La Cucina Delle Fate 176r2y

Ariel Eriche Alchimilla La cucina delle Fate Ricette e consigli pratici di Fata

Le pagine che seguono sono il frutto di studi, ricerche personali, dialoghi magici e incanti. Segreti che ci son stati insegnati.

Titania Regina io voglio onorare

lei mi guida e istruisce il mio cuore. Le Fate hanno sul fato il potere

le Fate amano e vivono con tepore.

Vogliate avvicinarvi a queste pagine con gioia e stupore. Se doveste praticare quello che consigliamo fatelo con riverenza e rispetto. Le Fate sono sensibili e hanno la capacità di comprendere il più lontano e nascosto sentimento, dubbio o timore. Abbiate cura di questo scritto e, preservandolo, fatene buon uso!

Le autrici

Sommario

Prefazione Introduzione L'uso magico del cibo di Fata Esperienze nei boschi

I semi Nel seme è custodito il ricordo del futuro della pianta Si fa presto a dire seme Semi di papavero Perle di papavero Semi di coriandolo Insalata piena di vita Crema di zucca al coriandolo Semi di lino Pane ai semi di lino Semi di sesamo Croccante al sesamo Condimento al sesamo

Noce Dopobarba naturale coccola di Fata Per la bellezza dei tuoi capelli Ricetta Colore di fata Nocino di San Giovanni Strudel con le noci Mandorla Dolcetti di mandorle Festa Madrigale Fata Pratensi consiglia Lenticchia Lenticchie egiziane al cumino Ceci o Cicer Bocconi di fata Fagiolo Minestra di fagioli di Fata Tata

I fiori Il magico potere dei fiori Malva

Minestra di riso e malva Viola Romantica insalata Legumi con le viole Frittelle di violette Gelato di violette Viole e primule candite Conserva di violette Minestra profumata di Fata Tata Fiori di zucca di Fata Tata Margherita Insalata di primavera Pratolina guarnita con bottoni di Fata Insalata di campo Centaurea Digestivo alla centaurea Lavanda Gelatina alla lavanda Nasturzio Crostoni al nasturzio Insalata con la frutta

iflora Gelato alla iflora I Doni delle Fate Calendola Tagliatelle di Fata Calendola Sambuco Frittura fiorita Portulaca Insalata portulaca e pomodoro Portulaca in salamoia Portulaca in pastella Primula Insalata rinascita

Le erbe Erbe magiche Salvia Penne alla salvia Salvia impanata Vino dolce alla salvia Memorie di Fata Neijing dalla magica Cina.

Artemisia Bagno sensuale di fata Basilico Crostini dorati al basilico Party al basilico Bagno scacciapensieri Tarassaco Bottoni di fata Ortica Risotto con le ortiche di Fata Tata Gnocchi alle ortiche di Fata Tata

I germogli Il risveglio alla vita Insalata con germogli vari Insalata mista di germogli di fagiolo Insalata con germogli di riso Insalata al riso con germogli di soia Spaghetti ai germogli di soia verde Purea di cereali crudi con germogli Sformato di patate con germogli di lenticchie

Frittata con germogli di grano Polpette al miglio con germogli di soia verde

Le radici Raperonzolo Ricetta storica del raperonzolo Canna Gramigna Antipasto di gramigna Rafano Salsa di rafano Crema magica Incontro d'Amore Verbena Filtro d'Amore di Fata Pratensi Ortaggi a radice Radici Rape Sciroppo di rapa Insalata russa delle Fate

Aria di fata

Il bosco incantato Meditazione Respiro di Fata Le Fate nella tua vita La risposta della natura Risvegliare la nostra attenzione L’alchimia dei sapori Gli spiriti delle 4 stagioni Ricette, colori, stagioni e profumi I cicli della natura Tra boschi e colline Cibo per l’anima Risveglio Epilogo Breve dizionario simbolico

Bibliografia Fata Alchimilla Fata Ariel Colophon

Prefazione

La cucina delle Fate è un libro che nasce dall’amore per la natura, dalla magia connessa alle cose semplici. Magia da cui ogni cosa può nascere ed evolvere. Ariel e Eriche Alchimilla sono due donne, due amiche, due Fate, affascinate dal mondo, dalla natura e dagli esseri elementali. Con questo libro ci fanno dono di emozioni, racconti e ricette di cucina; ci insegnano a coltivare la salute, il sorriso, il relax e a godere dei cibi veri. Ma soprattutto ci indicano una via, quella del cuore, che ascolta e che sa collaborare con il mondo circostante, con gioia e rispetto, nella ricerca della scintilla magica e arcana che le donne di tutta la terra, da sempre, conservano dentro di loro.

Introduzione

La cucina delle Fate, che nome incantevole! Donne magiche che riescono in ogni cosa. Donne dall’aria felice e mai trascurata, donne che amano fare ciò che fanno e ogni cosa illumina i loro visi. Nelle faccende domestiche restano vigili e vitali e queste creature magnifiche vivono e hanno le ali. Queste donne, davvero speciali, sono le Fate. Già molte volte ho parlato di loro, ma questa volta Fata Ariel mi ha chiesto di volare insieme nelle cucine più affaccendate per insegnare agli uomini il potere, il dono e il rispetto del cibo. Innanzi tutto c’è da dire che le Fate non accumulano in frigo e dispense come facciamo noi umani, ma raccolgono solo ciò che serve, quando serve. Mangiano educatamente quello che madre natura offre e non disturbano mai alcun animale.

Nei semi vedono il potenziale e li usano per ritrovare le forze e ricostituire; nei germogli scrutano il risvegliare e li usano per crescere e rinforzare; nelle radici scorgono il restare e il rafforzare e le usano per ringiovanire; nelle foglie adocchiano il riuscire e le usano per saggezza ottenere; nei fiori ravvisano il brillore e li usano per ben condire e vivacizzare e nei frutti guardano il realizzare e li usano per ben operare.

Così ci hanno insegnato a cucinare...

L'uso magico del cibo di Fata

Questa magica esperienza è iniziata moltissimi anni fa, quando nonna Malva mi portò con sé nel suo magico mondo. Era solita insegnare il valore sacro di ogni oggetto e, con fare amorevole e sempre grato, sapeva riconoscere il sacro potere nascosto in ogni sostanza. Ogni suo piatto, seppur semplice e naturale, era portatore della vera magia delle donne, quella del fuoco che trasforma e della terra che nutre, dell’acqua che disseta e dell’aria che alleggerisce. Anche oggi possiamo trasmettere la stessa sacralità del cibo e il suo potere alchemico, preparandolo in un ambiente accogliente, sereno, aggiungendo ingredienti invisibili, ma importantissimi. Ingredienti che nutrono fisico e spirito. Questi ingredienti, magici e invisibili, sono l’energia e i sentimenti che trasferiamo al cibo: l’allegria, la gioia, la serenità, la gratitudine. Sono elementi sottili che entrano nelle nostre cellule, nutrendo il corpo e lo spirito. Cucinando con criterio magico e alchemico possiamo essere portatori di risveglio, di pace, di amore e di guarigione, quella vera, quella dello spirito, dei sensi e perché no? Se siamo ciò che mangiamo...

Esperienze nei boschi

Fata Ariel e io spesso amiamo camminare nei boschi a occhi chiusi, sentendoci sospinte da una forza sovrumana… Essere nell’Uno. Ci sediamo accanto a una maestosa quercia per riposare, per sentire le radici dell’albero vibrare e fermarsi nel silenzio del cuore ad ascoltare. Un dì scorgemmo così, attraverso un incavo nel tronco, splendide figure affaccendate, tra effluvi profumati, la vita assaporare… La cucina delle Fate è un posto fugace, i colori variano sui toni del giallo, dell’arancio e del rosso. Le Fate cuoche sono simpatiche, un po’ grassottelle, leggiadre e creative. Cucinano mirabili supplì. Un giorno di qualche tempo fa scorsi una Fata cuoca che portava, con il poter dell’incanto, le sue stoviglie alla fonte del cielo. La fonte era cristallina e splendente e la Fata alzò le mani verso il cielo dicendo:

Insegnami

cuor dell’incanto a benedire stoviglie e il cibo far santo. Possa io al cuore sussurrare parole d’amor per far ben cucinare. Le mie stoviglie sian belle e perfette. Il cibo buono possa ben aiutare

chi cucina, chi assaggia e chi vuol mangiare!

La Fata, dolcemente, cominciò a richiamare gli ingredienti di ciò che voleva cucinare. Era autunno, il cielo era grigio, le foglie cascavano dagli alberi, vestite di giallo e di rosso... Così imparai e potei gustare un dolce tipico che fa sognare. A proposito, consiglio vivamente di benedire le proprie stoviglie, ciò accresce il potere nutritivo ed energetico del cibo.

Bonet Vengano 4 uova di gallina signora 6 cucchiai di zucchero fatato mezzo litro di latte di mucca 50 grammi di amaretti semolati, e dai Caraibi, per dare colore e sapore, 2 cucchiai di cacao amaro voglio chiamare e per terminare, a me 2 cucchiai di rhum voglio attirare. Con fare gentile, dopo aver sbattuto le uova in una terrina, la magica Fata unì 4 cucchiai di zucchero, il cacao, gli amaretti finemente sbriciolati con le mani, il rhum e il latte. Amalgamato il tutto con l’aiuto di una frusta fatata, preparò il caramello. Scaldò 2 cucchiai di zucchero in un pentolino fino a che divenne di colore biondo-nocciola, spruzzò un po’ d’acqua facendo diventare lo zucchero filante e mescolò girando il piccolo tegame sulla fiamma viva. Versò il caramello così ottenuto in uno stampo che aveva tenuto al caldo, per facilitarne lo scorrimento, in modo che veli il fondo e le pareti. Raffreddato il caramello, versò il composto in uno stampo fatato e fece cuoci nel forno, in precedenza riscaldato a 180°C, a bagnomaria per 45 minuti circa. Quando il composto fu ben rappreso, lo lasciò a raffreddare, prima di servirlo capovolto in un piatto da portata, in frigorifero per 2/3 ore.

Nel seme è custodito il ricordo del futuro della pianta

Tutto è registrato e memorizzato in un piccolo scrigno dove sono racchiuse e custodite le memorie future, nell’attesa paziente della manifestazione della vita. Nutrirsi del seme vuol dire nutrirsi con la massima energia che la natura mette a disposizione. Ogni seme infatti produce una pianta che a sua volta produce decine e decine di semi che a loro volta si moltiplicano in abbondanza. Quando mangiamo semi di grano, di riso, di fiori e di piante, non stiamo introducendo solo una sostanza fisica nel nostro corpo, ma tutta la parte sottile, velata, cioè la forza di germinazione racchiusa e custodita, che fa parte del mistero e della magia della vita. La natura è una madre amorevole, è abbondanza, la natura non fa mancare nulla ai suoi figli, dona e moltiplica distribuendo sempre, equilibrando ogni anomalia creata dall’uomo. Simbolicamente e materialmente, nutrirsi di semi innalza il nostro livello energetico, intellettivo e spirituale, accelera il processo di evoluzione dell’anima. Se noi “siamo quello che mangiamo”, nutrendoci di semi, un giorno ci accorgeremo che la nostra vita procederà fluida, in un fiorire d’intuizioni, acuendo la nostra sensibilità e il nostro potere di ascolto. Nutrirci in questo modo ci avvicina al linguaggio della natura e degli elementi. Il seme, se mangiato con consapevolezza, apporta alla nostra vita dolci note di potere supremo e perfetto potenziale espresso. Nella tradizione sciamanica italiana le iniziate sono messe, durante il loro percorso iniziatico, davanti alla magia del seme. Le prime magie, svolte in primavera dalle iniziate, prevedono la benedizione e l’uso dei semi che, inseriti da ognuna in piccole quantità all’interno della propria bocca e a stretto contatto con la propria saliva, ricevono le richieste della mente dell’iniziata. Il rituale comincia con la benedizione dei semi e il richiamo su di essi dell’energia cosmica. Prosegue poi con il riporli in un vaso, o nella terra del proprio giardino, danzando loro intorno a piedi scalzi. Secondo la tradizione, tale

contatto e programmazione faranno nascere delle piantine che racchiuderanno la richiesta magica e il potere curativo tratto dall’informazione genetica che la nostra saliva lascia al loro interno. Dunque magia e consapevolezza. A voi qualche ricetta di seme e benevolenza.

Si fa presto a dire seme Per seme intendiamo anche i cereali in grani, il seme di grano, di riso, avena, farro, miglio e così via. Tanto tempo fa, l’uomo era un essere nomade, poi piano piano si abituò a riunirsi in tribù, in villaggi e cominciò a recintare e a coltivare la propria terra, secondo i cicli della natura. I semi del raccolto precedente erano molto importanti ed erano custoditi perché assicuravano abbondanza per l’anno seguente. Le popolazioni che si sono nutrite in prevalenza di semi e di legumi sono più longeve. In alcune parti della terra ci sono ancora tracce di popoli che conservano questa abitudine e gran parte di loro sono centenari. Nel seme c’è la vita, mangiamo la vita!

Un chicco per te un giorno ho donato. Un chicco per te o bimbo mio amato. Collane di riso, sorrisi di grano, carezze dal cielo, stelline di Fata. Evviva la vita!

Semi di papavero Questa leggenda è stata tramandata di foglia in foglia, di bocca in bocca e lo Spirito del vento, da piccola mi parlò, sussurrandomi alle orecchie, questa storia fatata. In un tempo lontano, cresceva nella campagna una bimba nome Judith, figlia di agricoltori, dai lineamenti delicati. Un giorno d’estate andò a giocare sul prato fiorito dietro casa, aveva con sé Stellina, una bambola di pezza confezionata con tanto amore dalla nonna, ed era l’unico gioco che la bimba possedeva. Judith voleva molto bene alla nonna, che la fece crescere raccontandole favole e storie d’infanzia. La ricordava teneramente e quando ella si addormentò per sempre, le mancò moltissimo. Judith ava la maggior parte del tempo da sola, ma portava sempre con sé la sua Stellina magica, che la collegava alla voce della nonna. Nel silenzio poteva ancora ascoltare le sue favole e i suoi consigli. Un giorno splendente d’estate, nel pieno sole di tarda mattina, Judith si trovò al limitar del bosco. Aveva appena attraversato un prato fiorito di margherite e minuscoli fiori gialli. Lo stelo di alcuni fiori era così alto che poteva vederne il capolino all’altezza dei suoi occhi. Stellina cominciò a parlarle: “Fermati! Guarda quante bambole danzanti!”. Judith si guardò intorno e vide fra le margherite degli splendidi fiori rossi, tanti papaveri danzanti, si avvicinò a uno di loro che oscillava al vento lieve e caldo, i suoi petali si chinarono graziosamente verso terra imbastendo una gonna di petali rossi, il pistillo orgoglioso si fece avanti verso la bimba e si fece cogliere. Judith, prendendo delicatamente in mano il papavero, sentì salire un calore al cuore e un buon umore irrefrenabile che si trasfuse a tutto il suo essere dandole energia per una danza in cui partecipò madre natura. Ecco, il seme del papavero dona allegria e pace del cuore, calma gli animi agitati. Potrai fare tesoro di questa ricetta per conservare tutte le virtù del seme del papavero e del suo dono. Ricorda che potrai servire questo piatto alle giovani donne nell’età delicata dell’adolescenza, alle donne in menopausa, agli uomini che hanno difficoltà a relazionarsi con il femminile, poiché crea un ponte di comunicazione fra questi due mondi. Il papavero facilita in modo naturale avvicinamento e predisposizione alla comunicazione.

Perle di papavero 200 grammi di ricotta morbida e cremosa di mucca 3 cucchiaini colmi di miele di fiori misti un pizzico di cannella 3 cucchiai colmi di semi di papavero Con allegria Fata Gioiosa, attorniata da pensieri felici, osservò gli ingredienti disposti sulla tavola in un ordine alchemico e ripose al centro la cannella, cuore della ricetta. La Fata introdusse la ricottella morbida in una ciotola di vetro tintinnante, premurandosi di arla al setaccio per evidenziarne la morbidezza. Polvere di cannella fu unita magicamente alla crema di ricotta e al miele fiorito. Con grazia e gentilezza furono stesi sul piano di lavoro i semi di papavero. Fata Gioiosa pensò a un campo nel suo splendore estivo, per dare alla crema la giusta carica energetica. Modellò con le mani delle piccole palline di composto cremoso, andole sul campo energetico di papavero. Mise le perle ottenute in un vassoio senza sovrapporle, le coprì e le ripose poi nel frigorifero, per dare loro la giusta consistenza. Pazientemente due ore aspettò e le perle di papavero ai suoi commensali donò. Consiglio di Fata Predisponiti in cucina con fare gioioso, possibilmente accompagnata da musiche ritmate. Questa ricetta può essere usata come dolce leggero a fine pasto o proposta per accompagnare formaggi freschi di montagna, con ritmo, allegria e pensieri gioiosi.

Semi di coriandolo Il coriandolo appartiene alla famiglia delle ombrellifere, come le carote; può essere usata tutta la pianta per preparare piatti prelibati ma a noi Fate piace in particolare il suo seme magico, così versatile e stuzzicante, perché stimola l’intuizione e la parte creativa del cervello. Le Fate raccontano che nel lontano oriente e nella Cina antica veniva usato questo seme per donare l’immortalità e se ne faceva dono, racchiudendolo in un sacchettino, a un bimbo appena nato, per augurargli lunga vita.

Insalata piena di vita 2 cucchiai di olio extravergine di oliva 1 tazzina di panna vegetale 1 cucchiaio di semi di coriandolo 1 cuore di sedano verde fresco e croccante 3 carotine ancora con la foglia un pizzico di sale Tieni fra le mani i semi, racchiudendoli senza stringerli. Ringrazia per il dono che stanno portando nella tua casa e nel tuo organismo, con la loro vitalità ed esuberanza. Dopo questo tempo, poni i semi di coriandolo in un pestello di legno o di marmo; con fare deciso, ma gentile, lascia aprire e sminuzzare i semi. In una tazza di ceramica versa l’olio, la panna vegetale e i semi sminuzzati, girando accuratamente e lasciando riposare il composto. Con un coltello, preferibilmente di ceramica, togli i fili dalle coste del sedano e taglia a fette sottili il cuore privo di foglie. Taglia a fettine sottili anche le carote novelle e iniscile al sedano in un’insalatiera. Insaporisci le verdure con la crema di coriandolo. Consiglio di Fata Le Fate consigliano sempre una base musicale di sottofondo, possibilmente araba o cinese, quando stai preparando questa magica ricetta. Il coriandolo, riconoscendo la frequenza di queste musiche, ti donerà tutto il suo profumo portandoti l’incanto di quei luoghi lontani.

Stavo riposando all’ombra di un albero maestoso, sul ciglio del lago, osservando le nuvole are, affascinata dal loro mutare continuo, quando la Fata del lago mi parlò: “A te, che della natura sei amica, voglio dare una ricetta per allungare la vita! Una volta la settimana fai bollire una tazza di grano, una di riso e una di miglio; a giorni alterni, condisci a freddo con verdure e germogli, olio di nocciola o di lino e, con aceto caramellato, insaporisci il tuo piatto fatato.” Mi guardai intorno: “Son sveglia o dormivo?”. Ma ben presto compresi il fatato consiglio… suvvia mangia grano, riso e miglio!

Crema di zucca al coriandolo

1 kilogrammo di zucca tonda e pastosa 2 tazze di brodo vegetale 1 tazza di zucchero 1 bicchiere di latte di signora mucca 2 spicchi d’aglio 2 cucchiai colmi di coriandolo tritato 1 cucchiaio di cumino macinato 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva 1 peperoncino piccante 1 cucchiaio raso di sale

Pulisci la zucca, avendo cura di togliere la scorza, i semi e la parte filamentosa. Tagliala a pezzi non troppo piccoli e uniscila al brodo vegetale filtrato e al latte. Cuoci per 15 minuti a fuoco vivo, aggiungi lo zucchero e a il brodo. A parte prepara il condimento: metti in un frullatore il peperoncino, il coriandolo, l’aglio, i semi di cumino macinati, l’olio e il sale. Quando il condimento sarà pronto, usalo con parsimonia, nella tua crema di zucca, poiché il suo sapore è intenso, perciò aggiungilo pian piano finché non soddisfi il tuo palato. Consiglio di Fata Se hai un amico stanco, triste e affaticato, prepara per lui questo piatto stuzzicante e prelibato. Vedrai in lui fiorire copiosi sorrisi, e un cucchiaio dopo l’altro dimenticar la stanchezza e, dal suo cuore, ringraziarti tanto.

Semi di lino Venne un giorno a me vicino un piccolo e tenero semino, sorrise con grazia e fece capolino a lui vicino uno spirito birichino. Disse con voce di Fata gentile: “Ho con me il seme di lino: è dolce, emolliente e assai purificante, aiuta il cuore e l’intestino. Ascolta con gioia il suo canto divino, se in acqua in ammollo per due ore lo terrai, se mescolarlo di tanto in tanto saprai, un buon aiuto per la gola avrai”. Aggiunse lo splendido semino “Nasco dall’amore infinito del cielo, porto il mio dono e ne sono il mistero. Son di natura magica e son misterioso. Assieme al grano sono un dono assai prezioso, nasco per dare al mondo il mio bene. Usami e saprai ogni cosa ottenere. Sulle tavole non dovrei mai mancare per questo le Fate t’insegneranno a fare il pane”.

Pane ai semi di lino

200 grammi di farina integrale 100 grammi di farina di segale 100 grammi di farina di frumento 60 grammi di semi di lino 25 grammi di lievito di birra 1 cucchiaio di semi di finocchio selvatico 1 cucchiaino di malto di frumento 2 cucchiai di olio extravergine di oliva, sale Osservai le belle Fate mugnaie mettere i semi di lino a bagno per tre ore. Poi, con fare gentile, mescolarono in una ciotola i vari tipi di farine. Aggiustarono il sapore con il sale. Con le manine assai graziose fecero una cavità al centro, versando il malto e il lievito sciolti in poca acqua tiepida. Impastarono e lasciarono lievitare in luogo caldo per un quarto d’ora. ato questo tempo, unirono i semi di lino ben scolati (lasciandone da parte un po’ per decorare), aggiunsero metà dei semi di finocchio selvatico e 1 o 2 bicchieri di acqua, lavorando fino a ottenere un impasto di media consistenza che lasciarono lievitare, sempre in luogo caldo, per circa 45 minuti. Trascorso questo tempo, ricavarono dall’impasto un filone, lo posero nel forno dentro una teglia unta d’olio e spolverizzarono il pane dorato con i semi di lino e di finocchio adorato, tenuti da parte. Infornarono quindi a 180° per circa 45 minuti. Uso magico Con questo pane le Fate signore ti insegnano a trasmettere forza, potere e protezione, tramite il grano che porta ricchezza, il finocchio che porta protezione e il lino per far tutto avverare. Cucina con grazia e gran potere. Con musica di tamburi e dolci suoni d’Africa, indossando pietre gialle e, alla luce di

candele dorate, gialle e arancione, farete magie e ne sarete i custodi.

Semi di sesamo Di mamma Anna, Fata dal cuore gentile, riporto fedele opera e parola. Ci fu un tempo assai lontano in cui l’uomo alla natura chiedeva una mano, madre natura, prospera e vera, donò con gratitudine la vita a una pianta potente. “Apriti sesamo e mostrami il tuo potere, danza nel cuore, magico seme”. Fu così che tenera e bella nacque dalla natura la medicina più buona e più bella. I semi e l’olio di sesamo hanno caratteristiche forse uniche. Le possibilità nutritive e vitali di questo frutto aprono le porte alla forza e alla vitalità, per ogni essere umano e animale. L’uso come integratore, nell’alimentazione dei bambini, dà risultati eccezionali, aiuta lo sviluppo e la crescita. I semi di Sesamo sono una fonte primaria di fattori vitali per gli adulti, ma soprattutto per i bambini; sono ricchi di proteine e contengono calcio, fosforo, disinfiammanti, acido linoleico e linolenico, vitamine B, E, T e D, istamina; di fatto è una “pillola” vitaminica e minerale (come tanti altri semi) per la crescita e il mantenimento della perfetta salute. È utilissimo per rinforzare le difese della pelle. I semi di sesamo contengono quasi il doppio di calcio rispetto al fosforo, caratteristica unica fra i semi in natura. È una fonte eccellente di grassi insaturi.

Croccante al sesamo

Ingredienti per circa 12 croccanti: 200 grammi di semi di sesamo 100 grammi di miele 100 grammi di zucchero di canna 50 grammi di mandorle sgusciate Versa il miele in una casseruola dal fondo spesso e fallo sciogliere a fiamma bassissima, mentre aggiungi lo zucchero. Con grazia e armonia sopraffina, mescolando con un cucchiaio di legno, fai bollire. Al ritmo di un tamburo africano, i semi di sesamo aggiungi pian piano, mescola e fai cuocere per 5 minuti circa. Se con dolcezza ti vuoi deliziare, unisci le mandorle, tagliate grossolanamente e fai cuocere, a fuoco dolce, per 25 minuti almeno, rimestando delicatamente. Stendi la carta da forno su un piano e versaci sopra il composto. Ricopri con un altro foglio di carta e, con un mattarello, livella la superficie fino a uno spessore di circa 3 mm. Taglia il croccante, ancora caldo, con un coltello a lama liscia, dandogli la forma di rettangoli. Lascia solidificare i croccanti al sesamo completamente, prima di servirli. Puoi conservarli in una scatola di latta per diversi giorni senza che perdano la loro croccantezza. Uso Magico Questa ricetta, accompagnata da musiche di cornamuse e tamburi irlandesi, aiuta a liberare la mente dalle sofferenze, avvicina la ricchezza e rende prosperi i nostri progetti.

Condimento al sesamo

50 grammi di semi di sesamo un pizzico di polvere di rosmarino Sale Arroventa un padellino antiaderente. Versa sulla padella calda i semi di sesamo, tre pizzichi di sale e, per finire, la polvere di rosmarino. Quando i semi saranno dorati e profumati, spegni la fiamma e lascia riposare. Appena il sesamo si sarà raffreddato, tostalo, macinalo e usalo come condimento, per paste bianche di frumento.

Noce Il noce è un albero forte, robusto e generoso, largamente diffuso e coltivato in tutta l’Europa centrale e meridionale. In Italia lo troviamo anche a 1500 m di altitudine. Apprezzato fin dai tempi antichi, provvidenziale dispensa dei più poveri è facile da conservare e coltivare e usato e tramandato nella tradizione contadina. Come dice il proverbio: “Pane e noci mangiare da sposi”. Del noce si usa ogni parte, per uso cosmetico, medicamentoso, in cucina e per tingere in modo naturale le stoffe. Il suo frutto è ricco di vitamine A, PP e gruppo B e di olio molto nutritivo. La corteccia è leggermente lassativa. La foglia, sotto forma d’infuso, lasciato raffreddare, si impiega sulla parte interessata per risolvere piccoli problemi della pelle: irritazioni, crosta lattea, acne giovanile e, dopo la rasatura, è un ottimo dopobarba. Eccezionale antinfiammatorio, è usato per gargarismi in caso di gola irritata e raucedine e come antiforfora, per ammorbidire e aumentare le difese della pelle. Ecco qui le ricette di bellezza.

Dopobarba naturale coccola di Fata

Molti uomini soffrono nel momento di radersi. Quanto sono fastidiosi i dopobarba alcolici che irritano e bruciano la pelle dopo la rasatura! Ma le donne, un po’ Fate, coccolano i loro compagni di vita, sono amorevoli e pensano sempre a rendere più dolce la vita del loro amato. Ogni sera puoi preparare questa ricettina. In un pentolino piccolo metti a bollire l’acqua. Spegni il fuoco e immergi un pizzico di foglie di noce sminuzzate ed essiccate. Lascia cinque minuti in infusione. Filtra l’infuso e chiudilo in una bottiglietta sterilizzata. Appena avrà raggiunto la temperatura ambiente, riponila in frigorifero. La mattina, quando il tuo amato si sarà rasato, fagli provare questa fresca e lenitiva carezza. Con la garza o il cotone faglielo are sulla pelle tamponando; dà sollievo, idrata, rende elastica la pelle e preserva da irritazioni. La stessa ricetta puoi usarla per la crosta lattea dei neonati e nell’acne giovanile poiché disinfiamma e restituisce la giusta idratazione. Ogni sera ripeti l’infusione poiché va consumata in giornata.

Per la bellezza dei tuoi capelli

Quante virtù ha l’amico noce! Se hai ato un momento impegnativo e stressante, i tuoi capelli sono i primi a risentirne, cadono, si assottigliano o aumenta visibilmente la forfora. Ecco, le foglie di noce ci vengono in aiuto. Prepara un infuso di foglie di noce, nella quantità di un bel catino e risciacqua i capelli, tamponando bene il cuoio capelluto. Se lo farai con costanza, per un po’ di lavaggi, vedrai che lucentezza e quanti vantaggi.

Ricetta colore di Fata

Questa è una ricetta tradizionale magica, tramandata dalle nostre nonne, che sapevano ascoltare le Fate, da cui attinsero l’antica sapienza. Esse trasformavano gli umili tessuti in vesti regali. Conoscevano il mistero della vita, delle erbe, dell’alchimia che trasforma e rinnova le cose. In un vecchio diario di laboratorio di Fata ho trovato la ricetta adeguata per rinnovare all’istante il tuo vestito elegante. Con polvere di Fata e frutto di noce, potrai trasformare lana, seta e cotone, tingere e abbellire la stoffa da te amata. Consigli generali. Occorrente: malli verdi di noce e malli scuri. Materiale da tingere: lana, seta, cotone. Otterrai tonalità marrone scuro e marrone grigio. I colori ottenuti da questa tintura sono solidissimi. Ecco alcuni consigli per la riuscita della tintura: pesa i tessuti da asciutti per regolarti sulla quantità di colore che serve. Prima di tingere la stoffa mettila sempre a bagno, se utilizzi la lana non far subire al tessuto forti sbalzi di temperatura. Durante il bagno di colore il filato va mosso e allargato. Fai un bagno con sapone di marsiglia, dopo la tintura. Non torcere mai il tessuto per l’asciugatura ma centrifugalo in lavatrice col programma delicato per la lana. Fallo asciugare all’aria e all’ombra per evitare aloni. Colore marrone naturale per lana e seta.

Per questo colore intenso, che va dal marrone al testa di moro quasi nero, occorrono malli verdi di noce 100% riferito al peso asciutto del tessuto. Lascia a bagno i malli di noce, frantumati in piccoli pezzi e coperti d’acqua, per

tutta una notte. Il giorno dopo falli bollire per un ora, lascia raffreddare e filtra. Immergi il tessuto in precedenza bagnato con acqua tiepida. Lascia sobbollire a fuoco basso per 60 minuti. Segui i consigli generali sopra indicati per la riuscita della tua tintura. Colore marrone grigio detto anche tortora.

Per questo colore raffinato ed elegante la natura ci viene incontro con le sue generose risorse. Occorrono malli di noce scuro 100% (caduti e rimasti nell’erba umida per parecchio tempo). Lascia a bagno i malli di noce, frantumati in piccoli pezzi e coperti d’acqua, per tutta una notte. Il giorno dopo falli bollire per un’ora, lascia raffreddare e filtra. Immergi il tessuto in precedenza bagnato con acqua tiepida. Lasciar sobbollire a fuoco basso per 60 minuti. Segui i consigli generali sopra indicati per la riuscita della tua tintura.

E ora qualche buona ricetta mangereccia.

Nocino di San Giovanni 24 noci ancora nel mallo 1 litro di alcool da liquore 1 litro d’acqua 5 chiodi di garofano una stecca di cannella 300 grammi di zucchero Taglia in quattro parti il mallo di noce e mettilo in recipienti di vetro a macerare nel puro alcool per 40 giorni, insieme alle spezie. Lascia i barattoli ben chiusi al sole e scuotili di tanto in tanto. Trascorso il periodo, prepara con 1 litro d’acqua e lo zucchero, uno sciroppo che aggiungerai al mallo macerato e filtrato. Lascialo riposare ancora qualche giorno per poterlo offrire ai tuoi commensali. Consiglio di Fata Il giorno giusto per preparare il nocino è il 24 giugno, come vuole tradizione ma anche natura, poiché è il giorno culmine, oltre il quale il mallo di questo meraviglioso frutto perderebbe sapore.

Strudel con le noci

Dolce tipico dell’Est europeo, è molto nutriente, adatto a colazioni complete e per coccolare amici e bambini all’ora del the. Per la pasta 400 grammi di farina 3 cucchiai di olio di oliva extravergine spremuto a freddo 2 dl. di latte tiepido 60 grammi di zucchero 2 tuorli 1 uovo intero 3 pizzichi di sale Per il ripieno 500 grammi di noci macinate 300 grammi di zucchero 3 cucchiai di latte 60 grammi di burro 1 bicchierino di rum Polvere di cannella 2 arance spremute

1 buccia di limone grattugiata poca buccia di arancia grattugiata Preparazione del ripieno In un tegame mescola lo zucchero e la granella di noci, mettilo sul fuoco piccolo e girando con un cucchiaio, incorpora il latte a fontanella. Quando è tutto amalgamato leva dal fuoco e, da tiepido, aggiungi gli altri ingredienti del tuo ripieno. Stendilo sulla sfoglia di pasta e lascia scendere sulla crema di noci i fiocchi di burro. Preparazione dell’impasto Con un setaccio a la farina, riponila sul tavolo a vulcano, facendo nel centro una fossetta dove invierai il pensiero fatato “concavo e pieno, materia trasforma di questi ingredienti sia creata la nuova forma”. A parte, in una scodella, mescola lo zucchero, i tuorli, il latte, il sale e un cucchiaio d’olio, al suon d’una musica bella. Con grazia lavora il composto e alla fine avrai pronto il fatato impasto. Per saper se l’hai lavorato il tempo che basta, elastica e morbida dovrà essere la tua pasta. Ora riponila al caldo per mezz’ora. Finito il tempo, appoggia la pasta su un foglio di carta da forno e stirala, stendendola col mattarello leggermente infarinato, per darle forma di rettangolo. Al centro poni il tuo ripieno. Arrotola il rettangolo dolce con gentilezza e ponilo in forno a fuoco moderato per circa un’ora.

Mandorla Il mandorlo è un albero tra i più sacri e antichi, ce ne danno testimonianza i Fenici. Albero consacrato ad Astarte, dea della fecondità e della sessualità sacra. Originaria dell’Asia occidentale, è una pianta che ama i climi caldi e la sua diffusione si estende fino alla Persia. In Italia troviamo il mandorlo nelle regioni del sud, dove il clima caldo è ideale per il suo sviluppo. Ne troviamo sparsi anche nelle campagne selvagge e al momento della fioritura sono uno spettacolo di grazia e bellezza. Del mandorlo è usato il frutto, molto nutriente, ricco di minerali, da cui si estrae un olio molto utile in gravidanza per rendere la pelle elastica e morbida, proteggendoci da smagliature su pancia e fianchi. Ha un’azione leggermente antinfiammatoria, utile per massaggi su parti dolenti a causa di insufficiente microcircolazione e cellulite.

Dolcetti di mandorle

Questi dolcetti prelibati sono di facile preparazione, un modo dolce per integrare calcio e magnesio. 200 grammi di mandorle in polvere 200 grammi di zucchero 150 grammi di burro 1 cucchiaio di panna fresca 1 cucchiaino di acqua profumata di fiori d’arancio a lo zucchero con un macinino in modo da renderlo molto fine. In un recipiente di ceramica versa lo zucchero così raffinato insieme al burro e lavoralo con un cucchiaio di legno fino a ottenere una crema leggera. Aggiungi la polvere di mandorle, la panna e l’acqua di fiori d’arancio. Lavora l’impasto con le mani finché non diventa morbido e omogeneo. Con le mani umide forma delle piccole palline d’impasto, sistemale in cartine colorate in un contenitore da riporre in frigorifero per almeno 2 ore prima di offrirle.

Festa Le Fate invitano a far festa ogni giorno. Infatti, tutti i giorni splende per noi il sole, le stagioni ruotano, fioriscono e colorano le nostre giornate. Ogni giorno respiriamo e abbiamo l’opportunità di amare ed essere amati, ogni giorno è un dono. Canta e balla ogni giorno, trova un momento per far gioire il tuo cuore, è in questo spazio di gioia che le Fate s’incontrano e danzano con te, fra i i magici della tua vita. Celebrare, far festa, attiva in noi energie positive e attira le situazioni che vibrano alla nostra frequenza. Più i nostri pensieri sono gioiosi, fiduciosi e puliti, più attireremo a noi situazioni di questo genere.

La sfortuna o la fortuna non esistono, tutto è frutto della nostra creazione. Tutto l’universo ti ascolta, e risponde ai tuoi segnali, tutto si ristruttura in base ai tuoi pensieri e comandi. Basta avere fede e immergersi nell’abbraccio amorevole della natura e delle sue figlie le Fate, per sentire quanto siamo immensamente amati. Canta e celebra con gli amici ogni giorno. È un dono!

Madrigale Canta, canta bella Fata che la festa è cominciata. Quant’è bella Primavera, porta via malinconia. Quant’è bella Primavera, che t’incanta di colori. Canta, canta bella Fata che la festa è cominciata. a il Vento Marzolino, gioca a palla col bambino va scuotendo ogni cosa e ridendo se ne va. Va suonando camli, sventolando gonne e mantelli. Vento balla con le Fate che dal ritmo son incantate. Canta e balla, bella Fata che la festa è cominciata. Danze, corolle e camli per i tuoi giorni più belli. Canta…

Fata Pratensi consiglia Tutto ciò che germoglia è vivo, idee pensieri, intuizioni, noi siamo proprio come i semi basta un po’ di acqua e di sole per risvegliare il potere di germinazione. Questo avverrà se condurrai una vita sana, bevendo abbastanza acqua, respirando bene, mettendoti in uno stato di gratitudine e di apertura, se starai in ascolto di ciò che senti interiormente, ascoltando con il cuore ossia ri-cor-dando, sentendo l’amore e dando amore. Tutti abbiamo bisogno di amore per espanderci, abbiamo bisogno di amare e sentirci amati e utili, tutti veniamo con uno scopo sulla terra, quello di gemmare, fiorire, manifestarci in tutta la nostra bellezza, proprio come i fiori, la spiga di grano e i baccelli rigonfi di legumi. Il cibo è un’immagine di noi stessi, tu mangi una riproduzione di te stesso per rafforzare in te certe caratteristiche. Ecco, se mangi il potere di germinazione che hanno i cereali e i legumi, tu rafforzerai in te questo potere di rinnovamento che, si manifesterà in forza, intuizione, connessione e salute. Sapevi che il DNA di un’orchidea è identico a quello umano? Non c’è separazione tra mondo animale, vegetale, umano e di Fata. Tu sei parte di un paesaggio che è sempre la riproduzione di te stesso. Tu meriti tutto ciò da cui sei circondato. E se ti senti chiuso, abbandonato, poco amato, cambia! Puoi cambiare, mutare abitudine, assaggiare altre cose, immettere delle variabili nella tua vita. Sboccia alla vita! Cambierà d’incanto tutto intorno a te! Cambieranno i tuoi rapporti, le tue relazioni, il tuo lavoro, è questa la magia di rinnovamento delle stagioni che è presente in te come in tutte le creature della natura. Tu hai la formula magica per cambiare e siccome di magia stiamo parlando ecco tre ricette magiche con i legumi, che rafforzeranno in te l’intento di vivere in armonia con la natura, in salute e contento.

Lenticchia Lenticchia, che strano nome “piccola lente”, il più antico fra i legumi, usato prima del 7000 a.C. Egiziani, e personaggi biblici parlano e lasciano testimonianza di questo piccolo ma eccellente legume, dalle molte virtù nutritive. Le lenticchie prendono caratteristiche diverse secondo le zone dove vengono coltivate. Sono molto apprezzate quelle montane; le lenticchie di S. Stefano, coltivate a 1200 metri in provincia di L’Aquila, di Castelluccio e Colfiorito. Ci sono poi le lenticchie egiziane piccole e rosse, molto ricche di ferro, calcio e magnesio.

Lenticchie egiziane al cumino 250 grammi di lenticchie rosse 1 spicchio d’aglio un pizzico di cumino un gambo di sedano 1 foglia di alloro essiccata sale integrale, acqua un cucchiaio di olio extravergine d’oliva Fata Pratensi benedice pentola, piatti e ingredienti, per ben predisporre l’intento e gli elementi. Lava le lenticchie e gli altri componenti che immergerai nella pentola già colma d’acqua e sale marino. Bolle e ribolle pentola magica, pozione fatata e cibo per l’anima. Due ore di calore di fuoco e canti egiziani, gira con mestolo, per dar vigore ed energia, per render sani rigonfi di allegria. Questo cibo di Fata, condito di olio extravergine d’oliva e letizia, è dedicato a te che credi alla magia della vita che tutto può e tutto trasforma e che ogni malessere porta via. Consiglio di Fata Pozione magica se sei giù di tono. Con il cumino, lenticchia o lente di vetro, vedi il futuro più roseo e sereno. Sale integrale e alloro per la tua gloria, sedano e acqua per la tua forza e per la memoria.

Ceci o Cicer Quanto son belli gioiosi, rotondi, perfetti e armoniosi, amati da molti, con il fagiolo vanno a braccetto e sono presenti in ogni dove e in ogni banchetto. I Ceci, così popolari in tutta Italia, da Sud a Nord, ispirano massaie e cuochi nelle feste di paese, sagre e feste patronali. Adatti all’alimentazione di bimbi e anziani per la loro digeribilità, nutrimento e appetibilità.

O bella giovinetta osserva: tondo come una palla, prezioso come una perla, Cicer di Fata eccoti la ricetta

Bocconi di Fata Ingredienti per 5 persone 5 etti di ceci secchi (1 etto per ogni persona) un ramo di rosmarino 5 foglie di salvia 1 foglia di alloro secco 1 spicchio di aglio 3 pizzichi di sale pepe a gradimento 2 uova di gallinella 50 grammi di farina di ceci abbondante olio di oliva Metti in ammollo i ceci la sera prima con acqua fredda. Lava sotto l’acqua corrente. In una capiente pentola metti i ceci, l’acqua e la foglia di alloro. Cuoci a fuoco vivace finché i ceci sono morbidi, ma non stracotti. Aggiungi le foglie fresche di rosmarino e di salvia e lo spicchio d’aglio, sminuzzati su un asse, a coltello o a mezzaluna. a i ceci in modo da ottenere una crema non troppo raffinata, aggiungi gli aromi, l’aglio, il pepe e il sale. Amalgama bene e aggiungi le uova intere di gallinella. Con le mani umide forma dei bocconcini o polpettine piccole, infarinale con la farina di ceci e friggile a fuoco vivo. Questa ricetta è buona, sia calda sia fredda, per aprire il pasto o per le feste a buffet.

Fagiolo Sono belli e tanto amati i fagioli colorati. Arrivarono a noi, in Europa, con i mercanti venuti dal mare. Già i Maya e gli Aztechi coltivavano e si nutrivano di questo legume prelibato. Con l’occhio, tondi, lunghi e cannellini, la loro diffusione fu così dirompente che arrivò a noi dalle Americhe e all’Oriente. Grazie a quei nativi, le nostre cucine si arricchirono e in ogni nazione si sperimentarono, con fantasia, pietanze e contorni diversi, saporiti e fortificanti, secondo i gusti e la cultura del paese. Stiamo parlando di un legume che ha alle spalle 7000 anni di vita, compresa la varietà bianca di Spagna, che continua, generazione dopo generazione, a essere sulle nostre tavole. Contenuto nel fagiolo, in un piccolo spazio vitale, troviamo una riserva di proteine, carboidrati e fibre, indispensabili per la nostra salute. La caratteristica interessante è che si conservano secchi per molto tempo; facili da cucinare ed economici da acquistare.

Minestra di fagioli di Fata Tata 400 grammi di fagioli borlotti basilico 1 carota 1 mezza cipolla un po’ di prezzemolo 1 gambo di sedano 2 pomodori freschi e pelati parmigiano o pecorino 1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva Trita qualche foglia di basilico, la carota, la mezza cipolla, un po’ di prezzemolo, il sedano e aggiungi i pomodori freschi e pelati. Fa’ rosolare con l’olio. Aggiungi i fagioli borlotti freschi e appena mondati. Copri con l’acqua e fa’ bollire. Aggiungi un po’ d’acqua ogni tanto fino a cottura ultimata. Aggiusta di sale e servi nel piatto con un po’ di parmigiano o di pecorino. Uso Magico Questa ricetta, accompagnata da musiche di tamburi irlandesi, aiuta a liberare la mente dalla paura, avvicina la ricchezza e rende prosperi i nostri progetti.

Il magico potere dei fiori

Imparai dalle dolci Fate, che i fiori, usati in magia, sono sempre in grado di innalzare la vibrazione dell’operazione che stiamo facendo. È sempre bello avere dei fiori sull’altare, mentre si opera. Le loro radici servono per rafforzare, lo stelo per innalzare e risultati ottenere, il polline per mandare messaggi e richieste d’aiuto, i petali per ottenere bellezza, profumo e vibrazioni delicate. La rosa è la regina dei fiori, amplifica il potere del colore di cui è fatta. La margherita è dolce, allegra e protegge nei cambiamenti. La viola allontana il male e aiuta a superare le avversità. Il garofano con i suoi colori aiuta tutti i tipi di magia. La zagara porta comprensione reciproca. I fiori selvatici, raccolti in mazzetti misti, sono portatori di energia potente e senza eguali. Le Fate mi insegnarono a espandere la mia coscienza e la mia attenzione a ogni pianta, a ogni fiore. Mi insegnarono a stare attenta a tutto quello che sentivo accostandomi a una pianta, perché sicuramente, la Fata che se ne prendeva cura, mi avrebbe detto tutto ciò che desideravo o ero pronta a sapere. Si, proprio così mi fu insegnato a usare i fiori in cucina, le donne possono magie straordinarie, senza ricorrere a grandi rituali, mettendo magia in gesti semplici, ma mai uguali!

Malva In onore della mia nonna Malva, vi voglio raccontare ciò che Fata Malva mi ha insegnato e quante cose in cucina con la Malva possiamo fare. La Malva addolcisce, lenisce, allontana e disinfiamma. L’infuso e il decotto di Malva si utilizzano come lassativo, per le irritazioni del cavo orale e dell’apparato digerente, per la tosse e il catarro. Il decotto, tenuto in frigorifero e utilizzato freddo, è un ottimo antinfiammatorio per gli occhi e le congiuntiviti e cura tutte le ferite, le infiammazioni della pelle e delle mucose. L’infuso, aggiunto all’acqua del bagno, ha un effetto emolliente e idratante. Ottimi i risciacqui per le pelli arrossate e le couperose. È magica per guarire i tagli, le ferite e i graffi del gatto. Con delicata dolcezza vidi le Fate danzare sui campi, all’alba tra la rugiada del cielo, raccogliere le erbe per il pranzo ottenere. M’insegnarono, gentili, a raccogliere i germogli e le foglie giovani prima che il sole alto le possa rovinare, così, bellissime, m’insegnarono a cucinare.

Minestra di riso e malva 300 grammi di fiori e foglie fresche di malva 200 grammi di riso 100 grammi di punte di ortica 100 grammi di germogli di luppolo 2 patate 1 porro parmigiano, burro, olio, brodo Lava tutto con cura e scola. Fa’ rosolare con una noce di burro e un cucchiaino d’olio, un porro tagliato a rondelle sottilissime (a piacere anche uno spicchio di aglio tritato) facendo attenzione che colorisca appena. Trita grossolanamente le verdure con la mezzaluna e aggiungile al soffritto. Versa un litro e mezzo di brodo vegetale. Sbuccia e taglia a dadini di media grandezza le patate e uniscile alla minestra. Fa’ cuocere dolcemente 20 minuti e poi unisci il riso. Quando il riso sarà cotto spegni e aggiungi una noce di burro e abbondante parmigiano grattugiato. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche di chitarra classica e arpeggiata, aiuta a liberare la mente dallo stress, avvicina la pace e la purificazione. Mangia questa saporita minestracon gioia infinita, per lenire allontanare e fortificare.

Viola In primavera, camminando lungo i pendii erbosi, vidi manti di fiori violetti e scintillanti. La Fata apparvero al mio cuore e, gentile, m’insegnò il dono delle viole per guarire. Nacque la viola da una bellissima Fata che aveva la pelle bella e profumata. Un giorno si accorse che al limitar del bosco c’era una dolce ragazza in lacrime a camminare. La Fata le chiese, parlandole con amore, “Dimmi mortale, perché soffre il tuo cuore?”. La giovane, tristissima, le volle confessare che da un brutto sfogo in viso si voleva liberare. La Fata, mossa a comione, pianse per il giovane cuore e le sue lacrime, in terra cadute, si trasformarono in viole belle e mai vedute. La Fata le disse “Coglile e falle bollire, con quell’acqua lavati e la bellezza vedrai riapparire”. Così la viola nacque e con sé portò il dono di essere diuretica, cicatrizzante, depurativa, antipruriginosa, espettorante. Utile contro affezioni respiratorie, cutanee, ferite, piaghe. La giovane colse quei magici fiori e dopo averli fatti bollire usò le acque per curare il suo volto. Fu così che dalle Fate magiche mi fu mostrato il mistero e delle viole seppi il vero.

Romantica insalata 150 grammi di foglioline tenere di violetta fiori di violetta 150 grammi di valeriana 2 mele, 2 arance 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva un cucchiaio di aceto alla rosa sale e pepe pinoli Dopo aver pulito le foglioline e tagliato a cubetti i frutti, condisci il tutto con 3 o 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva, un cucchiaio di aceto alla rosa, sale e pepe. Mescola bene e prima di portare in tavola distribuisci sull’insalata una manciata di pinoli e un pugno di fiorellini e di violetta. Puoi servire l’insalatina anche come antipasto. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche e canti alpini e gregoriani, aiuta a liberare la mente da preoccupazioni e avvicina la capacità di vedere soluzioni.

Legumi con le viole 150 grammi di ceci e fagioli olio succo di limone sale e pepe scorzette di limone e arancio scalogno mazzetti di violette Alla luce della candida luna metti in ammollo per una notte, in recipienti diversi, i ceci e di fagioli bianchi secchi. Il mattino seguente, con abbondante acqua leggermente salata, fai cuocere i legumi a fuoco medio, a pentola chiusa, finché saranno teneri. Scolali bene e falli raffreddare. Condisci i legumi con olio extra vergine d’oliva, succo di limone, sale e abbondante pepe. Unisci lo scalogno, tagliato ad anelli sottilissimi, e qualche pezzetto di scorza di limone o di arancio e mescola con cura. Al momento di servire, decora con corolle di violette ben lavate. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche di cornamuse e tamburi irlandesi, aiuta a liberare la mente dalla sofferenza, avvicina la ricchezza e rende prosperi i nostri progetti.

Frittelle di violette mazzetti di violette 250 grammi di farina 2 uova 50 grammi di zucchero zucchero a velo un bicchierino di maraschino mezzo bicchiere di latte, olio Raccogli le violette e fanne mazzolini da dieci fiori. Legali con uno stelo. Prepara un succo unendo in una ciotola 50 grammi di zucchero e un bicchierino di maraschino. Immergi i mazzolini per un’ora nel succo e girali, di tanto in tanto. Per la pastella da Fata Tata insegnata mescola la farina bianca con i due tuorli d’uovo, il latte, due cucchiai di zucchero e due di olio. Lasciala riposare almeno un’ora e, al momento di utilizzarla, unisci delicatamente i due albumi montati a neve ben ferma con un pizzico di sale. Sgocciola ora i mazzetti di violette su un tovagliolo. Immergili, una alla volta, nella pastella e poi friggili in olio ben caldo finché saranno uniformemente dorati. Poggiali sulla carta assorbente. Servili cosparsi di zucchero a velo. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche e suoni di cascate o di mare, su cui violoncelli e violini s’inseguono in armoniche manifestazioni d’amore, aiuta a liberare la mente dalle tensioni e avvicina la creatività.

Gelato di violette

15 grammi di violette 4 o 5 foglie tenere di violetta 150 grammi di acqua bollente 200 grammi di panna fresca 2 tuorli d’uova 70 grammi di zucchero 2 o 3 violette fresche. In una ciotola metti le violette e le foglie tenere tagliate a striscioline. Versaci sopra l’acqua bollente e lascia macerare per un’ora poi cola e strizza. Monta la panna fresca, batti i tuorli d’uova con lo zucchero e monta a neve ben ferma gli albumi. Stempera la panna con l’infuso di violette e aggiungi prima i tuorli e poi gli albumi montati. Mescola delicatamente e poi distribuisci la crema in coppette individuali. Riponi le coppette nel freezer per un paio d’ore. Al momento di servire decora ciascuna coppetta con una cialda e i fiorellini freschi.

Viole e primule candite fiori di violetta e di primula zucchero uova vino bianco Le Fate che svolazzano per i prati gentili, dopo aver chiesto il permesso nel rispetto della natura che li nutre, raccolgono i fiori di primula e di violetta. Una volta a casa li liberano da tutti i gambi e le parti verdi. Dopo averli sciacquati rapidamente nel vino bianco secco, li appoggiano su una carta assorbente da cucina o su un panno pulito, ad asciugare. In una ciotola sbattono due albumi con due cucchiaini d’acqua facendo attenzione a non farli diventare troppo schiumosi e v’immergono i fiori delicatamente. Poi li raccolgono con l’aiuto di una forchetta, li sgocciolano bene e li totolano nello zucchero a velo facendo in modo che ne restino completamente ricoperti. Su un foglio di carta da cucina, li lasciano per due o tre giorni ad asciugare completamente e poi li usano per decorare i dolci. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche contenenti suoni di cascate o di mare, su cui violoncelli e violini s’inseguono in armoniche manifestazioni d’amore, aiuta a liberare la mente da tensioni e avvicina la creatività.

Conserva di violette 200 grammi di violette 1,5 chili di zucchero 2 bicchieri d’acqua In una pentola di acciaio inossidabile o di smalto, mescola lo zucchero con 2 bicchieri scarsi d’acqua. Metti a cuocere sul fuoco per ottenere uno sciroppo molto denso mentre in un mortaio pesta le violette private dei gambi con due cucchiaiate di zucchero. Ne ricaverai una pasta. Quando lo sciroppo inizierà a bollire, aggiungi le violette e mescola con molta cura. Rimetti sul fuoco basso, finché lo sciroppo comincerà a gonfiare. Versalo caldo in piccoli vasetti di vetro puliti e asciutti.

Minestra profumata di Fata Tata foglie di violette e di primule cipolla 1 gambo di sedano 1 carota 3 patate parmigiano A primavera prepariamo una minestra profumata con foglie di violette e di primule aggiunte a un pezzetto di cipolla, un gambo di sedano, una carota e tre patate. Fai bollire e, quando è cotta la patata, a la minestra, aggiungi un po’ d’acqua, un cucchiaio d’olio extravergine d’oliva, il sale e fai ribollire. Se è densa, si può gustare con crostini di pane, se è più liquida, aggiungi della pastina e avrai un’ottima minestra. È una minestra depurativa ed elimina le tossine accumulate nell’inverno. Ah, non dimenticare di aggiungere un po’ di parmigiano. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche e suoni di foreste incantate su cui arpe e violini s’inseguono in armoniche manifestazioni di gioia, aiuta a liberare la mente dalla depressione e avvicina la creatività.

Fiori di zucca di Fata Tata fiori di zucca 1 uovo latte e farina 1 pizzico di sale cacao zucchero o sale olio di girasole I fiori di zucca, van raccolti al mattino, prima che i raggi del sole li accarezzino. Devi raccogliere solo quelli col gambo, non quelli in punta allo zucchino altrimenti non cresce più! Prepara una pastella con l’uovo, il latte, la farina e un pizzico di sale. La pastella deve essere bella densa e infine aggiungi un quarto di bustina di lievito vanigliato: renderà il tuo fiore leggero soffice e profumato! Se poi i golosi vuoi prender per la gola, aggiungi alla pastella un po’ di polvere di cacao! I fiori van lavati delicatamente in una terrina d’acqua e mondati del pistillo, i gambi non van tagliati e non si devono cuocere, ma potrai usarli per rivoltare il fiore in padella. Friggi i fiori in olio di semi di girasole e poi, a piacere, spolverali di zucchero o di sale. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche di suoni di foreste incantate su cui arpe e violini s’inseguono in armoniche manifestazioni di gioia, aiuta a liberare la mente dalla depressione e avvicina la creatività.

Margherita In un tempo ato, le Fate ci hanno insegnato che ogni fiore nato nel prato, ha in sé un dono magico e, per il nostro bene è stato creato. Il mio prato ogni primavera, dolce e soave, si ricopre di bellissime margherite, fiori semplici e brillanti. Ogni anno, dal 21 marzo in poi, le Fate vengono a danzare nel nostro mondo, il mondo fermo. Agli occhi e ai cuori più sensibili esse si mostrano tra canti e musiche di tamburi e cornamuse. Da quando ero bambina, osservo con grande stupore lo sbocciare delle margherite, esse brillano e sorridono al sole e un giorno Fata Margherita si accorse di me, mi sorrise e sentendomi tossire mi disse: “Coglimi con rispetto e dalla tosse libererò il tuo petto, coglimi con amore e la tua pancia libererò dal dolore, sono semplice eppure potente, bevimi e il tuo ciclo sarà costante. Nacqui di semplice amore, coglimi e lasciami seccare e in inverno, per liberare il respiro, usami con amore. Il viaggio nella natura, in cui ti voglio portare, è quello del cuore che tanto conosce se prima pone la sua attenzione e impara ad ascoltare. Cogli le piante con rispetto, esse fanno molto bene e offrono all’uomo il dono di guarigione di madre natura”.

La storia che mi narrò Margherita, era la storia di una Fata che s’innamorò del mondo umano e di un giovane condottiero. La Fata lo seguì in spirito in ogni battaglia, fino al o dello Stelvio, dove il giovane fu ferito. La Fata, addolorata, l’abbracciò e stette al suo fianco tutta la notte. L’accudì per allontanare tosse e dolore, ma dopo tanta sofferenza il giovane morì. Il cielo si rattristò e le stelle piansero, mentre la Fata rinunciò alla sua immortalità. Divenuta mortale, essa vegliò il corpo dell’amato, e danzò al suo fianco per onorarlo. Si alzò un vento gelido che portava con sé i suoni delle cornamuse. Vento e cornamuse richiamarono i tamburi del Nord, le chitarre del Sud, i flauti dell’Est e le arpe dell’Ovest. Il mondo era freddo e la Fata si ammalò. Prima di morire creò, in ricordo del suo amato, un ghiacciaio di cristallo e di neve che lo seppellì. Mentre si spegneva alla vita, la Fata, con le sue splendide mani, accarezzando il manto imbiancato, chiese alla neve di conservare il suo ricordo. La neve si commosse e fece spazio alla prima margherita che nacque a primavera. Fu così che quel semplice fiore conserva in sé il potere e le proprietà curative della magica Fata.

L’infuso di fiori di margherita calma la tosse, gli spasmi, ed è astringente perché riduce la secrezione dei tessuti. Può essere utilizzato per calmare i dolori addominali dovuti a coliche intestinali e per regolare e stimolare il ciclo mestruale. Mediante sciacqui, gargarismi, lavaggi, può essere utilizzato come astringente e lenitivo nel caso di abrasioni, piccole scottature, infiammazioni di bocca, gola e gengive. Può essere usato nella cosmesi per normalizzare le pelli grasse, impure, con pori dilatati.

Uso interno Come sedativo della tosse e dei dolori addominali. Infuso: 2 grammi di fiori in 100 millilitri d’acqua. Una o due tazzine all’occorrenza.

Uso esterno Come astringente della cute, delle mucose, lenitivo d’infiammazioni e scottature. Infuso: 5 grammi di fiori in100 ml d’acqua. Usalo per fare sciacqui, gargarismi e lavaggi. Applica compresse imbevute d’infuso sulle zone interessate.

Insalata di primavera una manciata abbondante di petali di margherite di prato ben lavate 100 grammi di foglie novelle di spinaci una manciatina di foglie apicali di acetosa 100 grammi di foglie tenere di tarassaco crescione rucola una manciata di foglie tenere di primule e di violette del pensiero selvatiche olio extravergine di oliva succo di limone sale e pepe un trito finissimo di erba cipollina 2 uova sode tagliate a fettine Dopo aver lavato tutte le erbe, al ritmo di musica celtica e divertente, unisci le foglie novelle di spinaci, le foglie apicali di acetosa, le foglie tenere di tarassaco un pugno di crescione e uno di rucola in una ciotola bella e capiente. Aggiungi le foglie tenere di primula e di violette del pensiero selvatiche. Mescola bene per amalgamare i gusti delle varie erbe. Prepara un’emulsione a base di olio extravergine di oliva, succo di limone, sale, pepe e un trito finissimo di erba cipollina (2 o 3 steli) con cui condirai il tutto al momento. Decora il piatto con una manciata abbondante di petali di margherite di prato ben lavate. A piacere, aggiungi una o due uova sode tagliate a fettine. Uso magico

Questa ricetta, accompagnata da musiche celtiche su cui arpe, violini e tamburi s’inseguono in armoniche manifestazioni di gioia, aiutano e avvicinano la creatività.

Pratolina guarnita con bottoni di Fata un cestino di pratoline (piccole margherite di campo) scaglie di parmigiano una tazzina di bottoni di Fata (ricetta a pag. 84) 1 cucchiaio di aceto di mele olio di semi di girasole spremuto a freddo sale Cogli a primavera delle pianticelle di pratoline, comprese le corolle, avendo cura di tagliarle con una forbicina in modo la non disturbare la radice della generosa pianticella. Lava dolcemente in acqua corrente. Lascia asciugare e condisci fiori e foglie con aceto di mele, sale e olio di girasole. Aggiungi alla fine i bottoni di Fata e le scaglie di parmigiano a piacere.

Insalata di campo petali di margherite, papaveri e fiordalisi 100 grammi di lattuga 100 grammi di cicoria mista a valeriana rucola un pugno di foglie di cerfoglio una manciata di crescione 1 zucchino e una carota tagliati a julienne 3 cucchiai di chicchi di mais una piccola mela renetta olio, succo di limone (o aceto di mele), sale e peperoncino Lava in abbondante acqua le erbe e falle asciugare. Metti tutto in un’insalatiera. Aggiungi lo zucchino e la carota tagliata a julienne. Unisci 3 cucchiai di chicchi di mais in scatola e una piccola mela renetta tagliata a fettine. Condisci con olio, succo di limone (o aceto di mele), sale e peperoncino. Mescola e aggiungi al tutto, due manciate di petali di papaveri, fiordalisi e margherite di campo. Fai attenzione ai petali, per non rovinarli lavali e mettili ad asciugare tra due panni, infine distribuiscili sull’insalata al momento di servire. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche celtiche su cui arpe, violini e tamburi s’inseguono in armoniche manifestazioni di gioia, aiutano e avvicinano la creatività.

Centaurea Uno degli incontri più magici e interessanti che feci fu il quello con Fata Centaurea. Era un pomeriggio assolato di luglio del 1989. Mi sentivo triste, e anche attorno a me tutto era un po’ confuso: avevo bisticciato con un’amica. Non riuscivo ad accettare le cattiverie che mi aveva detto, e me ne stavo un po’ sulle mie. Decisi di distrarmi andandomene per i campi. L’erba era alta e il profumo dell’aria calda sapeva di papaveri e origano. Le cicale cantavano e il cielo era solcato a tratti dal volo del mio falco. Mi sdraiai tra i bellissimi ciuffetti di erba un po’ ingiallita, spensi la mente e diedi inizio al mio osservare. Cominciai a scorgere il dolce danzare di erbe alte e profumate. Vidi i papaveri dalle corolle appariscenti e delicate poi dolcemente percepii, poco distante, dei fiorellini di un rosa brillante danzare allegramente. Tra questi ogni tanto scorgevo con la coda dell’occhio, uno scintillio dai contorni rosa e violetto chiaro. La sua voce mi disse: “Prendimi, cogli quest’erba, il tuo problema, se mi bevi, sarà risolto e non più indigesto, però che sia sacro il tuo gesto”. Io m’incuriosii e le chiesi: “Vuoi dirmi che se colgo e preparo una tisana con questa erbetta, mi sentirò bene in fretta?” lei rispose “Si, questa è la centaurea signora, essa rende digeribile ogni parola”. Ne bevvi e imparai a conservarla, a usarla quando non solo il cibo è indigesto, ma anche quando il dolore mi affaticava il petto, quando mi sentivo sola ad affrontare cambiamenti che non volevo accettare. Imparai che la centaurea è l’erba dalle cento soluzioni ed è collegata ai centauri che sopportano il peso degli uomini con la saggezza degli animali. Le parti utilizzate della centaurea minore sono le sommità fiorite, che si raccolgono in luglio e agosto tagliando la pianta a pochi centimetri da terra. Le sommità fiorite si essiccano all’ombra, in un luogo aerato e in piccoli mazzi. Si conservano in recipienti di vetro o ceramica. La centaurea minore ha proprietà amaricanti, aperitive, digestive, febbrifughe, depurative e antinfiammatorie. Le sue vibrazioni si diffondono a tutti i livelli del nostro essere. Essa ha, secondo la tradizione popolare, proprietà depurative utili per le pelli arrossate, desquamate e impure.

Uso interno Per stimolare l’appetito e facilitare la digestione e per combattere la febbre. Infuso: 1 grammo delle sommità fiorite in 100 ml di acqua. Bevine una tazzina, specialmente dopo i pasti. Tintura: 20 g delle sommità fiorite in 100 ml di alcool a 70° (a macero per otto giorni). Ti consiglio venti gocce di tintura, su zollette di zucchero o in acqua, prima dei pasti principali.

Uso esterno Per pelli impure e arrossate, per detergere le ferite in caso di emergenza. Infuso: 3 grammi delle sommità fiorite in 100 ml di acqua. Fai lavaggi o applica compresse imbevute d’infuso sulle parti interessate per 15 minuti.

Digestivo alla centaurea 10 grammi di centaurea fiorita 10 fiori di assenzio un pezzetto di cannella la buccia di un’arancia 1,5 dl di alcol a 95° 1 litro di vino rosso 2 cucchiai di zucchero di canna 1 cucchiaino di miele un pizzico di zenzero in polvere. In un grande vaso con chiusura ermetica metti la centaurea fiorita, i fiori di assenzio, un pezzetto di cannella, la buccia di un’arancia. Copri i fiori con l’alcol a 95° e chiudi il vaso. Riponi il vaso in un luogo asciutto e buio per circa due settimane, scuotendo il preparato di tanto in tanto. Aggiungi il vino rosso, lo di zucchero di canna, il miele e un pizzico di zenzero in polvere. Richiudi, scuoti energicamente e metti di nuovo a riposare per altre due settimane. Trascorso questo periodo filtra il composto un paio di volte e travasa in bottiglia. Allungato con poca acqua minerale, può essere servito anche come aperitivo. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche africane o indiane d’America aiuta e avvicina la purificazione e l’evoluzione spirituale.

Lavanda In molti desiderano avere per sempre bellezza e gioventù, ma si dice che le persone più centrate della terra, guardandosi allo specchio, sono felicissime di essere come sono. Come l’ho imparato? Grazie alle Fate… Chi non ha avuto qualche brufolino? Ohi, ohi, quando toccò a me ecco quello che scoprii da Fata Lavanda che di parlar non smette mai. La lavanda contiene oli essenziali molto attivi che le conferiscono proprietà antisettiche, disinfettanti, vaso dilatatrici, anti nevralgiche, cicatrizzanti, diuretiche. Dà sollievo ai dolori muscolari e artritici ed è considerato anche un leggero sedativo. Il caratteristico profumo è dato dagli oli essenziali che sono prodotti da ghiandole, localizzate in tutte le parti verdi della pianta (fiori, foglie e gambi), ma particolarmente concentrate nei fiori. Le inalazioni d’infuso di lavanda calmano il raffreddore, la tosse e hanno un’azione positiva per chi ha problemi respiratori. I risciacqui con infuso di lavanda hanno un’azione disinfettante per la bocca e sono rinfrescanti per l’alito. La lavanda è anche usata per bagni tonificanti e rilassanti, versando qualche goccia di olio essenziale nell’acqua calda. L’infuso di lavanda è usato per risciacquare i capelli grassi e l’olio, applicato al cuoio capelluto e massaggiato delicatamente, facilita la crescita dei capelli. Con la lavanda si preparano anche dei tonici astringenti per i pori dilatati della pelle. Fata Lavanda con fare gentile mostrò come raccogliere il delicato fiore. Mi disse che la pianta era sacra a Eros, dio dell’amore. Egli per mantenere l’amore vivo e per bellezza elargire, un giorno iniziò a cantare, il suo canto dolce e soave attrasse l’attenzione del dio del mare. Gli occhi di Poseidone si commossero a tal punto che pianse di mare e profumò tutto quanto. Gea la terra, si scosse a tal amore e canto, e terra e mare si unirono per un momento. La gioia fu tanta, le gocce di mare si fermarono un istante sul corpo di Gea rendendola potente. Da lei nacque Lavanda e del mare essa portò sulla terra l’incanto prorompente.

Gelatina alla lavanda cime fiorite di lavanda 2 chili di mele, torsoli e semi 2 limoni 800 grammi di zucchero per ogni litro di liquido Lava e asciuga le mele, tagliale in quattro senza sbucciarle. Chiudi in un sacchetto di lino i torsoli e i semi. In una pentola di acciaio inossidabile, versa un decilitro d’acqua, le mele e il sacchetto con i semi. Cuoci a fuoco vivo per far evaporare rapidamente l’acqua. Versa tutto in un setaccio a reti finissime e lascia filtrare per circa 3 ore, raccogliendo tutto il succo. Lava con cura e sbuccia i limoni. Spremili e unisci il succo al liquido ottenuto dalle mele. Aggiungi, per ogni litro di liquido, 800 grammi di zucchero. Mescola e lascia bollire per 30 minuti. Fai cuocere con un po’ d’acqua le scorze di limone, poi versa quest’acqua nella gelatina e cuoci ancora per un’ora. Metti in ogni barattolo una cima fiorita di lavanda, trasferisci nei vasetti la gelatina tiepida e chiudi bene. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche di cornamuse celtiche e tamburi, aiuta e avvicina al potere del femminino sacro.

Nasturzio È così difficile superare le cose che feriscono i cuori, quelle che penetrano nell’anima e rendono la sofferenza permanente. Ci fu un momento in cui sentivo davvero importante lasciare andare e purificare me stessa. Anche per me, purificare era un concetto mentale, equiparabile a smettere di rimuginare, rilassarmi, meditare, riflettere sulle cattive abitudini e cercare di liberamene. Le Fate, m’insegnarono che ciò che non riusciamo a lasciare andare a livello mentale o spirituale, si riflette nel fisico, il dolore si sedimenta nelle cellule, ed è necessario purificare il corpo attraverso l’uso consapevole di alcune piante. Mi avvicinai alla sua forma speciale e, sorridendo regalmente, la Fata mi parlò: “Sono regina mai banale, quando fiorisco gioisco, ma poi i miei fiori, facilmente lascio seccare. Non tenere a mente quello che sei o che sai fare. Che utilità può avere ricordare le cose che ti fanno male? Io amo molto la vita e il fiorire, ma con estremo amore i miei fiori lascio apire, nella vita ogni atto è importante. Questo è il ciclo che voglio mostrare all’istante: si nasce, si cresce, si vive, ma anche la morte è importante. Si lascia andare, per poi a vita nuova e felice tornare”. Accettai il consiglio della Fata e raccolsi il nasturzio. Ne ottenni un beneficio immediato. Constatai così che la vera purificazione è quella che, attraverso il corpo, raggiunge la mente. Compresi anche il significato latino di Mens sana in corpore sano. Una cura deve essere protratta a lungo. Il nasturzio è una pianta depurativa del sangue, il suo uso è indicato nelle cure primaverili, nelle anemie, negli eczemi, abbassa il tasso di zucchero nei diabetici. È utile nelle convalescenze, in gravidanza, nell’ allattamento, contro i disturbi del tabagismo, la dermatosi, l’acne sebacea, adiposità, anasarca, cellulite, clorosi, dermatosi pruriginose, foruncolosi, idropisia, ipertiroidismo, ipovitaminosi, scorbuto, stati di debolezza, turbe dell’apparato digestivo, beriberi, febbri biliari, pirosi, ipotonia digestiva, insufficienza epatica, linfatismo, impotenza sessuale.

Crostoni al nasturzio una dozzina di foglie e fiori di nasturzio un cipollotto piccolo 4 uova sale pepe prezzemolo 8 fettine di pane casereccio. Prendi un cipollotto piccolo, taglialo sottile e mettilo in acqua fredda. Lava una dozzina di foglie di nasturzio e scottale in acqua bollente salata. Scolale e tritale. In una scodella sbatti le uova con un pizzico di sale, uno di pepe e un cucchiaino di prezzemolo tritato. In un tegamino fai rosolare il cipollotto con le foglie di nasturzio e un cucchiaio d’olio. Versa le uova e, senza smettere di mescolare, falle cuocere finché si saranno rapprese. Tosta otto fettine di pane casereccio, distribuiscici sopra le uova strapazzate. Decora con petali di nasturzio di colori assortiti. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche del suono della natura, aiuta a purificare il corpo e avvicina al potere del femminino sacro di madre terra.

Insalata con la frutta 100 grammi di foglie tenere di nasturzio fiori interi di nasturzio 100 grammi di foglie di cicoria selvatica (tarassaco) un piccolo melone maturo 2 pere mature fiocchi di latte vinaigrette con aceto di mele, olio, sale e un trito di foglie fresche di melissa e timo chicchi di melograno. Lava le fronde di nasturzio e le foglie di cicoria selvatica. Taglia grossolanamente le foglie della cicoria. Asciuga tutto accuratamente e, distribuisci in quattro piattini individuali. Sbuccia un piccolo melone maturo, togli i semi e, con l’apposito attrezzo, ricava dalla polpa tante palline. Lava le pere mature e sode e, senza sbucciarle, tagliale a fettine, dopo aver naturalmente eliminato il torsolo. Affianca in ogni piatto la verdura alla frutta. Disponi al centro alcune cucchiaiate di fiocchi di latte. Condisci con la vinaigrette preparata. Decora con fiori di nasturzio e qualche chicco di melograno. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche del suono della natura, aiuta a purificare il corpo e avvicina al potere del femminino sacro di madre terra.

iflora Fata Tata ha piantato in giardino una pianta per me assai curiosa, la iflora. I suoi colori sono bellissimi, viola blu elettrico e brillante. È una pianta rampicante. Un giorno mi trovavo proprio vicino alla sua casa e stavo parlando con il glicine. Mentre mi spiegava che per fiorire ci vorrà ancora un po’ di tempo, poiché era ancora giovane, sentii una dolce vocina come sbadigliare. Lentamente e sillabando le parole, mi disse: “Io conosco e vivo con calma, non mi agito mai e non sono mai stanca, sbadigliare aiuta a rilassare, inspirare profondamente un grande aiuto può dare; se poi, espirando, ti lasci andare e stiracchiandoti verso il cielo provi a sbadigliare, scoprirai il modo più semplice per la tua energia ricaricare. Nasco per portar grande sostegno a chi usa continuamente, della mente l’ingegno”. Applicando i suoi consigli scoprii che la iflora produce un’azione sedativa sul sistema nervoso centrale, aiuta negli stati d’ansia, regola il ritmo del sonno assicurando un riposo perfetto e ristoratore. Ti racconto la leggenda, di origine siciliana, che riguarda questo fiore. iflora è un fiore antico, si narra che fu testimone alla ione di Cristo, mentre saliva sul Golgota. Il fiore chiese di partecipare al dolore del mondo, piangendo come fanno gli uomini. Improvvisamente la sua corolla si aprì donando lacrime dolci come il miele. Ancora oggi i bambini, come quelli d’altri tempi, scoperta la bontà di questo fiore, si arrampicano a coglierne i pistilli dolci e profumati come caramelle, una golosità tutta salutare.

Gelato alla iflora 15 fiori di iflora 2 cucchiai di zucchero 1 bicchierino di gin 2 cucchiai di porto 1 cucchiaino di miele il succo di un limone o di mezza arancia buon gelato alla vaniglia o alla crema pistacchi. Raccogli i fiori di iflora, stacca tutti i petali e pestali in un mortaio oppure ali al setaccio. Mescolali in una ciotola con lo zucchero, il bicchierino di gin, i cucchiai di Porto, il miele e il succo di limone o di mezza arancia. Metti in frigorifero fino al momento di utilizzarlo. Prendi del buon gelato alla vaniglia o alla crema. Distribuisci il gelato nelle coppette, versa la crema di fiori e servi, dopo aver su ognuna spolverato un pizzico di pistacchi tritati. Decora ogni coppetta con un fiore (che è veramente bello) e poi servi. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche del suono della natura, ove si senta l’acqua che scorre, aiuta a purificare il corpo e avvicina al potere dell’estro sacro di madre terra.

I Doni delle Fate Fata Calendola porta giovinezza. Fata Sambuco porta purezza. Fata Portulaca porta bellezza. Fata Primula porta freschezza.

Calendola Fata Calendola è in abito arancio e irradia luce e colore al suo are. Con quel fare birichino prende per mano chi è vicino, sussurrando consigli fatati:

Giovinezza nasce da dentro, non è in un luogo preciso, nelle tue tasche o nella crema da viso. Il fiore di calendola poggia sul tuo cuore, potrà ricordarti il tuo viso di bimba, il tuo donare amore, e quel ricordo gioverà al tuo splendore.

Tagliatelle di Fata Calendola 3 tazzine di petali di calendola 3 etti di farina di buon grano 3 uova di signora gallina 3 cucchiaini rasi di zafferano 3 pizzichi di sale marino 3 cucchiaini di olio di semi di arachide 3 tazzine di panna vegetale Fata Calendola dispose sul tavolo la farina a vulcano, nel centro sistemò le uova, il sale, l’olio e lo zafferano. Con mano gentile amalgamò bene gli ingredienti, il composto risultò morbido e asciutto. Così pronto e coperto da un canovaccio, per mezz’ora in luogo fresco lasciò riposare. In una ciotola di vetro unì la calendola alla panna vegetale. Prese il mattarello fatato di legno d’ulivo fabbricato, divise in tre parti il composto e cominciò a stendere la sfoglia dal centro verso l’esterno, girò la pasta e continuò di paziente impegno fino a ottenere lo spessore voluto. Infarinò abbondantemente da entrambi i lati e arrotolò la sfoglia in modo morbido senza comprimerla. Con un coltello sottile tagliò l’impasto arrotolato a listarelle. Finita fu la preparazione delle tagliatelle. Cuocerle or deve in acqua salata e condire con la panna di calendola fatata. Questa ricetta oltre ad appagare i palati più fini, vi riempirà il cuore di gioia per il suo colore!

Sambuco Fata Sambuco Puoi conoscere e incontrare. Sambuco di bosco, sambuco di viottolo, sambuco di torrente, di collina o pianura.

Nella forma Ombrello di Fata

Nelle virtù Cristallo di rene, respiro profondo, sostegno benefico, chiarore di pelle. Corroborante, infuso bechico, digestivo e risolvente.

In ricetta Appetibile in frittella, con l’acacia sua sorella. Questa Fata premurosa, fa brillar gli occhi e ogni cosa.

Frittura fiorita 21 ombrelle fiorali di sambuco 3 uova di gallinella 50 grammi di farina una tazzina di acqua frizzante un pizzico di sale olio per frittura quanto basta Setaccia la farina, in modo da renderla lieve senza grumi. In una ciotola incorpora le uova il sale e l’acqua, dinamizza il composto in modo da ottenere un liquido omogeneo e piano piano unisci la farina, fino a quando il composto risulti cremoso e morbido. Immergi le ombrelle fiorali di sambuco, inzuppale bene e immergile in abbondante olio caldo per procedere alla frittura. Puoi unire, se vuoi, anche dei fiori di acacia ancora socchiusi, immergili nella stessa pastella e friggili insieme ai fiori di sambuco.

Portulaca Fata Portulaca porta in dono la bellezza. I suoi semi portati dal vento, vanno a coprire i prati, le corti e i giardini. Sono davvero tanti i semi che produce questa graziosa pianticella più di 50.000 in una sola pianta. Semi prelibati molto graditi agli uccellini. Piccola e silenziosa, la portulaca cresce sui bordi delle aiuole, riesce a stabilire un equilibrio con le erbe circostanti, poi piano piano si espande e regala il suo piccolo fiore giallo. Le Fate raccontano che questa graziosa pianta sia stata portata dall’India, dove veniva impiegata in cucina, più di duemila anni fa. In Brasile è molto apprezzata e coltivata. È chiamata anche erba porcellana. La portulaca, ricca di vitamina C e di mucillagini benefiche, aumenta le difese immunitarie e agisce favorevolmente sul mantenimento delle condizioni fisiologiche del PH cellulare. Pelle e intestino vengono rinfrescati e rinnovati da questa piccola e delicata piantina, che può essere usata cruda in insalata conservando intatta la vitamina C. Accompagna le foglioline di portulaca con pomodoro e valerianella, per avere tutta l’estate una pelle luminosa fresca e bella.

Insalata portulaca e pomodoro 4 pianticelle di portulaca 4 pomodori maturati al sole 2 cucchiai di aceto di buon vino olio extravergine d’oliva timo oppure origano a piacere sale Cogli i pomodori quando son maturi e profumati, lavali, così come le piantine di portulaca, raccolte in terreni puliti e naturali. Spezzetta le pianticelle con le mani e affetta il pomodoro. Condisci con aceto, sale aromi e olio. Consiglio di Fata Dopo le feste o i pranzi di nozze, consiglio di mangiar leggero per qualche dì. Insalate come questa, ti aggiustano il corpo appesantito dalla festa.

Portulaca in salamoia La portulaca ben si sposa con altre delizie dell’orto. Ottima per essere conservata in salamoia. Insieme ai cetrioli teneri puoi aggiungere altri ortaggi a te graditi. gambi di portulaca 2 litri di aceto 1 tazza di sale 1 di zucchero 1 di mostarda macinata cetriolini Mescola la tazza di sale, lo zucchero e la mostarda. Aggiungi l’aceto mescolando bene. Sistema dentro vasi di vetro, larghi ed ermetici, i gambi interi di portulaca, alternati ai cetriolini teneri. Riempi il vaso fino a 3 centimetri dall’orlo, infine versa il condimento. Riempi tutto il vaso, avendo cura, prima della chiusura, di mettere una retina che mantenga le verdure sotto la salamoia. Chiudi il tappo e lascia al buio e al fresco per parecchie settimane prima di gustare questo stuzzicante antipasto.

Portulaca in pastella piantine freschissime di portulaca 3 uova farina pane grattugiato olio extravergine d’oliva Molto semplice questa ricetta, ma di sicuro effetto. Cogli in giardino o sul prato le pianticelle freschissime. Prepara una pastella con le uova, la farina e il pane grattugiato fine. Non aggiungere sale, la portulaca, dopo la cottura, risulta già salata. a i teneri rametti nella pastella e friggi in olio ben caldo fino a completa doratura. Consiglio di Fata Sala la portulaca solo se la consumi cruda, da cotta non aggiungere sale, è già saporita al naturale. Una piccola manciata nella minestra di verdura restringerà e renderà più consistente il tuo brodo.

Primula Dai tempi lontani, dai tempi incantati, regina del bosco, gentile ed amata, si sente l’essenza di Primula Fata. Nel tepore del vento, nel profumo dell’aria, si annuncia che Inverno è assopito e Primavera è arrivata! Fata Primula porta in dono la freschezza e la gioia della primavera. All’improvviso tutto cambia, il profumo del vento evoca sensazioni di rinascita, di rinnovamento. Gli alberi spogli gemmano e il tappeto del bosco si colora timidamente di teneri e freschi fiori gialli. È in questo tempo che sarebbe opportuno cambiare alimentazione, alleggerire le ricette, consumare meno grassi, indispensabili in inverno per il giusto equilibrio della pelle. Consuma i germogli e le erbe spontanee per essere in sintonia con il risveglio di madre natura.

Insalata rinascita foglie e fiori di primule germogli di crescione che otterrai da una tazzina di semi olio extravergine di oliva aceto di mele barricato un pizzico di sale Sciacqua i germogli di crescione sotto l’acqua corrente, pulisci con delicatezza le foglie gentili di primula. Immergi i fiori nell’acqua per non sciuparli. Sminuzza con le mani le foglie in una terrina, aggiungi i germogli asciugati in un canovaccio. Unisci l’aceto di mele, il sale e l’olio. Gira l’insalata per far ben insaporire e, prima di servirla in ciotoline di colore chiaro, aggiungi i fiorellini sul bordo. Consiglio di Fata Raccogli le erbe dalla terra con un senso di ringraziamento per il dono. Delle primule vanno raccolte con delicatezza solo le foglie maggiori e laterali della pianta, per permetterle di proseguire il suo ciclo vitale. Raccogli tre fiori per ogni pianticella. I semi di crescione vanno messi a germogliare in un recipiente, alla luce. Ogni giorno cambia l’acqua delicatamente, finché vedrai comparire il germoglio del semino. Il crescione, dal sapore deciso e intenso, è molto nutriente, remineralizzante, contiene ferro, potassio e vitamine. Ben si sposa al sapore dolce della primula, fresca e delicata.

Erbe magiche

La fitoterapia (a volte impropriamente definita fito medicina) è, in senso generale, una pratica terapeutica comune a tutte le culture e le popolazioni sin dalla preistoria. Prevede l’utilizzo di piante, o estratti di piante, per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere. Nella cultura sciamanica tale pratica non si è mai dispersa e, con tutta probabilità, rappresenta il primo esempio di pratica terapeutica umana. È sensato dire che l’utilizzo terapeutico delle piante si ritrova in le società, da quelle più antichi, basate sull’osservazione e l’empirismo, a quelle più sofisticate e con livelli di complessità teorica elevata, fino alla moderna biomedicina. La medicina popolare si serve di queste sostanze da tempi immemorabili. Ippocrate citava il rimedio come terzo strumento del medico accanto al tocco e alla parola. Per questo vi proponiamo di conoscere le caratteristiche terapeutiche e magiche delle erbe. L’erboristeria è un’antica arte che si occupa della conoscenza delle piante, della loro coltivazione, raccolta, conservazione e commercio a scopi terapeutici (fitoterapia, galenica tradizionale), cosmetici o nutritivi.

Aglio Porta guarigione, forza, è un potente antibatterico. È anche un aiuto nei casi d’ipertensione arteriosa lieve. Aiuta, nei cambi di stagione, a purificare il sangue e il corpo dallescorie inutili, anche se l’assunzione non è proprio gradevole... per l’olfatto altrui.

Alchimilla Erba sacra agli antichi Alchimisti Il nome deriva dall’arabo alkemelyk (a forma di mantella) oppure dalla parola “alchimia”, con riferimento al fatto che gli alchimisti, nella ricerca della pietra filosofale, utilizzavano la rugiada, chiamata “acqua dei cieli”, che si depositava al mattino sulle foglie, per ricavarne l’oro. Astringente, svolge azione sedativa e antalgica, antinfiammatoria, spasmolitica, cicatrizzante, utile nelle affezioni genitali, nella dismenorrea, nella leucorrea, nelle forme diarroiche, nella colite, nel mal di testa, nella menopausa, nelle disfunzioni ormonali. In magia è utilizzata per trasformare ed ottenere il potere alchemico dell’oro.

Alloro Apporta grande energia, stimola l’energia di base, ha un grande potere di guarigione e protezione, purifica gli organi interni. I fumi di alloro, bruciati sul carboncino, aiutano ad avere visioni, a comunicare con le alte sfere. Se opportunamente canalizzato, si può utilizzare per attivare un livello vibratorio più elevato.

Aneto È una pianta che appartiene alla famiglia delle cappellifere, proprio per questo gli si attribuiscono poteri di immensa protezione. È un ottimo calmante, sedativo e purificatore delle energie.

Angelica Apporta virtù angeliche, porta calore, amore, calma gli spiriti, sblocca le emozioni. Ha virtù depurative, trasmette forte protezione, utile per bambini insonni o troppo sensibili. L’Angelica archangelica apporta luce ed energia ed è utile nei casi di apatia, inappetenza, anoressia.

Anice Anche questa pianta appartiene alla famiglia delle cappellifere; apporta protezione, aiuta nei problemi di cuore, sia fisici sia spirituali, purifica gli stati d’animo, sgonfia e aiuta e ridimensionare paure e fobie, è un potente antisettico e antispastico. Cura le difficoltà nelle comunicazioni.

Artemisia Ha un potere immenso, aiuta nell’elevazione spirituale e, a livello fisico, aiuta nell’attivazione dei centri spirituali superiori. È anche un potente ricostituente, dà nuova energia e coraggio. Attenzione all’abuso!

Calendula Cura la pelle, toglie il prurito, dona bellezza dolcezza e purezza. È lenitiva e fortemente idratante.

Chiodi di garofano Ha una fortissima energia che stimola il cambiamento, aiuta nella cura di dolori reumatici. Sotto forma di olio è un valido alleato come pronto soccorso per il mal di denti.

Cumino Ha un grande potere di protezione, purifica vescica, reni e stomaco, calma stati d’animo ansiosi e mal di testa. Come spezia in cucina, favorisce la digestione e aiuta tutta la zona gastrica.

Erica Dà forza e resistenza nelle pene d’amore, calma sofferenza e dolore, aumenta il benessere nella gravidanza, risolleva il morale, è un potente antidepressivo, allevia i problemi ai reni e alla vescica. Utile per combattere il mal di gola.

Eucalipto

Ha un fortissimo potere di attivazione e purificazione.

Fagiolo Aiuta i reni (soprattutto il fagiolo giapponese azuki), li rafforza e li cura, eleva verso le alte sfere, aiuta nel raggiungimento di tutti gli scopi. Vi ricordate la favola del fagiolo magico

Finocchio Aiuta gli organi interni, stomaco e intestino, è un potente antibatterico, aiuta a sgonfiare l’addome. Appartiene alla famiglia delle cappellifere, quindi ha un forte potere di protezione.

Iperico Ha un potere di grande pulizia epidermica, cura e risana la pelle, apporta tranquillità e buoni sogni. È un valido antidepressivo nei casi di depressione lieve. Attenzione, è una pianta fotosensibile, da non usare, né per bocca né sulla pelle, prima di esporsi al sole, perché potrebbe favorire le scottature.

Lavanda Pianta diffusissima per il suo profumo intenso e le sue virtù, è amata dai profumieri e per confezionare saponi naturali. Si usa la parte fiorita in infuso per alleviare il mal di testa, in tintura madre per la depressione e per calmare il sistema nervoso. Un guanciale profumato alla lavanda aiuta ad avere un sonno sereno e profondo. Il bagno, con olio essenziale di lavanda, purifica e rilassa il corpo e lo spirito ed è indicato anche per i bambini che hanno difficoltà ad addormentarsi.

Maggiorana Purifica profondamente ed è usata per coliche intestinali e meteorismo. Ha le stesse proprietà dell’origano, cioè libera dalla nausea e stimola i succhi gastrici. Apporta forza e gioia di vivere.

Malva Erba sacra ai miei antenati, il fiore aiuta nello sviluppo del potere magico. È utile per equilibrare, curare, addolcire, disinfiammare. I decotti di malva sono ottimi sia per la salute dei denti e delle gengive, sia per il mal di gola.

Mandragora È la pianta più ricca di storia. Appartiene alla famiglia delle solanacee e cresce soprattutto nelle regioni meridionali della nostra penisola. La tradizione popolare la vuole generata dallo sperma e dal grasso caduti dal corpo di un impiccato. I cabalisti sostengono che è il frutto della solitudine di Adamo (durante il sonno, secondo la tradizione, egli perse il seme che, fecondando il suolo, dette vita alla pianta). Certamente è stato il suo aspetto antropomorfo a stimolare così efficacemente la fantasia umana. È una pianta velenosa che non va assolutamente ingerita, tuttavia le sue fumigazioni perdono qualsiasi effetto nocivo. La radice di Mandragora costituisce un talismano universale: favorisce l’amore, la prosperità, la salute, il potere e può essere utilizzata, sia intera sia in polvere, per qualsiasi tipo di rituale magico.

Menta È un’erba frizzante, allegra, apporta forza ed energia, utile per attrarre fortuna e successo, riuscita ed elevazione.

Noce moscata

Comunicazione con entità, aiuta nella cura di pelle e ghiandole, apre la visione, apporta fortuna, denaro e salute.

Noce Potere e forza. Per via del guscio, grande protezione. Grazie alla sua forma, che ricorda quella del cervello umano, la noce è un valido aiuto nel sostenere la forza mentale grazie alla presenza di vitamine del gruppo B.

Noce americana Forza protezione, vitamine, fortuna.

Origano Erba sacra ai miei antenati, bruciato in mazzetti aiuta nella purificazione di ambienti e persone, è un potente antibatterico, protettivo, porta denaro, allegria, gioia. Sotto forma di decotto, cura gli intestini e il mal di gola.

Ortica Attiva tutti i chakra, ha un grande potere di aiuto nella ricerca della propria entità animica, del proprio potere personale. Apporta potenza, forza, è utile nei casi di necessità di denaro. Libera il corpo dai liquidi in eccesso.

Pepe nero Macinato, apporta forza energia e la spinta ad accettare il cambiamento. In grani, apporta felicità e allegria. Cura gli organi interni ed è un forte antidepressivo.

Piantaggine Conosciuta da molto tempo e tramandata dalla tradizione popolare, la piantaggine è molto utile per le prime vie respiratorie assunta sotto forma di sciroppo.

Riso Associato al bianco, purezza, ricchezza, rinforza tutto il corpo pur conservandone magrezza e agilità. Da preferire integrale.

Rosmarino Collegato all’energia del sole, dona purificazione aurica, apporta protezione, amore, salute. Stimolante e rivitalizzante, viene usato nei casi di momentanea apatia e malinconia, versando alcune gocce su un fazzoletto per poi respirarne profondamente il profumo.

Salvia Per eccellenza erba che rappresenta la femminilità, collegata alla luna, alla dolcezza, ha potere antisettico e purificante. Regola e aiuta le donne in menopausa, diminuisce le vampate; è usata come digestivo, nella preparazione di vino caldo alla salvia e grappe aromatizzate.

Semi di lino Aiuta nell’attivazione del sesto chakra, rafforza lo stomaco e la forza in genere, attiva l’alchimista interiore, emette un calore curativo e cura gli intestini.

The verde

Usato nella tradizione, per favorire rituali sociali e diplomatici. Conosciamo almeno 10.000 tipi di the verde con caratteristiche e preparazioni diverse. Genericamente è un mineralizzante, rafforza negli stati di debilitazione e debolezza, purifica reni e fegato. Donare un sacchettino di the è simbolicamente un gesto di buon augurio, per la prosperità e l’avvicinamento allo spirito.

Timo Attivatore dei chakra alti, apporta protezione e scienze sacre. Usato secco sul carboncino ha un grande potere di purificazione della casa da energie estranee.

Ulivo Albero sempreverde generoso, di cui si utilizzano frutti, foglie e corteccia. Dalle virtù antiossidanti, regola la pressione sanguigna. Sono impiegate le foglie, sotto forma di infuso, per regolare l’ipertensione di varia natura. Nei testi sacri troviamo spesso citazioni sulle palme d’ulivo e sull’olio extravergine d’oliva mescolato al vino, antica ricetta sanatrice.

Verbena Erba associata all’amore romantico, fin dai tempi lontani è raccolta la notte di San Giovanni per fare auspici d’amore. Placa le digestioni difficili, regola gli acidi urici; si usa in cataplasmi per sciatiche e infiammazioni. Da sempre nella tradizione considerata un erba magica scaccia mali.

Zafferano Potentissimo apportatore di luce e forza.

Usate le Erbe con rispetto e Amore, dite loro cosa vi aspettate che facciano per voi e, prima di unirle alle vostre pietanze, beneditele con gioia.

Salvia Come tutte le giovani donne, nel momento di aggio al potere della donna in me, ero in difficoltà. Come mia abitudine, cercai assoluto conforto e aiuto nella natura, la nostra casa. Nella tradizione sciamanica crediamo che ogni erba di cui possiamo beneficiare, nasca spontaneamente attorno a noi, nel raggio di cinque chilometri. Nella fase di pre mestruo mi sentivo davvero strana. Mi si presentò allora una Fata molto bella e femminile. Mi mostrò la salvia e mi fece conoscere le proprietà attribuite e riconosciute alla salvia, che sono diverse. È un buon emmenagogo ormonale, poiché è capace di regolare il flusso mestruale e attenuare le eventuali manifestazioni dolorose; la sua azione ormonale di tipo estrogenico è utile anche per contrastare i disturbi della menopausa. Ha proprietà antiidrotiche, poiché riduce l’eccessiva sudorazione di mani e ascelle, e può giovare anche in caso di sudori notturni dei convalescenti; a questo scopo è utilizzata per fare bagni, maniluvi, pediluvi, secondo la necessità; ma anche l’uso interno, sotto forma di tisana, di tintura idroalcolica, o di olio essenziale, è attivo contro l’eccessiva sudorazione e il beneficio dato da alcune somministrazioni può durare anche qualche giorno. Un’altra azione riconosciuta alla salvia è di bloccare la secrezione lattea, azione che può essere utilizzata, per svezzare i bimbi già grandicelli che faticano a lasciare il seno materno, poiché se non trovano più il latte è facile che si disaffezionino. La salvia ha proprietà ipoglicemizzanti, antispasmodiche, eupeptiche, colagoghe e coleretiche, stimolanti generali, anticatarrali, e per questo è indicata come coadiuvante in caso di diabete, digestione lenta, dispepsia atonica, senso di astenia, catarri bronchiali. Le sue proprietà antinfiammatorie ne fanno un ottimo rimedio come astringente, antisettico e lenitivo per le infiammazioni delle gengive e delle mucose di tutta la bocca, inclusa la lingua, e della gola; a questo scopo è utilizzata sotto forma d’infusi o collutori per sciacqui e gargarismi. È previsto anche un utilizzo cosmetico come dermopurificante, deodorante, stimolante e rassodante, in preparazioni che vengono impiegate per la cura della pelle e dei capelli grassi, per la pelle rilassata, nell’igiene dentaria. Madre natura creò questa magica erba e la

impregnò del potere della salute, il suo nome deriva dal termine salus, salute. Nacque dagli occhi e dal cuore della dea Demetra, quando la giovane figlia Persefone stava alla soglia della luna del sangue. Demetra, per darle sollievo, creò la salvia e gliene fece dono all’istante.

Penne alla salvia una manciata di fiorellini di salvia 2 litri d’acqua sale 2 bustine di zafferano 350 grammi di penne 25 grammi di burro 2 o 3 cucchiai di olio un pezzetto di scalogno 1/4 di dado e 2 cucchiaiate di acqua calda pecorino o parmigiano Fai bollire l’acqua, aggiungi il sale e lo zafferano. Quando bolle butta le penne. Fai sciogliere il burro in un tegamino, insieme agli spicchi schiacciati di aglio, che dovranno essere eliminati appena avranno preso colore. Aggiungi l’olio e un pezzetto di scalogno tritato finissimo. Fallo appena imbiondire e spruzza con vino bianco secco. Unisci il dado e 2 cucchiaiate di acqua calda. Cuoci per qualche minuto. Scola la pasta, versala in una terrina e condiscila con il sugo, pepa allegramente e cospargi con una manciata abbondante di pecorino grattugiato o di parmigiano e una altrettanto abbondante manciata di fiorellini di salvia. Porta in tavola. Uso magico

Questa ricetta, accompagnata da musiche di cornamuse celtiche e tamburi, aiuta e avvicina al potere del femminino sacro.

Salvia impanata foglie di salvia abbondante olio extravergine d’oliva sale marino siciliano 3 uova di gallinella pan bianco grattato e tostato Cogli le foglie di salvia in modo gentile, scegli le foglie più grandi e più spesse. Sciacquale sotto acqua corrente, riponile in un canovaccio di lino o cotone per l’asciugatura. In una scodella profonda sbatti le uova, a suon di musica, con allegria celtica, aggiungi il sale asciugato al vento di Sicilia. Alza la musica e connettiti con la frequenza dell’allegria. Immergi le foglie femminee di salvia in questo composto, finche non siano tutte ben intrise. Prendine una alla volta e ale nel pan bianco grattato e tostato. Quindi immergile subito nella capiente padella di olio caldo distanziandole una dall’altra. Quando saranno ben dorate e croccanti riponile in un piatto di portata. Ottime come antipasto e aperitivo. Da offrirsi con un vino profumato e fruttato preferibilmente rosé. Uso magico Questa ricetta è adatta alle feste che, brindando alla libertà, allegria e spensieratezza, celebrano la fine di un ciclo e l’apertura di nuove iniziative creative.

Vino dolce alla salvia 50 grammi. di foglie fresche di salvia 75 cl. di buon vino rosso dolce 1 cucchiaio di miele di fiori misti Metti il vino in una pentola, aggiungi il miele e le foglie di salvia. Appena raggiunge il bollore, spegni il fuoco e filtra subito. Consiglio di Fata Da sorseggiare ben caldo, gustandone il sapore. Il vino caldo alla salvia è uno dei rimedi più antichi che l’uomo conosca, otterrai grande aiuto in caso di raffreddamento e febbre stagionale. Favorisce e regolarizza il flusso mestruale.

Memorie di Fata Neijing dalla magica Cina. Vola Fata Neijing dai mille colori, vola e porta questo messaggio, vola nei sogni delle madri durante il sonno, nelle cucine tristi, nelle merende dei bambini. Vola fra i ristoranti, fra i cappelli da cuoco, sussurra questa lontana memoria ereditata... Fata Neijing vola leggera, con tocco di farfalla, pennino di vento, pagine di nuvole, sorriso d’arcobaleno… Vola araldo d’amore!

Per il mantenimento della salute (dal libro di Fata Neijing) Il cibo va preparato consapevolmente, con ritualità, con rispetto e poi mangiato sapendo che è un atto spirituale, che nutre tutte le parti del corpo, quelle visibili e quelle invisibili. L’atto di mangiare è un’unione, un gesto d’amore, una comunicazione fra la propria storia e la storia dell’alimento, entrambi s’incontrano, entrano in relazione, si scoprono, si organizzano, affinché tutto si trasformi in salute, in gioia e in fede. Nutrirsi consapevolmente produce salute, quiete mentale apertura verso il prossimo e gioia.

Artemisia Artemide, figlia di Zeus e Leto, è amica delle vergini creature, le Ninfe del lago. Artemide è collegata agli esseri del bosco, alla natura incontaminata, guerriera e guardiana del femminile sacro. Un tempo si curava con le sue radici la pena de vivir, la malinconia, l’assenza di gioia e di azione, quello che noi oggi chiamiamo “depressione”. Erba sacra, considerata magica e alchemica, capace di trasformazione, da millenni è usata nella medicina tradizionale cinese. Durante una delle festività celtiche, Beltame, le fanciulle guarnivano i capelli con corone di fiori di campo e artemisia. Fra balli e fuochi accesi si aprivano le danze di purificazione che schiudevano le porte alla fertilità e alla vita. Da sempre, l’Artemisia è collegata al fuoco e, come si sa, il fuoco è simbolo di trasformazione. Protettrice dei pellegrini, i viandanti portavano con sé un rametto di Artemisia per scongiurare l’assalto dei briganti e delle bestie feroci.

Riconnessione La Fata del Bosco ti consiglia di are le mani sui folti cespugli di artemisia che troverai lungo i prati, al limitar del bosco, per colline e pianure. L’artemisia è una pianta magica che permette di riconnetterti a madre natura.

Esercizio della Fata Dopo aver preso contatto con sorella artemisia e dopo averne sentito la fragranza, respira il suo profumo selvaggio, rivolgi i palmi delle mani alzate come per sorreggere il cielo, respira energicamente come se volessi soffiare via le nuvole. Ad occhi chiusi, con i piedi ben radicati a terra, rimani con le mani in segno di accoglienza verso padre cielo. Medita l’unione intima con madre natura, respira profondamente il profumo salubre d’artemisia: “Io sono figlia della natura, io sono l’erba, la radice e la corolla, sono unita alla terra. Io sono colei che da sempre esiste!”.

Bagno sensuale di Fata Ecco un bagno per la coppia, per propiziare un’unione profonda. Prepara in una ciotolina bianca un centrifugato fresco di foglie di artemisia, pari a due cucchiai, aggiungi 5 gocce di olio essenziale di Ylang Ylang, 9 cucchiai di latte vaccino per emulsionare la pozione magica. Prepara la vasca di acqua calda al cui centro verserai il fatato composto. Questo è un bagno assai stimolante e rigenerante, sensuale e seducente, il resto verrà da sé…

Basilico Erba dalle potenti virtù magiche e afrodisiache, portato dall’Asia in occidente dai mercanti romani che commerciavano in spezie. Non ò inosservato il suo profumo, fu molto apprezzato per il suo inebriante e inconfondibile aroma. Ora viene coltivato in giardino e i genovesi ne fanno un’appetitosa salsina chiamata pesto alla genovese. Il significato di basilico è “degno della casa dell’imperatore”. Probabilmente piacque così tanto all’imperatore di Roma che i romani coniarono questo nome. Della pianticella si usano le foglie e le sommità fiorite. Il tempo di raccolta va da maggio fino all’inizio dell’autunno. Si può impiegare in cucina fresco o secco, avendo cura, dopo l’essicazione, di riporlo in vasi di porcellana al riparo dalla luce e dall’umidità. Oltre che buono è anche ricco di proprietà: digestivo, antispasmodico, aromatico e antinfiammatorio. Generoso d’olio essenziale, una goccia dopo i pasti è digestiva e copre la fastidiosa alitosi. Ecco ora alcune squisite ricette, veloci nella preparazione.

Crostini dorati al basilico 3 foglie di basilico in ogni fetta di pane pane siciliano, pugliese o toscano a piacere olio extravergine d’oliva pomodorini piccadillo oppure pachino o se preferite i piccoli pomodorini sardi, tanto buoni e saporiti qualche pizzico di sale fino Affetta del pane casereccio dello spessore di almeno un centimetro. Arroventa una padella di ghisa sulla stufa o sui fornelli. Tosta il pane da entrambe le parti. Adagia sulla fetta la polpa dei pomodorini tagliati finemente, il pizzico di sale e le foglie di basilico spezzettato con le mani onde evitare la dispersione del delizioso profumo, irrora con del buon olio extravergine d’oliva.

Party al basilico La Fate son ghiotte di questa ricetta, or prova anche tu, volare potrai se tu la gusterai. In una ciotola metti del formaggio caprino fresco, incorpora il basilico che avrai reso cremoso nel mortaio di marmo. Mischia finche il formaggio sarà diventato vellutato e facile da spalmare. Prepara dei crostini come la ricetta sopra indicata ed ecco pronto il party di Fata!

Bagno scacciapensieri La stanchezza ti assale dopo una giornata impegnativa? Ecco un bagno purificatore, aromatico, tonificante. Prepara l’acqua ben calda del bagno, immergi un sacchetto di tela sottile contenente una grossa manciata di foglie fresche di basilico, chiudi il sacchetto con un fiocco di stoffa, attendi qualche minuto per permettere che le foglie rilascino la loro preziosa essenza. Raggiunta la temperatura desiderata, immergiti e goditi questo bagno di Fata! Consiglio di Fata Per esaltare questa delizia, ascolta la musica Clair de Lune di Claude Debussy, come sottofondo, e abbandonati semplicemente in questo armonioso connubio d’acqua profumata e note che ti scioglieranno le tensioni e il cuore.

Tarassaco Pianta sacra, conosciuta per i suoi effetti curativi e disintossicanti, tramandata dalla tradizione dei Nativi Americani e inserita dai saggi fra le cinque erbe di guarigione. Il potere del tarassaco era così disintossicante da essere impiegato per annullare l’effetto del veleno del morso di serpente. Al malcapitato veniva offerta la radice e la foglia della pianta sacra sotto forma di decotto, si benediva il corpo febbricitante con fumenti di salvia bianca tipica di quel luogo. Lo sciamano vegliava su di lui per aiutarlo nella guarigione. Le nostre nonne, dalla sapienza intuitiva e ispirate dalle Fate, facevano bollire la radice di tarassaco, nel cambio di stagione, per purificare il sangue, disintossicare il fegato e alleggerire i reni. A primavera le tenere foglie possono essere consumate per preparare fresche insalate. Ecco una ricetta che ti permetterà d’aver “capperi” in dispensa cogliendo il tarassaco, questa si che è magia!

Bottoni di Fata boccioli ancora chiusi di tarassaco sale marino a grana grossa Cogli i boccioli di tarassaco ancora chiusi e compatti, mettili in una cesta senza schiacciarli, sciacquali e tamponali delicatamente in un panno di fibra vegetale naturale. Lasciali distesi sulla tavola per completare l’asciugatura. In un vaso di vetro alterna uno strato di sale e uno strato di boccioli. Quando hai raggiunto quasi il bordo del vaso, ricopri con abbondante sale. Chiudi ben stretto e lascia riposare per almeno quaranta giorni. Prima di consumare questa delizia, ricorda di sciacquare i Bottoni di Fata con acqua fresca. Aggiungili alle insalate, sulle pizze al posto dei capperi, sui crostini stuzzicanti. Una volta aperto il vasetto dovrà essere riposto in frigorifero. Tutto l’anno, con i Bottoni di Fata, potrai guarnire la pietanza preferita. Che grande artista è la primavera che, con maestria, colora i campi e ogni via! Con tavolozza e aria d’aprile tinge, decora e fa i campi fiorire. Bottoni di Fata è una ricetta, che piacerà molto alla massaia perfetta.

Ortica Uffa!!! Che fastidio quando continuamente la gente sta attorno, quando chiedono, chiedono e non sanno accettare un no... Questi erano i miei pensieri a tredici anni, mentre mi incamminavo verso casa di nonna Malva, distante un paio di chilometri. Ero obbligata, non c’erano vie alternative, a are in luoghi dove altri giovani, fastidiosi, avano il tempo… uffa! Che fastidio le loro domande. “Dove vai? Che fai? Come ti chiami?”. Ggggrrrrr!!!! A volte fa piacere essere lasciate un po’ in pace. Un giorno infelice, quattro persone m’inseguirono con fare non tanto gentile. Mi precipitai giù di corsa per la scaletta azzurra, che collegava il paese alla marina, saltai una staccionata e mi lasciai rotolare in un prato. Che paura! Dopo poco, però, mi ritrovai a grattarmi tutta, mani, viso, ginocchia: avevo incontrato l’ortica. Nonna Malva mi coccolò tantissimo e mi spiegò che da quel momento ero diventata una Fata dell’ortica anch’io. Tornai nel prato dell’ortica con un dono per la sua Fata e lei, dolcemente, mi accarezzò la testa. “È così che sono nata, aspiravo a non essere toccata, volevo essere rispettata e desideravo che le mie forze e le mie virtù restassero con me come splendidi bijoux. Mi difesi fino all’osso, divenni la pianta che urtica a più non posso, ferisco coloro che non mi sanno rispettare, ma a chi è gentile tanto aiuto so donare”. Difatti, una delle principali proprietà dell’ortica è di essere antianemica: l’abbondanza di ferro e di clorofilla stimolano l’organismo a produrre globuli rossi; è un alimento ideale per chi presenta problemi di anemia e debolezza. Depurativa, diuretica, tonificante e ricostituente. Usata, in forma di decotto da frizionare ripetutamente sul cuoio capelluto, contro la forfora e contro la caduta dei capelli. Quel giorno imparai moltissimo e, per molto tempo, portai con me l’ortica in un sacchettino rosso con rame, ferro e sale grosso.

La fatina delle ortiche si aggira nelle loro vicinanze con le mani fra i capelli, per raccoglierle senza urticarsi mi ha insegnato di far così. Il sebo, lasciato sulla nuca dai capelli, rende innocuo il contatto con l’ortica. Se non ti fidi usa i guanti. Le ortiche vanno raccolte in primavera, prima della loro fioritura. Il decotto, utilizzato come ultimo risciacquo, rende lucidi i capelli. Se vuoi rendere più prelibata la vellutata, aggiungi una carota, un pezzetto di cipolla, un gambo di sedano e una patata. Se poi la vuoi profumata, un rametto di rosmarino le darà un tocco sopraffino.

Risotto con le ortiche di Fata Tata 200 grammi di ortiche tenere 250 grammi di riso per risotti 60 grammi di burro 1/2 cipolla 1/2 bicchiere di spumante brut parmigiano grattugiato sale Fai bollire dell’acqua salata. Pulisci bene le ortiche, usando i guanti. Scegli le cime, che sono più tenere, lavale per tre volte nel bicarbonato e poi sciacquale per altre quattro volte in acqua pulita. Sminuzza la mezza cipolla e taglia l’ortica, mettila in una casseruola insieme a 30 grammi burro e falla imbiondire sulla fiamma. Aggiungi il riso e fai insaporire finché sarà tostato. Unisci lo spumante e fai evaporare. A questo punto aggiungi un mestolo di acqua bollente e mescola fino a completo assorbimento. Unisci l’acqua (un mestolo per volta) fino a completa cottura del riso. A cottura ultimata aggiungi il rimanenti 30 g di burro e il parmigiano grattugiato e servi in tavola.

Gnocchi alle ortiche di Fata Tata 1 chilo di ortiche Per l’impasto base degli gnocchi: 1 chilo di patate 3 etti di farina bianca 00 2 uova intere o solo il tuorlo, come preferisci un cucchiaio di olio extravergine d’oliva un pizzico di sale. Raccogli le ortiche e lavale, poi lessale in poca acqua non salata. Quando son cotte strizzale bene per togliere tutta l’acqua, poi ale al setaccio e aggiungile all’impasto base per gli gnocchi di patate. Impasta bene e forma poi tanti salamini che affetterai ottenendo così gli gnocchetti. Se vorrai potrai rigare gli gnocchi con la forchetta. Uso magico Questa ricetta, accompagnata da musiche di cornamuse celtiche e tamburi, aiuta e avvicina al potere del femminino sacro.

Il risveglio alla vita

I germogli sono il simbolo della natura che si rinnova e si risveglia alla vita. Utilizzati in cucina, nelle insalate o per condire pasta o riso, rappresentano una preziosa fonte di sali minerali e vitamine e svolgono importanti funzioni depurative e disintossicanti. Il loro valore nutritivo è molto alto, il loro apporto calorico modesto: favoriscono così benessere, vitalità e linea. La prima volta che riuscii a fare nascere dei germogli ero giovanissima, nella tradizione sciamanica italiana si usa far germogliare le fonti di natura, come semi, legumi e grano nel periodo pasquale, come simbolo del ritorno alla vita, in ricordo di un’epoca più antica in cui s’inneggiava al potere dei misteri eleusini, il mistero, cioè, del ritorno della dea Persefone, tra le braccia di sua madre Demetra. Nel simbolismo della dea far germogliare è la prima virtù della donna. Le donne, nel giorno dell’iniziazione, portano i vasi, in cui personalmente hanno fatto germogliare i semi prescelti, alla propria cerimonia d’iniziazione. Che magia: gli abiti bianchi, tutte in fila, il vento tra i capelli acconciati con fiori primaverili, simbolo delle vergini, cinture lunari che cingono i fianchi e calzari di stelle. La sacerdotessa madre attende, sotto la grande tenda di nove strati di pizzi e merletti, simbolo della grotta sacra, del sacro utero di madre terra, la presentazione delle iniziate alla dea, il loro dono, i loro germogli. Accanto a loro, la dea e le muse, le ispiratrici del canto, della musica e di tutte le arti… “Più verde, più bello, più nuovo all’istante, la dea cammina e le sue virtù in me son tante”. Il potere del nuovo! Mangiare germogli per quindici giorni purifica il corpo, porta il nuovo nella nostra vita e ci inizia alla magia.

Il metodo più semplice per ottenere i germogli, se non si possiede un germogliatore, è quello di disporre i semi, ben mondati e sciacquati, in un piatto fondo con dell’acqua, in modo che vi restino immersi; si coprono quindi con un tovagliolo umido e si lasciano a bagno da sei a dodici ore, a seconda della loro grandezza. Il mattino i semi vanno risciacquati ancora e disposti nuovamente sul fondo del piatto, così, umidi come sono, senza aggiungere altra acqua; si coprono nuovamente col tovagliolo umido e un piatto rovesciato e si lasciano a germogliare. I semi, così preparati, vanno sciacquati due volte al giorno per i primi 2-3 giorni, poi basta una sola volta, ad eccezione dei ceci e della soia che vanno sciacquati sempre due volte, poi sempre ricoperti nel solito modo. Si ripete il procedimento per 3-5 giorni, secondo i semi scelti, finché i germogli avranno raggiunto una lunghezza di 3-4 centimetri, dopodiché si possono scoprire per esporli per qualche tempo alla luce, per far sì che si arricchiscano della preziosa clorofilla (circa 7-8 ore alla luce indiretta, meno se al sole, per evitare che si secchino). I tempi di germinazione possono variare al variare della temperatura, oltre che dipendere dal tipo di seme scelto. Si utilizza una quantità di semi non troppo elevata, perché si ha un’ottima resa e per avere sempre un prodotto fresco e vitale. La stessa operazione si può fare anche con un barattolo di vetro ricoperto con una garza, che va inizialmente riposto al buio, oppure con uno scolapasta sul cui fondo sia stato messo un tovagliolo e ricoperto con un altro. Una volta ottenuti i germogli, vanno sciacquati delicatamente in un colino, eliminando eventuali bucce libere e semi non germogliati; si lasciano scolare per qualche minuto, quindi si possono mettere in un contenitore di vetro con coperchio (non in una busta di plastica!) e, se non si consumano tutti, si possono mettere in frigorifero, dove possono rimanere anche 6-7 giorni, sciacquandoli però ogni due giorni.

Insalata con germogli vari una manciata di germogli a scelta (soia verde, grano, mais, ecc.) verdure fresche di stagione 1 mozzarella noci capperi olio extravergine d’oliva sale Pulisci e lava le verdure, sgocciolale e tagliale finemente. Unisci le verdure, così preparate, in una terrina con la mozzarella a dadini, le noci sminuzzate, i germogli e i capperi. Condisci con olio extravergine d’oliva, spremuto a freddo, e sale marino integrale.

Insalata mista di germogli di fagiolo germogli di fagiolo 2 carote 1 cipolla 1 cetriolo 1 pomodoro qualche foglia di lattuga olio extravergine d’oliva limone Taglia le carote e il cetriolo a fili sottili con la grattugia, trita la cipolla, affetta il pomodoro. Metti in un’insalatiera e copri con i germogli. Condisci con l’olio extravergine d’oliva, il limone e guarnisci con le foglie di lattuga.

Insalata con germogli di riso 2 manciate di germogli di riso integrale 2 pomodori maturi 2 mazzetti di ravanelli 2 gambi di sedano 1 peperone giallo 1 finocchio 50 grammi di olive nere 1 cucchiaio di prezzemolo 1 cucchiaio di basilico 10 grammi di formaggio caprino fresco olio extravergine d’oliva il succo di un limone sale marino integrale q.b. Taglia finemente i ravanelli, ponili in un colino, cospargili di sale e lasciali sgocciolare per mezz’ora. Affetta i pomodori, il sedano, il peperone e il finocchio. Metti il tutto in un’insalatiera assieme ai germogli, ai ravanelli, alle olive snocciolate, al prezzemolo e al basilico. Condiscili con il succo di limone, l’olio ed il sale. Guarnisci con dadini di formaggio caprino.

Insalata di riso con germogli di soia 2 manciate di germogli di soia verde 2 uova 1 manciata di olive nere 1 cucchiaio di capperi 2 etti di formaggio semistagionato 2 bicchieri di riso integrale 4 bicchieri d’acqua sale olio extravergine d’oliva. Cuoci il riso integrale secondo la ricetta base; versalo in un recipiente largo e basso, lascialo raffreddare e guarniscilo con spicchi di uova sode, fettine di pomodoro, olive snocciolate, capperi e formaggio a cubetti. Aggiungi i germogli di soia verde, un pizzico di sale e un filo d’olio.

Spaghetti ai germogli di soia verde 2 etti di germogli di soia verde 3 etti di spaghetti integrali salsa di pomodoro olio extravergine d’oliva sale marino integrale peperoncino in polvere formaggio parmigiano o grana. Cuoci gli spaghetti in abbondante acqua salata. Un minuto prima che siano cotti aggiungi i germogli, scola e condisci con il pomodoro, l’olio, il formaggio ed il peperoncino.

Purea di cereali crudi con germogli 80 grammi di germogli di girasole (o altri germogli, secondo il gusto personale) 20 grammi di semi di grano 20 grammi di semi d’orzo brodo vegetale Pulisci e lava i semi di frumento e d’orzo, quindi macinali o triturali fino ad ottenere una farina grossolana. Unisci 5 cucchiai di brodo vegetale e mescola fino ad ottenere una crema. Lascia riposare 12 ore, poi frulla i germogli e aggiungili alla crema. Ottima come colazione o merenda, e come contorno.

Sformato di patate con germogli di lenticchie una manciata di germogli di lenticchie 500 grammi di patate 60 grammi di parmigiano reggiano prezzemolo basilico erba cipollina sale marino olio extravergine d’oliva. Lessa le patate, tagliale a fette e disponile in una pirofila unta con un po’ d’olio. Cospargi con le erbette tritate, il formaggio a scagliette e i germogli. Sala e a in forno a calore medio per 15 minuti.

Frittata con germogli di grano 1 etto di germogli di frumento 4 uova 3 cucchiai di latte intero mezzo cucchiaino di semi di finocchio 3 cucchiai d’olio extravergine d’oliva sale Sbatti le uova con una forchetta per amalgamare tuorli e albumi, poi unisci il latte, il sale e i semi di finocchio. Scalda l’olio in una padella, unisci i germogli e cuoci mescolando in continuazione per un minuto. Versa sopra la miscela preparata in precedenza e mescola fino a quando si sarà rappresa. Gira la frittata e cuocila anche sull’altra faccia. Servi calda o fredda, a piacere.

Polpette di miglio con germogli di soia verde 3-4 bicchieri di germogli di soia verde 1 bicchiere di miglio decorticato 3 bicchieri d’acqua 1 uovo 50 grammi di parmigiano grattugiato prezzemolo aglio peperoncino sale marino integrale olio extravergine d’oliva Cuoci il miglio in acqua per 15 minuti, mescolando di tanto in tanto. Togli dal fuoco, scola e unisci l’uovo, il parmigiano, i germogli, e i condimenti, escluso l’olio. Forma delle polpette, infarinale e disponile su una pirofila unta con qualche goccia d’olio. Metti in forno per circa 15 minuti, fino alla formazione di una crosticina dorata.

Raperonzolo Raperonzolo... quanti ricordi! Una famosissima fiaba ne porta il nome, e in letteratura abbiamo moltissimi antichi manoscritti con ricette che menzionano le virtù di questa pianta, ricette del XVII secolo, un periodo storico importante per le scienze, una vera e propria rivoluzione scientifica. I cuochi di corte, in questa ventata di cambiamento, si mossero anch’essi nella ricerca di nuovi stimoli, gusti e ricette, invocarono il cielo di far scendere su di loro l’intuizione. Così successe che padre cielo mandò le Fate in loro aiuto.

Esse donarono ai cuochi e alle regine dei fornelli il saper sulle erbe, sui fiori e su come prepararli. Così scoprirono il raperonzolo, un ingrediente assai gradito dalla virtù rinfrescante e dal gusto dolce ed appagante. Da allora la sua radice bianca, polposa e compatta ha dato ispirazione a molte ricette creative. La graziosa pianta dai fiori a calice azzurri, ama gli ambienti umidi, si propaga fra i tappeti erbosi folti, verdeggianti e freschi, dal centro Italia sino alle pendici dei monti del nord. Puoi ammirare i suoi fiori dalla primavera fino l’estate. Fata Campanula s’intrattiene spesso a cantare fra i prati, accompagnata dalle tintinnanti corolle azzurre, corteggia il cielo ed esso diviene ancor più azzurro per la delizia del suo amorevole canto. Fai attenzione, quando vedrai nei giorni di primavera il cielo di un azzurro intenso, profondo, come non avevi mai notato, vuol dire che di li è ata Fata Campanula e ha fatto “azzurrire” il cielo. Un giorno Fata Campanula mi accompagnò alla festa delle Fate Pratensi e, fra botteghe e camle, trovai un libro piccino, scuro e impolverato, con le pagine spesse scritte ancora con inchiostro e pennino. Cominciai a sfogliarlo e qui trovai una ricetta semplice che trascrivo di seguito e, se vorrai, potrai prepararla in fretta.

eggiando per i prati di buon mattino, lasciati guidar dall’intuito, lascia che i piedi vadano dove le erbe son più folte. Lì sotto scorrono sicuramente vene d’acqua. Raperonzolo ama l’acqua e l’ombra. Troverai pianticelle verdi che alla fine della primavera raggiungono anche il metro d’altezza. Sulle sommità si distinguono graziose campanule color cielo, le foglie allungate si slanciano verso l’alto. Tutta la pianta si protende fiera e flessuosa, potrai ammirarla fra le margherite e i ranuncoli.

Ricetta storica del raperonzolo Della parte esterna cogli le foglie più tenere dal sapore amarognolo e usale per le insalate, dalla terra cogli la radice carnosa dolce e prelibata. Lava con una spazzolina sotto l’acqua corrente, la radice. Riempi una pentola con abbondante acqua, immergi le radici intere con tre foglie di alloro, due chiodi di garofano e un cucchiaino di sale. Lascia bollire fino a quando la radice non si sarà ammorbidita. A parte prepara una scodella con 3 cucchiai di aceto di vino rosso, 1 cucchiaino di miele di castagno, 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale. Amalgama il condimento e insaporisci le radici a tocchetti. Condisci almeno mezz’ora prima, vedrai che ricetta!

Canna Chiamata anche canna di Provenza, canna montana, canna bergonega in Veneto e canna di cannitu in Sicilia, è una graminacea assai diffusa. Il suo fusto è usato come tutore per le pianticelle di pomodoro e i vigneti. È una pianta robusta, dalle foglie lanceolate e taglienti al tatto. La parte da consumare in cucina è il rizoma che si raccoglie preferibilmente in marzo e in novembre, in luna crescente o plenilunio. Estraila dal terreno, puliscila dalle radici e, dopo un lavaggio accurato, tagliala a rondelle per farla essiccare. Potrai consumarla tutto l’anno come integratore naturale. Aggiunta a piccole dosi nei minestroni o usata per decotti, è molto diuretica e rinfrescante. Favorisce la sudorazione e l’espulsione di tossine. Contiene sali di potassio e resine.

Gramigna È una graminacea, pianta perenne rizomatosa, che può raggiungere 1,5 metri di altezza; i fiori sono raccolti in piccole spighe alterne disposte in una lunga spiga composta. Fiorisce tra giugno e luglio.Diffusa largamente in tutta Europa e in Asia, si trova facilmente nei campi, nei giardini e anche sulle rive dei corsi d’acqua. Il rizoma è ricco di carboidrati e agropirene, che ha proprietà antibiotiche e antinfiammatorie. È impiegata, fin dai tempi antichi, in infuso di radice, come rimedio per i problemi alle vie urinarie, per i reumatismi e i catarri delle vie respiratorie, come purificatore degli intestini pigri, per problemi di stomaco e digestione. I giovani getti di gramigna possono essere raccolti, per usarli in cucina, scavando il terreno e cogliendo i più carnosi e bianchi.

Antipasto di gramigna 2 manciate di getti di gramigna 1 litro di buon aceto olio extravergine d’oliva quanto necessita qualche foglia di alloro un’infiorescenza di finocchio spontaneo sale a piacere Fai bollire l’aceto in una pentola con il sale. Versa la gramigna nell’aceto caldo e falla bollire, ma non troppo, in modo che i teneri getti rimangano ancora croccanti. Asciugali bene e invasali, avendo cura di incorporare il finocchio spontaneo tritato e le foglie di alloro. Riempi i vasi d’olio, avrai la sensazione di mangiare dei funghetti sott’olio.

Rafano Il rafano è una pianta perenne, molto apprezzata per le sue virtù stimolanti e per il suo sapore deciso e appetitoso. È molto diffuso nei paesi nordici, Germania e Inghilterra, dove è usato come condimento per insalate e carni. La sua radice a fittone, tritata finemente, è utilizzata in Italia soprattutto nelle regioni del sud e in Piemonte; accompagna piatti tipici elaborati poiché aiuta le funzioni del fegato, favorendo la digestione. Il sapore di questa radice è evidenziato da condimenti acidi come aceto o limone che ne esaltano il sapore piccante e stuzzicante. Il rafano, radice magica, ha potere di trasformazione, esalta il fuoco, la ione, il desiderio e trasforma gli alimenti indigesti e grassi in digeribili. Purifica il sangue e aumenta la secrezione salivare e dei succhi gastrici.

Salsa di rafano Cogli la radice di rafano, puliscila bene dalla terra e raschia il primo strato. Indossa i guanti usa e getta e gli occhiali per preservare gli occhi durante la preparazione del fittone. Grattugia il rafano e ponilo in un vaso di vetro con l'aggiunta di aceto balsamico e olio. Chiudi e conserva al fresco. Consiglio di Fata Questa salsina è da usarsi come condimento, a piccola dosi come digestivo per chi ha la digestione lenta, per un menù delle feste. Dissolve le fatiche e il torpore della digestione.

Crema magica Incontro d’amore 3 cucchiai di rafano grattugiato fresco 3 etti di ricotta di latte di signora mucca 1 piccolo limone da coltivazione biologica 1 cucchiaino di miele d’acacia o in alternativa di fiori misti 3 pizzichi di sale finissimo Incorpora alla ricotta tutti gli ingredienti e, per ultimo, il succo del limone. Amalgama bene e lascia riposare in luogo fresco per mezz’ora, prima di servire. Questa crema è ottima sui crostini. Consiglio di Fata Questa ricetta è una pozione afrodisiaca che, se accompagnata dal vino aromatizzato alla verbena della prossima ricetta, è veramente efficace e propizia per il primo incontro d’amore.

Verbena Deliziosa pianta Herba Veneris, la verbena, chiamata Ferfaen (scacciare via), usata dalle Fate celtiche, guarisce le ferite di cuore e, preparata con i giusti accorgimenti, è un potentissimo filtro d’amore, già noto alle dame dell’Ottocento. Fra fazzoletti profumati e lettere messaggere, venne coniata la ricetta fatata, per attirare a se la persona amata. Dolce fanciulla che pensi al tuo amato, apri i palmi delle tue mani e scrivi, con l’intenzione del cuore, sul palmo sinistro il tuo nome, sul destro quello del tuo amore. Unisci ora le due mani strette e prepara, la notte prima dell’incontro, questo filtro d’amore a base di Verbena.

Filtro d’amore di Fata Pratensi 1 mazzetto di verbena colta nel mese di giugno 1 litro di buon vino bianco dolce moscato esposto all’influsso della luna piena Prima di stappare e usare il buon vino, esponilo all’aperto, sotto i raggi della luna piena, perché esso si impregni e si trasformi per accoglier meglio l’erba femminea di verbena. La sera prima dell’incontro con l’amato, immergi la verbena in una caraffa di vetro o cristallo e versaci sopra il vino dolce lunato. Copri e, un paio d’ore prima dell’incontro, filtra e metti in luogo fresco. Invita il tuo ospite a sorseggiare, centellinando, il buon vino e vedrai come questo vino lunato di fata donerà serenità ed unione con la persona amata. Ricordi di Fata La Verbena è chiamata anche erba sacra d’altare. Era usata già nei riti pagani per scongiurare energie negative e attirare situazioni favorevoli. Con mazzi di Verbena si benedivano gli sposi, per augurare loro un felice congiungimento e si scacciavano mali, febbri e malinconie.

ORTAGGI A RADICE

Barbabietola rossa Tipica per il suo colore rosso violaceo, unico tra le verdure a radice, ha un sapore dolciastro. La barbabietola rossa, come varietà, è strettamente legata a quella da zucchero, da cui si differenzia, oltre che per il colore, anche per la sua abbondante quantità di zucchero. All’acquisto devono essere prive di muffe e macchie scure. Si utilizza la radice come contorno saltata al burro, come ripieno in alcuni tortelloni o gnocchi.

Carota È una pianta dalle radici color giallo-arancio, il cui uso in Europa ha iniziato a diffondersi solo nel XIV secolo. In base alle caratteristiche del fittone, si distinguono tre tipi di carote: lunghe, medie e corte. All’acquisto, il fittone deve essere sano e liscio, di colore uniforme e senza spaccature. Sono da preferire le carote che presentano poco verde al colletto e di taglia media o piccola. Sono ricchissime di potassio, vitamina A (carotene) e vitamina C. Scarsa la presenza di proteine mentre la quantità di fibre è buona. È utilizzata per realizzare contorni vari, in pinzimonio tagliata a strisce lunghe, saltata al burro, alla crema, in purea, nella preparazione di sformati vari. Famose sono le carote Vichy che prendono il nome dalla località se.

Rapa Pianta erbacea con la buccia dal colore bianco-violetto, e dalla polpa bianca di consistenza soda e dal sapore dolciastro, le varietà sono molteplici, le cui forme variano dalla dimensione della boccia che può essere tonda o allungata.

All’acquisto deve presentare una certa consistenza alla pressione e la superficie non deve avere colorazioni strane con macchie scure. La presenza di vitamine è discreta e ottimo è l’apporto di fibre Si prepara di norma cotta, nelle minestre, al burro e al forno.

Scorzonera È una radice perenne allungata e carnosa, rivestita da una corteccia di colore giallo-marrone, la polpa è bianca di sapore leggermente amarognolo. Con il termine scorza bianca o sassefrica, s’intende la radice allungata con corteccia di colore più chiaro, e la polpa bianchissima. All’acquisto, devono essere pulite e sode prive di muffe o macchie scure. Entrambe possono essere servite bollite, gratinate al forno, cotte al vapore poi impanate e fritte.

Sedano rapa Definito anche sedano di Verona, è una varietà di sedano coltivata per il grosso rizoma a forma sferica, unica parte commestibile di questo tipo di sedano. La parte esterna che deve essere pelata, è di colore bruno, mentre la polpa si presenta di colore bianco e il sapore gradevole. La presenza di potassio è rilevante, così come la vitamina C e le fibre. Si prepara cotto, gratinato alla parmigiana, saltato al burro, o consumato al vapore. È utilizzato per profumare e arricchire minestroni o zuppe. Io personalmente lo aggiungo per dare corpo al baccalà al latte.

Ravanello Le origini di questa radice si perdono nella notte dei tempi, dalla Cina, al Giappone, agli antichi Egizi. Le varietà che troviamo, possono essere diverse, da piccole, tonde o affusolate, a polpa bianca e scorza rossa, o bianca. Esistono poi ravanelli neri o di colore marrone, insomma ce ne sono per tutti i gusti. Non si direbbe, ma i ravanelli contengono una grandissima quantità di ferro, oltre a

vitamina C e sali minerali. Una curiosità: il sapore leggermente piccante che sentiamo sul palato quando li mangiamo è dovuto alla presenza di una particolare essenza il rafanolo. Oltre a essere consumato crudo in insalata, se desiderate fare una nuova esperienza, potete cucinarli lessi e saltarli con dell’olio e aglio.

Radici radici amare 1 chil olio extravergine d’oliva 4 cucchiai (40 ml) 2 cucchiai di succo di limone 1 rametto di prezzemolo 3 cucchiai di sale grosso 2 limoni Prepara una bacinella di acqua, aggiungi il succo di mezzo limone. Raschia le radici amare con un coltello o con un pelapatate in modo da eliminare perfettamente la pellicola che le ricopre. Togli anche le eventuali radichette laterali. Taglia le più piccole a tocchetti di 5 cm, gettale nella bacinella con l’acqua acidulata con il succo di limone. In questo modo non diventano nere. Dividi in 4 parti per il lungo le radici più grosse. Taglia la parte interna legnosa con un coltello e dividi i quartini a tocchetti di 5 cm. Versa anche questi nell’acqua acidulata. Metti i tocchetti in una pentola e coprili con acqua fredda abbondante. Spremi nell’acqua mezzo limone lavato. Unisci il sale e porta a bollore. Cuoci a fuoco medio e a pentola coperta 25 minuti. Scola le radici e mettile in un’insalatiera. Se non le consumi subito, tienile a bagno fuori dal frigo nella loro acqua di cottura: si conservano anche un giorno. Mescola in una ciotola l’olio e il succo di limone. Condisci le verdure, circondale con il limone rimasto, lavato e tagliato a spicchi, cospargi con il prezzemolo lavato e tritato e servile.

Rape Generalmente le radici sono poco conosciute e poco usate a parte le carote e le patate. Io stessa rimasi affascinata quando scoprii le Fate ortolane, più gnome che Fate. Ero molto giovane, e il mio cuore si affannava a cercare di capire i misteri del mondo. A volte non sentivo in me la facoltà di comprender tutto e a volte non trovavo la soluzione a ciò che mi capitava. Fu in un momento così, in cui mi sentivo confusa e incapace di dare di più, che mi sdraiai a pancia in giù nell’orto di Nonna Malva e, mi lasciai andare nella terra seguendo il filo d’oro che usciva dal mio ombelico. I miei occhi, tra i due mondi, videro un musetto candido tra i colori del viola e del bianco. Era la Fata della rapa. Senza dire nulla appoggiò la sua fronte alla mia e pianse, con me, per il mio dolore. “Così sono nata” mi disse “quando tutti credevano che la mia pianta non potesse dare altro che verdi fronde un po’ amare”. Devi sapere che le rape contengono discrete quantità di vitamine B, C e sali minerali. Hanno un elevato contenuto di acqua e di fibre alimentari. Hanno proprietà diuretiche, depurative e disintossicanti. La rapa è pertanto indicata in caso di calcolosi renali e nella gotta. Si possono utilizzare anche i germogli di questa pianta. Ma il momento in cui nacqui come custode di questa pianta fu il momento in cui sentii dire: è inutile, non si può cavar sangue da una rapa… Ciò che stai sentendo tu ora, impotenza e dolore, lo provai anch’io, così m’impegnai a lungo e diedi al mio sangue, il mio succo, tutte le potenzialità di cura e guarigione utili al sangue dell’uomo. Chiunque stia affrontando un momento di stress o impegno profondo, può cogliermi e utilizzarmi sia in cucina sia come medicamento... come? Leggi la prossima ricetta.

Sciroppo di rapa radice di rapa zucchero Prendi una rapa, pelala della buccia e lavala, poi tagliala a fettine e mettila in un bicchiere o in una scodella, dividila a strati e su ognuno spolvera dello zucchero. Riponila in frigorifero per un paio d’ore. Utilizza lo sciroppo per curare mal di gola, tosse, raucedine e raffreddore. Un cucchiaino ogni tanto aiuta i bimbi nelle malattie da raffreddamento. È un potente antibiotico naturale!

Insalata russa delle Fate cimette di cavolfiore 2 carote 100 g fagiolino giardiniera sott’aceto 1 limone 250 ml di olio di semi di mais 2 patate pepe 100 grammi di piselli freschi rape qb sale 2 tuorli d’uovo zucchine 3 cetriolini sott’aceto 1 cappero sott’aceto zucchine e cimette di broccoletti (a piacere) Metti i due tuorli d’uovo in una capiente ciotola, il sale e un po’ di succo di limone. Comincia a girare aggiungendo, a filo, l’olio di semi, Emulsiona con un utensile elettrico o a mano. Gira con intento e gentilezza la miscela e mescola finché il composto si addensa.

Ottenuta la salsa maionese, aggiungila alle verdure fresche, che prima avrai bollito e sminuzzato, e allele restanti verdure sott’aceto. Consiglio di Fata Potrai variare verdure e sapori, per essere in armonia con il moto naturale delle stagioni.

Il bosco incantato

Nella vita di tutti i giorni e nelle azioni quotidiane è facile scollegarsi dal tempo e dal ritmo naturale, il respiro segue le tue azioni, segue il tuo cambio di umore ed emozionale, varia in continuazione, a dall’affannato e corto, in stato di disagio e stress, all’espanso e profondo, quando siamo sereni, gioiosi e innamorati. Quando siamo aperti alla vita, la nostra postura e il nostro o cambiano, le spalle sono più aperte, le scapole, che rappresentano le nostre ali fatate, si sbloccano, tutto fluisce, la nostra energia vitale scorre e così anche la parte intuitiva si connette. Tutti respiriamo, ma c’è molta differenza sulla qualità del respiro, cioè tra un respiro vitale e un respiro di sopravvivenza. Il respiro di sopravvivenza è quello che ti permette di vivere e basta, non nutre, non espande; è un respiro alto, corto e spesso affannato. Man mano che vivi la tua giornata, consapevolmente o no, puoi capire se stai facendo le cose con gioia, adatte a te, solo osservando il tuo respiro. Senza giudizio, semplicemente osservandolo. Hai il respiro corto? Stai facendo tutto di fretta perché ti sembra di non avere tempo a sufficienza? Bene, rallenta! È il momento di rallentare, lo so che sembra un controsenso, ma tu puoi espandere il tuo tempo, dilatare in un’altra dimensione il tuo quotidiano. Puoi entrare in uno spazio fatato. Ti sembra così difficile? Impossibile? Allora ci vengono in aiuto le Fate.

Ti racconto questa esperienza. In una mattina soleggiata di maggio, andai a eggio in cerca del bosco incantato di cui mi avevano raccontato. Non avevo molti indizi, anzi direi che nei racconti comuni vi era un alone di mistero, perché chi era stato in questo bosco, aveva avuto un’esperienza diretta con gli esseri di natura. Cominciai il mio viaggio e con grande stupore scoprii che la meta non era molto lontano dalla casa in cui abitavo. La carreggiata della strada di campagna si stringeva sempre più, trasformandosi poi sul finire di un viottolo. Tutto era silenzio, non ava nessuno. La stradina conduceva nel bosco e

mentre camminavo notai che davanti a me si aprivano due sentieri e pensai che, come al solito, mi sarei persa! Non sapevo se girare a destra o a sinistra. Chiusi gli occhi e, girando su me stessa come una trottola, dissi “guidatemi voi!”. Aprii gli occhi e mi trovai di fronte un grande e saggio rovere. Immenso e maestoso, così alto che girava la testa solo a guardarne la cima. Il suo tronco era un corpo robusto dalla circonferenza molto ampia. Rimasi sotto l’albero, senza nessuna aspettativa, senza nessuna richiesta, semplicemente nella gioia di essere in compagnia di un così grande saggio. Mi accorsi che non vi era più nulla di’importante che lo stare lì, che tutti i miei pensieri non avevano alcun luogo dove affannarsi e sostare. Lentamente, nella quiete più profonda, il mio respiro si espandeva, come l’albero stavo respirando lo stesso respiro, accumunati dallo stessa aria, dallo stesso ossigeno e spazio vitale, un esperienza di gioiosa unione. Non so quanto tempo ò in questa nostra unione, so solo che l’albero cominciò a parlarmi. Avevo ancora gli occhi chiusi, ma non dormivo e in quello stato galleggiante e sospeso, sentii la sua voce: “Ariel spirito colorato, benvenuta, sei tornata a comunicare con noi, ti aspettavamo, le Fate del Bosco Incantato, nella Conca dei Mughetti ti aspettano, stanno già danzando, senti il loro tintinnio? Vai e ricorda che sei seguita e protetta, non ti perderai”. Una grande commozione invase tutto il mio essere, la voce dell’antico Rovere non l’avevo ascoltata solo con le orecchie, ma con ogni cellula! Impregnata di bellezza e d’amore, baciai il grande amico saggio e proseguii il mio viaggio nel bosco. Era così ordinato e pulito: betulle e querce e poi, fra gli alberi, un varco più grande e leggermente in discesa, una distesa di mughetti circondata da alti alberi, guardiani fieri e maestosi, per preservare tanta bellezza e proteggerla. Quanti uccellini e che profumo inebriante di mughetti! Ero così sorpresa, quasi abbagliata da tanta bellezza, quando udii, tra il profumo e i cinguettii, dei sottili suoni di piccoli camlini. Ascoltai con ancor più attenzione e sentii fra le spalle un calore, un abbraccio amorevole: salutai le Fate. Le sentivo, le percepivo, il lieve vento sulla pelle, carezze, sensazioni gioiose e poi una grande pace interiore, un’immensa unione col Tutto, nella pienezza di non aver bisogno più di nulla. Mi senti nutrita e amata!

In questo gioioso fruscio e tintinnio, arrivò al mio cuore questo messaggio:

“Siamo le Fate, qui con te e per te!

Apriti alla fantasia!

Tutto ciò che vedi esiste.

Tutto ciò che non vedi esiste.

Tutto ciò che senti esiste.

Tutto ciò che non senti esiste.

Ascolta con il cuore.

Tocca con il respiro.

Il tuo respiro è il nostro respiro.

Il nostro respiro è il tuo respiro.

Respiriamo uniti nell’unico tocco di vita!”

Da qui ho imparato l’esercizio di unione con gli esseri di natura visibili ed invisibili e io voglio arlo a te, perché anche tu sia in comunione con la natura e possa condividerlo con le persone a te care.

Meditazione Respiro di Fata Ogni anima ha un legame particolare con un albero. Quale albero è parte delle tue radici? Cerca, vai nei boschi, dove ci sono ancora alberi maestosi e secolari; ascolta la loro saggezza, l’energia rigogliosa che emanano. Prova il loro contatto, toccali, abbracciali, vedrai rafforzare in te caratteristiche assopite. L’albero parlerà al tuo cuore, ti consiglierà nei momenti importanti di cambiamento della tua vita. Con la tua sensibilità e intuizione capirai quale albero è nella tua frequenza energetica.

Scegli il tuo albero e mettiti in una posizione comoda, lasciati abbracciare dalla sua aurea di puro amore. Rilassati e ascolta il tuo respiro che si arrende alle tenere braccia della natura. Il tuo cuore, il tuo respiro tutto si espande e rallenta. Ripeti nella tua mente queste affermazioni:

Respiro e Vivo

Respiro e Sono

Respiro e Sento

Respiro e Amo

Respiro di Fata

Respiro di Fiore

Respiro di Muschio

Respiro Albero

Respiro di Donna

Respiro di Uomo Respiro di Gioia

Respiro nel Respiro Respiro nel Tutto

Respiro nell’Uno

Invoco le forze senza tempo del vento, dell’aria, della brezza,

del temporale, della luce e del colore, della gioia dei profumi e dell’amore.

Alla fine sentirai di essere parte di un grande disegno armonioso e nulla può

intaccare tanta serenità.

Le Fate nella tua vita Ti sei mai fatta questa domanda: “Ma se credo alle Fate come faccio ad avvicinarle e riconoscerle?”. Le Fate sono in mezzo a noi, ano inosservate e ci vengono in aiuto nei momenti di difficoltà, quando siamo tristi o quando perdiamo il senso della vita. Sono con noi da quando siamo bambini, il loro incontro ci lascia sempre un bellissimo ricordo. Da piccole, le creature fatate si distinguono per la loro sensibilità, le distinguiamo dagli altri bambini perché giocano in modo diverso. Non amano i giochi competitivi, non amano i giochi commerciali, si isolano nella contemplazione della natura, sono esseri taciturni e sereni, quando parlano lasciano sempre stupiti per la loro profondità d’animo, quasi potessero guardarci dentro, hanno lo sguardo limpido e penetrante come le acque di fonte.

La risposta della natura Al nostro canto madre natura risponde con voce melodiosa, accompagna il cielo che riposa. Ovunque il tuo sguardo volgerai, se esso sarà ricco di gioia e contemplazione, vedrai attorno a te il mirabile miracolo della creazione. Queste le parole dolcissime della regina Titania, ogni corpo è vivo, ogni cosa vibra e risponde al nostro are, se entriamo in un bosco o percorriamo un nuovo sentiero, chiediamo permesso al popolo del mistero ed esso farà per noi cadere il velo del vero. Ascoltando sempre con cuore puro, sentiremo in lontananza il dolce tamburo, se invece di esser lesto, calmerai il tuo o e del bosco saprai tutto adesso. Per vedere basta guardare, questo libro speriamo ti abbia insegnato a scegliere e ad ascoltare, benedici ogni cibo, benedici tutto ciò di cui puoi godere e sarai felice e saprai come fare… siine certo resta ad ascoltare.

Risvegliare la nostra attenzione Sempre attento amico umano, un tempo lontano le Fate ci tenevano per mano, stai sereno solo così potrai imparare che per vedere devi osservare. Scegli un posto siediti, respira, gioisci, canta se vuoi, ma osserva: vedi, il mondo è fatto di energia. Apriti e finalmente ne potrai seguire la scia.

L’alchimia dei sapori Ooops! Fai con calma, non t’ingozzare, per quanta fame tu possa avere fermati un attimo, cerca di annusare, osserva il tuo piatto fatti confortare. Ingoiare non vuol dire gustare, calmati e gioisci, tu puoi mangiare. Non lo dimenticare. Lascia che io possa guidare il tuo olfatto, lascia che l’occhio scorga il colore, chiedi alla lingua di assaporare… Ssstttt!!! Nel silenzio, si, questo è mangiare.

Ascolta le Fate

Che dolce e soave musica celestiale

le Fate davvero

dal cuor sanno cantare.

Ma orecchio umano,

ormai non più lesto,

lascia il soave canto per il rumore molesto.

Con candele colorate,

pietre dure pregiate,

dal cerchio magico sarete attorniate.

Latte e biscotti in dono portate,

alle Fate tutto questo donate.

E se con te porterai

una scopa di saggina,

le Fate sapranno che sei amica e gentile vicina.

Forse non oggi, né domani ancora,

ma, abbi fiducia,

sentirai delle Fate la magica parola!

Gli spiriti delle 4 stagioni Che gioia infinita poter ascoltare le parole del vento che sa comunicare, la vita se vissuta con una certa attenzione è meravigliosa. Se prestiamo attenzione al mondo che ci ospita e che abbiamo in prestito dai nostri figli, possiamo osservare un’incantevole ciclicità. Questo libro, ispirato dagli spiriti di natura, si pone l’obiettivo di raccontare il ritmo cadenzato delle stagioni. Madre terra o Gaia è uno spirito forte e potente, vive in ogni creatura e con ognuna intesse un rispettoso scambio. I suoi cicli sono dettati dalle regole del tempo e attraverso il fotoperiodo essa germina e alimenta nuove colture e nuova vita.

Ricette, colori, stagioni e profumi L’autunno progetta! Lo Spirito dell’autunno si occupa del futuro potenziale, raccoglie le energie e stimola l’intelletto che si concentrerà effettivamente su nuovi progetti. È duraturo: tutto ciò che è progettato in autunno, pensate alle spore dei funghi, che si diffondono e riappaiono anno dopo anno. Consiglio di Fata: magia che progetta e riposa sognando i suoi successi. Chiama l’elemento terra. Usa il colore marrone. Pianta semi e concentrati su un progetto. In cucina prepara zuppe, usa la benedizione delle stoviglie per accrescere la calma e l’illuminazione della mente.

L’inverno genera! Lo Spirito dell’inverno alimenta la vita e la genera. Sotto la neve, il nuovo seme autunnale è protetto e la neve stessa gli garantisce il nutrimento per svilupparsi in primavera. In Inverno tutto diventa carico di vita e di energia. Consiglio di Fata: magia che genera e vede i propri sogni più vicini. Chiama l’elemento Acqua. Usa il colore bianco. Metti in pratica il disegno, con idee chiare Fate un progetto. In cucina prepara gelati e dolci che nutrono dal profondo e rendono felici.

La primavera schiude! Lo Spirito della primavera è rappresentato dal movimento dalla vita stessa e dalle Fate. Esse svegliano, stimolano e donano determinazione e grazia.

Consiglio di Fata: magia che schiude e mostra! Chiama l’elemento Aria. Usa i colori verde chiaro, rosa e azzurro. Parlate, Fate pubblicità. In cucina sii innovativa e usa tutto ciò che ti fa pensare al nuovo, ottimi i fiori e il polline.

L’estate raccoglie! Lo Spirito dell’estate è potere e fuoco, maturità e godimento. Consiglio di Fata: magia che raccoglie! Chiama l’elemento Fuoco. Usa i colori arancione e rosso. Pratica: raccogliete frutta e ortaggi benedite la natura. In cucina prepara torte di frutta, sciroppi e marmellate.

I cicli della natura Chiunque voglia vedere crescere le proprie attività, floride e piene di vita, deve studiare, creare e sviluppare le sue attività. Segui questi cicli e agganciati a essi per essere potente nella manifestazione. La natura autunnale dorme, le foglie si colorano di giallo marrone e rosso. Le Fate accudiscono gli animaletti, inducendo in loro un sonno profondo e ristoratore. In questo periodo le pratiche magiche delle Fate, dunque anche le nostre, devono essere orientate alla riserva d’energia e al riposo. Magicamente facciamo progetti e accumuliamo energia. La natura invernale si ricopre di nebbia e di una coltre nevosa: Le Fate nascondono, sotto questi fenomeni atmosferici, la voglia di nutrire i campi in primavera e rendere rigogliosa l’estate. La natura riposa e, spettacolarmente ricoperta di ghiaccio, si carica di umido e di vita, per prepararsi a germogliare. La neve copre i germogli e intanto aiuta la terra a conservare il suo calore profondo. La nostra magia, intanto, diventa una magia di chiarificazione e di desiderio, fissiamo sulla carta le intenzioni per l’anno e chiediamo benessere. La natura primaverile disgela prima e rinverdisce poi. Tutto è in fermento: i fiori sono vivi e i germogli, nutriti dalla neve, trovano la forza di spuntare e nascere alla vita. Qui la magia delle Fate è di sostegno e richiesta e la nostra magia, riferita alla natura, è più ricca di manifestazioni: è bene cominciare con la pubblicità e con i nuovi inizi, chiamiamo l’amore, un nuovo lavoro, la rigenerazione. La natura estiva è il culmine della ricchezza: tutto è ricco e prospero, è giallo, è rosso, è vivo. Le Fate producono e noi otteniamo con i nostri riti ricchezza, salute, bellezza e amore. Poi, prima che torni l’autunno, ci assicuriamo di aver messo da parte il necessario per vivere con gioia i mesi che arriveranno e ricominciare.

Tra boschi e colline Che sogno misterioso, quello di saper cucinare, tra leggende e ricette quante cose tu potrai ancora sapere. Tra boschi e colline, porta con te il sacro bolline, esso sarà d’oro e d’argento se, prima di coglierla, a ogni pianta ti siederai accanto. Se parlerai loro con del cuore il canto, la pianta ti darà guarigione, gusto e incanto. Tra boschi e colline potrai gioire. Madre natura ha bisogno di grande rispetto. Fermati, ascolta e fallo con diletto.

Cibo per l’anima A volte crediamo di sapere cosa decidere e cosa fare, ma aperto il frigo ci troviamo a divorare. “Si fa fatica a dominare gusto e oltranza che possono farci del male. Fai attenzione, ascolta con calma: l’anima parla, nutrila e canta. Sii felice di assaporare, resta connesso per potere ogni cibo gustare.

Risveglio Quanta bellezza, riscoprirsi parte di un universo perfetto. Scoprire che si può mangiare con gioia e diletto. Risvegliare le proprie coscienze al mistero dell’essere umano. Nel rispetto del mondo, benedisci ogni pietanza, sii felice di poter scegliere, ringraziare e ricordare l’opulenza di madre natura. Prega che tutti i nostri cari possano nutrirsi del gusto e della guarigione, assaporando l’energia dei piatti sulla tavola. Risvegliarsi, ascoltare, fare ogni gesto con riverenza e rispetto. Impara a portare nuova energia nelle nostre cucine. Benedisci le pentole, le stoviglie, il cibo stesso. Scoprirai il potere di semi, erbe, fiori, radici e germogli. Scoprirai che se uniamo tutto con l’amore, la più grande magia nasce dal nostro cuore. È così che cucinare diventa potere, tra musica canti e sperimentazione.

Epilogo

Che viaggio emozionante! Auspichiamo di avervi coinvolto in una nuova visione della vita, del gusto, della cucina. Siamo certe di avervi incuriosito e, speriamo, di avervi riavvicinato a Madre natura e alle sue figlie, le Fate. Arrivederci alla prossima avventura magica e felice proprio qui, nel giardino fatato del vostro cuore e nelle vostre cucine, che ormai hanno in sé il calore delle cucine delle Fate.

Breve dizionario simbolico

Coltello: divide e separa, magia di determinazione e di pulizia. Cucchiaino: magia della visione e della dolcezza. cucchiaio di legno: dominio del fuoco e della magia di guarigione. Cucchiaio: consapevolezza, saggezza, mistero, magia dell’attrarre e dell’accettazione. Forchetta: magia del prendere e della disattenzione. Frusta: rendere amalgamati le parti della stessa cosa, usata con consapevolezza, per preparare il cibo, può rendere uniti i partecipanti ad una cena. Mestolo: convogliare, condire, rendere morbido, magia del fare. Padella: frizzante e dinamica come una frittura di pesce che se cotta in padella può diventare portatrice di brio e di nuove idee. Pentola: magia di trasformazione, e di contenimento. Piatti: magia del fare, portatori di: se tondi completezza, se quadrati dominio delle forme fisiche. Tagliere: potente, sostegno e determinazione. Cipolla: magia dell’essere, portatore di: protezione, esorcismo, guarigione, denaro, sogni profetici. Coriandolo: magia del nuovo, portatore di: allegria amore, salute, guarigione. Cotone: magia di dolcezza e grazia, portatore di: fortuna, guarigione, protezione, pioggia, magia della pesca, comunicazione. Curry: magia del fare, portatore di: protezione.

Dattero: magia dell’essere, portatore di: fertilità, vigore sessuale. Erba gatta: magia dei gatti, amore, bellezza, felicità. Erba medica: magia del guarire, portatore di: prosperità, denaro abbondanza. Eucalipto: magia del rinnovare, portatore di: guarigione, protezione, per affrontare e superare le difficoltà. Fagiolo: magia della ricchezza, portatore di: protezione, esorcismo, riconciliazione, poteri sessuali, amore, contro le verruche. Felce: magia dell’invisibile, portatore di: pioggia, amore, fortuna, ricchezza, aspetto giovanile, salute, esorcismo. Fico: magia della ricchezza, portatore di: divinazione, fertilità, amore. fieno greco: magia della prosperità portatore di: denaro. Finocchio: magia della protezione, portatore di: protezione, guarigione, purificazione. Fragola: magia del successo, portatore di: amore, fortuna. Frumento: magia dell’opulenza, portatore di: fertilità, denaro. Garofano: magia del sapere, portatore di: protezione, forza, salute. Ginseng: magia della forza, portatore di: amore, desideri, guarigione, bellezza, protezione, ione. Girasole: magia del sole, portatore di: fertilità, desideri, salute, saggezza. Grano: magia del sole, portatore di: protezione. Indivia: magia del silenzio, portatore di: ione, amore. Lampone: magia dell’amore, portatore di: protezione e amore. Lattuga: magia del fare, portatore di: castità, protezione, amore, divinazione in amore, sonno. Lime: magia del creare, portatore di: guarigione, amore, protezione.

Limone: magia del dinamizzare, portatore di: longevità, purificazione, amore, amicizia. Maggiorana: magia della protezione, portatore di: protezione, amore, felicità, salute, denaro. Maionese: magia del gusto, portatore di: prosperità, ordine. Mandorla: magia del potere, portatore di: denaro, prosperità, saggezza. Mela: magia della magia, portatore di: amore, guarigione, giardino magico, immortalità. Melograno: magia della visione, portatore di: divinazione, fortuna, desideri, ricchezza, fertilità. Menta piperita: magia del movimento, portatore di: purificazione, sonno, amore, guarigione, poteri psichici. Menta: magia del fare, portatore di: denaro, ione, guarigione, viaggi, esorcismo, protezione. Mentuccia: magia del fare, portatore di guarigione, amore, poteri mentali. Mirtillo: magia dell’essere, portatore di: protezione. Mora: magia della trasformazione, portatore di: guarigione, denaro, protezione. Noce americana: magia della prosperità, portatore di: denaro e lavori. Noce comune: magia del fare, portatore di: salute, poteri mentali, sterilità, desideri. Noce del brasile: amore. Noce di cocco: magia del fare, portatore di: acqua, purificazione, protezione, castità. Noce moscata: magia del vivacizzare, portatore di: fortuna, denaro, salute, fedeltà, contro gli incubi.

Noci varie: magia del fare, portatore di: fertilità, prosperità, amore, fortuna, comunicazione. Oliva: magia del fare, portatore di: guarigione, pace, fertilità, vigore sessuale, protezione. Orzo: magia del sole, portatore di amore, guarigione, protezione. Papavero: magia del fare, portatore di allegria, sonno profondo, sogno rivelatore Papaya: magia dell’attrarre, portatore di amore e protezione. Patata: magia dell’immagine, guarigione, separazione. Pepe della giamaica: magia del velocizzare, portatore di denaro, fortuna, guarigione. Pepe: magia del dinamizzare, portatore di protezione, esorcismi contro le negatività. Peperone: magia dell’amore. Pera: magia dell’amore. Pesca: magia dell’essere, portatore di amore, esorcismi contro le negatività, longevità, fertilità, desideri. Pisello: magia del fare, portatore di denaro, amore. Pistacchio: magia del potere annulla i rituali d’amore. Pomodoro: magia della prosperità, protezione, amore. Pop corn: magia del prosperità, di desideri, fortuna, prosperità. Porro: magia del fare, portatore di amore, protezione, esorcismo. Prezzemolo: magia dela ione, protezione, purificazione. Prugna: magia dell’essere, portatore di amore, protezione. Rafano: potere sessuale, fuoco, trasformazione. Rapa: porre rimedio o coadiuvare la fine di una relazione. Ravanello: magia del portatore di protezione.

Riso: magia del fare, portatore di protezione, pioggia, denaro, fertilità. Rosa: magia del fare, portatore di amore, poteri psichici, guarigione, divinazione d’amore,fortuna, protezione. Rosmarino: magia del potere, portatore di protezione, amore, ione, poteri mentali, esorcismo, purificazione, guarigione, sonno, giovinezza. Salatini: magia del creare, portatore di poteri mentali. Sedano: magia della mente, portatore di poteri mentali, ione, poteri psichici. Senape: magia della mente, portatore di fertilità, protezione, poteri mentali. The: magia del fare, portatore di ricchezza, coraggio, forza, salute. Timo: magia della magia, portatore di salute, guarigione, sonno, poteri psichici, amore, purificazione, coraggio. Tonno: magia dell’essere, portatore di prosperità, abbondanza. Uova: magia del potere, portatore di guarigione, allontanare le negatività, fertilità. Uva: magia dell’accrescere, portatore di fertilità, giardino magico, poteri mentali, denaro. Vaniglia: magia del profumo, portatore di amore, ione, poteri mentali. Violetta africana: magia dell’anima, portatore di spiritualità e protezione. Vischio: magia dell’attenzione, portatore di protezione, amore, caccia, fertilità, salute, esorcismi contro le negatività. Zenzero: magia del fuoco, portatore di amore, denaro, successo, potere. Zucca: magia dell’autunno, portatore di protezione.

Bibliografia MICHELA CHIARELLI, Favolisticamente magia, Macro Edizioni, 2008. MICHELA CHIARELLI e ARIANNA RoMANO,Tangenziale verso la libertà, Auralia Edizioni, 2011 ROBERTO LA PAGLIA, Le Erbe Magiàze, Xenia Edizioni, 2005 MICHELA CHIARELLI, Una magica estate con nonna Malva, Auralia Edizioni, 2010.

Fata Alchimilla Mi chiamo Michela Chiarelli, in arte Eriche Alchimilla, e sono sciamana e scrittrice. Ho scoperto la natura e le sue magiche creature fatate, nascoste agli occhi dei più, quando ero ancora una bambina. Ho seguito un percorso nei quattro regni elementali e ne ho imparati i segreti e i poteri, i loro usi e i loro meravigliosi doni. Vivo in quotidiana unione con le forze della natura e ne condivido la magia di ogni attimo. Tra le mie piante da giardino e il volo delle gazze, trascorro le mie giornate nell’ascolto della voce del mondo e nel dialogo diretto con la fonte di tutta la bellezza del creato. Mi occupo, con amore, di allieve e apionati di sciamanesimo italiano.

Fata Ariel Ho ricevuto in dono il nome Ariel. Di mio non ho nulla, eppure ho tutto e mi sento ricca di ciò che non possiedo. Amo i colori, la vita, i prati fioriti, le foglie d’autunno, il vento, la neve, le nuvole migranti, raccontare favole e meditare nella natura. Fin da piccola ho amato le attività artistiche. Dopo un lungo percorso pittorico sono approdata alla pittura meditativa, colore dell’anima, frutto di tecniche di meditazione, unite alla conoscenza della medicina cinese e dello zen. Ho avuto la fortuna di conoscere persone che mi hanno accompagnato verso ciò di cui avevo bisogno, per affinare e comprendere la mia identità naturale. Grande importanza ha avuto per me la frequentazione della Escuela Neijing, a Cuenca, in Spagna, alla guida del Dottor Josè Luis Padilla Corral, che ringrazio di cuore per il suo impegno sociale. La scrittura, come la pittura, sono espressioni dell’anima e si completano, in un gioco di sinergie, creando narrativa, racconti e fiabe e illustrate.

© 2012 OAK Editions, Alba (Cuneo), Italia

Redazione e vendite: [email protected]

Illustrazioni: Ariel Grafica e impaginazione: Elisabetta Paduano, Torino, Italia

Pubblicato nel mese di Luglio 2012 ISBN 978-88-97400-16-5

In collaborazione con Youcanprint ISBN 978-88-67518-02-9

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