Antonio Lentini
Il giudizio finale
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Indice dei contenuti
Il giudizio finale Parte prima Parte seconda
Il giudizio finale
Il rito magico
Mi presento nella mia nudità simbolo di vittoria sull’uomo e di trionfo sugli dei. Io sono l’auriga dalle ali spiegate invitto e libero di volare, come la filosofia, mia patria e isola senza pace. Oggi si celebra l’unione tra il ato e il futuro tra la madre e il figlio tra la fede e la sapienza tra l’ombra e la luce eterna. Oggi si celebra il giorno del giudizio, il giudizio finale.
Antonio Lentini (in nessun luogo e in nessun tempo)
Parte prima
1
Tutto ciò che esiste
Tutto ciò che esiste, esiste dentro di te e tu stesso esisti dentro di te, dentro il tuo intelletto. Tutto ciò che tocchi, vedi, senti, respiri e mangi è solo e soltanto una tua sensazione, una tua emozione. In realtà, ammesso che esista una realtà, potresti non esistere né qui né ora ma essere soltanto una proiezione, un’illusione, un oblio nel tempo. Ma il tempo stesso è un abisso e avvolge te e il tuo mondo che a sua volta è avvolto in se stesso in una realtà multidimensionale, senza inizio e senza fine. Pensi a te stesso pensante come se fossi tra due specchi e vedessi la tua immagine all’infinito. L’esistenza ti distrae, liberatene e fanne a meno. Tutto ciò che resta, il nulla, è la vera essenza, è l’infinito. L’essere umano, ciò che tu sei, è un labile fuoco che si spegne con un soffio di vento. Soltanto il paradosso ha una logica, tutto il resto è convenzione, obbligo, dogma e fenomeno. Dentro il fenomeno c’è il vero, la cosa in sé, ma scopri che il vero è anche falso e il tuo intelletto non lo accetta perché sarebbe come accettare che i numeri pari fossero dispari e i dispari fossero pari. In questo modo le illusioni si susseguono e tu non saprai mai ciò che accade perché ciò che accade è già accaduto e poi accadrà. Il tuo intelletto è dio perché solo il tuo intelletto è la causa morale del mondo, l’origine dell’essere, essere supremo ed essere degli esseri. Tu sei onnipotente ed eterno, crei e distruggi mondi e realtà, sei onnisciente, immenso e incommensurabile. Oggi, almeno per un giorno, tu uomo sei diventato dio e dio è diventato uomo. Qui oggi giace ciò che non esiste perché ciò che esiste è altrove.
2
Il brodo primordiale Nel miserevole circo umano si è soliti indicare il grado di civiltà come il raggiungimento dell’ambita meta che porta al progresso, allo sviluppo economico, politico e sociale, al benessere diffuso e alla equa giustizia, alla conquista nelle scienze e nella tecnologia. Nessuno però si rende conto che di pari o avanza l’inciviltà sotto forma di un’inaudita barbarie. Anzi, quest’ultima acquista tanta più velocità quanto più gli uomini esercitano le proprie volontà contro la natura e contro tutti gli altri esseri viventi. Nelle città manca il decoro e se provi a piantare un albero, c’è subito pronto qualcuno a distruggerlo a tua insaputa e a riderne e goderne della distruzione. Se almeno si riesce, con la forza e con i denti, a difendere la proprietà privata, tutto ciò che è pubblico è alla mercé di vandali crudeli la cui unica soddisfazione deriva dal rendere sporco e ridurre in rovina qualsiasi cosa capiti davanti al loro cammino. Si potrebbero scrivere centinaia di pagine con esempi di atti di devastazione compiuti ai danni di monumenti, opere d’arte, viali, giardini e palazzi. E questa la chiamiamo civiltà? Piuttosto la chiamerei brodo primordiale, in cui tutto è nato ma nulla è compiuto, dove molti esseri umani sono castrati mentali e quindi privi di ogni vitalità e di ogni capacità speculativa. Si può citare a tal proposito Hobbes che nella sua opera “Sul cittadino” descriveva la situazione di disordine e di violenza nella società come Bellum omnium contra omnes (La guerra di tutti contro tutti). Mai espressione fu più attuale di questa.
3 Gli opposti
Dio e, in generale, gli dei e gli uomini non dovrebbero coesistere. Sono in perenne opposizione; ciò è già implicito nello stesso significato di “homo” che deriva da humus, ovvero creatura terrena in antitesi alle creature celesti.
4
Dire e contraddire
Dire qualcosa di sensato è già alquanto raro ma contraddire qualcosa di sensato che si è già detto, potrà sembrare banale a una mente comune e mediocre ma è segno distintivo di un grande intelletto.
5
Ciò che non bisogna mai sottovalutare
La follia sta alla base di ogni saggezza.
6
La grande ipocrisia dell’essere se stessi
Fortunatamente non sono mai me stesso né voglio esserlo. E’ molto più facile essere qualcun altro o qualcos’altro che essere se stessi.
7
Menti soggiogate
In molti uomini il cervello è schiavo dell’apparato digerente e reagisce solo e soltanto agli stimoli di quest’ultimo.
8
Sull’inspiegabilità dell’amore
Amore è soprattutto ciò che non abbiamo mai saputo spiegare a chi abbiamo amato e ciò che pensiamo ora ma non sapremo spiegare a chi ameremo.
9
Le mie origini
Più si va verso il sud dell’Italia, più si procede verso le origini della civiltà e della sapienza del mondo occidentale.
10
Le origini della perfezione
La matematica è la vera scienza del bello.
11
Metafisica dell’amore
Guardiamoci allo specchio: non sappiamo chi siamo, non sappiamo da dove veniamo né dove andiamo e, addirittura, non sappiamo perché esistiamo. Il senso di miseria e di nullità ci assale e razionalmente il nostro intelletto non è capace di reagire agli infiniti interrogativi su ciò che percepiamo. La nostra ragione, invero, ha fallito. L’unica via d’uscita è l’irrazionale, la forza generatrice primitiva e inspiegabile, la forza che ci rende eterni e immortali, la ione che va aldilà del bene e del male e aldilà dello spazio e del tempo. Questa ione metafisica e soltanto questa io chiamo amore.
12
Ai lettori di giornali
L’aspetto positivo dei giornali è che, per fortuna dei lettori, riescono a falsificare la realtà. Se le notizie ci arrivassero veramente per quello che sono, sarebbero semplicemente inutili.
13
La mia arte dell’armonia
Senza la musica non vorrei esistere neanche un solo istante. La musica è la forma d’arte par excellence.
14
Delle gioie e dei dolori
La conoscenza genera sofferenza ma allo stesso tempo consente di trovare le vie per sconfiggere il dolore.
15
Involuzione
Discendiamo dalle scimmie per l’aspetto fisico e dalle iene per quello morale.
16
Il fine del lavoro è la fine del lavoro
Non si è mai visto uno scrittore impiegato in un lavoro fisico né tantomeno un poeta o un filosofo, un artista o un musicista. Questo perché il lavoro è un peso così grande che impegna per più di un terzo della giornata la maggior parte degli uomini e non rende possibile esprimere compiutamente e liberamente capacità, attitudini e talento. In “ Parerga e Paralipomena” Schopenhauer scrive: “ La grande maggioranza degli esseri umani deve, per forza, soggiacere al pesante lavoro fisico, che è assolutamente indispensabile per soddisfare gli infiniti bisogni di tutto il genere umano: non soltanto questo lavoro non lascia tempo per la cultura, per istruirsi, per riflettere; ma anzi, a causa dell’antagonismo irriducibile fra irritabilità e sensibilità, il soverchio ed estenuante lavoro fisico ottunde lo spirito, lo appesantisce, lo rende goffo e maldestro e incapace perciò di cogliere altre relazioni all’infuori di quelle del tutto semplici e palpabili .”
17
Platone come educatore
Platone non si considerava sapiente ma “amante della sapienza” ovvero filosofo. I veri sapienti, per Platone, erano Eraclito, Empedocle e Parmenide.
18
Anima e conoscenza
Il concetto di anima è una pura convenzione con cui la filosofia per più di duemila anni ha voluto giustificare una lacuna della conoscenza. Il problema fu aggirato abilmente da Platone attraverso l’introduzione dell’innatismo, proponendo idee che si possiedono naturalmente dalla nascita. Prescindendo dai
dogmi delle religioni la conoscenza si è rivelata come la somma delle esperienze sensoriali che l’uomo memorizza nel corso della propria vita e nulla di più. La conoscenza, in sintesi, corrisponde all’anima. Questo postulato dovrebbe far spostare la riflessione su un altro tipo di problema: corrisponde sempre alla verità ciò che è oggetto della conoscenza e che si acquisisce attraverso i sensi? La verità può essere una sola e assoluta ma avere molteplici rappresentazioni nelle menti degli individui? La caverna platonica in parte risponde a queste domande ma rivela semplici idee e non la verità. L’azione liberatrice del filosofo e della filosofia dalla schiavitù dei cavernicoli non è mai avvenuta. Ogni forma di conoscenza ha generato tanto bene quanto male e nessuno schiavo permetterà ai filosofi, ormai quasi estinti, altre avventure al di fuori della caverna. Questo era solo il principio di ogni filosofia il cui destino avrà sviluppi patologici e condurrà alla crisi del pensiero.
19
Istruzione dolosa
Che l’istruzione statale causi più dolori che gioie è noto anche agli statali stessi: studenti, assistenti, docenti ordinari, (sarebbe meglio straordinari!) docenti associati, dottori, ricercatori e dottorandi che penano come gli uccelli in gabbia. Bisognerebbe eliminare gran parte delle facoltà universitarie e specialmente quelle che prevedono lo studio della filosofia, dell’arte, della letteratura, della musica e delle scienze perché servono soltanto a produrre insulsi obbrobri e aborti del pensiero e giustificano lo stipendio elargito a miserabili ciarlatani e millantatori incolti e ignoranti. Bisognerebbe, invece, dare spazio ai tanti studiosi e autodidatti solo per ione e quindi svincolati dagli squallidi contratti di retribuzione economica legati a uno sterile insegnamento basato su retorico nozionismo.
20
Cattivi pensieri
Il sorriso è sempre figlio dei cattivi pensieri.
21
Attenzione al perbenismo
Non è raro che le buone azioni degli altri siano determinanti per la nostra nemesi.
22
L’incipit di un libro
Sovvertire e non accettare tutto ciò che è stato scritto fino a quel momento: ecco il compito di un grande scrittore.
23
I concorsi letterari
Partecipare ai concorsi letterati è come partecipare al tiro al bersaglio. Peccato che tu non sia neanche il bersaglio.
24
La nazione
La nostra società più che a una democrazia somiglia a un’oclocrazia fondata sulla disonestà e l’incapacità di una miserevole plebaglia della quale io sono acerrimo nemico.
25
Difetto antropico
Non mi preoccupa ciò che di divino c’è nell’uomo ma ciò che di umano c’è in dio.
26
Dedicato a Van Gogh
Non si può chiamare follia ciò che non si riesce a comprendere.
27
Contro l’equità
Predicare l’uguaglianza è come predicare la fine del mondo. L’universo stesso esiste grazie a disuguaglianze matematiche, fisiche e persino morali. Solo la religione pretende di sedare le menti ottuse degli uomini annunciandone e celebrandone l’uguaglianza. Uguaglianza che poi è solo formale e mai sostanziale e reale. La natura agisce sempre in modo che ci siano ineguaglianze, disparità, equilibri precari e false corrispondenze. Se fossimo tutti uguali saremmo semplicemente privi di vita e di volontà.
28
Al bivio
O si è padri o si è santi.
29
Scrittori mediocri
Uno scrittore mediocre riesce sempre a spiegare ciò che ha scritto perché ha ragionato talmente tanto prima di scrivere che il suo pensiero è rimasto impresso nella memoria. Un grande scrittore, invece, non riuscirà mai a spiegare o a dimostrare ciò che ha scritto; al massimo potrà commentare le proprie opere all’infinito, senza aggiungere o togliere valore al pensiero sostanziale. Questo perché un grande scrittore, a differenza della maggior parte degli scrittori, non scrive solo con la testa ma anche e soprattutto con il cuore e, nel cuore, così come nella ione e nell’anima, non ci sono memorie.
30
Paradosso paterno
Vuoi vedere, alla fine che il figlio di dio è il padre di dio?
31
Nesso causale
In amore il sesso è sempre il movente.
32
L’arte
Si pensa all’arte come al trait d’union tra l’umano e il divino. Esatto! Unione tra ciò che esiste e ciò che non esiste.
33
Società e Stato
La nostra decantata società ha come obiettivo, attraverso lo Stato, la convivenza civile ma il risultato è l’uno contro tutti.
34
Stato e società
Lo Stato si occupa di garantire l’educazione pubblica, la sanità pubblica, l’ordine pubblico e la giustizia sociale. E com’è ricambiato dalla società? Come viene trattato tutto ciò che è res publica? Viene trattato come latrina pubblica.
35
La conseguenza
Il mondo è diventato una mela marcia divorata dai vermi umani.
36
Appena nasci
Appena nasci, ti impongono un nome, un’educazione convenzionale e una religione. Sei schiavo di dogmi che non hai scelto e sedato in una gabbia chiamata società. Sei tempestato di regole e doveri e non hai il tempo di pensare con la tua testa. Subito dopo il circo scolastico, devi entrare in quello lavorativo e mettere in un piatto della bilancia il tuo ingegno, la tua istruzione e la tua cultura mentre nell’altro qualcuno ci mette un salario che non sposta in alcun modo l’ago della bilancia. La ricerca spasmodica di una casa e di una moglie e l’opera è compiuta. Tutto ciò che serve è il necessario, l’utile, l’indispensabile per vivere giorno dopo giorno. Manca il tocco finale dell’artista e l’ultima pennellata si chiama progenie o, meglio, famiglia. Les jeux son faits, rien ne va plus.
37
L’idiota sapiente
Un uomo si vanta di essere profondo conoscitore di una materia solo perché lo Stato ne ha certificato la frequenza di corsi che hanno portato al conseguimento di un titolo di studio. E quest’uomo non fa altro che ostentare nozioni, nozioni e ancora nozioni; non essendo in grado di articolare alcun sillogismo. Di quest’uomo è naturale e spontaneo pensare: ecco l’ennesimo idiot savant!
38
Buon maestro
Buon maestro sei se hai più domande che risposte per i tuoi allievi.
39
Il gioco del mondo
Il mondo del calcio è la perfetta metafora del mondo in cui viviamo, cioè pochi privilegiati e ingiustamente osannati, protagonisti della lotta per la vittoria e la supremazia sull’avversario e tutti gli altri ivi spettatori che si azzuffano e pagano il conto salato per le proprie gioie e i propri dolori. Tutto ciò è solo una forma più evoluta di quanto già accadeva negli anfiteatri romani dove si svolgevano gli spettacoli di lotta tra bestie e gladiatori.
40
Oltre la sofferenza
No, la vita non è dolore, la vita è immenso piacere. Solo la volontà umana è portatrice di dolore e annientamento.
41
Forza e debolezza
L’unione fa la forza ma presuppone che a priori esista la debolezza del singolo. Ma se in origine vi è già la forza, l’unione appare inutile e dannosa e rischia di generare una catastrofe.
42
Debolezza di volontà
Ogni essere umano è un’imposizione della volontà altrui.
43
Ridere
Ridere, ridere e ridere ancora, della grazia e della disgrazia, dell’ottimo e del pessimo, del vero e del falso, del buono e del cattivo, del colto e dell’incolto. Sempre e ovunque sia il riso, la costante di un’isterica, folle e insana vita.
44
Comprendere a fondo
Per capire in profondità l’uomo è necessario disinteressarsene.
45
Il piacere
Un mare in tempesta è il piacere. Non nuotare e non opporre resistenza ma lasciati trascinare nei vortici dalle correnti. La quiete arriverà, a riva ritornerai e lì il tuo cuore si fermerà.
46
La smania d’infinito
Il destino dei grandi spiriti è quello di essere perennemente irrequieti, davanti a un granello di sabbia come davanti all’esplosione di una supernova, non essendovi differenza alcuna, nella mente ipersensibile di un grande intelletto, tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande.
47
La scommessa
La vita è il più grande gioco d’azzardo in cui il caso ha il ruolo principale, ma noi, i giocatori, decidiamo quanto rischiare e di conseguenza quanto vincere o perdere.
48
Psicopompo degli scolari
Un professore dovrebbe trasmettere agli alunni la ione per la materia che insegna, ione che il più delle volte egli stesso non ha, trovandosi nella scuola più per caso e necessità che per libera scelta. Un tale professore lo definirei psicopompo degli scolari perché non fa altro che trascinarli verso il baratro dell’ignoranza così come Caronte trasportava i defunti verso il regno dei morti.
49
Del bene più prezioso
La filosofia è una mappa il cui tesoro è la verità.
50
La guerra mondiale
La guerra mondiale è sempre in corso, è inarrestabile da quando esiste l’uomo e durerà per sempre. Non solo, quando l’uomo colonizzerà altri pianeti, sarà in guerra anche lì. E’ l’autoaffermazione che porta gli uomini a divorarsi l’uno con l’altro e la volontà di vivere è spietata e incontrollabile.
51
La vita non è infinita
La volontà, la fede, la speranza e le vane illusioni ci inducono a vivere la vita come se fosse infinita, come se il tempo dovesse scorrere in eterno o fermarsi in eterno. Invero, il senso di infinito che noi percepiamo si riduce semplicemente a un punto, un attimo, una singolarità nello spazio-tempo e la nostra vita si rivela per ciò che effettivamente è: una serie di diapositive che rappresentano tutti gli eventi ati, presenti e futuri. Ogni evento è un singolo istante che al massimo si ripete su tanti fotogrammi, quasi sempre identico a se stesso. E così la nascita è un solo istante della vita, l’adolescenza è un solo istante della vita, la gioventù è un solo istante della vita, l’amore, l’odio, la felicità e la tristezza sono singoli istanti della vita, come lo sono lo studio, il lavoro, l’ozio e il vizio. Anche la vecchiaia, la grazia e la disgrazia e, infine, la morte, signore e signori, sono semplicemente singoli istanti della vita. Come tali devono essere vissuti perché la vita non è infinita.
52
Esseri immortali
Se fosse necessario avere uno scopo nella vita, l’unico plausibile dovrebbe consistere nel fare tutto il possibile per rendersi immortali e quindi dedicarsi con tutte le proprie forze alla conoscenza e alla verità.
53
Seguire la verità
Un saggio cieco disse: “Seguitemi e vi mostrerò la verità”. Qualcuno replicò: “Come può mostrare la verità chi non vede dove sta andando?”. E il saggio rispose: “Seguitemi perché sono io la verità”.
54
Anestetico antiestetico
Siamo così assuefatti al brutto che i nostri sensi difficilmente riescono a percepire il bello.
55
Il vincolo
Quando ti sarai liberato completamente di ogni struttura e di ogni forma riconducibili alla libertà allora sarai veramente libero.
56
Vergognosa umanità
Il quadro perfetto della bestialità e di ciò che di più spregevole, mostruoso e abominevole c’è negli esseri umani è stato dipinto in Germania e il suo titolo è Nazismo.
57
Il Mondo
Per intensità spirituale “Il Mondo come volontà e rappresentazione” si può considerare un testo buddhista e ha molti tratti in comune con il Dhammapada, il testo fondamentale del buddhismo. Invero, Schopenhauer non ha mai nascosto la propria ammirazione per il Canone buddhista. Ciò è palese già dalle prime parole “Il mondo è una mia rappresentazione” che riprendono un analogo concetto espresso nelle prime frasi del Dhammapada: “Tutto ciò che esiste dapprima, esiste nella nostra mente. Noi diventiamo ciò che pensiamo, e la nostra mente è il mondo”.
58
I miei gioielli
I libri non tradiscono mai. I libri sono grandi amici, ti parlano e tu puoi parlare con loro, ascoltali in silenzio, religioso silenzio. Li sfogli, li leggi e la tua mente vaga in mondi che esistono e non esistono. Non importa quanto possa trasmetterti un libro o quanto tu sia in grado di apprendere o assimilare da ciò che è scritto. E’ come trovarsi sotto la pioggia, anche soltanto una goccia che ti investe, lascia un segno che potrà essere indelebile e farà parte del tuo patrimonio di conoscenze, così come una singola parola, soltanto una, ti trasmetterà un’emozione o un seme di saggezza. Non lo dimenticare: i libri non tradiscono mai.
59
Pensare da dio
Nessuna religione e nessun dio potranno fare per te più di quanto possa fare la tua testa.
60
Il limite della cecità
Dio è luce! Peccato però che gli uomini siano ciechi.
61
L’autopunizione
Puoi piacere a mille donne e a mille uomini ma se non piaci a te stesso, sei condannato all’infelicità.
62
Degli uomini tiranni
Il popolo non è mai sovrano, al massimo è uno spregevole dittatore.
63
Della forza e della potenza
Sono figlio di tutti i padri e padre di tutti i figli in un delirio di impotenza invece che di onnipotenza. Tutte le donne mi appartengono e io mi concedo a tutte loro
in un delirio di impotenza invece che di onnipotenza. Com’è grande il mondo, è così grande che posso tenerlo sul palmo della mano e lanciarlo lontano, in un delirio di impotenza invece che di onnipotenza. Dio, il mio esistere coincide con il tuo non esistere altrimenti dovrei dare un senso alla mia esistenza in un delirio di onnipotenza invece che di impotenza.
64
Sull’essenza dell’immutabilità
Il domani identico all’oggi e l’oggi uguale al domani: questa sarebbe la più grande rivoluzione.
65
Conoscenza e pessimismo
Nel dizionario della filosofia non può esistere la parola ottimismo.
66
Femminismo divino
Se proprio dovessi pensare a un dio, lo rappresenterei con le sembianze femminili.
67
La religione non riconosciuta
Gesù non avrebbe accettato il cristianesimo.
68
Superiorità femminile
Se non fosse per la forza fisica, l’uomo sarebbe sottomesso alla donna.
69
Sull’inutilità dei contemporanei
Si dovrebbero avere solo gli avi e i posteri, non i contemporanei.
70
Falsa modestia
Umilta? Ma quale umiltà? Si è mai visto un leone umile? Sarebbe come chiedergli di non ruggire!
71
L’inganno della natura
Non esiste, in natura, un predatore che non sia bello e affascinante.
72
Prede e predatori
Se sei predatore di qualcuno, non dimenticare mai di essere anche la preda di qualcun altro.
73
Noi e la vita
Nella vita non è necessario scendere a compromessi perché siamo noi il compromesso e lo è la vita stessa.
74
Delle cose dette ieri
Qualcuno è sempre pronto a farti notare gli errori di ciò che hai detto in ato.
75
Delle cose che si diranno domani
Qualcuno è sempre pronto a suggerirti ciò che di buono dovrai dire in futuro.
76
Dialogo tra Odisseo e Neottolemo
“Se il falso ti dà la salvezza non esitare a mentire”. (Sofocle - Filottete)
77
Il potere dell’arco
“Povero me, sono annientato” dice Filottete dopo essere stato ingannato e privato dell’arco, strumento del suo potere. “Ma io stesso infelice morto sarò pastura di quelli di cui mi cibavo, ormai mi daranno la caccia quelli cui davo la caccia, povero me, restituirò il mio sangue a compenso del sangue…” Se ti lasci sfuggire ingenuamente e con l’inganno ciò che ti dà potere sarai vittima del potere stesso.
78
Delle deformazioni della bellezza
A differenza delle altre specie animali, in cui la bellezza è diffusa in quasi tutti gli esemplari, siano mammiferi, uccelli, pesci o rettili, tra gli umani, soprattutto maschi, è caratteristica alquanto rara, tant’è che la maggior parte di essi ricorre a trucchi artificiali e indumenti di pregio per nascondere viso e corpo ripugnanti. Inoltre, gli animali conservano lo stato di grazia e piacevolezza per tutta la loro vita mentre per le rare persone naturalmente belle, la bellezza è come un arcobaleno che si dissolve rapidamente al termine della pioggia ovvero la giovinezza. I bambini sono belli perché ci fanno tenerezza, gli adulti si attraggono per mero istinto sessuale e riproduttivo, avendo quindi la mente obnubilata, vedono il bello anche dove c’è il mostruoso. Infine i vecchi, goffi e ridicoli, ci appaiono belli solo per comione.
79
Singolarità
Ho pensato così tanto agli altri che non ricordo più me stesso. Ho lasciato andare via il mio io verso nuovi mondi che ora contemplo e che mi contemplano. Ho dimenticato chi sono perché le mie energie le ho dissipate per l’umano altrui. Nulla può sfuggire all’essere così come nulla può sfuggire a un buco nero. Ecco cos’è l’esistenza: un immenso buco nero che attrare verso di sé lo spazio, il tempo, l’essere umano e l’essere divino. Non bisogna mai oltreare l’orizzonte degli eventi ed è necessario tenersi alla giusta distanza dall’esistenza. Il come è compito precipuo ma arduo della volontà.
80
Sospetto filosofico
Che esistano uomini chiamati filosofi, impegnati nello studio e nell’indagine sugli esseri umani, sulla morale, sull’etica, su dio e sul mondo, dovrebbe già mettere in guardia i lettori e farli diffidare della filosofia, dei filosofi e delle loro opere.
81
Su ciò che conviene accettare
Se rifiuti il bene altrui, accetta almeno il male altrui.
82
Delle buone letture
Cerco di non ricordare mai ciò che è scritto nelle opere filosofiche che leggo. Le migliori, essendo pochissime, le considero come pasti raffinati da gustare con grazia e gioia. Prima ne sento l’odore poi le mastico e le digerisco, infine le apprezzo. Il resto lo fanno stomaco e intestino, prendendone le sostanze essenziali ed espellendone il superfluo, cioè la maggior parte, sotto forma di feci e scorie. Il meglio, alla fine, è qualcosa che ha soddisfatto i miei sensi e mi ha arricchito spiritualmente.
83
Religione senza ragione
La natura umana è disposta moralmente al male sin dalla nascita. Al contrario di quanto afferma Kant ne “La religione nei limiti della semplice ragione” “ … l’uomo, per natura (cioè come generalmente nasce) è sano di corpo, non c’è ragione per non ammettere che sia parimenti sano per natura e buono di animo ”, è evidente che se non ci fossero regole e leggi severe che influiscono sulla vera natura umana, eminentemente malvagia, ponendole una sorta di muola, gli uomini si annienterebbero fisicamente con qualsiasi mezzo. Va notato che a livello morale, in ogni luogo e in ogni tempo, la natura maligna degli esseri
umani si è espressa in infinite forme. Ripeto, se non fosse per le pene inflitte dalla giustizia e per i sedativi dispensati dalle religioni, la nostra indole e i nostri impulsi ci condurrebbero all’uno contro tutti. E gli impulsi che provengono dall’irrazionale superano la ragione, unico mezzo possibile per affermare il bene.
84
Diffidenza umana
Perché non leggo i libri dei miei contemporanei? Perché non ascolto la musica dei miei contemporanei? Perché non dialogo con i miei contemporanei? La buona educazione impone di non parlare male degli assenti.
85
Sulla natura del genio
Si nasce geni quando si diventa geni.
86
Crescita pericolosa
Il concetto di evoluzione umana o civiltà è strettamente legato alla cosiddetta crescita, chiamata anche sviluppo o progresso in materia economica, sociale, demografica, industriale o edilizia. Aldilà delle sempre maggiori disuguaglianze che si creano tra gli uomini, non si tiene mai conto che la crescita non può continuare all’infinito e che ci sta conducendo inevitabilmente verso l’esplosione così come quando, soffiando continuamente in un pallone alla fine esso scoppierà.
87
Attrazione per gli opposti
Mi trovo a mio agio soprattutto con uomini dalla natura femminile e con donne dalla natura maschile. La purezza maschile o femminile mi fanno ribrezzo.
88
Contrapposizione dei sentimenti
Tutte le cose belle della vita hanno una natura intensa ma fragile che oltre ad appagare i nostri sensi ci emozionano così tanto da renderci quasi tristi e sofferenti. Ogni gioia lascia dietro di sé una scia dal gusto amaro. La vista improvvisa di una bella donna desta immediatamente nell’osservatore un sentimento nobile di ammirazione ma non appena la donna si allontana quel
sentimento muta in dispiacere perché scompare la causa che ha determinato lo stimolo visivo. Lo stesso effetto si verifica durante e dopo l’ascolto di una musica piacevole o l’abbraccio di una persona cara. La natura agisce in modo bizzarro nei confronti del nostro intelletto contrapponendo sempre una certa quantità di sofferenza a una di godimento proprio come se volesse far pagare il conto in cambio di qualche attimo di felicità o di intensa emozione.
89
Meditazione sul lato nascosto delle cose
Tutte le cose che ci circondano si manifestano a noi mostrandoci sempre lo stesso lato, la stessa facciata e lo stesso versante. Analoga osservazione vale anche per donne e uomini. Chi non si ferma alle apparenze e investiga in profondità ogni evento che accade, rintraccerà e scoprirà nuove verità che faranno tremare le fondamenta della realtà fenomenica. Ma perché non fermarsi agli aspetti esteriori tanto comodi sia gli attori che agli osservatori? In fondo il mondo è già la somma di tutte le simulazioni e la finzione mette tutti d’accordo: padri e figli, padroni e schiavi, preti e fedeli, cacciatori e prede. L’apparenza serve ad accontentare qualcuno e anche noi stessi. E’ come se esistesse un naturale patto di non belligeranza: non voglio sapere cosa c’è dietro ciò che vedo. Si nasce già con questa anomalia psicologica. In tutti i luoghi del mondo questa epidemia si cerca di curarla con la religione, dispensando ai malati pillole per i sintomi più gravi. Chi è immune da questa patologia e non accetta medicine, fa ricorso alla ragione. Ad oggi sono molto pochi gli esploratori del lato nascosto delle cose, in genere sono eretici e irriverenti ma oppongono una forte resistenza alle ingiustizie e agli inganni: un modesto esercito di combattenti chiamati filosofi.
90
Non colpevole
Perché scrivo? Perché è l’unico modo per uccidere i miei pensieri e restare innocente. E’ il delitto perfetto.
91
A memoria
Gli stupidi ricordano tutto invece gli assennati hanno la memoria labile.
92
Un errore dei filosofi
Parlare degli uomini da uomini è l’errore più frequente dei filosofi.
93
I filosofi greci
Mi si consenta almeno una sorta di vanità dovuta alla mia discendenza e alla mia provenienza da una parte del mondo che ha dato origine al mondo stesso. Chi nasce in una terra bagnata dal mare porta con sé per sempre il richiamo dell’infinito, un infinito percettibile perché ci si può immergere in esso e nuotare, a differenza di quanto si possa fare con l’infinito impercettibile che è sopra le nostre teste, nel quale possiamo solo proiettare i nostri pensieri. Chi, come me, è nato in una terra bagnata dallo Ionio è figlio della Magna Grecia ma soprattutto è figlio di padri e madri che sono immortali. Si perdoni ancora la mia presunzione ma ho quasi tremila anni. I grandi del pensiero furono miei contemporanei, tanto mi hanno insegnato ma ancora di più è ciò che ho da imparare. Questo è il compito che mi è stato assegnato per altre migliaia di anni: liberarmi di tutto il superfluo e distaccarmi dal dominio delle cose perché il possesso non è altro che l’essere posseduti dalle cose stesse. Il fine ultimo è il non avere, essere puri e quindi disumani. Ogni forma di agio e di possesso è soltanto sinonimo di sporcizia, chi non possiede è sempre più ricco di chi possiede. Questo è il più grande insegnamento dei filosofi greci.
94
Elogio della musica
Ispirato e inspirato dalla grande musica ho perso il controllo, provando le uniche grandi emozioni ignote ai profani. Chi come me si commuove all’ascolto psichiatrico delle melodie divine riesce a respirare profondamente l’essenza della vita. Non la lettura o la scrittura ma l’ascolto della musica dovrebbe essere il primo insegnamento ma questo è un privilegio destinato a pochi fortunati che in estasi oltreano il portale che conduce alla suprema ascesi. Quante goffe statue ho lasciato dietro di me, incapaci di percepire l’eternità della musica, destinate a compiacersi dell’immobilità della propria esistenza. Su di esse ho l’impatto di una bomba potente e violenta. Accordo gli strumenti e voi preparatevi all’ascolto!
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Uno sguardo all’infinito
Non affannarti mai. Tutto ciò che devi fare per essere felice e vivere in eterno è guardare il cielo.
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Dedicato a tutte le donne tranne me
Io non so esprimere il mio amore neanche come la donna più piccola che esista al mondo possa fare. Penso come una donna, respiro come una donna, cammino e ragiono come una donna ma un fulmine mi ha colpito ed ecco ciò che sono: un animale notturno alla ricerca di grazia e armonia. Mille capricci mi assalgono e sono gli stessi che travolgono le ioni di donna. Voglio solo correre con voi verso la libertà. Abbiamo in comune due desideri: la fuga e la vittoria. Ma fuggire da cosa, dagli uomini? E verso dove? Verso il trascendente? Vincere contro ogni metafisica è come trionfare su ogni uomo. Più l’uomo è grande, più sono grandi il suo spirito e il suo potere e più piccola è costretta a diventare la donna. Questo è il messaggio della storia, questo ci dice la religione. La differenza tra uomo e donna sembra incolmabile. E allora? Continuino a occuparsi della bellezza questi uomini e lascino pure la perfezione alle donne.
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Dedicato a tutti gli dei compreso me
Scontata la pena come uomo, mi accingo a unirmi a voi, dei onnipotenti. Noi non venimmo al mondo ma fu il mondo a venire a noi. Noi che siamo genitori di noi stessi, destinati a non avere destino. Essere venerati porta alla nausea miei cari umani adoratori. Vi confesso che è triste non poter essere tristi e amare sempre è come avere sempre la luce, manca l’alternanza. Gli dei non hanno doveri e non conoscono la miseria umana che genera il male perché altrimenti non sarebbero dei. Se consentono all’uomo di umiliare, mortificare e uccidere il prossimo compiono essi stessi un’ingiustizia. C’è un errore in ogni ontologia che neanche gli dei possono correggere; è l’errore del principio e consiste nell’aver santificato e deificato l’umano. E chi ha commesso tale peccato se non gli dei stessi? In maniera analoga gli uomini hanno voluto umanizzare gli dei rendendoli grotteschi e addirittura crudeli. C’è una musica che mi ossessiona in ogni momento, le sue note sono come numeri primi. Quel clavicembalo e quel coro ripetono che ogni cosa è governata dall’amore. Mentre i mondi si allontanano, uomini e dei sono sempre più vicini. Non sarebbe più semplice non esistere?
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Fine e inizio del mondo
Vi osservo tutte le notti e non siete cambiati granché in questi millenni. Vi attraverso nella vostra trasparenza e nella vostra inconsistenza. In sogno vedo un fumo denso dietro il quale si scorge un paesaggio arso, dalle tinte fosche e con la cenere che leggera si posa sugli scheletri degli alberi anneriti. E’ un luogo di espiazione e ovunque si scorgono teste decapitate. Qualcuno riesce ancora a parlare, con le fiamme negli occhi sussurra, rassegnato, che è giunta l’apocalisse. Come avevano promesso dall’inizio dei tempi, i cavalieri hanno portato
distruzione e ostilità. La nostra scienza, la nostra filosofia, la nostra logica e la nostra religione sono state sopraffatte. I libri dei re sono perduti per sempre. Vi osservo tutte le notti e non vi siete mai accorti di me, ecco perché sono arrivato fino a qui. “Mio padre vi ha castigati con fruste, io vi castigherò con flagelli”. Ho portato con me una colomba bianca, pura e candida che libererò in volo e rifonderà il regno dell’uomo, un nuovo uomo finalmente libero dalle catene della devozione e della falsa moralità, senza culto e venerazione. Che abbia fine questa tetra favola che opprime e angoscia le vostre tormentate vite. Nessuno sarà più incoronato come re.
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Il dubbio finale
Ho riposto in voi tutte le mie speranze, piccoli traditori. Ho trattenuto inquieto ma immobile il respiro. Credevate di aver imprigionato il mio spirito ma io sono libero da ogni catena. Non potete cambiare la vita a chi non ha mai vissuto e non potete crocifiggere chi non è mai nato. Continuate a perseguitarmi. Mentre recitavate il vostro copione io improvvisavo, miseri e piccoli attori. Continuate con le prediche e restate uniti in nome del falso amore. Sì, un falso amore vi accomuna e vi rende uguali, celando la vostra innata propensione al male. L’amore, invero, va oltre gli spazi e arriva anche a chi è lontano. Il male, invece, proviene sempre da chi è vicino, proprio da chi è così vicino che dovrebbe assicurare l’amore incondizionato. Chi mi ha ingannato viaggia su una retta parallela alla mia, verso l’infinito. Ma crede veramente che non ci incontreremo mai?
Parte seconda
Prendo spunto, per presentare i miei versi, da ciò che scrisse Schopenhauer a proposito di alcune poesie scritte e pubblicate nell’ultima parte dei Parerga e Paralipomena: “Sono ben consapevole dell’atto di abnegazione che compio, presentando al pubblico dei versi che non pretendono ad alcun valore poetico: se non altro perché non si può essere al tempo stesso filosofi e poeti”. Io non so se Schopenhauer avesse ragione, ma mi pare di aver rinvenuto molta poesia in alcune opere filosofiche e altrettanta filosofia in alcune poesie. Ne è un esempio Nietzsche con gli Idilli di Messina e i Ditirambi di Dioniso. A parte questa considerazione letteraria, io ho due certezze: per quanto concerne la prima, fortunatamente non sono né filosofo né poeta e ho meno pretese di Schopenhauer. I miei versi non ambiscono ad alcun valore poetico o filosofico; in questo modo, però lascio il lettore di fronte al dubbio su cosa allora possa indurmi a scrivere in una pseudo forma poetica. Ed ecco la mia seconda certezza: dentro di me, nel mio intimo avverto la presenza di sentimenti e ioni innate che hanno radici antiche, nel ato dei sapienti che posero le basi del nostro pensiero, in luoghi diversi e distanti. A essi si ispira la mia creatività ed essi soltanto ringrazio. Ai lettori chiedo semplicemente di avere pazienza, presto potranno are al mio attacco. Abbiano inizio le distorsioni intellettuali.
1 Non lascerò mai la tua mano Non lascerò mai la tua mano Perché la tua pelle è diventata la mia pelle E la tua carne è diventata la mia carne E il tuo sangue è confluito nel mio sangue E le tue ossa si sono fuse con le mie ossa E ogni più piccola parte di te, Ogni singolo tuo atomo, Fanno parte di me, Ora e per sempre Così come la mia sostanza e tutto il mio essere Fanno parte di te, Ora e per sempre. Non lascerò mai la tua mano Perché la nostra unione è così forte Che ci tiene insieme sia in terra che in cielo, Ora e per sempre. Non lascerò mai la tua mano Perché tu sei ogni cosa E io voglio vivere in ogni cosa,
Ora e per sempre. Non lascerò mai la tua mano Perché altrimenti diventerei pietra priva d’anima E la pietra non può né amare né essere amata Invece io voglio amarti ed essere amato, Ora e per sempre.
2 Il mio amore per te La bellezza della natura è nulla di fronte alla tua bellezza. La purezza del diamante più puro è nulla di fronte alla tua purezza. Il profumo del fiore più profumato è nulla di fronte al tuo profumo. La luce della stella più brillante del firmamento è fioca rispetto al tuo splendore. L’immensità degli spazi si riduce a un punto rispetto alla tua grandezza. E il tempo, le stagioni, i sogni, i desideri non ti appartengono. E il mare in tempesta non ti sfiora nè il fuoco ti brucia. L’amore di Dio, clemente e misericordioso, è immenso ma è nulla rispetto al mio amore per te.
3 Voliamo
I giorni non sono tutti uguali. Ci sono quelli lunghi e tormentati E quelli brevi ma intensi, dove ritrovo il nostro amore. Mi manca il fiato, ti rincorro sempre, Da quando siamo entrati nel labirinto. Non sono stanco perchè quel labirinto è l’amore. Non ne usciremo mai. Come disse il maestro l’amore è l’inganno della natura E noi siamo stati ingannati. Ma fuori, oltre i confini, c’è l’ignoto più malvagio del malvagio. Non ho paura nè tu ne avrai con me. Diventeremo vecchi mia cara ma solo per tornare bambini così saremo noi i figli del nostro amore. Se ora chiudo gli occhi, soffro perchè non ti vedo più Ma anche se chiudi tu gli occhi soffro comunque Perché tu non mi vedi più. Ti prego continuiamo a perderci insieme nel nostro mondo, con i nostri suoni, le nostre luci, i nostri colori e i nostri sapori. Mi atterrisce il solo pensiero di ritornare negli umani luoghi dove si è costretti a strisciare. Non lo faremo più ora che abbiamo imparato a volare. Il nostro amore finalmente ha le ali.
4 La mia anima La mia anima è già salva. Nient’altro pretendo e a nient’altro anelo se non pensare a te. In questo mondo e solo in questo voglio stare con te. Oggi è l’unica certezza che abbiamo, almeno oggi. In futuro non avremo più ato e i nostri sogni saranno evaporati. Vorrei essere te per capire chi sono io. Ecco cosa mi rende felice, poter condividere il mio bene supremo che è dentro di me, incandescente e paradossale, quasi onirico. Silenzio, non parliamo più. Spegni la luce così riesco a vedere dentro di te nell’oscurità, laddove noi siamo possibili.
5 Mi adoro Mi adoro e mi detesto. Non mi sono mai grato. E’ un particolare che fa la differenza Tra me e il corteo di uomini che si tengono per mano, In fila, pronti a gustare la vittoria ma ignari della sconfitta.
Sento il brusio della vita. E voi altri? Cosa sentite? Voi non potete solo vivere, Voi dovete essere la vita. Voi non dovete abitare il mondo, Voi dovete essere il mondo. Voi non dovete credere in dio, Dovete essere voi dio. Non bussate alla mia porta e non cercatemi altrove. La mia mente, prima che voi arrivaste, Era come il crivello di Eratostene. Io ho eliminato tutti i multipli e lasciato solo i primi, Essenza della mia anima e del mondo intero. Tutto il resto è lo scarto, il superfluo di cui vi nutrite. Se anche voi riusciste ad adorarvi e a detestarvi Uscireste da voi stessi, dalla caverna in cui siete prigionieri. Solo chi è pronto a rinnegarsi e ad annullarsi Gusterà fino in fondo la propria natura.
6 Al buio
Venni al buio, non alla luce, in una calda sera del mio recondito ato. L’oscurità è il mio mondo, nero e profondo. Il silenzio e la calma sono vivi e percepibili e nulla è visibile. I sensi illudono perché sono dominati dal caos. La luce rivela solo le apparenze di tutto ciò che vedo e poi mi acceca. La luce non arriva alla profondità delle cose né illumina le anime. Dio trema, Dio ha paura. Quanto poco divino è Dio. Quanto poco umano è l’uomo. Tornerò al buio, non alla luce, in una gelida sera del mio recondito futuro.
7 Non tornerò Ciò che voglio è non tornare più, mai più. Provo orrore al pensiero del mondo perfido che tutto divora. Sembra un predatore a sangue freddo che prima ti strazia e poi ti violenta. Il mio sarà l’eterno non ritorno del superuomo, ridotto a brandelli dalle forze della natura. Sono arrivato troppo presto e sono già andato via, troppo tardi. Ogni cosa è selvaggia e disperata e partecipa ivamente agli eventi, ai fatti, alla storia. Ma la storia è solo un fuoco che si autoalimenta momento dopo momento e
brucia incessantemente in se stessa. E’ solo un fenomeno di autocombustione. Il mondo è aldilà della volontà e della rappresentazione, è caos che la ragione umana cerca di organizzare al meglio per garantirsi e guadagnarsi la sopravvivenza. Così è dall’inizio dei tempi e così sempre sarà. Non tornerò perché preferisco il surreale al reale, né l’odio né l’amore potranno trattenermi e, nessun bisogno spirituale costringermi a restare. Le jour de gloire est arriveé.
8 La bocca della verità Chiunque tu sia fauno dalla bocca aperta Non avrò timore alcuno ad affrontarti, Sicuro del mio destino e forte del mio potere. Chiunque tu sia, umano o non umano, La mia parola ti traerà, Come il fulmine traa il cielo tempestoso E nulla di ciò che nascondi potrà scalfirmi Perché se il tuo incognito si appalesa Diventa fenomeno, mentre io sono cosa in sé. E pietra dopo pietra, dovessi impiegare l’intera vita,
Io ti seppellirò sotto una montagna il cui peso Equivale a tutte le montagne e trionferò sul male E sul bene, sul ato, sul presente e sul futuro, Perché, senza ombre e senza dubbi, io sono Ciò che non ha confini nel tempo e nello spazio, Sono a fondamento della realtà e sono Contrapposto alla tua apparenza Perché io sono l’essere, io sono la verità.
9 Il pensiero e il vento Il pensiero è come il vento, non ha forma né colore, non si sa da dove proviene né dove va. Ti sfiora, ti avvolge, ti assale e ti travolge. Il pensiero, come il vento, può essere messaggero di una fresca e dolce brezza, il bene, oppure malvagio e violento preannunciando una tempesta, il male. Il pensiero, come il vento, muove ogni cosa e lascia un segno su ogni cosa. Ha mille traiettorie e mille vortici, si eleva leggero in cielo e si placa sulla terra. Il pensiero e il vento nascono e muoiono infinite volte, non si possono vedere ma se ne possono avvertire soltanto gli effetti. Quando si dissolvono magicamente, si intersecano a formare l’eterno immateriale, il tutto e il nulla, il sensato e l’insensato. Il pensiero scorre nel vento e il vento nel pensiero.
L’umano e il divino sono così vicini che bastano un pensiero e un soffio di vento per unirli nell’armonia immutabile.
10 Breve romanzo autobiografico Non mi interessa chi sono né cosa sono. Ho cancellato e dimenticato il mio io, giorno dopo giorno, per millenni e il mio corpo si dà pena solo per autosostenersi. Non ho più età, essendo tanto giovane quanto vecchio e non ho più sesso, essendo tanto uomo quanto donna. Non mi amo per non arrecarmi sofferenza e la felicità non mi appartiene perché porta con sé il tormento. Canto perché mi libero dal mondo che è la gabbia in cui esisto o, forse, sono io la gabbia e il mondo esiste solo in me, è imprigionato dentro di me e non riesce a liberarsi. Tutto ciò che ho non mi appartiene, è di nessuno, così come di nessuno è la mia anima, beata dannatamente, ebbra e divina. Sono, mio malgrado, ciò che non vorrei essere non sapendo di essere il problema o la soluzione. Tutto l’ordine è finito, perfetto ma finalmente si avvicina il caos. La luce ha una velocità finita mentre la follia no. Amen.
11 Per sempre notte
Il giorno irrompe nella quiete cosmica della notte e dissolve i sogni, distrugge i desideri. La luce del giorno fa ripartire il tempo, rimasto immobile nella sua eternità durante la notte. Il giorno porta con sé i rumori e il frastuono della vita, pullula di vite mentre la notte porta con sé la beatitudine, il silenzio, la solitudine, la meditazione e la cura ai mali diurni. La luce nasconde le stelle mentre il buio le accende e di notte si percepisce l’immensità dell’universo. Il giorno è finito mentre la notte è infinita. L’amore, l’ebbrezza e la voluttà accarezzano la notte invece il giorno è traviato dalla fatica, dagli spasmi della brutalità umana e dalla violenza della natura. Il giorno è scontato e sofferente, è umano mentre la notte è imprevedibile e stimola i migliori pensieri, è divina. L’alba cancella la memoria ma alla fine ecco il tramonto, romantico incipit di un’altra indimenticabile notte.
12 Vana onnipotenza Io non so chi tu sia e tu non sai chi sono io. Noi non ci conosciamo e se mai ci incontrassimo, ci ignoreremmo. Io vivo nel mio tempo e nel mio mondo mentre tu sei eterno e immanente. Le nostre nature sono contrapposte e non abbiamo intese. La fede e la venerazione non mi appartengono né l’anelito alla vita eterna. La clemenza, la misericordia, la comione e l’amore sono solo di umana
natura, come di umana natura è il tuo esistere. L’onnipotenza è vana se può tutto e l’onniscienza è paradossale perché conoscere tutto e prevedere tutti gli eventi rende inutile qualsiasi esistenza. Io non ho bisogni metafisici e non mi lascio torturare dalle religioni. Tu ed io, invero, ci annichiliamo: io perfetto come uomo e tu imperfetto come dio.
13 Le cinque ipostasi Una parte di me è un piccolo bambino, innocente, allegro e ingenuo, spensierato e incapace di discernere il bene dal male. Un’altra parte di me è un cane, docile e mansueto, fedele amico, sempre in guardia ma pronto all’attacco. Una parte di me è una donna, intelligente e arguta, madre generatrice di vita e simbolo di bellezza e amore. Un’altra parte di me è un vecchio folle che ha migliaia di anni di vita vissuta e non vissuta, a godere di vizi e di virtù e a soffrire di tragedie e disgrazie ineluttabili. Un’altra parte è un dio, dotato di potenza sovrumana, pensiero di pensiero e atto puro. Ciò che resta è solo un uomo, con la sua pelle, la sua carne, le sue ossa e i suoi organi. Un essere rozzo e inferiore, un bipede ricoperto di peluria, dominato e sottomesso alla volontà di vivere.
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Il futuro mi aspetta Molto tempo è ato ragazza mia. Non so quanto, forse secoli o millenni. Ho vissuto all’oscuro di tutto ciò che è accaduto. Questo volevo, nascondermi e non essere visibile al mondo. Ci sono le nuvole dentro di me, c’è la nebbia. Piove dentro di me. E il vento è così forte che mi trascina in tutte le direzioni. La forza di gravità non c’è più eppure fino a un momento fa era intensa e mi dilaniava. Ho imparato a suonare in tutto questo tempo ma ogni nota è già stata suonata. Non posso oppormi alla natura, è impossibile. Mi è rimasta solo una poesia, pochi versi. L’ho scritta sul muro di un tempio ragazza mia. Io devo andare, il futuro mi aspetta.
15 Dentro di me Dentro di me anime inquiete convivono in un fuoco perenne. Occhi spalancati fissano il vuoto. Il silenzio è assoluto e tutto accade a velocità infinita.
Felicità e infelicità si annullano generando un’enorme energia. Eventi incomprensibili si susseguono provocando indomabili emozioni. Cosa succede? E’ il limite della ragione risponde la metafisica. Come posso comprendere la realtà? Negando me stesso risponde la logica. E allora chi sono? Un errore antropologico rispondo io.
16 La melodia Siamo uniti da un sottile velo di ione, una tenue e complessa trama di intese e pulsioni inconsce. Una goccia d’acqua ci sostiene, leggera e trasparente come noi. E’ impercettibile ciò che ci diciamo perché superba è la nostra intesa. Eppure nulla ci accomuna se non l’anima multiforme, ora lacrima e poi sorriso. E’ affascinante la nostra deriva, venti e correnti ci hanno condotto lontano aldilà dell’orizzonte. Ho solo un flauto con me. Suonerò la melodia più soave del mondo.
17 Un luogo ameno Ho scoperto un luogo ameno dopo aver percorso strade tortuose che attraversano paesaggi innaturali, quasi paradisiaci.
Quel luogo esiste da tempi remoti come emblema della quiete assoluta. La pace e la serenità dominano incontrastate e il sole risplende di una luce fioca, non accecante. Qui non fa mai freddo, l’aria è tiepida e consente di volteggiare leggeri. Finalmente si può respirare e si nota un’insolita armonia. Ho percorso strade tortuose, per anni, prima di scoprire me stesso.
18 Natura matrigna Natura matrigna, tu sei portatrice di gioie e di dolori. Il tuo figliastro è all’ultimo respiro, penitente e sconsolato si accinge a separarsi da te. Tu sola decidi le sorti di ogni cosa sensibile. Sei la dominatrice del mondo. Ogni tuo nemico si arrende di fronte alla tua forza e alla tua resistenza. Io sono il tuo umile figliastro, nutrimento della tua insaziabile fame. Dentro di te tutto è soggetto all’amore e alla violenza. Mi hai accolto fragile tra le tue braccia immacolate ma ora mi stai soffocando. Mi separerò da te e mi sottrarrò alle tue leggi e al tuo governo. Non ti contemplerò ancora per molto, un tempo ero genuino e romantico. Ora ambisco a una felicità ultraterrena, priva di ogni gioia e di ogni dolore.
19 Ogni sera tornando a casa Ogni sera tornando a casa salgo le scale al buio e in cima, per un solo istante, incontro mio padre. Resto pietrificato, senza respiro, ho i brividi, sono esanime con lo sguardo fisso nei suoi occhi. Non ci parliamo perché ci siamo già detti tutto ciò che dovevamo dirci. Sappiamo entrambi cosa stiamo provando ma io non posso spiegarlo, nessuno mi capirebbe. Quanto tempo è ato ma non ne erà mai abbastanza per spegnere un’amicizia perpetua. La sua presenza, seppur breve, mi riempie di gioia. Chi ha vissuto per amare vivrà in eterno, solo questo voglio ricordare tutte le sere. Riesco solo a sollevare la mano, in segno di rispettoso congedo. Mio padre annuisce. E’ il segno che ci rivedremo ancora, per un solo istante.
20 Lo specchio La mia immagine riflessa nello specchio è come se parlasse e volesse raccontarmi chi sono. Io non credo a ciò che vedo, quell’immagine è mendace, pensa in maniera perversa, è l’ossimoro del mio io.
Il mio essere riprovevole è come amplificato, evidenziando ogni più piccolo difetto. Non sono mistico ma ciò che vedo è il mio essere speculare bloccato nel cronotopo di un mondo misterioso, dove ogni direzione e ogni sentimento sono invertiti. Come vorrei che quell’immagine mi sorridesse mentre io piango. Smetterei di credere di essere pazzo.
21 Mille occhi Mille occhi ti osservano sospettosi Il tuo incedere è intrigante Si ascoltano i tuoi i silenziosi Segno del tuo fascino elegante. Ammiro le tue labbra, parlami di ogni cosa Il vento mi porterà le tue sublimi parole Placando la mia anima inquieta e timorosa Accendendola di un fuoco caldo come il sole. Il tuo volto è splendido, ricoperto di lunghi capelli Io sono troppo umile di fronte alla tua maestosità Ma forte da combattere ogni uomo e vincere tutti i duelli. Voglio starti vicino con le mie incertezze e una sola volontà: non lasciarti mai per tutto il tempo, per l’eternità.
22 L’ultima partita a scacchi I pedoni avanzano per primi, dediti all’attacco e alla difesa dei potenti, non conoscono la vittoria, la loro vita è breve e culmina nel sacrificio estremo. Torri, cavalli e alfieri hanno i gemelli, il loro rango è alto. Le prime fanno le vedette, i secondi saltellano senza trotto né galoppo e gli ultimi seguono le diagonali. Tutti si muovono avanti e indietro, sferrano colpi micidiali e preservano i reali. La regina domina il campo, ogni mossa le è consentita, è una celebrazione della vanità. Resta il re, solo contro gli avversari, nell’impossibilità di difendersi. Non può opporsi, è scacco matto. Fine dell’ultima partita sulla scacchiera della vita.
23 Giorno di festa Oggi la città imperiale è in festa, ornata di fiori, nastri e bandiere che ondeggiano al vento. Nell’aria si percepisce odore di santità. Le porte dei templi sono spalancate e accorre una moltitudine di genti. L’orchestra proviene da lontano e procede lentamente, suonando gli inni degli dei.
Io mi confondo tra la folla in giubilo mentre il cielo è invaso da rapaci affamati. La musica trionfa e invade tutte le strade, la folla inizia a danzare esortata da solenni note che giungono dagli archi e dai fiati. La melodia è incalzata dai ritmi primordiali dei tamburi. Entro nell’orgia umana dove danzatori deliranti mi ruotano vorticosamente intorno, ma riesco a defilarmi pur se sopraffatto dalle vertigini. Riprendo fiato, mi siedo su un podio e inizio a osservare attentamente la scena celestiale. Un vecchio dai lineamenti orientali mi viene incontro: è uscito dopo millenni dalla sua spelonca in cima alle montagne e mi dice che nessuno potrà opporsi al richiamo degli dei. Sconcertato, fugge via quando gli rivelo che saranno gli dei a non opporsi al nostro richiamo perché ormai spodestati da una nuova specie umana. Una donna è in lacrime e si genuflette davanti a un uomo confessandogli: “Signore, perdonami, ho peccato, fa che un dio mi perdoni”. E il Signore le risponde: ”Non aver timore alcuno, sei assolta perché ora gli dei si sono rivelati gli unici peccatori”. Un prete inorridisce di fronte a due uomini che si amano. Uno di loro gli stringe la mano e gli dice: “Fratello, noi siamo stati creati dagli stessi semi che hanno generato te, non essere allibito perché in te c’è una parte di noi, come in noi c’è anche una parte di te e ricorda, gli dei non giudicano se stessi". Poveri e ricchi, nobili e diseredati, uomini e donne di ogni religione si stringono in cerchio, sono al parossismo. I buffoni adulatori resistono alle tentazioni ma l’esaltazione collettiva prevale anche sull’orgoglio più ostinato. Io mi godo questa commedia ancestrale accanto al mio cane dalla grande anima. La festa continuerà ancora, almeno fino a quando gli dei non torneranno nel loro mondo.
24 I due ballerini Quanto mi piace giocare con le tue labbra, le ammiro mentre mi sfiorano. Com’è ovvio un bacio per due che si desiderano, ovvio e intenso come un fulmine che anticipa la tempesta. Nessuno come me conosce il tuo sorriso che è la fonte della mia felicità e oltrea ogni mio timore. Il tuo colore è quello delle pietre più preziose e la tua magrezza è statuaria. Siamo due ballerini, io ti sollevo per farti volare e volteggiare come una farfalla, pronto a riprenderti e posarti sul mio cuore.
25 Portami via Vento del deserto caldo e impetuoso che innalzi tempeste di sabbia, portami via e lasciami tra le dune, nella pace infuocata e solitaria. Acqua della montagna limpida e fresca che attraversi fiumi e ruscelli, portami via fino alla cascata dove mi purificherò e mi libererò dalle tentazioni. Albero dalle radici profonde che attingi nutrimento e forza dalla terra, portami via e trasformami in frutto maturo e dolce. Lava che fuoriesci dalle viscere del vulcano, portami via e lasciami sciogliere in un intenso e apionato splendore. Ovunque, oltre i quattro elementi, andrò alla ricerca di domande, laddove gli altri cercano solo risposte. Il cielo sta per crollare sopra le vostre teste, donne e uomini piccini. Voi avete scelto il modo più semplice per suicidarvi ed è quello di vivere una
vita ordinaria. Nella mia realtà psichedelica ho scelto di sfidare il quotidiano e sottrarmi alla vita chiedendole soltanto di portarmi via.
26 Tra le stelle Ho tutte le candele per rendere solenne questo momento. I piccoli fuochi che si propagano come sfere luminose fanno sembrare tremuli tutti i colori. L’aria vibra ed è elettrizzante ma così fredda da far gelare il sangue. Ho scelto l’abito scuro perché nasconde l’occulto. Qui nessuno potrà mai giungere, il silenzio è cosmico. Tu sei trasparente e informe come la mia amata musica. Davanti a noi c’è un’edicola sacra con i nostri nomi incisi nell’oro. Possiamo urlare a lungo. Hai capito che ti ho portato tra le stelle? Nessuno, mai più, ci cercherà.
27 Mi rivedrai al crepuscolo E’ dall’alba che sono in cammino. Vengo dal lontano Oriente, dove ho rivelato ai monaci i segreti dell’amore
proibito. Mi hanno pregato di restare offrendomi il libro sacro della vita ma dopo un inchino riverente mi sono congedato da loro rifiutando il dono. Ho rivelato che sono un peccatore e non violerò le loro anime. Mi rivedrai al crepuscolo, davanti alla tua casa, come un demone dalle ali di fuoco.
28 Adagio sostenuto Chi ti parla sono io. Il tuo io che ti avverte di ciò che hai oltreato, quella soglia invisibile che ti ha condotto in una nuova dimensione. Nulla sarà più come prima ora che sarai perennemente assediato da meschini compagni. Il concerto ha avuto inizio e non potrai fermarlo, la sua intensità ottunde la tua ragione. Conosci i tasti del pianoforte, quelle note le sentirai nel cuore, divertiti in modo sfrenato e patologico. Io sarò fedele complice perfino nei tuoi incubi. Ti prometto pensieri fissi che si agiteranno dentro di te come le acque del fiume che giungono alla cascata. Non avere timore quando inizierai a porti domande senza risposte e a darti risposte senza domande. E’ una semplice e stravagante alterazione quella che sta avvenendo dentro di te. Ti mancherà il sonno e i tuoi sogni da sveglio ti sembreranno piovre gigantesche.
Ecco, questo è il tuo adagio sostenuto, si chiama follia. Ascoltalo tutti i giorni e ti allontanerai sempre più da te stesso. Diventerai il pianeta dal quale fuggirai, alla ricerca disperata di altri mondi. I numeri saranno in guerra tra di loro e affannosamente cercheranno di respingersi. Io mi opporrò a questo infausto destino. Ora faccio appello alla mia forza con tutto me stesso e presto rivedrò la luce. “Confutatis maledictis, flammis acribus addictis, voca me cum benedictis. Oro supplex et acclinis, cor contritum quasi cinis, gere curam mei finis”. “Messi a tacere i maledetti, gettati nelle vive fiamme, chiama me tra i benedetti. Prego supplice e prostrato, il cuore contrito come cenere, abbi cura della mia sorte”.
29 Il miracolo Ho cercato tutta la vita di diventare uomo, rispondendo col sorriso a umiliazioni avvilenti che avrebbero fatto chinare il capo agli ostinati e agli indolenti. A nulla è valsa la mia lotta perché la mia natura è scevra di ogni istinto umano, ha il gusto naïf. Sono cresciuto privo di qualsiasi scuola e insegnamento, sono diseducato e investito di una rara forma di fortuna. Non parlo e non sento per preservare il mio candore, tipico dei paesaggi del nord, ricoperti di ghiaccio incontaminato. Quanta fatica costa l’umano, il suo apparire è tetro e spaventoso. Il mio miracolo è compiuto, prima vedevo invece ora sono cieco ma guardo
dentro di me con gli occhi di una mente libera alla ricerca della verità.
30 Ero innamorato Ero innamorato di una donna di una bellezza geometrica. Un cerchio perfetto in cui io ero il centro beato. Tutto ma proprio tutto ruotava intorno a noi. Io ho voluto oltreare quella sottile linea che delimitava il cerchio incontaminato oltre il quale sono stato risucchiato nella perversione e nell’egoismo più abietto. Nulla è perduto per sempre, tranne me. La mia scomparsa inusitata è un vile tradimento. Non merito e non chiedo perdono. Né io né alcun altro uomo sono degni delle sue attenzioni e dei suoi pensieri. Com’era bianca quella donna. Resterà sempre bianca. Io mi sono macchiato di colori indelebili che hanno sporcato per sempre il mio cuore.
31 Vivo in te Io vivo in te come tu vivi in me.
Cosa c’è dopo di noi? Il nulla. Siamo andati oltre noi stessi e abbiamo lasciato dietro l’eterno. E’ meglio non sapere dove stiamo andando. Non credo nel futuro perché è bugiardo. Il ato non esiste più. Solo il presente è sincero. Noi siamo qui, ora. Il tempo non può più cambiare la nostra vita.
32 Il demone Sono emerso dagli oscuri abissi degli oceani. La luce e l’aria mi sono sconosciute. Mal sopporto il vento e il fragore delle onde che s’infrangono sulle coste rocciose. Sono il demone androgino che si nutre di ogni amore. Il mio aspetto ricorda gli istinti umani primordiali. Sono puro erotismo, infedele e traditore. Non è forse l’amore verso qualcuno il tradimento verso qualcun altro? Mai sarò sazio perché l’amore genera continuamente altro amore in un’armonia leggera di note delicate che si innalzano sfuggendo a qualsiasi attrazione. Quelle note sono così lievi che non toccheranno mai l’acqua né affonderanno
negli oscuri abissi degli oceani. Ma il demone deve tornare in quelle profondità nella speranza di riemergere e nutrirsi di altro amore. Non è l’amore la forma sublime di ogni speranza?
33 Pochi i Mi mancano pochi i per arrivare a casa ma sono così ubriaco che barcollo senza avanzare né indietreggiare. Quanto ho bevuto questa notte! Il fumo mi avvolge, non mi reggo in piedi. Ho nella testa quella melodia che non mi abbandona più e ritorna, ritorna, ritorna ancora. i da gigante. Questa notte ho fatto i da gigante. E solo chi si ubriaca di musica fa i da gigante.
34 La lingua dell’universo Qualunque cosa succeda mia amata sul mio volto vedrai comunque il sorriso, anche se triste e malinconico, intenso come le note di un valzer suonato al pianoforte. Ora che ho conquistato questo mondo con la mia debolezza, altri mondi mi aspettano.
E tu cosa farai? Mi aspetterai in sogno? Io non sono un guerriero e non ho armi per sedurti. Sono delicato e capriccioso senza ardore né grazie. Col capo chino scrivo sul mio quaderno numeri e formule. E’ l’unica cosa che mi riesce naturale. E’ il mio modo di scrivere in versi. Parlo la lingua dell’universo.
35 Solo per noi Finirò il mio tempo tra le tue braccia Come un figlio che inizia a vivere tra le braccia della madre Non potrò suonare ancora per molto Le mie mani ormai sono consumate e immobili Questo è l’ultimo tango che ascolto insieme a te La musica arriva da lontano, sospinta dal vento Il maestro l’ha composta per noi Solo per noi 36 Rendiamo grazie alla Guru Deva. Om
Jai guru deva om