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Commedie sulla Poesia
1994 - 2009
testi e illustrazioni di Riccardo Paracchini.
Prima edizione ePub: 2010
Realizzazione: StellaCroce*+*
Collana: Racconti
il progetto
StellaCroce
Il progetto StellaCroce non è finalizzato esclusivamente alla creazione e diffusione di libri digitali, bensì prevede come parte integrante della sua mission il finanziamento, attraverso una percentuale del ricavato, ad eventi umanitari che salvaguardino la vita dell’Uomo, sotto ogni aspetto.
Riccardo Paracchini, nato nel 1964, artista, ha al suo attivo numerose mostre. Iscritto ad Azione Cattolica e Scienza & Vita, è il curatore di questo progetto.
Nel 2010 ha pubblicato Le Litanie, edito dalle edizioni Porziuncola di Assisi, in cui ha raccolto tutte le litanie dedicate nei secoli alla Vergine Maria. Da qui si sviluppò l’idea del progetto StellaCroce.
Premessa
Questa seconda raccolta segue la prima “Poesie sulla Poesia”.
Le motivazioni sono le stesse.
Tutte le poesie di questo volume erano state lasciate su dei fogli sparsi. Pertanto i titoli con la divisione in anni è stata realizzata in fase di raccolta.
(La guerra di cui si parla, a volte è la guerra, altre volte è la guerra che ci fu nella ex Jugoslavia, altre volte ancora la guerra d’altri luoghi)
Buona lettura. di Riccardo Paracchini
I miei giorni sono nelle tue mani. Salmo 30
Di rado, la guerra - 1994
Regina del Cielo
Nel luogo eletto, come profumo
Di fiori e misteriosi celesti,
la Regina del Cielo
Lassù fra le rose.
Ne sarei felice
Recentemente
Sorridendo
di tutto ha dato
Qualcuno
ha detto
Ne sarei felice
S’attendeva la pioggia
Non una nuvola
scrutava dal cielo.
Sulla riva riarsa
dal sole
eran vecchi e bambini,
e poi venne
l’autunno,
e ancora nelle povere
case,
per la giovinezza
della terra,
s’attendeva la pioggia.
Verso la libertà
Era quello il campo
per raggiungere il fiume.
Nella lontananza
s’udiva già la libertà.
Maria Santa Vergine
Ella udiva
Assordante
L’aria vertigine.
Un fiore sorpresi
Mi parve giungere
fuori dalla vita.
Le stelle brillavano
e nel rinascere
subito alla vita
un fiore
sorpresi.
Sicuramente un buon giorno
Un fiore
vestilo di fiori
«E sicuramente
un buon giorno».
La vidi farfalla
Oh, di quale
meravigliosa bellezza
avvolta tutta
la vidi, e ancora
la ricordo,
che di rado
come dolce miele
la vidi farfalla.
Annuncio
La notte
a salutarla
serenamente
Trasformi
il giorno
in sogni
profumati.
Viaggio senza ritorno
Le onde del mare
Un viaggio senza ritorno.
Ancora cuore
Cuore di un tempo
Nella rete cuore
Ancora cuore.
E son le rose
Una spina
profondamente la mano
scuote.
E son le rose
che il cuor gli duole dire.
Amore
Torna graziosa luna
al cuore patrio.
Vita
Il vento sale
Alle mie notti
Mortale ignaro
La vita che invoco.
Giorni di guerra
Di fagioli e di grano
assai di rado
ormai si mangia.
Sperare
In segreto osò sperare.
A lei parve davvero.
Dolce comione
Eran piccoli lavoretti.
Con amore mesto
preparava la stanza
soltanto per chi
l’avrebbe vissuta
in dolce comione.
Continuai il pianto
Scoppiai a piangere.
S’era fatta la sera,
e nel giardino le viole.
E le viole solo domani,
proprio come allora
avrei riviste,
come te un canto lontano.
Continuai il pianto.
Ritorno dalla guerra - 1995
Pianto di guerra
Stai piangendo di nuovo
Le tue lacrime morte
Sogni senza ritorno
Rifugio
Nelle ore segrete
torno al rifugio
Che conobbe i tuoi baci
svaniti.
Profumo di gelsomini
Ti scrivo per sapere delle tue grandi pareti colorate.
Desidero che mi porti un messaggio
profumato di gelsomini.
Immobile esistenza
Abbandonato
all’immobile esistenza
calpestando la terra
rivivi ogni volta,
E sul tuo volto
appena dipinto
è come un ricordo:
affronto la tempesta
sulla tua bocca
dei giorni di sole.
Cammini
Cammini ando
tra il granturco e i grandi girasoli,
accompagnatrice di viaggi senza voce.
Torno
È un ricordo
il debole disegno
che ho di te.
Ma poco importa,
sei la pietra che ho trovato,
e lì torno a camminare.
Innamorati
La lontananza del mare
Nel cuore degli innamorati.
Povertà del camminare
Abbandonato dal tuo cuore
Sento la povertà del camminare.
Gioia tu
Gioia del mio cuore
ad ogni angolo di strada.
Muro del silenzio
Muta
seducendo il muro
del silenzio,
si porta il mondo.
Nelle città al di là del mare
Nelle città al di là del mare
si scuote la testa, al bivio
le fragili membra sono al collasso
per un pasto di carne.
Esplode una bomba,
riuniti attorno a Lei
ringraziano i vivi, ma è un
sospiro che non dice tutto.
È paura: gli occhi in terra
li vedo nella terra, e
le mani non possono che
rigare la terra di rosso.
Branchi impazziti
ridono dalle montagne.
È un ghigno mortale
per le inutili considerazioni dell’amore.
È altrove che vorrei essere,
non ricattato e venduto come
carne da macello in scontri
e bombardamenti che piovono
dal cielo dei senza Dio.
(guerra ex Jugoslavia)
Le notti ano
È partita stamane.
Sul campo, penserà
alle parole,
al timore del vento
che affretta l’addio,
al vento freddo delle accuse,
la calda consolazione
delle promesse mantenute.
E penso, mi pensa sempre.
La rivedo
in mezzo al campo,
le lacrime coltivate
come succo di vita.
Le notti ano
ricordando l’illuminarsi del viso,
confusamente immemore
della casta felicità, ata
tra i capelli e le preghiere,
tra una commedia e l’altra.
In tanta innocenza
è l’innocenza del Paradiso.
È lei il compito
che non ho saputo scrivere.
Anima
Oltre che di sogni
il mondo immaginario
è fatto di anime.
Sollevato
Al principio dei pensieri
sta il corpo svaporato
dal cibo,
sollevato dalle occupazioni
del difetto.
Guerre tra cielo e terra
Gli uomini
da una parte,
le anime
dall’altra,
spesso si fanno
le guerre.
Mai fu tanto invano ricordare
La sua dolcezza
la avamo insieme,
baciandola, e a sua volta baciando certo
a quel modo castamente.
Mi ricordo la scena,
dove ardeva una grande lampada,
i ricami alle finestre
e il colore vivo dei suoi occhi.
Per inerzia del pensiero
continuai ad amarla
senza indiscrezioni,
e il ricordo della sua bocca piena
me lo permetteva.
Ma forse era solo un sogno immaginario,
dove finalmente vedevo il matrimonio
avverarsi come una luce piena.
Mai fu tanto invano ricordare.
Maria
È un ricordo che invoco
per il cielo il suo nome.
La mano santa
Era morto
in un piccolo o
e subito la sua canzone
s’era interrotta.
Nudo giaceva nella
terra vestito di carne,
villanamente coperto di rosso.
Una mano prese
il o della sua guancia.
Preghiera
Nelle mani
un crocifisso per
tentare di prendere
un accordo.
Pareva un’irrisione,
ma nell’imminente pianto
sentii cantare lontano
un Bambino.
Vita spirituale
Divenuta la vita aria e luce
scoprii nell’anima
di quante cose
è fatto il giorno
Non l’avevo saputo mai.
Religioso silenzio
Compresi finalmente
che non serve segregarsi al giorno,
soggiornare agli sforzi dell’ozio.
Una mano gira la terra e
tutte le cose immobili
non sono né dolore né morte,
ma solo religioso silenzio.
Tediosa mente
La mia vita nella mente scritta
è un’abbreviazione tediosa.
Correndo
Sentii il dolore di non averla amata mai.
Correndo verso casa
Mi parve non esservi traccia di me.
Verso la storia della pittura - 1996
Prato di stelle
Nonostante tutto
non sei voluta venire.
Nonostante tutto
si troverà qualcosa
in quest’aria indecisa.
Tempo
Il tempo magniloquente
spiega tutto.
Anche il grano.
Trasfigurazioni
Nel massimo rilievo
della vita
paiono raccogliersi
senza fine
le trasfigurazioni
del simbolico.
Il potessimo dire
La parola
sottende
sempre implicazioni
e concetti stratificati.
Il sigillo d’identità
è un punto di partenza
infantile.
È questo che porta
l’eloquio culturale del poema.
Il potessimo dire.
Morti in guerra
Chi piangerà
sull’erba morta.
Cammino
Il cammino è faticoso
quando si ha un paese
lontano da raggiungere,
ma se questo è nella vita,
è un attimo intrepido
e di forma morale
procedere e sostenersi
con la forza dell’Amore.
Infanzia
Tempo fa la mia infanzia
era qualcosa di estremamente serio.
Un rito da aspettare nei giorni di lavoro,
l’aria della domenica e il sole.
Ci si sposava di frutta fresca
e pomodori maturi, ed eravamo in tanti,
senza la fatica del lavoro.
Dipinture
Non sai dire
se più ti colpisca
la verità di certe rivelazioni o
la bellezza di certe dipinture.
Canto del Santo
Nel cuore della contemplazione
raramente la realtà.
Per prima canto la vita e
la meravigliosa bellezza delle rose.
Dietro la moltitudine dei fiori
il bel canto della verità terrena.
La parola «Amore»
I tuoi sorrisi
La tua intimità svelata
Nella confessione
della parola «Amore».
ato
Le piccole cose ano
e non resta che un segno.
La meravigliosa - 1997
Meravigliosa
Risveglia o giorno
la mia Meravigliosa.
Dai colori ai colori
e sapori ai sapori,
respiro ai respiri
che più non ho.
Risveglia o giorno
la mia Meravigliosa.
Impossibile parola
Dentro me non sento che te
impossibile parola per me.
Vento gelo
il tuo nome scrivo:
un vano sognare.
Silenzio
Nel silenzio
s’odono silenzi
solitudini.
Campagna
In campagna le prime
ore riscaldano la terra e
le ore che seguono
esprimono i colori infantili
dei sentimenti semplici
che la viaggiatrice consuma
con l’immaginifico poeta:
si recita a soggetto
ma naturalmente,
con scioltezza si cammina
di sinonimi curiosi
pronunciati sottovoce,
sussurrati con bellezza
divina.
Accontentarsi
C’è una regola da rispettare.
Accontentarsi del giorno
opportuno.
«Devo dirti qualcosa»
Iniziare dicendo «Devo dirti qualcosa»,
è cogliere l’atmosfera febbrile dei preparativi,
la gioia che il viso consacra.
Donna mia
Nel sentirti vicina la prima volta vidi un mondo
di straordinaria bellezza schiudersi ai miei occhi:
osservando, esplorando e cercando la tua profonda femminilità,
vidi sprigionarsi anelli di luce che salivano a spirale verso di me.
Ne rimasi stordito: ne scrissi e scrissi studiandone il fenomeno,
ma non riuscii nell’impresa di carpirne il significato.
Sei tu il mistero che mi fa impazzire, e in questo abisso oceano
ancora cerco la tua assunta parola. E non stupirti del pericolo che c’è;
mi affido a te, decisa e impavida donna mia.
Me
Dall’aspetto dolce,
con indipendenza
ha voluto guardare al mio
paese pieno di contraddizioni.
Lei
Consapevole dell’Esistenza
Dispone che tutto venga preparato
Nel senso dell’Amore.
Maria
È Lei l’interminabile vita
Che nasce e avvolge di vita
La vita che nasce.
Nonostante tutto
Nonostante tutto
Ella rimane tuttavia
Altera presenza
Dolcissima collina mediterranea
che mi riporta verso il cuore
della storia, coi suoi
fianchi ricchi di spunti e
antiche, immutate tradizioni.
Una costa disegnata
nell’inconfondibile profilo,
che nonostante tutto
rimane tuttavia
altera presenza.
Diffusamente poetica
Diffusamente poetica,
variabilmente discontinua,
di cui condivido sogni
solitudini speranze.
Riannodo sempre
l’orgoglio e la fierezza
che mai l’arrese
e mi fa vuoto dispensatore.
Nella sincera convivialità
rifulge ininterrotta la realtà
modellata dei suoi fianchi erbosi,
fonte d’acqua limpida.
Natura bella ma ostile
che mai s’arrende al sistema
delle umane relazioni.
Casa sua
Nella festa dei santi
sensuale e struggente
l’ho pensata a vivere
e sognare nel
rifugio del vivere.
Più che ricordare,
più che vivere,
posso solo immaginare
la sua casa come oblò.
Tempo ato nella gioia
Trascorsi piacevoli giornate
al famoso tempio
ed ora ne scrivo trasporto
vivo sentimento e sentito rimpianto.
Meravigliosa
Assoluta
Meravigliosa
Splendore
in ogni caso
sempre
Assoluta
Meravigliosa
Splendore
la ritraggo
con mano leggera
Perfettamente nell’immagine
I capelli neri
perfettamente nell’immagine
vestita di bianco
m’era capitato vederla.
E la nostalgia s’impossessa.
Fioriera
Nell’immacolata
atmosfera
della terrena tranquillità
sta la fioriera,
coltivata come
vera primizia dell’amore.
Incompresi tormenti
Incompresi tormenti
della solitudine
nel fondo del cuore
i pensieri profondamente sempre,
in spesse foglie.
(nel santuario che diveniva erigendo la realtà)
Luogo santo
– Sarei tornata a piangere.
(Un luogo adornato di fiori terrestri avvertii)
– Così imparai a volervi bene per l’eternità.
(Il desiderio di piangere sicuro con Voi)
Circolare
Nell’immobile corrispondenza
non puoi fare a meno
di suscitarmi sensazioni e contemplazioni,
sentimenti a forma dell’attenzione circolare.
2001
Forse tu
Forse non lo sai,
ma nell’indifferenza generale,
forse tu, proprio tu, sei,
sul bordo della piscina,
nell’azzurro del bordovasca,
per qualcuno sei, l’angelica farfalla,
la fanciulla sognata,
l’amata desiderata, il raggio di sole,
la spuma del mare, il fiore colto
e mai donato.
2004
Tremanti
Nelle storie tra un uomo e una donna
Momenti in cui le foglie cominciano a tremare.
Senza fine
Un giorno eri fiore e
danza nella luce del deserto.
Poi vennero le stelle
nella notte d’agosto e
te n’andasti via.
Ora sei monosillabi e
parole cadute
che
«Ti amo»
Una nuvola
un cielo azzurro
gli occhi e un fiore,
una bocca dice Ti amo.
Rosa del deserto
Le ho versato l’acqua.
Si è aperta.
Fosse stato il mio amore
C’è un angelo che guarda dentro una persona
che sta guardando dentro se stessa che vede un fiore
solo in un prato e dice,
«fosse stato il mio amore».
Ma di mattina
Ma di mattina sono un pensiero o un ricordo?
2007
Una vasca da bagno
Hai pianto molto.
Le tue lacrime raccolte.
Spero avrai pensato ai fiori.
2008
Vigna
Andai nella vigna,
ma la stoltezza mi dimenticò.
Chi aspettava un sorriso e chi
a condividere una lacrima.
Allora uscii,
a lavare le mani e i piedi.
E quando rientrai
c’era ancora molto da fare
e da chinarsi
a raccogliere le pietre.
Il tempo degli Angeli
Ella volea sapere degli Angeli.
Ma non disse mai il Nome.
Ma non disse mai Amore.
E non aspettò mai il Tempo.
Il tempo degli Angeli.
4 settembre
Quando c’incontrammo
tenemmo i coltelli dietro la schiena
e quando li tirammo fuori
le mani erano già rosse
crocifisse di spine.
I petali stavano ormai raccolti
nel barattolo di vetro
in attesa d’essere ricamati
sul vestito della festa.
Ferite d’amore
Facevi il bagno tra le rose
Le spine ferivano l’illusione
Nei luoghi con Maria (continuarono i gigli)
Iniziarono i gigli
lavorando come inservienti.
La prima volta dopo averla vista,
nel luogo dell’apparizione
solo desiderio di santità,
costumi e zelo.
Vestita di bianco
la bambina saliva le scale
e coi suoi piedi prendeva il fango
delle anime corrotte.
Ci recammo assolutamente all’aperto
alla fonte ove bagnarsi.
Laggiù il prato delle stelle incantate.
Era una donna
fondamentalmente.
Coglieva tutti di una luce gioiosa,
e successivamente
avevo notato,
conosceva ciò che aveva ricevuto
sulle cartine geografiche.
Casualmente pubblicai la sua storia
senza locuzioni giacché non sapevo di andarmene.
Era inutile aggiungere terapie o rintracciarla.
Continuarono i gigli.
10 ottobre, ciò che il cuore scrive
Lo so,
nel tuo silenzio sei lì,
e leggi
ciò che il cuore scrive.
2009
Inaspettato
All’improvviso. Udii il mio nome.
Giungeva dall’alto.
Mi voltai a vedere dove.
Lo sguardo.
La voce mi giunse in linea retta attraversando i rami secchi degli alberi,
e s’impigliò nel cuore inaspettato.
Ritorno del 10 settembre
Andò nella terra ove stavano un tempo i suoi sorrisi.
Portava con sé i fili del tempo.
Ma non riannodò le storie spezzate.
Non si ricordò del senso dell’acqua.
Sarei andato nella terra ove i suoi sorrisi dissero «Ti amo».
Sarei stato a raccogliere le pietre sul cammino.
Sarei tornato con un parola scritta su un libro.
Attesi le scelte ove riposa Santa Chiara.
17 settembre (rif 11 settembre)
Pare d’essere lì coi due mosconi addosso ad infrangersi sulla nostra pelle fin dentro sul pelo della nostra anima, ma protetta e non scalfita dall’odio.