Mondi Paralleli 3t6i3l

CATERINA CELENTANO

MONDI PARALLELI

A metà tra diario e saggio

Edizioni Youcanprint

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TITOLO: MONDI PARALLELI AUTORE: CATERINA CELENTANO ISBN: 9788866187530 Prima edizione digitale 2012

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A P I E R O

.....noi siamo fatti per l’ immensità l’orizzonte ci parla di ciò che non ha confini.

( Ernest Hello )

La bottega dell’ozio,della noncuranza e del sesso elevato a potenza come espressione di non comunicabilità. Questa è la realtà virtuale dove tutti sembrano eguali, nascosti da questo diabolico monitor ma pur sempre diversi nella loro totalità. L’argomento di questo scritto,forse, è scontato ma, studiare una ‘chat’,questo luogo di incontro così attuale ai giorni nostri, non più un bar o un club o un privè comunque ancora frequentati, non più una casa dove, prima, ci si riuniva per giocare, parlare, discutere ed anche litigare. Ora c’è ,esiste la chat, luogo, come intende il sostantivo inglese, in cui si dovrebbe chiacchierare; la chat non è per nulla un posto tranquillo, anzi è il luogo per antonomasia, in cui si insidia il malessere di tutti coloro che non avendo sfoghi nella vita reale, si annida nelle trame profonde del virtuale. Nascosti da nickname assurdi fino all’inverosimile, volgari, miranti quasi sempre e comunque al sesso ma un sesso contorto, violato, violento, e trasgressivo, molto spesso subdolo e vilmente artefatto, tale che sia uomini che donne registrano se stessi sia con nick femminili che maschili, scambiando i ruoli per “giocare” violentemente con la vita degli altri e con la propria, insultando e offendendo in modo irruente ma bramosi di far uscire da sé tutta la rabbia e il livore che hanno sia verso se stessi che verso tutta l’umanità. Uomini e donne impegnate oppure no o che fanno credere di esserlo, timorosi di prendere impegni ma che scrivono di incontri amorosi avvenuti o da avvenire senza farsi alcun scrupolo, ormai è il nickname che cela la persona. E si scrivono fiumi di parole che non servono a niente o fiumi di parole che celano tante e tali perversioni, sempre per arrivare alla tanto anelata Webcam per il sesso on line. E poi ci sono le Chat a discussione libera...che è tutto dire.

Nebbia, foschia che avvolge questo strano mondo virtuale ma non fantastico anzi vischioso, viscido, pericoloso, offensivo, lurido. Penso che non esista un aggettivo preciso per definirlo. Codici strani, parole inusitate, intrecci, intrighi. Donne che, senza alcun scrupolo, fanno vedere in webcam le loro bambine; ragazzine che si iscrivono registrandosi come maggiorenni e che scrivono con adulti maschi e femmine, perché, a questo punto, non si può definirli uomini e donne, poiché sono più simili alle bestie !

INDICE

UNA SOCIETA’ NELLA SOCIETA’ LA CHAT

IL DIALOGO

HO PERSO LE PAROLE

LA SOLITUDINE

DALLA SOLITUDINE ALLA DEVIANZA

L’ ESPERIMENTO

LA VACANZA

COS’E’ IL VIRTUALE?

UNA SOCIETA’ NELLA SOCIETA’ LA CHAT

La società è formata da persone e questo tutti lo sanno. Nel nostro paese le categorie di persone intese come utenti sono molto diversificate ma da accertamenti e sondaggi è emerso che è il 90% dei giovani ad usare il web ogni giorno. Dai 14 ai 24 anni, tutti i giovani scelgono Internet per comunicare tra loro, sia attraverso l’ instant messaging che tramite i blog e i social network. E, probabilmente, l’era degli sms dei telefonini, tra i giovani, almeno di questa fascia di età, è superata! Questa è la società-chat, il posto in cui se si è troppo sensibili si soffre e se invece, riesci a sopravviverci diventi una iena se non di peggio! La cosa più fantastica è che le società che attivano chat attirano come un ragno nella sua ragnatela, miliardi di individui e per farli “ sentire migliori “ li gratifica con promozioni, regalini e ranghi: una società nella società. Reale e virtuale in un unico intreccio, l’intrigo nell’ intrigo. E poi ci sono i cosiddetti i, tutte le chat ne hanno, che dovrebbero riuscire ad ostacolare la volgarità ma è una moderazione con mille pecche e facilmente raggirabile! Non ci può essere moderazione perché quando ci si iscrive non ti chiedono la carta d’ identità, quella vera, intendo, e così la chat diventa ancora più infida, più pericolosa, il mondo virtuale nelle mani di pedofili o criminali, nascosti nella nebbia virtuale, una linea strutturata e frantumata che separa e unisce vite già nascoste e frammentate nell’intensa nebbia della loro propria vita. Scappare - nascondersi - vivere diverse vite sembra quasi una vita tribale dove ogni cosa c’è e non c’è! La chat non è più solo un gioco e, forse non lo è mai stato, serve anche ad

imparare a fare un distinguo tra le persone....è il virtuale della vita reale. Se si ha paura o ci si stufa del virtuale è come avere paura del reale. Saper glissare, dribblare le solite domande per valutare per quel che vale una persona che personalità si cela dietro quella persona. E poi ci sono le “ chat-room private”. I ” veri ” e propri contatti si hanno, oggi, tramite le chat-room private, in cui gli utenti possono scegliere chi fa parte della propria lista e in qualche modo “ proteggersi” evitando incontri indesiderati, e qua entra in scena la famosa WEBCAM. Ma qual è il reale impatto sociale di queste chat-room private? Si può veramente parlare di comunicazione verbale, considerando che gli utenti preferiscono anteporre il monitor piuttosto che la persona stessa oppure scrivere anziché parlarsi di persona? Ci siamo mai chiesti cosa si sta perdendo? La non ‘ verbalità’ è un sintomo gravissimo della nostra società attuale, fonte di gravi disagi comportamentali, della dignità e dell’ autostima individuale. E’ come un autismo collettivo, un sottopelle collettivo che mastica, digerisce e assimila tendenze visibili e meno visibili, come un serpente che mangia se stesso.

IL DIALOGO

La forma più bella della nostra società esiste, come ho già scritto, solo attraverso blog e network; per carità, Internet è una grande innovazione, è progresso, la scienza, l’economia, il turismo, l’arte, la medicina, il mondo ne fa uso ma quando viene a sostituire la cosa più bella che possa esistere: il dialogo interpersonale, il dialogo e la discussione competitiva, il dialogo tra genitori e figli, quasi a sostituire la famiglia stessa, NO! A tutto dovrebbe servire la rete ma non a far intrecciare nelle sue maglie le personalità degli utenti, che pensano di conoscere e fare nuovi incontri ma che poi si perdono e non riescono a relazionarsi in contesti reali. E’ chiaro che il virtuale influisce sul reale: abbiamo bisogno di un’informazione telefonica? Non prendiamo più l’elenco cioè il libro ma ci mettiamo al computer e consultiamo l’elenco on line; abbiamo voglia di musica ci si siede al computer; significato di una parola, enciclopedia on line, fare la spesa, notiziari, video ecc tutto on line, il grande business della nostra vita. Un uomo vuole una donna o il contrario si usa il personal computer, le agenzie matrimoniali on line, un pedofilo cerca ragazzini o ragazzine si serve del pc. Non siamo più padroni di noi stessi, stiamo violando le leggi più semplici della nostra vita , purtroppo ce la stiamo complicando. Anche nelle scuole, in ogni aula, ormai c’è un computer. In Inghilterra, dove hanno già sperimentato da alcuni anni, l’apprendimento degli studenti utilizzando il personal computer, ora stanno tornando sui loro i, il computer è nocivo, lo studente si affida sempre più spesso alla macchina e apprende nozionisticamente , non ragiona più con la sua testa, ed è stato dimostrato che spesso e sfortunatamente, studenti meritevoli hanno perso autostima e consapevolezza psicologica della propria personalità. Uso sì ma non Abuso!

HO PERSO LE PAROLE

Non parliamo della “povera” lingua italiana, povera perché bistrattata e sgrammaticata in chat o povera perché non si sa veramente scrivere correttamente. Un po’ per scrivere abbreviato perché è trendy , è di moda, si scrive per scrivere, tanto ci si capisce lo stesso. E’ sconcertante leggere parole tipo: d’intorni, tremente, lettuale (nel senso erotico), qualke uno, apena ti diro nn precuparti, mammiratori, alungo, lurd ( città di Lourdes), costanzalmente, pasionatalmente e così via . E come si son perse le parole sgrammaticandole, nell’era del Web si usano le “emoticon“ ossia faccine che esprimono , anche in modo simpatico , per carità, stati d’animo, desideri o anche semplici concetti. Si creano bacheche nelle quali poter pubblicare le piccole icone in sequenza fino a creare una sorta di messaggio visivo. Ci pensate? Il web, ormai, ci sta privando anche dei sentimenti, delle sensazioni, delle emozioni....tutto viene demonizzato a favore di “emotes“ che esprimono ciò che sentiamo o abbiamo dentro di noi. E come, sovente accade, gli utenti si lasciano attrarre da tutto, ivamente, anche se pensano il contrario, tale è la notevole limpidezza con cui vengono prospettate le cose nel megagalattico mondo del virtuale. E gli adolescenti che scrivono con codici o parole criptate per nascondere o tenere celati i propri segreti ai genitori che, semmai usano lo stesso computer!

LA SOLITUDINE

La chat fa anche trasparire, leggendo tra le righe, per chi ci riesce, che nel mondo c’è tanta solitudine. Voi direte ”ha fatto la scoperta dell’acqua calda!” E’ vero, non ho scoperto nulla di nuovo ma nelle chat è ancora più palpabile! La solitudine è in tutte le società , in tutti gli angoli di una città, è un sintomo della nostra realtà. Il fatto sconcertante è che, nonostante, si sia inseriti in una famiglia, c’è sempre qualcuno che in essa si sente solo; vuoi per carattere vuoi per problemi. E i problemi, al giorno d’oggi, sono tanti. Tanti e diversificati... Prima di tutto ci sono le cosiddette famiglie allargate in cui le figure paterne o materne creano confusione e disordini negli adolescenti o risultano completamente inesistenti; le numerose famiglie separate o divorziate, dove se non ci sono figli ,sono gli stessi uomini e donne che si trovano nella condizione di restare soli e con la paura di rimettersi in gioco e per non rimanere soli, appunto, cercano di relazionarsi entrando in chat, ed infine i ragazzi, gli adolescenti, lasciati a casa da soli perché i loro genitori indaffarati, presi nella corsa affannosa della vita, ragazzi che sono, ormai, dei piccoli geni delle tecnologie moderne, un po’ per curiosità un po’ per sentirsi adulti, si iscrivono in chat che non sono di loro competenza. E’ la solitudine! E i single per scelta o no ,che si sentono messi da parte, in una società in cui si parla di famiglia,quale poi non si sa, si sentono soli e cercano tramite la chat di restare più aggrappati alla vita, illudendosi, innamorandosi a distanza di persone mai viste o anche, conoscendole di persona, di tentare di positivizzare la loro solitudine. Ed iniziano altri problemi: soli con i loro problemi che si uniscono ad altri soli che, semmai hanno problemi ancora più insidiosi. E la solitudine diventa ancora più problematica. Riporto parole di una storia che può spiegare, a grandi linee, il tutto: “...sono sempre nel turbinio del tormento dettato dalla situazione che ancora ha un

seguito con chi sai...o forse ora non più; non so, solo tanta confusione in testa ma una certezza: ha troppe fisime, troppe paure e si fa carico di cose che non gli appartengono solo perché, suo malgrado, non riesce a fare diversamente. Adorabile quando vuole o...quando può ma peggio della lama più tagliente di un coltello che infilza il cuore. Un amore dannato mi sembra. Se solo riuscisse a fare a meno della sua parte peggiore che lo rende peggiore per primo a se stesso,dovrò chiudere necessariamente altrimenti rischio di soffrire come lui. “ti ringrazio , cara amica di esserci (amica virtuale ovviamente) quando ne sento il bisogno, anche se non ti conosco,“ immagino che tu sia una donna di grande profondità e di immensa apertura e generosità,scusami se ti infastidisco con le mie turbolenze di cuore ma non ho molte persone che possono comprendermi e a volte mi sento molto sola pur sapendo di essere, comunque, una persona forte. Ma sono umana e a volte la forza viene meno,grazie ancora”. Due sconosciuti soli conosciutosi in chat. Il tormento di un amore intrecciato alla solitudine di entrambi, calati dal virtuale al reale. Queste parole sono piene di sofferenza, una sofferenza legata ad un’altra sofferenza ben più profonda e il dilagare ineluttabile di tanta incolmabile solitudine. E c’è anche chi, nonostante la solitudine, la paura di incontrare sconosciuti, il desiderio, che diventa quasi palpabile , di voler ricevere un po’ di amore, un po’ di coccole, si allontana comunque, da questa accattivante e ammaliatrice chat, essendone schifato per le numerose delusioni ricevute, per le falsità riconosciute e per l’odioso “modus operandi” della chat stessa! E rimane, comunque, solo. Pochi, pochissimi i casi accertati, di chi si conosce in chat e prosegue una vita da coppia nella realtà! Beati i fortunati e lunga vita, noi diciamo, per chi ci crede ancora.

DALLA SOLITUDINE ALLA DEVIANZA

La grande maggioranza delle persone agisce quasi sempre in conformità con le norme della vita sociale che si svolge secondo un modello abbastanza regolare ma le norme, talvolta, sono violate. La devianza si riferisce al comportamento o alle caratteristiche che violano norme e aspettative sociali importanti e che di conseguenza sono oggetto di valutazione negativa da parte di un grande numero di persone. Secondo Talcot Parsons, le norme discendono da valori sociali che sono interiorizzati attraverso la socializzazione: un processo di addestramento alla società” che inizia da bambino col rapporto madre (alter) e figlio (ego). La genesi del comportamento deviante è perciò individuale. Il concetto di devianza viene, spesso, utilizzato nella sfera sessuale, indicando così varie forme di perversione sessuale come il sadomasochismo, il figging, l’uso del frustino o della sculacciata che sono pratiche sessuali che rimandano all’educazione e ai comportamenti adottati come metodi punitivi; il Fendom e pratiche tipiche nell’ambito fendom che includono l’umiliazione erotica, il feticismo del piede o il foot worship l’adorazione del piede, l’ ass worship adorazione delle natiche o il boot worship adorazione degli stivali e tanti altri comportamenti devianti. Ciò non riguarda solo i giovani di sesso maschile ma anche di sesso femminile. La devianza sessuale femminile , di solito , è più sommersa anche se più precoce e, quindi meno individuabile rispetto alla maschile che è più palese ed evidente e talvolta arriva addirittura ad avere rilievo penale. Ed ora vi chiederete il perché di questo prologo sulle devianze, è presto detto, perché nelle chat c’è anche questo. Gli utenti sconosciuti celati da nick formulano richieste sessuali con sotterfugi e giochi o domande tipo “che tipo di donna sei, come sei fatta,descriviti...sei sportiva o elegante, e quando sei elegante indossi scarpe o stivali, senza tacco o con i tacchi a spillo? E i più audaci: sai mi piacerebbe il tacco a spillo

nell’ombelico...e cose di questo genere. Aberrazioni, perversioni tipo: ti leccherei le scarpe, mi farei frustare, sarei il tuo schiavo, mi piace essere sottomesso e picchiato” e purtroppo sono richieste fatte dai più giovani, fascia d’età compresa tra i 20 e i 30 anni . La peggiore devianza è la pedofilia che si nutre in chat, in webcam, ma è un terreno troppo scivoloso per le mie poche competenze che non tratterò in questo umile scritto, pur sapendo che è la perversione più pericolosa ! Sono a conoscenza di ciò che ho scritto perché sono circa tre anni che frequento un paio di chat, per studiarle dal di dentro, per riuscire a capire perché ci sono tanti utenti iscritti e per riuscire a capire o forse a studiare l’animo e la perversione umana fin dove riesce ad arrivare. Perché lo faccio? Semplice curiosità, sono una donna molto curiosa. E per fare una full immersion in questo vespaio, appunto la chat, ho vissuto un’ esperienza incredibile, mettendo a repentaglio la mia stessa persona. Ebbene si, ho accettato di incontrare una donna, una mamma per l’esattezza, e ci sono andata in vacanza. Penserete, ‘Questa è matta’, forse, ma ero in un periodo della mia vita priva di affetti, per cui mi sono messa alla prova e, da una gabbia che è sempre stata la mia vita sono entrata in un’altra gabbia. Ovviamente molto più pericolosa della mia ma, all’inizio non credevo tanto, potenzialmente pericolosa, come poi, in effetti si è rivelata.

L’ ESPERIMENTO

Si sa che le vacanze non sono tutte eguali ma questa è proprio particolare perché le vite di due donne sconosciute per un breve periodo, circa sette giorni, sono state l’una accanto all’altra. Esse sono molto differenti tra loro anche se donne, il loro ambiente, il loro background totalmente diverso ma ‘vivere come donna’ e ‘ vivere come donna femminile o femmina’ è un modo caratteristicamente tipico della vita di una donna . La donna che scrive non scappa dal suo mondo mentre l’altra scappa da se stessa rifugiandosi in un mondo non reale. La donna che scrive vive la sua vita intensamente e vuole conoscere, mangiare, interiorizzare la sua vita! La seconda donna tenta di vivere una vita ‘straniera’, una nonvita, una vita che non esiste, rifugiandosi nel sesso, anche bisex, in una particolare vita sessuale dove pensa o crede, si illude di essere la migliore senza paragoni, mettendo il suo corpo al centro ma, stranamente non come fulcro. Non è possibile pensare che, oggigiorno, ci siano ‘donne non donne’ . E’ fantastico ma allo stesso tempo non è umano. Dov’è finita la vera reale donna? ‘Essere donna’ è qualcosa di indefinibile, è tutto: donna, madre, figlia, amica, amante, compagna. Ogni singola donna è tutto. L’incomunicabilità di certe donne è l’espressione di non – dialogo con se stesse; l’inconscio terrore di vivere la propria vita nei suoi ritmici e fragili momenti. Ella non pensa di viverli. Qual’ è il miglior rifugio? Ed ecco la mia esperienza reale calata nel virtuale.

LA VACANZA

Per distrarmi dalla mia vita reale, che in quel periodo mi aveva defraudata di tre punti di riferimento affettivi molto importanti, ho voluto avvicinarmi al mondo virtuale. Entrando in questa chat dove si scrive e non si parla, ho iniziato questo nuovo percorso della mia vita, con un nickname strano, bivalente come lo definisco io, e piuttosto curioso, proprio per attirare più chatters possibili, come fanno tanti. E’ ovvio che appena si entra in un nuovo ‘ambiente-chat’, come avviene nella vita reale ‘un nuovo ambiente sociale’, la nuova arrivata o il nuovo arrivato è preso di mira e incuriosisce sia gli uomini che le donne e ho iniziato la mia avventura. Scrivevo con tutti e tutte, di tutto un po’ ed ho capito che anche qui, come nella vita reale, non si vuol sentir scrivere di malanni ma solo di cose belle, ‘leggere’ tanto da far rimpiangere amaramente al malcapitato che ne scrive, (un tipo che entrava sporadicamente, aveva pensato,a torto, che lì avrebbe potuto scrivere, dei suoi malanni), infatti è stato quasi immediatamente emarginato, completamente e spietatamente. Ho iniziato a stringere i rapporti virtuali più con le donne, ovviamente, sia per confrontarmi in modo naturale ed anche perché non mi interessava e non mi interessa avere amori virtuali, anche se devo ammettere di essere stata corteggiata abbastanza assiduamente anche dagli uomini e di tutte le fasce di età! E così, man mano ed ogni qualvolta mi collegavo, scrivevo messaggi con donne della mia età e delle zone più vicine alla mia. Così facendo, ho iniziato, anche tramite il telefonino, a chiacchierare con una mamma della mia regione, che si sfogava della sua vita, dei problemi di tutti i giorni, della figlia piccola e unica perché con il marito le cose non andavano bene, del lavoro stancante e poco remunerativo che svolgeva e così via. All’inizio tutto normale, niente da eccepire. Si, le telefonate erano di gran lunga superiori alla media in una giornata ma aveva bisogno (sembrava) di parlare di sé ed appoggiarsi a qualcuno, almeno moralmente. Tutto sembrava filasse liscio anche se, comunque, io ero e sono stata in allerta tutto il tempo, cercando di studiarne il

comportamento nei più piccoli segnali. Ci si sentiva per telefonino e ci si scriveva in chat. Poi, un giorno, avvicinandosi l’estate, mi ha chiesto se avessi l’intenzione di fare una vacanza assieme. La sconosciuta chiedeva ad un’ altra sconosciuta. Premetto che una volta si è mostrata in webcam con accanto la figlia e ricordo di averla rimproverata perché pericoloso esporre i minori in webcam , ed ecco i primi segnali di non – normalità che mi facevano rimanere un po’ sconcertata. E ritorniamo alla vacanza: le dissi che, da un paio di anni le mie vacanze erano dedicate alla salute e quindi mi trasferivo per le cure termali e poteva essere una buona occasione per conoscersi di persona ma lei era intenzionata ad andare più verso le zone in cui poter incontrare di persona uomini conosciuti in chat e potersi relazionare con loro. Poi si è convinta anche perché i prezzi erano molto alti e poi io la mettevo in guardia a mettere in gioco se stessa e la figlia, in caso di ospitalità da parte di sconosciuti. E i segnali negativi sono diventati numerosi. Eccoci alla prenotazione della vacanza: a me si era presentata con un nome fittizio, non parlo del nickname ma del nome vero, è ovvio che se prenoti una vacanza con un nome falso si perde la vacanza e si perdono i soldi e la cosa le fu spiegata bene ma lei era restìa a darmi le sue vere generalità e quindi la misi in contatto diretto con l’agenzia di viaggio. Intanto, mi dicevo, che la paura a relazionarsi uscendo dal monitor del computer, già stava affiorando, è vero , si era confidata in tutti quei mesi, ma o la chat o il telefonino erano tra noi, comunque si nascondeva. E farsi vedere in webcam non è un farsi vedere veramente, la webcam non sempre è chiara, la visione non è perfetta, poca luce, poca prospettiva. Le persone si nascondono anche se si mostrano in webcam. Bene, fatta la prenotazione, arriva la vacanza, ora ci saremmo viste e dal vero!!! Prima, comunque, di partire, ho un lampo di sicurezza in più e poiché il mio tour operator mi dava alcuni privilegi partendo in due, cioè stessa stanza per due persone, non essendo sicura di voler condividere pienamente questa strana convivenza con una sconosciuta, ho tentato e ci sono riuscita ad avere alle stesse condizioni, due singole purtroppo con porta comunicante, che per fortuna non è stata mai aperta! E come ho specificato in precedenza, la webcam non è veritiera, la persona che mi si è presentata era del tutto diversa, fisicamente intendo. Le cure termali che io facevo per salute, a lei non sarebbero servite (lei aveva asserito) ed infatti non le ha né prenotate né le ha fatte, ma forse le avrebbero portato qualche giovamento poiché, pur essendo molto più giovane di età di me, sembrava più

anziana, ovviamente ognuno è padrone della propria vita e fa quel che vuole. La vacanza iniziava: ci si vedeva poco poiché gli orari erano diversi, a pranzo o a cena o in piscina. Ricordo quei giorni con uno strano distacco, la donna non riusciva a relazionarsi con nessuno, gelosa delle amicizie che stringevo io, inconsapevolmente si emarginava da sola, era sempre al telefonino o al punto internet che offriva l’hotel, continuava la sua vita di sempre. Quella di nascondersi! Nella vita reale si trovava male ,almeno in quella vita reale, a tavola non presentava alcun segno di familiarità con le minime buone norme comportamentali, tipo bambina di pochi anni di vita . Era, però, molto spavalda! E poi, le esplosioni di gelosia, il voler, a tutti i costi, entrare nella mia privacy, quella ‘maledetta’ porta che divideva le nostre vite, la imbestialiva. Mi voleva, voleva avere una qualche relazione con me o semplicemente emulare la mia vita. E non potendo averla, ha iniziato a relazionarsi con bagnini, custodi e personale vario, mettendomi piuttosto in imbarazzo con l’hotel e con gli ospiti che, spesso, mi dicevano : ‘Ma dove l’ha trovata, siete così diverse....!’ Non ero in grado di rispondere, non potevo certo dire che, l’avevo conosciuta in chat, non avrebbero capito. Pertanto, mi stavo rendendo conto che, non avendo la copertura del monitor, stava uscendo fuori una personalità distorta, la donna aveva paura e usava la sua unica arma, la stessa che usava in chat: il sesso! Le poche parole che riuscivamo a scambiarci a tavola, quelle parole erano, quasi sempre, denigratorie riguardo la mia persona o parlava spavaldamente delle sue esperienze sessuali. Qualche volta non era presente all’ora di pranzo! In piscina c’era sempre e mi guardava ammiccando ma, ora, tra noi c’era una macchina fotografica digitale, che poi è stata la rovina di quella vacanza. Solo sette giorni, due sconosciute a confronto. E’ vero, l’ho studiata, ho studiato i suoi comportamenti, sviscerando o tentando di farlo, il suo ‘modus operandi’, le sue paure, i suoi comportamenti interpersonali inesistenti nella vita reale, almeno in quella vita reale. La donna non - donna, la sua paura di comunicare, la paura di interloquire con il mondo reale. Ciò che mi sconcertava maggiormente era che per lei non era un problema non aver stretto amicizie, non chiacchierare con qualcuno, viveva la

sua non-vita ivamente, aveva sempre la tecnologia al suo servizio, e, quando non usava la tecnologia usava il corpo. Ora vi chiederete: “Ma il pericolo qual è stato?” Finita la vacanza, nonostante i diverbi non quotidiani per fortuna, perché vivevamo ognuno la propria vita tanto da definirla parallela, una vacanza parallela, ci si accorda di risentirci come prima sia al telefonino che in chat. Premetto che in piscina la donna mi aveva scattato delle foto in costume, foto che le ho sempre richiesto per avere un ricordo della vacanza e mai ottenute . Per suoi vari motivi, a distanza di tempo, compresi...una volta mi diceva che doveva ancora sviluppare cosa che non avviene con la digitale e alla fine che si erano bruciate tutte. E qui, ho iniziato a capire che non voleva darmele perché aveva uno scopo, ma mai giuro, forse ingenuamente, avrei pensato che fosse così abile nell’usare la tecnologia e fare fotomontaggi con il mio corpo fotografato o il suo corpo con il mio viso. Ebbene si , la donna aveva creato un blog però bloccato da , con fotomontaggi e li ha messi in rete. Caspiterina! Il mio studio era stato ribaltato da una psicopatica cibernetica, pericolosa e subdola. Giuro non ci avrei mai pensato! Essendomi rifiutata a relazionarmi con lei come lei intendeva, si stava vendicando. In chat si divertiva a scrivere di me descrivendomi come una donna sensuale che attirava uomini come le mosche e scriveva di una vacanza tutta diversa da quella che avevamo vissuto, a nulla valevano le mie proteste. La chat si ciba di pettegolezzi e bugie. Con chi scrivevo maggiormente ho spiegato e dato loro piccoli cenni di verità, mi interessava restare credibile altrimenti non avrei potuto continuare il mio studio e poterne scrivere. Qualche tempo dopo accadde che un chatter che mi aveva conosciuta di persona mi allarmasse parlandomi di questo blog. Lui ci era entrato, avendo la da lei che gli aveva detto che era il suo corpo, lei vendeva “il mio corpo” spacciandolo per suo; incredibile, inverosimile ma vero! Ho tentato più volte di ottenere la da coloro, tutti uomini, che vi entravano ma la furba la cambiava di continuo, per cui gli stessi che vi entravano una volta non potevano entrarci di nuovo. A questo punto, ho dovuto far intervenire le forze dell’ ordine, dapprima i

i della chat che non sono riusciti a far nulla e in seguito la polizia postale che ha bloccato il blog ed ha eliminato le foto. Comunque, le mie foto sono ancora in possesso della donna e, ovviamente, non so che uso ne abbia fatto o ne stia facendo. E’ ovvio che questa sorta di amicizia, pian piano si è dissolta nel nulla, non ci siamo più sentite al telefonino e in chat lei non entra quasi più, anzi, alcune volte risulta “utente sconosciuto“ e le ultime volte che ci siamo parlate mi ha detto, diplomaticamente che, la chat non le interessa più e che fa la mamma a tempo pieno. Poco credibile ma ognuno fa della sua vita ciò che vuole, l’importante che non leda le altre persone. Wow che esperienza! L’esperimento si era ribaltato in modo negativo nei miei riguardi ma sono cose che accadono e per fortuna, per mia fortuna, le cose si sono risolte in pochi mesi, non senza paura e un po’ di sofferenza, perché comunque, sono cose che segnano! Ora sono più attenta, full immersion non ne faccio più, so scegliere le interlocutrici o gli interlocutori. Posso asserire che “virtualmente“ sono cresciuta. Mi lascio andare con molta razionalità e non mi lascio abbindolare. Mi collego poco alle chat, il tanto che mi serve per poterne scrivere, prendere qualche appunto ma so già che mi sto allontanando, molto lentamente ma lo sto facendo. Il computer lo uso per scrivere, per lavorare, per tutte le cose quotidiane, ecc. Ma la mia vita resta nel reale, il virtuale inteso come chat ora come ora mi interessa ben poco. E per concludere Leggete con attenzione e MEDITATE

COS’E’ IL VIRTUALE?

Un giorno un uomo entrò di fretta e molto affannato in un ristorante, scelse un tavolo lontano da tutti perché voleva approfittare dei pochi minuti che aveva quel giorno, utilizzarli per mangiare e mettere su alcune idee di programmazione di un sistema che stava creando poi aveva voglia di progettare le sue vacanze che, ormai da molto tempo non sapeva cosa fossero. Ordinò del salmone, insalata e succo di arancia, cercando di conciliare la sua fame con la sua dieta... Aprì il suo notebook e nello stesso tempo si spaventò per quella voce bassa dietro di lui: - Signore, mi dà qualche soldo? E l’ uomo:- Non ne ho, piccolo. Il bambino: - Solo qualche spicciolo per un pezzo di pane. L’ uomo: - Va bene , te ne compro uno. Tanto per cambiare, la casella di posta elettronica dell’ uomo, era piena di email. Rimase un po’ distratto, a leggere alcune poesie, bei messaggi, a ridere di quei banali scherzi. Il bambino: - Signore, chieda che venga messo un po’ di burro e formaggio nel mio panino. In quel momento, l’uomo si accorge che il bambino era ancora al suo fianco, : - Ok ma dopo mi lasci lavorare, sono molto occupato, d’accordo? Arriva il suo pranzo e con esso la realtà. L’uomo fa la richiesta del piccolo e il cameriere gli chiede se vuole che il bambino venga allontanato. La sua coscienza gli impedisce di prendere una decisione e poi dice: - No, va tutto bene, lo lasci stare e gli porti il suo panino e qualcosa di decente da mangiare. Allora il bambino si sedette di fronte a lui e chiese: - Signore che sta facendo? L’uomo: - Leggo le e-mail. Il bambino: - E che sono le e-mail? L’uomo: - Sono messaggi elettronici inviati dalle persone via internet. Sapendo che non avrebbe capito nulla e per evitare ulteriori domande, l’uomo

disse: - E’ come se fosse una lettera ma si invia tramite internet. Il bambino: - Signore lei ha internet? L’uomo: - Si, è essenziale nel mondo di oggi. Il bambino: - Signore e che cosa è internet? L’uomo: - E’ un posto nel computer dove possiamo vedere e ascoltare molte cose, notizie, musica, conoscere gente, leggere, scrivere, sognare, lavorare, imparare. Ha tutto ma in un mondo virtuale. Il bambino: - E cos’ è il virtuale? L’uomo decide di dargli una spiegazione molto semplice con la consapevolezza che avrebbe capito ben poco ma così lo avrebbe lasciato in pace e pranzare liberamente e gli dice: - Virtuale è un posto che noi immaginiamo, qualcosa che non possiamo toccare, raggiungere. Un luogo in cui creiamo un sacco di cose che ci piacerebbe fare. Creiamo le nostre fantasie, trasformiamo il mondo quasi in quello che vorremmo che fosse. Il bambino: - Che bello , mi piace! L’uomo: - Piccolo, hai capito cos’è il virtuale? Il bambino: - Si , signore, vivo anche io in quel mondo virtuale. L’uomo: - E tu hai il computer? Il bambino: - No, ma anche il mio mondo è di quel tipo lì... virtuale! Mia madre a fuori l’intera giornata, arriva molto tardi e spesso non la vedo neanche; io bado a mio fratello piccolo che piange sempre perché ha fame ed io gli dò un po’ di acqua, così lui pensa che sia la minestra. Mia sorella grande esce tutto il giorno, dice che va a vendere il proprio corpo ma io non capisco, poi ritorna sempre a casa con il suo corpo. Mio padre è in carcere da molto tempo ed io immagino sempre tutta la famiglia insieme a casa, molto cibo, molti giocattoli a Natale, io che vado tutti i giorni a scuola per diventare un grande medico. Questo non è virtuale, signore? L’uomo chiuse il suo notebook non prima che le sue lacrime cadessero sulla

tastiera. Aspettò che il bambino finisse letteralmente di “divorare” il cibo nel piatto, pagò il conto e lasciò il resto al piccolo che lo ripagò con uno dei più bei sorrisi che avesse mai ricevuto in vita sua. In quel momento, l’uomo ebbe la più grande dimostrazione di virtualità insensata in cui viviamo ogni giorno, circondati da una vera cruda realtà e spesso facciamo finta di non percepirla!