Il Canto Del Desiderio 6u5m2m

Giusy Frisina

Il canto del desiderio

Giusy Frisina

Il canto del desiderio

Song of longing

Collana Calliope

In copertina: “Canto di Natale sotto luna d’Oriente” acquerello dell’autrice

On the cover: “Christmas song under Eastern moon” watercolour by the author

ISBN 978-88-97060-39-0

Prima edizione ebook: febbraio 2015

Proprietà letteraria riservata

EDARC EDIZIONI

Bagno a Ripoli (FIRENZE)

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Indice

Il canto del desiderio La copertina L’ispirazione Ringraziamenti

Il canto del desiderio

Song of longing

To Leonard Cohen, older brother met on the way from the nook of longing

La copertina

La copertina Il titolo e il disegno scelti per la copertina di questo libro sono dovuti a una piccola storia di coincidenze. Quando uscì la prima traduzione italiana del “Libro del desiderio” di Leonard Cohen, io non ne sapevo nulla. Ho poi scoperto il libro solo alcuni anni dopo, colpita, prima di tutto, oltre che dal titolo e dall’autore, da quella strana immagine di uccello dolce e silente, disegnata dallo stesso Leonard (tutto il libro è pieno dei suoi notevoli disegni, ma quell’uccello è semplicemente magico). Infine un giorno, per caso, frugando tra vecchi scritti, ho trovato il mio curioso schizzo di un misterioso uccello canterino su un ramo a cui era appesa una chitarra, con una data (Dicembre 2007), ed un titolo: “Canto di Natale sotto luna d’Oriente”… Quel disegno non poteva che essere l’inevitabile copertina di questo libro… che è poi diventato “Il canto del desiderio”. Ancora una parola su questo titolo che, mentre annuncia il canto di un uccello, può essere letto nel doppio senso: è il canto dedicato al desiderio o è lo stesso desiderio che canta? Ed inoltre può giocare anche sul doppio significato della parola italiana ‘canto’, che significa anche ‘angolo’ (ma nella traduzione ho dovuto fare una scelta). Infatti, questo libro è comunque proprio un angolo, un piccolo punto di osservazione da cui io guardo il mondo, mentre sono sulla strada con un poeta.

The cover The title and the drawing I have chosen for the book cover relate to a short personal story based on coincidences.

I have to say I did not get to know about the coming of the Leonard Cohen’s book “Book of Longing”, in its Italian version, until I bought it some years later. Rather than by its title and its author, I was primarily stuck, in it, by the odd enough representation of a bird, so sweet and silent in its composure, actually drawn by Leonard himself (the book contains plenty of his remarkable sketches and, indeed, the one of this bird does appear simply charming). One day, while leafing through my own writings, by chance I found a quaint sketch of mine featuring a song bird perched on a tree branch, close to a guitar hanging along down, with underneath the date: “December 2007” and the title: “Christmas song under Eastern moon”…. then, from here, the book “Song of longing” with its inevitable cover has originated. Regarding the title, it may for the song of a bird and at the same time, bear a double meaning: might it be a song to dedicate to the longing, or the longing itself singing out? Moreover, a word play lies in the Italian term ‘canto’ and corresponding to the English ‘nook’ (but, having to make a choice, it does not appear in the title). In fact I can define this ‘book’ as a ‘nook’, that is a small observation post from which I let myself look upon the world, while proceeding along a road with a poet.

L’ispirazione

L'ispirazione

Questo libro è un tentativo di ricerca poetica che nasce da un incontro spirituale. è il frutto di un percorso che sperimenta e confronta parole ed emozioni, ando anche per l’idea inconsueta di una doppia traduzione, nel corso di un anno del tutto speciale, illuminato dalle tracce stellari di uno dei più grandi poeti e musicisti del nostro tempo. Con lui è avvenuto l’incontro folgorante sulla via di Damasco, che in questo caso si chiama Verona, ovvero il luogo, nel settembre 2012, del suo unico concerto italiano. Un luogo sensibile, ma sicuramente magico, per collocare un evento altrettanto magico e straordinario, che ho condiviso con qualche migliaio di altre persone, come me perdutamente innamorate della sua poesia in musica. Se è vero dunque che abbiamo bisogno di luoghi speciali dove possano brillare le nostre esperienze più profonde, Verona è stato per me un luogo unico. Qui, dunque, nella città immortalata dall’eterno mito di Romeo e Giulietta, nell’incantato scenario dell’Arena sono stata a pochi metri di distanza da un altro luminoso mito, che ha saputo dare una svolta incisiva alla mia ricerca sulla via della Bellezza. Mentre lo ascoltavo in compagnia dei miei studenti, come me assorti, che avevo voluto portare con me per instillare loro l’entusiasmo per la poesia, ero convinta che lui sapesse che ero lì, tanto mi sentivo in profonda sintonia con lui. Mister Kory, il suo attento manager, a cui pure avevo mandato alcuni testi perché glieli trasmettesse, pur se gentile e tempestivo nel rispondermi, era stato fermo: non era possibile alcun contatto diretto né prima né dopo il concerto. Ok, mister Kory, sarà per un’altra volta…! Lei è una persona squisita, e so che è stato sincero quando mi ha scritto:

“Yes, I forwarded the poetry to Leonard. And delighted to hear that you will be able to attend the Verona concert.” Ma chi era “delighted” – ho tormentato mia figlia – Kory o Leonard? – e lei sorridendo ha risposto: “… Leonard, of course”. Al posto di questa introduzione avrei potuto scrivere un racconto sulle cosiddette “coincidenze non-coincidenze” (Jung le chiama “sincronicità”) che mi sono capitate in poco più di un anno e che hanno favorito in tutti i modi quello che in una mia poesia chiamo l’incontro-non incontro con colui che è diventato per me, in brevissimo tempo, una guida spirituale (o poetica, è lo stesso). In effetti il racconto si nasconde e si rivela nelle poesie, attraversandolo; per chi vuole cercarlo, è un racconto fatto di stati d’animo non sempre uguali, interrotti da suggestioni più intense, talvolta surreali, come quelle avvertite in un altro luogo magico che si chiama Grecia, cuore del mio Mediterraneo, a cui l’anima di Leonard Cohen appartiene nel suo sentire profondo. Immagino che Leonard non si entusiasmi nel sentirsi chiamare “maestro”, eppure mi piacerebbe riuscire a convincerlo che per me è stato davvero tale, ma se preferisce posso dire che è stato una fiamma, anzi un “roveto ardente” per usare l’espressione biblica che è anche il mio ultimo titolo di questa raccolta. Sono certa che lui capirà quello che voglio dire, se mai questo libro riuscirà ad arrivare nelle sue mani. Platone, nel “Fedro”, tra le quattro forme di follia, con il delirio, la profezia e l’amore, colloca la poesia visionaria. Qui vorrebbero esserci tutte e quattro. Ma c’è sicuramente l’amore, che è in ultimo ricerca, tramite il poeta visionario, di quello che io chiamo Dio; per Leonard Cohen, meraviglioso ebreo rimasto tale nonostante nove anni di percorso buddista, è Colui che corrisponde a una stupenda parola da lui usata: The Nameless. A una canzone in cui ne parla, che io amo molto (“Love Itself”), e che tuttavia non ha cantato al concerto, ho dedicato un mio piccolo commento in versi. Questo libro, nel suo piccolo, vuole essere infatti anche uno strano incontro ecumenico con un “fratello maggiore”, per usare una felice espressione che fu di Giovanni Paolo II. Sui confini tra due fedi così strettamente legate c’è per Leonard anche la Madonna, vestita d’azzurra acqua gelata*, in qualche modo la figura femminile ideale da sempre cercata, e qualcosa di più, io credo. Tornando a Verona, volevo solo dire ancora che tutte le poesie qui “raccontate” ruotano intorno a quel momento “sospeso” in cui Leonard è stato proprio “così

vicino / e irraggiungibile / a due i d’acrobata, quasi un volo interstellare” (penso che molte delle persone che erano lì in quella notte straordinaria lo abbiano sentito in questo modo ed abbiano avuto voglia di volare ad abbracciarlo per quello che stava facendo per tutti noi). è certo che io ho scritto, per un anno, le mie poesie, in modo più o meno direttamente ispirate da quella luce, dai suoi testi, nel sottofondo di una musica che è veramente così vicina alla bellezza perfetta da sconvolgere l’anima. Il mio primo amore intellettuale, come ho fatto intendere, è stato Platone. Forse con lui ho immaginato il mio primo ballo nel vasto atrio dello spirito, con lui ho intrapreso, dal punto di vista dell’ ascesi filosofica, l’idea della Bellezza, quella che soltanto come diceva Dostoevskij (un ballo bellissimo me l’ha concesso anche lui , con l’ “Idiota”) potrà salvare il mondo. A quindici anni però ascoltavo già ossessivamente “Giovanna d’Arco”, nella bella traduzione italiana di Fabrizio De André. E mi immedesimavo in quella fragile e forte figurina eroica che bruciava d’amore, il mio primo “roveto ardente”:

“Anche io vorrei luce ed amore / ma se arriva deve essere sempre così crudele e accecante.”…

Solo più tardi ho scoperto che nell’originale di Leonard, quell’ultima frase non era un’affermazione ma un inquieto interrogativo:

“but must it come so cruel, and oh so bright?”

Da allora è ata tanta acqua e non poca sofferenza sotto i ponti. La mia scrittura tuttavia si era come un po’ arenata nelle secche di una invisibile depressione. E dopo tanti anni Leonard Cohen, uscito ormai dalla sua depressione, aspettava che mi decidessi ad invitarlo a un ballo. Ed io lo faccio ora con questo libro.

Sicuramente è lui che mi invita tutte le volte in cui mi ritrovo immersa nella sua poesia, a cominciare dai suoi libri che ho sparsi per tutta la casa, con un posto d’onore per quella meraviglia che è stato per me “Il libro del desiderio”, sempre sul comodino. E soprattutto l’invito al ballo è ancora la sua musica, o meglio la sua poesia in musica, colonna sonora che ha accompagnato questa scrittura, che è il mio segno di gratitudine per un concerto indescrivibile, dove il ballo è stato davvero il filo conduttore. E grazie anche per l’ultima canzone, Leonard. Questo è solo l’inizio del percorso. The inspiration

This work wants to be an attempt of poetic research: born out a spiritual encounter, it is the result of a process aimed at experimenting and comparing together words and emotions, also providing, in an unusual way, a translation of verses in two languages of one of the most outstanding poets and musicians of our time. All being accomplished in a yearlong period, brightly enlightened by his star traces. With him I had the dazzling encounter on the road to Damascus, namely in this case Verona, the venue of his only Italian concert in September 2012. It is a sensible yet magic place, as extraordinary and magic as the event itself, which I could enjoy with thousands of people, really enraptured by his poetry set in music. It is true, we do need peculiar settings where our deepest experiences may shine and Verona was utterly unique to me. In this town, immortalized by the eternal myth of Juliet and her Romeo, in the sublime scenery of the Arena, I could sit very close to another myth, actually so effective to be a turning point in my pursuit of beauty. While there, as I was listening to his songs, totally attuned to them and to him, in company with my students, on purpose taken there to arouse enthusiasm towards poetry, I thought he could even have perceived my presence nearby.

Mister Kory, his caring manager, the person I had sent some texts of mine so as to be handed over to him , politely but firmly answered that no direct would have been possible before and after the concert. “Ok, Mr Kory, next time, then...! I see you are a kind person, and you were honest when you wrote: “Yes, I forwarded the poetry to Leonard. And delighted to hear that you will be able to attend the Verona concert.” But who got ‘delighted’? Kory or Leonard? – I repeatedly asked my daughter – And she said to me, smiling “...Leonard, of course!” Instead of writing this introduction I might have written a personal story about the so-called “coincidences/non-coincidences” (As Jung called “synchronic incidents”) that occurred to me in a year’s time and giving me the chance of what I call in one poem: encounter/non-encounter, precisely with the one who shortly became my spiritual guide (also poetic one, but it is the same thing). In reality, the whole story is hidden and revealed, too, in the texture of his poems. Whoever in search of it, may find a narration made of states of mind, uneven quite often, now and then intermingled with highly intense impressions, also surreal as the ones I sensed in Greece, another magic place, at the heart of my Mediterranean and which Leonard feels he belongs to, in his inner self. I guess he would not appreciate being called “Master”, but I fancy being able to convince him that he was as such. Otherwise I dare define him a flame, a “burning bush”, just to use a biblical phrase and which is also the title given to this collection. I know he will understand what I mean , could this book get to him. According to Plato, in “Fedro”, visionary poetry is one of the four forms of folly, together with delirium, prophecy, love. I want all of them to be present here, but surely ‘love’ must be, which is ultimately, through the visionary poet, the search of, as I call it, God; for Leonard Cohen, an extraordinary, faithful Jew despite his nine yearlong Buddhism experience, it is he who coincides with what he calls Nameless, wonderful word he commonly uses, perhaps created by him. I have dedicated my own commentary in verse to one of my most favourite among his songs (‘Love itself’, not sung over the concert), where he makes reference to this word.

This work, in its own small, wants to be an unusual ecumenical encounter with an ‘elder brother’, so as to use an appropriate expression from Johannes Paulus II. Along the borderline between two confessions, so closely related to each other, Leonard would also place the Virgin Mary, clad in icy blue water in a way, the female figure ever sought for or may be more than that, I think. * Back to Verona, I have to say that the poems here narrated evolve around the ‘bated’ moment in which Leonard was so close to me, even unattainable, in ‘two steps of acrobat’s distance’, suspended in an interstellar flight (I presume the many people attending the concert on that amazing night wanted to dash forward to embrace him, grateful for what he was offering us). For a whole year I have written poems, inspired by his light, by his lyrics, also indirectly, accompanied by a tune which is so perfect in its beauty to shatter the soul. My first intellectual love , as I hinted at before, was and has been Plato. Perhaps with him I could imagine my opening dance to the vast atrium of the spirit, from him I acknowledged the idea of beauty, from the point of view of the philosophical ascesis , the one that, as Dostoevskij would say, could save the world (he, too, invited me to dance with “The Idiot”) At the age of five, however, I would obsessively listen to “Jean D’Arc”, in the superb Italian version of Fabrizio De André. I would identify myself with that frail and strong heroic figure dying for love, my very first ‘burning bush’.

“Anche io vorrei luce ed amore / ma se arriva deve essere sempre così crudele e accecante.”

Only later I found out the last part of this phrase in the original lyric by Leonard Cohen, but it sounded like a troubled doubt, not an assertion:

“…but must it come so cruel, and oh so bright?”

A lot of water has ed under the bridge since then. My writings first got stuck on the arid shores of an invisible depression. After many years Leonard Cohen, once recovered from his own depression, waited for me to dance together and now it is me who wants to do it with him through this work. Surely he invites me to dance whenever I plunge myself in the reading of his poems , his books mainly, that I have all scattered around my home, except one, the extraordinary “The book of longing” I always, eagerly keep on my bedside table. His music or better his poetry set in music, is the real invitation to a dance, the soundtrack that has been the precious companion to my writing , which is actually my mark of gratitude for that astonishing concert where dancing was the underlying theme. Thank you, Leonard, and above all for the last song. I like thinking that this is only the beginning along a route to follow further on.

Solo anima

Ci vuole anima Per riuscire a percepire l’anima E una scala che scende nell’acqua E la musica di Leonard Cohen Mio occhio interiore Che oltrea La buia inconscietà Dei corpi opachi Con l’unicità risplendente Di una metafora... Allora la luce arriva Inesplicabile Come da una ferita aperta Che non può guarire Only soul It takes soul To perceive the soul And a stair descending

Into the water And the music of Leonard Cohen My inner eye That transcends The dark unawareness Of the opaque bodies With the resplendent uniqueness Of a metaphor… Then the light comes Inexplicable As an open wound Which cannot heal Alchimia Una notte con te – o la vita eterna – Solo per poter contemplare Con il tuo sguardo veggente Sotto un lume calmo di luna Tutto questo nostro tempo che se ne va Con rotoli di tristezza sulle spalle E mani vuote nell’incerto orizzonte

Per poterlo trasformare In un attimo intenso di luce Con le mie lacrime E la tua preghiera silenziosa Tua pura poesia – musica Alchemy

One night with you – Or the eternal life – Just to contemplate With your seer’s eye Under a calm moonlight All of our time going by With rolls of sadness on his shoulders And empty-handed in uncertain horizon To transform it In a moment of intense light Through my tears And your silent prayer Your pure poetry – music Poesia visionaria

Ti ho cercato Quando ti nascondevi Nei tuoi migliori travestimenti Nell’ultimo uomo di cui incrociavo lo sguardo Finché non ti sei annoiato Per mio conto Ed hai mandato L’Angelo–Demone Che da sempre aspettavo A migliaia di miglia lontano Come deve essere L’irraggiungibile che Sei E così vicino In questo tuo Alter–ego E così dentro Così Ebreo d’oro e d’argilla Con l’incredibile messaggio Nel libro del desiderio Non è possibile sia per me Io

Io volevo solo ritrovare Il sacro fuoco nelle vene Giovanna d’Arco ereditata A quindici anni Fiamma accecante Che sola crea Quando la attraversa la Notte Ed intanto sto imparando A non mettere la punteggiatura Mentre comprendo E non comprendo Tutto il senso Ma posso pregare anch’io Come il poeta visionario Che Tu mi mostri il posto Visionary poetry I looked for you When you used to hide In your best disguises In the last man I crossed the gaze Until you got bored

On behalf of me And you sent The Angel–Demon That I have always had expected Thousands of miles away As it should be Unattainable as you are And so close In your Alter–ego And so deep So Gold and clay Jew With the incredible message In the book of longing It is not possible for me I I just wanted to find The sacred fire in my veins Joan of Arc inherited At Fifteen years old Blinding flame

That alone creates When crossing the Night And in the meantime I’m learning not to put the punctuation Understanding And not understanding All the meaning But I can pray too As the visionary poet That You show me the place Preghiera all’Inatteso

Raggiungimi Con la tua spada di fuoco Proprio quando più assurda e vuota Sembra ogni parola E la tua voce si nasconde Nella gola di uno strano uccello Dal canto silenzioso Mistica tristezza Del cuore infranto –

Ma meglio sarebbe Morire d’amore Che rimanere rifugiati Nello stagno di rane A cui ci ha affidati una tregua E non basta confondere l’alba Col tramonto Incorniciare l’infinito O respirare in apnea Mentre la luna ritaglia ancora Cerchi di cristallo Dalle palpebre socchiuse – Trasforma questo dolore stanco Lascia che apra un varco Lascia che nella notte esploda la Bellezza inattesa Lascia che tornino gli angeli Dai cuori di fiamma Prayer to Unexpected

Reach me

With your fire sword Just when every word Appears more absurd and empty And your voice is hidden In the throat of a strange bird With a silent singing Mystic unhappiness Of the broken heart – But it would be better To die for love Than to be refugees In the pond of frogs Where a truce brought us It’s not enough to confuse The dawn with the sunset Framing infinity Or breathing in apnea While the moon still trying to cut Chrystal made rings From the half–closed eyelids – Change this tired sorrow

Let it open a way Let the unexpected beauty Exploding in the night Let the Angels come back With the hearts of flame Sospensione

Il tramonto d’argento e d’oro È una collana di desideri Da sgranare nel silenzio Sul tappeto verde-arancio del mare E trasmette sogni inevasi Alle notti sfumate in sabbia Che si stendono sul mistero Mentre schizza pennellate Di voli d’angelo e gabbiani E risponde con onde di luce Alla domanda di vetro e luna Con cui ho rivestito la mia barca Dimenticando lo scheletro nudo Perduto nel naufragio

Suspension

The sunset silver and gold Is a necklace of longings Shelling in the bright silence On the green-orange sea carpet It sends the unfulfilled dreams To the nights shaded in sand Laying on the mystery While it strokes splashing of Angel and gulls’ flights And it responds with waves of light To the demand of glass and moon I have covered my boat with Forgetting the bare bones Lost in the sinking Canto magico del desiderio

Arriverà presto In un luogo che ci somiglia Un canto fatto di luce soffusa

E vibrante In una notte insolita e speciale E sarà notte di Natale In Settembre Al tempo del Raccolto Alla vigilia di una festa ebraica Che prescrive il Silenzio – Ma proprio tu sarai lì In quella veglia ecumenica Senza tempo Ed io vedrò apparire Un fiore d’oro Sul ramo azzurro dove canta Il misterioso uccello trasfigurato Dove da sempre oscilla la tua chitarra – E i miei occhi brilleranno Nel cielo delle stelle danzanti Mentre una farfalla dalle ali d’argento Svolazzerà su un angolo di prato Finalmente libera E felice –

E sotto una magica luna d’Oriente Si avvererà il tuo desiderio O comunque così Voglio credere Magical song of longing

It will come soon In a place that resembles us A song made of soft And vibrant light In an unusual and special night And it will be Christmas eve In September At the time of the Crop On the eve of a Jewish feast Which prescribes the Silence And just you are there In that ecumenical vigil Timeless And I see it appear A golden flower

On the blue branch where The mysterious transfigured bird is singing And where always your guitar is swinging – And my eyes are shining In the sky of the stars dancing While a silver-winged butterfly Is floating on a corner of the lawn Free at last And happy – And under a magical Eastern moon Your longing will come true Or at least so I want to believe Viaggio in Grecia Atena Nike Faro dell’intelligenza E del coraggio guerriero Regina di bronzo puro Vegliami nella notte Con la silenziosa civetta Ed un ramo d’olivo

Occhio che guarda nel buio E che non teme di accecarsi Messaggera di pace Tu che prepari la difesa Di una città orgogliosa Tu che non potrai mai vincere Senza che Poseidone ti sconvolga Con il tridente d’oro Ed una scia di pesci Di rame e d’alabastro Journey in Greece Athena Nike Lighthouse of intelligence And fighting courage Queen of pure bronze Take care of me over the night With the silent owl And with an olive’s branch Eye looking in the dark And not fearing To blind itself

Messenger of peace You that prepare to defend A proud city You that can never win Without Poseidon’s Shocking strike With a gold trident And a swarm of copper And alabaster fish Hydra

Incantesimo sul mar Egeo Di fronte all’austero Peloponneso Qui ti cerco senza cercarti Tra spiagge e calette Insolite e familiari Di scogli e ciottoli Variegati dai colori antichi E il mare Sempre diverso e sempre uguale Racconta l’incontro mai avvenuto

E che mai potrà avvenire Di due stranieri della Terra Che in tempi diversi Si cercano senza saperlo Eternamente specchiati Nella trasparenza di un’acqua Che sempre li rimpiange E sorride Hydra

Charm on Aegean sea In front of Peloponnesus austerity I am looking and not looking for you Among unusual and known Rock and cobble beaches In the wonder of ancient colours And the sea Always different always same Tells the merge never been And that never will be Of two earth foreigners

Who in different times Look for each other Without knowing it Eternally reflected In the water transparency Forever regretting them And smiles Stupore

Frammenti Di un caleidoscopio infinito Ruotante nei sonni di bambini Gocce di universo distillate dalla luce Invisibili spirali di suono Fluttuanti nel silenzio siderale Impercettibili monadi Disperse nelle nebbie di deserti sconfinati Immersi nel crepuscolo Di un eterno fluire… Avvolti nello spazio-tempo quotidiano Non sappiamo scorgere

Che tracce di meraviglia Riflesse nel cielo stellato Negli echi di una musica interminabile Nell’attimo fuggente di un pensiero Stupito di Sé. Amazement Fragments Of an infinite kaleidoscope Rounding in the children’s sleeps Drops of universe Distilled by the light Invisible spirals of sound Floating in the sidereal silence Imperceptible monads Dispersed in the fogs Of deserts boundless Immersed in the twilight Of an eternal flow... Shrouded in the daily space-time We are able to see Only clues of wonder

Reflected in the starry sky In an endless music In the fleeting moment Of a thought amazed Of Itself Cerchio di fumo Ho visto il dolore concentrarsi in un cerchio di fumo Scorreva davanti agli occhi come un uccello spaventato ripiegato su se stesso nonostante il suo volo La libertà è a un o Ma lo avvolge la nube della sua inguaribile incertezza E il timore che la luna possa spezzarsi nelle acque della notte Là dove un rivolo di sangue ha lasciato il suo invisibile segno The smoke circle I have seen the pain focussing

in a smoke circle It flowed in front of the eyes like a frightened bird folded back on itself despite his flight The freedom is a step away But it is wrapped by the cloud of its incurable uncertainty And the fear that the moon can break in the waters of the night Where a trickle of blood has left its invisible sign Acqua pazza Poi il pianto è arrivato Insperato Come per un’assenza improvvisa Urlato sotto l’acqua della doccia Per confondere la sua marina-amarezza Scrosciato in pochi istanti Tutto il dolore del mondo E molto altro

Ora è lago silenzioso e immoto Specchio sospeso di una luna Che minaccia pienezza Per poi perdersi ancora Nella sua comunque acquatica Riflettente tristezza Crazy water Then the tears came Unexpected As if due to a sudden absence Screamed under the shower water To confuse its marine bitterness Poured down in a few moments All the pain of the world And much more Now is silent and still lake Suspended mirror of a moon Threatening fullness Then getting lost again Yet in its reflecting Watery sadness

Verona La notte è già finita Commossa senza una lacrima Nei luoghi magici della memoria E la farfalla danzante Resta nel cuore dell’Universo Ad ascoltare I tuoi battiti Con l’amore rifugiato E diviso Tra Paradiso e Inferno Mentre sperava ancora In un’ultima parola O desiderava solo Rimanere lì In eterna contemplazione Della Bellezza E di te Ora finalmente così vicino E irraggiungibile A due balzi d’acrobata Quasi un volo interstellare

Fuori tempo massimo Così fragile e così forte Non so più se tu o io Sempre d’oro e d’argilla Con la luna d’argento e sale Placida e dilatata Come una madonna innamorata Come Giulietta al verone Del suo Romeo immortale Il languido corpo galleggiante Sulle sponde di un cielo terso Immerso nella tua musica Senza più alcun pensiero di pioggia Verona The night is already over Moved without tears In the magical places of memory And the dancing butterfly Stays in the heart of Universe Listening Your beats With the refugee love

And divided Between Paradise and Hell While still hoped In a last word Or just wanted To remain there In eternal contemplation Of the Beauty And of you Now even so close But always out of reach In a two leaps of acrobat almost an interstellar flight Run out of time So frail and so strong I don’t know if you or I Always gold and clay With the silver and salt moon Placid and dilated As a lady in love As Juliet at the balcony

Of her immortal Romeo The languid floating body On the banks of a clear sky Immersed in your music Without any more thought of rain Via del sogno Riprendi cuore Il tuo viaggio irreale Con magici anelli di luce E raggi d’argento come talismani E pattina verso il tramonto Come un pesce a pelo d’acqua Tra sentinelle di spuma in processione Riprendi sogno La tua strada dorata Che mai nessuno ha saputo tracciare Attraversa il cielo delle sparse scintille Disegna quell’unica stella Che solo tu puoi inventare The way of the dream Resume heart

Your unreal course With magical rings of light And silver rays like talismans And flap into the sunset Like a fish on the water Among sentinels of foam in procession Resume dream Your golden road That no one was ever able to draw Across the sky of dispersed sparks Draw the one star That only you can create Gerusalemme Celeste Camminiamo verso Te Senza saperlo Insieme Anche quando Le nostre strade sembrano divergere E da un confine all’altro della Terra Ci confondiamo nella Babilonia globale Che copre con la nebbia le distanze

Senza annullarle Ma il regno dei fini ci assolve Quando un raggio verde colora Le nostre giornate anonime Di una macchia inconsueta O quando tutto sembra perduto E il buio tocca il profondo Il tuo segno ci giunge Come un soffio di brezza mattutina Sulle nostre ali stanche Sui nostri confini di brina Sui ciottoli bianchi dei nostri giardini interiori Sei tu infine Gerusalemme Che ci vieni incontro E ci raggiungi sempre In un sospiro di luce Heavenly Jerusalem We are walking toward You Unconsciously Together

Even when Our roads are splitting up And from a border to another of the world We blend into the global Babylon That covers with the fog the distances Without cancelling them And yet the realm of aim absolve us Whenever a green ray Colors our ordinary days With an unusual blot Or when everything seems lost And the darkness touches the depth Your sign coming to us As a whiff of an early rising On our tired wings On our border of frost On the white cobbles Of our interior gardens Jerusalem You are the one who at shortly Come to us

Always reaching us On a sigh of bright Indicazioni per trovare la strada Hai smarrito le chiavi di casa Ed hai comprato un paio di scarpe gialle Dimenticando il calendario delle cento lune Rimasto nell’ultimo cassetto Sei sulla buona strada Ma non basta Dovrai inoltrarti in silenzio Fuori dalla noia mortale Nelle millenarie solitudini dei boschi Di betulle mai abbattute Lì cercherai il filo della matassa Intrecciata in dormiveglia Senza trovarlo mai Ma se il viaggio è la meta E non ti stancherai troppo presto Forse andando ti apparirà Come ad un rabdomante assetato L’acqua immortale scaturita

Dal cuore inesauribile Delle tue notti bianche Del tuo dolore antico Signs to find your way You have lost the house keys And bought a couple of yellow shoes Forgetting the calendar of hundred moons Remained in the bottom drawer You’re on the right path However it is not enough You will need to delve into silence Outside the deadly boredom In millenary solitudes of the woods Of birch trees never fallen There you will seek The wire of the skein Braided half asleep Without finding it ever But if the journey is destination And you won’t get tired too soon Maybe will appear to you

Like a dowser thirsty The immortal water springing up The inexhaustible heart Of your sleepless nights Of your old pain Promemoria Mi basta sapere che lo sai Sì io verrò E ci sarò sempre Verrò e guarderò Guarderò per sempre E so che te ne ricorderai E te ne ricorderai per sempre E sarai felice per questo Come un mago del suo incantesimo E il bambino del suo sogno E il buio dei suoi fantasmi Perché io sì continuerò a fare Quello che nessuno ha fatto Maldestramente sulle tracce Del tuo gioco sublime

E il tuo desiderio sarà innalzato Nella sua vera luce bianca Come il tuo ramo azzurro chiede Reminder It is enough for me to know you know Yes, I‘ll come And I’ll always be there I‘ll come and look I‘ll look forever And I know that you‘ll it And you‘ll always it forever And you‘ll be happy for this Like a whiz with his spell Like a child with his dream Like the darkness with his ghosts Because I’ll continue to do What nobody has done Inexpertly on the trail Of your sublime play

And your longing will be raised In its true white light As your blue branch calls Fragilità Il mio cuore è Il mio povero cuore Un cono di carta velina Riempito di cristalli di sale O un abisso di stelle morte rimaste nella memoria della luce O l’eco di un’oscura nenia Dimenticata nell’alba Tra i dolci cespugli del sonno Nascosta nei vicoli ciechi dei gatti perduti Confusa negli sciami di vespe Dai pungiglioni sottili

O forse – talvolta – una fragile coppa Che raccoglie – come nuova l’acqua piovana di una sola notte E la conserva preziosa – perché basti

Alla sete inestinguibile di una vita Frailty My heart is My poor heart A cone made of tissue paper Filled with salt crystals Or an abyss of dead stars Remaining in the memory of the light Or the echo of a dark lullaby Forgotten at dawn In the sweet bush of sleep Hidden in the dead ends of the lost cats Confused in swarms of wasps with thin stingers

Or maybe – sometimes – a frail glass That gathers – as new The rainwater of a single night Saving her as precious – So that can satiate

The inextinguishable thirst Of a lifetime Preghiera ingenua Rimboccami con un lenzuolo trasparente di luce tenue e una coperta di lune marine ritagliate dalle notti d’estate Dopo avermi ferita a morte fino al midollo del desiderio senza che io abbia mosso una foglia nella mia vita ata a scrollare alberi – Fammi pure ancora male al cuore se proprio devi purché io possa toccare la bellezza profonda che vibra come un diapason nei miei sentieri di nebbia fino a farla accendere di fiamma perenne proprio ora che transita per mondi così lontani e così vicini a centomila leghe sotto i mari

e fusi orari interiori – Lascerai che mi assalga ancora la tormenta d’inverno senza battere ciglio, ed io senza sciarpa né cappello – Ma poi usciremo “a riveder le stelle” in una notte serena e memorabile e i fiumi che attraversiamo come lame di ghiaccio saranno di luminosa madreperla – E tu parlami ancora d’amore dolce menestrello della notte mentre l’argento dell’onda più lunga ora abbraccia l’orizzonte di sguardi con le sue piccole lamelle d’oro – Mentre mi immergo nella tua gratitudine silenziosa intensa come una preghiera sommersa nell’ombra-luce che cerca ancora la tregua Naive prayer You cover me with a low-light transparent sheet and a blanket of marine moons

trimmed on summer nights After giving me a mortal wound to the marrow of the longing Without stirring one leaf in my life spent to shake trees – Hurt me even inside the heart again if you have to as long as I can touch the deep beauty vibrating like a tuning fork in my trails of fog to ignite it with continual flame just now that it es through worlds so far away and so close to one hundred thousand sea leagues and interior time zones – You’ll let me be still led by the storm of winter without batting an eye, and I with no scarf or hat – But later we’ll come out “to see the stars again” in a calm and memorable night and rivers we cross as icy blades will be bright nacre –

And still talk to me of love sweet minstrel of the night while the longest silver wave now embracing the horizon of gazes with its small golden sheets – While I immerse myself in your silent gratitude intense like a submerged prayer in the shadows-light still looking for the truce L’ultimo desiderio

L’ultimo desiderio L’unico desiderio Era incontrare la tua anima In qualunque forma fosse Avrei voluto non forzare il tempo Ma ho sperato che tu fossi In contatto con la mia divina Scheggia d’infinito

Forse lo sei stato Con l’ultima tua canzone In quella strana notte magica O forse era la luna Che ti calamitava gelosa Mentre bevevi come un mago L’ultima pioggia vitale E la trasformavi in luce Per il mondo ignaro Che ti credeva vero O forse avrei dovuto / lo stesso Malgrado il divieto…

Ma non avevo la forza Prigioniera com’ero dell’incanto Avvinta alla catena Di un’orchestra celestiale Che mi trascinava ormai

Stregata e perduta

Sulla tua base interstellare Governata dalle voci Di due angeli bianco oro E una terza più intensa e scura Mentre tu rimanevi col tuo corpo astrale Lì in ginocchio Per l’occhio terreno che spiava Ogni angolo della tua bocca E per l’occhio divino Che si strizzava / disceso per un momento Dalle sue alte sfere Non potendo commuoversi Per una questione di tono E poi no Tu che ascolti il canto segreto degli uccelli Sai che è bene non dimorare Su ciò che è stato O che dovrà essere Tu che solo conosci davvero

Il silenzio

Sai che è il silenzio il messaggio Migliore che può arrivare Ma se non posso credere a un inganno Ora so che sto cercando ancora La bellezza convulsa e la pace Il bizzarro splendore di una strana notte La mutazione mistica che non viene Il tragico percorso di chi rincorre Invano Nei deserti nebbiosi Il suo perduto amore The last longing

The last longing The only longing Was to meet your soul Any shape it showed up I wished not to force the time But I hoped That you were in

With my divine sliver of infinity And perhaps you have been With your last song In that strange magical night Or maybe the jealous moon magnetized you While you were drinking as a wizard the last vital rain And you turned it into light For the unaware world That believed you as true Or maybe I should have /at any rate Despite the ban…

But I didn’t have the strength As a prisoner of the charm linked to the chain Of a heavenly band Dragging me

Bewitched and lost

On your interstellar stage

Ruled by the voices of Two white-gold angels And a third one more intense and dark While You remained with Your astral body Kneeling there For the earthly eye spying on Every corner of your mouth And for the divine eye winking / descended a moment From the upper echelons / cannot being moved For a question of tone

But no You that listen the secret song of the birds Know that it is not good to dwell on What has ed away or is yet to be You that only know

The silence

You know that it is the best message But if I cannot believe in a deceit

Now I know I’m searching The convulsive beauty and the peace The bizarre splendor of a weird night The mystical mutation yet not coming The tragic path of the one chasing In vain Misty in the desert His missing love Canzone dell’amore immaginario Non riesco a non pensare Alla luna Biancaneve E alle tue mani leggere Che scivolano come torrenti Sulle corde di una chitarra Più scura della notte Che la musica rischiara In gara con la dolce luna E a quegli occhi sussurranti E un po’ allarmati Ora socchiusi come fessure Da cui a la luce

Ora spalancati sul Nulla E sul Tutto

Scusa se te lo dico Ma ora sei per sempre Nell’immagine interna di ogni uomo cercato Nel sogno musicale non ancora inventato Nel tempo sospeso di un cielo Senza deserti di tristezza Dopo la pioggia battente della sera

Ora che il tempo ha già iniziato Il suo lavoro di allontanamento Da quando avevo quindici anni Da un incontro non incontro Che resta sempre l’Incontro Se riuscirò a salvare La tua rischiosa immagine artificiale Non potrò rimanere immersa Nel pozzo dell’acqua più scura Travolta dall’incredibile battito

Ma continuerò a camminare Per tutto il tempo che resta Sui tuoi bianchi sentieri di luna Sorridendo negli angoli di mezzogiorno

Scusa se te lo dico Ma ora sei per sempre Nell’immagine interna di ogni uomo cercato Nel sogno musicale non ancora inventato E nel desiderio più lieve Che porta luce nel mondo Con il suo volo settembrino

Perdonami se non ti inseguo So che non servirebbe Ma penserò a te comunque Come a un’onda improvvisa O ad un vento caldo di fine estate O ad una rara cometa Che attraversa rapida Come una meteora nel buio

Il volto fatuo di un sogno O di una notte insolita Appena raccontata A chi vuole ancora ascoltare O forse soltanto immaginata Nei giorni solitari Strana certezza che resta

Ora posso dirtelo Oramai sei per sempre Nell’immagine interna di un uomo mai incontrato Nell’ultimo tuo sogno musicale creato E nell’antica speranza bambina Raggio interiore ricevuto in dono Senza alcun merito. Song of imaginary love I can’t stop thinking of The moon Snow White And your hands like torrents slipping On the string of a guitar Darker than the night

Which the music lights Racing with the sweet moon And of those eyes whispering Sweetly a bit alarmed Now are half closed As slits where light goes by Now open wide on the Nothing And on Everything

I’m sorry to tell you Now you are forever In the inner image Of every man looked for In a musical dream not yet created In suspended time of a sky With no more deserts of sadness After the rain beating in the night

Now that the time has started His work of moving away – I was fifteen years old –

From an encounter-not encounter Which is always the Encounter If I’ll be able to save Your risky artificial image I can remain no longer immersed In the well of darker water Flooded by incredible beat But I will continue to walk – For all time remaining – Your white paths of moon Smiling in the corners of noon

I’m sorry to tell you But now you are forever In the inner image Of every man looked for In a musical dream not yet created And in the slighter longing Bringing light in the world With its September flight

Forgive me if I don’t follow you I know that it would be useless But I will think of you anyway As a sudden wave Or a hot wind of late summer Or a rare comet ing through fast Like a meteor in the darkness The fatuous face of a dream Or an unusual night just narrated To whoever wants to listen Maybe merely imagined In the solitary days Weird certainty remaining

Now I can tell you By now you are forever In the inner image Of a man never met In your last created musical dream And in the child belief Interior ray received as a gift

Undeservedly. L’Amore in sé * E più che lo specchiarsi di Narciso In acque sempre diverse e sempre uguali Uno specchio per l’Oltre Proprio qui nella piccola camera Il mio specchio interiore Solo ci vuole coraggio E Solitudine estrema Per immergersi come un granello Nella polvere danzante nei raggi di luce Che ano dalla finestra E solo dopo aver viaggiato anni A cercarti nell’altro Con gli occhi dell’Amore Fino a che non si incontrano In un istante Il Senza Nome e il Nome Ed è ogni volta gratitudine infinita Dopo il dolore Che sembra non are

* testo liberamente ispirato alla canzone “Love Itself” di Leonard Cohen

Love itself *

It’s more than the mirror of Narcissus Water ever changing and ever the same A mirror for the Over Right here in the small room My inner mirror Only it takes courage And utmost Loneliness To immerse yourself as a grain In the dust dancing in the rays of light ing through the window And only after having traveled for years Looking for you in the other With the eyes of Love Until they meet in a moment The Nameless and the Name And every time is infinite gratitude

After the pain Which seems not to

* text freely inspired to the lyric “Love Itself” of Leonard Cohen

Incubo Agghiacciante la notte Tra le tre e le quattro del mattino Ancora buio fitto Ora senza redenzione Trafigge il risveglio imprevisto Assalto a sorpresa Di urlo senza voce E tappa l’incubo con calce Che chiude il respiro. Ti chiamo e non rispondi. Non resta che ascoltare Il silenzio che prega da sé Senza chiedere altro Che un’uscita Di insicurezza

Nightmare Frightening the night Between three and four in the morning Still pitch dark Hour without redemption Pierces the unexpected awakening Assault to surprise Voiceless scream And stop the nightmare with lime Closing the breath. I call You and you do not answer. It only remains to listen The silence that prays alone Asking for nothing But an exit of Insecurity Note a margine * (A Federico Garcia Lorca)

“Questa notte riecheggiano nella pianura i racconti nebbiosi della leggenda…” Come risuona questo verso di Lorca

nella sua splendida “Ballata ingenua” E come sarebbe bello se… – mentre lo leggo e lo rileggo – Ma non si può certo dire che… Anche se a volte può sembrare – ma dipende dalla luce… E dalle ombre – ma c’è sempre una spiegazione… E dove sono i bambini che “cantano sul prato solcando con le loro risa il vento?” È un mondo morto, per sempre? L’abbiamo smarrito in uno schermo gigante? È stato venduto all’asta da più di tre secoli E conservato in un museo dimenticato? Come vorrei credere che Che qualche volta per caso Senza che il mondo nemmeno se ne accorga Si possa aprire uno squarcio nelle cortine artificiali ed assuefatte E il Medioevo ideale possa irrompere ancora per una volta sola negli occhi innocenti E balbettando tiro la coda a un airone di aggio nella mente assorta –

E gioco a nascondino con gli angeli che pure “graffiano alla porta per entrare” E inseguo distratta un volo che non vedo più… Ma chi ha mai visto Santiago attraversare di notte indisturbato con il suo pacifico corteo di cavalieri i sentieri d’argento del mio cielo abbandonato?

* I versi citati sono di Federico Garcia Lorca e di Leonard Cohen

Margin notes * (for Federico Garcia Lorca)

“Tonight the tales of foggy legend resound in plain...” As the words of Lorca resound in his splendid “Naive Ballad” And how it would be nice if... – while I read and reread it – But you cannot just say... Even if sometimes it may seem But may depend on the light...

And on the shadows – but there is always an explanation... And where are the children “singing on the lawn plowing through the wind with their laughter?” It’s a dead world, forever? Lost in a big screen? It has been sold at auction more than three centuries ago And kept in a forgotten museum? I wish I could believe That sometimes by chance Without the world not even noticing it You can open a hole in artificial and addicted curtain walls And the ideal Middle Age may still break for only once into the innocent eyes And stammering pull his tail to a heron ing in the thoughtful mind And play hide and seek with angels that even “scratching the door to enter” And distracted chasing a flight that I no longer see... But who has ever seen Santiago driving through the night undisturbed

with its peaceful cortege of knights the silver paths of my forsaken sky?

* The verses quoted are of Federico Garcia Lorca and of Leonard Cohen

Per miracolo Avere guance umide e nebbiose E capelli d’alghe azzurre Gocciolanti di mare O anche solo Immergermi per cent’anni Nel mio vaso di miele Per distillare l’anima lunare Rimasta conficcata nei ghiacciai eterni Ritrovare nelle vene dei legni memori Il varco disegnato da una ferita nascosta Dal tarlo misterioso della poesia By some miracle

Having the cheeks Moist and misty

And hair of blue algae Dripping sea But even only Immersing me For a hundred years In my honey pot To distill the lunar spirit Remained Stuck in eternal glaciers Rediscovering In the veins of the mindful woods The age designed By a hidden wound By a mysterious woodworm Of the poetry Alba chiusa La talpa della notte Di colpo ha smesso di scavare Trovando lo zoccolo duro Della terra secca E non arriverà per ora

Dall’altra parte del mondo Sete insopportabile Naso chiuso e gelo Sensazione da sepolta viva Basterebbe il tuo abbraccio come fiume Di caldo tè verde O una preghiera d’oltreoceano Che liberi la creazione Dalla tagliola del buio Mentre cura Con il canto più dolce degli uccelli Nell’inverno senza veli E senza voli Closed dawn The mole of the night Suddenly Has stopped digging Finding out the hard part Of the dry land And cannot reach For the time being

The other side of world Unbearable thirst Closed nose and frost Feeling as buried alive It would suffice Your embrace As a flood of warm green tea Or a prayer from beyond Ocean Saving the Creation From the trap of the dark While taking care With the sweetest song of the birds In the winter without veils And no flights Partenza notturna

Attendo l’acqua nel buio. Misteriosa scruto l’onda. E il cuore è una rossa barca che trema nella risacca. Le pietre dei vecchi muri nascondono tragedie di miele

che molti conservano intatte nelle tombe. Ma il percorso dei sogni è più fragile e puro e sfiora la follia ad ogni goccia di stillante luna. Ho giocato a lungo con i bimbi del prato ch’è un tappeto di schegge di cristallo e talvolta mi aggrappavo a un’altalena di trecce rimasta nel giardino dietro casa. Ma nella tarda adolescenza dell’aria ho ottenuto che il vento mi porti le stelle impigliate nei cespugli di carta mentre imparo a spiare gli uccelli più assorti. E quando un richiamo lontano ferirà il silenzio più profondo forse sarà l’ora di andare con una piuma all’occhiello e una canzone in gola. Night depart

I’m waiting for water in the dark. Mysteriously watching the wave. And the heart is a red boat which trembles in the undertow. The stones of the old walls hidden tragedies of honey that many want to keep intact in their graves. But the path of the dreams is more frail and pure and it borders on madness for every drop of dripping moon. I played for a long time with the children of the lawn that is a carpet of crystal chips and sometimes I was clinging to a swing of braids remained in the garden behind the house. But in the late adolescence of air I got that the wind takes me the stars caught in paper bushes while I learn to spy

the most pondering birds. And when a far cry will hurt the deepest silence maybe it’s time to go with a feather in the buttonhole and a song in the throat. Prendi questo valzer * Prendi questo valzer Tragico e dolce come la poesia di Lorca E conducimi Con quelle a cui non hai mai rivolto la parola E Quella col vestito d’azzurra acqua gelata Benedetta tra le donne Sacra immagine di ogni donna E quella nuda coi riccioli Che cammina assorta E tanto mi somiglia Più casta di Atena E più sensuale di Messalina Ma scampata all’Olocausto Prendimi l’anima

E trasportami Nel vorticoso arcobaleno Di falene e fuochi fatui Di lucciole e tempeste astrali Di inaspettati nomi di rose E brulicanti scie di polvere d’oro E mari oscuri e luminosi Sulla rotta del tuo D–o E mio Dio E lascia l’ultimo ballo per me Ma conducimi – e conduci te E tutti Proprio con un ballo Fino alla fine dell’amore

* testo liberamente ispirato alla canzone “Take this waltz” di Leonard Cohen

Take this waltz * Take this waltz So tragic and sweet as the poem of Lorca And lead me

With the ones you did not speak to And the One with the robe of blue frozen water Blessed among women Sacred image of every woman And the one naked with curls Walking thoughtful And just like me More chaste than Athena And more sensual than Messalina But escaped the Holocaust Take my soul And drives me In the swirling rainbow Of moths and wisps Of fireflies and astral storms Of unexpected names of roses And teeming wakes of gold dust And dark and bright seas On the way of your G–d And my God And leave the last dance for me

But lead me – and lead you And everyone Just with a dance Up to the end of love

* Text freely inspired to the lyric “Take this waltz” of Leonard Cohen

Nata ieri Ero bambina di nove anni forse un secolo fa o un giorno se il tempo inganna ma mi vedo distintamente come ora in un sogno Una sera pregavo Dio che il giorno dopo ci fosse il sole per i miei giochi in giardino Ma poi pensai che i contadini pregassero per la pioggia e mi sentii egoista

E pregai allora affinché ci fossero insieme la pioggia e il sole anche se mi sembrava difficile Ma l’idea era divertente e Dio mi esaudì lasciandomi nello stupore è la verità anche se qualcuno si ostinerà a dire il caso Ricordo ancora perfettamente quella gioia e so che tu puoi capirla Sono la stessa bambina del paese che spiava Leonard con altre bambine davanti alla sua finestra e che un giorno trovò il coraggio di dire “Leonarde, stammi bene!” senza che lui riuscisse a trovare il coraggio di rispondere Io che sono nata ieri

sono ancora qui al cospetto di Dio E dei suoi angeli Quando ne capita uno me ne accorgo e mi aspetto che mi risponda anche in modo impacciato Forse non proprio come Dio che quando vuole mi manda mazzi di pioggia e sole.

* Testo liberamente ispirato a “She salutes me again” in “Morte di un casanova” (cit.)

Born yesterday

I was a child nine years old maybe a century ago or a day If the weather deceives but I see myself clearly like now in a dream

One evening I prayed God so that the next day there could be the sun for my games in the garden But then I thought that farmers were praying for the rain and I felt selfish And then I prayed there was both rain and sunshine even if it seemed difficult but the idea was fun and God listened to me leaving me in the wonder It’s just the truth even if someone persists saying it’s the case I still well that joy and I know you can understand it I am the same child in the country who spied Leonard front of his window

with other little girls And one day she found the courage to say “You take care, Leonarde” without he could find the courage to answer I was born just yesterday I’m still here in the sight of God And his angels When I see one of them I recognize him and I expect him to answer me even in a clumsy way Maybe not quite as God that when He wants He sends my bouquets of rain and sun.

* Text freely inspired to “She salutes me again” in “Morte di un casanova” (cit.)

Messaggio interiore

Nel tuo paesaggio di neve Poseidone ha seppellito Una luna d’acqua Nella neve disciolta Il mio cielo sommerge Una luna d’aria Il tuo frutteto è ancora assetato Di spumosa marea E la mia acqua cerca la terra Per il timore di sconfinare nell’Oceano Del Senza Nome Ma il cammino dove mi precedi È un polveroso deserto di sassi Con rare oasi di zampillante luce E lampi di graffiante speranza Nella notte più scura Interior message

In your snow landscape Poseidon has buried A water moon

In the melted snow My heaven submerges An air moon Your orchard is still thirsty Of a foamy tide My water is searching for the land For fear to flow into the Ocean Of the Nameless But the way where you precede me Is a dusty desert of stones With a few rare oases Of gushing light And flashes of scratching hope In the darkest night Il roveto ardente Mosè, Mosè... L’angelo della meraviglia Ti ha mostrato il roveto ardente Ma ora sono qui io per te Non temere e vieni qui Perché sei tu il roveto abitato

Da quella fiamma che non brucia Proprio tu che ti senti niente E tra poco non sai parlare Avvicinati ma non troppo E togliti quei vecchi sandali Perché questa è una terra santa Se non l’hai ancora capito E non chiedere il mio nome Io sono colui che sono Penso che questo ti basti Ma sono venuto a dirti Di guardarti col mio sguardo E non sentirti inadeguato La fiamma ardente che hai dentro È il mio amore che non muore Su cui ti devi concentrare Per diventare ciò che sei E smetterla di commiserarti Sai bene che ce la puoi fare Cos’è quella cosa che hai in mano? Lo so che è la tua vera forza

Attento a non gettarla via O si trasformerà in un tormento Tienitela invece stretta Vedrai che ti sarà d’aiuto E smettila di tenere la mano Nascosta nel cuore di nebbia Come se avessi la lebbra Nella terra che ti prometto Scorrono fiumi di latte e miele Ma ricordati che non sei solo Devi solo tenere insieme Le tue mille contraddizioni E trasformare il tuo dolore Proprio quello che non ti perdoni The burning bush Moses, Moses... The angel of the wonder Showed you the burning bush But now I’m here for you Do not be afraid and come here Because you are the bush unhabited

By the flame that does not burn Just you that you feel nothing And you cannot speak up Come close but not too And take off those old sandals Because this is a holy land If you haven’t understood yet And do not ask my name I am who I am I think this will suffice But I came to tell you Look at you with my eyes And do not feel inadequate The burning flame inside you Is my love that does not die Which you must focus on To become what you are And stop pitying yourself You know you can do it What is that thing in your hand? I know that it is your real strength

Mind to not throw it away Or it will become a torment Hold it closely instead You see that it will help And stop to hold your hand Hidden in the heart of fog As if you had the leprosy In the land that I promise to you Rivers of milk and honey But that you are not alone You just have to hold together Your thousand contradictions And to transform your sorrow Just that one you Do not forgive to yourself Luce vulcanica

Sotto il vulcano tu cerchi Quasi cieco Immerso nel tuo mare di nebbia Trasformato in nube

Abbagliante Il piccolo fuoco che ti ha generato E sommerso nella notte Nell’esplodere di un sole Sotterraneo e immortale Come una divinità infera Che nel suo cerchio nero contiene Il riscatto eclissato Di una moneta nascosta Dissolta nella luce Di un’immagine reale Dall’espressione perfetta Che talvolta la tua mente Ha potuto toccare

Volcanic light Under the volcano you search Almost blind Immersed into your fog sea Turned into a cloud Dazzling

The little fire from which you were born And submerged in the night In an exploding sun Underground and immortal Like one goddess of hell That hold in her black ring The eclipsed ransom Of a hidden coin Dissolved in the light Of a real imagine With the perfect look That sometimes your mind Could touch Leonard C’è luce pulsante nel cuore dell’universo immersa nelle tue lacrime del ‘72 come in quelle del 2012 Quarant’anni di poesia Valanghe di musica e silenzio E dolore vivo hanno avvolto la tua anima

Mentre nessuno voleva credere che tu eri l’uomo di una sola donna – pur amandoti incondizionatamente forse proprio per questo – Ma tu intenso e sfuggente come un demone alla ricerca di sé hai solo cercato a tuo modo di essere libero Come quell’uccello sul filo Come quest’uccello sul ramo azzurro E so che sei più vero per questo

E ti prometto che ritornerai.

Leonard Pulsating light lies in the universe heart plunged into your tears of 1972 like into the ones of 2012 Forty years of poetry Avalanches of music and silence

And live sorrow have wrapped up your soul While no one would believe you were a only one lady’s man – and yet loving you unreservedly perhaps just for this – But you deep and fleeting like a demon searching for himself have only tried in your way to be free Like that bird on the wire Like this bird on the blue branch And I know you’re more true for this

And I promise you that you will return.

Come una coccinella Come una coccinella venuta dalla pioggia annuncia

più che se stessa l’indiscutibile primavera Come un Profeta annuncia l’avvento di un’età nuova dai contorni indefiniti C’è chi è solo testimone di una solitudine infinita dopo una solitudine infinita Ma c’è una differenza solenne fra il sasso e il fiore selvatico fra una montagna e un viaggio Fino alle viscere della terra Fino alle profondità del mare.

Like a ladybug Like a ladybug coming from rain announces more than itself the sure spring

Like a Prophet announces the advent of a new age with indefinite contours There is one as a witness of infinite solitude after infinite solitude But there is solemn difference between stone and wild flower between a mountain and a journey to the core of the earth to the depths of the sea.

Un omaggio alla poesia in musica di Leonard Cohen Una maggiore attenzione ai testi della poesia di Leonard Cohen che si fa musica, è il messaggio che vorrei infine trasmettere con le tre preziose lyrics che qui propongo, a conclusione della mia piccola ricerca personale. Dopo la traduzione in inglese dei miei testi secondo un percorso per lo più immediato e intuitivo, dunque la situazione si capovolge ed io comincio ora a tradurre i testi d’Autore nella mia lingua… Un compito solo apparentemente più facile e con una maggiore responsabilità, sull’esempio del grande De André: l’impegno di salvaguardare, nella traduzione, non tanto la precisione formale, quanto il senso profondo della poesia, mantenendone il più possibile intatta l’eccezionale musicalità. Per amore dei testi di Leonard Cohen (e della mia lingua) ho cercato di riuscirci al

meglio. Qui mi sono dedicata ai tre testi che più hanno parlato a me e che, in qualche strano modo, insieme ad altre suggestioni, si sono intrecciati ai miei versi (altri misteriosi richiami li lascio ai più attenti lettori di Leonard). Sono tre canzoni, tre stupende poesie messe in musica, che fanno capo a tre periodi diversi della vita dell’artista, forse tre momenti fondamentali di un cammino spirituale. “Take this waltz”, del 1988, è un omaggio a Garcia Lorca (un amore condiviso, al quale ho dedicato un mio testo nella prima parte), una splendida rielaborazione in musica dello già straordinario “Pequeno vals vienés”. Una meditazione incredibilmente bella e tragica si intreccia una fantastica danza di amore e morte, che infine diventa un dono per la vita, per tutti noi. Ed è forse è il momento della più intensa sofferenza.

“Love Itself” è del 2001, e non è stata cantata al concerto, ma è un capolavoro di leggerezza e profondità; si immerge nella polvere impalpabile dell’immagine dell’Io che si incontra col divino, nel momento in cui, ando per l’amore, si dimentica di sé. La via del buddismo è qui già percorsa dall’ebreo che rimane comunque fedele alla religione dei suoi padri. Amen è del 2012. La luce di Old Ideas, l’ultimo album, più di tutti pervaso dalla dimensione religiosa, si concentra su una preghiera toccante, quasi sussurrata, personalissima e insieme universale, cantata in ginocchio. Non si può che rimanere in ascolto, stupiti del mistero di una fede sempre antica e sempre nuova (come direbbe S.Agostino), esente da ogni moralismo. Fra trasgressione e umiltà, è il raggiungimento delle vette di una grande poesia che incontra oggi il misticismo più profondo. Grazie ancora, Leonard. A praising homage to Leonard Cohen‘s poetry set in music In conclusion, at the end of my small personal research, what I intend to transmit to any careful reader is the relevance here given to Leonard Cohen’s

lyrics, especially three of them. After providing the translation into English of my texts (taking inspiration from his own), according to a quite intuitive and immediate criterion, I found the whole situation unexpectedly subverted: getting myself to translate into my mother tongue Leonard Cohen’s verses, born to be set in music. It is a task which is not easy at all, furthermore it implies a greater responsibility, on the example of the great De André: rather than to be formally accurate, you are supposed not to betray, while translating, the real meaning of the poetic message and you are bound to maintain its unique musicality intact. With due respect to Leonard Cohen’s art (and my own language), I have endeavoured to do my best. Therefore I have first presented these three texts I feel closer to, and that, oddly enough, I found emotionally intertwined with my own verses (I leave the other mysterious references to the most attentive readers of Leonard). These three extraordinary lyrics refer to three different stages in the artist’s life, probably three relevant periods over a spiritual, intense and rough living course. “Take this waltz” (1988) is a homage to Garcia Lorca (a love we have in common , to whom I dedicated one of my poems) an excellent reworking in music of the former renown “Pequeno vals vienés”, incredibly moving and tragic, interwoven with the theme of the love – death dance and which eventually turns itself into a gift for life. This could have been the moment of his utmost suffering “Love Itself” (2001) it is a masterpiece for its lightness and depth, immersed in the intangible image of the Self , ready to reach the Divine just when , enthralled by love, inevitably loses himself. The road to Buddhism is here run through by the Jewish who will ever honour, as he says, the Forefathers’ belief. “Amen” (2012): the light of “Old Ideas”, the last album, more than others imbued with religious feeling and basing itself on a touching prayer, almost whispered, is so personal and universal to be, performed on stage physically knelt down. We have but to listen attentively, astounded by the mystery of an old and renewed Beauty (to quote St.Augustin), free from any moralizing intent. So his poetry reaches its highest peaks, full of deep mysticism, ing today through transgression, humbleness and desperate quest for love.

And once more, thank you, Leonard. Take this waltz *

Now in Vienna there’s ten pretty woman There’s a shoulder where death comes to cry There’s a lobby with nine hundred windows There’s a tree where the doves go to die There’s a piece that was torn from the morning And it hangs in the gallery of frost Ay, ay, ay, ay Take this waltz, take this waltz, take this waltz with the clamp of on its jaws.

Oh I want you, I want you, I want you on a chair with a dead magazine. In the cave at the tip of the lily, in some hallways where love’s never been. On a bed where the moon has been sweating, in a cry filled with footstep and sand Ay, ay, ay, ay Take this waltz, take this waltz

take its broken waist in your hand.

This waltz, this waltz, this waltz. With its very own breath of brandy and death. Dragging its tail in the sea.

There’s a concert hall in Vienna, where your mouth had a thousand reviews. There’s a bar where the boys have stopped talking. They’ve been sentenced to death by the blues. Ah, but who is it climbs to your picture with a garland of freshly cut tears? Ay, ay, ay, ay Take this waltz, take this waltz, take this waltz it’s been dying for years.

There’s an attic where children are playing, where I’ve got to lie down with you soon. In a dream of Hungarian lanterns, in the mist of some sweet afternoon. And I’ll see what you’ve chained to your sorrow,

all your sheep and your lilies of snow. Ay, ay, ay, ay Take this waltz, take this waltz with its “I’ll never forget you, you know!”

This waltz, this waltz, this waltz. With its very own breath of brandy and death. Dragging its tail in the sea.

And I’ll dance with you in Vienna I’ll be wearing a river’s disguise. The hyacinth wild on my shoulder, my mouth on the dew of your thighs. And I’ll bury my soul in a scrapbook, with the photographs there, and the moss. And I’ll yield to the flood of your beauty my cheap violin and my cross. And you’ll carry me down on your dancing to the pools that you lift on your wrist. Oh my love, oh my love Take this waltz, take this waltz.

It’s yours now. It’s all that there is.

* In “I’m you man”, copyright 1988, Sony Music Entertainment Prendi questo valzer

A Vienna ci sono dieci ragazze C’è una spalla dove va a piangere la morte C’è un atrio con novecento finestre C’è un bosco dove morivano i colombi. E c’è un frammento che si è staccato dal mattino, ora appeso nel museo della brina. Ahi, ahi, ahi, ahi Prendi questo valzer, prendi questo valzer, prendi questo valzer con le mascelle serrate.

Oh io ti voglio, ti voglio, ti voglio su una poltrona con una rivista morta. Nella caverna sulla punta del giglio e nei corridoi dove l’amore non è mai stato. Su di un letto dove la luna ha sudato, in un grido pieno di i e sabbia.

Ahi, ahi, ahi, ahi Prendi questo valzer, prendi questo valzer, prendi nelle tue mani la sua cintura spezzata.

Questo valzer, questo valzer, questo valzer. Con tutto il suo alito di brandy e morte. Trascinando la coda nel mare.

C’è a Vienna una sala di concerti, dove la tua bocca ha migliaia di echi. C’è un bar dove i ragazzi hanno smesso di parlare, condannati a morire per la tristezza Ah, ma chi si sta arrampicando ora sulla tua immagine, con una fresca ghirlanda di ritagli di lacrime? Ahi, ahi, ahi, ahi Prendi questo valzer, prendi questo valzer, prendi questo valzer che stava morendo per l’età.

C’è una soffitta dove i bimbi stanno giocando, Dove mi sono appena disteso con te. In un sogno di lanterne ungheresi,

In un impalpabile dolce pomeriggio. E ti vedrò incatenata al tuo dolore, con le tue pecore e i tuoi gigli di neve. Ahi, ahi, ahi, ahi Prendi questo valzer, prendi questo valzer, con tutti i suoi “sai che non ti dimenticherò mai”.

Questo valzer, questo valzer, questo valzer. Con tutto il suo alito di brandy e morte. Trascinando la coda nel mare.

Ed io danzerò con te a Vienna Indossando la maschera del fiume I selvaggi giacinti sulle spalle, la bocca nella rugiada delle tue cosce. E seppellirò la mia anima nei frammenti di un libro Laggiù tra il muschio e le fotografie. E cederò alla marea della tua bellezza il mio violino a buon mercato e la mia croce. E tu mi trascinerai nella danza fino alle vasche che innalzi sui tuoi polsi.

O amore mio, amore mio Prendi questo walzer, prendi questo valzer, Adesso è tuo. È tutto quel che c’è. Love Itself * The light came through the window Straight from the sun above And so inside my little room There plunged the rays of love.

In streams of light I clearly saw The dust you seldom see Out of which the nameless makes A name for one like me.

I’ll try to say a little more: Love went on and on Until it reached an open door Then love itself Love itself was gone.

All busy in the sunlight

The flecks did float and dance And I was tumbled up with them In formless circumstance.

I’ll try to say a little more: Love went on and on Until it reached an open door Then love itself Love itself was gone.

Then I came back from where I’d been My room, it looked the same But there was nothing left between The nameless and the name.

All busy in the sunlight The flecks did float and dance And I was tumbled up with them In formless circumstance.

I’ll try to say a little more:

Love went on and on Until it reached an open door Then love itself Love itself was gone. Love itself was gone.

* In “Ten new song”, copiright 2001, Sony Music Entertainment

L’Amore stesso Direttamente trasmessa dal sole E così nella mia piccola camera Quando si riversavano i raggi dell’Amore.

Nel flusso della luce io vedevo chiaramente La polvere che tu guardi di rado Al di sopra di ciò che il Senza Nome consente Un Nome per uno come me.

Proverò a dire un po’ di più: L’amore è andato sempre più su Fino a quando ha raggiunto una porta aperta –

Così l’Amore stesso L’Amore stesso è andato oltre.

Quando sono tornato da dove sono stato La mia camera mi sembrava la stessa Ma non c’era ormai più niente Tra il Senza Nome e il Nome.

Totalmente immersi nella luce del sole I granelli fluttuavano e danzavano Ed io mi confondevo con loro In circostanze senza forma.

Proverò a dire un po’ di più: L’amore è andato sempre più su: Fino a quando ha raggiunto una porta aperta – Così l’Amore stesso l’Amore stesso è andato oltre. Amen * Tell me again When I’ve been to the river

And I’ve taken the edge off my thirst Tell me again When we’re alone and I’m listening Listening so hard that it hurts Tell me again When I’m clean and sober Tell me again When I’ve seen through the horror Tell me again Tell me over and over Tell me that you want me then Amen Amen Amen Amen

Tell me again When the victims are singing And the laws of remorse are restored Tell me again That you know what I’m thinking

But vengeance belongs to the lord Tell me again when I’m clean and I’m sober Tell me again When I’ve seen through the horror Tell me again Tell me over and over Tell me that you love me then Amen Amen Amen Amen

Tell me again When the day has been ransomed And the night has no right to begin Try me again When the angels are panting And scratching at the door to come in Tell me again when I’m clean and I’m sober Tell me again

When I’ve seen through the horror Tell me again tell me over and over Tell me again that you need me then Amen Amen Amen Amen

Tell me again When the filth of the butcher Is washed in the blood of the lamb Tell me again when the rest of the culture Has ed through the Eye of the Camp Tell me again when I’m clean and I’m sober Tell me again When I’ve seen through the horror Tell me again

Tell me over and over Tell me that you love me then Amen Amen Amen Amen

* In “Old ideas”, copiright 2012, Sony Music Entertainment

Amen Dimmi ancora Quando sono stato al fiume E ho saziato sulla riva la mia sete Dimmi ancora Quando siamo soli e sto ascoltando Ascolto tanto intensamente che fa male Dimmi ancora Quando sono limpido e sobrio Dimmi ancora Quando ho guardato attraverso l’orrore Dimmi ancora

Dimmi di più e di più Dimmi allora che mi vuoi Amen Amen Amen Amen

Dimmi ancora Quando le vittime stanno cantando E le Leggi del rimorso sono restaurate Dimmi ancora Che sai cosa sto pensando Ma la vendetta appartiene al Signore Dimmi ancora Quando sono limpido e sobrio Dimmi di più e di più Dimmi ancora Quando ho guardato attraverso l’orrore Dimmi ancora Dimmi di più e di più Dimmi che mi ami allora

Amen Amen Amen Amen Dimmi ancora Quando sono stato al fiume E ho saziato sulla riva la mia sete Dimmi ancora Quando siamo soli e sto ascoltando Ascolto tanto intensamente che fa male Dimmi ancora Quando sono limpido e sobrio Dimmi ancora Quando ho guardato attraverso l’orrore Dimmi ancora Dimmi di più e di più Dimmi allora che mi vuoi Amen Amen Amen Amen

Dimmi ancora Quando le vittime stanno cantando E le Leggi del rimorso sono restaurate Dimmi ancora Che sai cosa sto pensando Ma la vendetta appartiene al Signore Dimmi ancora Quando sono limpido e sobrio Dimmi di più e di più Dimmi ancora Quando ho guardato attraverso l’orrore Dimmi ancora Dimmi di più e di più Dimmi che mi ami allora Amen Amen Amen Amen

Ringraziamenti

Un sentito grazie a Giovanna Giannini per la sua preziosa consulenza nella mia traduzione dei testi poetici e per il suo personale lavoro di traduzione dei testi introduttivi.

Ringrazio anche mia figlia Ester Sigillò per i suggerimenti e l’incoraggiamento fondamentale.

E grazie a Luisa Puddu per la sua attenta vicinanza.

A big thank you to Giovanna Giannini for her precious advice in my translations of the poetic texts and for her personal work in the translation of the introductive texts.

And thanks also to my daughter Ester Sigillò for the suggestion and fundamental .

And thanks to Luisa Puddu for her careful proximity.