L'ELOQUENTE MISTERO DELL'INDIA PARTE SECONDA
Federico Negro
Questo libro è un'opera di fantasia. Nomi, personaggi, e avvenimenti sono frutto dell'immaginazione dell'autore. Ogni analogia con fatti, persone reali, viventi o scomparse, è puramente casuale. Quanto ai luoghi, sono quelli realmente esistenti.
L'Eloquente Mistero dell'India - Federico Negro
Opera: Mistero dell'India - Parte Seconda
Autore: Federico Negro www.federiconegro.tumblr.com
Curatori d'Opera: Gioia Lomasti & sco Arena
Promozione - o Autori & Artisti vetrinadelleemozioni.com
Original Image Cover a cura di: Maurizio Gangale
Editing Image Cover a cura di: sco Arena & Gioia Lomasti
Ebook Editing: Marcello Lombardo & Gioia Lomasti
YOUCANPRINT SELF-PUBLISHING ISBN: 9788891162281
Prefazione
«L'eloquente mistero dell'India» è un romanzo le cui protagoniste, Luisa e Gabriella, sono due amiche amanti della poesia, che si ritrovano ad intraprendere un fascinoso viaggio in India, alla scoperta delle sue innumerevoli bellezze, tra amicizia, amore e libertà, ma toccando anche, per la prima volta nella loro esistenza, il vero significato di povertà. E questa visione inciderà, non poco, sulla loro intima evoluzione. Nel susseguirsi degli eventi, avvertono, attimo dopo attimo, le vibranti percezioni di una nazione, che, con le sue contrastanti verità, abbraccia mutevoli sensazioni di appartenenza. Colori, suoni, profumi carezzano l'eloquente misteriosa condivisione, assorbendo, nell'armoniosa consapevolezza, seducenti allegre freschezze. Scorrendo tra gli angoli di una terra oltraggiata da mille difficoltà, scoprono come l'India abbia una moltitudine di caratteristiche, divisa tra diverse etnie, che ne fanno una terra, dove spiritualità ed enigma divengono essenza della sua stessa esistenza. Percorrendo gli istanti vissuti e percepiti dalle protagoniste, pagina dopo pagina, si possono notare le differenti visioni, che si hanno attraversando l'India, uno stato continente, che spesso comunica al visitatore le vibranti virtù di una eufonica accoglienza. Atmosfere, luoghi, eventi possono permettere al lettore di entrare a far parte degli stessi, immedesimandosi in uno dei personaggi, tanto da avvertire, nella totalità delle emozioni, pregevoli fluttuanti sentimenti. Nella profonda quanto ermetica storia, ricercando se stessa oltre i confini del tempo, l'India ha saputo cogliere naturali piacevolezze, portandosi ad essere una nazione, in cui la fondamentale presenza di religiosità, nella consapevolezza del bene comune, diviene gioia di vivere. Nel lento viaggiare tra i paesaggi di rara bellezza, le due amiche contemplano in una continua riflessione dogmi, che le portano a misurarsi con credenze lontane
dal loro modo di vivere il quotidiano agire, principalmente in relazione alla propria anima e al proprio cuore. Analizzando le varie sfumature dello scritto, si può avere l'impressione di trovarsi di fronte ad un romanzo, il quale, tramite sviluppati percorsi, esalta ioni per una terra dalle forti suggestioni. E in questo contesto ogni piccolo gesto, effettuato o ricevuto, assume una notevole rilevanza, in quanto permette di comprendere la vera collaborazione che unisce un popolo dalle diverse culture.
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Una piacevole donna dormiente, dalle forme avvenenti, coperta dal solo lenzuolo bianco, in un letto sfatto, imprimeva alla stanza un magnetismo condiscendente. Il sole batteva sin dalle prime ore con i raggi che, dalle tapparelle socchiuse, preannunciavano una delle più calde giornate d'estate. Forse la più calda. Una pineta adiacente creava un'atmosfera piena di intrighi, che, quando vi era un tramonto appena sommesso, sottolineavano l'eloquente agiatezza nel tempo andato e ne tracciavano l'immediata influenza. All'improvviso, mentre era intenta ad andare nel bagno per una rilassante doccia, vide un volto di donna. Una figura disegnata sullo specchio, che appariva giovane nei contorni, ma con vestiti ottocenteschi. Si meravigliò dell'accaduto. Pensierosa, continuò a rilassarsi. Ma ne rimase turbata. Luisa era attratta dalla bella vita e dall'arte, che amava riscoprire in tutti quei posti dove l'interesse era molto diffuso. Alla loro vista avvertiva piacevoli sensazioni che evocavano in lei percorrenze inimmaginabili. Era come se viaggiasse nel tempo, in compagnia dei più grandi. Caratteristica principale era la sua bianca carnagione, che la rendeva somigliante ad una bellezza tipica del Nord Europa, smentendo del tutto le sue origini mediterranee. Lavorava presso l'università di Bologna, dove insegnava storia dell'arte; ed era sempre molto attenta al percorso culturale dei suoi studenti tanto da decidere, il più delle volte, di portarne alcuni con sé nei suoi itineranti cammini in giro per il mondo. I suoi amori erano essenzialmente tre: scrittura, opere d'arte, e, nel tempo libero, shopping, che la accompagnavano in un sentire il vero profumo di libertà. Nel suo intimo bisogno scriveva poesie. Partecipava a molti concorsi letterari che la vedevano, quasi sempre, nei primi posti, citata da una delle maggiori riviste del settore. Sempre con sé penna e agendina. Nel suo ultimo viaggio compiuto a Parigi, prese parte ad un concorso letterario in cui vi parteciparono tutti i maggiori poeti non professionisti. Fu l'occasione,
da sempre sognata. Luisa amava immaginare che, un giorno, qualcuno avrebbe potuto riconoscerla grazie ai suoi versi, scollandosi totalmente da quella realtà che la vedeva una comune e semplice mortale. Questa la sua più grande soddisfazione. Imprigionata dal suo amore per la poesia, pensava in ogni momento a quel suo amante... davvero particolare. Sinfonie allegramente disinvolte permettevano, attraverso la scrittura, di reinventarsi e dar sfogo alle malinconie, che, molto spesso, nelle grigie giornate a cui andava incontro, non le consentivano di giocare con armoniosa fanciullezza. Le sue riflessioni, a volte solo di poche righe, rimanevano incise su piccoli fogli di carta, a volte anche rovinati, che in seguito avrebbe letto ai suoi più cari amici. A lei piaceva recitare le proprie composizioni, che la eccitavano a tal punto da farle venire la pelle d'oca. In una simile circostanza si mise alla prova dando il meglio di sé con una poesia appena realizzata. Nell'interpretarla si emozionò aspettando un applauso che tardò ad arrivare. Quando poi, rumorosamente, pervenne, fu veramente contenta. A Parigi si presentò, inaspettatamente, un suo amico, divenuto tale grazie ad un social network. Si trovarono in un forum per poeti ermetici, dove non era importante apparire, ma ciò che contava realmente era scrivere versi che giungessero all'anima di chi li amava. Casualmente, attraversando il corridoio che portava alla sala principale, vide, per la prima volta, Mauro. Come Luisa, Mauro era un apionato di poesia. Conosceva a memoria tutte le composizioni di Ungaretti. Era un uomo allegro, che si adattava alla vita come si presentava. Riusciva a vivere ogni istante della giornata in maniera del tutto libera. A lei piaceva il suo modo di fare, davvero elegante. Era stata quasi sempre gradevolmente attratta da uomini culturalmente impegnati, e, in questo caso, addirittura, con le sue stesse ioni. Mauro si era appena separato, dopo cinque anni di matrimonio, da Elisabetta, in maniera estremamente tormentata. Dalla loro unione, forse avvenuta troppo
presto, era nata una bellissima bambina di nome sca. Di Elisabetta conservava un lieto ricordo, perché era stata la donna della sua vita, ma soprattutto la madre di sua figlia. Nonostante fosse una persona solare, in diverse occasioni si faceva prendere dalla nostalgia, quando il suo pensiero lo portava a riflettere su come il matrimonio sarebbe stato, se lui non avesse commesso gravi errori. Sul comodino della camera da letto conservava le sue foto, che ne confermavano l'importanza. E una sua parte l'avrebbe ancora voluta accanto a sé. Sebbene ormai fosse lontana, non riuscì ad andare oltre così facilmente come avrebbe voluto. Per Elisabetta aveva avuto un vero colpo di fulmine: era riuscita a cambiargli la vita, diventando, da uomo egoista, solo colui che avrebbe voluto rendere la vita fantastica a quella donna fascinosa ed intrigante. Era stato un amore sconvolgente. E in una condizione malinconicamente presente, Mauro non riuscì a darsi pace per aver perso una donna di tali e misteriosi pregi. Ma, allo stesso tempo, era convinto di essere ancora capace di amare. E Luisa arrivò in punta di piedi, nel momento meno atteso. Una volta che da Luisa era riuscito ad avere quell'attenzione tanto desiderata, ne parlò volentieri con naturalezza. Il suo conforto, sin dal primo istante, fu rilevante. In albergo, dove i due avevano preso due camere singole, adiacenti l'una all'altra, arono il tempo a raccontarsi le loro storie. Respiravano una sana reciproca piacevolezza, condividendo emozioni fino ad allora quasi sconosciute. Assorbita dall'entusiasmante creatività di Mauro, Luisa per la prima volta sentì forte l'esigenza di credere in se stessa e nelle proprie doti poetiche, fino ad allora timidamente espresse. I due, presi dall'esaltazione, interpretavano le proprie poesie tanto amate e, mentre Mauro iniziava a recitarle, Luisa le concludeva. Luisa, rivolgendosi all'amico, affermò che per lei quella giornata sarebbe rimasta indimenticabile, come uno dei più forti ricordi. Poi Mauro, col telefono della camera, chiamò il ristorante chiedendo se vi fosse disponibilità di posti per la sera. Il cameriere rispose che erano rimasti gli ultimi due tavoli. Lei, con un cenno di testa acconsentì, e lui confermò che per le 22.30 si sarebbero ritrovati.
L'attenzione verso ogni suo piccolo desiderio piacque a Luisa. Il delicato interesse che nutriva nei suoi confronti la esaltava, ma, nello stesso tempo, si imponeva di non costruire castelli in aria. La sua anima era assetata di considerazione, di cui in ato non aveva mai goduto. Fuori era fresco, perciò si coprì, ma invano nascose la sua bellezza agli occhi di Mauro, che le prese la mano con delicatezza, come se la loro unione fosse già importante. Il sol fatto di aver compiuto un simile gesto, la sorprese. Non se l'aspettava, non in quel contesto. Forse più avanti. Le sue calde mani la esaltarono ancor più di quanto non lo fosse già. Tutto quello che stava succedendo era come se fosse in un libro scritto dalle mani del caso. Finalmente, dopo un'attesa di un paio d'ore, riuscirono ad entrare nel ristorante «Paris». Uno dei più frequentati. Cenarono in una sala un po' in disparte. Tale fu la richiesta da parte di Mauro, che intuì il valore di quel momento. Luisa raccontò quanto amasse la poesia ermetica, conosciuta al tempo del liceo quando fu folgorata dalle poesie di Ungaretti, che in poche righe riusciva ad entrare nell'anima e a dar voce a sentimenti fino ad allora mai avvertiti. Mauro sottolineò che avrebbe voluto realizzare un progetto, far nascere cioè una casa editrice per dar voce a poeti con una collana. A Luisa piaceva quel suo modo di parlare. Riusciva a rendere semplici dei concetti che inizialmente potevano sembrare di difficile comprensione. Più gli prestava attenzione e più ne era benevolmente attratta. Avvertiva il suo entusiasmo. Mauro, sorprendentemente, prese un'iniziativa che Luisa non si aspettava. Chiese al pianista di suonare per loro un lento. Il pianista, che di nome faceva Jacques, accettò. Quel lento era quello che lei stava aspettando da tempo. Cercarono un primo contatto con i loro corpi, poi lievemente lui le sfiorò le labbra, quindi la baciò dolcemente. Per lei un estasiante ritorno al ato: emozioni latenti che riuscirono, a quel punto, a trovare sfogo.
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Lei fu pervasa dal suo entusiasmo tanto che non vedeva l'ora di rientrare in albergo. Aveva voglia di far l'amore con quell'uomo che, dopo così lunga attesa, poteva finalmente esser suo. L'accattivante desiderio aumentava considerevolmente e, quando arrivarono in albergo, arono direttamente per le scale e non dall'ascensore come facevano di solito, tale era l'eccitazione. Luisa si tolse il perizoma con estrema velocità e lui la assecondò volentieri. Nuda e solare, come mai prima d'ora, si mise distesa per sentire le calde mani di Mauro, che deliziosamente e lentamente si muovevano lungo il suo corpo intriso di piacevoli sensazioni. Mauro si adagiò su di lei e le dette un caloroso baciò sul collo condividendo ogni suo desiderio. Il loro travolgente amore continuò fin quando, estasiati, non ce la fecero più e si addormentarono l'uno sull'altra. Il giorno seguente Mauro e Luisa si dovettero separare. E lei fece ritorno nella sua Bologna. Frastornata e appesantita dal lungo viaggio, ripensò a tutte le emozioni vissute in terra di Francia. Rivisse lentamente le piccole agitazioni che le trasmisero situazioni raramente realizzate. Fin troppo evidente la differenza con la sua realtà quotidiana. Ora dovrà cercare nuovamente, o meglio ricominciare un cammino che la possa portare verso solide sponde. Intrappolata nel desiderio di incontrare Mauro, tramite l'amica del cuore Gabriella, alla quale raccontò dell'avvenuta esperienza, si lasciò andare come non le era mai accaduto.
Il sorriso senza freni fece subito capire che la sua permanenza parigina aveva avuto i risultati sperati. Ma in cuor suo avvertiva nostalgia per l'assenza di Mauro. E Gabriella se ne accorse senza fiatare. Luisa citò molte volte il suo nome. Si capiva l'attrazione che nutriva nei suoi confronti. Ma era anche consapevole che vi erano delle difficoltà. Venne a sapere, da un amico comune Andrea, che Mauro si trovava a pochi chilometri da casa di Gabriella, che era dalla sua ex moglie Elisabetta per restare insieme alla figlia sca. La notizia la colse impreparata, non tanto per l'episodio, ma perché non immaginava che si trovasse a poca distanza da dove lei era impegnata. Spesso le capitava che la poesia le andasse incontro, con la quale cercava di venir fuori da congiunture poco allegre, che facevano intuire quanto fosse intrisa di solitudine. Era la sua compagna ideale. E nell'attesa che un evento potesse soccorrerla per una condizione soddisfacente, Gabriella propose a Luisa di uscire per distrarsi, per non essere imbrigliata dalle sue ansie. Andarono presso un locale della zona, dove alcuni suoi amici, sapendo che tra i due vi era una piacevole intesa, invitarono entrambi a sorpresa. Incuriosita dall'aria di festa che si era creata intorno a lei, accettò senza esitare la proposta. Non immaginava che da lì a poco avrebbe incontrato ancora una volta Mauro. Intanto Gabriella, nel locale sito a pochi i da casa, le presentò alcuni suoi nuovi amici.
Ciao, come va? disse Giorgio. Bene, rispose Luisa. Come mai da queste parti? Sono appena tornata da Parigi e volevo distrarmi un po'. Vedo che c'è un bell'ambiente. Tutti giovani... ah
Si, come mai tutta questa gente. Cosa si festeggia? È un compleanno. Ogni anno veniamo in questo locale. Dai vieni, ti presento alcuni miei amici.
Luisa, qualche attimo prima, parlottando, fece notare a Gabriella quanto Giorgio fosse un bel tipo, interessante. Il suo sorriso sempre accattivante dava gioia a chi aveva la fortuna di incrociarla, riusciva ad esprimere l'entusiasmante grazia, che, nonostante la sua vita fosse stata di alti e bassi discontinui, la contraddistingueva. La serata si preannunciava tutt'altro che scontata, e la confusione, a cui non era abituata, le fece dimenticare per un attimo Mauro. Gabriella non tardò molto per farla sentire a suo agio accompagnandola verso i suoi migliori amici. Oltre a Giorgio, le presentò Andrea e Michele e il suo fidanzato Alessandro, da cui non si staccava per nessuna ragione. Impadronitasi della scena, cercò di farsi largo tra la folla e, avvicinandosi verso Giorgio, gli confidò: «È un bel po' che non ballo». Egli sorridendo la sfiorò. Curiosando con lo sguardo vide con la coda dell'occhio Mauro, che, seduto in un angolo, sembrava stesse attendendo compagnia. Aspettò che la canzone terminasse per potersi avvicinare. Lentamente poi andò da lui cercando di non farsi notare, ma non riuscì nell'intento. Mauro la vide e lei gli andò incontro e un sorriso smagliante la pervase. Appena seduti gli disse: «Come mai da queste parti?». E lui: «Ho un amico che compie gli anni». Luisa non poteva aspettarsi che l'amico, di cui parla Mauro, lo era anche di Gabriella e che il loro incontro era stato organizzato dai suoi amici. Con la musica assordante, che non permetteva nessun tipo di comunicazione, decisero, dopo aver salutato, di andar via.
E in quell'istante ritornarono nuovamente ad essere complici. Lui sorridendo le confidò di volersi recare in un locale meno rumoroso, dove sarebbe stato più facile affrontare qualunque tipo di argomento. A lei l'idea piacque. Ora iniziava a percepire le stesse sensazioni avute a Parigi, tanto da poter ricucire quelle stesse emozioni. Andarono in una taverna chiamata «La chimera», dove lui era solito trascorrere il tempo, quando voleva fuggire dal fragoroso frastuono della città, in cui molto spesso riusciva ad incontrare persone amanti della poesia, che non di rado recitava. A Luisa piaceva quell'aria un po' dimessa, che trovò in trattoria, e appena entrati videro esibirsi una poetessa che reclamava attenzione. Intanto tra una bibita e una birra ascoltavano le varie poesie che venivano recitate dai vari ospiti del locale. Impressionò per la sua voce risuonante quella di Brescia, che aveva al suo attivo alcune raccolte dovute a piccoli editori. Entusiasmò a tal punto che ci fu un roboante applauso. Non accadeva tanto spesso. Luisa, presa dalla ione che si era creata in quel luogo, volle partecipare con una nuova poesia dedicata a Mauro. Si intitolava «Un amore ritrovato». Lui ne fu felice e, appena terminò di declamarla, le andò incontro dandogli un lieve bacio sulle labbra. Sorpresa, ma non più di tanto, sorrise.
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Dopo una serata all'insegna dell'allegria, Luisa per la prima volta da quando frequentava un uomo, riuscì ad essere felice. Una novità per lei in seguito a tanto digiuno d'amore. Accarezzò con disinvoltura l'invitante effervescenza di un magico cammino che lievitò con un bacio senza freni. Senza accorgersene, fluttuante come sempre, trasmise su di sé un'energia fuori dal comune. Usciti dalla taverna si diressero verso casa con animo tranquillo, soddisfatti delle loro esistenze. Guardarono con armoniosa libertà quello che accadeva intorno. Fantasticavano, si nutrivano di positive combinazioni. Travolti dall'esuberante emotività, andarono in casa di lei, dove finora nessuno aveva osato entrare. Percorsero velocemente d'un fiato l'intero appartamento, per ritrovarsi seminudi nel suo letto. Una carezza dietro l'altra, effusioni, languidi sguardi, testimoniavano un sentimento ritrovato. Sembravano ati secoli da quell'ultima sera parigina. Finalmente, Luisa poté sorridere. Il giorno successivo, si alzò con animo sereno, luminosa come non le accadeva da tempo. Presso la sua università, comunicò in un modo differente rispetto alle precedenti giornate. Anche i suoi studenti avvertirono un'atmosfera diversa. Si intuì che nella notte si era verificata una raggiante novità. Aveva conosciuto l'amore con l'uomo che lei sperava potesse essere il compagno per il resto della sua vita. Impreziosita dalla vicinanza di lui, riuscì a dare un senso ad ogni singolo gesto, si preparava a vivere imminenti emozionanti avventure. Luisa percepiva una dimensione che poco aveva a che fare con la sua solita vita quotidiana. Pensava di organizzare un nuovo progetto, che le potesse far fare il salto di qualità tanto auspicato. Quel libro sognato, ma mai realizzato, con la complicità di Mauro, forse, potrà essere compiuto. Brillante come suo solito quando affrontava problemi inerenti la poesia, parlò
del proposito di dare alle stampe una raccolta in versi. Lui entusiasta e ben felice di realizzare il desiderio di lei, le dette qualche utile consiglio per organizzare al meglio il programma. La sera, seguendo il suo istinto di donna, incoraggiò Mauro ad andare nel vicino ristorante per un incontro. Lui la accolse con un abbraccio folgorante. I due arono ore dialogando con attenta vivacità, sentendosi, forse per la prima volta, un'unica e sola entità. Finirono col darsi un lieve bacio. Al termine della cena Mauro le fece una proposta, cogliendo la volontà di trascorrere la notte insieme in casa sua. Lei con persuasiva e avvolgente trepidazione fu d'accordo. Una notte di ione consentì loro di trovarsi innamorati dopo tanta attesa. La bianca spalla di lei imprimeva su di lui un'emozione raramente vissuta e il candido lenzuolo permetteva affinità infinitamente persuasive. A Luisa piacque quel suo modo di amare così intenso e delicato, e da parte sua, lui ricambiava ogni sua aspettativa, facendola divenire, nell'intima sequenza, una piacevolezza indivisibile. Mauro andò oltre le sue limitate tentazioni, favorendo le svariate fantasie di lei. I loro corpi, assuefatti verso un'unica direzione, attraversarono ogni tipo di percezione, per cogliere i frutti di tanta attenzione. L'inusuale divenne realtà. Il mattino seguente i loro visi sciupati iniziarono la giornata con indubbia fedeltà e felicità. Rimasero affascinati dalla scintillante condivisione. Giunse, inaspettata, una telefonata di Gabriella, che seppe della presentazione del libro di Mauro presso la libreria «Book», tramite una locandina locale.
Ciao Luisa. È un po' che non ci sentiamo. Ho saputo che Mauro presenta il suo libro di poesie?
Si, è così. Mi è mancato il tempo per dirtelo. Come l'hai saputo? Proprio ieri ho letto una locandina nella libreria «Book». Dev'essere davvero interessante. Si, certamente. Ha fatto un bel lavoro. Tu, invece cosa mi racconti? Nulla di nuovo? Anch'io ho un progetto simile, ma non subito. È la tua storia con Mauro come va? Semplicemente fantastica. Non uso mezzi termini perché in questo momento è il mio stato d'animo per eccellenza. Beata te. Allora ci vediamo domani in libreria. Si certo. Bacioni.
Quel modo di essere caratterizzava con infinita eloquenza ogni attimo della sua vita, e accadeva che i due assero la notte nel suo amabile letto, molto più frequentemente. Interessata da sentimenti di cui non poteva più far a meno, ora Luisa, con la compostezza che la contraddistingueva, dovrà riuscire a capitalizzare questa sua nuova fase concludendo un percorso che la faccia sentire irrimediabilmente presente, nel tempo da lei conquistato. E la sua arte era un impegno da cui non poteva allontanarsi. Arrivati nel luogo stabilito, e inaspettatamente accolti da una flusso di gente impressionante, Mauro iniziò a recitare una delle poesie composte. Al suo incontro fu dedicata addirittura la terza pagina del quotidiano locale. Lei esaltata dal clamore, volle approfittare della situazione per leggere alcuni versi del suo fidanzato/amante. La recitò con evidente trasporto tanto che il
giorno successivo fu nominata su alcuni organi di stampa. Fu un clamoroso successo. Ammirata dall'affetto che molti lettori avevano riservato a Mauro, si mise con visibile entusiasmo a ricercare motivi che le potessero dare spunti per ricreare univoche sensazioni. E la poesia era il mezzo più affine. In ogni circostanza della giornata si impegnò caparbiamente, scrivendo pagine su pagine, che la fecero sentire soddisfatta di essere una poetessa. Mauro da parte sua cercò di darle tutto l'appoggio di cui aveva bisogno per farle assaporare quell'emozionante atmosfera che vi era, quando si affrontavano simili percorsi. I due erano così simili che ogni evento diveniva l'occasione giusta per rivedersi l'uno nell'altra. Gabriella, vedendo Luisa un po' troppo distante rispetto al suo solito, e avendo la percezione che si stesse allontanando da lei, le fece la proposta di organizzare un viaggio in India a New Delhi, conoscendo il suo amore nei confronti dell'arte. La stessa circostanza doveva servire ad entrambe di riavvicinarsi, prendendosi una pausa di riflessione che potesse servire per dar sfogo alle proprie esigenze. Questi, oltre che luoghi d'arte, erano anche mete di ritrovo per molti turisti. Gabriella si rese conto che la donna, libera e amante della creatività, stava diventando succube di un uomo che credeva nella produzione artistica e in particolare nella poesia, ma che dava poco spazio a chi gli era accanto. Per questo cercò di scuoterla attraverso un itinerario che non poteva che farle piacere.
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Luisa inizialmente fu restia ad accettare l'invito dell'amica, ma dopo averne parlato con Mauro e, convintasi lei stessa dell'opportunità, fu attratta dall'idea. Arrivando in aeroporto, le due donne iniziarono a prendere gusto alla misteriosa e avvincente novità. In attesa di essere chiamate per l'imbarco, acquistarono un libro presso l'edicola per poter meglio approfondire la cultura indiana. Qui, conobbero una coppia di sposi, Caterina e Paolo, in viaggio di nozze. Lei indossava ancora il vestito della cerimonia. «Di dove siete?», domandò Luisa con aria interessata. «Siamo delle provincia di Trapani», disse Caterina. Rivolgendosi verso i due sposi, Gabriella chiese: «Come mai avete scelto l'India per il vostro viaggio di nozze?». Caterina, con il suo tipico entusiasmo di una giovane sposa, rispose che a loro piacevano le mete inusuali, anche se a volte pericolose, perché potessero lasciare un segno non solo sotto il profilo materialista, ma anche su quello umano. E l'India era il paese più adatto per un simile itinerario. «Si, certamente», ribadì ancora una volta Gabriella, pensando all'eloquente mistero che vi era. «In quale parte siete diretti?» domandò Luisa. Rispondendo, Caterina disse: «Andremo a Calcutta». «Noi invece a New Delhi». Promisero di incontrarsi, sorridendo. Il tempo ò allegramente tra una conversazione ed una lettura, tanto che non si accorsero che ormai stava per iniziare la loro affascinante avventura. Per Gabriella, andare in India era un sogno che si realizzava. Era stata sempre attratta dalla spiritualità e dalla profondità che accompagnava tutta la sua storia. Poi furono chiamate dall'altoparlante e la loro voglia di intraprendere un simile percorso aumentò con l'avvicinarsi della partenza. Dopo circa quarantacinque minuti, salirono sull'aereo tanto sognato nelle ultime
settimane. Arrivarono all'aeroporto di New Delhi, stanche ma piene di ammirazione e affascinate da un paese così diverso rispetto all'Italia, sia per cultura che per modo di essere. Attraversando la capitale, si resero subito conto delle enormi differenze con i paesi europei, in quanto videro con sorpresa una immensa folla che proseguiva in ordine sparso nelle più disparate direzioni, confusa tra carri trainati da animali e automobili. Arrivando in albergo, Luisa chiamò Mauro per rassicurarlo che tutto era andato come doveva. Affaticata, ma anche allegra, fece non poca fatica per ambientarsi al fuso orario locale. Dopo aver ato la nottata tranquillamente, chiese all'albergatore di chiamare un taxi, in quanto era loro intenzione fare un giro in città. Percorrendo le strade, fu sconvolta nel vedere l'estrema povertà mischiata alla ricchezza più sfrenata. Il suo animo sensibile ne fu scosso. Non avrebbe mai immaginato un simile contesto. In India si percepiva una misteriosa seduzione, che arricchiva i turisti in maniera insolita. Monumenti e simboli tratteggiavano la sterminata conoscenza di un mondo variegato che sottolineava fascinosi pensieri. Questa sua evoluzione spinse Gabriella e Luisa a invaghirsi di una terra così lontana e differente, ma nello stesso tempo anche conflittuale. Luisa volle andare nel famoso Bahai Temple, simbolo della pace, della purezza e della bellezza, dove i fedeli di ogni religione confluivano per pregare nel loro credo. Meravigliata dall'affluenza, fu colpita dalle etnie che ne prendevano parte. Udiva una suggestione fuori dal comune. Al ritorno in albergo si volle distendere, quindi inattesa ricevette la telefonata da parte di Mauro, che la svegliò bruscamente. Assonnata rispose con difficoltà. Poi pian piano si riprese e raccontò di aver visitato quel tempio e di quanto fosse stato sconvolgente. Pensò, a voce alta, che in Italia non le accadeva tanto spesso di andare in chiesa. Cambiò argomento dilungandosi su futili impressioni che l'India le stava regalando.
Immerse nell'atmosfera avvolgente, si accorsero che vi era un reparto dell'albergo dedicato a massaggi fragranti. Luisa vi andò con scrupolosa curiosità, dove fu accolta da un giovane aitante che le permise di rilassarsi dopo giornate all'insegna del movimento. Profumi di ogni tipo si facevano sentire sulla sua pelle di seta. Intraprese movenze condensate in un unico sentiero, che guadagnava l'involontaria agiatezza. Le calde mani impresse sulla sua schiena, mischiate ad una vaporosa condivisione, distendevano oltre l'immaginabile. Ogni piccolo gesto comprimeva sensibili audaci stravolgimenti. Fu soddisfatta dalla gradevole accoglienza. Ritornando in camera, raccontò all'amica di come si fosse sentita bene e di non aver mai vissuto una simile condizione. «Devi provarla», si raccomandò rivolgendosi verso Gabriella, sorridendo. Discutendo con enfasi, le due amiche affrontarono problematiche socio economiche, senza rendersene conto. Luisa ribadì: «Noi europei ci dobbiamo sentire fortunati, in quanto l'ingiustizia sociale colpisce l'India, quale frutto di un sistema che fa della sovrabbondanza un valore aggiunto». Gabriella rispose con altrettanta veemenza: «Più di preoccuparci per gli altri, noi europei, e soprattutto noi italiani, dovremmo cercare di risolvere i problemi che abbiamo in casa. La disoccupazione e la frustrazione per non trovare un posto di lavoro sono la condizione generale che non è delle migliori». «Nulla al confronto dell'India», ribadì ancora una volta Gabriella. «Ora basta parliamo di cose più allegre, siamo venute qui per divertirci annoiate dalla monotonia quotidiana a cui eravamo abituate», disse Luisa sorridendo. «Si, hai perfettamente ragione», rispose Gabriella. «Ho bisogno di un bel bagno. Vado», affermò Luisa. Intanto l'amica, aspettando che lei ritornasse dalla doccia, si dedicò alla lettura di un romanzo di una giovane scrittrice indiana tradotto in lingua inglese, libro acquistato ritornando dal tempio Bahai Temple. Si intitolava «Due anime, due cuori».
Ritornò mezza nuda in camera, volendo un consiglio su cosa mettere per l'uscita serale. Infatti, sarebbero dovute andare presso un ristorante che avevano notato su una guida trovata in albergo. Da lì una lunga conversazione sul vestiario che meglio si addiceva all'India. A decisione avvenuta, chiamarono un taxi che le portò verso la meta designata. La città era ricca di luoghi che ricordavano la cultura europea, soprattutto inglese e italiana. Al loro arrivo, furono colpite dal vestiario femminile, dal cosiddetto «Sari». Ma insieme videro anche la presenza di uomini e donne vestiti alla maniera occidentale. Difatti, nella cultura indiana vi è una moltitudine di caratterizzazioni. Dopo una serata contrassegnata dal puro divertimento, alle due donne non sembrava vero che fossero a migliaia di chilometri di distanza dai loro fidanzati, e che forse per qualche motivo rischiavano di non esserlo più. Gabriella aveva avuto l'iniziativa del viaggio, perché aveva intuito che il suo amore oramai non stava dando i frutti sperati, e nel contempo, perché le piaceva che la sua spinta fosse percepita come un periodo di riflessione, consentendosi di aumentare la propria affinità con il suo amato. Intanto però voleva divertirsi un po', cosa che ultimamente non le stava riuscendo più di tanto. Luisa, dal canto suo, si sentiva prigioniera dalla personalità di Mauro e dalla sua poesia, a volte divenuta troppo ingombrante. Le due amiche, dopo l'interessante serata, ritornarono in albergo piene di ione ma stanche. In questi primi giorni d'India, avevano potuto verificare la piacevole impressione con cui un turista poteva vivere in quel paese, ma anche quali e quante potevano essere le difficoltà inerenti il modo di intendere la vita quotidiana. Sempre di più tuffate in una realtà non priva di ostacoli, iniziarono a frequentare i negozi tipici della città. Appresero una novità per loro abituate ad altri stili: delle rigide leggi
mussulmane che vietavano la vendita di alcolici, la quale avviene soprattutto a Connaught Place. Luisa fece notare quanto fossero diversi i costumi rispetto a quegli europei, prendendo come esempio l'usanza di doversi levare le scarpe prima di entrare in un edificio, monumento o chiesa. «È una forma di rispetto», osservò Gabriella. Arricchite dell'avvenente fragranza, Luisa cercò invano di distogliere lo sguardo, accortasi che una persona la stava osservando con insistenza. Con il sorriso sulle labbra, Gabriella affermò: «Non ti piace?». E Luisa rispose: «Si, è un bel ragazzo, ma forse non fa parte dei miei gusti di uomo da cui mi sento attratta». Ogni luogo che visitavano era impreziosito da una particolare magia, che permetteva ai singoli individui di cogliere il mistero delle altrui esistenze e di coltivare la coscienza, anima delle diverse moltitudini. A tutto questo Gabriella e Luisa erano impreparate, in quanto loro sono parte di un mondo, dove spesso la natura prevale sull'intima percezione. Spigliate come non accadeva loro da tempo, Luisa e Gabriella, per la prima volta forse nella loro vita, stavano assorbendo un diverso valore del significato di vita, attraverso inusuali testimonianze che le accompagnavano nell'attraversare un paese culturalmente lontano. Con la sensibilità che aveva nella sua indole come poetessa, Luisa riuscì a inquadrare meglio di altri alcuni aspetti del quotidiano agire di un popolo come quello indiano, per il quale spiritualità e materia erano un unico sacro enigma.
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Le amiche giunsero in India con l'intenzione di distogliersi dalle loro abitudini per ritrovare l'euforia lasciata in Italia. Ma volevano anche perdersi nell'eccitazione di due donne sole e senza uomini. Per un solo attimo riandarono con la mente a quando, inaspettatamente, avevano trovato nelle vicinanze dell'albergo un bagno turco frequentato da gente facoltosa. Frettolosamente, decisero di andare. Cercarono un mezzo con cui muoversi, ma si resero subito conto che le difficoltà di trovarlo in India erano maggiori rispetto agli standard europei. Decisero di conseguenza di farsi una rilassante eggiata. «D'altronde – aggiunse Gabriella – il bagno non è molto distante». Una volta arrivate, furono colte da un imbarazzo dirompente, tanto che ella si girò per andar via. Fu fermata da Luisa, che la convinse che una nuova esperienza sarebbe stata salutare sia per l'animo che per il corpo. I costumi dei popoli asiatici sono molto differenti rispetto a quelli occidentali. Una volta entrate, videro con sorpresa che non vi erano persone di una certa età, come avevano pronosticato, ma giovani aitanti e bellissime donne, che avrebbero potuto fare le modelle nelle maggiori case di moda. Presero coraggio e si gettarono nella mischia. Entrarono e si denudarono. Furono prontamente colte da un calore oltre l'impensabile. Vennero notate da due uomini che, a prima vista, sembravano non essere del posto. Luisa, nuda e solare come suo solito, si avvicinò lentamente, e quando si accorse di essere a stretto contatto con uno di essi chiese: «Di dove siete?». L'uomo rispose, con smagliante sorriso, che era un ingegnere di informatica americano e che si era trasferito in India per seguire il proprio lavoro e che si chiamava David. Luisa, incuriosita, domandò se era da molto che andava nei bagni turchi e se avesse fatto l'abitudine a queste strane situazioni. Sorridendo assentì e aggiunse che ormai era da qualche mese che li frequentava
e che il tutto non era strano per lui. Non di rado si sentiva che alcune coppie facevano del sesso occasionale. Molti dei presenti uscivano con una sospetta allegria. Luisa, incantata dalla presenza fisica di David, cercò di sapere di più della sua vita privata, era interessata se fosse sposato o fidanzato. Questa informazione era di vitale importanza per lei. Intanto Gabriella si intratteneva con l'altro ragazzo Tom, pure ingegnere informatico. Quest'ultimo proveniva dall'Inghilterra, da Liverpool. Alle donne piaceva potersi cimentare in una lingua non loro. Erano estasiate per la grande opportunità. Egli conosceva l'usciere e si fece guidare presso lo scantinato in cui potevano entrare solo persone di fiducia. Gabriella e Luisa si meravigliarono, si guardarono negli occhi con un lieve sorriso e acconsentirono. Ad essi si avvicinò un massaggiatore e chiese se avessero avuto bisogno di oli o dell'altro. Questa circostanza sorprese le ragazze, ma intuirono come il tutto fosse stato organizzato dai due uomini. Il caldo ambiente rilassante offrì ai presenti le migliori condizioni. David mostrò a Luisa dove si sarebbe dovuta stendere per un completo abbandono. Sorridendo si mise sopra le lenzuola e si adagiò lentamente. Lei permise che lui le fe un rinfrescante massaggio. Sobbalzò quando le fredde mani di David toccarono la liscia pelle accarezzata in una armonia distante da ogni preoccupazione. Ogni momento diveniva prezioso per far conoscenza di sé, ma anche di un uomo conosciuto pochi minuti prima. Pensò che sarebbe stato bello continuare a coltivare un simile approccio, anche sotto altri profili. Il suo corpo divenne sempre più caldo e le carezzevoli mani le fecero venire in mente i migliori giorni della propria esistenza, tanto da desiderare un contatto più fisico. Fu quasi subito accontentata. Spontaneamente lui le dette un bacio. Luisa fu sorpresa, per un solo istante, poi si lasciò andare e riuscì ad essere coinvolgente. In quel piccolo spazio, dove si trovavano, iniziarono a far l'amore.
Egli toccò leggermente le sue gambe, si appoggiò su di lei, andando oltre l'iniziale intenzione. Percorsero l'ideale sentimento. Dopo un po' di tempo osservarono di essere rimasti soli. Luisa si accorse che quell'ingegnere così tenebroso piaceva tantissimo e che avrebbe voluto vederlo nuovamente. Questa sua volontà si realizzò quasi immediatamente. Si misero d'accordo per rivedersi il giorno successivo. Sembrava aver raggiunto l'uomo della sua vita. Mauro, provvisoriamente, non faceva parte dei suoi pensieri, ma appariva in lontananza. Poi le due donne tornarono nel proprio albergo. Oramai la giornata andava verso il suo termine e le ragazze iniziarono un lungo quanto piacevole dialogo nel loro letto. Gabriella volle sapere ogni singolo dettaglio del loro approccio amoroso. La brillante allegria testimoniava dell'avvenuta esperienza, che minuziosamente le raccontò. «Ora riposiamoci che domani dovremo partire per Calcutta», disse Luisa. Il giorno successivo venne svegliata da una inaspettata telefonata proveniente dall'Italia. Così le fu riferito dall'albergatore. Svogliata, Luisa rispose con non poche difficoltà.
Pronto! Mauro come stai? Non ti ho chiamato in questi giorni perché con tutta la confusione che c'è in India non ho avuto il tempo materiale per chiamarti. Poi, ancora ho dei problemi con il fuso orario. E lì com'è la situazione? Il tuo libro come sta andando? Meglio del previsto. Non me lo aspettavo che potesse essere venduto così tanto. Ora devo andare. Baci.
Guardandosi allo specchio, Luisa, assonnata e senza trucco, dopo la breve telefonata con Mauro, fu raggiunta da Gabriella, che, avendo sentito dei rumori, si alzò scrupolosamente senza dare nell'occhio. Ed uno scintillante sorriso percorse le due donne, che si abbracciarono deliziosamente. Iniziarono a
discutere fino a quando non dovettero andar via per compiere il faticoso viaggio, che le avrebbe portate a Calcutta, città disastrata dalla povertà. Nei loro ricordi rimasero Tom e David, ragazzi che avrebbero voluto conoscere meglio. Forse Luisa avrebbe sentito la mancanza di tale presenza. Nella sua mente, sarebbero rimaste le scene sensuali e avvenenti.
6
Luisa non percepì bene quali potessero essere i cambiamenti della realtà verso la quale stava dirigendosi, andando in una città così martoriata e ferita nella sua verità. Da lì a poco avrebbe capito, senza indugi, che le immagini o i resoconti dei vari cronisti, dai quali spesso apprendeva notizie sconvolgenti, erano solo una parte di un problema molto più vasto e di proporzioni inimmaginabili. Fu un lungo e faticoso percorso destinato a rimanere nei loro ricordi. Durante il tragitto videro, per la prima volta, la disastrosa condizione umana in cui le più elementari conoscenze di sopravvivenza venivano a mancare. Il lato più sensibile della propria anima fu colto da inattesa lacerazione. Si guardarono ancora una volta, ma ora solo per un pianto disperato. I loro cuori non riuscirono a sostenere tale visione. Condizionate da ciò che osservavano, sembrarono bloccate da ogni sorta di movimento. Apparivano lontani David e Tom dai quali si erano staccate senza dare spiegazioni. Le donne casualmente entrarono in contatto con un medico italiano di nome Massimo, un chirurgo che faceva parte di «Medici senza frontiere». Parlando vivacemente, affermò che l'India non era solo turismo e mistero come molti occidentali pensano, ma soprattutto emergenze per una popolazione allo stremo. Aggiunse: «Prima di andar via potreste venire in uno dei nostri campi situati in periferia». «Ci penseremo», sottolineò Gabriella. Intanto, nel proseguo del loro cammino, cercarono una meta per rilassarsi, dopo una mattinata all'insegna della sofferenza. Entrando in un negozio notarono un depliant utile per attingere informazioni sui maggiori musei. Vollero andare a quello di Calcutta, che offriva la possibilità di interagire e far conoscenza della storia del ato dell'Asia.
Inaspettatamente sentirono urlare i propri nomi. Si girarono di scatto e si accorsero dei due conosciuti in aeroporto prima di imbarcarsi. Quando furono a pochi metri gli uni dagli altri, Luisa mormorando disse: «È strano rivedersi così presto».
Ciao Caterina. Cosa fate qui? Chiese. Ci stiamo divertendo tanto. Non pensavamo che la metropoli fosse così attraente. È stata una piacevole sorpresa. E voi? Ci siamo preoccupati di trovare alcuni fogli illustrativi, vorremmo andare a far visita al Museo di Calcutta. Perché non venite con noi? Si, certamente è una magnifica idea. Vedrete, ci divertiremo. Dove siete stati in questi giorni? Abbiamo visitato un po' quei luoghi, scattato alcune foto e poi in albergo. Sapete com'è? Le giovani coppie vogliono sfruttare tutti i bei momenti per appartarsi per incontri infuocati. Lo sappiamo bene, anche se nessuna di noi ha potuto contrarre matrimonio. Siamo solo fidanzate. E i vostri compagni dove sono? Rimasti in Italia, avevamo bisogno di un po' di tregua. Avete avuto coraggio a lasciare quella terra tutte sole, per questo meritate i complimenti. Sapete dove possa stare la Galleria? Non preoccupatevi, basta salire in un qualsiasi tram e ci porteranno a destinazione. Da quello che ho capito l'India non è molto organizzata per quel che riguarda il
trasporto. Si, avete perfettamente ragione. Ora andiamo.
Percorrendo la strada che porta al museo, Gabriella e Luisa non riuscirono a togliersi dalla mente quei piccoli visi e le enormi sofferenze vissute dal popolo indiano. E il loro mancato sorriso ne era una conseguenza. Ma, una volta arrivate, furono colte da improvvisa gioia nel vedere gli effetti di suoni e luci, che impreziosivano un'atmosfera in cui ogni dettaglio non veniva lasciato al caso, e in cui si raccontava la storia dell'Asia. Deliziosamente presenti in un ambito non privo di emozioni, le ragazze furono impressionate dalla mole di eventi che caratterizzavano quegli avvenimenti, non immaginando una sequenza di tale grandezza. Caterina e Paolo, affascinati dall'idea di venire fino a Calcutta per assaporare le virtuose capacità di un popolo così bistrattato nel contesto occidentale, riescono ad ammirare la dignità su cui si fonda quella stessa cultura. Emergono sostanziali percorsi di cui nessuno di loro, fino a quel momento, aveva sentito parlare. È come se l'India, se non per i suoi problemi, non esistesse. Ora i quattro giovani, affrancati dalle numerose conoscenze che stavano vivendo, riuscivano ed essere maliziosamente più spigliati, riferendosi anche ai motivi per i quali erano stati attratti da un paese così lontano e diverso dall'Italia. Dopo circa venti giorni dal loro arrivo in terra d'oriente, iniziarono ad avvertire i primi sintomi di stanchezza e di lontananza dai loro amori. Mancava una presenza fisica che le potesse sostenere quando, sempre più frequentemente, percepivano il bisogno di sfogarsi per le proprie ansie. Luisa, più di Gabriella, aveva assorbito le difficoltà che fino ad allora si erano verificate. Avevano dovuto subire moralmente, vedendo una parte di popolazione che non era in grado di badare a se stessa, se non attraverso le organizzazioni umanitarie. E dall'altra erano state spettatrici di ricchezze impudentemente reali. Desiderose di voler intraprendere una nuova fase della propria vita, decisero di restare più a lungo, e questa loro decisione era il frutto di una testimonianza
avvenuta solo per pochi istanti, ma viva nei loro cuori.
7
Luisa, inaspettatamente, fu chiamata dall'albergatore di Calcutta presso il quale alloggiava. Ci fu una sorprendente novità che le consentì di ritrovare il sorriso perduto negli ultimi giorni. Con l'amica ritornò frettolosamente in albergo, sapendo che il suo amore, tanto bistrattato, forse era la persona a cui teneva di più. Appena lo vide, si lasciò andare in un abbraccio caloroso. Avvertiva un galvanizzante ritrovamento di emozioni, che lasciavano intendere che il suo stato d'animo più profondo era per Mauro. Anche se a volte era stata con David. Ma quel suo interesse per l'ingegnere americano era stato soltanto sesso e nulla più. E in quelle circostanze aveva bisogno di affetto, e ritrovarsi lontana da tutti in un paese sconosciuto era stato per lei una esperienza dirompente. Sentiva il bisogno di fisicità. Luisa, nonostante fosse innamorata, aveva delle incertezze che riguardavano non solo lui, ma addirittura anche lei. Aveva il dubbio se dirgli o meno che alcuni giorni prima lo aveva tradito. Era combattuta dai suoi opposti sentimenti. Capì che sarebbe stato giusto, almeno inizialmente, soprassedere in quanto avrebbe rischiato di rovinare la tranquilla condivisione, che era stata faticosamente raggiunta. Il giorno ò allegramente senza alcun tipo di enfasi. Ma dopo una cena a base di cibi locali, fecero l'amore. Ed era stato come ritrovarsi in un'isola deserta tutta per loro. Ammiccanti leggerezze apparivano dinanzi ai loro occhi e, assuefatti l'uno all'altra, conquistavano spazi sempre più premurosi. Lui dava soddisfazione a lei che ricambiava con altrettanta delicata piacevolezza. Apparivano presi dalla trascinante esaltazione. Il torrido caldo d'estate era quasi insopportabile tanto che quel giorno rimasero insieme a coccolarsi. Fecero una rinfrescante doccia e si sdraiarono sul letto per riposarsi. Poi, come se nulla fosse, iniziarono a toccarsi e quando Luisa decise di
informare dell'avvenuto suo tradimento con David, Mauro con un silente sguardo si fermò ad osservarla. Rimase in silenzio per qualche minuto. Lei cercò di minimizzare affermando che con David era stato soltanto un approccio di tipo sessuale e che non si trattava di amore, altrimenti, ribadì ancora, in quell'istante non si sarebbe trovata in quel luogo. Egli stordito rimase senza parole, ma si prese qualche momento di riflessione. Andando nell'altra stanza per prepararsi del tè, disse: «Ti amo». Improvvisamente sembrava si fosse rotto un equilibrio tanto auspicato e raggiunto, ed ora nuovamente in bilico. La tensione giunse inaspettata. Luisa colpita al cuore, come non avrebbe mai pensato, chiese aiuto all'amica, che era intenta a parlare al telefono col suo nuovo fidanzato, Fernando. Scoraggiata, volle capire quali potessero essere le intenzioni di lui, e come sarebbe potuta riapparire alla sua luce quale donna degna di sé. Percorse il resto della giornata in un'atmosfera intristita senza apparenti sbocchi. Gabriella, arrivando e vedendola scura in volto seduta sul divano, cercò di farle comprendere che la soluzione migliore sarebbe stata quella di reagire e di non farsi tante domande. Decisa, disse: «È tutto un problema suo». Poi, per tirarla un po' su, suggerì di compiere una eggiata nel centro della città, dove c'erano negozi che ricordavano quelli occidentali. La sera andarono nel vicino ristorante dove arono un paio d'ore allegramente, senza che Luisa pensasse al suo amore. L'unica cosa che riuscì a dire sull'argomento fu che il tempo avrebbe dato ragione a chi la meritava. Sconsolata come non lo era mai stata, iniziò a dialogare con Gabriella in merito al suo nuovo fidanzato.
Sei riuscita a non dirmi nulla. Brava, complimenti. È stato un colpo di fulmine, è accaduto prima che partissimo, lui non sarebbe potuto venire. E un po' più giovane rispetto a noi, ma non sembra che lo sia.
Mi piacerebbe davvero conoscerlo. Lavora presso la Borsa di Milano. Va bene, me lo farai incontrare quanto ritorneremo in Italia.
Intimamente percepiva sofferenze che in quei momenti non riusciva in nessun modo a comunicare né a Gabriella né tanto meno a Mauro. E questo suo stato d'animo la sconvolgeva sempre di più. Parlando con l'amica, intuì che forse la sua condizione poteva dipendere dal cambiamento di vita che aveva effettuato senza averne discusso prima. Stranamente solitaria, cercò di riavvicinarsi a Mauro, organizzando una cena a sua insaputa. Andarono nel ristorante in cui, a sorpresa, trovarono i coniugi conosciuti all'imbarco. Le due coppie iniziarono a discutere ordinando del cibo prettamente locale. La serata si trasformò ben presto in una goliardica atmosfera. Le aspettative di Luisa andarono in fumo, in quanto non poté affrontare nessuna situazione di carattere personale. Ritornò esausta in albergo dove fu accolta dall'amica. Parlarono per l'intera notte senza riuscire a capire le varie motivazioni di lui, il quale più volte le aveva detto di amarla. Ella si meravigliò dell'atteggiamento di Mauro, perché dalle sue dolci parole non derivavano situazioni di fatto. Trovandosi in un percorso di cui non si riusciva ad intravvedere la fine, ora Luisa, stancamente, non riusciva più ad esprimere la volontà di amare un uomo, che aveva avuto come testimone in eventi allegri.
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L'India, la poesia, l'amore per Mauro, l'amicizia con Gabriella, tutti avvenimenti colmi di difficoltà, che facevano intuire che Luisa era alla ricerca di situazioni che poco avevano a che fare con il quotidiano vivere. Lei stessa si sentiva in una trappola senza via d'uscita. Era combattuta tra i suoi più grandi amori, ma si rifiutava di essere parte integrante di uno di essi, o meglio dare ad uno di essi le sue principali risorse. L'India, per lei, era, senza ombra di dubbio, consapevolezza di ciò che avrebbe voluto e che, fino ad allora, non le era stato possibile raggiungere. Aveva capito che, in un paese così ampio non solo sotto il profilo del sentire e dell'agire, ma anche o forse soprattutto rispetto alla propria anima, poteva realizzare una infinità di emozioni che l'aiutavano nell'interagire con le altrui vicissitudini, che erano la sua parte più intima.
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Curiosando su alcuni resti di giornale, che si trovavano nella sua stanza da letto, vide una foto che la fece pensare non poco. Riconobbe David, l'ingegnere americano con il quale aveva coltivato un'intima amicizia. E i suoi pensieri riandarono a quando nel bagno turco, occasionalmente, lo aveva conosciuto. Fu una immensa gioia per lei. Si domandò come mai era finito sul quotidiano della domenica. Non essendo sua lingua l'hindi, chiamò un cameriere per farsi tradurre quanto lo riguardava. Fu sorpresa nel sapere che aveva aperto un'azienda legata al commercio elettronico a Calcutta. Accanto al nome vi era un numero, al quale poter telefonare, per chiedere informazioni. Fu tentata di comporlo. Entrò in quell'istante Gabriella. Sorridendo le confidò che era sua intenzione andare in un posto della città e fare degli acquisti. Ormai disse: «È un po' che siamo qui, vorrei approfittare per comprare alcuni indumenti tipici del vestiario locale. Mi piacerebbe tanto il Sari». «È una bellissima idea», «andiamo... dai», rispose Luisa. Percorrendo la strada, questa confidò all'amica che sulla stampa aveva notato l'immagine di David, che aveva aperto un'attività sulle nuove tecnologie. Gabriella rispose con simpatico interesse. Intanto salirono per la prima volta su un tram. Finora non avevano mai avuto un'occasione simile, in quanto per lo più si erano spostate con il taxi oppure a piedi. Era un'esperienza totalmente diversa, che fece capire la diversità dei trasporti. Stressate come non lo erano mai state, ammassati gli uni sugli altri, si ripromisero di non prenderlo più. Prima di cimentarsi sulle eventuali spese, fecero una gradevole eggiata attraversando l'intero quartiere e interessandosi delle vetrine che esponevano i vari vestiti. Piacevolmente attratte dall'atmosfera che respiravano, entrarono in un centro commerciale in cui Gabriella vide per la prima volta il Sari. Il suddetto
era dedito oltre alla vendita di abiti orientali anche di quelli occidentali. Furono sorprese nel guardare una quantità enorme di persone. Non pensavano che anche in India quei luoghi sarebbero stati presi d'assalto. Ritornando, Luisa volle andare a far visita ad una chiesa Indù. Appresero dogmi che non sono in grado di accettare come propri. Soprattutto osservò Gabriella: «Non posso in alcun modo condividere una religione, che basa le proprie credenze sul sacrificio di un essere umano». Percorrendo la strada del ritorno, fece presente che «oltre al sacrificio», uno dei principi su cui si erige tale visione è la reincarnazione. «A questa forse mi sento più disposta», disse ancora Gabriella. Frettolosamente ripresero quel tram così poco amato. Si organizzarono, quindi, per una tranquilla serata e Luisa confidò che forse il giorno successivo avrebbe telefonato a David. «Ormai penso», aggiunse, «con Mauro le cose non stanno andando come dovrebbero ed ho bisogno di un uomo che mi stia accanto e che mi ami per come sono». «Ma dove è finito?» domandò Gabriella. «Per quanto ne so, credo si sia spostato in Pakistan, in una città al confine. È andato lì per trovare l'ispirazione per un nuovo libro che ha in mente. Mi sento legata a lui, per la sua visione letteraria, ma come uomo credo che non ci siano più possibilità. Mi ha delusa, forse non è aperto come dice di essere».
E con Fernando come va? Allegramente, anche se la mancanza inizia a sentirsi. Vorrei che il mio lui fosse qui, ma deve badare al suo lavoro. Hai detto che esercita la propria attività in Borsa? Si. Lui è impegnato per le banche, ed è il mezzo attraverso il quale i piccoli risparmiatori potranno guadagnare. È abbastanza rischioso. Difatti, se il mercato non tira, può perdere l'impiego. Caspita!
Come l'hai conosciuto? Un sabato andai in discoteca a Milano e lì ebbi l'occasione per avvicinarlo. Poi ci siamo rivisti fuori e dopo circa una settimana siamo usciti finalmente insieme. Com'è di carattere? È un tipo allegro e gioioso. Non sei mai stanca. Purtroppo ora siamo distanti.
Il giorno successivo, Luisa compose il numero di telefono dell'azienda di David, di cui era venuta a conoscenza tramite un quotidiano locale. Rispose una voce robusta dall'accento inglese.
Pronto David. Ho appreso il tuo numero attraverso un giornale. Hai fatto progressi? Si! Mi piacerebbe tanto incontrarti. Potremmo vederci domenica prossima, se non hai altri impegni. Si, d'accordo. Ti vengo a prendere alla stazione. Va bene. Mi ha fatto piacere sentirti. Baci.
Lei, entusiasta, non sta più nella pelle. Deve dire dell'avvenuta telefonata appena effettuata con David, e chiama immediatamente senza indugi Gabriella.
Pochi minuti fa ho terminato di parlare con lui. Sono eccitata per l'emozione.
È stupendo! Tu dove sei ora? Sono allo zoo. Volevo rilassarmi un po' e sono venuta qui sola. Ora ti raggiungo in albergo e mi racconti ogni cosa.
Appena arrivata, Luisa non le dà il tempo di sedersi. Le salta addosso come non le era mai capitato. Per la prima volta, disse: «Spero che arrivi presto domenica». Gabriella rispose con un altrettanto sorriso: «Si, ci credo. Con tutto quello che avete combinato a New Delhi, anch'io al tuo posto farei altrettanto». In Luisa un'entusiasmante effervescenza faceva sentire il suo peso in tutti i momenti. Non vedeva l'ora che arrivasse il giorno in cui avrebbe incontrato David. Era fuori di sé, e l'immensa sua allegria compariva anche nell'amica. Arrivato in stazione con una piccola borsa, David telefonò a Luisa per avvertirla del suo arrivo. Lei entusiasta risponde con elettrizzante trasporto. Incontratisi, presero il taxi che gli avrebbe portati in albergo. «È un po’ che non ci vediamo. Dai, fatti dare un bacio. Ti ho pensato spesso in questo periodo», disse Luisa. Giunti, ripercorsero maliziosamente la loro storia a partire da quella volta in cui si erano incontrati nel bagno turco. Poi lui si volle rilassare con una calda doccia. Inattesa, osserva la visita di lei che era entrata nell'ambiente in cui si trovava la vasca da bagno. Smise di arsi il sapone e le dette un lieve bacio con le labbra bagnate, di seguito con l'acqua, che vaporosa scendeva su di loro, iniziarono a far l'amore come una coppia di fidanzatini. Lui nel suo orecchio le mormorò: «Starei con te delle ore». Lei sorrise esaltata. La sera, stanco per il lungo viaggio e per l'infuocato pomeriggio, volle andare a letto in un orario insolito per le sue abitudini. Ma lei comparve nuovamente e si ritrovò nel morbido letto tra le bianche lenzuola, spumeggiante e disinibita con le sue forme avvincenti e lineari.
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David iniziò a raccontarle tutte le vicende della sua breve vita e le esperienze che mai avrebbe immaginato di dover affrontare. Luisa, che fino a pochi giorni prima era stata fidanzata con un poeta scrittore, interessata al suo nuovo amore, gli rivela che è un'amante della poesia. Meravigliato, volle sapere quali fossero stati i motivi che l'avevano portata a rompere tale rapporto. Con accattivante sorriso lei rispose: «Mi sono innamorata di te». Egli l'abbracciò deliziandola con un focoso bacio che durò alcuni minuti. Sentendosi importante, decise di farlo incontrare con la sua amica del cuore, Gabriella. I due si conobbero nella stessa circostanza in cui Luisa era rimasta folgorata dalla sua fisicità. Ma questa volta formano coppia. Appena giunta nella stanza, intuisce fin da subito che tra loro vi era una piacevole intesa. Andarono a visitare uno dei tanti teatri presenti sul territorio di Calcutta. Seppero che per la sera avrebbe recitato una compagnia di New Delhi, una delle maggiori del paese. Partirono per acquistare i biglietti invitando, inoltre, Paolo e Caterina, sposi con cui erano rimaste in contatto. Lo spettacolo ebbe inizio con un interessante ballo. Si divertirono e il loro stato d'animo ne ebbe benefici insperati. Andarono via e eggiarono piacevolmente tra le vie del centro. Si soffermarono di fronte alla vetrina di un negozio di abbigliamento che proponeva indumenti intimi. Allegramente disinvolti, David fu incuriosito da un pizzo nero con contorni in oro. Raccomandò a Luisa di ricordargli che all'indomani sarebbe stato opportuno ritornare. Fecero alcuni i e videro una birreria dove poter riposare per un certo tempo. Vi entrarono e presero posto. Con sorpresa seppero che il proprietario del locale era un italiano, che si chiamava Luigi, ed era di Verona. Iniziarono a bere e, tra una discussione e l'altra, si ubriacarono. Per Luisa fu la prima volta, che, stranamente, avvenne nel luogo meno adatto. Coraggiosamente riuscirono a chiamare un taxi per poter ritornare nell'albergo in cui alloggiavano. Arrivati, caddero letteralmente sul proprio letto e si addormentarono.
All'indomani mattina, stanchi e con occhi rossi, riuscirono a malapena a riconoscersi. Ci vollero oltre due ore per svegliarsi definitivamente. Amichevolmente attratti dalle seducenti atmosfere, percorsero di nuovo la strada della sera prima, andarono nello stesso esercizio e qui David acquistò per Luisa un pizzo nero con contorni in oro. A lei piacque tantissimo. Uscirono soddisfatti e consapevoli delle proprie esigenze. La sera, indossò quell'indumento, poi furono insieme, sconfinando in audaci desideri che permisero di incoraggiare nuove avventure. Furono gradevolmente affaticati. Ora i due, travolti dalla ione tanto amorevolmente sognata, decisero di andare per un paio di giorni fuori città nella casa di campagna di un amico di David. Da lì, per vivere, cercarono posti inesplorati di cui non avevano mai sentito parlare. Con l'auto di lui, iniziarono un tragitto denso di conoscenze apparentemente fuori dall'ordinario. Nel frattempo Gabriella, che per la prima volta si era separata da Luisa dal loro arrivo in India, visse questo momento di lontananza in tranquillità. Ebbe l'occasione di incontrarsi nei vari musei della città con nuove persone che la arricchirono. In una di queste circostanze si ritrovò con Caterina e Paolo, i due novelli sposi. Andarono a quello di Calcutta, piacevolmente attratti dal modo quasi inusuale di narrare la storia dell'intera Asia. Le fascinose luci inquadravano i lati più oscuri di una civiltà, di cui ogni segmento rappresentava le indubbie qualità di una generazione in continuo contrasto con se stessa. Ripercorrendo le vicende, ebbero una visione più ampia di una nazione, oltre che di un continente, mortificata da guerre e povertà, e in cui l'esigenza di normalità appariva come testimonianza di un futuro più conveniente. E in un contesto come questo, Gabriella sembrava avere appreso consapevolezze che le potevano servire per accrescere la propria dimensione. Luisa, da parte sua, nel tentativo di compiacersi attraverso gli istanti vissuti insieme con David, cercò di trovarsi nel proprio tempo nel miglior modo possibile. I due, vestiti in maniera casual, si diressero verso un bosco caratteristico. Lentamente percorsero la strada e con sorpresa videro una casa disabitata. Curiosando, notarono un ambiente cupo. Nel loro piccolo cercarono di ravvivarlo, mettendo ordine dove fosse stato possibile. Imprevista
sopraggiunse la sera. Non si resero conto di non poter tornare indietro. Fortunatamente, trovarono un letto matrimoniale, dimostrazione di un vissuto da altri fino a poco tempo prima. Ora l'esigenza primaria era quella di doversi organizzare senza la consueta comodità. L'attrazione appariva naturale agli occhi dell'uno e dell'altra, e Luisa, attratta da David, cercò attraverso l'intuito femminile di sembrare seducente anche in una situazione non del tutto chiara. L'umida serata non facilitava di certo tale incontro, ma era pur sempre quello con un uomo di cui si era invaghita sin dal suo primo momento. Iniziarono un cammino durante il quale nessuno osava chiedere informazioni, tanto da mettere in difficoltà l'altro. L'armonia fluttuante li mise a loro agio. Poi un accattivante pensiero li avvolse. La notte ò interessati da disinvolti desideri, fino a quando un nuovo giorno non permise di intraprendere imminenti esperienze. L'unica aspirazione, che accompagnava i due freschi fidanzati, era quella di condividere ogni istante della giornata per aumentare la propria affinità e sentirsi inevitabilmente parte di un solo progetto. Si intuiva che vi era una complicità che Luisa non aveva avuto con nessun altro uomo, neppure con Mauro, di cui era stata innamorata fino a poco tempo prima. Il suo nuovo compagno le appariva come l'ideale partner della sua vita. Gabriella, che aveva intuito la sincera armonia di Luisa con David, ora iniziava a sentire la mancanza delle parole dell'amica, che solitamente l'avevano accompagnata durante i dialoghi sempre interessanti. Si sentiva sola, ma non sapeva dove andare. Allora iniziò a frequentare alcuni cinema della città. Qui, occasionalmente conobbe un giovane professore se, che era giunto in India per aumentare le proprie conoscenze sul Padre del pacifismo, ovvero Gandhi. Iniziarono ad incontrarsi nelle sale dei cinema e, dopo svariate volte, decise di fargli la proposta di uscire insieme. Lui, con un sorriso accattivante, rispose che mai avrebbe immaginato che una donna così attraente fosse interessata a sé. Lei fu entusiasta. L'amico François le volle dire di aver intrapreso il viaggio in India,
soprattutto per dimenticare, in quanto ultimamente aveva avuto dei problemi di carattere personale, principalmente per quel che concerne il sentimento nei confronti della sua ex moglie e di sua figlia Danie. «E questo viaggio», sottolineò, «rappresenta oltre che uno svago anche una maniera per restare vivi nella speranza di un futuro denso di piacevoli avvenimenti». Per Gabriella questa era la prima volta che incontrava per validi motivi un altro uomo. In un primo momento, tale situazione la mise a disagio, ma dopo alcuni minuti, di difficile comprensione per François, decise una svolta, anche perché il suo fidanzato Fernando non sembrava aver accettato adeguatamente quella decisione. Non riusciva più a rintracciarlo. Le incomprensioni fra Alessandro e Gabriella portarono quest'ultima verso amicizie lontane dal suo modo d'essere, ed ora era pronta, per un salto di qualità, a raggiungere quella libertà tanto cercata. François si trovava in un contesto in cui era difficile sapere in anticipo dove sarebbe potuto arrivare nei confronti di Gabriella, e per questa sua debolezza non riusciva a decidersi. Ma, dal canto suo, ella lo mise a suo agio, dicendogli che mai avrebbe pensato di dover sapere, solo dopo pochi incontri, il vero affetto che nutriva nei suoi riguardi. Tuttavia la solitudine che lo accompagnava era evidente. I due avevano una scarsa conoscenza dell'India e, di conseguenza, cercarono interessi che potevano dare sfogo alle proprie attitudini. Lui, amante della storia, era incuriosito dalla figura emblematica di Gandhi, quell'uomo di piccola statura che era riuscito a sconvolgere un intero popolo. Lei le confidò, con palese trasporto, di essere amante della poesia e che un giorno avrebbe voluto scrivere un libro in versi.
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Il caldo tropicale di una giornata di mezza estate consentiva di trovarsi in condizionamenti, che inquadravano i loro più intimi sentimenti. Il rumore del viavai dei tram cittadini avvolgeva emozioni fino ad allora sconosciute. Particolare nella sua apparente indifferenza, Calcutta, la città che le ospitava, unica nel suo genere in quanto simbolo di pace e tolleranza, mostrava tutta la sua sensuale vitalità. Monumenti e locali consentivano al turista di potersi trovare a suo agio in un ambiente dalla povertà fin troppo evidente. Gabriella e Luisa, giunte in India da quasi un mese, avevano voglia di testimonianze soprattutto in relazione a quei luoghi che nessuna guida turistica era in grado di far conoscere. Era il motivo principe per il quale dimostravano interesse ad un paese misterioso e fascinoso. Luci, colori, profumi, intriganti atmosfere erano l'essenza vitale di una nazione ancor prima di un popolo. E questa caratteristica aveva sviluppato nelle due personalità l'amore verso una cultura derivante da una coscienza illuminata. Avendo visitato le due principali metropoli, pensavano di andare nel sud del paese. Lasciano i loro amori a Calcutta, David si allontana da Luisa e François da Gabriella, anche se quest'ultima non poteva considerarsi tale. Era giunto il tempo di prendere il treno per intraprendere un lungo e faticoso spostamento, che le avrebbe portate a far visita a Chennai. Il cambiamento di programma era frutto di una decisione improvvisa, quasi avventata, che avrebbe avuto delle conseguenze sul loro viaggio, non avendo prenotato nessuna cuccetta. Si sarebbero dovute accontentare di utilizzare i vagoni dell'ultima classe, e sicuramente non sarebbe stata una eggiata, soprattutto in relazione alle loro abitudini. Dopo aver aspettato circa tre ore sulla piazzola d'attesa la coincidenza del treno proveniente da New Delhi, le ragazze, stanche e col volto appesantito,
percorsero velocemente lo spiazzo che le divideva dal binario, su cui stava per transitare il mezzo di trasporto. Appena sopraggiunse, si guardarono accennando un sorriso amaro e Luisa, rivolgendosi a Gabriella, disse che non aveva mai visto tanta gente su un treno. L'amica concordò, riconoscendone la stranezza e la verità. Salirono faticosamente, riuscendo a recuperare spazi in un miscuglio di gente. Quasi ammassati l'uno sull'altro, riuscirono a malapena a ritagliarsi due posti. Le loro facce parlavano da sole. Sconsolate, ma felici per essere riuscite a salire sul treno desiderato. Respiravano a fatica. Luisa sembrava dire con i suoi occhi che ancora non le era capitato nulla di simile. Nervosamente cercò di prendere qualche oggetto, che conservava gelosamente, dalla borsa. Prese un libro tascabile, che le servì più per smaltire la rabbia che per un'utile lettura. Poi Gabriella aprì il finestrino. Una lieve brezza accarezzò i loro sciolti capelli e finalmente ripresero a sorridere. Dopo un'iniziale stordimento, riuscirono ad instaurare una sana e piacevole amicizia con i eggeri per mezzo di dialoghi condivisi e vivaci. Al loro fianco sedeva una giovane coppia di turisti della zona. Provenivano da Bombay. Più in là vi erano, invece, due giovanissime ragazze inglesi, che avevano deciso di trascorrere le proprie vacanze in quei bellissimi posti. Giungevano da Manchester. L'incessante rumore delle rotaie sottolineava il are delle ore, che regolarmente si allungavano di fronte a panorami incantevoli. L'aria fresca proveniente dal mare esaltava la bellezza dei magnifici luoghi. Intanto ogni momento diventava occasione per legare amicizie, aprire dialoghi e accrescere le conoscenze attraverso un nuovo modo di vedere il mondo. Il tempo ava inesorabilmente e i primi sintomi di stanchezza iniziavano a comparire. La prima notte ò tranquillamente, poi improvvisa sopraggiunse la telefonata da parte di David. Luisa rispose stancamente e assonnata.
Pronto!
Ciao sono David. Mi hai fatto una bellissima sorpresa. Non posso dirti quello che mi è successo, poi quando ci incontreremo ti racconterò tutto. Ancora adesso non so in quali condizioni arriverò. Dove sei ora? Non lo so, ma penso che per arrivare a Chennai c'è ancora un lungo percorso. Chiamami spesso, non lasciarmi sola. Non ti preoccupare perché, quando arriverai a destinazione, ti dimenticherai tutto e ti divertirai come non hai mai osato immaginare. Dammi un bacio! Sei il mio amore.
Nonostante il frastuono, che vi era intorno, Luisa riuscì a parlare con il suo fidanzato senza difficoltà. Si addormentarono l'una sull'altra. Nel loro inconscio avevano paura che al risveglio potessero non trovare qualche prezioso oggetto che possedevano. Dopo essere state rannicchiate, scapigliate si rimisero in sesto cercando di andare in bagno, ma durante il cammino cambiarono idea, perché capirono la presenza di tante difficoltà per raggiungere lo scopo. Decisero, pertanto, che si sarebbero rilassate con una calda doccia non appena fossero arrivate in albergo. Dal finestrino, alla luce del sole, riuscirono a vedere panorami mozzafiato che di solito potevano vedersi in cartolina. Osservando il mare, un simpatico venticello mosse i capelli procurando brividi. Ormai erano un giorno e una notte che erano in movimento. Gabriella affermò che non aveva mai viaggiato per un periodo così lungo. Luisa, da parte sua, aggiunse che sperava di arrivare il più presto possibile. Nonostante tutto, erano riuscite a coltivare amicizia con le ragazze inglesi
conosciute all'entrata. Si chiamavano Sylvia e Emily. Luisa volle sapere quale fosse la loro età. Le due inglesine risposero quasi in coro di avere ventitré anni. Erano splendide e simpatiche ragazze bionde. Sylvia aggiunse che frequentavano l'Accademy University di Manchester, dove si stavano specializzando in lingue orientali. Gabriella, con un inglese piuttosto impacciato, chiese se fossero sole. Emily assentì e aggiunse che si trovavano in quel luogo perché attratte dalla spiritualità dell'India. Sylvia precisò che di solito viaggiavano sole, perché era un modo per restare libere e acquisire piacevole autonomia per non sentirsi mai a disagio in nessun luogo. Gabriella dimostrò di essere d'accordo. Sylvia chiese che cosa fero nella vita. Luisa rispose che era una scrittrice, anzi una poetessa in attesa di pubblicare il primo libro. «Fantastico!» esclamò Emily con una vena di malizia. «Non mi era mai accaduto di incontrare una scrittrice. Dev'essere bellissimo cimentarsi in varie storie e mettere in risalto colori e profumi che si addicano alla propria personalità». Osservando la costa, videro alcuni velisti cavalcare le onde del mare, e immaginarono le bianche spiagge sulle quali si sarebbero distratte dalle fatiche giornaliere e distaccate dai problemi vissuti in Italia. Intanto rimasero colpite dalla visione di quei panorami. Luisa chiese al controllore quanto tempo sarebbe stato necessario prima dell'arrivo. La risposta non fu quella attesa, perché disse che mancava un giorno. Nel frattempo i dialoghi con gli altri eggeri proseguirono senza sosta. Si fermarono in alcune stazioni per rinfrescarsi, per lo più, in località a loro sconosciute. Acquistarono alcune bibite ed un giornale locale in lingua inglese, in cui si parlava apertamente di una situazione socio economica in evidente stato di crisi, perché il governo, che stava al potere da alcuni decenni, non era riuscito a risolvere i problemi dei suoi cittadini. «Come in Italia», osservò Luisa.
Il durissimo viaggio, che avevano intrapreso, stava per finire. Arrivarono esauste senza neanche un briciolo di forza. Ebbero solo quella per chiamare un taxi e farsi accompagnare in albergo.
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Arrivate in città, salirono su un taxi, quando improvvisamente udirono un forte boato. Videro un numero impressionante di persone che correvano in ordine sparso a poca distanza dalla stazione ferroviaria. Il taxista, durante il percorso, venne informato via radio che pochi minuti prima vi era stato un attentato di tipo kamikaze a danno del primo ministro indiano in visita ufficiale a Chennai. Luisa, scossa per poco dall'accaduto, rimase in silenzio e Gabriella cercò di farla sorridere. L'autista fece presente alle due ragazze che in India problemi di quel genere si manifestavano molto spesso e che non era il caso di allarmarsi. Luisa, nuovamente loquace, ribadì che tali situazioni purtroppo si verificavano quando i governi non pensavano al bene comune. Di conseguenza, i terroristi, per far credere di combattere in nome della povera gente, colpivano, invece e prima di tutto, quelle stesse persone che dichiaravano di voler difendere. Le prime vittime erano se stessi, che si facevano saltare in aria. Gabriella riconobbe le buone ragioni dell'amica. Arrivate in albergo, notarono che si trattava di un luogo molto signorile contrariamente alle loro aspettative. Ora, finalmente, dopo la paura di pochi minuti prima, Luisa e Gabriella pensarono di riposarsi. Nel pomeriggio, poi, iniziarono a farsi una breve eggiata sul lungomare, affascinate da quei posti. Il giorno successivo, di prima mattina, si rinfrescarono con un piacevole bagno per rendere più leggere le tensioni accumulate. I loro visi diffondevano tranquillità, però, in qualche modo, vennero colpite dalla differenza culturale rispetto a quella occidentale. Uomini e donne occupavano spazi diversi per non potersi incontrare. Luisa fu sconvolta nel vedere da vicino questo tipo di situazione. Ne aveva sentito parlare, ma osservò che era completamente diverso conoscerla dal vivo. Nel paese si iniziava a percepire una strana atmosfera per via dei tanti attentati,
che negli ultimi giorni avevano dimostrato quanto fosse terribile la violenza che mal si addiceva alla spensieratezza delle due donne. Iniziarono a preoccuparsi, perché immaginarono che sarebbero potute essere colpite anche loro. Gabriella aggiunse che si erano trovate a poca distanza dai kamikaze. Il peso delle condizioni che viveva l'India limitava la voglia di apprezzare nuove circostanze che potevano renderle più serene. Il momento era delicato. In questi particolari frangenti i terroristi potevano prendere di mira stranieri e soprattutto occidentali. Luisa osservò che non potevano scegliere momento peggiore per raggiungere quel paese. Iniziarono ad utilizzare dei piccoli accorgimenti, che potevano contribuire a salvare la vita. Gabriella fece presente a Luisa che aveva un particolare timore, quello di poter essere rapita dai sovversivi, che, senza scrupoli, esercitavano poco rispetto per la vita altrui. Il giorno successivo, per quella paura, decisero di chiamare l'ambasciata italiana, che si trovava a New Delhi. Ma non sapevano come fare. Per incoraggiarsi chiamò Mauro, che non sentiva da molto tempo.
Pronto, sono Luisa. Ciao, come mai hai chiamato dopo un periodo così lungo? Ti ho chiamato perché cominciamo ad avere un po' di paura... con tutti questi attentati. Inizio ad avercela anch'io, tanto che sto prendendo in seria considerazione
l'idea di tornarmene in Italia. Vorremmo avere il numero dell'ambasciata italiana per metterci in contatto e comunicare la nostra posizione. Siete davvero impaurite. Dai, non scherzare. Non ti preoccupare... intanto ti o il numero. Tu cosa stai facendo di tanto interessante? Mi sto dando all'allegria più assoluta e ogni tanto pubblico su internet. Ho scoperto le nuove tecnologie che riescono così bene a farti avere una maggiore quantità di potenziali lettori senza grosse spese. Hai perfettamente ragione. Ed ho trovato anche il modo di guadagnare attraverso il mio sito. Complimenti. E voi cosa fate? Anche noi ci stiamo divertendo scoprendo posti di cui non conoscevamo quasi nulla. Ora siamo a Chennai. Bel posto, mi dicono. Ora ti devo lasciare. Ciao e abbi cura di te.
L'inattesa preoccupazione, che le stava tormentando, iniziò a creare loro dei problemi poco immaginati, tanto che a volte scoppiavano in un pianto isterico. Decisero, per sottrarsi all'imbarazzo, di farsi una breve eggiata tra i boschi distanti pochi chilometri dall'albergo in cui alloggiavano. La frescura fra gli
alberi procurò una immediata sensazione di tranquillità. Finalmente, dopo tanta confusione, erano in un luogo in cui potevano dialogare con la dovuta calma, soprattutto dopo il lungo viaggio che avevano affrontato mal volentieri.
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Le bianche spiagge, accarezzate da un venticello appena fastidioso, accolgono Gabriella e Luisa, impressionate dalla rara bellezza di un mare, che sembrava uscito da un racconto fiabesco. Accompagnate dall'aria che respiravano, cercano di svagarsi più che possono, allontanando le tensioni dei giorni precedenti, soprattutto in relazione all'attentato kamikaze. Ora le due ragazze si godono un bagno caldo rigenerante. Luisa comunica a Gabriella una decisione che oramai aveva preso da tempo, ma che non aveva mai pensato di are. A voce alta, quasi per darsi forza e coraggio, le disse che aveva preso una decisione importante, che per lei aveva un grande significato. Gabriella le chiese di che cosa si trattasse. Luisa rispose che finalmente aveva la sicurezza di cui aveva bisogno e che aveva deciso di rimanere in India. In Italia sarebbe tornata soltanto per qualche breve periodo. L'amica sconsolata le domandò se non avesse paura di rimanere sola in un paese così lontano dal suo, e soprattutto non conoscendo la loro lingua. Rispose affermativamente, poi aggiunse che aveva capito che quelle terre erano piene di contraddizioni, ma ricche di spiritualità contrariamente a quanto accadeva altrove. Peraltro, il suo desiderio più grande in quella parte della vita era quello di cambiare. Precisò che aveva preso contatti con la sua università di Bologna. Gabriella rattristata riconobbe la chiarezza delle idee. Luisa continuò dicendo che inizialmente avrebbe lavorato presso il museo di New Delhi e che con la sua conoscenza della storia e della arti antiche non ci sarebbero stati problemi. Era ben contenta di affrontare la realtà sopraggiunta, tanto che era riuscita, in quei momenti di assoluta distensione, ad accompagnare l'amica in situazioni di gradimento quasi insolite. Il ritrovato invitante piacere, che si delineava da lì a pochi giorni, l'aveva trasformata in una donna convinta dei propri mezzi, nonostante non conoscesse quasi nulla dello Stato che la ospitava. Gabriella scossa, ma al tempo stesso entusiasta della nuova esperienza che Luisa avrebbe affrontato, pensava di capire di più del mondo che la circondava. L'occasione, per meglio capire i veri motivi che l'avevano portata a compiere un
viaggio così duro e affascinante, era legata ad una serata no profit, organizzata dall'Unicef. Sempre sensibile e disponibile verso gli altri, Luisa riusciva a compiere gesti di assoluta limpidezza. Appena arrivate, Gabriella si meravigliò che Luisa conoscesse tanti i quali prendevano parte all'evento. Poi pensò fra sé che era una persona abituata agli spostamenti frequenti e quindi non era casuale la sua amicizia con un numero così alto di soggetti. Il suo entusiasmo la colpì in un modo non indifferente, perché era la prima volta che si faceva vedere in una simile circostanza piena di attenzioni verso chi non era stato fortunato. Nella nuova fase, che si preannunciava tutt'altro che agevole, Luisa aveva la sensazione di percorrere una strada senza uno sbocco che la potesse soddisfare, come aveva pronosticato. D'altronde era alla ricerca di quell'amore, come ricordava a Gabriella, sempre sognato.
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Colori, suoni sono le primissime impressioni della sfida di Luisa, che in alcune circostanze assomigliava a quella vissuta precedentemente, ma che ora dovrà cercare stimoli e altrettante certezze. Dopo oltre un mese di ferie, entrò per la prima volta come studiosa e non più come attenta osservatrice nel museo di New Delhi, da dove sono ati i grandi della terra. Era verosimilmente estasiata per l'opportunità che le era stata concessa, che probabilmente le cambierà la vita. Inizia a prendere confidenza con i suoi nuovi spazi, ma soprattutto con le dinamiche che la porteranno a conoscere altri episodi della storia dell'India, composta da guerre e conflitti sociali. Entrando nel suo studio, trovò una gradita sorpresa, un mazzo di fiori come benvenuto da parte della direttrice. Neanche il tempo di sedersi che ricevette la telefonata da parte dell'amica Gabriella.
Ciao, scommetto che non sai chi sono. Come potrei non saperlo. Come ti stai trovando al lavoro? Tutto fantastico, non mi sono mai trovata così bene da nessuna parte. Dovrei fare un pensierino anch'io se tu lo confermi. Ora però ti lascio, chiamami spesso. Bacioni.
Il suo primo giorno di attività ò senza alcuna difficoltà tra una telefonata e l'analisi di documenti antichi, che le fecero pensare quanto gli europei conoscano poco la cultura indiana. Si sentiva affascinata da tutti i suoi eventi e dalla mole di informazioni che pian piano prendeva a studiare. Cominciò lentamente ad abituarsi al recente incarico, dopo lunghi anni trascorsi ad insegnare. Ora era lei che doveva ricevere le nozioni. Le giornate scorrevano serenamente, il rischio per Luisa ora era quello di una monotona quotidianità, che per il momento scongiurava con un impegno assiduo. A questa sua presente attività affiancava l'esercizio della solidarietà a favore delle persone meno fortunate di lei. Iniziava a prendere confidenza con i suoi compagni, entrando sempre più in sintonia. Riuscì ad instaurare un rapporto di amicizia con un suo collega indiano, col quale spesso si intratteneva. Avvertiva una simpatica piacevolezza nel parlare con lui di futili argomenti, oltre che di quelli più impegnativi. Si sentiva oramai a suo agio nel nuovo ambiente. A New Delhi incontrò ancora David, il quale si era trasferito presso di lei per un breve periodo di vacanza. La loro vita in comune, che in un primo momento sembrava fondata sull'attrazione fisica, lo era anche dal punto di vista sentimentale. Più ava il tempo e più pensava a lui. Non ne poteva fare a meno. Era entrato nelle sue grazie. Incantata dal suo modo di apparire, non vedeva l'ora di riabbracciarlo. Emozionata, era presa dalla sua personalità. La sera molto spesso andavano nel vicino ristorante. Il quartiere in cui abitava era frequentato da una comunità multi etnica di studenti universitari, che vedevano nella capitale indiana un punto di riferimento per una migliore prospettiva lavorativa.
Quando le capitava di incontrare David, la serenità si manifestava sempre più spesso sul suo volto. I suoi occhi brillavano, certa che nulla poteva accadere per annullare quell'incontro da fidanzatini. Durante le pause, o nel fine settimana, andavano a scoprire le meraviglie della città. Erano presi dall'entusiasmo, che per Luisa era una novità. Neanche per Mauro c'era stato un simile coinvolgimento. In queste ultime occasioni, vi era un'attrazione totale. Erano un tutt'uno, entrambi al settimo cielo. Le giornate avano allegramente. Spesso uscivano per andare nei negozi di moda e, il fine settimana, nei locali molto vicini a quelli occidentali. Di ritorno da una delle tante uscite serali, David si intrattenne per l'intera notte in casa di Luisa. Una novità assoluta per lei. Il che faceva capire quanto fosse innamorata di lui. David volle trattare con un lieve massaggio la sua amata, coprendola di deliziose attenzioni, che le offrivano sicura e piacevole armonia. Poi si baciarono ed ebbero rapporti sessuali; affascinati reciprocamente, volevano appartenersi come mai avevano immaginato prima di quell'incontro. Dopo qualche tempo si addormentarono stanchi l'uno sull'altra. Il calore dei corpi tenne loro compagnia lungamente in sintonia con i battiti dei loro cuori. Poi, quando si svegliarono, il sorriso brillò nei loro sguardi. Stancamente lui andò in cucina a preparare un'abbondante colazione per Luisa, che intanto faceva una rinfrescante doccia. Ora erano uniti più che mai. Le loro strade, finalmente, si erano incrociate. Ella, sorridente e spensierata, voleva tutto dal suo amore, l'unica propria realtà. Il pomeriggio fecero un po' di jogging in una pineta a pochi chilometri dalla abituale dimora. Quando ritornarono, accaldati e sudati, si offrirono una piacevole doccia. Luisa, alla quale era venuto in mente di concedersi un piacere intimo, preparò un
ambiente rispondente, chiudendo la serranda della camera, tanto da non vedere quasi nulla. Si distese sul letto seminuda, con sopra un bianco lenzuolo facilmente allontanabile. Egli, entrando, non capì bene la situazione, ma poi, accortosi che le coperte si erano sollevate, ebbe modo di toccare i piedi della ragazza. Li baciò delicatamente, di seguito li accarezzò per infiniti minuti fin quando non vide la sua sostanza vitale. Lei sussurrò con un corto sospiro, facendogli capire di continuare. Lui rispose all'invito fino alla totale soddisfazione di lei. Fecero l'amore inebriati del loro incantevole profumo.
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Le giornate continuavano come fossero in luna di miele, più intense e avvolgenti con premuroso affiatamento. Fra poco Luisa e David avrebbero dovuto fare i conti con le difficoltà del lavoro. Mancavano solo alcuni giorni al loro rientro e cercarono di organizzarsi per il fine settimana. Essi sarebbero dovuti ritornare nella loro quotidianità e questo rattristava molto Luisa, in quanto vivevano in due città differenti. Animati da un sentimento forte e coinvolgente, non riuscivano a staccarsi l'uno dall'altra. Oramai erano divenuti un'unica entità. Rivolgendosi verso Luisa, David fece una proposta che lei non si aspettava. Disse a bassa voce: «Sto valutando l'ipotesi di spostarmi, di venire a New Delhi». A quel punto il volto di Luisa, sorpresa, divenne rosso tanto era il suo entusiasmo, e con evidente trasporto lo abbracciò. Lei, sorridendo, chiese come mai avesse preso una decisione così impegnativa. David rispose che amava le novità anche a volte rischiose, ma la cosa che più premeva era di are il suo tempo con la donna dei suoi sogni, con quella che era diventata l'essenza della sua stessa vita. Luisa sorrise e, abbracciandolo ancora, confidò silenziosamente, quasi con vergogna, che lo amava. In seguito, iniziarono a visitare la città e si recarono nei più rinomati locali; si divertirono come forse non avrebbero mai immaginato. Inaspettatamente, Luisa ricevette una telefonata da parte di Gabriella, la quale era intenta a proseguire le sue vacanze con il suo amico François, conosciuto occasionalmente in un museo. Si misero d'accordo per trascorrere insieme quei pochi giorni rimasti. La sera andarono in un ristorante che di solito veniva frequentato da turisti occidentali e, tra un pasto e l'altro, discussero con fragorosi sorrisi e tanta serenità. Luisa, dopo aver salutato l'amica, con David trascorse la notte tranquillamente. Al risveglio, questi volle dare un lieve bacio sulle labbra non curate del suo amore, che sorrise. E continuarono a baciarsi per un lungo tempo.
Successivamente, lui non mancò di preparare il caffè accompagnato da latte, biscotti e marmellata. I loro sguardi si incrociarono, lui si avvicinò per proseguire nel suo lento abbandono. Si abbracciarono, si baciarono nuovamente. Poi lei si distese sul letto sfatto, con le spalle nude continuamente accarezzate da calde mani, che scivolavano lentamente sul corpo sensuale. Continuarono, il tempo non scorreva... e istante dopo istante percorsero infinite sensazioni di amorevole piacere. Fecero l'amore... e ogni piccola movenza si traduceva in una emozione senza freni. Felici arono al nuovo giorno. Quindi andarono a visitare un rione della capitale in cui la cultura indiana, impregnata di storia antica e moderna, di colori e di avanzata tecnologia, conquistava i suoi visitatori che ne rimanevano incantati. Entusiasti delle esperienze che stavano vivendo, i due si cinsero ancora. Videro immagini e sentirono profumi che solo in India potevano offrirsi. David ne rimase sorpreso e disse: «L'India è unica, non c'è nessun'altra nazione in cui vi è mescolanza di culture e di diverse etnie coinvolte nel rispetto della tradizione». Nel lungo itinerario che stavano percorrendo, attrasse la loro attenzione un casolare che sembrava non dare segni di vita. Luisa, colta da improvvisa curiosità, volle andare a vedere. Si allontanarono dalla strada principale quasi un chilometro e con meraviglia si accorsero che era disabitato. Pensarono di cercare informazioni. Ormai le vacanze stavano per concludersi e il giorno seguente David sarebbe dovuto partire con grande sconforto per lei, che lo avrebbe voluto ancora accanto. Era conscia che non lo avrebbe rivisto per parecchio tempo, se non addirittura per mesi. David ritornò alla sua tranquilla vita nella propria azienda fondata su sistemi all'avanguardia a Calcutta, pensando che avrebbe fatto di tutto per trasferirla a New Delhi, dove stava lasciando una parte importante del suo cuore. Luisa, proseguendo le giornate, avvertiva monotonia, dovuta al tempo che
scorreva lentamente, fin troppo per suoi gusti. Era una donna per natura raggiante, che voleva accanto a sé un uomo con il quale condividere emozioni anche nel quotidiano cammino. Dopo circa cinque giorni dalla partenza di David, seppe che anche Gabriella avrebbe dovuto lasciare l'India per fare ritorno in Italia, dove stava per aprire una galleria d'arte con il suo amico François, che l'avrebbe aiutata, con le sue conoscenze, negli impegni. I giorni trascorrevano in maniera del tutto ripetitiva tra casa, lavoro e qualche breve uscita, senza l'entusiasmo del periodo accanto a David. Intanto Gabriella, la sua migliore amica, viveva un periodo di vera giovinezza. Era riuscita, dopo una parentesi di qualche anno, a trovare un amico con il quale sperava di ricominciare un capitolo della propria esistenza. A lei piaceva, ma non si sentiva pronta per avviare una relazione. Ne era attratta, ma aveva dei sentimenti contrastanti. Nel frattempo i due presero l'iniziativa di dar vita ad una collezione d'arte antica in Italia, a Bologna. Un bel o in avanti per una donna che, dopo aver lavorato presso l'agenzia delle entrate di Milano, ora si cimentava in stimolanti avvenimenti che si stavano offrendo. Un sogno che aveva sin da piccola e che finalmente poteva realizzare. La loro era un'amicizia nata per caso in un museo di New Delhi. L'apprensione, per un futuro da scoprire, era evidente negli occhi di Gabriella, che, nonostante fosse felice per le attese, cercava conforto nelle parole e nei gesti di François. Era combattuta fra stati d'animo differenti: da una parte emozionata per il nuovo lavoro, dall'altra malinconica per aver lasciato l'amica in India. L'amicizia con Luisa era iniziata sui banchi di scuola, quando entrambe frequentavano il liceo artistico di un piccolo paese della provincia di Bologna. A maturità conseguita, le due si persero di vista: Gabriella trovò lavoro presso l'ufficio delle entrate di Milano, mentre Luisa ebbe posto, dopo la laurea in storia dell'arte, nell'università di Bologna. Poi si ricongiunsero d'improvviso, come se il tempo non fosse mai ato. Ora lontane, erano vicine nell'anima.
Al rientro in Italia, da dove mancava da tempo, Gabriella volle prendere casa insieme con François. Un cambiamento di notevole portata per lei, che finora era stata abituata a convivere con alcune sue amiche. Dopo essere arrivati all'aeroporto di Linate, ebbe inizio la vera avventura per una aggiornata fase della sua vita. I giorni seguenti per Gabriella furono un ritorno al ato. Iniziò a rivedere luoghi rimasti nella memoria e che ora vedeva cambiati. Fu presa dalla nostalgia. Parlò con scrupolosa attenzione, rivolta a François, di quei posti che per lei avevano un'importanza rilevante. Dopo aver preso contatto con la più recente realtà, si dedicò al lavoro. Incominciò a organizzare la mostra d'arte che avrebbe proposto nella prossima primavera. Ebbe l'idea di integrare la presentazione con alcuni dei maggiori poeti conosciuti e meno. François, che era al suo fianco, riconobbe come fantastica e splendida la decisione, che avrebbe sicuramente estasiato il pubblico. Percorsero la strada principale sulla quale si affacciava il locale che l'avrebbe ospitata. Si trattava di una vecchia fabbrica dismessa, in cui fino a pochi anni prima vi era un'azienda di calzature. Poi, per una spaventosa crisi economica, che colpì il settore, venne chiusa. Fino ad allora Gabriella non si era mai trovata a dover affrontare responsabilità tanto grandi. Iniziò i contatti con le istituzioni e i vari poeti tra cui figurava anche Mauro, l'ex fidanzato di Luisa, che conosceva personalmente e che ora viveva in Pakistan al confine con l'India. Una nazione che, nelle sue attese, era riuscita a dargli quelle sensazioni che l'Europa, e in particolare l'Italia, non erano state in grado di offrirgli. Mauro aveva al suo attivo ben due pubblicazioni, composte nell'ultimo anno. Volle invitare anche Luisa, che, oltre ad essere l'amica del cuore, conosceva come valida poetessa. Dopo alcuni minuti compose il numero del suo cellulare per informarla che l'avrebbe voluta a Bologna. Un'occasione anche per farle incontrare nuovamente il suo vecchio amore, Mauro. Il telefono squillò ripetutamente senza risposta. Poi si presentò un fenomeno apparentemente senza spiegazioni. D'improvviso,
nella mente di Gabriella apparve un volto di donna, dai lineamenti poco curati, la quale sembrava provenire da un ato lontano. Stessa immagine avuta da Luisa qualche mese prima. François la vide scossa e chiese cosa le stesse capitando. Lei, rispondendo con fatica, disse che aveva avuto qualche vertigine e che successivamente avrebbe aggiunto altri particolari. A circa un'ora di distanza si riprese, ma la tensione sul suo volto era evidente. Tutti i suoi amici e collaboratori, che erano al suo fianco, si preoccuparono. Luisa, dal canto suo, vide sul cellulare la chiamata di Gabriella. Volle riascoltarla quasi all'istante, tanta era la voglia di sentirla. Compose il suo numero, rispose invece François, il quale le raccontò cosa fosse accaduto a Gabriella e aggiunse che era sua intenzione invitarla all'esposizione. Luisa, preoccupata, chiese come mai Gabriella non avesse risposto alla chiamata. Lui confermò, con tono angosciato, che aveva avuto qualche perdita di equilibrio e che era già all'attenzione dei medici. Luisa decise di partire. Avvertiva sensazioni contrastanti in quanto non riusciva ad immaginare cosa stesse accadendo alla sua amica Gabriella. Ne sentiva la vicinanza più fortemente rispetto al ato recente con una apprensione evidente sul volto. Una volta arrivata a Bologna, la chiamò quasi immediatamente, ricevendo notizie rassicuranti sul suo stato di salute, così poté respirare con sollievo. Poco dopo rivide Gabriella, che aveva già tanto lavorato per riorganizzare la mostra, e l'abbracciò fortemente. Il soggiorno di Luisa in Italia era accompagnato da tanti ricordi, ma la sensazione che più le apparteneva era quella che si trovasse in un paese di una terra straniera. L'unica persona, che la legava alle sue origini, era Gabriella. Tutto procedeva secondo le attese. Luisa cominciava ad avvertire una strana malinconia per la lontananza dall'India,
che, con i suoi monumenti, la spiritualità, le contrastanti vicissitudini della vita quotidiana, aveva fatto breccia nelle proprie emozioni.
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La data dell'inizio dell'apertura della galleria d'arte si stava avvicinando, e l'apprensione iniziava ad essere avvertita soprattutto da Gabriella, ma François era sostanzialmente più tranquillo. All'evento avrebbero partecipato anche Luisa e Mauro, ex fidanzati, che si sarebbero rivisti dopo un lungo periodo. Ebbe inizio la mostra con la lettura di una sua poesia, dal titolo «Ti amerò» da parte di Luisa con una voce sensuale e coinvolgente. Cominciò a scandire i primi versi: «Ti amerò come un fresco fiore appena sbocciato, ti ammirerò nella meraviglia dei giorni a venire, ti udirò nei silenzi che oscillanti asseconderò, ed ogni mio pensiero, poi, si tradurrà in un sentimento, che col tempo diverrà essenza di te». Bastarono queste poche righe per entusiasmare l'esigente pubblico di Bologna. L'unico neo, nella meravigliosa festa che si stava svolgendo, era l'assenza di David. Fu un clamoroso successo. Luisa rimase nella città emiliana per circa un mese. Dopo ritornò nella sua seconda patria, l'India. Al suo rientro trovò una gradita sorpresa preparata da David, il quale aveva acquistato quella casa disabitata che tanta emozione aveva suscitato in lei. La felicità, sul suo volto appena si ricongiunsero, era palese. Iniziarono a traslocare già verso la fine della primavera e avrebbero voluto completare le operazioni per l'arrivo della nuova stagione. Il primo periodo fu vissuto all'insegna della novità e ogni accaduto era percepito con entusiasmante trasporto. Ma poi accadde qualcosa di inusuale, che li lasciò quasi senza parole. In un giorno di metà settembre, mentre lei era impegnata a rilassarsi con una rinfrescante doccia, per un solo momento rivide quella stessa figura, che Gabriella aveva osservato alla sua presentazione nella galleria d'arte e che, ancora prima, lei stessa aveva visto nella sua vecchia casa: l'espressione di donna, dai lineamenti non curati, che sembrava provenire dal ato.
Luisa aveva il presentimento di poter avere timore, perché anche Gabriella si era trovata di fronte alla stessa immagine. Raccontò la sua esperienza a David, che non era stato ancora informato dei precedenti avvenimenti. Anche lui, dall'aspetto teso, cominciò a preoccuparsi, perché si trattava di un vero e proprio enigma. Non si capiva bene quale fosse il fine del fenomeno ed anche a chi fosse rivolto. La notte ò inquieta. La mattina seguente rivolse a sé la domanda ripetutamente, chiedendosi se quel volto potesse avere qualche relazione con la casa dove andava ad abitare. Ora iniziava a preoccuparsi sul serio, perché in pochi mesi la fisionomia di quella donna era apparsa per ben tre volte. Troppe per essere una coincidenza. Alcuni giorni dopo, nella sala da pranzo, sistemò lo studio e pose un vecchio baule avuti come regalo dalla nonna materna Susanna. In quella cassa notò alcune lettere risalenti al 14 aprile 1835. Luisa e David si insospettirono, perché non avevano nessuno tipo di conoscenza, che potesse far pensare ad una data simile. Aprirono le buste e con meraviglia trovarono delle poesie scritte a mano con grafia curata, cucite con spaghi per conservarle a fianco. Si guardarono negli occhi, sorpresi dalla visione. Il mistero iniziava a infittirsi. Osservarono immediatamente che gli scritti erano in hindi. Luisa ebbe modo di pensare che l'immagine di donna apparsale era collegata con le poesie. Questa sua idea, ormai dominante, spiegava la convinzione secondo la quale la data delle stesse risaliva ai primi anni dell'Ottocento. E quella figura poteva appartenere a quel periodo. I due chiamarono un funzionario del ministero della cultura indiana, per studiare e capire meglio sia la scrittura che il periodo esatto delle stesse. L'atmosfera era inevitabilmente tesa. Nel frattempo Luisa volle riposarsi con David per ricreare quella bella armonia a cui si erano abituati consapevolmente. Volevano ritrovare la gioia di vivere. La camera da letto si trovava al piano superiore rispetto a quello in cui gli uomini del ministero della cultura erano impegnati, e non c'era alcun pericolo
che i movimenti della coppia potessero essere avvertiti. Di conseguenza, si sentirono a loro agio e, come se nulla fosse, iniziarono a curare i loro rapporti, avendone un intimo bisogno. Nella sensuale appartenenza, in cui coglievano innumerevoli tentazioni, percorsero disincantati momenti in pieno relax, offrendosi tutto l'amore, di cui erano capaci, che ormai era divenuto certezza. Poi, dandosi un ultimo bacio con evidente trasporto, ritornarono a seguire le indagini dei funzionari. Si informarono su alcuni dettagli della scrittura e sul modo di scrivere, che potevano far meglio capire il periodo in cui erano stati proposti. Uno di essi, rivolgendosi a Luisa, indicò una particolarità, che in un primo momento era sfuggita. Le mostrò, sfogliando le varie pagine molto delicate e ingiallite dal tempo, che potevano appartenere alla sua bisnonna, una dedica «A Susanna» su una poesia. Alla notizia rimase esterrefatta, perché mai avrebbe immaginato una simile conclusione. Ma volle vederci più chiaro. Analizzando con maggiore cura le varie frasi, gli esperti intuirono che vi era uno stretto legame fra l'autrice della poesia e la persona a cui era stata destinata. In un secondo plico scoprirono delle missive che fecero pensare ad un continuo scambio di lettere. Continuarono a studiare le varie carte con minuziosa attenzione. Intanto la sua amica Gabriella continuava la sua piacevole amicizia con François, il quale, con il are del tempo, iniziava a nutrire nei suoi riguardi un sentimento di amorevole ammirazione. I luoghi da loro frequentati, per la maggior parte musei, consentivano a Gabriella e a François di soffermarsi su argomenti riguardanti la storia dell'arte antica. Non di rado si trovarono di fronte a famiglie vissute nel ato. E i due, che all'inizio del loro incontro sembravano imbarazzati, ora facevano capire di conoscersi da lungo tempo. Nei loro incontri, caratterizzati da euforica allegria, sembravano essere studenti pieni di vitalità più che persone adulte.
Improvvisamente si abbracciarono con calore, meravigliando i presenti. Ritornarono quindi in albergo felici ed esuberanti, poi ricevettero una telefonata da parte di Luisa, la quale disse che aveva fatto scoperte interessanti, qualcosa di veramente importante che avrebbe stupito.
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In questa fase della propria esistenza, Luisa, per la prima volta, si sentiva realizzata, pensava di non dover più chiedere nulla alla vita. Infatti viveva insieme con affetti, fuori da ogni isolamento. Dopo una lunga attesa aveva conosciuto David, con il quale aveva creato un rapporto oltre il bisogno d'amore. Un piccolo gesto era sempre occasione per inneggiare alla semplicità della bellezza conosciuta. Percorrendo le strade della limpida eloquenza, aveva riabbracciato anche la sua grande amica, Gabriella, dalla quale era stata lontana per un lungo periodo. E con la gioia nel cuore, Luisa voleva ridare speranza a chi era meno fortunato di lei. Sostenuta dall'entusiasmante creatività del suo amore, aveva intenzione di avviare un'organizzazione no profit, per dare aiuto concreto a tutti quei giovani, che avevano perduto la volontà di realizzare i propri desideri. Nella spensierata emozione che la coinvolgeva, meditava di condividere con Gabriella il suo progetto. E non esitava a chiamarla, anche per dirle dell'avvenuta scoperta che i funzionari del ministero della cultura avevano appena compiuto.
Ciao Gabriella, sono Luisa. Come stai? Bene! Complimenti per la presentazione delle opere d'arte nella galleria: tutto fantastico, ogni cosa al suo posto. Gabriella, ho in mente qualcosa importante, che secondo me potrebbe davvero interessarti. Di cosa si tratta? Tu hai sempre delle accattivanti idee. Non stai mai ferma un minuto per cercare di soddisfare gli altri. Vorrei adoperarmi per i giovani con un'associazione no profit, che se ne occupi per trarli fuori da una spiacevole condizione.
Interessante, splendido questo progetto. Quando sarò arrivata a New Delhi, mi dirai tutto nei particolari. Ho bisogno anche di parlarti del recente ritrovamento dei funzionari del ministero del cultura, i quali, in alcuni plichi presenti nello scantinato, a cui si poteva accedere da una porta secondaria, finora mai aperta, hanno trovato delle lettere. Secondo gli addetti, potrebbe trattarsi di scritti di una donna, vissuta in quella casa nell'Ottocento, che potrebbe essere quella apparsa in sogno. Essi, allontanandosi, hanno osservato, dietro ad uno specchio, un quadro che li ha entusiasmati. Tale rinvenimento, probabilmente, contribuirà a farci capire questa storia. Ora ti devo lasciare, tienimi aggiornata. Bacioni! Ciao Gabriella.
Nel frattempo, David era ritornato a casa dopo la lunga giornata di lavoro. Era riuscito con difficoltà a evidenziare le proprie attitudini e gli impegni della sua azienda, in un contesto di problemi legati alle attuali tecnologie. Intanto gli inviati dal ministero avevano sorpreso Luisa con una scoperta. Era stato trovato, infatti, dietro ad uno specchio impolverato e in evidente stato di abbandono, un piccolo quadro di una donna con un vestito attraente e accanto alcuni versi della poetessa americana Emily Dickinson. I due, appena sopraggiunta la sera, crearono un'atmosfera ricca di dolci attenzioni. Luisa, di seguito, appena uscita dalla doccia, fresca nella sua piacevole intimità, si distese sul morbido letto. In lontananza si intravedeva il calar delle prime luci della sera, quando nella camera arrivò David, che, sorridente per la positiva giornata appena trascorsa, volle accarezzare la sua amata. Iniziò lentamente a toccarle i piedi, poi sfiorò il fondo schiena premurosamente baciandolo. Lei fece capire profondo gradimento, avendo ricevuto sensazioni inesprimibili. Ulteriormente si voltò e si abbracciarono con immenso trasporto, percorrendo attimi di pregevole armonia e di sottile allegria. Quindi riutilizzarono la doccia, stretti, e si baciarono. Luisa, soddisfatta, scese nel seminterrato, dove, curiosando, osservò importanti
caratteristiche del quadro. Perciò si rivolse al funzionario, che le era accanto, e gli chiese se i vari colori potevano aver subito delle modifiche nel tempo. Questi rispose che, secondo gli esperti, quelli erano rimasti invariati, ma era innaturale che ciò potesse accadere. Analizzando la poesia, si resero subito conto che in vita l'autrice sconosciuta con ogni probabilità aveva vissuto in un ambiente agiato, perché notarono, inaspettatamente, che la carta utilizzata era pregiata. Luisa, pensierosa, raggiunse al piano di sopra David, con il quale decise di andar via e dedicarsi ad una riposante eggiata, che fosse fonte di energia dopo giorni trascorsi a fatica. Percorsero un lungo tratto di strada, per arrivare ai giardini pubblici, meta del fine settimana, dove conobbero casualmente una coppia che praticava il commercio di opere d'arte, soprattutto di quelle risalenti alla storia antica dell'Asia e in particolare a quella dell'India. Erano due americani di New York, che sin da ragazzini avevano cercato capolavori da assicurare alle varie pubbliche amministrazioni. Erano incantati dalla cultura indiana e da tutto quello che essa rappresentava. Kelly e Bryan, i loro nomi, erano una coppia che destava una immediata e sincera simpatia. E per questo Luisa e David furono entusiasti per averli conosciuti. Lei era un'affascinante donna bionda di mezza età con uno spiccato senso dell'umorismo, che riusciva a mettere a suo agio chiunque incontrasse, mentre Bryan, dal canto suo, era un po' riservato, ma riusciva ugualmente ad essere fonte di una sana e piacevole armonia prodotta dall'incontro. Luisa, parlando con animosità, fece presente che in quella casa aveva trovato degli scritti ed un quadro, di ignota provenienza, tanto da chiedere l'intervento dei funzionari. Entusiasta della notizia appena conosciuta, Kelly volle subito andare a vederli in quanto era interessata soprattutto al modo di conservazione degli stessi. I due americani appartenevano ad una organizzazione internazionale, che si proponeva di ritrovare i tesori del ato, che erano stati trafugati dai rispettivi luoghi d'origine. Ed esercitavano un impegno che richiedeva tempo e molta
abilità, perché dovevano riconoscere con assoluta certezza l'autenticità. In riferimento ai versi trovati accanto al quadro, appartenenti ad Emily Dickinson, Kelly disse che molto probabilmente si trattava di un messaggio, che, nelle sue intenzioni, doveva raggiungere tempi lontani, anche oltre la propria esistenza. Dovevano, quindi, capirne la volontà. Ritornando alla casa di Luisa, occorre precisare che era un'abitazione situata in una zona di campagna, lontana dal frastuono quotidiano della città, immersa in un'oasi di verde, dove la tranquillità regnava sovrana. Una sera in cui la luce della luna produceva dolci atmosfere e alimentava momenti di distesa condiscendenza, Luisa e David sentirono dei rumori che provenivano con molta probabilità dallo scantinato. Accorsero velocemente e si trovarono di fronte ad un'immagine di una donna che, dopo qualche movimento, d'improvviso si fermò proprio davanti a loro. Furono colti da un forte imbarazzo. Cercarono di carpire se quanto avevano visto era reale o frutto del loro pensiero. Sembrava una persona dai caratteri europei con una lunga chioma e due bellissimi occhi neri. Appariva di circa quarant'anni e con un volto bianchissimo mai potuto osservare. La donna, parlando con un inglese stentato, rivolta ai due, chiese quale fosse l'anno in cui si trovavano. Luisa, con un sorriso appena accennato, rispose che erano nel 2013, determinando la sua meraviglia, perché l'ultimo anno che ricordava era il 1845 con evidente tristezza del volto. Erano a solo pochi metri da lei, ma avvertivano una forza che li separava, impedendo loro di avvicinarsi fuori da ogni spiegazione. Luisa chiese quale fosse la sua città, la donna, con voce tremante, rispose Londra quale città natale, poi aggiunse di non conoscere il luogo in cui era. Intervenne David, che, per rassicurarla, la informò di trovarsi in India, precisamente a New Delhi. Per Luisa l'emozione di essere di fronte alla donna, che le era apparsa in sogno,
fu devastante. Non avrebbe mai pensato di poterle parlare. Alla sua vista rimase sconvolta, perché, fin dal primo istante, aveva creduto in una forma di persecuzione. Il giorno seguente Gabriella le telefonò avvertendola che dopo poche ore sarebbe partita e che non vedeva l'ora di riabbracciarla. Decise di intraprendere il viaggio in India da sola, senza l'amico François, il quale era impegnato in Africa alla scoperta di antiche civiltà. Arrivata a destinazione, incontrò l'amica del cuore che molto le era mancata. Luisa, sorridente come poche altre volte, la condusse nella nuova dimora, che le era costata abbastanza. Quasi subito le fece notare che era in ansia, innanzitutto per la visita della poetessa sconosciuta, che in quest'ultima occasione si era mostrata in tutta la sua realtà. Gabriella, esterrefatta, quasi all'istante si interessò dei ritrovamenti, che negli ultimi mesi erano stati compiuti dal personale del ministero della cultura. Rimase senza parole davanti al quadro, che sembrava fosse stato dipinto poche ore prima, ma che invece aveva alla sue spalle quasi due secoli. Si meravigliò quando vide gli occhi della donna, ma soprattutto per la vivacità dei colori decisamente espressivi. La poesia, poi, era un altro argomento di non poco conto, scritta in una maniera del tutto particolare, specialmente per quel che riguardava la grafia, che denotava la complessa personalità della poetessa. Aggiunse, a voce alta, che non immaginava un simile spettacolo e che era bellissimo, sorprendendo notevolmente anche Luisa. Esaminati il quadro e la poesia, Gabriella fece notare che, con ogni probabilità, il tutto non doveva essere pensato quale enigma, di cui aver timore, ma come una sicura occasione per ricercare nel ato della poetessa alla scoperta di messaggi da comprendere oltre le parole e le immagini. Nel frattempo venne affascinata dalla lettura di alcune lettere trovate nel seminterrato. Avendole analizzate, sul suo volto e su quello di Luisa apparve uno splendido sorriso, che era un buon motivo per continuare a cercare più a fondo nella vita di una poetessa così lontana nel tempo, ma tanto vicina con le sue composizioni.
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Fra le lettere richiamate nel capitolo precedente, di seguito proponiamo la lettura di alcune di esse.
Martedì, 15 aprile 1845
Gentilissimo amico, in questi ultimi giorni vi ho pensato tanto. Da quella sera in cui i nostri sguardi si sono incrociati, nella casualità del tempo, la mia mente è rivolta a voi. Vi comunico che le mie giornate ano lente nelle tranquilla monotonia di stati d'animo. Accade talune volte, mio caro, di svegliarmi la notte all'improvviso senza alcun motivo; poi l'attenzione rivolta a voi mi ridà la giusta tranquillità per tornare a dormire. In quest'ultimo periodo ho iniziato a scrivere poesie, ritrovando il sorriso perso nel quotidiano agire. Ve ne manderò alcune. La mia casa è situata fuori città. Un giorno sarò lieta se vorrete venire da me. Sarebbe molto bello se ciò potesse accadere. Sabato sarà il mio compleanno, che trascorrerò con una mia amica d'infanzia chiacchierando, come accade, in piena allegria. Solitamente penso ai vostri impegni e vi immagino in giro per il mondo, in città piene di fiori, impreziosite dalle bellezze, che, sono sicura, saprete rendere vostre. Abbiate cura di voi. La vostra amica Giselle.
Venerdì, 8 agosto 1845
Gentilissimo amico, dopo aver ricevuto la vostra ultima lettera, ho sentito il desiderio di comunicarvi quanto sia dolce l'armonia che mi state offrendo con le vostre affettuosità, di cui avevo vero bisogno. Oramai sono abituata ad accogliere le vostre missive, che, con le novità, mi regalano istanti piacevoli. Ho la sensazione di avervi al mio fianco e mi sento più tranquilla, rilassata nel conoscere le nuove informazioni e più sicura nell'affrontare gli avvenimenti, che si propongono durante l'arco della giornata. E per questo non posso che inviarvi un affettuoso abbraccio, perché avere un amico nel cuore come voi non può che darmi gioia. Aspetto con ansia vostre notizie. Abbiate cura di voi. La vostra amica Giselle.
Dopo aver trovato la prime due missive di Giselle, sopra riportate, Gabriella ne fu talmente affascinata che accarezzò l'idea di rimanere in India con Luisa più a lungo di quanto avesse pronosticato in un primo momento. Era così impegnata nella lettura che non vedeva l'ora di trovarne delle altre. La sera ò tranquillamente con quell'unica riflessione. Era particolarmente interessata a comprendere cosa si nascondesse dietro le parole, oltre le emozioni, espresse e quelle taciute. Si domandava spesso che vita avesse condotto, se era stata una donna piena di energia, attiva nella società, se aveva pensato al futuro in maniera positiva. Ma anche quale era stato il legame che aveva unito la poetessa a Giselle. Come mai le lettere si trovavano nel suo scantinato e chi fosse il suo amico.
Mentre era per addormentarsi, in compagnia della sua interiorità e dei suoi sogni, uno squillo del cellulare la richiamò immediatamente. Dall'altra parte, inattesa, ascoltò la voce di François, il quale era in Africa alla ricerca dei tesori del ato. Gabriella fu sorpresa nel riconoscere la voce del suo amico, in quanto erano oramai mesi che non si sentivano. Ma dopo i primi attimi di stupore, iniziarono un dialogo pieno di aneddoti, che fece intuire quanto fossero vicini nonostante la lontananza. Con allegria si misero d'accordo per ritrovarsi il più presto possibile. arono due settimane, quindi si videro a New Delhi. Al loro incontro parteciparono anche Luisa e David. L'entusiasmo era tale che l'emozione era evidente. Per quasi tutto il tempo parlarono delle scoperte effettuate da François in Nigeria, riguardanti i dinosauri. Fece, quindi, notare di avere individuato degli stessi un'altra famiglia, che gli studiosi non avevano ancora esaminato. Luisa ascoltava con palese interesse, meravigliandosi di come, in pochi mesi, l'amico fosse riuscito in una tale impresa, soprattutto se si teneva conto delle enormi proporzioni del continente africano. I quattro, poi, si separarono per meglio vivere qualche momento di relax. Gabriella era così felice di trovarsi insieme che i suoi occhi brillavano per la gioia. Non vedeva l'ora di raccontare loro le piacevoli sorprese, che aveva rinvenuto in casa di Luisa, per quel che riguardava la poetessa venuta dal ato. Gabriella e François si recarono in albergo, per trascorrere momenti di affettuoso incontro. Con lenti movimenti, avvicinandosi, curarono sentimenti di eloquente benevolenza. Sul letto, sorridenti, si cercarono le labbra, che accostarono baciandosi. Premurosi, ravvivarono istanti di spensierata emozione. arono alcuni minuti senza che si staccassero. Successivamente Gabriella prese l'iniziativa di disfare il letto, perché aveva il forte desiderio di essere in intimità con lui. Sentirono reciprocamente il proprio respiro sempre più coinvolgente, fino a dar
vita all'amore. Stanchi, si addormentarono coperti da un bianco lenzuolo nel complice silenzio della notte. Nell'intima sensazione che andava oltre la presenza fisica, il giorno seguente, iniziarono a cercare altre testimonianze della poetessa. Casualmente, Gabriella notò una vecchia busta impolverata, che si trovava sotto ad un antico baule, in cui Luisa conservava dei fogli. Aprendola, Gabriella con sorpresa trovò una datata poesia dedicata al suo amico ed una lettera indirizzata allo stesso. In una prima circostanza, durante le analisi delle medesime, immaginò con brividi, e François li osservava, i turbamenti di Giselle. Guardandosi, si resero conto di essere di fronte ad un avvenimento importante, quale la visione di documenti di una poetessa, vissuta in un'altra epoca, che aveva lasciato preziose informazioni. E mentre osservava François, con l'entusiasmo tipico di una donna innamorata, gli dette un bacio, tanto da sorprenderlo. Negli attimi successivi, François, approfittando dell'atmosfera che si era creata, sfiorò con vibrante emozione le labbra della donna; insieme, quindi, condivisero momenti di dolce armonia. Con l'occasione, finalmente, Gabriella, da innamorata, manifestò il suo sentimento, nato in tempi ati, che, giorno dopo giorno, si era rafforzato, pur nel silenzio della lontananza. In seguito, durante la giornata in cui la poesia era l'argomento predominante, Gabriella e François scoprirono con stupore che l'amico di Giselle era un vecchio avo della poetessa, il quale aveva delle origini inglesi e che si chiamava Liam. La notizia colse impreparati anche Luisa e David, che, nella gioviale allegria dei quattro amici, decisero di intraprendere un affascinante viaggio. Andarono in Inghilterra alla scoperta degli antenati dell'autrice, per capire i motivi per i quali la stessa si trovasse in India, e come mai avesse abbandonato la sua patria. Dalle carte rinvenute, capirono che sin da giovanissima aveva frequentato una
della migliori scuole di Londra, affermandosi come una delle più promettenti del Regno Unito. Nel frattempo i due innamorati colsero l'occasione per scambiarsi piacevoli effusioni di intima premura, baciandosi ripetutamente e andando oltre ogni possibile immaginazione. Una volta arrivati a Londra, Luisa e David cercarono i responsabili della locale università, in cui presumibilmente la poetessa aveva avuto frequentazioni di un certo livello. In un secondo tempo furono condotti in una vecchia abitazione, situata a nord di Londra, oramai disabitata, che i proprietari avevano intenzione di adibire a museo per la lettura di poesie; erano convinti, inoltre, che sarebbe diventata un punto di riferimento per futuri poeti. Appena entrati, trovarono, stranamente, qualcosa di inatteso, una vecchia radio risalente al secolo precedente, impolverata, che fece ascoltare una famosa poesia di Emily Dickinson. Si meravigliarono per l'accaduto, in quanto negli anni a cui si allude non esistevano strumenti di trasmissione a distanza. Ebbero modo, pertanto, di formulare alcune domande a cui pensavano di poter rispondere per capire lo strano fenomeno. Iniziarono, quindi, ad aprire i vari plichi, che, in maniera disordinata, si trovavano su alcuni tavoli agli angoli della stanza. In una prima fase, presero alcune lettere e le misero da parte. Con molta lentezza, Luisa cercò di leggere una missiva, che era accompagnata da una poesia. I due, arrivando la sera, ritornarono in albergo. Luisa, entrata nella stanza, accese il computer e trovò una gradita sorpresa. Infatti, collegandosi su un social network, vide un messaggio da parte di Gabriella la quale chiedeva informazioni sulle scoperte inerenti la poetessa e i suoi antenati. Le rispose che la parte più affascinante sarebbe dovuta arrivare e che non vedeva l'ora di iniziare una nuova giornata lavorativa per le svariate impressioni, che i documenti stavano suscitando. Poi i due amici si distesero sul letto e si addormentarono nel lento trascorrere della notte.
Non appena si svegliarono, per andare oltre le avvincenti atmosfere che stavano vivendo, Luisa baciò premurosamente David, che ricambiò con affettuosità. Prima di uscire, si rinfrescarono con una piacevole doccia, che offrì loro l'occasione per uno scambio prolungato di baci in istanti di caldeggiante attenzione. Vivevano un sogno nella realtà, progressivamente più entusiasmante. Arrivati al museo, si trovarono di fronte ad una novità inattesa: in un plico notarono una missiva che trattava apertamente d'amore tra Liam e Giselle. Furono sconvolti, perché non si aspettavano tale notizia, che, tuttavia, accettarono con esuberante allegria.
Giovedì, 22 gennaio 1846
Gentilissimo Liam, dalle ultime vostre informazioni ricevute è ato un po' di tempo. Ma i miei sentimenti, giorno dopo giorno, invece che affievolirsi, si sono rafforzati fino a diventare vero e proprio amore. L'avvicendarsi delle esperienze non ha cambiato il mio sentire, che anzi è aumentato da quell'ultima volta in cui i nostri visi si sono sfiorati, anche se per pochi istanti. Devo aggiungere che il mio amore supera le distanze e il tempo, pur nelle difficoltà. Aspetto con ansia il vostro ritorno. Abbiate cura di voi. Il vostro amore Giselle.
Luisa riconobbe subito l'intensa ione contenuta fra le righe. Gabriella, informata, confermò la veridicità del giudizio ed aggiunse che si trattava certamente di un amore travolgente vissuto nell'atmosfera di emozionanti
pensieri. A quel punto David precisò che richiamava il proprio per lei. Sorrisero. Trascorsa una settimana dal loro arrivo in terra inglese, dopo avere analizzato nei minimi particolari le varie lettere e tante poesie, Luisa e David ebbero la sensazione di trovarsi di fronte ad una donna con un animo sensibile e dalla lucente splendida bellezza del cuore.
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Luisa decise, dopo una mattinata all'insegna del movimento, di scrivere un diario contenente gli appunti relativi a quel che accadeva nel museo. In seguito, chiamò Gabriella, che da circa un mese non sentiva con un certo disagio per la lontananza.
Ciao Gabriella, è un po' che non ci ascoltiamo e comincio ad avvertire la tua mancanza. Anche io la sento. Gradirei, tuttavia, di conoscere l'esito delle tue ricerche e il nome, finalmente, della poetessa sconosciuta. David ed io stiamo lavorando assiduamente nel controllo delle svariate lettere e poesie, che la nostra protagonista ci ha lasciato. Forse siamo arrivati ad un punto interessante. Sono molto felice dei vostri risultati. In questo modo si darebbe valore alle nostre visioni, che in tempi diversi si sono proposte. Penso – disse Luisa – dovremo restare più a lungo di quanto avevamo pensato. Ora vorrei darti una importante informazione. Al momento è solo una intuizione. Credo che sia una bella novità, che non so ancora quando si manifesterà. Come? – Gabriella sorridendo rispose all'amica – In questo modo mi lasci senza fiato. Non posso ancora dirti nulla – sorridendo aggiunse Luisa – sarai la prima a conoscere la novità. Ti dò solo un indizio. Potrebbe esserci un abito bianco. Ciao Gabriella. Bacioni! A presto.
Al termine della telefonata, che permise un simpatico sorriso e ad entrambe una
vibrante emozione, Luisa era così contenta di aver parlato con la sua migliore amica che, appena vide David, gli andò incontro per abbracciarlo. Aveva voglia di intimità, desiderosa di soddisfare le esigenze del suo amato. Anch'egli cercò di rispondere con altrettanto interesse, sottolineando le proprie affinità. Animati da quel profondo sentimento, che in breve tempo gli aveva portati ad essere innamorati, si trovarono in simpatica compagnia di un dono, fuori dal tempo. Inattesa arrivò una telefonata da parte del Comune di Londra, che avvertiva del ritrovamento di un documento risalente al 1800 in cui appariva evidente il nome di una poetessa inglese che, secondo un buon parere, sarebbe potuto essere utile alla loro ricerca. L'accaduto fu accolto da Luisa e David con piacevole allegria. Intanto, i due trascorsero del tempo osservando le vetrine del centro città, dove Luisa poté apprezzare gli svariati colori, di cui una cittadina di una terra straniera poteva sentire la bellezza. Poi, abbracciati, ritornarono in albergo, dove, colti da improvviso entusiasmo, si abbandonarono a reciproche attenzioni. Il giorno successivo, Luisa andò nel museo senza David, che volle assicurare alla compagna una bella sorpresa. La chiamò, infatti, con il cellulare e le disse di andare in uno dei più famosi bar della zona, nel centro della città. Appena arrivata, con un sorriso smagliante, David, che aveva celato con intenzione la sua presenza, la fece sedere e le disse: «Amore della mia vita, non ti perderei per un solo istante, il mio cuore non è nulla senza di te. Vuoi sposarmi?». Luisa, ascoltando questa dichiarazione, rimase allibita. Non immaginava che David le avrebbe fatto una proposta di quel genere così presto. Lei, rossa in viso, si emozionò e rispose: «Si, amore mio». In seguito si abbracciarono strettamente, rimasero attaccati l'uno all'altra per parecchi minuti. Non stavano nella pelle. Quel giorno il museo non contava, erano così eccitati che il loro unico pensiero era l'amore. Fuori, camminarono per ore, fin quando non si trovarono di fronte ad una vetrina
di una gioielleria. Entrarono e chiesero al commesso di poter vedere, ai fini di un acquisto, i più belli e affascinanti preziosi. Scelsero un brillante che avrebbe arricchito la delicata mano di Luisa. Il giorno seguente, si rivolsero ad un sacerdote di Bologna, con il quale decisero la data del loro matrimonio. Si sarebbero sposati il 15 settembre. Entusiasti, non vedevano l'ora di are il programma a Gabriella. Nel frattempo, avrebbero dovuto continuare la loro ricerca, per cercare documenti, che potessero spiegare l'enigma dell'autrice delle poesie. Si recarono presso il Comune di Londra, dove trovarono uno scritto di una poetessa inglese e capirono che si trattava di una certa Jennifer McLaren. Studiarono con attenzione la grafia e lo stile del discorso. Poi, presero contatti con il ministero della cultura inglese, per avere una consulenza da parte dei maggiori esperti del paese. Sorridendo, Luisa disse che molto probabilmente si trattava della stessa persona che da tempo stavano cercando. Aggiunse che aveva individuato delle parole che, con molta probabilità, corrispondevano a quelle delle lettere trovate in precedenza. Riconobbero, pertanto, l'opportunità di portarlo via. Il funzionario dell'amministrazione fu d'accordo. Arrivati in albergo, decisero di studiare il prezioso documento nei minimi dettagli. Notarono, quasi subito, la data impressa risalente al 25 dicembre 1826. Luisa ne fu colpita, tanto da riconoscere che erano davvero molto vicini alla soluzione del problema. Fu molto contenta. Lo toccarono ripetutamente, immaginando di poter capire le emozioni nascoste nelle parole. Vissero ogni istante in maniera coinvolgente. Luisa e David erano convinti che si trattava della poetessa che stavano cercando da tempo. Ma avevano bisogno di una esperta in grafia, per poter confermare questa loro impressione. Chiamarono una delle maggiori, che fortunatamente in quel periodo si trovava a Liverpool per una serie di congressi, e le chiesero di analizzarlo. L'indomani, in un noto albergo di Londra, Luisa e David trovarono la conferma
delle proprie aspettative, perché si trattava realmente di un documento scritto nel 1826. Furono profondamente emozionati e arono la decisione a Gabriella, che misero al corrente anche del loro matrimonio.
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Subito dopo la lieta telefonata con Gabriella, e poco prima di intraprendere il lungo viaggio per New Delhi, Luisa desiderò unirsi con David, che, a sua volta, con evidente trasporto, sfiorò con la mano destra il suo mento. Poi si avvicinò delicatamente per baciarla e, con la voluta frequenza, furono insieme con la sensazione che il tempo non stesse scorrendo. Sul letto, presi da un'esaltante emozione, vissero audacemente i propri sentimenti. David era disteso, mentre Luisa si mise su di lui, invitandolo con destrezza a baciare la sua sostanza vitale; egli, nutrendosi dei suoi profumi e respirando la magnifica bellezza, sentì su di sé la sua profonda essenza. Stanchi, ma felici per aver soddisfatto le proprie esigenze, ora Luisa e David decisero di uscire per farsi una rilassante eggiata nei dintorni dei giardini pubblici, con la speranza anche di trovare nuove amicizie, in quella città, Londra, mondo di una moltitudine di culture proveniente da tutti i paesi. Il giorno successivo iniziarono i preparativi per ritornare nella loro amata India. Arrivati in aeroporto alcune ore prima del faticoso viaggio, per rilassarsi e per affrontare meglio la giornata che li attendeva, decisero di comprare presso una edicola il The Guardian, famoso giornale inglese. Tra una lettura e l'altra, conobbero una giovane coppia neozelandese, Bill e Sophia, i quali erano in procinto di partire per Sydney, dove erano riusciti ad aprire un rinomato albergo, che nel tempo era diventato tra i più ricercati in città. Tennero una piacevole conversazione, tanto che, quando arrivò il momento di lasciarsi per i rispetti voli, si scambiarono i numeri di cellulare per tenersi in contatto. Una volta arrivati nella capitale indiana, Luisa trovò una gradita sorpresa. Di ritorno dal lavoro, venne chiamata dalla direttrice e informata della positiva collaborazione tra il museo egizio de Il Cairo e quello di New Delhi.
Luisa, appena conosciuta la notizia, esultò per la gioia e pensò che sarebbe stata una bellissima esperienza condividere conoscenze con studiosi di fama internazionale. Era così felice che non vedeva l'ora di avvertire David, il quale in quel momento si trovava presso la sua azienda di tecnologia. Lo chiamò immediatamente e conversarono come segue.
Ho appena ricevuto un meraviglioso comunicato. Di cosa si tratta? Con molta probabilità, nei prossimi mesi, dovrò andare al museo egizio, de Il Cairo. È davvero un bellissimo aggiornamento, avrai modo di imparare da persone che ti faranno crescere culturalmente. È stato sempre il tuo sogno. Sarà un'affascinante avventura da vivere fino all'ultimo istante. Sono già da ora emozionata. Immagino quando avrò di fronte i capolavori della storia. Tutto questo è fantastico. Sono felicissimo per te, amore.
Finalmente, dopo un periodo pieno di affascinanti emozioni, soprattutto per quel che riguardava la scoperta dei documenti della poetessa, si accingevano a realizzare il loro vero sogno: quello di diventare marito e moglie. Avvertirono sensazioni di unica rarità, che altre poche volte avevano avuto la fortuna di vivere in quel modo. Il giorno tanto sognato stava per arrivare. Con una serie di telefonate avvertirono del loro imminente matrimonio, il quale si sarebbe tenuto a Bologna nel mese di settembre. Molti di loro provenivano da paesi stranieri, conoscenze frutto dei tanti viaggi, particolarmente da parte di Luisa, sempre alla ricerca di ritrovamenti relativi alla storia antica. Il giorno tanto atteso arrivò.
La Basilica di San Petronio, quale splendida cornice, sita nella Piazza Maggiore di Bologna, era gremita. Tra i tanti invitati, spiccavano Gabriella e François, i quali, oltre ad essere intimi amici degli sposi, erano anche testimoni. La bellezza di Luisa, avvolta da un abito bianco, che ne impreziosiva ogni singolo gesto, lasciò senza fiato i presenti. E quando entrarono nella Basilica, uno spontaneo applauso li accolse. L'atmosfera era di palese allegria. Don Giovanni, declamando, iniziò la tanto attesa liturgia e, con estrema partecipazione, fece la fatidica domanda, chiedendo loro se erano disponibili ad impegnarsi nella reciproca assistenza. Alla positiva risposta, ci fu un applauso, che coinvolse tutti i presenti in chiesa. Quindi, un coinvolgente bacio sottolineò il loro amore.
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Dopo un breve periodo di vacanza, post matrimonio, che li avrebbe visti protagonisti sulle splendide coste del Messico, Luisa e David ritornarono in India. Il che per lei significava coronare il suo sogno, cioè essere fianco a fianco con i maggiori esperti mondiali di arte antica, in quanto avrebbe fatto parte della spedizione di collaborazione con gli esponenti del museo egizio de Il Cairo. Ritornarono a New Delhi, da dove Luisa ripartì nuovamente alla volta della capitale egiziana. Finalmente, stava per affrontare una straordinaria emozione, che con molta probabilità le avrebbe, in seguito, cambiato il modo di vivere. La conoscenza di nuovi documenti, le testimonianze di esperti, che mai avrebbe immaginato di poter incontrare, sicuramente le stavano per trasformare la realtà. Le giornate, certamente movimentate, che stavano per arrivare, non potevano che farle piacere. D'ora in poi, ogni singolo gesto che avrebbe compiuto, sarebbe stato vagliato con attenzione anche dal direttore, il quale era a stretto contatto con la collega indiana. Lavorarono in un'atmosfera piena di simpatiche allegrie, con le presentazioni dei vari studiosi. Vi erano le colleghe inglese, se e tedesca, i collaboratori del Sud Africa, del Giappone e dell'Argentina. Analizzarono, quindi, delle foto, effettuate in loco, di ritrovamenti risalenti ai periodi tra il 1300 e il 1400; presero in considerazione anche alcuni scritti, non ancora valutati, che erano venuti alla luce durante gli scavi per le ultime costruzioni in Israele. Luisa fece subito notare che dai dati si poteva intuire il desiderio di fare apprendere a coloro che le avrebbero osservate, nel contesto della lettura del poema, una volontà, che fosse riuscita a guidarli oltre i tempi vissuti. Ed aggiunse che il documento sembrava prodotto più da una donna che da un uomo. Continuando, disse che lo dimostrava il modo di scrivere e la grafia. Questa ipotesi fu molto apprezzata dai presenti.
Nel resto della prima giornata si alternarono voci favorevoli e contrarie alla sua tesi, nel frattempo affascinata da tutto quel discutere intorno alla propria opinione. Gli altri ospiti del museo, nei giorni successivi, cercarono un accordo tra le varie convinzioni, che iniziarono ad essere fruttuose in relazione alle storie vissute in un ato non troppo recente, perché non sempre erano chiare, come poteva sembrare in un primo momento. Esaminando, poi, i cambiamenti avuti in Israele, scoprirono con sorpresa altri scritti, che potevano essere considerati delle correzioni, che proponevano testimonianze diverse. Questa verità fu condivisa dalla maggioranza degli storici, soprattutto perché pensarono al tentativo, nei nuovi ritrovamenti, di comunicare la vera essenza delle propria vita. Gli eventi, che erano alla base dei fatti, avevano qualche somiglianza con quanto aveva sognato, che per moltissimo tempo era stato un vero e proprio enigma, risolto con l'aiuto di David. Gli studiosi, continuando a valutare i motivi, che avevano portato l'autrice a scrivere un'opera di tali dimensioni, in una successiva ricognizione, scoprirono non solo il luogo in cui era stato trovato, ma anche in quale parte della città avrebbe vissuto. Tutte conoscenze di primaria importanza. Con notevole stupore avevano scoperto che si trattava di un convento per suore di clausura, quindi avevano la certezza che l'autore del componimento era una donna. Nel quotidiano frequentarsi, gli ultimi ospiti del museo oramai lavoravano come se fossero insieme da anni, tanto da sentirsi un'unica entità. Proseguendo il lavoro, per ottenere il maggior numero di informazioni possibili, Luisa e poche sue colleghe decisero di andare in Israele, per verificare sul campo alcune loro convinzioni. Una volta arrivate nel paese ebraico, si diressero verso Tel Aviv, dove si trovava il luogo dei ritrovamenti. Entrando in quella città, osservarono i segni di una storia.
Erano sbalordite dalla bellezza di quei panorami. Ora, al posto del convento, vi era una scuola in costruzione tutta al femminile, da dove, con molta probabilità, sarebbero uscite delle religiose. Ebbero, quindi, l'opportunità di avere tra le mani il desiderato poema. Era collocato in una biblioteca ben protetta, con temperature molto basse. Questo consentiva che fosse stato curato adeguatamente. Gli studiosi, per arrivare allo scopo, si sarebbero serviti di due , che, per motivi di sicurezza, venivano cambiate settimanalmente, ed erano conosciute solo dalla direttrice e dall'impiegata. Iniziando a sfogliare delicatamente il testo, esercitarono molta attenzione, perché la carta col tempo si era assottigliata. Si resero subito conto che si trattava di un carme d'amore dedicato non ad una singola persona, ma ad ogni essere vivente bisognoso di attenzioni. Studiando la grafia e la scelta delle parole scritte in antico ebraico, furono colpiti dalla bravura di una religiosa, così lontana nel tempo, ma ugualmente contemporanea per lo stile. Cercarono informazioni sulla vita della suora, per comprendere se fosse stata giovane o meno, e come mai avesse avuto il forte interesse di affidare ad un bianco foglio i caratteri della propria esistenza. I giorni arono cercando ogni piccolo dettaglio, che potesse aiutare a capire meglio le varie sfaccettature della poetessa, sia come persona che come autrice. A fatica riuscirono ad arrivare alla conoscenza di alcune sue peculiarità, come, ad esempio, la devozione verso la «Madonna dell'Umiltà», che segnò non poco il suo cammino nella vita terrena. Avevano l'impressione di trovarsi di fronte ad una personalità di alta levatura, in quanto non doveva essere stato facile, per chiunque, ma soprattutto per una suora di clausura, riuscire a descrivere le proprie emozioni in un tempo in cui la forza maggiore era, senza dubbio, la sopravvivenza. Luisa era colpita dalla bellezza delle parole, ammirando l'eloquenza dei versi, che riuscivano ad esaltare i piccoli gesti ricchi di una infinita bontà.
Con tranquillità si diresse verso le altre sue colleghe, scambiando vari pareri sulla complessa figura della suora ebraica, la quale, attraverso semplici concetti, era riuscita a conquistare l'animo dei suoi contemporanei. Stranamente, anche in questo caso, vi era qualcosa di inatteso, da comprendere. Difatti, sugli scritti rinvenuti non compariva il suo nome. Decisero di cercare nell'anagrafe del comune di Tel Aviv senza alcun risultato. Conobbero una notizia che non piacque né a Luisa né alle altre sue colleghe. La registrazione degli abitanti, sul suolo comunale, aveva avuto inizio solo a partire dal 1800, di conseguenza non vi era possibilità di conoscere il suo nome. Senza perdersi d'animo, cercarono risposte presso la curia di Gerusalemme. Neanche in questo caso ebbero i risultati sperati. In seguito cominciarono nuovamente a dedicarsi allo studio dell'opera. Luisa, allora, propose alla direttrice della biblioteca di portare con sé al museo de Il Cairo il poema, in quanto aveva visto, studiandolo assiduamente, che c'era una relazione storica. La risposta la rese felice e precisò che tutti sarebbero stati contenti se il testo avesse trovato posto in un luogo così importante come il museo de Il Cairo. Successivamente, presero il libro e tornarono nella capitale egiziana, dove erano attese. Una volta arrivate, lo collocarono in una stanza in piena sicurezza. Ora, tutti i frequentatori avevano l'opportunità di analizzarlo, e con l'aiuto degli altri studiosi avrebbero raggiunto conoscenze sicure. Poi, in una nota, il responsabile affermò che con molta probabilità gli scritti della suora ebraica sarebbero stati mostrati al pubblico, per rendere evidenti le nuove testimonianze dei secoli ati. Nella conoscenza, che pian piano stavano acquisendo i membri del museo, le più accese conflittualità si ebbero quando iniziarono a domandarsi cosa sarebbe successo una volta resi noti. Di conseguenza, molti di loro, prendendo l'iniziativa, si dissero convinti che la poetessa suora aveva avuto dentro di sé una scrittura originale, a volte ermetica, altre invece eloquente, ma che, tuttavia, avrebbe fatto discutere gli amanti della letteratura. Nell'ambito delle iniziative de «La giornata mondiale della poesia», il direttore
del museo decise di far conoscere parte degli scritti della suora, offrendo l'opportunità a tutti coloro che avessero desiderato creare un rapporto con una nuova fonte di sapere. La città egiziana in quei giorni fu presa d'assalto, come in nessuna altra occasione. La partecipazione a un tale evento andò oltre ogni rosea previsione, rendendo Luisa contenta per aver compiuto parte di un lavoro, che la stava arricchendo sempre di più, sia da un punto di vista umano, che da quello professionale. Era soddisfatta di far parte di un gruppo di persone, che potevano considerarsi fortunate in un ambito così pieno di prospettive di inestimabile valore. Analizzando le varie fasi della ricerca di notizie risalenti al periodo vissuto dalla religiosa, vennero rintracciati dei frammenti, con i quali si poté verificare l'esatta data del poema. All'interno dello stesso, inoltre, sorprendentemente fu trovata una missiva, con la lettura della quale furono chiari gli avvenimenti a cui la stessa suora aveva partecipato in vita. E a questo proposito, Luisa disse che si poteva affermare dalle carte ritrovate, con certezza, che la data di inizio dell'opera era lunedì 15 marzo 1345. Nel primo periodo di permanenza in Egitto, notò delle differenze sul piano della ricerca dei documenti di un certo valore storico. Verificò anche una maggiore capacità di essere insieme fra gli interessati che portò, in breve tempo, a raggiungere risultati di una significativa importanza con il contributo di informazioni provenienti dal resto del mondo. Riprendendo il discorso occorre dire che, dopo essersi sposata con David a Bologna, iniziò a sentire la sua mancanza, tanto che avrebbe voluto, per un breve periodo, ritornare nella sua amata India. La realizzazione di questo desiderio le veniva offerta dal direttore, che aveva stabilito un periodo di vacanza ad ognuno dei componenti del museo come premio per aver raggiunto, in relazione alla suora poetessa, un risultato di grande prestigio. Al termine della sua giornata lavorativa, Luisa decise di partire, nel pieno delle notte, per fare allo sposo una gradita sorpresa. Questi, assonnato e appesantito, ascoltò il suono del camlo all'ingresso alle cinque del mattino. Aprì la
porta, vide il suo volto sorridente e l'abbracciò teneramente. Poi, a causa del lungo tempo trascorso in luoghi diversi, decisero di andare a letto. Seminudi, furono insieme come fossero al loro primo incontro. Cominciarono reciprocamente ad usare delle attenzioni; dopo tanto digiuno si scambiarono baci; David allora accarezzò il basso ventre e, procedendo sempre più giù, colse l'intimo piacere della sua compagna. Quindi assecondò ogni suo desiderio, affascinati l'uno dell'altra. Apionatamente proseguirono, andando oltre l'innata voglia d'amare. Il mattino seguente, sui loro stanchi volti era impressa la felicità per essersi ritrovati in seguito ad un tempo, che era sembrato, ai loro occhi, inesauribile. Nella loro armonia, riuscivano a produrre una sana piacevolezza, che confluiva in una condivisione, tanto da impreziosire ogni piccolo gesto. I loro comportamenti, più simili a quelli di una coppia di fidanzati che a quelli di una appena sposata, mostravano interesse alla convivenza fondata in una continua evoluzione dell'amore. Percorrendo le strade della vita quotidiana, Luisa volle approfittare del breve periodo concessole dal direttore del museo egiziano per organizzare una missione insieme con Gabriella, che stava riscuotendo un certo successo con la galleria d'arte. In serata chiamò Gabriella e le chiese se fosse disponibile per un viaggio, che, nelle proprie intenzioni, avrebbe dovuto toccare i punti di maggior rilievo della penisola indiana. Questa, dichiarandosi felice, accettò in quanto per il momento non aveva alcun impegno. Si misero d'accordo per vedersi la settimana successiva. In una calda giornata di metà primavera, arrivò all'aeroporto di New Delhi. Poiché da un po' di tempo mancava dall'India, fu presa immediatamente dal suo insaziabile fascino. Quando in lontananza vide Luisa, gioiosamente le andò incontro e l'abbracciò fortemente.
Dopo essere arrivate in casa di Luisa, che nel frattempo si era sentita con David, Gabriella, sorridendo, puntò la sua attenzione sul traffico, che ritrovava sempre uguale, incontrando il parere favorevole dell'amica. Iniziarono, poi, a studiare quali potevano essere i percorsi più facili da seguire. Decisero di andare in tutti quei luoghi, che non avevano visitato, quando di quella penisola conoscevano soltanto nozioni studiate a scuola. In questa occasione le circostanze erano diverse: Luisa, per conto del museo di New Delhi, si trovava presso quello de Il Cairo, mentre Gabriella, che aveva vissuto circa sei mesi in India, si trovava in Italia, a Bologna. Le due amiche decisero simpaticamente di dormire nello stesso letto, come avevano fatto in precedenza. Nella loro mente ritornarono le prime difficoltà vissute in una terra così lontana rispetto alla propria, sia per cultura che per lingua. Iniziarono a raccontarsi degli aneddoti, proponendo l'armonia che regnava tra le due. Animate da un entusiasmo tipico di giovani donne, alla ricerca continua di nuovi stimoli, con allegria stavano per compiere una traversata mistica e fascinosa. Nella loro vita Gabriella e Luisa avevano saputo condividere interessi di varia natura, che andavano dall'arte alla poesia, fino ad arrivare all'amore per gli spostamenti da un luogo all'altro. E in questo contesto, iniziarono a compiere il loro avventuroso itinerario, in una serie di molteplici sfumature, con le quali intendevano arricchire il loro bagaglio culturale. L'intenzione, inoltre, era anche quella di visitare posti, dove nessun turista avrebbe avuto il coraggio di andare, dalla metropolitana ai vicoli delle città, in cui si poteva conoscere la realtà di persone, che combattevano per superare le difficoltà di ogni giorno. Di prima mattina lasciarono casa, senza nessun tipo di strumento tecnologico, che avrebbe consentito loro di comunicare con i propri familiari o conoscenti. Doveva essere una esperienza che andasse oltre i comuni mezzi in uso. Vestite in maniera casual, portarono con sé pochi abiti, perché il luogo in cui si
recavano non ne richiedeva tanti, volendo anche inserirsi in una tipica realtà quotidiana. Il modo migliore, per iniziare questa esperienza, era quello di dimenticare la propria condizione ata e presente, altrimenti sarebbero andate verso un clamoroso fallimento. Alle cinque del mattino entrarono nella metropolitana, dove la quantità di persone iniziava già ad essere di una certa consistenza e creava un certo disorientamento. Dopo alcune ore maturarono la convinzione, secondo la quale, non possedendo nulla, avrebbero dovuto trovare un modo per guadagnare, per poter sopravvivere anche nella prima giornata. Cercando di lavorare di fantasia, decisero di recitare poesie a memoria per ottenere la simpatia dei tanti viaggiatori, che giornalmente si fermavano nelle loro vicinanze. Guardandosi negli occhi, Luisa e Gabriella si affaticarono per ritrovarsi nella propria dimensione. Ora erano impegnate a guadagnare la fiducia di chi andava loro incontro, per ottenere qualche profitto dalla loro esibizione. Il tempo trascorrendo, riuscivano a capire quali sarebbero state le difficoltà che, in successione, avrebbero dovuto superare. Fra le due Luisa sembrava la più forte, mentre Gabriella appariva maggiormente a disagio. Con coraggio la prese in disparte, per farle capire che il percorso appena iniziato poteva nascondere delle difficoltà, in quanto avrebbero potuto in qualche momento sentirsi sole e si sarebbero dovute aiutare l'una con l'altra, non facendo parte di quel mondo. Luisa osservò che si erano recate in quel luogo per cercare nuovi stimoli e conoscere la vera essenza della vita, lontane dagli strumenti tecnologici di cui solitamente si servivano. Il che avrebbe consentito di capire meglio, in futuro, le disavventure che eventualmente si sarebbero presentate e di aiutare il prossimo oltre ogni immaginazione. Gabriella, ripresasi dalla sofferenza dovuta al discorso dell'amica, ma ancora
scossa, tentò di allontanarsi dalla situazione poco allegra recitando alcune poesie. Cominciò con Emily Dickinson, poi proseguì con Sylvia Plath e Alda Merini, poetesse che amava sin da giovane. E in questo contesto, Luisa la assecondò, recitando una miriade di versi tra i quali quelli di una poesia di Mauro, il suo ex fidanzato prima di David. In questo ambito era entusiasta di poter seguire, con l'amica, lo stesso percorso, che si stava rilevando difficile, ma che con molta probabilità avrebbe prodotto maturità, soprattutto in relazione al carattere, senza però escludere gli umani sentimenti tipici di ogni persona in una complessa società. Sorridendo per le esperienze in corso, apprezzarono di tanti l'allegria, che indubbiamente sarebbe stata di buon auspicio per il proseguimento del viaggio, nel contesto del quale i fatti di ogni giorno molto spesso significavano sopravvivenza. Stavano facendo i conti con una realtà, di cui, fino a poco tempo prima, non avevano mai sentito parlare, perché ogni loro pensiero era rivolto, ad esempio, all'ultimo cellulare alla moda. Questi nuovi orizzonti, lentamente, permettevano loro di cogliere il valore del vivere, anche attraverso esperienze dei compagni, che raccontavano loro storie di svariata natura, arricchendole profondamente. Oltre i primi giorni, percepirono quanto potesse essere difficile la vita di soggetti, che, per motivi non sempre propri, si trovavano ai margini della società. Con lo scorrere del tempo, si evidenziava una certa diffidenza, nei loro confronti, da parte di persone, che occasionalmente incontravano. Pertanto, furono prese da momenti di sconforto. Era già ata una settimana da quando avevano deciso di entrare nella metropolitana di New Delhi, per osservare la quotidianità di uomini e donne alla continua ricerca della sopravvivenza giornaliera. Si sentivano stanche mentalmente e fisicamente, non capivano come tanti potessero accettare un modo di vita il quale, da fortunati, significava essere calpestati moralmente. Le due amiche trascorrevano le notti al centro della sala, dove gli interessati
aspettavano l'arrivo del proprio treno. Molto spesso dormivano abbracciate per darsi forza e poter realizzare il progetto. Fortunatamente, possedevano dei soldi con i quali potevano acquistare gli alimenti necessari. Stavano vivendo esperienze che mai avrebbero potuto attendere. A dispetto di tante situazioni poco allegre, riuscirono a conoscere, nella loro disavventura, una coppia di amici olandesi, che si chiamavano Alexis e Cristoffer, i quali avevano una storia alquanto singolare. Arrivati da Amsterdam, avevano avuto in mente un solido progetto, quello di studiare e imparare le nuove tecnologie. Infatti, in India, vi erano delle floride aziende di software, le quali, molto spesso, assumevano intelligenze per quel mercato in espansione. A tal punto, Luisa chiese ad Alexis come mai si trovassero in quella situazione. Questi, rispondendo in maniera inattesa, disse che, dopo i primi tre mesi di lavoro, quella che sarebbe dovuta essere la migliore azienda del ramo, era stata profondamente colpita da una crisi finanziaria. Poi aggiunse, con un amaro sorriso, che, non avendo più denaro, erano stati costretti ad allontanarsi da casa e la migliore soluzione era sembrata loro quella di entrare in metropolitana. Continuò dicendo che avevano preso una decisione sbagliata e che, pertanto, oramai da due anni non vedevano l'ora di uscire da quella trappola. Nel silenzio della notte, dopo tanto guardarsi intorno affannosamente, erano riuscite a conoscere una coppia, Alexis e Cristoffer, che sarebbero potuti diventare, anche al di fuori di questo contesto, molto importanti. Le giornate, grazie alla ritrovata serenità, arono tranquillamente. Avevano deciso che, una volta uscite dalla metropolitana, avrebbero condotto con sé, meritatamente, anche i loro nuovi amici, dei quali scoprirono delle caratteristiche, che mai avrebbero immaginato, in quanto amanti della bella lettura, della poesia e della musica. Una volta entrati in confidenza, Luisa domandò quale fosse il loro rapporto, se di natura amichevole o da fidanzati.
Alexis, rispondendo, disse che, per motivi di sopravvivenza, erano tutti amici, ma, nel caso specifico, si trattava di fidanzati da più di un anno. Luisa e Gabriella, quasi in coro, sorridendo, riconobbero la bellezza di quella realtà. Con l'aumento di esperienze si resero conto di quanto fossero preziosi i sentimenti, mai conflittuali e materialisti. Apprezzarono particolarmente l'amicizia, basata sulla reciproca stima e condivisione. Stavano toccando con mano ciò che, originariamente, poteva sembrare soltanto una presa di coscienza di una realtà priva di ogni fondamentale requisito della dignità umana. Animate da una forza impensata, cercarono brillantemente di stimolare e di rendere partecipi persone vicine e lontane, per farle divenire sempre più indipendenti. E a questo scopo, organizzarono, con l'aiuto di Alexis e Cristoffer, delle riunioni settimanali di musica e poesia, abbracciando idealmente ogni testimonianza, con l'intenzione di recuperare la speranza nel vivere comune. I loro cuori erano stati segnati dall'aver conosciuto sofferenze, che tante volte avevano solo immaginato potessero esistere, ma un conto era sentirne parlare, un altro era viverle in prima persona, come stavano facendo da circa due mesi. Erano coscienti che i veri problemi, che stavano attanagliando una parte della società così brutalmente dimenticata, non potevano essere risolti dal desiderio di intraprendenza di due donne volenterose, che si sentivano, a loro volta, come delle piccole gocce in un oceano. Tutto questo si scontrava con la dura realtà giornaliera, in cui momenti di abbattimento facevano intuire quanto fosse difficile il cammino che avevano intrapreso, andando dalla questione alimentare, fino ad arrivare alla sopravvivenza fisica, che il più delle volte veniva mascherata dalla documentazione ufficiale in modi diversi da quella reale. Analizzando tutte le questioni, che di volta in volta venivano loro proposte, le due amiche erano divenute un punto di riferimento di tanti uomini e donne, desiderosi di uscire da una condizione di totale abbandono, sottolineando il
disperato bisogno di avere una voce che parlasse con la propria. I giorni avano all'insegna del duro lavoro, che come scopo si proponeva di organizzare al meglio le riunioni di musica e poesia, dove spiccavano, tra i tanti personaggi, Gabriella e Luisa, che ricevevano, ad ogni capoverso, un applauso mai riscosso con tanta esplosiva benevolenza. Furono anche presenti, nella stessa serata, autori che non avrebbero mai osato recitare dei versi. Fu una festa, da non dimenticare, la quale ridette il sorriso a moltissime persone, per le quali l'aver partecipato ad una riunione, con tali caratteristiche, significava qualcosa in più rispetto all'aver letto una singola poesia. Cresceva, in Gabriella e Luisa, un sentimento di profonda difficoltà, perché, fino ad allora, nella loro vita, non erano mai state responsabili del destino di alcuno. Era come se dovessero superare un esame. Con una espressione sempre accattivante, che dava fiducia a chi avevano di fronte, incominciarono ad interessarsi degli effettivi problemi, che stavano colpendo sempre più duramente individui allo sbando. In questa tormentata situazione, vi erano rappresentati tutti e cinque i continenti. Le difficili circostanze del momento erano talmente evidenti che le questioni personali avano in secondo piano, nonostante anch'esse fossero determinate dalle stesse inquietudini. Ciò che le attendeva era un compito di enorme rilevanza sociale.
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In seguito alla decisione di cambiare stile di vita, ricercando se stesse nei veri fondamenti dell'esistenza, fatta anche di piccoli gesti in una continua condivisione, cominciarono ad avvertire l'assenza dei loro amori. Vennero sfiorate da un pensiero sempre più ingombrante, quello di far partecipare anch'essi all'avventura intrapresa. E rivolgendosi verso Luisa, Gabriella disse che in quel modo sarebbero cresciute le loro affinità, conoscendosi ancora meglio, anche sotto altri profili. A quel proposito, Luisa rispose che era proprio vero il suo giudizio e che avrebbero dovuto cercare di mettersi in contatto. Il giorno successivo, Luisa chiamò David con un cellulare preso in prestito da un viaggiatore ed ebbe luogo la seguente conversazione.
Ciao David, come stai? Io tutto bene, tu? Sei scomparsa senza darmi notizie. Ho addirittura diramato un comunicato tramite alcuni giornali. Sono contentissimo, ti sento in piena forma. Si! Mi dispiace non averti ato la mia decisione, ma era arrivato un momento delicato della mia vita, in cui avevo bisogno di ritrovare me stessa, andando oltre le cose materiali. E il lavoro? Mi sono presa un anno di aspettativa, sono stati gentili e hanno capito cosa mi ha spinto a prendere una decisione del genere. Sei motivatissima. Ho scoperto che donare te stessa per le altrui esigenze può darti una sana piacevole armonia, sia al cuore che all'anima. Ti ho chiamato perché voglio che tua sia parte del mio programma. Abbiamo bisogno di persone come te.
Per me sarebbe un onore, e poi starei tutto il giorno con te. Vediamoci domani. Baci David.
Dopo la lunga chiacchierata, Luisa informò l'amica che si era sentita felice nel risentirlo e le riferì che l'avrebbe rivisto quanto prima, che avrebbe fatto parte del loro progetto e, sorridendo, aggiunse che avrebbero vissuto come marito e moglie. Il giorno seguente i due si incontrarono. David, appena la vide, l'abbracciò e con delicatezza le mise la mano sulla fronte, e poi le accarezzò i voluminosi capelli. A quel punto, gli dette un bacio. Gabriella, arrivata, lo salutò con piacevole simpatia. Una volta in metropolitana, rimase scosso dalle innumerevoli testimonianze, che pian piano Luisa e Gabriella erano riuscite a raccogliere. E per questo, da parte sua, non poteva che apprezzarle ancor più di prima. Anche Gabriella, in seguito, volle tentare di chiamare François. L'opportunità si materializzò, quando, a sua insaputa, incontrò casualmente Alexis, l'amica olandese. Seguì un vivace scambio di idee. Nel frattempo le chiese di poter utilizzare il suo cellulare per chiamarlo, perché con molta probabilità si trovava in Africa. Con allegra simpatia, Alexis le porse il telefonino per consentirle di chiamare il suo amore. Appena udita la voce, con entusiasmante trasporto iniziarono a conversare.
Ciao, come stai? Sei sempre impegnato in Africa con le tue ricerche? Si! In questo momento sono in Sudan, dove stiamo cercando delle nuove impronte di dinosauri. È un lavoro molto duro da portare avanti accuratamente.
Tu cosa mi racconti? Insieme con Luisa e da poco con David, abbiamo deciso di cambiare vita, almeno per un certo periodo, perché ci siamo accorti che quello che possedevamo non ci bastava più. Avevamo bisogno di trovare noi stesse, oltre la materialità delle cose. E stiamo aiutando tutte quelle persone che sono nella metropolitana di New Delhi, anche se all'inizio l'obiettivo era quello di un itinerante viaggio per tutta l'India. Poi abbiamo capito che il vero bisogno si trovava nella città. Caspita! Avete cambiato vita. Cosa posso fare per voi? Ti ho chiamato, oltre perché mi manchi, anche perché volevo chiederti di unirti a noi. Certo che vengo, non vedo l'ora di arrivare. Il tempo di organizzarmi e sono da voi. Sono davvero felicissima di sentirti pronunciare queste parole. Saranno contentissimi Luisa e David, quando apprenderanno la notizia. Sicuramente entro un paio di giorni. Ti abbraccio François.
Col sorriso sulle labbra nella sua contentezza, Gabriella informò Luisa e David di essere riuscita ad ascoltare François, il quale le aveva assicurato, con il suo tipico entusiasmo, di essere pronto a cimentarsi nella nuova realtà. A loro volta, essi furono felici del suo imminente arrivo. Nel proseguimento di una giornata densa di impegni, cercarono di risolvere i piccoli problemi, che, di volta in volta, si presentavano. Non avrebbero mai immaginato un simile contesto, proprio nella città in cui i loro sogni, fatti di studi e piacevoli armonie, si erano avverati. Alle prime luci dell'alba, dopo un viaggio durato più del previsto per una piccola tempesta, verificatasi mentre stava sorvolando l'Egitto, arrivò François.
Scendendo dall'aereo trovò Gabriella, la quale lo abbracciò deliziandolo di smisurate attenzioni. Il cuore di lei batteva come non mai, e lui, preso dall'euforia, le dette un focoso bacio. Poi, andarono in un albergo di aggio, in cui molto spesso, in ato, erano stati ospiti. Giunti nella stanza, Gabriella e François si abbracciarono e si sedettero sul morbido letto e, lambendosi con gradevole felicità, si accostarono infinite volte, fin quando, estasiati, non resero concreto l'ideale sentimento. Pian piano, poi, lui scese sempre più giù, sfiorando con lenti movimenti la sua sostanza vitale, ascoltando corti respiri ed assorbendosi nella sua voglia d'amore. Animati da inebrianti piacevolezze, si spostarono per una calda doccia, in cui i loro bollenti desideri avvolsero momenti di incantevole gioia. Con l'acqua scorrevole lungo i loro corpi, assuefatti l'uno all'altra, si baciarono con costante euforia; poi lui si piegò leggermente, per soddisfare le esigenze di lei ed assaporare sulla calda lingua i suoi aromi. Dopodiché tornarono nuovamente sul letto, continuando a coccolarsi, quindi si addormentarono insieme. Una benevola unione oltre ogni immaginazione. Il giorno successivo stanchi andarono presso la metropolitana di New Delhi, dove erano attesi dai due amici per organizzare il lavoro. L'intento era quello di costituire una cooperativa no profit, che consentisse di salvaguardare tutte quelle persone, che per vari motivi erano in difficoltà. Luisa e Gabriella, trascorsi circa sei mesi nella metropolitana, si accorsero che soltanto il loro impegno non era sufficiente, sarebbe stato perciò necessario personale, che avrebbe consentito una maggiore capacità organizzativa, ed anche dei volontari sul campo. Diramarono alcuni comunicati per far sapere che si stava per costituire una cooperativa. I risultati di tale proposta furono incoraggianti, in quanto videro, con sorpresa, molti candidati, che avrebbero voluto far parte della suddetta organizzazione ed
aiutare concretamente le persone bisognose. Il flusso di gente diventava sempre più ingombrante. In poco tempo erano riusciti a far interessare all'argomento l'opinione pubblica nazionale, tanto che giornali tipicamente disinteressati affrontarono la questione con molti articoli e la sottoscrizione anche per la raccolta di fondi. Ci furono, inoltre, molti volontari che si batterono assiduamente per sollecitare una maggiore sensibilità da parte delle istituzioni, per essere parte integrante di analoghe iniziative. Le umane vicissitudini di una fetta importante di popolazione, di cui Gabriella e Luisa furono messaggere, consentirono una maggiore consapevolezza nell'apprendere problematiche di una certa valenza. Pertanto, si batterono per poter assicurare una qualità della vita, che non dipendesse soltanto da un fattore economico. Dopo essere riuscite, insieme con François e David, ad aiutare migliaia di persone e a far vivere loro una esistenza in cui la dignità umana veniva salvaguardata, percorsero un cammino, in cui la naturale gradevolezza attraversava la fluida gioiosa armonia del vivere quotidiano, in cui ogni sentimento d'amore e amicizia abbracciava le indissolubili virtù di ogni umano sentire. In una continua evoluzione del tempo.
Note sull'autore
Federico Negro, nato a Lecce il 14/09/1968, ha pubblicato la sua prima silloge poetica dal titolo «Parole sussurrate» (Edizioni Penna d'Autore, 2006), poi ampliata, e successivamente edita con lo stesso titolo (Edizioni Penna d'Autore, 2007). L'autore ha partecipato, ed è stato premiato col Diploma e Medaglia aurea, al «Premio Letterario Agenda dei Poeti» con la poesia «Anima», che figura nell'«Agenda dei Poeti» pubblicata a Milano nel 2005 (Otma Edizioni). L'anno successivo ha proposto la poesia «Vagamente lontana», che è stata inserita nell'edizione 2006. Con il testo «L'incontenibile frustrazione» è stato presente al «Premio Internazionale Agenda dei Poeti» acquisendo il Diploma e Medaglia aurea con relativa pubblicazione nel 2007. In seguito, si assicura uno spazio con le poesie «La luna», «Il mio volto», «Dea degli evi», nell'Antologia «Vita è quest'avventura» (Pagine, 2007). Nel 2008 ha pubblicato «Libere percorrenze» con la casa editrice «0111 Edizioni». Inoltre, ha pubblicato con la casa editrice «The Boopen Editore», poi divenuta «Photocity Edizioni», le seguenti raccolte di poesia: Oltre la poesia (2009), Essenze (2010), Poesie scelte (2011). Nel frattempo si è dedicato alla narrativa, scrivendo il suo primo romanzo, che prende il titolo de «L'eloquente mistero dell'India».
Note
Giuseppe Ungaretti: (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 – Milano, 1 Giugno 1970) è stato un poeta scrittore italiano. Fonte Wikipedia.
Nuova Delhi (in hindi Naī Dillī, in urdu ﻧﺌﯽ دﻟﯽ, in punjabi , in inglese New Delhi) è una città dell'India di 249.998 abitanti (2011) oltre che distretto cittadino del territorio federato di Delhi; ed è la capitale nazionale. In base al numero di abitanti la città rientra nella classe I (da 100.000 persone in su). La sede amministrativa distrettuale è situata nel quartiere di Connaught Place. Sede del governo della più popolosa democrazia liberale al mondo, Nuova Delhi è compresa in un'area metropolitana (quella di Delhi), che è la seconda più grande dell'India (13.782.976 abitanti in una stima del 2001). Fonte Wikipedia.
Il Bahai Temple di New Delhi è l'ultimo di sette edifici realizzati in varie parti del mondo per commemorare la fede Baha'i, religione mondiale indipendente che proclama l'unicità di Dio e propugna il principio dell'unità dell'intera razza umana. Nel Bahai Temple di New Delhi i fedeli di ogni religione possono pregare e meditare in silenzio, secondo gli usi della propria religione. Fonte www.architetturaeviaggi.it
Il Sari è un tradizionale indumento femminile del subcontinente indiano le cui origini risalgono al 100 a. C., ed è uno dei pochissimi indumenti ad essere stati tramandati per così tanti secoli. Fonte Wikipedia.
Connaught Place è uno dei più grandi centri finanziari, commerciali e d'affari a Delhi. Si è spesso abbreviato in ed ospita diverse aziende indiane. Fonte Wikipedia.
Calcutta ufficialmente Kolkata è una città dell'India di 4.580.544 abitanti. Capoluogo del distretto di Calcutta, nello stato federato del Bengala occidentale di cui è capitale. Fonte Wikipedia.
Mohandas Karamchand Gandhi, detto il Mahatma (Portabandar, 2 ottobre 1869 – New Delhi, 30 gennaio 1948), è stato un filosofo e politico indiano. Gandhi è stato uno dei pionieri e dei teorici del satyagraha, la resistenza all'oppressione tramite la disobbedienza civile che ha portato l'India all'indipendenza. Fonte Wikipedia.
Chennai è una suddivisione dell'India, classificata come municipal corporation, di 4.216.268 abitanti, capoluogo del distretto di Chennai, nello stato federato di Tamil Nadu di cui è la capitale. In ato la città era conosciuta col nome di Madras che nella megalopoli odierna è il nome dello storico quartiere centrale di Chennai. La città è un importante centro commerciale ed industriale. Vanta inoltre un ricco patrimonio culturale e artistico. Fonte Wikipedia.
L'hindi è una lingua, o un continuum dialettale di lingue, del subcontinente indiano, ed è parlato soprattutto nell'India settentrionale e centrale. Fa parte delle lingue di ceppo indoeuropeo. Data la molteplicità dei dialetti, è stato riconosciuto il primato al dialetto Khari boli parlato in un'area prossima a Delhi. Sulla base di questo dialetto, ha preso forma il cosiddetto hindi standard, che è ciò che si intende come hindi in senso stretto. L'hindi è una delle 22 lingue ufficialmente riconosciute dall'allegato VIII della Costituzione dell'India, ed è, insieme all'inglese, una delle lingue ufficiali del paese: la stessa costituzione indiana è scritta in inglese e in hindi. È la seconda lingua più parlata come madrelingua al mondo, dopo il cinese mandarino. Fonte Wikipedia.
Emily Elizabeth Dickinson (Amherst, 10 dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886) è stata una poetessa statunitense. È considerata tra i maggiori lirici del XIX secolo. Fonte Wikipedia.
Il Guardian, conosciuto precedentemente come Manchester Guardian, è un quotidiano britannico nato a Manchester nel 1821 con sede a Londra. Viene stampato sia a Manchester che a Londra. Esce in edicola sei giorni la settimana, dal lunedì al sabato. La domenica i lettori del Guardian comprano il The Observer, quotidiano domenicale proprietario dello stesso editore. Si autodefinisce «l'unico quotidiano britannico a diffusione nazionale privo di un proprietario e indipendente rispetto ai partiti politici». Fonte Wikipedia.
Il Cairo è la capitale e la città più popolosa dell'Egitto con circa 7,5 milioni di abitanti e oltre 15 milioni dell'area metropolitana e del governatorato omonimo. La città è stata fondata sul Nilo. Nonostante al-Qāhira sia il nome ufficiale della città, Il Cairo viene chiamata semplicemente con il nome Egitto, Miṣr (arabo: )ﻣﺼﺮpronunciato Masr in dialetto locale. Fonte Wikipedia.
La basilica di San Petronio è la chiesa più famosa e maestosa di Bologna: domina l'antistante, vasta piazza Maggiore e, nonostante sia ampiamente incompiuta, è la sesta chiesa più grande d'Europa, dopo San Pietro in Vaticano, Saint Paul a Londra, la cattedrale di Siviglia, il Duomo di Milano e il Duomo di Firenze. Le sue imponenti dimensioni (132 metri di lunghezza e 60 di larghezza, con un'altezza della volta di 44,27 metri, mentre sulla facciata tocca i 51 metri) ne fanno la quarta chiesa più grande d'Italia (la terza, se si esclude San Pietro, che dal 1929 fa parte del territorio dello Stato della Città del Vaticano). Fonte Wikipedia.
Tel Aviv-Yafo (in ebraico:יפו- תל אביבletteralmente: Collina della primavera; َ ْ ﺗTal Abīb-Yāfā) è una città israeliana sulla costa arabo: ﻳ َﺎﻓَﺎ- ﺐ َ ْ ﻞ أﺑ ِﻴ del Mar Mediterraneo. Tel Aviv è anche il centro dell'area metropolitana più grande e popolosa in Israele, denominata Gush Dan (Blocco di Dan). È il
principale centro economico di Israele. Fonte Wikipedia.
Gerusalemme «la città santa», già capitale ebraica tra il X e il VI secolo a.C., è un'antichissima città di importanza storica e geopolitica nonché unica città santa per due delle tre principali religioni monoteistiche (Ebraismo e Cristianesimo) e terza città santa per ordine d'importanza, dopo La Mecca e Medina, per l'Islam. È la capitale dello Stato d'Israele, anche se non riconosciuta come tale dalle Nazioni Unite sebbene la città sia occupata da Israele e da questo unilateralmente annessa. Fonte Wikipedia.
Sylvia Plath (Boston, 27 ottobre 1932 – Londra, 11 febbraio 1963) è stata una poetessa e scrittrice statunitense. Conosciuta principalmente per le sue poesie, ha scritto il romanzo semi-autobiografico La campana di vetro (The Bell Jar) sotto lo pseudonimo di Victoria Lucas. Assieme ad Anne Sexton, Plath è stata l'autrice che più ha contribuito allo sviluppo del genere della poesia confessionale, iniziato da Robert Lowel e William De Witt Snodgras. Autrice anche di vari racconti e di un unico dramma teatrale a tre voci, per lunghi periodi della sua vita ha tenuto un diario, di cui sono state pubblicate le numerose parti sopravvissute. Parti del diario sono state invece distrutte dall'ex marito, il poeta laureato inglese Ted Hughes da cui ebbe due figli, Frieda Rebecca e Nicholas. Mori suicida all'età di trent'anni. Fonte Wikipedia.
Alda Merini nasce il 21 marzo 1931 a Milano da famiglia di condizioni modeste. Il padre svolgeva lavoro di dipendente presso un'agenzia di assicurazioni mentre la madre era casalinga. Alda è la seconda di tre figli, ma della sua infanzia si conosce quel poco che lei stessa scrisse in brevi note autobiografiche in occasione della seconda edizione dell'Antologia di Spagnoletti. In quest'ultima si descrive come una ragazza sensibile e dal carattere melanconico, piuttosto isolata e poco compresa dai suoi genitori ma molto brava ai corsi elementari: «... perché lo studio fu sempre una mia parte vitale». Dopo aver terminato il ciclo elementare frequenta i tre anni di avviamento al lavoro presso un istituto milanese e cerca, senza riuscirci (per non aver superato la prova di italiano), di essere ammessa al Liceo Manzoni.
Nello stesso periodo si dedica allo studio del pianoforte uno strumento da lei particolarmente amato. Esordisce come autrice giovanissima, a soli quindici anni, sotto la guida di Spagnoletti che scoprì il suo talento artistico e che sarà il primo a pubblicarla nel 1950, nell'Antologia della poesia italiana contemporanea dal 1909 al 1949. Nel 1947 Merini incontra «le prime ombre della sua mente» e viene internata per un mese in una clinica psichiatrica. Nel periodo che va dal 1950 al 1953 la Merini frequenta per lavoro e per amicizia il poeta Salvatore Quasimodo che beneficerà di alcune poesie a lui dedicate. La sua vita privata invece subisce un'evoluzione al termine della sua difficile relazione con il famoso scrittore, traduttore e critico letterario Giorgio Manganelli, nel 1954 infatti sposa Ettore Carniti, proprietario di alcune panetterie di Milano, con il quale avrà un rapporto tormentato e burrascoso intervallato dalla nascita delle quattro figlie: Emanuela, Barbara, Flavia e Simona. Nel 1962 inizia un difficile periodo di silenzio e di isolamento, dovuto all'internamento al «Paolo Pini», che dura fino al 1972, con alcuni ritorni in famiglia. Si alterneranno in seguito periodi di salute e malattia, probabilmente dovuti alla sindrome bipolare. Ne 1979 la Merini ritorna a scrivere, dando il via ai suoi testi più intensi sulla drammatica e sconvolgente esperienza del manicomio, testi contenuti in quello che può essere inteso come il suo capolavoro: «La Terra Santa» con la quale vincerà nel 1993 il Premio Librex Montale. Ma le pene della scrittrice continuano. Nel 1981 muore il marito, e la Merini, rimasta sola e ignorata dal mondo letterario, cerca inutilmente di diffondere i suoi versi, trovandosi in difficoltà economiche affitta addirittura una stanza ad un pittore e nel frattempo inizia a comunicare telefonicamente con l'anziano poeta nonché medico Michele Pierri, che in quel difficile periodo di ritorno nel mondo letterario, aveva dimostrato di apprezzare la sua poesia e che sposerà nell'ottobre del 1983 trasferendosi a Taranto. Le condizioni della poetessa peggiorano nonostante la serenità ritrovata con il secondo marito e nel luglio del 1986 sperimenta nuovamente gli orrori dell'ospedale psichiatrico. Dal 1989 agli anni seguenti diverse pubblicazioni consolidano il ritorno sula scena letteraria della scrittrice che ritorna alla «ribalta poetica» grazie a numerosi collaborazioni con
differenti editori, illustratori e fotografi del panorama italiano. Inoltre vengono musicate nel 2004 diverse poesie cantate da Milva, ma proprio nello stesso anno le sue condizioni di salute peggiorano e il 1 novembre 2009 a causa di una affezione tumorale muore all'ospedale San Paolo di Milano. Fonte biblioteca.comune.rivoli.to.it
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L'ELOQUENTE MISTERO DELL'INDIA PARTE SECONDA L'Eloquente Mistero dell'India - Federico Negro Prefazione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15
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