Tiziano Sclavi Tiziano Sclavi (Broni, 3 aprile 1953) è uno scrittore, dopo aver letto tutto quello che scriveva Tiziano, fu tra i giornalista e fumettista italiano. primi a credere nelle sue capacità di scrittore. Nel frattempo collabora con una pubblicazione di fumetti e notiNoto soprattutto per la creazione di Dylan Dog, una delle serie italiane di maggior successo, nel corso della sua zie rivolte ai più giovani: il Messaggero dei Ragazzi (1971) di Padova, scrivendo articoli e racconti (alcuni firmati con carriera ha affrontato numerose e diverse forme di scrittura, spaziando dalla narrativa alle ballate e alle canzoni; lo pseudonimo di sco Argento, un omaggio a due personaggi da lui molto amati: Guccini, cantautore e a ha inoltre realizzato alcuni libri per bambini. Dario, regista)[1] per l'interessamento di Grazia Nidasio, che lo presenta a Mino Milani. L'una e l'altro saranno per anni suoi colleghi anche al "Corriere dei Piccoli”.
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Biografia
1.2 Le collaborazioni per testate giornalistiche e fumettistiche
L'infanzia e la prima giovinezza
Tiziano Sclavi nasce a Broni il 3 aprile 1953 da madre insegnante e padre segretario comunale. Broni è un paesino dell'Oltrepò pavese, a circa sessanta chilometri dal capoluogo lombardo. Vive l'infanzia e la prima giovinezza nella provincia di Pavia, principalmente a Stradella, Canneto Pavese, Certosa di Pavia, trasferendosi da una località all'altra a causa del lavoro del padre. La pianura delle nebbie, delle strade silenziose e deserte, dei lunghi e umidi inverni dell'Oltrepò pavese segnano il suo immaginario, cupo e ironico, e si rifletteranno nell'atmosfera delle sue opere.[1]
Finito il Liceo si iscrive all'università, alla facoltà di Lettere moderne. Ma già lavora retribuito, e di studiare non ha più voglia. Dà tre o quattro esami, e smette definitivamente quando, su suggerimento di Mino Milani, si trasferisce a Milano, dove va a lavorare con il Corriere dei ragazzi, il settimanale “giovane” del «Corriere della Sera»,[1] con “Il Giornalino” e con la rivista “Il Mago”. È qui che inizia a scrivere testi per i fumetti. Economicamente non era messo bene: da free lance guadagnava più di seicentomila lire al mese, mentre lì lo stipendio era esattamente la metà, trecento, ma incluse la mutua e la pensione. Il direttore Alfredo Barberis gli affida una serie e subito Sclavi comincia ad esprimere la sua inesauribile vena comica - surreale inventando un poliziesco umoristico con due sgangherati investigatori di San Francisco, Altai & Jonson, con i disegni di Giorgio Cavazzano. Scrive anche altre serie tra cui “Archivio zero” disegnato da Morisi. Al “Corriere” incontra Alfredo Castelli, con cui scriverà sceneggiature ghost per Gli aristocratici, una serie di discreto successo il cui disegnatore è Ferdinando Tacconi. Gli aristocratici tratta di una banda di ladri gentiluomini alla stregua del famoso Arsenio Lupin. Nella prefazione alla riedizione del 2001 della serie Altai & Jonson, il primo fumetto di Sclavi, 'Silas Finn' (realizzate insieme a Cavazzano che ha arricchito gli ironici e disincantati testi di Sclavi con il suo stile venato di umorismo), e 'Vita da cani' pubblicata su 'Il Giornalino' con i disegni di Gino Gavioli. Al Corriere, Castelli dice di lui: «Ho conosciuto Tiziano Sclavi all'inizio degli anni settanta, quando, giovanissimo, cominciò a frequentare le mostre di fumetti... era di una bravura sorprendente».[1]
«Sono cresciuto in un paesino dove quando ava una macchina tutti si fermavano a guardarla, perché non succedeva mai niente. Fino a quattordici anni ho vissuto in un paesino in confronto a cui questa è una metropoli... ma veramente, quando avano le macchine si fermavano! La gente si fermava e tutti i ragazzini guardavano le macchine: le “1100”, cioè ava una 1100...! E allora mi fa paura, anche questa ripetizione, questa... non so, mio papà era impiegato, era segretario comunale... mi fa paura anche la burocrazia, mi fa paura la ripetizione delle cose, la noia, il non senso, poi in realtà ci sono tantissime altre cose! Più che l'ignoto mi fa paura l'ignoranza! Però, va' bèh, questo l'hanno detto altri prima di me, molto meglio!»[2]
Non è chiaro in quale momento della sua biografia vada collocato il punto di partenza nell'attività letteraria di Sclavi, che afferma di aver letto l'intera produzione di Poe tra i sei e i sette anni.[3] È comunque molto giovane quando inizia a scrivere, vincendo un concorso di scrittura alle scuole medie con una serie di racconti intitolata Storie Storte;[1] nello stesso periodo ha scritto “I padroni di Sacramento”, di genere western. Nel 1972 Sclavi incontra Raffaele Crovi che diverrà priFrequenta poi il liceo classico a Pavia, dove pubblica un ma suo agente e in seguito suo editore (Camunia). Pubracconto dal titolo Lettere bianche in una rivista scolasti- blica vari racconti gialli. Nel 1974 pubblica, nella collana ca, il cui animatore era il suo professore d'italiano, che “Identikit” della Bietti, una raccolta di racconti, I misteri 1
2 di Mystere (che vede protagonista un investigatore privato se, Jacques Mystère) e, presso l'editore Il Formichiere il suo primo romanzo, Film, (un tentativo ante litteram di unire l'horror splatter al grottesco, caratterizzato da una moderna struttura a sequenze di fotostop visivi) che vince il Premio Scanno.[1] Pubblica anche un breve romanzo giallo a puntate ancora come sco Argento e ancora per il Corriere dei Ragazzi. Collaborerà alla terza pagina dì Stampa Sera con racconti gialli e fantascientifici. A ventun anni presenta tutte le caratteristiche del grande creatore di narrativa popolare. È vorace e prodigo alla stessa misura. Ancora grazie alla mediazione di Crovi, Sclavi inizia intanto a collaborare con la RAI e insieme a Bianca Pitzorno e Cino Tortorella si dedica alla stesura dei testi per la trasmissione televisiva Gioco-città: un fatto significativo se si pensa che tra le attività praticamente mai interrotte fino alla fine degli anni ottanta, c'è proprio quella rivolta ai ragazzi e ai bambini, e pubblica. Nel 1975 Sclavi continua ancora a mascherare le sue opere per l'ultima volta con il nome di sco Argento: nella collana di gialli diretta da Crovi per l'editore Campironi esce un romanzo breve, il giallo Un sogno di sangue, e proseguono tutte le sue collaborazioni anonime o firmate, cominciando a diventare un acquisto appetibile per l'industria culturale. Dello stesso periodo sono anche Tre e Mostri, che saranno pubblicati solo 10 anni più tardi, nonostante l'apprezzamento di Natalia Ginzburg che a quel tempo lo segnalò alla Einaudi. Dall'ottobre del 1975 all'ottobre del 1976 Sclavi inventa un personaggio simile a Groucho Marx, che sarà il futuro comprimario di Dylan Dog. Giornalista professionista dal 1976, Sclavi viene assunto presso il “Corriere dei Ragazzi” come redattore a tempo pieno, fa molte rubriche, tra le quali spicca la rubrica per il divertimento “Sottosopra”, cioè un volume fatto di composizioni umoristiche e nonsense. «Incredibile ma vero. Il cuore umano batte in media 12.643.698.953 volte nel corso della vita, numero straordinario a prima vista. Tuttavia non c'è da stupirsi, se si pensa che esso non ha nient'altro da fare». Tra dieci anni questo costituirà il complesso delle opere o dei brani che inserirà nelle storie a fumetti, e in futuro permetterà di espletare quel brio e quella vivacità caratteristiche di questo scrittore. E da allora incomincia la collaborazione anche con altre testate del gruppo “Corriere della Sera”: tiene una rubrica umoristica su “Amica” e fa il critico cinematografico su “Salve”. Si prende un periodo di pausa che à per scrivere canzoni d'amore. Nel 1977 il «Corriere dei Ragazzi» termina le pubblicazioni e Sclavi torna a collaborare con il «Corriere dei Piccoli», creando nuove serie di fumetti: “Allister e Miki” (disegnati da Cavazzano), “Sam Peck” disegnato da Colombi, “Johnny Bassotto”, “Il Cavallino Michele”, che si ispira a Mike Bongiorno, disegnato da Umberto Manfrin, “La guerra nell'aria” disegnata da Peg e “Le pagine della Befana” disegnato da Maggioni. Con Peg scrive inoltre il giallo “Fantòm”, parodia del celebre Fantomas, Con Maggioni realizza il fantascientico racconto “Le avventure del professor Strano” e “Ufo Robot Raggi Cosmici” disegnati
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BIOGRAFIA
dai piccoli lettori del corriere. Scrive inoltre storie di avventura “John John va nel west” (disegnato da Michelini) in cui il protagonista Bart viaggia su un cavallo chiamato Zoccolone. Infine scrive la favola “Bizarro” disegnata da Rizzo, in cui il protagonista Milo ha per amico un folletto chiamato appunto Bizarro (con una z sola). Mentre pubblica altri romanzi a metà via tra il mystery e l'horror, crea vari personaggi a fumetti per riviste per ragazzi come 'Corrier boy', 'Corriere dei piccoli' ed altre nuove storie. In questi anni Sclavi dimostra già una facilità creativa e immaginativa estremamente prolifica: scrive storie gialle (Giallo al castello, Sam Peck esploratore solitario). Sul “Messaggero dei Ragazzi” appare la serie di Silas Finn, che “Zack” pubblicherà anche in Germania; su “Alter” esce Devoluzione, e Steve Vandam su “Supergulp”. Nel 1978 vede la luce anche la prima versione di Apocalisse, allora intitolata Guerre terrestri (ambientato nella cittadina di Buffalora che verrà successivamente ripresa in "Dellamorte Dellamore"), edita da Rusconi. Collabora in telequiz per telespettatori ragazzi a Rai Uno e scrive libretti per bambini editi da Coccinella. Intanto il Corriere era ato alla Rizzoli e a Sclavi non andava più di stare in quell'ambiente.
1.3 Approdo nella Sergio Bonelli Editore Nel 1979 un altro incontro fondamentale per gli sviluppi futuri della carriera di questo autore: inizia la collaborazione con la Sergio Bonelli Editore (la quale era divisa in Araldo, Cepim e Daim Press) e Decio Canzio, che lo porterà all'assunzione presso lo staff redazionale della Cepim nel 1981, in qualità di sceneggiatore di fumetti. All'interno della casa editrice Sclavi deve lavorare molto. Anche in quell'ambito però emergono a tratti alcune delle caratteristiche di fondo del suo stile narrativo e le tematiche a lui più congeniali si piegano a fatica agli stretti canoni imposti dalle diverse serie. Dovrà correggere le bozze ma dare anche un importante apporto alle serie Zagor e Mister No, sceneggiandone alcuni episodi e scrive due storie per Ken Parker (entrambe su soggetto di Giancarlo Berardi) e una per Martin Mystère. Alfredo Castelli sottolinea che il nome del famoso “Detective dell'Impossibile” Martin Mystère creato nel 1982 è un omaggio a Sclavi e agli anni della loro collaborazione ne “Gli Aristocratici”.
1.3.1 Zagor Per Zagor, Sclavi riceve il delicato compito di sostituire ai testi il creatore del personaggio Guido Nolitta, ovvero lo stesso Sergio Bonelli. Le prime prove di Sclavi hanno un buon riscontro tanto che Bonelli gli affida la responsabilità della sceneggiatura del n. 200 Il tesoro maledetto (in realtà queste prime avventure vengono pubblicate senza che il suo nome venga citato fra gli autori, ed esso verrà segnalato solo diversi anni dopo nelle ristampe).
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Approdo nella Sergio Bonelli Editore
Per diverso tempo, Sclavi è anche il curatore della testata, e la sua ultima storia, Incubi (ZG 275/280, datata 1988) oltre ad essere una delle storie più lunghe pubblicate dalla SBE e la più lunga, ancora oggi, di Zagor è anche una delle più controverse e famose dello “Spirito con la Scure” (Zagor: l'eroe e il supereroe). La sua prima sceneggiatura per Zagor si intitola La montagna degli dei, numeri 184/186 disegnati da Franco Donatelli, poi verranno I tagliatori di teste 191/194 e Il signore nero 194/196 sempre con i disegni di Franco Donatelli, Thunderman 196/198 con i disegni di sco Gamba, Lupo solitario 198/199 (disegni di Donatelli), fino al numero 200, il celebrativo “Il tesoro maledetto” disegnato dal creatore grafico della serie Gallieno Ferri (un numero importante, a colori, che dimostra che le sceneggiature zagoriane di Sclavi stavano riscuotendo successo, ma che nell'edizione originale viene attribuito a Nolitta). Dopo Devil Mask 201/203, ancora per i pennelli di Ferri, e Il profeta, numeri 221/222 per i disegni di Pini Segna, le ultime sceneggiature sclaviane per Zagor sono del 1988, appunto Incubi, albi regolari 275/280 (disegni di Gallieno Ferri) e per il ritorno dello speciale annuale fuori serie dedicato al fedele amico messicano di Zagor, Horror Cico (disegni di Gamba) del 1990.
3 Il comandante Mark e prosegue fino al 1985. Secondo molti critici, Kerry il trapper (o Kerry Scott) rappresenta per lo sceneggiatore la prova generale per Dylan Dog: in questa sede Sclavi sperimenta le diverse varianti del genere horror, dal grottesco all'ironico fino alla fantascienza. La prima storia di Kerry Trapper (“Il cacciatore di pellicce”) viene pubblicata nel 1983. La serie comprenderà 12 storie. Kerry Scott era un trapper che nel West ottocentesco andava alla ricerca del padre misteriosamente scomparso. Non sarebbe stato un compito facile perché Scott s’imbatteva quasi sempre in ogni sorta di nemici. Oltre a quelli tradizionali come pellerossa o fuorilegge, il trapper doveva combattere contro avversari insoliti e pericolosi, come zombi viventi, misteri strani, nemici invisibili e incubi di ogni genere. Il ciclo di Kerry Scott - disegnato principalmente da Marco Bianchini e dai fratelli abruzzesi Domenico e Stefano Di Vitto - è ormai piccola saga western in parte dimenticata, ma permette di scoprire i pur labili punti di contatto esistenti tra Scott e Dylan Dog, l'indagatore dell'incubo, compreso l'umorismo sempre presente nei lavori di Sclavi, anche quando è assente Groucho.
1.3.4 I lavori extra-Bonelli 1.3.2
Mister No
Tra il 1982 e il 1984 allarga la sua già vasta attività collaborando a “Il giornalino” sul quale crea le serie di “Agente Allen” e Vita da cani, e nel 1984, con la “BonelliDargaud” (ovvero una casa editrice metà italiana e metà se), diventa direttore editoriale dell'edizione italiana di “Pilot”, una rivista se che secondo la casa editrice doveva affiancare la prestigiosa “Orient Express”, unendo il fumetto d'autore a quello popolare. Nonostante l'impegno profuso da Sclavi (insieme a Federico Maggioni come art director) e la qualità delle proposte, Pilot sconta la profonda crisi che attraversa il mondo dell'editoria del fumetto italiano e chiude nel 1985, dopo solo quindici numeri, mentre “Orient Express” viene acquistato dall'Isola Trovata di Bologna. Questa chiusura dà a Sclavi l'occasione per dedicarsi ad ideare un nuovo personaggio. Nel 1985 Sclavi continua ad affiancare l'attività di romanziere a quella di sceneggiatore. Come ricorderà lui stesso anni più tardi, questo era un periodo particolarmente prolifico in cui riusciva a calarsi contemporaneamente in due generi di scrittura così diversi con estrema facilità.
All'impegno su Zagor, nell'82 Sclavi affianca la scrittura di alcune sceneggiature per Mister No, testata in cui introduce una spiccata componente horror, con storie come “Ananga” (MN 90-92, ripreso quindici anni più tardi su Dylan Dog), e “Il fantasma dell'opera”. Dal n.91 e per un paio d'anni, le sceneggiature di Mister No vengono scritte per la maggior parte da Sclavi. Per Mister No scrive otto storie: “Ananga” albi 90/92 disegnati da Fabio Civitelli (titolo e argomento ripreso in Dylan Dog “Ananga!" disegnato da Giovanni Freghieri, albi 134/135), “Il fantasma dell'opera”, albi 97/98, disegnati da Roberto Diso. Scrive inoltre con la collaborazione di Nolitta il numero 100, “Giungla”, sempre disegnati da Diso. Poi verranno le storie “La casa di satana” albi 104/105 disegnati da Bruno Maraffa, “Ombre Rosse” (prima storia in cui viene indicato come autore dei testi), albi 105/107 disegnati da Diso, “Alien”, albi n. 107/108 disegnati da Civitelli e “L'orrenda invenzione”, albi n. 138/139 disegnati da Franco Bignotti. L'ultima storia scritta per Mister No è “L'oro del fiume”, albi 159/161 disegnati da Marco Nel 1985 pubblica il romanzo Mostri, inizialmente in verBianchini. sione ridotta sulla rivista “Il belpaese 2”, poi presso la casa editrice Camunia, in cui il concetto di mostruosità viene 1.3.3 Ken Parker e Kerry il trapper ribaltato secondo un concetto ben noto ai lettori di Dylan Dog. Nei primi anni ottanta, oltre ai racconti di Sogni Sclavi sceneggia, su soggetto di Berardi, anche due sto- di sangue, scrive La circolazione del sangue (1982), Delrie per Ken Parker: “Il sentiero dei Giganti”, albo numero lamorte Dellamore (1983) e Nero. (1984), che restano a 35 e “Alcune signore di piccole virtù", albo numero 41. lungo inediti. "Nero." segna un momento di crisi nella viNel 1983 crea anche un suo personaggio per la Bonelli, ta di Sclavi, che lo porta a non scrivere altri romanzi sino Kerry il trapper, per una serie western-horror un po' ati- alla metà degli anni novanta. Ma la crisi di Sclavi scrittopica che compare per un anno in appendice agli albi de re non lo riguarderà nei fumetti: lo Sclavi sceneggiatore è
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BIOGRAFIA
invece un abile creatore di emozioni e sorprese, un regi- La Coccinella. Parallelamente a Dylan Dog crea e realizsta che sa offrire in ogni tavola inquadrature, dissolvenze za tre storie di “Roy Mann” edite a puntate su “Comic e montaggi accuratamente studiati. Art” (1987-1991). Il personaggio è molto significativo: si muove infatti in un mondo dominato dalle stesse fantasie rintracciabili in Dylan Dog e in alcuni romanzi di Sclavi, 1.4 Dylan Dog ma concedendo molto più spazio all'elemento umoristico, fantastico e paradossale. Dopo tanta gavetta crea il personaggio che lo renderà famoso, Dylan Dog, noto anche come “l'indagatore dell'incubo”.
1.5 L'impegno fumettistico e letterario
Il 26 settembre 1986, ma con data ufficiale di copertina ottobre 1986, esce in edicola il n.1 di Dylan Dog, L'alba dei morti viventi, disegnato da Angelo Stano. Al momento dell'uscita, l'esordio non pare incoraggiante agli editori, e secondo quanto dichiarato da Decio Canzio <
>". Il successo, tuttavia, aumenterà ulteriormente con gli anni a venire, che diverrà un fenomeno di costume grazie alla presenza di elementi narrativi e rimandi esistenziali idonei a soddisfare i più svariati gusti. Massimo successo editoriale in Italia, ha superato le 500.000 copie mensili. Dylan Dog è un giovane londinese, 'indagatore dell'incubo', cioè coinvolto in casi polizieschi bizzarri, mostruosi, cruenti, esoterici e simili. Di carattere idealista e sognatore, coinvolge a livello romantico ed erotico le donne che incontra. In questo fumetto Sclavi riprende le tematiche horror, splatter e fantascientifiche che avevano caratterizzato le sue creazioni precedenti, mescolando con maestria i generi in un blob di citazioni ben costruito che farà la fortuna del fumetto. Dylan Dog è una figura assolutamente nuova nel panorama fumettistico italiano, che non manca di suscitare curiosità e attenzione, oltre ai classici fiumi d'inchiostro alla ricerca di motivazioni, analisi e interpretazioni sul perché di cotanto successo. Il comato protagonista dell'albo, le cui fattezze si rifanno esplicitamente all'attore Rupert Everett, è una sorta di detective dell'occulto uso alle più improbabili avventure. Dylan Dog è però uno scettico razionalista, legato alla realtà e alla concretezza di ciò che vede. Questo atteggiamento si traduce nel taglio innovativo delle storie, che fanno certamente leva sul mistero ma che dimostrano anche come, in alcuni casi, il cosiddetto “mistero” può anche rivelarsi un castello di cartapesta. Da quel momento le capacità creative di Sclavi saranno assorbite quasi del tutto dalle esigenze sempre crescenti del pubblico dell'«indagatore dell'incubo». Al di là delle modalità narrative - l'horror o la fantascienza, il giallo o il noir - è proprio in questi anni che l'autore dimostra che la linfa vitale della sua scrittura è l'amore per la fantasia tout court: i bambini sembrano in questo momento gli unici ascoltatori dell'altro Sclavi. Quello bizzarro, immaginativo, leggero e quasi favolistico: tra le poche attività cui si dedica nel “tempo libero” lasciato da Dylan Dog, c'è il lavoro per la casa editrice per bambini
Il successo del fumetto lo rilancia anche in campo letterario: dopo anni ati a scrivere per l'infanzia i grandi editori si affrettano a ripubblicare i suoi vecchi libri. Nel 1988 esce il romanzo Tre (prima ed. Camunia, poi ristampato da Mondadori), un'opera caratterizzata dalla particolare tecnica narrativa che alterna diversi universi paralleli in cui il protagonista, chiamato “Il suo Unico figlio”, è costretto a vagare per ritrovare la sua identità. Nel frattempo alla fine degli anni ottanta è nata la casa editrice Camunia, fondata da Raffaele Crovi: è grazie a lui che Tiziano Sclavi ricomincia a pubblicare romanzi. Nel 1987 esce a puntate sulla prestigiosa rivista Comic Art la prima delle tre avventure di “Roy Mann”, una serie che vede protagonista un autore di fumetti degli anni 30 catapultato in un altro mondo. Parodia tra l' altro di Flash Gordon di Alex Raymond e del romanzo Assurdo universo di Fredric Brown, vede ai disegni Attilio Micheluzzi che con Sclavi collabora nello stesso periodo al secondo speciale di DD, “Gli orrori di Altroquando”. I due successivi episodi usciranno sempre a puntate nel 1988 e nel 1991, anno della scomparsa di Micheluzzi. Nel 1990 sempre su “Comic Art”, Sclavi pubblica una raccolta di tre storie brevi di Dylan Dog a colori (“L'inquilino del terzo piano”, “L'appartamento nr.13” e “L'incubo è finito”), disegnate da Corrado Roi, raccolte poi l'anno successivo nel volume “Gli Inquilini Arcani”. In questo stesso anno il Salone internazionale dei Comics di Lucca assegna a Sclavi uno Yellow Kid (Oscar del fumetto mondiale) come miglior autore.[1] Inoltre vince per due volte il premio Anaf come miglior soggettista. Nel 1991 ha scritto la sceneggiatura per i Tarocchi di Dylan Dog, dipinti da Corrado Roi e pubblicati da Lo Scarabeo di Torino assieme a un'Intervista a Dylan Dog scritta da Giordano Berti.
1.6 Il successo editoriale e le trasposizioni cinematografiche dei suoi romanzi Sempre nel 1991, la casa editrice Camunia gli pubblica un romanzo scritto e rimasto inedito per ben otto anni: Dellamorte Dellamore, che segna il suo successo anche come narratore. L'opera risale infatti a diversi anni prima, quando Sclavi non aveva ancora creato Dylan Dog. Sclavi aveva riesumato il personaggio di sco Dellamorte, custode del cimitero di Buffalora, nel terzo speciale di Dylan Dog, “Orrore Nero”, in cui ne aveva fatto una sorta di alter ego dell'Indagatore dell'Incubo. Il romanzo
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Sclavi paroliere
viene poi rinvenuto e pubblicato, e da esso si può capire che Dellamorte ha rappresentato per Sclavi un prototipo di Dylan Dog. In questo romanzo si intravedono, infatti, alcune caratteristiche che saranno poi riprese in Dylan Dog, anche se il suo protagonista, sco Dellamorte, è un personaggio più negativo e cupo. Esso si trova ad affrontare un'orda di morti risvegliati da un'epidemia, è affiancato da una spalla grottesca, Gnaghi, e a il tempo costruendo un vecchio teschio, il corrispettivo del galeone di Dylan. È probabilmente questo il momento di maggior successo per Dylan Dog (che con il n.69 Caccia alle streghe, arriva a superare Tex per numero di copie vendute, a cui vanno aggiunte le iniziative collaterali, come i diari scolastici e le fortunate Horror Fest) e per Sclavi stesso. Dellamorte Dellamore ottiene un vasto successo di pubblico e nel 1994 diventa anche un film, diventato cult per gli apionati di horror e apprezzato anche all'estero, diretto da Michele Soavi ed interpretato da Rupert Everett, l'attore che ha dato i tratti somatici a Dylan Dog. Si tratta, in ogni modo, della seconda riduzione cinematografica di un libro di Sclavi. La prima fu Nero, film giallo prodotto nel 1992, diretto da Giancarlo Soldi e sceneggiato dallo stesso Sclavi. Nel 1992 vengono pubblicati Nero e Sogni di sangue, con il quale si aggiudica il Premio Giallo dell'Anno al Festival in Noir di Viareggio per il miglior romanzo mystery edito nel 1992;[1] nel 1993 pubblica la seconda edizione di Apocalisse, e nel 1994 quella di Mostri, romanzo che gli fa vincere il Premio Scerbanenco. Le etichette delle camicie (pubblicato da Giunti l'anno successivo) e Non è successo niente (Mondadori, 1998) sono romanzi a tratti surreali e a tratti dolorosi. In particolar modo il secondo è una vera e propria autobiografia sotto forma di romanzo, in cui Sclavi racconta le sue crisi e il suo naufragio personale attraverso tre personaggi: Tiz (ovvero lo sceneggiatore di successo, che però rimane sempre sullo sfondo, quasi un'entità astratta), Tom (ovvero lo Sclavi succube dell'alcolismo, della depressione, della crisi creativa e delle tentazioni suicide) e Cohan (ovvero lo Sclavi attuale, che ha trovato un equilibrio personale e una serenità affettiva, ma non ha più lo stimolo per scrivere). Attorno ai protagonisti, girano numerose figure di contorno in cui si possono riconoscere Sergio Bonelli, Alfredo Castelli e Mauro Marcheselli e le dinamiche della vita redazionale della SBE. Non è successo niente è il suo ultimo romanzo, non solo in senso temporale. Sclavi dichiara infatti di non avere più niente da raccontare. Pubblicato nella collana Letteratura Contemporanea di Mondadori, ha un tale successo che viene ristampato negli Oscar Mondadori l'anno seguente.[1] Ma l'anno seguente, dopo la vendita di circa settecentocinquantamila copie, il romanzo non ottiene il successo sperato e si dice che questo abbia accentuato il distacco di Sclavi dalla scrittura.
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1.7 Sclavi paroliere Nel frattempo si dedica ad una raccolta di ballate che nello stile ripercorrono le canzoni di Guccini, De André e Lolli: il libro esce nel 1993 con il titolo Nel buio. Sarà Sclavi stesso a sottolineare in varie occasioni che lui non ha mai scritto poesia e che i suoi vari componimenti in versi nascono pensando alla musica. Due di quei testi, “I miei sette figli” e “Sotto il segno della volpe”, saranno d'altronde musicati da Tiziano Cantatore nel suo disco "È sparita l'orsa maggiore” (Eleven, Fonit Cetra, “1978”). La circolazione del sangue esce nel 1995 e la versione integrale di Tre nel 1997. La precedente edizione Camunia presentava delle lacune rispetto alla stesura originale del romanzo, che aveva subito dei tagli in fase di pubblicazione. L'edizione nella collana “Gli Argosauri” della Periplo è corredata da dieci illustrazioni ad opera di Max Casalini. Nel frattempo si continua a parlare insistentemente di film e serie televisive dedicate a Dylan Dog, ma non se ne farà mai niente.
1.8 La crisi creativa Intanto Sclavi attraversa, ma questo si saprà con precisione solo in seguito, una grave crisi creativa che lui stesso imputa ad una sorta di "blocco dello scrittore" e personale che lo allontana da Dylan Dog, nonostante questo sia il periodo in cui escono due capisaldi come Il lungo addio e Johnny Freak, entrambi su soggetto di Mauro Marcheselli, fido collaboratore e curatore di Dylan Dog. Successivamente la presenza di Sclavi sulle pagine di Dylan Dog si fa sempre più rarefatta, fino a scomparire per i mesi immediatamente precedenti e successivi il n.100, “La storia di Dylan Dog”, in cui Sclavi pone fine alla storyline di Xabaras, quasi a voler segnare un nuovo inizio per la sua creatura. Da questo punto in poi, infatti, Sclavi sarà impegnato a scrivere storie per Dylan Dog più saltuariamente, e anche quando tornerà ad occuparsi con maggior frequenza delle sceneggiature, queste non avranno più quell'impronta splatter che ne aveva caratterizzato gli esordi, ma si concentreranno maggiormente sull'aspetto surreale e grottesco, con incursioni nel sociale e nella fantascienza. Superata la prima crisi creativa, la depressione e l'alcolismo, Sclavi, ormai affermato, ricomincia a scrivere romanzi e lo fa con una forza narrativa invariata anche se apparentemente così diversa da ogni sua prova precedente. Pubblica in rapida successione due romanzi, che segnano anche in questo caso uno stacco rispetto ai precedenti. Continuerà a scrivere sceneggiature su Dylan Dog e le altre pubblicazioni parallele, pur lasciando spazio ad altri autori. Nel 1999 Sclavi è il responsabile del soggetto del gioco Dylan Dog Horror Luna Park, curandone la sceneggiatura. Nell'avventura grafica Dylan è imprigionato in un proprio incubo, nel tentativo di scapparne. Negli anni 2000 Sclavi rimane supervisore di Dylan Dog, ma abbandona progressivamente il ruolo di sceneggiatore. La sua partecipazione in veste di sce-
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4 OPERE
neggiatore e soggettista per le storie di Dylan Dog, frequentissima nei primi anni di vita della testata, si è fatta col are del tempo sempre più rarefatta tanto che oramai ogni sua nuova storia viene vissuta come un evento da parte dei fan. Negli anni successivi, Sclavi non pubblica neanche una riga (con l'eccezione di una lettera in occasione del n.200) e sembra aver abbandonato ogni velleità artistica. Lo Sclavi di questo periodo sembra anche aver superato le sue fobie, e rilascia diverse interviste, tra cui una televisiva, in cui racconta la sua condizione e dice di essere interessato a riprendere a scrivere.
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Ritorno alla sceneggiatura di Dylan Dog e alla letteratura e nuovo isolamento
il demoniaco vanno bene per le opere di fantasia, ma la realtà è ben altra cosa. Se devo fare un'eccezione, la faccio per gli UFO: non ci credo, ma ci spero». È membro del CICAP, che sostiene in vari modi. Su di lui vi è una leggenda molto diffusa secondo cui se ne starebbe sempre chiuso a casa, nella sua villa a Venegono Superiore, senza uscire mai. È nota la sua avversione verso le foto e le interviste, poche in circolazione, infatti molto spesso viene rappresentato tramite alcuni ritratti realizzati da Angelo Stano e una vecchia caricatura di Castelli, anche se lui sostiene ironicamente che “non è affatto una caricatura, ma un ritratto iperrealista”. Sclavi è comparso più volte come personaggio negli stessi albi di Dylan Dog, ad esempio è uno degli invitati che viene ucciso dalla signora con la falce nell'albo Attraverso lo specchio (Dylan Dog Serie regolare - n. 10). Afferma di sentirsi “eccessivo”, a partire dalla sua descrizione fisica che ha emanato in alcune sue note personali: “altezza: 1,82. Larghezza: 1,82. Profondità: 1,82. Sostiene di avere il doppio dei suoi anni, perché ognuno ha l'età che si sente...”.
Nel 2005, con un'intervista al Mucchio, Sclavi annuncia di aver terminato una sceneggiatura per Dylan Dog. La notizia è presto confermata ed ampliata: le storie terminate sono quattro, e sono pubblicate nel 2006 e nel 2007. Quasi a sorpresa, e con poco preavviso, esce un nuovo romanzo di Sclavi, Il tornado di Valle Scuroo (Monda- 3 dori, 2006), un “thriller ufologico” in cui Sclavi riprende a raccontare le fobie e gli orrori del quotidiano, con uno • stile estremamente asciutto e l'amara ironia di sempre. Dopo queste sporadiche apparizioni, ritorna nuovamente ad isolarsi e a interrompere la scrittura, mantenendo comunque la supervisione della sua creatura Dylan Dog. Nel 2008 è stato realizzato Taxi, cortometraggio ispirato al racconto Taxi relativo all'omonimo album gigante 4 numero 2 di Dylan Dog il cui soggetto è Sclavi. La storia narra di uno scrittore di nome Tiziano (in onore a Sclavi), che viene ingaggiato da Leone, uno stravagante tassista 4.1 che racconta di avere come clienti degli spettri. •
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Vita privata
Curiosità È membro del CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale), uno degli organismi che fanno dello scetticismo la propria bandiera.
Opere Fumetti Gli Aristocratici (1974)
• Altai & Jonson (1975-1976, 1978-1979, 1985) • Archivio Zero (1975-1977)
Sclavi è noto per essere un tipo molto riservato, lavora e vive con la moglie a Milano, si dice, quasi in una condizione di isolamento, colleziona libri (più di 18000), dischi (5000), CD (più di un migliaio) e ama la musica (dalla techno alla classica al metal, ma detesta l'hip hop) e il cinema (fin dai primi mesi dalla sua nascita, sua madre, grande apionata, lo portava sempre al cinema, poi si è sviluppata una preferenza per l'horror e la fantascienza, Kubrick e Nanni Moretti su tutti). Nel 2005 ha donato alla biblioteca comunale "Bruno Munari" di Venegono Superiore parte della sua biblioteca personale con un lascito di quasi 8000 volumi di grafica, fumetti, disegno e arti varie che è stato catalogato e conosciuto come il “Fondo Sclavi”. È anche un apionato di enigmistica oltre che collezionista di giochi da tavolo. Adora David Copperfield «perché riesce a far sparire, e a sparire», e cita spesso Woody Allen: «credo nel sesso e nel decesso». Quando gli si chiede: «tu che sei il padre di Dylan Dog, credi nell'occulto?», risponde: «niente affatto, il misterioso e
• Jonny bassotto (1977) • Il cavallino Michele (1977) • Fantom (1977-1978) • John John va nel West (1977-1978) • Sam Peck esploratore solitario (1977-1978) • Le avventure del professor Strano (1977-1978) • Bizarro (1977-1978) • Silas Finn (1978) • Devoluzione (1978) • Steve Vandam (1978) • Zagor numeri 184-186, 191-203, 221-222, 275-280 (1980-1983, 1988)
7 • Ken Parker numeri 35 e 41 (1980-1981) • Mister No numeri 90-92, 97-98, 104-108, 138-139, 159-161 (1982-1984, 1986, 1988)
• Sogni di sangue, Camunia Editore (Collana “Brivido Italiano”, 1992) • Guarda di là, (per l'infanzia, 1993)
• Agente Allen (1982)
• Metti il dito, (per l'infanzia, 1993)
• Vita da cani (1982)
• Scopri cos’è, (per l'infanzia, 1993)
• Kerry il trapper (1983) • Martin Mystère numeri 51-52 (1986) • Dylan Dog numeri 1-26, 28, 30-33, 40-43, 46, 5052, 56-57, 59, 61-65, 67, 69, 72, 74-77, 80-81, 8384, 88, 100, 109, 113, 117, 119-121, 123, 125, 127, 129, 131, 133-134, 136, 138, 140, 143, 145-146, 151, 153, 156, 161, 163, 173, 176, 240, 243-244, 250 (1986-2001 e 2006-2007) • Dylan Dog Speciale numeri 1-7 (1987-1993) • Roy Mann (1987-1991) • Dylan Dog & Martin Mystère numeri 1-2 (1990 e 1992) • Cico Speciale numero 6 (1990) • La banconota da un milione di sterline (1990, adattamento di un racconto di Mark Twain) • Dylan Dog: Almanacco della paura 1991-1995 (1991-1995) • Dylan Dog Gigante numeri 1-2 e 4-8 (1993-1999) • Maxi Dylan Dog 1999 (1999)
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Letteratura
• I misteri di Mystère, Bietti Editore (1973, riedito da Mondadori nel 1992) • Film, Il Formichiere Editore, Collana “Terzo Binario” (1974) • Un sogno di sangue (1975) • Guerre terrestri (1978) • Nella foresta (per l'infanzia, 1980) • Dove vai uccellino? (per l'infanzia, 1982) • Casa mia, casa mia (per l'infanzia, 1986) • Tre, Camunia Editore, Collana “Fantasia & Memoria” (1988, ristampato da Mondadori nel 1994) • Nero., Camunia Editore, Collana “Fantasia & Memoria” (1991, ristampato da Rizzoli nel 1994) • Dellamorte Dellamore, Camunia Editore, Collana “Fantasia & Memoria” (1991, ristampato da Rizzoli nel 1992)
• Tocca qui, (per l'infanzia, 1993) • Apocalisse, Camunia, Collana “Brivido Italiano”, versione definitiva di 'Guerre terrestri' (1993, ristampato da Mondadori nel 1994) • Nel Buio, canzoni e ballate di morte e d'amore, Camunia Editore, Collana “Parole” (1993) • Mostri, Camunia Editore (1994, ristampato da Mondadori nel 1997) • I sette cammellieri, Lisciani & Giunti Editore (per l'infanzia, Collana “C'era non c'era”) (1994) • La circolazione del sangue, Camunia Editore (1995, ristampato da Mondadori nel 1996) • Le etichette delle camicie, Giunti Editore (1996) • Una cosa cos’è (1997) • Non è successo niente, Arnoldo Mondadori Editore (1998) • Il tornado di valle Scuroo, Arnoldo Mondadori Editore (2006)
5 Sceneggiatore • Nero. (1992)
6 Note [1] Tiziano Sclavi - Biografia in italialibri.net. URL consultato il 22-07-2009. [2] Si tratta di una parte del racconto che Tiziano SCLAVI faceva ad Andrea NERI durante un'intervista, apparsa sul sito www.Tizianosclavi.it, 20 marzo 2002. [3] F. Fantasia, E l'apocalisse verrà, intervista a Tiziano Sclavi, “Il Messaggero”, 5 giugno 1993.
7 Altri progetti •
Wikiquote contiene citazioni di o su Tiziano Sclavi
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Collegamenti esterni • Biografia di Tiziano Sclavi su Sergio Bonelli Editore • Tiziano Sclavi su Italica • Biografia di Tiziano Sclavi in Wikidyd su Craven Road 7
COLLEGAMENTI ESTERNI
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Fonti per testo e immagini; autori; licenze
9.1
Testo
• Tiziano Sclavi Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Tiziano_Sclavi?oldid=73337951 Contributori: Gac, Ary29, Marrabbio2, Andrea.gf, Pap3rinik, Kal-El, FlaBot, Homer, Yemaozi, Gibbone, Eumolpo, RebelRobot, Superchilum, SashatoBot, Torsolo, Andrea Censi, Ingsco, Ignisdelavega, AttoRenato, Antonfon, Solomon~itwiki, Riccardobot, Jaqen, Nicoli, Rossa1, Yupik, Stradellino, Quiet-tiz, Biobot, LukeWiller, Marcol-it, .sEdivad, Apolis, Phantomas, Pracchia-78, STBot~itwiki, Bicchi87, Zagarella, BotSimo82, Restu20, Godaisan1982, Antonio d'alessandro, No2, Tony fomenta, Utente 7, Steve candela, FrescoBot, Thewikifox, Johnny Freak, RedPuma, AttoBot, Jodowiki, Michele-sama, Horcrux92, AdertBot, NuM3tal95, Bernardoni, Tenebroso, Fringio, Pil56-bot, Framago666, JarektBot, SamoaBot, Addbot e Anonimo: 82
9.2
Immagini
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9.3
Licenza dell'opera
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