Il Re, Il Serpentello E Il Topolino 56a4h

Il re, il serpentello e il topolino

di Pavlìna Pampoùdi

nella traduzione di Viviana Sebastio

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Dragomanni

Il re, il serpentello e il topolino di Pavlìna Pampoùdi

nella traduzione di Viviana Sebastio

Revisione di Valentina Rapetti

Illustrazioni a cura di Federica Reale realizzate con gli alunni della II B della Scuola Primaria R. Balzani di Roma

Titolo originale: Ο βασιλιάς το φίδι και το ποντίκι Prima edizione: giugno 2013

Prima edizione dell'originale: in 15 ½ κάπως περίεργα παραμύθια (15 ½ favole piuttosto bizzarre), Kedros, Atene 1975

Per la traduzione: Copyright © 2013 di Viviana Sebastio

Edizione a cura dei Dragomanni http://www.dragomanni.it

Logo dei Dragomanni di Claudio Fiorini - Makelab

Ebook creato con Writer2ePub di Luca Calcinai e Sigil di Strahinja Marković e John Schember

Indice

Il re, il serpentello e il topolino Indice Introduzione Il Re, il serpentello e il topolino Biografie Ringraziamenti

Introduzione

La favola accumuna popoli e generazioni: non esiste paese che non abbia le sue favole tradizionali e non esiste epoca in cui la favola non sia stata narrata e ascoltata. Attraverso la sua dimensione scritta e soprattutto orale, la fiaba collega distanze temporali e spaziali. Quella narrata in questo e-book arriva da un Altrove che è la Grecia e, dopo aver attraversato il Mediterraneo ed essere sbarcata sulle nostre sponde, ha dovuto cambiarsi d’abito per poter essere ascoltata e immaginata anche da chi la lingua greca non sa. Con la sua nuova veste intessuta di parole italiane, la favola ha avuto bisogno di nuove immagini che la arricchissero e la illustrassero attraverso lo sguardo altrui, lo sguardo della protagonista principale di ogni favola: l’infanzia. È nato così il laboratorio ludico-didattico Storie dell’Altro Mondo, ospitato al suo avvio presso la Casa delle Traduzioni di Roma. In questo primo incontro, io e l’animatrice Federica Reale insieme agli alunni di una II elementare, sulle ali della narrazione abbiamo viaggiato nel mondo di fiabe creato dall’autrice Pavlìna Pampoùdi. Tra giochi, risa e parole greche, abbiamo poi accompagnato i piccoli artisti, nella realizzazione dei disegni che ora illustrano magnificamente questa pubblicazione. In Grecia, nel frattempo, la stessa Pavlìna Pampoùdi incontra nelle scuole i suoi giovani lettori e con loro viaggia tra le sue fiabe, re-illustrate e re-interpretate per l’occasione dai bambini stessi.

Le favole servono proprio perché in apparenza non servono a niente: come la poesia, la musica, come il teatro e lo sport. Gianni Rodari

Il Re, il serpentello e il topolino

C'era una volta un Re che, tutto solo, governava sé stesso con saggezza e lealtà. Il suo castello si trovava in un luogo irraggiungibile e completamente sconosciuto; le uniche creature che si aggiravano in quei paraggi erano un serpentello e un topolino.

I due animali avevano in comune una vecchia triste storia: il serpentello era un bel topolino, ma un mago cattivo con un incantesimo lo aveva trasformato; il topolino, a sua volta, era un bel serpentello, ma una maga cattiva con un incantesimo aveva trasformato anche lui. Per nascondere la loro triste verità, i due decisero di lasciare il proprio paese e di andare a rifugiarsi in quel luogo irraggiungibile e completamente sconosciuto. E fu proprio lì, che i due si incontrarono e divennero amici. Il Re, che era sempre molto indaffarato e non aveva certo il tempo di fare nuove amicizie, non si era mai accorto della loro esistenza. Ogni mattina, si svegliava, indossava in tutta fretta la divisa da Trombettiere, saliva di corsa sulla torre più alta del suo castello e, a suon di tromba, dava la sveglia. Subito dopo, scendeva le scale di corsa, indossava in tutta fretta la divisa da Capo Sala, usciva dalla sua camera da letto, bussava con garbo e vi rientrava.

Senza perdere un solo minuto, indossava in tutta fretta i suoi abiti regali e con o lento e solenne, scendeva in sala da pranzo. Lì, indossata in tutta fretta la divisa da Capo Cuoco, il Re preparava una sana colazione a base di latte, caffè, fette biscottate con burro e marmellata, uova, pancetta e spremuta d’arancia. A quel punto, indossata in tutta fretta la divisa da Capo Cameriere, serviva con reverenza la colazione sull’ampio tavolo e dopo aver vestito gli abiti regali, mangiava in gran tranquillità. Dopo quasi un'ora, il Re indossava in tutta fretta la divisa da Capo Lavapiatti, raccoglieva le stoviglie, le lavava e infine, rassettava cucina e sala da pranzo. Sempre di corsa, scendeva nella cappella del castello dove, indossati in tutta fretta gli abiti sacerdotali, intonava la lode del mattino. A fine cerimonia, il Re si rispogliava, si rivestiva e andava di corsa in caserma per l'ispezione. A questo punto, indossata in tutta fretta l'alta uniforme militare, sfilava in una trionfale parata. Nel pomeriggio, il Re si chiudeva in biblioteca, dove preparava le sue leggi regali. La sera, invece, organizzava sontuosi ricevimenti, durante i quali si vestiva di volta in volta, da Regina, Conte, Contessa, Ambasciatore, Ambasciatrice, Capo della Polizia, celebre Poeta, Primo Ministro, Compositore di fama internazionale, camerieri e cuochi. Queste feste avevano sempre un enorme successo.

La domenica il Re si travestiva da Giudice, da ladro, da truffatore, da assassino, da poliziotto e da secondino e così anche nel suo Tribunale c’era un gran da fare. Una domenica, il serpentello e il topolino finirono per caso nell'aula del Tribunale. Il Re, che in quel momento indossava la toga da Giudice, appena li vide, li accolse calorosamente: «Benvenuti, accomodatevi! Venite, venite qui a farvi giudicare!» «Ma noi non abbiamo fatto nulla...» disse il serpentello. «E allora?» rispose il Re. «Non è certo necessario aver fatto qualcosa! È così che va in tutti i regni del mondo! Ditemi, dunque: nome, età, occupazione e residenza. Giurate di dire la verità, tutta la verità?» «Caspita, quest’uomo è completamente pazzo!» esclamò il topolino. Il Re, ignorandoli del tutto, proseguì nella sua arringa: «Vi accuso... ehm... vi accuso di... ehm aver falsificato la moneta nazionale e di conseguenza... ehm... di aver provocato l'inflazione... ehm... e di aver rovinato intere famiglie...»

«Ma che sciocchezze sono queste?» domandò il serpentello. «Andiamo via!» rispose risoluto il topolino. «Vi condanno a un’ammenda, alla reclusione, a torture e alla decapitazione!» tuonò il Re, cercando di attirare l’attenzione dei due animali, che ormai se la stavano svignando. «Se vuoi nonnetto, puoi venire con noi a fare una bella eggiata, vedrai che un po’ d’aria fresca ti schiarirà le idee.» propose allegramente il serpentello, mentre scivolava fuori dall’aula del Tribunale. «Come osate, voi, umili sudditi, ignorare la Mia volontà e disprezzare la Mia parola con tale irriverenza? Dimenticate, forse, che Io sono il Re?» gridò fuori di sé il Sovrano. Il topolino si soffermò sulla soglia e con sorpresa chiese: «Ma che cosa è un “re”?» «Sarà un vecchio incantesimo che oggi ha perso il suo potere magico...» sussurrò il serpentello, che grossomodo se ne intendeva di magia. Il Re nell’udire quella risposta, restò di marmo dallo stupore! Da quel giorno, episodi del genere sono iniziati ad accadere in molti, molti luoghi del mondo, conosciuti e sconosciuti. Sarà per questa ragione, forse, che oggi esistono così tanti busti e statue di marmo?

FINE

Biografie

Pavlìna Pampoùdi, prolifica autrice ateniese, inizia a scrivere e a pubblicare libri per bambini già dai primi anni ’70. Scrittrice, poetessa e pittrice, Pavlìna descrive le sue favole come “favole per bambini, ma solo per finta, perché sono racconti adatti a lettori di tutte le età”. Come, infatti, vuole la tradizione favolistica, le sue fiabe permettono una lettura su diversi livelli di significato ed esprimono inoltre la giocosa carica critica e simbolica dell’autrice. P. Pampoudi è stata tradotta in varie lingue con pubblicazioni in Spagna, in Inghilterra e in Italia (Un circo fantastico, traduzione di M. Avogadro, Vallardi, Milano 1981).

Viviana Sebastio è traduttrice dal greco moderno. Conosce Pavlìna Pampoùdi molti anni fa, prima attraverso le sue favole e poi personalmente in una soleggiata giornata ateniese. Da allora, le unisce un affettuoso rapporto di reciproca stima. Nel 2007 Viviana ha la sua prima pubblicazione legata al nome di P. Pampoùdi con il racconto Gina, Giovane Holden Edizioni. Durante i frequenti soggiorni in terra ellenica, la traduttrice indaga per scovare giovani autori da proporre a editori italiani e incontra affermati scrittori, come Petros Màrkaris, e noti poeti, come Katerina Anghelaki-Rooke. Ha collaborato di recente alla traduzione di alcune canzoni di Dionissis Savvòpoulos, pubblicate da Bulzoni ed eseguite dal cantante-poeta, durante il suo gremito concerto romano. Da D. Christianòpoulos, P. Màrkaris e altri autori greci, ha ricevuto vari racconti, che ha tradotto e pubblicato nel suo blog (http://metafrasando.blogspot.it/), interamente dedicato alla cultura greca.

L’illustratrice Federica Reale nasce a Genova, dove studia presso il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti. Ecco come lei stessa si presenta: «Figlia di padre racconta favole in scatola e, a sua volta, di figlio lettrice di favole, è specialista nel montaggio di frammenti e nel riciclaggio di oggetti inutili, assemblati in turbinose soluzioni visionarie. Adottata e cresciuta da alcuni artisti e sperimentatori teatrali di Genova, respira questa atmosfera illusionistica e convince un personaggio REALE a essere immaginario, materializzandosi alla guida di laboratori rivolti ai più piccoli e concretizzandosi nella realizzazione di illustrazioni per bambini di tutte le età».

La fotografa Claudia Sordi è nata a Roma nel 1975 e lavora come tassista nella sua città. Si avvicina all'arte della fotografia nel 2009, ricercando dentro di sé un'idea di linearità che l’aiutasse a capire meglio cosa c'è dietro le convenzioni e i ruoli sociali. Inizia così un lavoro fotografico in cui ritrae per lo più edifici e strutture. In questo modo riesce a vedere cosa veramente la avvicinava a quello che scatta e si insinua il desiderio di indagare ancora una volta l'eterno rapporto tra essere e avere. I palazzi rappresentano la concretezza di esistere e il ruolo al quale si vuole appartenere, intorno c'è l'essenzialità e la libertà. Impegnata in molteplici progetti fotografici, Claudia è tra gli artefici dell’originale iniziativa TaxiGallery (http://www.taxigallery.it) ed è ideatrice e promotrice del progetto di arte itinerante ItinartS (http://www.itinarts.com).

Ringraziamenti

Molti ringraziamenti vanno agli alunni della II classe sez. B della scuola Romolo Balzani di Roma per la loro partecipazione e collaborazione artistica, e alle loro simpatiche e pazienti maestre: Alfonsina Miola e Margherita Ghisu. Ecco i loro nomi in ordine sparso:

Beatrice Ventura Βεατρίκη Viola Maria Ronzoni Μαρίκα Sirja Graziani Λαμπρινή Simone Amicucci Σίμος Valentina Vignoni Αδαμαντία Kevin Cicolani Ευγένιος Manuale Proietti Μανόλης Davide Marcelloni Δωροθέος Eva Celia Marucci Ουρανία Emiliano Garsone Κοσμάς Leonardo Petrilli Νικήτας Giorgia Fattinnanzi Δήμητρα Mara Pontarelli Αγάπη Leonardo Apollonio Λεωνίδας

Valentina Pietropaolo Ρουμπίνη Luna Simeoni Σελήνη Sara De Andreis Βασιλική Massimo Bernardini Κύρος Martina Ortenzi Αρετή.

Foto 1. Si narra

Foto 2. Si narra

Foto 3. Si narra

Foto 4. Si balla

Foto 5. Si balla

Foto 6. Illustriamo la favola (1)

Foto 7. Illustriamo la favola (2)

Foto 8. Illustriamo la favola (3)

Foto 9. Illustriamo la favola (4)

Foto 10. Gran finale

Un grande grazie

a Sua Altezza Simona Cives per la règia ospitalità nella Casa delle Traduzioni; ai Sapienti Dragomanni e al nobile Daniele A. Gewurz, che rendono possibile il mirabolante viaggio di questa favola; a Valentina Rapetti per la sua competente e leggiadra revisione; a Claudia Sordi per le fotografie da favola; a Federica Reale per la regale collaborazione con illustrazioni, giochi e tante risate.

Un ringraziamento particolare all’ispirata ispiratrice Pavlìna Pampoùdi per avermi concesso la pubblicazione di questa sua favola.