a cura di Silvio Sosio
L'evasione di Arsenio Lupin
di Maurice Leblanc
Traduzione di Elisa Emaldi
ISBN versione ePub: 9788867751778 Titolo originale: L'evasione de Arsène Lupin Traduzione: Elisa Emaldi Edizione ebook © 2014 Delos Digital srl Piazza Bonomelli 6/6 20139 Milano Versione: 1.0 gennaio 2014
TUTTI I DIRITTI RISERVATI
Sono vietate la copia e la diffusione non autorizzate. Informazioni sulla politica di Delos Books contro la pirateria
Indice
Colophon
Maurice Leblanc
L'evasione di Arsenio Lupin
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Delos Digital e il DRM
In questa collana
Tutti gli ebook Bus Stop
Maurice Leblanc
Maurice Marie Émile Leblanc è conosciuto principalmente quale creatore del ladro gentiluomo Arsenio Lupin, personaggio popolarissimo anche nel nostro paese. Nato a Rouen l'11 novembre 1864, studia in vari paesi ma finisce per abbandonare gli studi in legge per fare lo scrittore. Stabilitosi a Parigi comincia a scrivere racconti gialli, ma anche se riceve un certo apprezzamento dalla critica non riesce a farsi notare dal pubblico. Finché nel 1905 non pubblica il primo racconto con Arsenio Lupin. Sono gli anni del grande successo di Sherlock Holmes e l'intrigante ladro gentiluomo, in qualche modo una risposta se al detective britannico, porta immediatamente Leblanc al successo. Leblanc scrive racconti e novelle incentrate su Lupin e questa volta assieme alle buone critiche ottiene successo e gratificazione economica, finendo per dedicare la sua intera carriera esclusivamente al suo personaggio. Nel 1921 viene premiato con la Legion d'Onore per la sua opera. Muore a Perpignan nel 1941. Dal 1947 è sepolto nel cimitero di Montparnasse a Parigi.
1
Nel momento in cui Arsenio Lupin, terminato il pasto, estraeva di tasca un bel sigaro con la fascetta dorata e lo esaminava compiaciuto, la porta della sua cella si aprì. Ebbe appena il tempo di gettarlo nel cassetto e allontanarsi dal tavolo. Entrò il secondino; era l’ora della eggiata. — Ti aspettavo, mio caro amico — esclamò Lupin, sempre di buon umore. Uscirono. Erano appena scomparsi dietro l’angolo del corridoio quando due uomini entrarono a loro volta nella cella e diedero inizio a un esame minuzioso. Uno era l’ispettore Dieuzy, l’altro l’ispettore Folenfant. Volevano chiudere il discorso. Non c’era dubbio alcuno: Arsenio Lupin aveva complici all’esterno e comunicava con i suoi soci. Ancora il giorno prima, il Grand Journal pubblicava queste righe indirizzate al suo cronista giudiziario:
Signore, In un articolo apparso in questi giorni vi siete espresso nei miei riguardi in termini che nulla potrebbe giustificare. Qualche giorno prima dell’inizio del mio processo, verrò a chiedervene conto. Distinti saluti, Arsenio Lupin
La grafia era effettivamente quella di Arsenio Lupin. Pertanto, inviava delle lettere, e ne riceveva. Era chiaro che stava preparando quell’evasione che aveva egli stesso preannunciato in maniera tanto arrogante.
La situazione era diventata intollerabile. D’accordo con il giudice istruttore, il capo della Pubblica Sicurezza, il signor Dudouis, si recò di persona alla Santé per esporre al direttore del carcere le misure preventive che conveniva adottare. E appena arrivato spedì due uomini nella cella del detenuto. Alzarono ogni lastra di pietra, smontarono il letto, fecero tutto ciò che si soleva fare in casi del genere, e alla fine non scoprirono nulla. Erano sul punto di rinunciare alle loro indagini quando il secondino accorse in tutta fretta e disse loro: — Il cassetto… guardate nel cassetto del tavolo. Quando sono entrato mi è sembrato che lo stesse richiudendo. Lo esaminarono, e Dieuzy esclamò: — Perdio, stavolta lo teniamo, il cliente! Folenfant lo fermò. — Altolà, piccolo, sarà il capo a fare l’inventario. — Ma questo sigaro di lusso… — Lascia stare l’avana e avvertiamo il capo.
Due minuti più tardi il signor Dudouis perlustrava il tiretto. Prima trovò un fascio di articoli di giornale ritagliati dall’Argus de la Presse e riguardanti Arsenio Lupin, poi una borsa porta tabacco, una pipa, carta velina e infine due libri. Guardò i titoli. Erano il Culto degli eroi di Carlyle, edizione inglese, e Il manuale di Epitteto, un affascinante libretto rilegato all’antica, in traduzione tedesca pubblicata a Leyde nel 1634. Dopo averli sfogliati constatò che tutte le pagine erano segnate, sottolineate, annotate. Erano segni convenzionali o gli indizi che mostrano la ione per un libro? — Ora vediamo i dettagli — disse il signor Dudouis. Esplorò il borsello per il tabacco, la pipa. Poi, prendendo il famoso sigaro con la fascetta dorata: — Corbezzoli! Si tratta bene, il nostro amico — esclamò — Un
Henri Clay! Con un gesto meccanico, da fumatore, se lo portò vicino all’orecchio e lo fece scrocchiare. E subito gli sfuggì un’esclamazione. Il sigaro si era compresso sotto la pressione delle sue dita: lo esaminò più attentamente e non tardò a distinguere qualcosa di bianco infilato in mezzo alle foglie di tabacco. Delicatamente, con l’aiuto di una forcina, ne estrasse un rotolo di carta finissima, a malapena le dimensioni di uno stuzzicadenti. Era un biglietto. Lo srotolò e lesse queste parole, vergate in una delicata grafia femminile:
La cesta è stata sostituita con l’altra. Otto su dieci sono preparati. Premendo con il piede, la lastra si solleva dall’alto in basso. Dalle dodici alle sedici di ogni giorno, H-P aspetterà. Ma dove? Risposta immediata. State tranquillo, la vostra amica veglia su di voi. Il signor Dudouis rifletté un attimo e disse: — È abbastanza chiaro… la cesta… le otto caselle… dalle dodici alle sedici, vale a dire da mezzogiorno alle quattro… — Ma questo H-P che cosa aspetterà? — In questo caso, H-P deve significare automobile, cioè horse power; non è così che nel vernacolo sportivo si indica la forza di un motore? Una ventiquattro H-P è un’automobile a ventiquattro cavalli. Si alzò e chiese: — Il detenuto stava finendo di pranzare? — Sì. — E visto che non ha ancora letto questo messaggio, come dimostrano le condizioni del sigaro, è probabile che l’abbia ricevuto da poco. — E come? — Nelle vivande, in mezzo al pane o in una patata, che so? — Impossibile, hanno autorizzato a fargli portare il cibo da fuori al solo scopo di
prenderlo in trappola, e non abbiamo trovato niente. — Cercheremo la risposta di Lupin questa sera. Per il momento tenetelo fuori dalla sua cella. Voglio portare questo al giudice istruttore. Se la pensa come me faremo subito fotografare la lettera, e nel giro di un’ora potrete rimettere nel cassetto, oltre a questi oggetti, un sigaro identico contenente il messaggio originale. Bisogna che il detenuto non sospetti di nulla. Non fu senza una certa curiosità che il signor Dudouis tornò quella sera alla guardiola della Santé in compagnia dell’ispettore Dieuzy. In un angolo, sopra la stufa, c’erano tre piatti. — Ha cenato? — Sì — rispose il direttore. — Dieuzy, vi prego di tagliare a pezzi molto piccoli questi avanzi di maccheroni e di aprire questa pagnottella… niente? — No, capo. Il signor Dudouis esaminò i piatti, la forchetta, il cucchiaio e infine il coltello, un normale coltello a lama arrotondata. Fece girare il manico a sinistra, poi a destra. A destra il manico cedette e si svitò. Il coltello era cavo e fungeva da astuccio per un foglio di carta. — Bah! Non è molto astuto, per un uomo come Arsenio. Ma non perdiamo tempo. Voi, Dieuzy, andate a fare un’ispezione al ristorante. Poi lesse:
Mi rimetto a voi; H-P seguirà da lontano, ogni giorno. Io andrò davanti. A presto, mia cara e ammirevole amica. — Finalmente — esclamò il signor Dudouis sfregandosi le mani — credo che la faccenda sia sulla buona strada. Una spintarella da parte nostra e l’evasione avrà successo… almeno quanto basta per pizzicare i complici.
— E se Arsenio Lupin vi sfuggisse tra le dita? — obiettò il direttore. — Impiegheremo il numero di uomini necessario. D’altronde, se ci mettesse troppa abilità… ebbene, tanto peggio per lui! Quanto alla banda, visto che il capo rifiuta di parlare, parleranno gli altri.
E in effetti non parlava molto, Arsenio Lupin. Da mesi il signor Jules Bouvier, il giudice istruttore, si sforzava invano. Gli interrogatori si riducevano a conversazioni prive di interesse tra il giudice e l’avvocato Danval, uno dei principi del foro, il quale d’altro canto ne sapeva sull’imputato più o meno quanto il primo venuto. Di tanto intanto, per cortesia, Arsenio Lupin apriva bocca: — Ma sì, signor giudice, siamo d’accordo: il furto al Crédit Lyonnais, il furto in rue de Babylonie, l’emissione delle banconote false, la faccenda delle polizze assicurative, lo svaligiamento dei castelli di Armesil, di Gouret, d’Imblevain, dei Grossellier, di Malaquis; sono tutti quanti del vostro qui presente servitore. — Allora potreste spiegarmi… — Inutile, confesso tutto in blocco, tutto quanto, e almeno dieci volte più di quanto supponiate. Stanco di combattere, il giudice aveva sospeso quegli interrogatori frustranti. Dopo avere saputo dei due biglietti intercettati, tuttavia, li riprese. E regolarmente, a mezzogiorno, Arsenio Lupin era trasferito dalla Santé al Dépôt, in una vettura penitenziaria, insieme a un certo numero di altri detenuti. Ripartivano verso le tre o le quattro del pomeriggio.
Ora, un pomeriggio, questo ritorno fu effettuato in condizioni particolari. Dato che gli altri detenuti della Santé non erano ancora stati interrogati, si decise di riportare per primo Arsenio Lupin, che pertanto salì da solo sulla vettura. Queste vetture penitenziarie, volgarmente denominate “ceste da insalata”, sono
divise nel senso della lunghezza da un aggio centrale, sul quale si aprono dieci scompartimenti: cinque a destra e cinque a sinistra. Ognuno di essi è disposto in modo che il suo occupante debba stare seduto e che i cinque detenuti, oltre a non disporre che di uno spazio alquanto ristretto, siano separati gli uni dagli altri da tramezzi paralleli. Una guardia municipale, posizionata all’estremità, sorveglia il corridoio.
Arsenio fu fatto entrare nel terzo scompartimento sulla destra, e la pesante vettura si mise in marcia. Egli capì che uscivano dal quai de l’Horloge e avano di fronte al Palazzo di Giustizia. A quel punto, circa a metà del ponte Saint-Michel, spinse con il piede destro, come faceva tutte le volte, sul pavimento di lamiera ondulata che chiudeva la sua cella. Subito qualcosa scattò e la placca di lamiera si scostò impercettibilmente. Poté quindi constatare che si trovava esattamente tra le due ruote. Aspettò, lo sguardo vigile. La vettura risalì a o d’uomo il boulevard SaintMichel. All’incrocio di Saint-Germain, si fermò. Il cavallo al traino di un carro era riverso a terra. La circolazione si era interrotta, e ben presto si verificò un ingorgo di carrozze e omnibus. Arsenio Lupin sporse il capo. Un’altra vettura penitenziaria era ferma accanto a quella da lui occupata. Sollevò di più la testa, mise un piede su uno dei raggi della grande ruota e balzò a terra. Un cocchiere lo vide, scoppiò a ridere, poi volle dare l’allarme. Ma la sua voce si perse nel frastuono dei veicoli, che si erano rimessi in moto. D’altronde Arsenio Lupin era già lontano.
Aveva mosso qualche o correndo, ma giunto sul marciapiede di sinistra si voltò, si guardò attorno, parve sentire il vento, come qualcuno che non sapeva ancora esattamente quale direzione seguire. Poi, risoluto, si mise le mani in tasca e, con l’aria beata di un camminatore che se ne va a so, continuò a risalire il boulevard.
Il tempo era mite, un’aria allegra e leggera d’autunno. I caffè erano pieni di gente. Si sedette al tavolino all’aperto di uno dei locali. Ordinò una birra e un pacchetto di sigarette. Vuotò il bicchiere a piccoli sorsi, fumò tranquillamente una sigaretta e se ne accese un’altra. Alla fine si alzò e chiese al cameriere di chiamare il titolare. Il titolare arrivò e Arsenio Lupin gli disse, a voce alta per farsi sentire da tutti: — Sono desolato, signore; ho dimenticato il mio portamonete. Ma forse il mio nome vi sarà abbastanza familiare da volermi concedere credito per qualche giorno: Arsenio Lupin. Il proprietario lo guardò, pensando si trattasse di uno scherzo. Ma Arsenio ripeté: — Lupin, detenuto alla Santé, attualmente in stato di evasione. Oserei credere che questo nome vi ispiri la massima fiducia. E si allontanò tra le risate generali, senza che l’altro pensasse di protestare.
Attraversò in diagonale rue Soufflot e imboccò la Saint-Jacques, che percorse tranquillamente, fermandosi a guardare le vetrine e fumando qualche sigaretta. Al boulevard di Port-Royal si orientò, chiese informazioni e marciò direttamente verso la strada della Santé. Ben presto si innalzarono gli alti e tetri muri della prigione. Costeggiandoli, giunse vicino alla sentinella municipale che montava la guardia, e disse togliendosi il cappello: — È questo il carcere della Santè? — Sì. — Vorrei rientrare nella mia cella. La vettura mi ha scaricato per strada e non vorrei approfittare… Il ragazzo borbottò… — Insomma, buon uomo, proseguite per la vostra strada, e più in fretta che potete! — Scusate, scusate! È che la mia strada a da questa porta. E se impedite ad
Arsenio Lupin di attraversarla, potrebbe costarvi caro, amico mio! — Arsenio Lupin! Di che andate farfugliando? — Mi spiace di non avere il mio biglietto da visita — disse Arsenio, fingendo di rovistarsi nelle tasche. La sentinella lo squadrò dai piedi alla testa, sbalordita. Poi, senza dire una parola, quasi controvoglia, suonò un camlo. Il portone di ferro si socchiuse. Qualche minuto più tardi il direttore accorse alla guardiola, gesticolando e fingendo una collera violenta. Arsenio sorrise: — Andiamo, signor direttore, non giocate a fare il furbo con me. Ma come! Prendete la precauzione di ricondurmi da solo nella vettura, allestite un grazioso piccolo ingorgo e immaginate che mi metterò le gambe in spalla per ricongiungermi ai miei amici! Ebbene! E i venti agenti di Pubblica Sicurezza che ci scortavano a piedi, in carrozza e in bicicletta? No, quelli mi avrebbero sistemato per bene! Non ne sarei uscito vivo. Ditemi, dunque, signor direttore, non contavate forse proprio su questo? Alzò le spalle e aggiunse: — Vi prego, signor direttore, non preoccupatevi per me. Il giorno che vorrò evadere non avrò bisogno di nessuno.
2
Due giorni dopo, l’Écho de , che decisamente era divenuto l’annunciatore ufficiale delle imprese di Arsenio Lupin – si diceva che lui fosse uno dei suoi principali finanziatori – pubblicava i particolari più completi di quel tentativo di evasione. Persino il testo dei messaggi scambiati tra il detenuto e la sua amica misteriosa, i mezzi impiegati per recapitare questa corrispondenza, la complicità della polizia, la eggiata sul boulevard Saint-Michel, l’incidente del caffé Soufflot: veniva svelato tutto. Si diceva che le ricerche dell’ispettore Dieuzy presso alcuni camerieri di ristorante non avevano prodotto alcun risultato. Si apprendeva inoltre questa cosa stupefacente, che mostrava l’infinita varietà delle risorse di cui disponeva quest’uomo: la vettura penitenziaria, con cui lo avevano trasportato, era una vettura completamente manomessa, che la sua banda aveva sostituito a uno dei sei veicoli che svolgevano abitualmente il servizio alle prigioni. L’imminente evasione di Arsenio Lupin non era più messa in dubbio da nessuno. Egli stesso, d’altro canto, la preannunciava in termini categorici, come dimostrò la sua risposta al signor Bouvier all’indomani dell’incidente. Il giudice scherniva il suo insuccesso, ma lui fissandolo gli disse freddamente: — Ascoltate bene, signore, e credetemi sulla parola: questo tentativo faceva parte del mio piano di evasione. — Non capisco — sogghignò il giudice. — È inutile che capiate. E siccome il giudice nel corso di quell’interrogatorio, che apparve in versione integrale nelle colonne dell’Écho de , tornava alla sua istruttoria, egli esclamò stancamente: — Mio Dio, mio Dio, a che serve? Tutte queste domande non hanno alcuna importanza. — Ma come, nessuna importanza?
— Ma no, perché io non assisterò al mio processo. — Voi non assisterete… — No, è una idea fissa, una decisione irrevocabile. Nulla me la farà cambiare. Quella sicumera, e le inspiegabili indiscrezioni che trapelavano ogni giorno, irritavano e sconcertavano la giustizia. C’erano segreti che soltanto Arsenio Lupin poteva conoscere, e la cui divulgazione non poteva di conseguenza provenire che da lui stesso. Ma per quale scopo li svelava? E in che modo? Cambiarono cella ad Arsenio Lupin: una sera fu trasferito al piano di sotto. Da parte sua, il giudice chiuse l’istruttoria e rimise la faccenda all’ufficio dell’accusa.
Cadde il silenzio, e andò avanti per due mesi. Arsenio li trascorse disteso sulla sua branda, il volto quasi sempre rivolto al muro. Questo cambio di cella sembrava averlo scoraggiato. Rifiutava di ricevere il suo avvocato. Scambiava a malapena qualche parola con i secondini. Nelle due settimane che precedevano il suo processo parve rianimarsi. Si lamentava che gli mancava l’aria. Lo fecero uscire nel cortile, al mattino di buon’ora, scortato da due uomini. Nonostante ciò, la curiosità del pubblico non si era affievolita e ogni giorno si era attesa la notizia della sua evasione. Quasi se l’auguravano, tanto il personaggio piaceva alle folle per la sua energia, il suo buonumore, la sua diversità, il genio della sua inventiva e il mistero della sua vita. Arsenio Lupin doveva evadere. Era inevitabile, predestinato. Ci si stupiva persino che tardasse così tanto. Tutte le mattine il prefetto di polizia chiedeva al suo segretario: — Allora? Non se n’è ancora andato? — No, signor prefetto. — Sarà per domani, dunque.
E, alla vigilia del processo, un signore si presentò agli uffici del Grand Journal, chiese del redattore giudiziario, gli gettò in faccia il suo biglietto e si allontanò di fretta. Sul biglietto erano scritte queste parole:
Arsenio Lupin mantiene sempre le sue promesse. Fu in queste condizioni che ebbe inizio il dibattimento. L’affluenza di pubblico fu enorme. Non c’era nessuno che non volesse vedere il famoso Lupin e che non pregustasse il modo in cui si sarebbe preso gioco del presidente. Avvocati e magistrati, redattori e giornalisti di cronaca mondana, artisti e donne di mondo, l’intera Parigi si accalcò sui banchi del pubblico. Pioveva, all’esterno la giornata era buia, e pochi riuscirono a vedere Arsenio Lupin quando le guardie lo scortarono dentro. Tuttavia il suo atteggiamento sgraziato, il modo in cui si lasciò cadere al suo posto, la sua immobilità indifferente e iva non agirono in suo favore. Più volte il suo avvocato – uno dei collaboratori dell’avvocato Danval, che aveva giudicato quel ruolo indegno di lui – più volte, il suo avvocato gli rivolse la parola. Lui però scrollava il capo e restava in silenzio. Il cancelliere lesse l’atto di accusa, poi il presidente disse: — Imputato, alzatevi. Il vostro cognome, nome, età e professione? Non ricevendo risposta, ripeté: — Il vostro cognome? Vi sto chiedendo il vostro cognome. Una voce stanca e grave articolò: — Baudru, Désiré. Vi furono dei mormorii. Ma il presidente riprese: — Baudru, Désiré? Ah! Bene, una nuova trasformazione! Dato che è circa l’ottavo nome che fingete di avere, e che senza dubbio è immaginario quanto gli altri, noi manterremo, se volete, quello di Arsenio Lupin, con il quale siete più
certamente conosciuto. Il presidente consultò i suoi appunti e proseguì. — Giacché, malgrado tutte le ricerche, è stato impossibile ricostruire la vostra identità. Voi rappresentate un caso alquanto originale nella nostra società moderna, poiché non avete un ato. Noi non sappiamo chi siete, da dove venite, dove si è svolta la vostra infanzia; in poche parole, niente. Sbucate fuori all’improvviso, tre anni addietro, non si sa esattamente da quale ambiente, per rivelarvi di colpo come Arsenio Lupin, vale a dire un bizzarro insieme di intelligenza e perversione, di immoralità e generosità. Le informazioni che abbiamo su di voi prima di quest’epoca sono piuttosto delle ipotesi. È probabile che un tale Rostat che otto anni fa lavorò a fianco del prestigiatore Dickson altro non fosse che Arsenio Lupin. È probabile che lo studente russo che frequentò sei anni fa il laboratorio del dottor Altier presso l’ospedale di Saint-Louis e che spesso sorprese il suo maestro per l’ingegnosità delle sue ipotesi sulla batteriologia e l’arditezza dei suoi esperimenti sulle malattie della pelle altro non fosse che Arsenio Lupin. Sempre Arsenio Lupin, l’istruttore di lotta giapponese che si stabilì a Parigi molto prima che si iniziasse a parlare di jiu-jitsu. Arsenio Lupin, crediamo noi, il ciclista corridore che vinse il Gran Premio dell’Esposizione, incassò i suoi diecimila franchi e non riapparve mai più. Arsenio Lupin forse anche colui che salvò tante persone facendole are da un piccolo lucernario in occasione dell’incendio al Bazar de la Charité… e che le derubò. E dopo una pausa, il presidente concluse: — Tale è questo periodo, che sembra non essere stato altro che una preparazione minuziosa alla lotta che avete intrapreso contro la società, un apprendistato metodico nel quale avete portato al massimo livello la vostra forza, la vostra energia e la vostra destrezza. Riconoscete dunque la verità di questi fatti?
Durante questo discorso, l’imputato si dondolava da una gamba all’altra, la schiena incurvata, le braccia inerti. Sotto la luce più vivida si notarono la sua macilenza estrema, le guance scavate, gli zigomi stranamente prominenti, il volto dal colorito terreo, chiazzato di piccole macchie rosse e incorniciato da una barba rada e irregolare. La prigione lo aveva notevolmente invecchiato e sciupato. Non si riconosceva più il profilo elegante e il giovane volto di cui i
giornali avevano tanto sovente pubblicato l’accattivante ritratto. Si sarebbe detto che non avesse compreso la domanda che gli era stata posta. Gli fu ripetuta due volte. Allora alzò gli occhi, parve riflettere e poi, compiendo uno sforzo poderoso, mormorò: — Baudru, Désiré. Il presidente scoppiò a ridere. — Non riesco a capire esattamente il sistema di difesa che avete adottato, Arsenio Lupin. Se intendete giocare a fare l’imbecille e l’irresponsabile, accomodatevi pure. Quanto a me, andrò diritto al punto senza curarmi delle vostre fantasie. Poi entrò nei dettagli dei furti, degli imbrogli e dei raggiri attribuiti a Lupin. Le volte in cui interrogava l’imputato, questi si limitava a grugnire o non rispondeva. Cominciò la sfilata dei testimoni. Vi furono diverse deposizioni insignificanti, altre più serie, tutte con la caratteristica in comune di contraddirsi a vicenda. Una preoccupante oscurità ammantava il dibattimento, ma quando venne fatto entrare l’ispettore capo Ganimard l’interesse del pubblico si risvegliò. Fin dall’inizio, però, il vecchio poliziotto causò una certa delusione. Aveva un’aria non propriamente intimidita, giacché aveva visto ben altro, ma inquieta, a disagio. Diverse volte rivolse lo sguardo all’imputato con visibile fastidio. Ma nonostante ciò raccontò, con le mani appoggiate alla sbarra, gli incidenti nei quali si era ritrovato coinvolto, la sua caccia attraverso l’Europa, il suo arrivo in America. E lo ascoltavano con ingordigia, come se ascoltassero il racconto delle avventure più apionanti. Però, verso la fine, avendo fatto riferimento ai suoi incontri con Arsenio Lupin, si interruppe in due occasioni, distratto e indeciso. Era chiaro che un altro pensiero lo tormentava. Il presidente gli disse: — Se vi sentite male, sarebbe meglio interrompere la vostra deposizione. — No, no, è solo che… Si zittì, guardò a lungo l’imputato, intensamente, poi disse: — Chiedo il permesso di esaminare l’imputato da più vicino: c’è un mistero su cui devo fare chiarezza.
Si avvicinò, lo esaminò ancora più a lungo, l’intera sua attenzione focalizzata, poi tornò alla sbarra. E là, con tono pressoché solenne, dichiarò: — Signor presidente, affermo che l’uomo qui presente, di fronte a me, non è Arsenio Lupin. Un grande silenzio accolse queste parole. Il presidente, sconcertato, dapprima esclamò: — Ah, ma cosa dite? Siete pazzo! L’ispettore proclamò con calma: — A prima vista si può pensare a una rassomiglianza, che effettivamente esiste, lo ammetto, ma è sufficiente un attimo di attenzione. Il naso, la bocca, i capelli, il colore della pelle… insomma: costui non è Arsenio Lupin. E gli occhi, poi! Ha mai avuto questi occhi da avvinazzato? — Vediamo, vediamo, spiegatevi. Che cosa sostenete, testimone? — Se solo lo sapessi! Avrà messo al suo posto un povero diavolo che erano in procinto di essere condannato. A meno che non si tratti di un complice. Grida, risate ed esclamazioni si levarono da ogni lato della sala, scossa da questo inaspettato colpo di scena. Il presidente mandò a chiamare il giudice istruttore, il direttore della Santé, i secondini, poi sospese l’udienza. Alla ripresa, il signor Bouvier e il direttore, posti di fronte all’imputato, dichiararono che tra quell’uomo e Arsenio Lupin non vi era che una assai vaga somiglianza dei lineamenti. — Ma allora — gridò il presidente —quest’uomo chi è? Da dove viene? Come mai si trova nelle mani della giustizia? Si fecero entrare i due secondini della Santé. Stupefacente contraddizione, riconobbero il detenuto che avevano sorvegliato nei loro turni di lavoro! Il presidente sospirò. Ma uno dei secondini continuò: — Sì, sì, credo proprio che sia lui. — Come, voi credete? — Ma certo! L’ho veduto appena. Me l’hanno consegnato di sera, e da due mesi
se ne rimane sempre coricato contro il muro. — Ma prima di questi due mesi? — Ah! Prima non stava nella cella 24. A questo punto, il direttore del carcere precisò: — Dopo il suo tentativo di evasione, abbiamo cambiato di cella il detenuto. — Ma voi, signor direttore, lo avete più visto da due mesi a questa parte? — Non ho avuto occasione di vederlo… se ne stava tranquillo. — E quest’uomo non è il detenuto che vi è stato consegnato? — No. — Allora chi è? — Non saprei dirlo. — Siamo dunque in presenza di uno scambio che sarebbe stato effettuato due mesi or sono. Come lo spiegate? — È impossibile. — Allora? Come ultimo tentativo, il presidente si rivolse all’imputato e gli disse, con voce invitante: — Vediamo, imputato, potreste spiegarmi come e da quando vi trovate nelle mani della giustizia?
3
Sembrava che questo tono conciliante placasse i sospetti o stimolasse la mente dell’uomo. Tentò di rispondere. Alla fine, interrogato abilmente e senza asprezza, riuscì a mettere insieme qualche frase, da cui risultava che due mesi prima era stato portato al carcere provvisorio. Vi aveva trascorso una notte e una mattina e poi era stato rilasciato, con in tasca una somma pari a settantacinque centesimi. Tuttavia, mentre attraversava il cortile, due guardie lo avevano afferrato per le braccia e condotto fino alla vettura penitenziaria. Da quel momento aveva vissuto nella cella 24, senza arsela male… il cibo è buono… non si dorme male… Perciò non aveva protestato. Tutto ciò sembrava credibile. Tra le risate e una grande confusione, il presidente rinviò la faccenda a un’altra sessione per svolgere ulteriori indagini.
L’inchiesta stabilì subito questo fatto, riportato sul registro di incarcerazione: otto settimane prima, un uomo di nome Désiré aveva dormito nel carcere provvisorio. Rilasciato il giorno successivo, lasciava il penitenziario due ore dopo mezzogiorno. Ma quel giorno alle due, interrogato per l’ultima volta, Arsenio Lupin usciva dall’ufficio del giudice istruttore e ripartiva sulla vettura penitenziaria. I secondini avevano commesso un errore? Ingannati dalla rassomiglianza, avevano essi stessi scambiato quell’uomo con il loro prigioniero in un attimo di disattenzione? Si sarebbe dovuto davvero pensare a una complicità che i rispettivi stati di servizio non permettevano di sospettare. Lo scambio era stato organizzato in anticipo? A parte il fatto che la disposizione dei luoghi rendeva la cosa quasi impossibile, in questo caso sarebbe stato necessario che Baudru fosse un complice e che si fosse fatto arrestare con il preciso fine di prendere il posto di Arsenio Lupin. Ma allora, per quale miracolo un piano del genere, basato esclusivamente su una serie di improbabili coincidenze, incontri fortuiti ed errori favolosi, era potuto riuscire?
Fecero controllare Désiré Baudru dal servizio antropometrico: non c’era alcuna scheda corrispondente ai suoi tratti segnaletici. D’altro canto si trovarono le sue tracce con facilità. A Courbevoie, Asniéres e Levallois lo conoscevano bene. Viveva di elemosine e dormiva in una di quelle catapecchie di straccivendoli che si ammassano vicino alla recinzione delle Ternes. Da un anno, tuttavia, era sparito. Era stato reclutato da Arsenio Lupin? Nulla autorizzava a crederlo. E quand’anche fosse stato così, non si sarebbe saputo nulla in merito alla fuga del detenuto. Il miracolo restava lo stesso: delle venti ipotesi che tentarono di spiegarlo, nessuna risultava soddisfacente. Solo l’evasione non destava alcun dubbio, e un’evasione incomprensibile, impressionante, nella quale il pubblico, oltre alla giustizia, percepiva lo sforzo di una lunga preparazione, un insieme di atti meravigliosamente aggrovigliati gli uni con gli altri, e il cui esito giustificava l’orgogliosa anticipazione di Arsenio Lupin: “Io non assisterò al mio processo”.
Dopo un mese di minuziose ricerche, l’enigma si presentava con il medesimo carattere intellegibile. Non si poteva però trattenere a tempo indefinito quel povero diavolo di Baudru. Il suo processo sarebbe stato ridicolo: quali accuse si potevano muovere contro di lui? Il suo rilascio venne firmato dal giudice istruttore, ma il capo della Pubblica Sicurezza decise di stabilire intorno a lui una sorveglianza attiva. L’idea proveniva da Ganimard. Dal suo punto di vista non c’era stata né complicità né casualità. Baudru era uno strumento che Arsenio Lupin aveva manovrato con la sua straordinaria perizia. Liberato Baudru, si sarebbe potuto risalire fino ad Arsenio Lupin o almeno a qualcuno della sua banda. Si unirono a Ganimard i due ispettori Folenfant e Dieuzy, e una mattina di gennaio, sotto un tempo brumoso, le porte del carcere si spalancarono davanti a Baudru, Désiré. Questi apparve dapprima impacciato e eggiò come un uomo che non ha idee ben precise su come impiegare il proprio tempo. Percorse rue de la Santé e rue Saint-Jacques. Davanti alla bottega di un rigattiere si tolse la giacca e il panciotto, vendette quest’ultimo per qualche spicciolo e, rindossando la giacca, proseguì.
Attraversò la Senna. Allo Châtelet un omnibus lo oltreò. Lui volle salire a bordo ma non c’era posto. Il controllore gli consigliò di prendere un numero e lui entrò nella sala d’aspetto. In quel momento, Ganimard convocò i suoi due uomini vicino a sé, e senza perdere di vista la saletta, disse loro in fretta: — Fermate una vettura… no, due, è più prudente. Io verrò con uno di voi e lo seguiremo. Gli uomini obbedirono. Baudru tuttavia non si vedeva. Ganimard si avvicinò: nella sala non c’era nessuno. — Idiota che sono — mormorò — ho dimenticato la seconda uscita. Il locale comunicava effettivamente con quello di rue Saint-Martin tramite un corridoio interno. Ganimard si precipitò, ma arrivò giusto in tempo per avvistare Baudru sopra l’omnibus a due piani di Batignolle-Jardin des Plantes che girava l’angolo di rue de Rivoli. Si mise a correre e raggiunse l’omnibus, pur perdendo di vista i suoi due agenti: era rimasto solo a proseguire l’inseguimento.
Nella sua collera, fu sul punto di afferrarlo per il colletto senza tanti complimenti. Non era forse con premeditazione e con un astuto inganno che quel sedicente mentecatto lo aveva separato dai suoi comprimari? Guardò Baudru. Sonnecchiava sulla panca e la sua testa dondolava a destra e a sinistra. La bocca socchiusa, il suo volto aveva assunto una incredibile espressione di stupidità. No, quello non era un avversario capace di imbrogliare il vecchio Ganimard. Aveva avuto fortuna, tutto qui. All’incrocio delle Gallerie Lafayette l’uomo saltò dall’omnibus sul tram della Muette. Seguì il boulevard Haussmann, l’avenue Victor Hugo. Baudru scese solo davanti alla stazione della Muette. E con o disinvolto si tuffò nel Bois de Boulogne. ava da un vicolo all’altro, ripercorreva i suoi i, si allontanava. Che cosa cercava? Aveva uno scopo?
Dopo un’ora di questi andirivieni sembrava sfinito dalla fatica. In effetti, notando una panchina, si sedette. Il luogo, situato non lontano da Auteil, sulla riva di un laghetto nascosto tra gli alberi, era completamente deserto. Trascorse una mezz’ora. Spazientito, Ganimard decise di avviare una conversazione. Quindi si avvicinò e prese posto a fianco di Baudru. Accese una sigaretta, tracciò dei cerchi sulla sabbia con il suo bastone da eggio e disse: — Non fa caldo. Silenzio. E all’improvviso, in quel silenzio risuonò una risata, ma una risata felice, gioiosa, il riso di un bambino colto dalla ridarella che non riesce atrattenere. Chiaramente, realmente, Ganimard sentì che i capelli gli si drizzavano sul cranio. Quella risata, quella risata infernale che conosceva così bene!…
Con un movimento improvviso afferrò l’uomo per il bavero della giacca e lo guardò energicamente, attentamente, ancora meglio di quando lo aveva osservato in tribunale, e in verità non era più l’uomo che aveva visto. Era quell’uomo, ma allo stesso tempo era anche quell’altro, quello vero. Aiutato da un desiderio complice, ritrovava la vita ardente degli occhi, completava la maschera smagrita, percepiva la carne reale sotto l’epidermide smunta, la bocca reale attraverso la smorfia che la deformava. Ed erano gli occhi dell’altro, la bocca dell’altro, era soprattutto la sua espressione acuta, vivace, beffarda, spiritosa, così limpida e così giovane. — Arsenio Lupin… Arsenio Lupin — balbettò. E subito dopo, preso dalla collera, serrandogli la gola tentò di buttarlo a terra. Malgrado i suoi cinquant’anni possedeva ancora un vigore poco comune, mentre il suo avversario sembrava in condizioni alquanto precarie. E poi, che colpo da maestro se fosse riuscito a riconsegnarlo! La lotta durò poco. Arsenio Lupin si difese appena, e altrettanto rapidamente di come lo aveva aggredito, Ganimard lasciò la presa. Il suo braccio destro pendeva inerte, insensibile.
— Se vi insegnassero il jiu-jitsu al Quai des Orfèvres — dichiarò Lupin — sapresti che in giapponese questa mossa si chiama udi-shi-ghi. E aggiunse, freddamente: — Un secondo di più e ti avrei rotto il braccio, e avresti avuto solo ciò che meriti. Ma come, proprio tu, un vecchio amico che io stimo, davanti al quale rivelo spontaneamente la mia identità, abusi della mia fiducia! Non si fa così… Ebbene? Che c’è, che cos’hai?
Ganimard taceva. Quella evasione di cui si giudicava responsabile – non era infatti stato lui, con la sua deposizione sensazionale, a indurre in errore la giustizia? – quella evasione gli sembrava la vergogna della sua carriera. Una lacrima scese verso i suoi baffi grigi. — Eh! Mio Dio, Ganimard, non te la prendere: se non avessi parlato mi sarei organizzato perché lo fe qualcun altro. Vediamo, potevo permettere che condannassero Baudru Désiré? — Dunque — mormorò Ganimard — laggiù eri tu? E sei tu anche qui! — Io, sempre io, solamente io. — Come è possibile? — Oh! Non c’è bisogno di essere un mago. Basta solo, come ha detto quel bravo presidente, prepararsi per una decina d’anni al fine di essere pronto a tutte le eventualità. — Ma la tua faccia? I tuoi occhi? — Capisci bene che, se ho lavorato per diciotto mesi a Saint Louis con il dottor Altier, non è stato per amore dell’arte. Ho pensato che colui che un giorno avrebbe avuto l’onore di chiamarsi Arsenio Lupin avrebbe dovuto sottrarsi alle comuni leggi di aspetto e identità. L’aspetto? Ma si può alterare a volontà. Questa iniezione ipodermica di paraffina ti fa gonfiare la pelle proprio nel punto desiderato. L’acido pirogallico ti trasforma in moicano. Il succo della celidonia maggiore ti adorna di lesioni cutanee e gonfiori dall’effetto più gioioso. Questo processo chimico influisce sulla crescita della barba e dei capelli, quest’altro sul
timbro della tua voce. Aggiungi due mesi di dieta nella cella numero 24, esercizi ripetuti mille volte per aprire la bocca secondo questa smorfia, a tenere la testa con questa inclinazione e la schiena piegata su questa curva. Infine, cinque gocce di atropina negli occhi per renderli stravolti e sfuggenti, e il gioco è fatto. — Non riesco a immaginare che i secondini… — La metamorfosi è stata progressiva. Non hanno potuto notare l’evoluzione che avveniva ogni giorno. — Ma Désiré Baudru? — Baudru esiste. È un povero innocente che ho incontrato l’anno scorso e che effettivamente condivide con me una certa analogia dei lineamenti. In previsione di un sempre possibile arresto, l’ho messo al sicuro e mi sono applicato fin dal principio a capire i tratti di dissomiglianza che ci separavano, in modo da attenuarli in me per quanto fosse possibile. I miei amici gli hanno fatto trascorrere una notte al carcere provvisorio, in modo che ne uscisse più o meno alla mia stessa ora e che la coincidenza fosse facile da constatare. Giacché, ti prego di notarlo, era necessario che si trovassero gli indizi del suo aggio, altrimenti la giustizia si sarebbe chiesta chi ero io. Invece, offrendole questo ottimo Baudru, era inevitabile, capisci, inevitabile che gli saltaste addosso e che, malgrado le insormontabili difficoltà di una sostituzione avreste preferito credere a quest’ultima piuttosto che ammettere la vostra ignoranza. — Sì, sì, effettivamente… — mormorò Ganimard. — E poi — esclamò Arsenio Lupin — avevo in mano un asso formidabile, una carta che avevo preparato sin dall’inizio: il fatto che tutti attendessero la mia evasione. Ed ecco qui l’errore marchiano in cui siete caduti, tu e gli altri, in questa partita apionante che la giustizia e io abbiamo ingaggiato e la cui posta in gioco era la mia libertà: avete presunto ancora una volta che io agissi come uno sbruffone, che fossi ubriacato dal mio successo come uno sbarbatello. Io, Arsenio Lupin, una simile debolezza! E, proprio come nel caso Cahorn, non vi siete chiesti: “Dal momento che Arsenio Lupin grida dai tetti che evaderà, avrà delle ragioni che lo obbligano a gridarlo.” Ma, accidenti, capisci allora che per evadere… senza evadere, bisognava che si credesse in anticipo a questa fuga, che fosse un dogma di fede, una convinzione assoluta, una verità manifesta come il sole. È andata così, perché l’ho voluto io. Arsenio Lupin sarebbe evaso,
Arsenio Lupin non avrebbe assistito al suo processo. E quando ti sei alzato per dire: “Quest’uomo non è Arsenio Lupin”, sarebbe stato soprannaturale che tutti non credessero subito che io non ero Arsenio Lupin. Che una sola persona dubitasse, che una sola esprimesse questa semplice incertezza: “E se fosse Arsenio Lupin?”, in quello stesso istante sarei stato perduto. Sarebbe bastato chinarsi verso di me, non con l’idea che io non fossi Arsenio Lupin, come avete fatto tu e gli altri, ma con l’idea che avrei potuto esserlo, e malgrado tutte le mie precauzioni sarei stato riconosciuto. Ma ero tranquillo. In base alla logica, alla psicologia, nessuno poteva avere questa semplice, piccola idea. A un tratto afferrò la mano di Ganimard. — Forza, Ganimard, ammetti che otto giorni dopo il nostro colloquio nel carcere della Santé mi hai aspettato alle quattro a casa tua, come ti avevo pregato. — E la tua vettura penitenziaria? — disse Ganimard evitando di rispondere. — Un semplice inganno! I miei amici hanno riparato e sostituito la vecchia vettura fuori servizio e volevano tentare il colpo, ma io sapevo che era impraticabile senza un concorso di circostanze eccezionali. Ma ho trovato utile perfezionare quel tentativo di evasione e dargli la più grande pubblicità. Una prima evasione audacemente organizzata dava alla seconda il valore di una evasione già riuscita in anticipo. — Così il sigaro… — Scavato da me, così come il coltello. — E i messaggi? — Li ho scritti io. — E la corrispondente misteriosa? — Lei e io siamo una sola persona. Conosco ogni calligrafia, a piacimento. — Ganimard rifletté un attimo e obiettò: — Come è possibile che l’ufficio di antropometria, quando abbiamo preso la scheda di Baudru, non si sia accorto che coincideva con quella di Arsenio Lupin?
— La scheda di Arsenio Lupin non esiste. — Oh, andiamo! — O per lo meno è fasulla. Questo è un problema che ho studiato molto. Il sistema Bertillon comprende una prima segnalazione visiva – e vedi bene che non è infallibile – e successivamente la segnalazione di misurazioni, la misurazione della testa, delle dita, delle orecchie e via dicendo. In quel caso, invece, niente da fare. — E allora? — Allora è stato necessario pagare. Prima del mio ritorno dall’America, uno degli impiegati del servizio ha accettato una somma per scrivere una falsa misura al momento della mia misurazione. È sufficiente a sviare l’intero sistema, e perché una scheda si orienti verso una casella diametralmente opposta a quella dove doveva finire. La scheda Baudru non doveva pertanto coincidere con quella di Arsenio Lupin. Vi fu ancora un silenzio, poi Ganimard chiese: — E adesso cosa farai? — Adesso — esclamò Lupin — mi riposerò, seguirò un regime di sovralimentazione e poco a poco tornerò a essere me stesso. Essere Baudru o qualcun altro è stato bello, cambiare personalità come si cambia la camicia e scegliere aspetto, voce, grafia. Ma arriva il punto in cui non ci si riconosce più in tutto questo, ed è molto triste. Al momento provo ciò che deve provare un uomo che ha perduto la sua ombra. Andrò a cercarmi… e mi ritroverò. Camminò in lungo e in largo. Una lieve oscurità si mescolava alla luce del giorno. Si fermò davanti a Ganimard. — Non abbiamo più nulla da dirci, ritengo? — Sì invece — rispose l’ispettore — vorrei sapere se svelerai la verità sulla tua evasione… l’errore che ho commesso… — Oh! Nessuno saprà mai che è Arsenio Lupin la persona che è stata rilasciata. Ho troppo interesse ad addensare intorno a me le tenebre più misteriose, per
togliere a questa evasione il suo carattere quasi miracoloso. Perciò non temere nulla, mio buon amico, e addio. Stasera ceno in città, e mi resta giusto il tempo di cambiarmi d’abito. — Ti credevo così desideroso di riposare! — Ahimè! Vi sono degli obblighi mondani a quali non ci si può sottrarre. Il riposo inizierà domani. — E allora dove te ne vai a cena? — All’ambasciata d’Inghilterra…
FINE
Arsenio Lupin tornerà in Il viaggiatore misterioso
Delos Digital e il DRM
Delos Digital ha scelto di non imporre ai propri ebook protezioni dalla copia che costituiscano una limitazione all'uso da parte dell'acquirente. Siamo convinti che i sistemi di protezione basati sulla criptazione danneggino solo chi acquista il libro onestamente. Il lettore che ha speso i propri soldi per acquistare questo ebook deve esserne il proprietario: questo libro non diventerà illeggibile cambiando computer, o spostando il file su un lettore di ebook o su uno smartphone. Per usarlo non è necessario un software che si colleghi a un server di autenticazione. Fermo restando che la legge e l'onestà dell'individuo vietano di ridistribuire il volume acquistato - e in definitiva il buon senso lo sconsiglia, perché autori ed editori hanno bisogno di guadagnare per portare avanti il proprio lavoro - il lettore può sentirsi libero di leggere il file con il dispositivo o computer che vuole e deve sapere di poterlo conservare e convertire in eventuali formati futuri per salvaguardare il suo acquisto. Quando possibile, Delos Digital utilizza il social DRM, ovvero scrive all'interno del libro il nome dell'acquirente; una sorta di "ex libris" elettronico. La criptazione del file viene usata solo nei casi in cui è obbligatoriamente richiesto dal contratto con l'autore. Nel caso di questo libro non è stato necessario. È comunque possibile che al libro venga applicata un'encriptazione drm dal negozio da cui lo si è acquistato. Delos Digital vuole combattere la pirateria nel modo che riteniamo migliore: rendere i nostri ebook acquistabili in modo facile e rapido, e metterli in vendita al prezzo migliore possibile.
Torna al colophon
Arsenio Lupin in questa collana
Arsenio Lupin ladro gentiluomo Maurice Leblanc, L'arresto di Arsenio Lupin Il ladro gentiluomo alla sua primissima avventura: una sfida forse troppo audace anche per un genio del travestimento come Arsenio Lupin ISBN: 9788867751075 Maurice Leblanc, Arsenio Lupin in prigione Lupin è chiuso in prigione e sorvegliato a vista. Ma allora chi è che ha mandato una lettera al barone Cahorn preannunciandogli il furto delle sue preziose opere d'arte? ISBN: 9788867751457 Maurice Leblanc, L'evasione di Arsenio Lupin Che Lupin sarebbe evaso se lo aspettavano tutti. Ma nessuno si aspettava che poche ore avrebbe suonato alla porta della prigione chiedendo d'essere riportato in cella. ISBN: 9788867751778
Gli ebook rapidi ed emozionanti
Erotismo Claudette Marceau, Io, Elisabeth Lo scoppio della Rivoluzione se sorprende Elisabeth, costretta a un percorso di emancipazione attraverso il sesso e l'amore, che non sempre convivono Senza sfumature ISBN: 9788867750443 Letizia Draghi, La sala delle punizioni È possibile progettare i luoghi delle fantasie erotiche altrui? E' questo il dilemma di Alessia Delfino, alle prese con il progetto della Sala delle Punizioni richiestole da un affascinante imprenditore Senza sfumature ISBN: 9788867750450 Ledra, Il ladro Una storia d’amore e di sesso tra due amici, che si scoprono innamorati loro malgrado Senza sfumature ISBN: 9788867750528 Macrina Mirti, Il dolce sapore della vendetta Una donna giovane, bella e in carriera torna in Italia e riscopre emozioni e sentimenti che aveva cercato di dimenticare. Ma anche un ato che credeva morto per sempre. Senza sfumature ISBN: 9788867750849 Emiliana De Vico, Incontri protetti Come può, Vivienne, fidarsi di Alex, un uomo forte e affascinante ma imbrigliato in una storia di responsabilità con un’altra donna? Senza sfumature ISBN: 9788867750542 s Shepard, Il suo gioco Lilian ha ceduto alla ione e sposato l’uomo che le ha fatto perdere la ragione: il principe Leonardo Alberto De Biagi. Ma lui custodisce un segreto nel suo ato, qualcosa che è finalmente pronto a condividere con lei Senza sfumature ISBN: 9788867750559 Emiliana De Vico, Zona d'ombra Vivienne incontra il tenebroso Oliver Di Nardi, perso in brutti ricordi, e gli offre il suo corpo, la sua conoscenza, la sua forza per riportarlo al qui e ora, tra le sue braccia, tra le sue gambe... Senza sfumature ISBN: 9788867750535 Letizia Draghi, La guardia del corpo Alessia conosce una giovane guardia del corpo russa: sarà vero amore o solo una piccante storiella estiva, in cui il sesso conta più tutto? Senza sfumature ISBN: 9788867750856 Emiliana De Vico, Seta nera Si può agire con superficialità, vivere la storia di una notte, con uno sconosciuto abbordato in un night, tanto per provare la sferzata della trasgressione, per ritrovare la sicurezza abbattuta da storie malsane? Senza sfumature ISBN: 9788867751631 Sapphire Diamonds, La notte dei cristalli iridati Nella Berlino del 9 novembre 1938, Verità si prostituisce e conosce l’amore dopo averlo fermamente rifiutato. Senza sfumature (in preparazione) ISBN: 9788867751853
Fantascienza Franco Forte, Chew-9 Il Chew-9 è la sostanza più preziosa della galassia. Un potente allucinogeno capace di fare interagire l’immaginazione con la realtà, manipolando la materia per ottenere effetti sconvolgenti. Una droga che solo i ricchi e i potenti possono permettersi. A costo di annientare intere civiltà... Chew-9 ISBN: 9788867751228 Franco Forte, La guerra coi Rems Perché gli umani sono in guerra con la razza aliena dei Rems? Che cosa nasconde, in realtà, di così prezioso il loro pianeta natale? Chew-9 ISBN: 9788867751303 Franco Forte, Sole giaguaro Ma quando Roxie viene ingaggiato per comandare una spedizione di soccorso, non può immaginare quello a cui si troverà di fronte: un buco nero sta per inghiottire la sua astronave… Chew-9 ISBN: 9788867751471 Franco Forte, Sentenza Capitale Riuscirà il detenuto Cash La Rocca a sopravvivere all’atmosfera letale di Mephistopheles, un gigante ghiacciato ricoperto da oceani di metano e ammoniaca da cui nessuno è mai tornato vivo? Chew-9 ISBN: 9788867751501 Franco Forte, Morte dell'Agglomerato Questa è la sua storia. La storia di come uccise l’Agglomerato... Chew-9 ISBN: 9788867751518 Franco Forte, Stazione 9 Seriatx 9 è un pianeta letale. Solo grazie al Chew-9 si può sperare di sopravvivere... Chew-9 ISBN: 9788867751624 Franco Forte, Acciaio L'acciaio è parte del suo corpo, della sua anima. E con il Chew-9, niente potrà fermarlo... Chew-9 ISBN: 9788867751716 Franco Forte, Quinta dimensione Che cosa troverà Darko nella quinta dimensione? Perché mai nessuno è riuscito a tornare vivo? E se ce la farà, grazie alla potenza del Chew-9, come saranno cambiati il suo corpo e la sua mente? Chew-9 (in preparazione) ISBN: 9788867751839 Enrica Zunic', Del nome dei numeri e della riparazione del cielo Ain è un medico. Deve salvare vite. Ma il suo mondo è stato distrutto dagli Shakti, e la guerra continua. Quanto può, la follia della guerra, cambiare le persone? La guerra di Ain (in preparazione) ISBN: 9788867751846 Dario Tonani, Mechardionica Il primo capitolo delle nuove storie di Mondo9 Mechardionica ISBN: 9788867750436 Dario Tonani, Abradabad Qualcosa di nuovo lacera l'immobilismo di Mondo9: volare salverà gli uomini dalla schiavitù delle navi? Mechardionica ISBN: 9788867750610 Dario Tonani, Coriolano Dai deserti alla giungla pluviale, sono sempre la ruggine e il metallo in cima alla catena alimentare… Mechardionica ISBN: 9788867751006 Dario Tonani, Bastian Ci sono navi e navi su Mondo9: alcune
sono inarrestabili macchine da guerra. Altre - la feccia - semplici carrette del deserto, miserabili e vigliacche come i loro comandanti… Mechardionica ISBN: 9788867751655 Paul Di Filippo, Il demolitore di astronavi Una grande astronave ormai in disarmo nasconde segreti impensabili. Ma ciò che si troverà Klom sarà il tesoro più inaspettato. E imprevedibile. Robotica ISBN: 9788867750504 Robert J. Sawyer, Mikeys Come l'astronauta dell’Apollo 11 Michael Collins il loro destino era quello di restare indietro, mentre i loro compagni conquistavano lo spazio. Robotica ISBN: 9788867750511 Barbara Baraldi, Paziente 99 L'umanità è ormai condannata a vivere nelle viscere della Terra. Ma le cose non sono come sembrano, e il piccolo mondo sotterraneo nasconde segreti sconvolgenti. Robotica ISBN: 9788867750627 Robert J. Sawyer, Sherlock Holmes e l'enigma definitivo Nel lontano futuro, un mistero eccezionale richiederà un investigatore eccezionale: Sherlock Holmes Robotica ISBN: 9788867750931 Nancy Kress, I fiori della prigione di Aulit Su Mondo chi commette un delitto è condannato all’esclusione dalla Realtà. E Uli vuole tornarvi a ogni costo. Premio Nebula 1996 Robotica ISBN: 9788867750948 Paul Di Filippo, Bleb L’amore al tempo degli elettrodomestici intelligenti. Lui. Lei. E i bleb. Robotica ISBN: 9788867750955 Vittorio Catani, Replay di un amore Una spiaggia, un mare, un bellissima ragazza che sapeva di amare. Ma non ricordava di averla mai conosciuta. Robotica ISBN: 9788867751365 Robert J. Sawyer, Le spalle dei giganti I primi esploratori interstellari erano pronti a tutto, ma non avrebbero mai immaginato cosa li attendeva alla fine del loro viaggio. Robotica ISBN: 9788867751372 Valentino Peyrano, Il castello e il viandante In un mondo sconvolto dall'apocalisse gli uomini sono costretti a vivere chiusi in castelli isolati. Solo i Viandanti, depositari dell'antica scienza, mantengono i contatti tra gli ultimi baluardi dell'umanità. Tecnomante ISBN: 9788867750467 Valentino Peyrano, Bema Esteban il Viandante era stato accolto con tutti gli onori in quello strano castello, ma qualcuno tramava alle sue spalle. Tecnomante ISBN: 9788867750597 Valentino Peyrano, La strada verso nord C'è una speranza per l'umanità? Forse sì, se riusciranno a non affidarsi completamente ai Viandanti e a ritrovare la sete della conoscenza Tecnomante ISBN: 9788867750917 Valentino Peyrano, Il resoconto di Karl Per Esteban la minaccia della vendetta dei Viandanti è sempre più vicina. Tecnomante ISBN: 9788867750924 Valentino Peyrano, Korman Esteban il Viandante sta per trovare il suo destino, e svelare finalmente le origini del mondo distrutto e popolato da mostri nel quale agonizza ciò che resta dell'umanità Tecnomante ISBN: 9788867751280 Valentino Peyrano, Il monaco apocrifo Le prove a cui deve sottoporsi Esteban sono quasi insostenibili, ma ciò che lo attende al termine del percorso è qualcosa che nessun uomo sperimentava da secoli. Tecnomante ISBN: 9788867751495 Valentino
Peyrano, Di là dal mare, tra le isole Esteban affronta il suo ultimo viaggio, alla ricerca delle risposte che solo al di là dell’oceano può trovare Tecnomante ISBN: 9788867751662 Valentino Peyrano, Campo di maggio Tecnomante (in preparazione) ISBN: 9788867751723
Fantasy Carlo Vicenzi, La fortezza Le leggende sulla fortezza dei Cento Blasoni sono davvero affascinanti. E tante sono le avventure che il padre gli ha raccontato. Fantasy Tales I Cento Blasoni ISBN: 9788867750818 Carlo Vicenzi, Il prezzo del mercenario Le leggende sulla fortezza dei Cento Blasoni sono davvero affascinanti. E tante sono le avventure che il padre gli ha raccontato. Fantasy Tales I Cento Blasoni ISBN: 9788867751334 Carlo Vicenzi, Primo sangue Il terzo episodio della saga "I Cento Blasoni". Alla Grande Fiera di Campo Cenere, Syrik si troverà davanti l'unica cosa che non può comprare: un pezzo del suo ato. Fantasy Tales I Cento Blasoni (in preparazione) ISBN: 9788867751815 Simonetta Fornasiero, Il figlio dell'unicorno Quando la magia e il coraggio si incontrano, le anime degli uomini si forgiano per combattere il male Fantasy Tales Il Necromante ISBN: 9788867750979 Simonetta Fornasiero, L'abisso di Khantara Chi è Kanthara? E perché da un paese lontano hanno chiamato proprio Selidor il Necromante, per trovare una soluzione a una minaccia così temibile? Fantasy Tales Il Necromante ISBN: 9788867751402 Scilla Bonfiglioli, Specchi d'acqua C'è un mondo nuovo e affascinante, dietro i riflessi dell'acqua. Ma attenti a ciò che si nasconde oltre la soglia... Fantasy Tales L'ultima soglia ISBN: 9788867750986 Scilla Bonfiglioli, I giardini delle fiamme Le creature leggendarie che abitano nei Giardini chiedono aiuto a Fiordimare, quando i morti tornano a catturare i vivi... Fantasy Tales L'ultima soglia ISBN: 9788867751594 Liudmila Gospodinoff, Nessuno è più ombra di me Nella Città delle Ombre, maghi, spie, ladri, nobili e guerrieri tessono i loro oscuri intrighi… Fantasy Tales La città delle ombre ISBN: 9788867751204 Luca Di Gialleonardo, La daga di bronzo Konor è un "rinato" e il suo destino è essere reclutato nella Fratellanza della Daga. Che lo voglia o meno. Fantasy Tales La Fratellanza della Daga ISBN: 9788867750801 Luca Di Gialleonardo, Iniziazione Mentre la preparazione di Konor continua, alla ricerca della Daga d'Argento, un nuovo pericolo incombe monaccioso... Fantasy Tales La Fratellanza della Daga ISBN: 9788867751587 Silvia Robutti, Aaron il grande Prima di diventare una
leggenda, Aaron il GRande era un ragazzo che ha dovuto superare le insidie della Grande Prova. Questa è la sua storia... Fantasy Tales Under Legend ISBN: 9788867751785
Giallo Maurice Leblanc, L'arresto di Arsenio Lupin Il ladro gentiluomo alla sua primissima avventura: una sfida forse troppo audace anche per un genio del travestimento come Arsenio Lupin Arsenio Lupin ISBN: 9788867751075 Maurice Leblanc, Arsenio Lupin in prigione Lupin è chiuso in prigione e sorvegliato a vista. Ma allora chi è che ha mandato una lettera al barone Cahorn preannunciandogli il furto delle sue preziose opere d'arte? Arsenio Lupin ISBN: 9788867751457 Maurice Leblanc, L'evasione di Arsenio Lupin Che Lupin sarebbe evaso se lo aspettavano tutti. Ma nessuno si aspettava che poche ore avrebbe suonato alla porta della prigione chiedendo d'essere riportato in cella. Arsenio Lupin ISBN: 9788867751778 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e il tesoro di Sir Francis Drake Le intuizioni di Watson e le deduzioni di Sherlock Holmes alla ricerca della mente geniale del crimine che ha lanciato la sfida. Sherlockiana ISBN: 9788867750368 Samuele Nava, Sherlock Holmes e la sfida dell'astrologo Un sedicente operatore dell’occulto, un astuto ingannatore, una sfida irrinunciabile per Sherlock Holmes. Sherlockiana ISBN: 9788867750382 Luca Sartori, Sherlock Holmes e l'ultimo preraffaellita In questo romanzo breve, un’acuta indagine di Sherlock Holmes tra i segreti della vita, dell’arte e della morte! Sherlockiana ISBN: 9788867750399 Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura del Carro di Tespi Sherlock Holmes e William Shakespeare: un'abbinata affascinante Sherlockiana ISBN: 9788867750405 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e l'avventura della corsa Londra-Brighton Lanciato a folle velocità nella corsa automobilistica Londra-Brighton, Sherlock Holmes deve risolvere il mistero del furto ai Lloyd’s. Sherlockiana ISBN: 9788867750412 Enrico Solito, Sherlock Holmes e il mistero delle Dodici tavole Pergamene e misteri nella biblioteca di Padre Jorge Sherlockiana ISBN: 9788867750900 Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura dell'enigma da Krakatoa Sherlock Holmes tra le pieghe di un'indagine al limite del sovrannaturale... Quale terribile segreto cela l’oggetto rinvenuto a Krakatoa? Sherlockiana ISBN: 9788867750894 Samuele Nava, Il trovatello di Baker Street Un bimbo misterioso tra le braccia, e sotto la lente, di Sherlock Holmes! Sherlockiana
ISBN: 9788867750887 Enrico Solito, Sherlock Holmes Christmas Carol Natale a Baker Street: indagini sotto l'albero... Sherlockiana ISBN: 9788867751211 Patrizia Trinchero, Il gioco è cominciato, Holmes! Tutta Londra è a caccia di Sherlock Holmes. Sarà stato lui a commettere il tremendo delitto di cui è accusato? Sherlockiana ISBN: 9788867751266 Enrico Solito, Sherlock Holmes e il caso del giocatore di scacchi Una morte violenta, una torbida vicenda risolta dal grande investigatore. Sherlockiana ISBN: 9788867751358 Luca Martinelli, Sherlock Holmes e il caso dei fidanzatini sfortunati Quando le apparenze indicano una soluzione, la logica di Sherlock Holmes dimostra che esiste un’altra verità. Sherlockiana ISBN: 9788867751389 Enrico Solito, Sherlock Holmes e l'avventura della tredicesima porta Un'avventura mozzafiato tra le fogne di Londra e un piccolo grande uomo Sherlockiana ISBN: 9788867751396 Luca Sartori, Il cane e l'anatra Sherlock Holmes, in questo romanzo breve, indaga sul presunto suicidio in un ospedale psichiatrico in un viaggio nel mondo silenzioso e crudele della follia, dove nulla è come sembra, e dove i rancori più antichi riecheggiano come fantasmi inquieti. Un intreccio di misteri in un rocambolesco e imprevedibile finale. Sherlockiana ISBN: 9788867751570 Samuele Nava, Sherlock Holmes batte un colpo Spiritismo e diabolici intrighi: Sherlock Holmes presunto fantasma. Sherlockiana ISBN: 9788867751679 Gianfranco Sherwood, Sherlock Holmes e l'avventura della spia austriaca Sherlock Holmes affronta il più feroce serial killer della storia! La più difficile e rischiosa indigine del detective inglese. Sherlockiana ISBN: 9788867751686 Samuele Nava, La sindrome di Sherlock Holmes Sherlock Holmes, la tua fama di ucciderà, rendendoti immortale! Sherlockiana (in preparazione) ISBN: 9788867751860
Horror Kealan Patrick Burke, Sepolto vivo Al risveglio non si trovò nel suo letto, come si era aspettato, ma chiuso in una bara di pino... Halloween Nights ISBN: 9788867750962 Ronald Malfi, La casa in Cottage Lane La vecchia casa si levava davanti a noi, più cupa di una caverna sotto la luce della luna, accasciata verso il terreno quasi soffrisse di uno sfinimento letale. Halloween Nights ISBN: 9788867751068 Lisa Morton, La leggenda di Halloween Jack L’Inferno aveva cercato Jack per la prima volta mentre lui giaceva disteso in un vicolo vicino a un bar malfamato di Baton Rouge. Halloween Nights ISBN: 9788867751273
Simon Clark, Gerassimos Flamotas: un giorno di ordinaria follia + Alta tensione Un'offerta tanto allettante quanto incredibile, ma con risvolti a dir poco sconvolgenti Halloween Nights ISBN: 9788867751549 Brian James Freeman, Il mostro della notte La Zucca Divoratrice veniva risvegliata dalle persone che portavano via i suoi amici per intagliarli e trasformarli in lanterne. Halloween Nights ISBN: 9788867751792
Romance Mariangela Camocardi, Un angelo per me Bella, affascinante, un tempo cover girl di successo, Lisa Angeli è da sempre innamorata di Damiano, e sogna di sposarlo... finché nella sua vita entra Andrea Ruffini... ioni Romantiche ISBN: 9788867751259 Paola Picasso, Questione di pelle Stefano ancora non sa bene cosa abbia spinto sua moglie a lasciarlo. Sa solo che l'ama ancora e che farà di tutto per riconquistarla... ioni Romantiche ISBN: 9788867751242 Roberta Ciuffi, L'amore fa così La prima volta che lo vede lui indossa dei jeans al ginocchio, è sporco di calce e ha l'aria decisamente troppo virile ed energica, per una come Veronica, che non vuole più avere niente a che fare con gli uomini... ioni Romantiche ISBN: 9788867751464 Ledra, L'abete perfetto Vanessa ha il cuore infranto. Ma la ricerca di un albero di Natale la farà ricredere sul fatto che l’amore esiste… basta tenere aperta la porta del cuore. ioni Romantiche ISBN: 9788867751488 Angela Fassio, Brivido rosa L’amore è più forte del tempo e della separazione... ioni Romantiche ISBN: 9788867751556 Roberta Ciuffi, Rob-S l'imperfetto Può un robot innamorarsi? È questo, forse, che lo rende imperfetto? ioni Romantiche ISBN: 9788867751747
Spionaggio Stefano Di Marino, Peccati mortali Rock, il pornodivo del momento, è un agente sotto copertura. Il suo mondo è fatto di sesso e malavita, rischio e lusso sfrenato... Sex Force ISBN: 9788867750481 Stefano Di Marino, Affari proibiti
Seduzione e azione sono le specialità di Rock, agente segreto e pronodivo, ma in questo caso dovrà sbrogliare un intrigo in cui il sesso è un’arma a doppio taglio Sex Force ISBN: 9788867750498 Stefano Di Marino, L'isola delle mantidi Rock segue la pista dei soldi e sfida sul loro stesso terreno una banda composta solo da donne, in un paradiso del sesso tropicale, caldo, umido e avvolgente... Sex Force ISBN: 9788867750580 Stefano Di Marino, Femmine carnivore Sesso e avventura per uomini d’azione. Ce la faranno Rock e Casey, splendida escort australiana, a vincere la lotta contro il tempo e a superare le insidie inaspettate dei tropici? Sex Force ISBN: 9788867750603 sco Perizzolo, Hamburg Connection Una missione mortale tra le pornostar della fiera dell'eros di Amburgo per Kiko Dias, agente della Hot Dreams... Sex Force ISBN: 9788867750870 Romano De Marco, Chris Lupo: sesso e fuoco Entra in scena Chris Lupo, capitano dei marines sempre affamato di azione, sesso e avventura! Sex Force ISBN: 9788867751181 Stefano Di Marino, La preda Per Rock ei suoi amici dell'agenzia Hot Dreams un tour de force di sesso, sparatorie e coltellate Sex Force ISBN: 9788867751310 Stefano Di Marino, Mercanti di schiave L'avventura più pericolosa di Rock, aiutato da Raissa e Oxana, due escort dalle abilità variate, a letto e sui campi di battaglia Sex Force ISBN: 9788867751525 Stefano Di Marino, 100 femmine sul ghiaccio Riusciranno Rock le due escort russe entrate nella sua squadra a salvare un carico di 100 ragazze sottratte ai mercanti di carne umana? Sex Force ISBN: 9788867751648 sco Perizzolo, Il morso del Kobra Da Amburgo alle Alpi austriache, chi sopravvivrà al morso del Kobra? Sesso, avventura e azione in un coktail esplosivo! Sex Force (in preparazione) ISBN: 9788867751808
Steampunk Roberto Guarnieri, Il Circolo dell'Arca Chi avesse posseduto l’Alborg non avrebbe mai conosciuto la sconfitta. Ed era compito di John Fox fare in modo che nessuno vi riuscisse. Il circolo dell'Arca ISBN: 9788867751037 Roberto Guarnieri, La macchina delle vite perdute Una nuova avventura per John Fox e i suoi colleghi del Circolo dell'Arca, alle prese con una cospirazione che minaccia di riempire Londra di zombie assassini Il circolo dell'Arca ISBN: 9788867751341 Roberto Guarnieri, I misteri di Samotracia Una scoperta archeologica può far risorgere gli antichi ,oscuri, terribili, Grandi Dei? Il circolo dell'Arca ISBN: 9788867751532
Tecnologia Carlo Mazzucchelli, Tablet: trasformazioni cognitive e socio-culturali Una disamina socio-culturale sull'avvento del Tablet e sull'evoluzione della tecnologia TechnoVisions ISBN: 9788867750993 Carlo Mazzucchelli, Internet e nuove tecnologie: non tutto è quello che sembra Il mondo digitale sta cambiando e nel farlo cambia anche noi. Stiamo rischiando di essere imprigionati all’interno di una bolla piena di filtri idee della realtà lontane dai fatti reali e dai bisogni. Per evitare di esservi richiusi per sempre è necessario riflettere su temi quali la privacy, la cittadinanza, la relazione sociale, la democrazia, la ricerca di benessere e felicità personali, ecc. TechnoVisions ISBN: 9788867751440 Antonio Fiorella, Approdo della ricerca scientifica nella metafisica L'interfaccia cervello-macchina ci proietta nella fantascienza e forse, anche, sulle alture dei massimi sistemi TechnoVisions ISBN: 9788867751754
Thriller Andrea Franco, Lo sguardo del diavolo: Jeffrey Dahmer Entra nella mente di Jeffrey Dahmer, il cannibale di Milwaukee... Serial Killer ISBN: 9788867750474 Fabio Oceano, La quarta vittima Il serial killer che rapisce e sevizia i bambini di New York: Albert Fish, detto il cannibale... Serial Killer ISBN: 9788867750573 Umberto Maggesi, Io, il mostro Andrei Chikatilo detto il mostro di Rostov, è forse uno dei più sanguinari serial killer della storia dell’umanità, certamente quello che ha potuto agire impunito per più tempo... Serial Killer ISBN: 9788867750566 Andrea Franco, Lungo la via del pensiero 1993. Anche l'Italia ha il suo Serial Killer: Gianfranco Stevanin. Una storia vera, una storia di orrore e violenze. Serial Killer ISBN: 9788867751563 Fabio Oceano, Freeway killer Attenti a fare l'autostop, sulle strade della California. Potreste incontrare gli autostoppisti torturatori... Serial Killer (in preparazione) ISBN: 9788867751822
Zombie Franco Forte, Stazione 27 Siamo nella metropolitana di una città non precisata. Il mondo finisce mentre Milo si trova a bordo di un treno. Riesce a fuggire inseieme a un gruppo di sopravvissuti, ma... cosa troveranno alle prossime fermate? E perché, una volta giunti al capolinea, la metropolitana sembra non finire mai? The Tube ISBN: 9788867750429 Ilaria Tuti, Carlo Vicenzi, La fame e l'inferno Mentre Milo, Marika e Ivan lottano per sopravvivere nel vagone della metropolitana che pare diretto verso il nulla, in superficie un nuovo personaggio si aggira fra i morti viventi: è Tea, una donna che custodisce un segreto terribile The Tube ISBN: 9788867750863 Antonino Fazio, Alain Voudì, Giorno Zero Mentre l'orda di non morti dilaga, lasciandosi dietro una scia di devastazione, una squadra dei reparti speciali inviata in missione di soccorso scopre che gli zombie non sono che l'avanguardia di un pericolo ancora più letale... The Tube ISBN: 9788867751020 Ilaria Tuti, Ceneri Mentre Milo, Marika e gli altri sono nel vagone e cercano di stabilire un contatto con le creature, sopra, nella città devastata, qualcuno sta rischiando la vita per raggiungere la metropolitana... The Tube ISBN: 9788867751082 Scilla Bonfiglioli, Progetto Bokor Il treno ferma alla stazione 28, dove Milo, Marika, Amina e Ivan incontrano i sopravvissuti della metropolitana. Ma qualcosa va storto... The Tube ISBN: 9788867751198 Antonino Fazio, Alain Voudì, Il bacio della morte Erano addestrati per le situazioni più pericolose, ma l'orrore del Centro Ricerche della dottoressa Calandra forse era troppo anche per loro The Tube ISBN: 9788867751327 Fabio Pasquale, Michela Pierpaoli, Legame di sangue Se stai facendo la chemio, gli zombie non ti mordono. E se sei un ladro d'auto, perché dovresti interessarti a una bambina che vaga per la città infestata dai morti viventi? The Tube ISBN: 9788867751433 Carlo Vicenzi, Roberto Zago, L'alveare Continuano le avventure della serie horror più tosta del momento! Riusciranno Tea e Furio a trovare una cura per Nico, che è stato morso dagli zombie? The Tube ISBN: 9788867751600 Ilaria Tuti, NIdo di carne Un’altra disperata battaglia, giù nella stazione 28 e per le strade della città, ma gli zombie non saranno i soli con i quali misurarsi. Qualcun altro sta arrivando... The Tube ISBN: 9788867751761 Luigi Brasili, Il lupo Il lupo si aggira nei meandri della metropolitana, invisibile come un fantasma. Ma quando il mondo di sopra incontra da vicino quello di sotto, possono scatenarsi eventi che nessuno dei due mondi avrebbe voluto conoscere... The Tube Exposed ISBN: 9788867751051 Roberto Zago, L'antro di Jona Quando l'orda di zombie travolge il mondo, solo un uomo ha la forza per risalire in superficie. Ma cosa troverà ad attenderlo? The Tube Exposed ISBN:
9788867751105 Diego Lama, Il cacciatore Mentre l'orda di non morti dilaga nella città, all’interno della stazione della metropolitana solo pochi esseri umani riescono a sopravvivere... Attenti al cacciatore... The Tube Exposed ISBN: 9788867751235 Camilo Cienfuegos, I ripulitori In un mondo dove il morbo sembra prendere il sopravvento, ci si deve inventare qualunque cosa per sopravvivere. Magari improvvisarsi ripulitori di zombie... The Tube Exposed ISBN: 9788867751419 Diego Matteucci, Il tempio della notte Un’antica costruzione celata all’interno di un parco nel cuore stesso della città assediata dagli zombie nasconde un mistero terribile The Tube Exposed ISBN: 9788867751426 Luca Romanello, Via di fuga Meglio fuggire, se non si vuole finire in pasto agli zombie, nei cunicoli della metropolitana... The Tube Exposed ISBN: 9788867751617 Luigi Brasili, Il ritorno del Lupo Torna uno dei personaggi più crudi e di effetto dell'universo di The Tube: il Lupo. Per lui l'incubo non sono solo gli zombie. E' tutta la sua vita... The Tube Exposed ISBN: 9788867751730