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Martin Cuter

L'Era Migliore

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Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com) un prodotto di Simplicissimus Book Farm

Indice

Ambientazione BUONGIORNO UNA SORPRESA ED UNA TRAGEDIA INIZIA L'AVVENTURA SOPRAVVIVENZA ARRIVA QUALCUNO UN PO' PIU' AVANTI VERSO L'ERA MIGLIORE Ringraziamenti

Ambientazione

Nel ato sono esistiti molti popoli diversi, popoli come i Romani, Greci, Fenici, Egizi... All’epoca dei romani c'è un bambino di dodici anni di nome Valerio, la sua vita però è un po'diversa da quella dei suoi amici. Vuole scappare da suo fratello adottivo Bruto, di cui ha molta paura. Valerio è un po' spaventato dal pensiero di andarsene dalla sua casa, non crede di poterlo fare, ma sente di dovere abbandonare tutto perché il pericolo è troppo grande. Disperato pensa e ripensa ad un modo e miracolosamente trova dietro un cespuglio una pietra, o meglio, un uovo...

Questo è il mio autoritratto su pergamena!

BUONGIORNO

Ciao a tutti! Benvenuti nell'epoca Romana, io mi chiamo Valerio, ho 12 anni, ed ora vi racconto come ebbe inizio quella mia incredibile giornata...

La mattina appena svegliato una schiava iniziò a pulire il pavimento di mosaico nella mia cameretta. Uhff, quella mi stava antipatica perché non era mai rispettosa nei miei confronti, mi guardava storto.

Mio papà era un politico appena stato eletto Console, si chiamava Caio Giulio Cesare. Per questo ci eravamo trasferiti nella casa nuova proprio nel centro della città di Roma, la più grande di tutte. ... Colazione pronta! Andai a tavola e mmmh che profumo... Presi un catino con il the caldo, lo bevvi, aaah, che buono... Mangiai anche un po'di fichi con del miele ed un pezzetto di focaccia. Adoravo la frutta.

Adoravo la frutta! Ed ogni stagione aveva la sua specialità.

Tu sai quali frutti stanno maturando proprio mentre stai leggendo la mia storia?

... Dopo aver finito mi lavai un po' e subito vennero altri schiavi a fare i capelli a me e anche alla mamma.

Scesi a giocare con due amici al mio gioco preferito: guerra a cavallo. Presi una canna, una spada di giunco ed era già guerra aperta!

Nel frattempo vidi mio papà andare in Senato e mia mamma con uno sguardo un po'preoccupato.

UNA SORPRESA ED UNA TRAGEDIA

Stavamo giocando in giardino da oltre un'ora, tra un po' saremmo dovuti andare a lezione di Latino. Mi nascosi dietro un cespuglio per cogliere di sorpresa uno degli altri due giocatori. Ad un tratto però il cuore iniziò a battermi all'impazzata, ero terrorizzato e sgomento: davanti a me si trovava una pietra luccicante ed affascinante. Era una cosa spettacolare, incredibile, allora la guardai più da vicino e vidi delle crepe: era un uovo d'aquila! Lo avevo riconosciuto perché l'aquila era il simbolo del nostro esercito ed una volta mio padre aveva portato a casa un uovo proprio come questo.

Il mio prezioso uovo stava per schiudersi. Lo nascosi per proteggere la nuova vita che stava per nascere.

Decisi che l'avrei tenuto e accudito in segreto, e non so come nello stesso momento ebbi la sensazione che qualcosa nella mia vita sarebbe cambiato. In quel momento mia madre con il volto preoccupato, mi disse che era arrivata una notizia, di sicuro non buona … Infatti mi disse che mio padre era appena stato ucciso a pugnalate in Senato da due sconosciuti e da mio fratello adottivo Bruto! Provai una strana sensazione, come se il cuore si fosse fermato. Tutto il mondo si fermò e in quel nanosecondo pensai alla mia vita, non solo a mio padre. A tutte le conseguenze ed alle perdite che ciò avrebbe comportato. Rimasi paralizzato. Non avevo mai provato una tristezza simile, non riuscivo a credere ed a capire. Il popolo lo avrebbe sicuramente rimpianto, mio papà era molto buono. ... Però ora non sapevo cosa fare, avevo paura di quello che sarebbe potuto succedere anche a me.. Che cosa devo fare? Mia madre rientrò in casa piangendo mentre i miei amici se ne andarono per lasciarmi solo e non disturbarmi dopo questa brutta notizia. Mi sdraiai in giardino a pensare come sarebbe proseguita la mia vita. Era un emozione troppo forte per me, non sapevo cosa avrei fatto, restai sdraiato con lo sguardo fisso nel cielo. Era brutto ma era così, l'ora di mio padre era giunta ed era stato bello finché era

stato con me. Pensavo e ripensavo a cosa potevo fare.

INIZIA L'AVVENTURA

“Crack!” Proprio in quel momento il cucciolo d'aquila ruppe l'uovo e spuntò dal cespuglio. Fece due etti nel mio giardino, mi fissò. Sembrava simpatico. Nella mia mente sentii una voce. A dire il vero all'inizio non fui così sicuro di sentirla ma poi mi convinsi che era l'aquila e che che cercava di dirmi qualcosa. Mi diceva di seguirla. Capii che c'era qualcosa di strano come un legame e non ero sicuro che fosse una buona idea quella di seguirla. Ma lo feci comunque perché ero troppo curioso e non riuscivo a resistere. Si diresse verso il laghetto. Ci immergemmo...

Il laghetto di casa mia.

Quando fui sott'acqua di fronte ai miei occhi mi si presentò uno scenario fantastico, surreale! Nella vita davvero non potevo pensare esistesse un mondo simile, proprio a fianco della mia casa. Intorno a me una miriade di pesci colorati e dalle forme più fantasiose, volavano leggeri e mi sfioravano. Mi sembrava addirittura mi sorridessero. Dopo solo un istante però non vidi più nulla, strofinai gli occhi un paio di volte e … pufff! Mi ritrovai fuori dall'acqua di fronte a delle creature mastodontiche, sia sulla terra che in cielo, con attorno vulcani in piena attività. Ma cos'era successo? Pensai che forse l'aquila mi aveva aiutato a trovare un posto sicuro lontano da mio fratello. E infatti mi spiegò che ci trovavamo indietro nel tempo, quando l'uomo ancora nemmeno esisteva.

SOPRAVVIVENZA

Ora che ero da solo in un nuovo mondo pensai che prima di tutto dovevo capire come procurarmi del cibo. Ma il problema è che non sapevo quale fosse! Mi affiorò un senso di nostalgia, a casa quando e dove volevo battevo le mani, e il cibo subito arrivava. Chiesi all'aquila ma lei disse di non sapere cosa mi pie mangiare. Quindi provai ad assaggiare tutto ciò che si trovava sui cespugli e sugli alberi. Il massimo che trovai furono delle sferette rosse, non erano un granché. Erano aspre, forse acerbe, ma mi dovevo accontentare. Poco dopo avvistai un fiume, non ero sicuro che l'acqua fosse potabile, perché non era molto trasparente, ma ora dovevo assolutamente bere. Non era buonissima, ed era tiepida. Com'era possibile dell'acqua tiepida in un fiume? Iniziò a calare il sole, arrivava la sera e dovevo pensare a dove dormire. Strappai foglie e piccoli rami da alcune piante per farmi un letto e mi rifugiai in una grotta che mi indicò l'aquila. Era enorme, piena di stalattiti e stalagmiti con un piccolo lago. Non era molto invitante, ma non volevo dormire all’aperto. Sistemai le foglie e i rami in modo da formare un cuscino e iniziai a dormire. A dire il vero all'inizio non riuscii perché il cuscino non era comodo, quindi mi girai e rigirai finché il sonno non mi vinse. ... All'alba mi svegliai, mi stiracchiai un po'e vidi l'aquila che mi fissava come per dire di alzarmi e continuare a vivere questa esperienza, che mi sarebbe capitata una sola volta.

Uscii dalla grotta per fare qualche o e scorsi a circa 10 metri di distanza una pianta che luccicava per la sua bellezza. Mi avvicinai per apprezzarla meglio, era una rosa azzurra. La lasciai lì per ammirarla ancora ogni giorno che sarei ato di lì. ... ò davanti a me un animale gigante, era pari ad almeno tre balene! Mi batteva il cuore fortissimo. tetti lì fermo immobile per la paura, ma anche per non farmi vedere. Mi ò di fronte e notai che aveva delle squame bellissime. Si diresse verso un altissimo albero e iniziò a masticarne le foglie, dedussi che era erbivoro e la cosa mi sollevò parecchio.

Per fortuna era un erbivoro!

Tornato tranquillo iniziai a guardarmi intorno, c'era un bellissimo sole splendente che mi abbagliò per un attimo. Tutto intorno era molto naturale, senza traccia di strade, case o altre opere antropiche e artificiali. Un paesaggio bellissimo, sembrava un paradiso. Brrrooooowww...boom! Sentii un sordo brontolio seguito da un deciso boato. Mi voltai di scatto e vidi della lava fuoriuscire da un'altissima montagna, sembrava una fontana gigante spara-fuoco. Era un fenomeno naturale bellissimo. Quel botto fece un po'spaventare tutti gli animali intorno a me, che nemmeno avevo notato. Bellissime farfalle colorate svolazzarono in alto, piccoli animaletti simili a scoiattoli scapparono sugli alberi e contemporaneamente un serpentello se ne scese con la stessa fretta. Probabilmente ognuno cercava la sua tana od un posto per lui più sicuro. Non capivo perché, a me sembrava di vedere un bello spettacolo e basta. In fondo anche il gigante erbivoro se ne stava tranquillo con me! Mi piace qui! Pensai. Solo che...non c'era davvero nessuna traccia di uomo! Da una parte questa cosa mi faceva stare tranquillo, in fondo ero fuggito dalla mia casa proprio per la paura dei continui assassini e tradimenti a cui assistevo

sempre più frequentemente nel mio mondo. Insomma, avevo maturato una certa idea negativa dell'uomo e desideravo fuggire dal senso di paura che mi provocava. Però, senza amici...senza mamma...mi sentivo solo. ... Ad un tratto l'aquila emise un verso, la guardai e capii di doverla seguire. Cosi feci e lei si diresse verso la grotta in cui avevamo ato la notte

La grotta durante il tramonto

Arrivati in caverna l'aquila si diresse al laghetto sotterraneo, ancora una volta ci immergemmo. Questa volta l'acqua era un po'sporca e non si vedeva nulla, inoltre sentii un formicolio in tutto il corpo perché era gelata.

ARRIVA QUALCUNO

Quando riemersi dall'acqua ebbi l'impressione di ritrovarmi nella stessa grotta, ma qualcosa era cambiato...sì, ora c'era odore di costine! Guardai l'aquilotto e pensai che questa volta non l'aveva azzeccata, a me mancavano altri bambini con cui giocare, non le grigliate con gli zii! Ma subito dopo pensai che se c'era una grigliata dovevano esserci degli uomini e quindi dei bambini con cui giocare! Così mi incamminai verso l'uscita della grotta ed infatti iniziai a sentire le voci di bambini! Ero molto incuriosito, a cosa giocavano? Non capivo una parola. ... Appena mi videro gli uomini si bloccarono quasi spaventati. A dire il vero anch'io mi spaventai: che zozzi che erano! Capelli sporchi e lunghi, unghie lerce, vestiti con pellicce di animali. Erano molto magri, ma molto muscolosi. Ai loro occhi dovevo sembrare un angelo, capelli corti e biondi, mani e piedi perfetti, una tunica bianca. Ma non ero sicuro sapessero cos'era un angelo. Mi vennero incontro due adulti con un bastone, la situazione mi sembrò a rischio. Alzai le mani in segno di resa, ma loro alzarono subito i bastoni. Non capivo, allora le riabbassai e loro riabbassarono i bastoni...Pensai che forse erano un po' stupidi, del resto assomigliavano un po'a delle scimmie. L'unica cosa che mi venne in mente di fare è di fargli pensare che ero uno di loro.

Loro mi girarono un po'in torno. Mi toccarono i capelli. Non dicevano una parola, solo qualche UH, OH, AH! Alla fine mi misi a piangere: ero in mezzo a barbari sconosciuti che mi osservavano come se fossi io una cosa strana! Poi però arrivò una bambina con una costina in mano ed io tornai subito felice. Feci un grande sorriso ed iniziai a mangiarla. Forse anche lei mi aveva fatto un sorriso, non capivo bene la sua espressione. Ora tutti sembravano più sereni e tornarono a fare le loro cose. Avevano capito che non potevo fare niente di male.

I primitivi ed i loro lavori. Chissà se li avevo visti tutti o se ce n’erano altri, ne riconosci qualcuno?

Dopo aver mangiato la costina, che però gli mancava un po'di sale, andai a giocare con gli altri bambini. Mi sembravano piuttosto stupidi, ma giocai comunque.Il problema più grande è che non sapevano parlare. Gli unici due giochi che conoscevano erano: -tirare dei sassi cercando di colpire una pelle di animale -una specie di “ce l'hai”, ma quando venivi preso ti arrivavano delle fortissime sberle, quindi si scappava più per paura che per gioco! … Mi venne di nuovo fame, ma camminando tra loro mi accorsi che non avevano una casa e quindi non c'era una cucina. Probabilmente vivevano così, mangiando all'aperto e dormendo in caverna su della paglia. Non trovai altro da mangiare, c'era solo dell'altra carne al fuoco, quindi presi ancora un po' di quella. Queste persone vivevano proprio secondo natura al 100%. Era una cosa bella, perché non avevano tanti pensieri e soprattutto non pensavano a cose brutte come conquistare nuove terre con le guerre. Però sembravano un incrocio con delle scimmie e a dire il vero avevo sentito dire che anche le scimmie non erano tanto buone come animali. Cercai l'aquilotto, ma non c'era.

Vidi invece una cosa che mi spaventò molto. Due uomini tutti sporchi di sangue che stavano litigando per dividersi un pezzo di carne scura. Alla fine uno dei due tirò un pugno diritto in testa all'altro che cadde svenuto. Mi era sembrato come quando litigano due bambini per lo stesso giocattolo, però fatto da adulti non era bello. Non potevano fare metà per uno? Prima avevo pensato di aver sbagliato a voler fuggire dalla mia casa per tornare a quando il mondo era più buono senza uomini. Ora pensavo che nemmeno gli uomini più “più naturali” mi avrebbero fatto star meglio. Sì l'ambiente era bellissimo, ma... niente casa, niente cucina, niente lingua per parlare. Per vivere avevo bisogno di altri uomini e bambini come me, adesso ero sicuro. Avevo anche capito che l'istinto alla lotta faceva parte di ogni uomo da sempre. Forse era un sentimento necessario per sopravvivere in questo mondo. I miei ragionamenti furono interrotti da un gridò stridulo che proveniva proprio da dietro le mie spalle. Era l'aquilotto che saltandomi su una spalla mi fece anche barcollare e gridare dallo spavento! Ma nessuno si preoccupò del mio verso, qui era una cosa normale... Staccandosi dalla mia spalla cominciò a svolazzare (stava crescendo velocemente!) ed iniziai a seguirlo. Dopo essermi rimesso la mia tunica lo seguii verso una bella cascata. Caspita però era davvero un bel paradiso questo posto.

Non persi tempo e mi gettai sotto, per lavarmi e per bere un po'. Appena sotto mi accorsi che era calda, non mi era mai capitata una cascata calda era bellissimo! Chiusi gli occhi e pensai a mia mamma quando mi faceva scaldare l'acqua per la doccia in bagno.

UN PO' PIU' AVANTI

Brrrrrrrrr che freddo! Tutt'a un tratto l'acqua della cascata diventò gelida e feci una salto per spostarmi ed uscire. Mi si presentò un paesaggio fantastico: tutto si era incredibilmente ordinato e pulito come non avevo mai visto nemmeno a Roma! I campi erano coltivati perfettamente e tutta l'erba era tagliata in modo uguale, chissà come era possibile? Ogni campo poi di un colore diverso come se alle altre piante non fosse stato permesso di entrare. C'erano dei fossi che portavano l'acqua, con dimensioni precise e con delle piante che li costeggiavano. Forse, forse...avevo trovato un'era migliore della mia? … Iniziai a camminare e arrivai ad una strada molto larga e ricoperta da minuscoli sassolini neri, ma che stavano tutti inspiegabilmente attaccati tra loro. Cercai di staccarne qualcuno con un dito, chiedendomi come avrebbero fatto i cavalli al galoppo a non scivolare e cadere. Biiiiiiippp!!!! Un rumore nuovo e strano mi fece sobbalzare. Mi girai e vidi uno strano carro luccicante che veniva velocemente verso di me, ma senza il cavallo: come era possibile? Mi spostai e mi superò in un secondo. Non capivo cos'era, dentro però avevo visto una persona. Ma il cavallo? Forse ci avevano nascosto dentro uno pony. Ripresi a camminare sperando di incontrarne un altro.

... Poco dopo udii delle voci e delle risate di bambini. Erano in un campetto a giocare su degli attrezzi colorati che sembravano fatti apposta per il loro divertimento, erano bellissimi. Le loro mamme erano con loro e parlavano, parlavano, parlavano e sorridevano. Iniziai a giocare anch'io con loro e scoprii che capivo la loro lingua, ero felicissimo! Mi dissero che gli schiavi non esistevano più da tantissimo, ma che non ne avevano nemmeno bisogno perché c'erano tantissime macchine in casa loro: - una macchina che lava i vestiti; - una che li asciuga; - una che lava i piatti; - una che lava i pavimenti: - una che fa il fuoco; - una che scalda l'acqua; - una che scalda l'aria; - una che li porta in giro; - una che ti fa parlare con chi è lontano In più mi dissero che i loro bisognini li facevano in un vaso proprio in mezzo alla casa, ma scomparivano immediatamente. E c'era un'altra macchina che faceva scomparire anche il cattivo odore. Per tutto bastava sempre schiacciare un bottone. Io a dire il vero non avevo capito nemmeno cosa fosse un bottone, ma non era

importante. Pensai che avrei voluto vivere qui per conoscere bene tutte queste cose.

Avevo scoperto tantissime macchine che si accendevano con un solo bottone! Ora però dovevo scoprire come funzionava questo magico bottone. Tu hai mai pensato a come funziona il bottone delle macchine?

L'aquilotto, leggendomi nel pensiero, mi invitò a seguirlo. Arrivammo in una casa con una famiglia che mi invitò a mangiare ed a stare con loro. Vissi con loro per due mesi. Ogni giorno era fantastico, scoprivo sempre cose nuove e la notte le sognavo ancora. Solo una cosa non riuscivo a credere veramente, perché non si poteva vedere, e cioè che potevano andare sulla luna... … Avevano milioni di tipi di giochi diversi qui non ci si annoiava mai! Alcuni non riuscivo a capirli bene, erano difficili. A volte salivo ancora a cavallo di un bastone e facevo finta di cavalcare. Di nascosto però, perché se no gli altri bambini mi prendevano in giro e dicevano che ero matto. In realtà avevo bisogno di giocare anche solo con quello perché così la mia fantasia poteva sfogarsi un po'. Però non mi piaceva il cibo. La frutta, anche se c'erano tantissime varietà tra cui alcune che non avevo mai visto, aveva pochissimo sapore. La carne era molto morbida, ma anche quella con poco gusto. Mentre non si poteva bere l'acqua dei fiumi che da noi invece era la più buona.

Una sola cosa mi piaceva tantissimo e volevo mangiarla tutti i giorni: il gelato! Ultimamente poi non riuscivo più a respirare bene ed avevo il raffreddore tante volte. Avevo scoperto che tantissima gente lavorava per curare gli altri e si inventava sempre nuovi modi per curare le malattie. Era una cosa bellissima. Ma le guerre c'erano ancora. La spada non si usava più solo perché avevano delle armi più potenti. … Pensavo che stavano meglio di come stavamo noi a Roma, però c'era ancora tanto da migliorare. Guardai il cielo. Ecco la mia aquila reale volare alta e verso il mare... Ormai eravamo grandi amici, ci vedevamo quasi tutti i giorni di nascosto in un bosco qui vicino per allenarla a volare. Sapevo dove stava andando ora. Ormai mi leggeva il pensiero anche da molto lontano. Corsi a casa a prendere la mia tunica e scrissi un biglietto di ringraziamento per la famiglia che mi aveva ospitato. Erano stati buonissimi con me e gli volevo tantissimo bene. Uscito di casa mi diressi verso la spiaggia: destinazione futuro! Ero certo di essere ad un o dall'era migliore. … Arrivai al mare e mi trovai di fronte ad uno splendido tramonto.

Ero molto in alto rispetto all’acqua, anche 3 metri, perché la strada terminava su di una scogliera. Avevo un po’ paura a buttarmi da lì e mi guardavo in giro alla ricerca di una stradina. Ma l’aquila, che lo aveva capito, mi diede un bell’incoraggiamento improvviso: una spinta in volo da dietro! Anche stavolta mi aveva dato un bell’aiuto ad affrontare una piccola paura. Insieme facemmo proprio un bel tuffo!

Gli scogli ed il mare al tramonto. Io mi ero già tuffato.

VERSO L'ERA MIGLIORE

Riemerso dall'acqua restai sorpreso. Qui non era tutto in ordine come nell'era precedente e a prima vista non vidi nessuna nuova invenzione come invece mi sarei aspettato. Aerei, cavi elettrici, fumi, palazzi, niente di tutto questo. Sembrava tutto naturale con tanti animali che vivevano in pace. Non capivo: ero davvero nel futuro od era uno scherzo dell'aquila?? Era un ambiente simile a quello della preistoria, ma non c'erano vulcani, tutto era più calmo. Camminai per un'ora e finalmente trovai un'opera umana! Era una serra trasparente piena di piantine con dei frutti di bosco. Mi avvicinai ad una serra e come per magia l'entrata si aprì, in assoluto silenzio. Entrai.

C'era un profumo dolcissimo che mi fece venire immediatamente l'acquolina in bocca. Non saprei spiegare bene come successe, ma appena dentro mi trovai le piantine di frutta alla mia altezza, cioè non dovevo nemmeno abbassarmi per raccogliere i piccoli frutti.

Non avevo ancora scoperto come, ma appena entrato nella serra tutte le piantine di frutta si alzavano per raccogliere i frutti senza abbassarsi.

La prima piantina che mi trovai di fronte aveva delle grosse more nere. Le assaggiai: erano squisite! Subito dopo provai dei lamponi rossi: dolcissimi! E allora proseguii con le fragoline, i ribes, i mirtilli... Erano proprio come quelli che mangiavo a casa mia a Roma. Improvvisamente mi scese una lacrima, il sapore di questi frutti mi aveva fatto sentire come alla mia vera casa. Chissà come stava la mia mamma. E chissà cosa avrebbe detto quando le avrei raccontato tutto! Forse non mi avrebbe creduto. All'aquila piaceva tantissimo questo mondo, la vidi mentre in mezzo al cielo sembrava felice ed immobile, sospesa contro il vento. Pensai che ci sarei voluto rimanere per tanto tempo. C'erano sicuramente anche qui un sacco di cose nuove da scoprire. Questo mondo che a prima vista era del tutto semplice e naturale, in realtà era il più evoluto. Sembrava tutto perfetto, ma ero appena arrivato, chissà se avrei avuto ancora delle brutte sorprese a starci più tempo. L'uomo inventerà sempre, sempre e sempre qualcosa di nuovo pensai. Però avevo imparato che a guardare meglio dappertutto si trovava qualcosa che

non andava bene. Ovunque c’era sempre bisogno di impegnarsi per fare del bene. Non riuscivo a smettere di pensare alla mia mamma. Mi venne un idea, perché non portarla con me in questo bellissimo posto? Mi avrebbe aiutato a scoprirlo e ci saremmo rimasti tanto tempo. Ma non sapevo se avrebbe accettato, perché in questo stesso momento avevo capito anche un'altra cosa molto importante: l'era perfetta forse non esiste. Il posto migliore invece è uno solo: dove ci sono le persone che mi vogliono bene! E lei lo sapeva già di sicuro. Uscii dalla porta, c'era un fiume. E la mia aquila. Ci tuffammo.

La mia Aquila

Ringraziamenti

Un grande grazie a tutti quelli che hanno letto questo libro ed a chi mi ha aiutato a realizzarlo!

Martin

E SECONDO TE:

Qual'è l'era migliore in cui può vivere un bambino?

Se vuoi raccontami la tua opinione, potremo scrivere insieme un nuovo racconto!

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