Patrizia Vaier
Renzo Samaritani
Patrizia Vaier non esiste
Intervista di Renzo Samaritani
Snail's Edition
Copertina di Massimo Deliso
Queste pagine nascono dall'esigenza di rispondere alle molteplici domande che quotidianamente mi vengono rivolte, soprattutto sui social, da chi mi segue con costanza ma anche da chi s'imbatte in un mio profilo pubblico e viene incuriosito da quello che scrivo.
La collaborazione con Renzo Samaritani mio grande amico, scaturisce dalla stima che nutro in lui e dalla fiducia, sono certa saprà interpretare e capire alla perfezione le mie parole.
È ugualmente stima e fiducia che mi legano a Massimiliano Deliso che creando la copertina ha guardato dentro il mio profondo riuscendo a riassumere con forme e colori chi sono veramente.
- Il titolo?
Una scelta personale, intima, sofferta:
Io sono Patrizia Vaier e non esisto.
- Perché Patrizia Vaier non esiste? Cosa vuoi dirci in realtà?
Dare un titolo a questa intervista mi piaciuto tantissimo e ho scelto di scrivere di mio pugno "Patrizia Vaier non esiste" perché in realtà si tratta di uno pseudonimo che comunque fa parte di me in modo totale.
Ho sempre creduto di non essere una soltanto e di non essere in questo privilegiata, tutti noi siamo più esseri, con la libera scelta di essere, chi e come, quando vogliamo.
- Tu hai scritto e detto di essere da sempre affascinata dalle religioni e dai movimenti di pensiero che muovono le masse e di aver studiato i testi sacri più importanti, fra tutti i testi delle principali religioni quale hai sentito rappresentarti maggiormente?
Sono nata e cresciuta in una famiglia cattolica soprattutto per tradizione, per eredità, non sicuramente per convinzione e fede e già dall'adolescenza ero incuriosita dalla religione che accomunava famiglia, amici, conoscenti, da tutta una serie di leggi invisibili ma presenti in molte occasioni del mio divenire
adulta.
Ho studiato le più grandi religioni del mondo, i vari movimenti che si sono creati all'interno di esse e che hanno poi determinato lo stile di vita di molti popoli. Proprio lo studio poi, mi ha allontanato dalla parola religione che non amo, poiché non mi piace pensare alla fede come struttura organizzata. Sono convinta che non possa esistere un'organizzazione politica, gerarchica con il compito di catalogare i pensieri di fede.
I Veda sono i testi che preferisco e nei quali credo profondamente, il libro che mi accompagna quotidianamente è la Bhagavad Gita.
- Ritieni che ogni testo sacro sia un pezzetto della verità e pensi che tutte le religioni siano pezzetti di una specchio originariamente intero che purtroppo nel tempo si è rotto e che andranno poi a ricomporsi? Andremo a specchiarci in questo specchio e non ci sarà più differenza fra lo specchio e noi?
Le grandi religioni nei loro testi più importanti e nelle loro leggi tramandate contengono tutte verità importantissime ma non sempre conciliabili l'una con l'altra. Non credo ad una riunione dei pensieri religiosi, e come ripeto spesso, la religione è tempo e luogo innanzi tutto, chi fugge da questo pensiero non ha futuro. Solo con l'apertura totale all'amore trascendentale potremo assistere ad una pacifica convivenza. Amore nel senso più ampio del termine, al di là del sentimento, oltre la dimensione terrena, oltre la fede. Amore per ogni essere vivente.
- Cosa ricordi di quell'agosto 1988 e se tornassi indietro rifaresti tutto il percorso che hai fatto da quel giorno a oggi, ora che sei o non sei Patrizia Vaier e che esce "Patrizia Vaier non esiste?"
Rifarei tutto, forse più velocemente, gli studi e le scelte. Se chiudo gli occhi rivedo ogni attimo di quel primo incontro. In quel pomeriggio caldo in Sardegna iniziò il mio cammino di fede, di aspirante devota. E con la stessa sete di sapere che ebbe Arjuna nel dialogo con Sri Krshna, incominciai i miei studi.
Per questo, per sempre, ringrazio confratello Shuba Krshna.
Divoravo libri e imparavo tante cose affascinanti, presa dalla voglia di condividerle ne parlavo con chiunque incontrassi, con il solo risultato di sembrare un'aliena, qualcuno pensò perfino che fossi finita in qualche setta e mise in guardia i miei familiari. Sorrido ripensando a quei momenti.
La scelta più difficile da spiegare fu la scelta del vegetarianesimo. Oggi con il senno di poi non darei spiegazioni.
- Chi è davvero Patrizia Vaier?
Oggi sono una donna, moglie e madre, impegnata nella propria professione e coinvolta in molte iniziative legate alla devozione. Per esempio l'insegnamento della Filosofia del pensiero vegetariano e l'educazione dei pensieri come stile di vita. L'impegno più grande inteso come missione è la divulgazione del Vegetarianesimo, con diverse motivazioni. Per questo ho conseguito una formazione parallela che mi aiuta nel Veg Coaching.
- Mettiti a nudo per noi:
cinque parole su di te e poi puoi rivestirti.
Testarda
Ottimista
Altruista
Mediatrice
Donna
- Credi che la sensualità e la sessualità siano compatibili con la spiritualità?
Questa tua domanda non mi stupisce né m'imbarazza, me la sento rivolgere spesso. Sono incuriositi in molti, alcuni anche in modo schietto e diretto mi chiedono se faccio sesso, se ho un compagno e come faccio ad avere una vita "normale" e spirituale.
Ti chiedo d'inserire il normale tra virgolette perché tutti sappiamo che il normale è indubbiamente soggettivo e da contestualizzare. So che, chi mi parla di vita normale intende vita comune e io caro Renzo con il comune ho poco da condividere.
Ho scelto di vivere appieno l'universo e di non dare a me stessa regole che comportino rinunce. Questo semplicemente perché ogni rinuncia presuppone un desiderio e quando esiste il desiderio bisogna fermarsi a riflettere perché con molta probabilità non si è sul giusto cammino.
Governare le emozioni e le ioni non significa vivere in modo arido, il distacco di cui io parlo spesso è riferito alla distanza che il percorso di fede mi dona verso quelle cose, quei luoghi o quelle persone che non arricchiscono il mio esistere. Educo i miei pensieri che in modo spontaneo diventano azioni in equilibrio con il pensiero di fede.
La sessualità oggi, e anche prima della scelta spirituale, era per me una parte profondamente personale da vivere intimamente senza regole religiose da rispettare.
Se poi si parla di sessualità in relazione alla meditazione trascendentale è logico e serio affermare che il raggiungimento di un alto obiettivo è caratterizzato dall'assenza della pratica sessuale, dall'assenza di assunzione di alcolici e intossicanti e di qualsiasi altro vasodilatatore.
- Gli Hare Krishna del 2015 e il cammino per la modernizzazione, questa grande filosofia è in corso oppure siamo molto indietro? Cos'è in realtà la Coscienza di Krishna? Cosa sarà fra qualche anno il pensiero positivo? Questo concetto non è molto in linea con la devozione e lontano dalla coscienza di Krishna e dal karma, un destino già scritto che non lascia spazio facile ottimismo?
Sono moderata e contro ogni forma di estremismo, vedo nel movimento una
preponderanza all'integralismo ma confido nel lavoro dei giovani devoti perché avvenga l'adattamento ai tempi. Non si può vivere in maniera anacronistica, questo è per pochi eletti e non per noi.
La Coscienza di Krshna è uno stile di vita, secondo l'Aimsha, unica vera e grande regola. La non violenza come unico credo indiscutibile che non trovo assolutamente in contrasto con il pensiero positivo a matrice Hawaiana, proprio perché basato sull'accettazione degli eventi, non in modo ivo ma con il controllo della mente che vaglia e sceglie l'aspetto positivo di ogni vicenda. Arrendersi all'evento è utile per contenere le energie necessarie a voltare pagina.
Il karma è un'eredità e questa va amministrata come ogni lascito.
Di altro invece si parla quando si propinano fantomatiche leggi chiamandole universali ma che universali non sono. E qui potrei dilungarmi ma non penso sia utile in questo contesto.
Gli Hare Krshna sono un movimento che stimo per il loro costante impegno negli studi e nelle traduzioni delle scritture vediche, nella divulgazione della Aimsha, nella promozione del vegetarianesimo e nella devozione all'Assoluto.
Anche negli Hare Krshna purtroppo ci sono state delle scissioni interne per svariati motivi, pensieri contrastanti per la scelta del Guru e sull'interpretazione dei testi del fondatore. Io sono da sempre lontana dal politicizzare la fede e quindi lontana anche dalle varie correnti presenti in Italia. Parlo di Italia perché nella Svizzera italiana dove vivo non è presente né un Tempio né un gruppo di devoti organizzati.
- Cosa significa essere una Life Coach o una counselor come si usa dire oggi?
Il Life Coach, ha come obiettivo quello di educare ed allenare la mente alla ricerca delle soluzioni necessarie a vivere in equilibrio, nell'ambito personale e professionale, così come un coach sportivo ha il compito di allenane ed educare il corpo. Infatti nella pratica un coach lavora sulle soluzioni e raramente sulle cause, io personalmente m'interesso delle cause solo in modo marginale, chi si rivolge a me vuole raggiungere un preciso scopo e io gli offro gli strumenti, quali metodo e strategia.
- Chi si rivolge a te?
La maggior parte delle persone che mi contatta, in un primo momento cerca soluzioni nell'ambito lavorativo, vuole cambiare il proprio modo d'interloquire e renderlo più efficace al tavolo delle trattative. Successivamente capisce che lo stile di vita inteso in modo generale interferisce sia nella sfera del lavoro che nell'area relazionale famiglia e/o amici.
Molte volte infatti dai miei corsi collettivi nelle aziende nascono percorsi individuali molto proficui.
- Quando parli di stile di vita, cosa intendi?
I miei percorsi individuali mirano spesso e volentieri al capovolgimento totale delle abitudini, non perché queste siano sempre e solo negative. Le persone in genere si rendono conto che quando nel loro procedere trovano solo insoddisfazione, devono cambiare rotta ma non sempre ne sono capaci senza una figura professionale che possa sostenerli nelle scelte. Attenzione ho detto
sostenerli, cioè fornirli di strumenti perché possano attuare le proprie scelte, nessun suggerimento.
- Cosa c'entra in tutto questo la scelta vegetariana e l'insegnamento della Filosofia del pensiero vegvege?
Ho scelto d'introdurre nei corsi questa parte della mia formazione quando esistono problemi caratteriali legati alla rabbia e mi viene data la possibilità di dimostrarlo, propongo un'alimentazione alternativa alla proteina animale per sei mesi, il tutto con un affiancamento medico e generalmente con l'arrivo certo dei risultati, sempre all'interno di un percorso di crescita, il cliente chiede un corso per il cambio definitivo di alimentazione.
Si rivolgono a me anche persone per il o nel solo cambiamento della nutrizione. Io lavoro sulle motivazioni e il medico predispone il aggio graduale.
Cosa significa essere una Life Coach o una counselor come si usa dire oggi?
Il Life Coach, ha come obiettivo quello di educare ed allenare la mente alla ricerca delle soluzioni necessarie a vivere in equilibrio, nell'ambito personale e professionale, così come un coach sportivo ha il compito di allenane ed educare il corpo. Infatti nella pratica un coach lavora sulle soluzioni e raramente sulle cause, io personalmente m'interesso delle cause solo in modo marginale, chi si rivolge a me vuole raggiungere un preciso scopo e io gli offro gli strumenti, quali metodo e strategia.
Chi si rivolge a te?
La maggior parte delle persone che mi contatta, in un primo momento cerca soluzioni nell'ambito lavorativo, vuole cambiare il proprio modo d'interloquire e renderlo più efficace al tavolo delle trattative. Successivamente capisce che lo stile di vita inteso in modo generale interferisce sia nella sfera del lavoro che nell'area relazionale famiglia e/o amici.
Molte volte infatti dai miei corsi collettivi nelle aziende nascono percorsi individuali molto proficui.
Quando parli di stile di vita, cosa intendi?
I miei percorsi individuali mirano spesso e volentieri al capovolgimento totale delle abitudini, non perché queste siano sempre e solo negative. Le persone in genere si rendono conto che quando nel loro procedere trovano solo insoddisfazione, devono cambiare rotta ma non sempre ne sono capaci senza una figura professionale che possa sostenerli nelle scelte. Attenzione ho detto sostenerli, cioè fornirli di strumenti perché possano attuare le proprie scelte, nessun suggerimento.
Cosa c'entra in tutto questo la scelta vegetariana e l'insegnamento della Filosofia del pensiero vegvege?
Ho scelto d'introdurre nei corsi questa parte della mia formazione quando esistono problemi caratteriali legati alla rabbia e mi viene data la possibilità di dimostrarlo, propongo un'alimentazione alternativa alla proteina animale per sei mesi, il tutto con un affiancamento medico e generalmente con l'arrivo certo dei risultati, sempre all'interno di un percorso di crescita, il cliente chiede un corso per il cambio definitivo di alimentazione.
Si rivolgono a me anche persone per il o nel solo cambiamento della nutrizione. Io lavoro sulle motivazioni e il medico predispone il aggio graduale.