama scrivere per ione, che sa che deve leggere leggere e ancora leggere... spogliandosi di ogni pre-confezionamento. Siamo danzatori della vita, nella vita.
Eco... siamo tutti un'eco di parole smesse.
RESPIRO L’AZZURRO
Respiro l’azzurro,
voglia di mare
o di ampi spazi
fra terra e cielo.
Mi riempio di azzurro
per non soccombere al nero..
E volo, perché so volare…
è un o leggero sopra il nulla…
CLOCHARD
Accovacciato
all'angolo di una strada vedo le tue scarpe rotte sbucare dai cartoni. Dov'è l'uomo? mi chiedo. Ma se chiudo gli occhi e apro il cuore se sfioro senza paura la tua figura lercia io sento, io vedo: "ecco l'uomo" Miserabile, sporco, povero .... inutile... Chi sono io per chiamare inutile te di cui nulla so
se non il tuo odore di strada la tua mano tremante il tuo sguardo che sfugge? Chi sei tu se non mio fratello figlio della stessa pianta che chiamiamo umanità.
A TE
Ti porterò il mare nel cavo delle mie mani.
Verrai, lieve, ad intingere i tuoi occhi.
È così dolce il mare a settembre
Sfiora la battigia come carezza d’amante
Non più violata l’intimità del suo canto
Se non dal volo radente dei gabbiani.
A te mio mare
Mia spiaggia mio cielo
Mio volo infinito
A te so solo portare un sorso d’acqua
Che non spegne la sete
Brezza settembrina
Profumo d’alghe e di vento.
Amore.
AMAMI
Amami per i miei occhi
amami per la mia bocca
amami per le mie mani
sguardi parole baci carezze.
Amami per il mio cuore
indomito e bambino
per i cieli tersi
e gli uragani
stupori ingenui
e rigori antichi.
Amami per i miei tramonti
e le mie albe nuove
… sono un mandolino tzigano
in un campo di papaveri e cicale
note struggenti
in una sera di mezza estate.
AUTUNNO
L'ultimo fiore spuntato
in una crepa del cemento,
dietro casa.
Le voci dei bambini
nella piazzetta
davanti alla chiesa.
Giorni senza colori.
Persino la luna sarà diversa.
Sarà inverno.
E freddo.
E morte.
Ma ora... ora è
l'autunno che attendiamo.
Cieli graffiati da migratori in volo
e boschi incendiati
come tele di pittore.
Malinconie languide
nella danza lieve
delle foglie.
Maturi i grappoli d'uva
rigogliosi chiamano al desco
Nel sortilegio della sera
annunci nuovi
di stelle.
TU SEI LA POESIA
Tu sei la poesia
che non so scrivere
sei le parole
che non so dire
il canto
che non so innalzare
l'alba che conosco
il cielo che ignoro.
Tu sei colore
profumo
silenzio
suono.
Sei il vento
sole
tempesta
arcobaleno.
Tu sei la poesia
che non so scrivere
... perché i sogni
come bolle di sapone
si sciolgono fra le dita.
SCRIVERÒ DI TE
Scriverò di te un giorno
dei tuoi occhi di brace.
Scriverò di te un giorno
per raccontare le tue mani
farfalle lievi del mio Eden.
Scriverò di te un giorno
quando prossima sarà la sera
e canterà l'ultimo usignolo.
Scriverò di te un giorno...
e sarà incontro.
UOMINI
Ti parlerò delle lunghe sere d'inverno a scaldarsi in una stalla fioca luce di un moccolo fiato di animali e un pater noster. E ancora cercare calore in quel letto corpi stanchi coperti di lana fame di pane e d'amore e ogni anno una scodella in più e al fiume la cesta del bucato sempre più pesante. Te ne andasti un mattino di primavera così come muore l'inverno senza fare rumore. Noi smarriti in quelle giacche troppo lunghe - ché pure il freddo ancora pungeva bambini che si tenevano per mano noi ancora non sapevamo che ci saremmo svegliati
l'indomani, già uomini.
SE CANTA LA PIOGGIA
Se canta
cadendo la pioggia sull'asfalto se il vento ... fa danzare le foglie del viale e noi a tracciare un cuore e due nomi sui vetri appannati di una finestra... è l'amore che abbiamo
avuto in sorte che uccide il tempo e beffardo se ne ride.
VOLI NELLA SERA
Voli nella sera a ricamare tele di cielo e di pensieri Non sapevo del respiro del mare né del viola del tramonto a tingere una rosa Sospesa alla ringhiera di luce e d'ombra trema una nostalgia...
SONO NATA IN AUTUNNO
Sono nata in autunno
ho respirato
i rossi tramonti solcati
da esuli stormi
la malinconia dolce
dei suoi viali dorati
la brezza aspra
del mattino
il profumo dell'estate
nella scia dei suoi giorni.
Sono nata in un paese di nebbia
ovattati suoni figure odori
fili annodati di giorni
a tessere la memoria
che scandaglia
le pieghe del cuore
e sempre vi trova
un mattino di oleandri e gerani
… ma sono nata in autunno
in un paese di nebbia
e di sole.
MILANO
Si sciacqua la sera nelle acque del Naviglio. Si specchia una giovane donna negli occhi golosi dell'uomo del bar Canta un ubriaco il suo amore alla luna Trascina i pesi del giorno claudicante un barbone senza età. Milano è una vecchia signora dal trucco sfatto rughe sotto la cipria e ancora sogni nel cuore
SAI DI SALMASTRO
Sai di salmastro e di brezza mattutina nelle vesti l'odore umido delle sere d'estate perduti cieli d'Oriente sabbia nei sandali del tuo lungo cammino. Ombre d'infanzia memorie randagie raccolgo nel tuo sguardo .... più lieve sarà la notte
SARÀ
Sarà un giorno di vento
o di pioggerella sottile
ci sarà una stazione
un tavolino di ferro
due caffè.
Sarà
o forse
non sarà mai.
Me ne andrò
lieve
voltandomi
un'ultima volta
resterai
in bilico
sull'orlo
di una lacrima.
Sarà un giorno d'aprile
di tulipani e farfalle
sarà
o forse
non sarà mai.
PAGANA TRINITÀ
E' il corpo che ti conduce all'anima o è l'anima che ti fa amare il corpo? O forse è la mente che tutto abbraccia e contiene? Pagana trinità è l'uomo. Non sempre lo sa
VERGINI FIGLIE
Vergini figlie di Atlante e di Pleione lucenti gallinelle alla spalliera della notte e noi uomini o ombre già trascorse fra i dossi della vita nell'agonia lenta di un'estate
E QUANDO
e quando non avrai più canzoni da intonare né cieli da solcare vorrò esserti cielo canzone poesia. Quando ti avranno consumato le scarpe suoli di silenzio quando l'estate spegnerà la sua sete nei tramonti brulli dell'autunno vorrò esserti madre e costruire nuove ali per i tuoi nuovi cieli.
Non c'è tempo di carne che varrà quell'ora.
FENDE L’ACQUA
Fende l'acqua ma non lascia traccia il ramo portato alla deriva così le tue parole urlate alla luna riflessa in un pozzo. Disgregate sillabe
galleggeranno
LA BRUMA
La bruma bagna la sponda nei calanchi foglie ammucchiate Respiro l'attesa nel silenzio dei platani dialogo muto con la terra e il suo profumo. E ricomincia il sogno.
LA FARFALLA
Soave danza di colori
la farfalla che si posa
a sera
nel tuo giardino.
Per noia, rabbia o celia
adagio
le stacchi le ali.
Nella tua mano
dischiusa
solo un piccolo verme
e tracce di polvere
fluorescente.
OLTRE
Oltre il colore della pelle Oltre l'intrigo di uno sguardo Oltre l'invito delle sinuosità di un corpo. Oltre è l'amore. Oltre io cerco e credo.
BAGLIORI
Lasciatemi così
come una conchiglia
abbandonata
dal mare
sulla rena.
Solo il rumore
delle onde
a cantare
la danza della vita
eterno ritornello
che scolora
i margini del cielo
e torna nei bagliori
dorati
del mattino,
odore di salmastro
nelle albe nuove
custodite
nel grembo
del mare.
CACCIATORE DI STELLE
Cacciatore di stelle risalivi la collina nelle notti di luglio graffi di luce nel velluto del cielo. Preghiera nel silenzio i tuoi i come eco rassegnata si andavano spegnendo. Trame rammendate i tuoi pensieri si cucivano ai sogni ferite di memoria margini scoloriti risonanza flebile sull'orlo del grande silenzio.
DIMMI DOVE
Dove muoiono
dimmi
le luci del crepuscolo
l'ultimo bagliore del giorno
arrotolato al buio.
Dimmi
dove annega
la lacrima del povero
l'urlo dei senza voce
il pianto del vecchio
abbandonato
il vagito del bambino
mai nato.
Dove vanno
dimmi
questi giorni
che gocciolano silenti
nei meandri della memoria...
e il mio amore
il tuo amore
dimmi
dove nell'Universo
s'incontreranno?
DA QUESTO SILENZIO
Da questo silenzio che incrina la notte da questo silenzio bagnato dalle lacrime di madre umido dei gemiti degli amanti da questo silenzio che è grido piange e ride il mondo la sua eterna ballata. Innalza le braccia muta offerta al cielo nero il vecchio pruno. Il latrato di un cane è solo requiem per un amore
ormai finito.
FRAMMENTI
Nel fiore che si schiude
all'alba
frammenti della notte
così il tuo sguardo
distratto
a trattenere
l'ultimo bagliore del giorno.
Mute campane
nel cielo della sera
sognano vecchi valzer
nel giaciglio della luna
danzano ombre antiche.
I sogni
come i vecchi
non hanno età.
IL NASTRO ROSA
Teneva nella mano
chiusa tremante
senza posa
un nastro di seta rosa.
-La mamma non mi ha fatto la treccia stamattina-
ed io piansi
stringendo al petto
quella vecchia bambina.
IL RITORNO DEL SOLDATO
La guerra è lontana
tacciono i papaveri
il loro sangue sparso
Argo è morto
stanco di aspettare.
Musica sull'aia
si cercano
giovani corpi avvinti
dimenticare per vivere
vivere per dimenticare.
L'uomo che nessuno aspetta
barcolla radente i muri
ci vuole coraggio a tornare
a piedi nudi
in una notte
di luna e cicale
di canti e di sospiri.
Una folata breve di vento
fremono le narici
allo stantìo odore di morte.
La guerra è lontana
lasciate che i morti
seppelliscano i morti
è solo la tua anima,
soldato,
quell'ombra furtiva
che indomita torna
a cercare un'estate
di papaveri e sangue.
IL SENTIERO DEI LARICI
Muti salimmo
il sentiero dei larici
quieto mare
mi lambiva
la tua voce.
Sul precipizio
del tuo sguardo
caddero gli ultimi veli.
Ero regina
scelsi per te
d'essere schiava
e il sole
morendo
arrossiva.
LA MANCANZA
A volte a negli occhi come lampo che irride ad un cielo d'estate o nel rimbocco dei gesti nel disserrarsi vago di un sorriso abbozzato... Ha un o lieve la mancanza non bussa ma entra, ti sorprende come vento che alza la sabbia, dolce come la rosa che pungendoti ti profuma.
IN QUESTA NOTTE
In questa notte
che raggruma
ore sogni vite
in questa notte
di consumati amori
di dolori gridati
di paure soffocate
improvvisamente vicina
l'irraggiungibile
tua lontananza
si fa canto per la luna
orfana di stelle.
INDACO CIELO
Indaco cielo
d'adolescenza lontana torna a respirare sul mio cuscino nelle notti che strappano al sonno rinfranti echi, voci che ignorano il tempo fluenti rivoli di memoria. Forse attendo parabole di cielo nuovo.
IO NON SO
Io non so le parole smesse dei padri su lontane isole ad essiccarsi al sole. Io conosco la nebbia della mia terra i fuochi fatui delle campagne arse. Io non so le parole infilate come gemme ad ornare una dea pagana. Io so i silenzi i pianti le risa io so i sospiri delle notti a rischiarare il mattino... io so poche parole o forse nessuna.
LONTANO
C'è un casolare lontano
e mare d'erba
dove a sera
cantano le cicale.
C'è un giardino di alicanti
grappoli maturi
nella vigna.
C'è una finestra illuminata
e un battito di cuore
dietro gli scuri.
C'è un sogno...
ritornare.
MI GUARDI IN SILENZIO
Mi guardi in silenzio. La testa reclinata su una spalla. Si muovono le labbra senza suoni. Allora mi parli con gli occhi Indugio con la mano sulla tua mano Ti asciugo una lacrima congiunta ad un rivolo di saliva. Le braccia cadono sui fianchi Mi abbracci con lo sguardo. Sei mia madre Sei mia figlia Sei tu Sono io
FRA UN VERSO E L’ALTRO
Fra un verso e un rigo la dimenticò come parola smessa fra le pagine di un diario abbandonato. Né bastò il desiderio di tornare a sentire freddo nel cuore dell'estate.
BUIO... Dimmi pittore come si fa a dipingere il dolore? Sbiadite veroniche impotenti cirenei.... il Golgota si sale da soli.
Ti porto acqua
E ti porto acqua nel cavo delle mie mani -È salata- dici ...Le lacrime hanno il sapore del mare...
LENTO VA SCIOGLIENDO
Lento va sciogliendo il suo canto disperde il suo gelo l'inverno. Primavera danzerà di nuovo sulle rive dei fossi chiazzerà i prati lanciando arcobaleni fioriti. Lubrico il ricordo dell'inverno ci apparirà
lontano e saremo
ruscello ed acqua nuova, cielo terso e pungente brezza. Inarcheremo un nuovo volo l'ultimo... o il primo.
SCENDE LA SERA
Scende la sera,le finestre ad una ad una s'illuminano. Vita. Vita che palpita oltre quei vetri... Voci di donne, pianto di bambini, silenzi... Qualcuno sta cenando, altri leggono... là, forse, si stanno amando... Sera. Sera fatta per ritrovarsi,ricongiungersi,viversi. Sera per ricordare, rimpiangere... o sognare. Sera. Tram affollati. Odori. Parole. Umori. Sera di stanchezza. Sera di riposo. Sera di bagordi. Carezze rubate, amori svenduti, corpi martoriati. Sera di bestemmie e di preghiere, di rantoli e di vagiti. Al frinire dei grilli si dischiude il gelsomino notturno: la rugiada della notte, il suo calice d'amore.
SOTTOVOCE
Sono stanca di parole Risonanti come anfore vuote Ammassi di consonanti Vanitose e superbe dee. Parlami piano Come fa il vento A sera nei campi di papaveri. Sottovoce... tremanti li fa arrossire.
STRANIERA DI TE
Straniera di te incantata di te dipingo la bellezza con le mie povere parole. Ignara del tempo l'anima bambina come il lampo vermiglio della foglia che muore in un mattino d'autunno.
TI AMO
Ti amo come si ama un sogno Ti sogno come si sogna un uomo. E vivo e canto e lotto e piango. Stesi al sole i miei pensieri bagnati di pioggia domani saluteranno il mattino come vele al vento. Sul filo spinato dei giorni canta l'allodola. Oggi è già domani.
LICANTROPO
Notte d'estate. Facile illudersi. Cantava alla luna Lo credesti un poeta Era solo... un licantropo...
FIORI NOTTURNI
Si aprono i fiori notturni
alla carezza della luna
sotto il manto del cielo
qualcuno
lentamente muore.
MATTINO
Si sgretola piano
la notte
lucida
di luce chiara
l'alba
avanza
sommessa.
Si sgretolano piano
i sogni
spalanca
il giorno
la sua realtà.
SCORTA D'AZZURRO
...e faccio scorta d'azzurro
per i bui che verranno,
per gli amici che incontrerò,
per i silenzi che scenderanno.
Faccio scorta di cielo,
giacché non sempre so volare.
PAROLE
Parole per andarsene. Parole per restare. Parole di gioia,parole di dolore.
Parole di odio,parole d'amore. Parole per spiegare, parole per capire.
Parole per urlare, parole per sussurrare. Parole per mentire, parole per negare, parole per assentire.
Parole per accarezzare, parole per ferire. Parole per uccidere, parole per lenire, parole per curare.
Parole per alleggerire, parole per colmare.
Parole per vivere, parole per non morire, parole per illudere, parole per illudersi.
Parole, parole come aquiloni per cercare di bere il cielo...
Ha parole, a volte, il cielo... forse sempre... o forse mai.
BIOGRAFIA
Mariella Bernio,nata a Cremona,vive in Brianza fin da giovanissima.
Interessata da sempre al sociale, ha frequentato gli studi magistrali e si occupa tutt'ora di volontariato presso gli anziani,dove,fra l'altro,cerca di stimolare l'amore per la lettura e soprattutto per la scrittura in chiave poetica.
Fin dal'età scolare inizia a scrivere poesie e racconti,ma solo negli ultimi anni partecipa, con buoni riscontri, a vari concorsi e prende il coraggio di pubblicare.
Nel 2013 :vince il 1° Premio Nazionale di Poesia La Tavolozza MeozziPontedera; vince il 1° Premio Internazionale di Poesia Chimera d'OrienteGiffoni
Valle Piana targa di merito Alda Merini-Accademia dei Bronzi- Catanzaro; coppa di merito La Finestra Eterea - Cinisello Balsamo e pubblicazioni in varie antologie poetiche,quali Aletti ed. e Ursini ed.
Pubblica con Editrice GDS "E le stelle graffiavano il cielo" 2011 e "Saudade" nel 2012.
Tutt'ora sta lavorando ad una raccolta di poesie scritte a più mani,con 3 ospiti di una struttura sanitaria.
Tavola dei Contenuti (TOC)
PRESENTAZIONE POETA RESPIRO L’AZZURRO CLOCHARD A TE AMAMI AUTUNNO TU SEI LA POESIA SCRIVERÒ DI TE UOMINI SE CANTA LA PIOGGIA VOLI NELLA SERA SONO NATA IN AUTUNNO MILANO SAI DI SALMASTRO SARÀ PAGANA TRINITÀ VERGINI FIGLIE
E QUANDO FENDE L’ACQUA LA BRUMA LA FARFALLA OLTRE BAGLIORI CACCIATORE DI STELLE DIMMI DOVE DA QUESTO SILENZIO FRAMMENTI IL NASTRO ROSA IL RITORNO DEL SOLDATO IL SENTIERO DEI LARICI LA MANCANZA IN QUESTA NOTTE INDACO CIELO IO NON SO LONTANO MI GUARDI IN SILENZIO FRA UN VERSO E L’ALTRO BUIO
LENTO VA SCIOGLIENDO SCENDE LA SERA SOTTOVOCE STRANIERA DI TE TI AMO LICANTROPO FIORI NOTTURNI MATTINO SCORTA D'AZZURRO PAROLE BIOGRAFIA