Il governatore Torres sotto assedio: l’invasione di Porto Rico
Titolo | Il governatore Torres sotto assedio: l’invasione di Porto Rico Autore | Daniele Zumbo ISBN | 9788891119896 Prima edizione digitale 2013
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Indice
Prefazione
Capitolo 1 – Il governatore Torres
Capitolo 2 – L’arrivo dei pirati
Capitolo 3 – La tortura
Capitolo 4 – L’attacco nemico
Capitolo 5 – Il grande assalto
Conclusioni
Bibliografia
Sitografia
Prefazione
La storia di Porto Rico è piuttosto movimentata, quando gli europei arrivarono per la prima volta, la chiamarono Borikén.
Fu proprio Cristoforo Colombo¹ in viaggio alle Antille a scoprire questo paradiso.
La corte spagnola riteneva conquistatore Martin Alonso Pinzòn, pertanto diede accordi per l’opera di insediamento e colonizzazione.
Porto Rico fu cosi colonizzata dagli spagnoli, l'isola divenne in breve un'importante roccaforte e porto strategico dell'Impero spagnolo nei Caraibi.
Preoccupati per la continua minaccia dei nemici europei, nel corso dei secoli gli spagnoli costruirono numerosi forti e muraglioni per proteggere la capitale.
Furono erette fortezze quali La Fortaleza, il forte San Felipe del Morro e il forte San Cristóbal; fu grazie a queste opere di difesa che gli olandesi, i si e gli inglesi fallirono nei loro tentativi di conquistare l'isola.
Proprio in questo periodo si ambientano le vicende immaginarie del Governatore Torres, alle prese con gli attacchi dei pirati dei Caraibi.
Porto Rico non aveva una grande struttura militare, era un piccolo isolotto e pertanto non era molto propensa agli scontri diretti.
Il testo riprende lo sfondo storico dell’epoca, ricreando il medesimo ambiente pittoresco, pur spaziando nella storia, negli elementi e nei protagonisti.
¹ Cristoforo Colombo (in latino: Christophorus Columbus, in spagnolo: Cristóbal Colón, in portoghese: Cristóvão Colombo; Genova, fra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451 – Valladolid, 20 maggio 1506) è stato un esploratore e navigatore italiano, cittadino della Repubblica di Genova prima e suddito del Regno di Castiglia poi. È stato tra i più importanti navigatori italiani che presero parte al processo di esplorazione delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI secolo.
Marinaio sin da giovane, Colombo maturò l'idea dell'esistenza di una terra oltreoceano (secondo lui l'Asia) proprio durante i suoi viaggi da mercante.
Capitolo 1 – Il governatore Torres
Il governatore di Porto Rico era Juan Torres, egli risiedeva nella Fortaleza, una residenza nel cuore della Vecchia San Juan, una piccola circoscrizione di Porto Rico.
Durante il periodo di colonizzazione, la maggior parte della popolazione urbana risiedeva in quella zona Viejo San Juan.
Questa zona si trova nell'estrema parte occidentale della Isleta de San Juan (isoletta di San Juan), collegata all'isola maggiore tramite due ponti e una strada rialzata costruita su un terrapieno. Tale isoletta ospita, tra le altre cose, il quartiere di Puerta de Tierra, dove hanno sede la maggior parte degli edifici governativi di Porto Rico, tra cui il Campidoglio del Commonwealth.
Una buona parte di questo centro storico è protetta dalle alte mura che vennero erette a difesa della città, così come numerose strutture difensive e fortezze, tra cui i più famosi Forte San Felipe del Morro², Forte San Cristóbal, e il Palazzo di Santa Catalina.
Il Governatore aveva premura di edificare molto fortezze, poichp l’esercito che disponeva a quei tempi era composto da soli 80 soldati.
Non erano uomini molto abili, ma erano intelligenti, avevano armi scarse e poca organizzazione.
Essendo quindi consapevole Torres di non poter sconfiggere un esercito nemico, decise di fortificare la città.
Nel centro della città, come torre di comando sorgeva il Castello di San Cristòbal in cui erano sistemati piccoli gruppi di soldati.
² Il forte San Felipe del Morro, conosciuto anche come castello San Felipe del Morro o più semplicemente El Morro, è una fortezza del XVI secolo situata nell'estremità nordoccidentale dell'isoletta di San Juan, laddove sorge la Vecchia San Juan, in Porto Rico. Venne costruita per difendere la baia di San Juan e la stessa città dagli attacchi dei nemici e fu intitolata al re Filippo II di Spagna.
Fa parte del sito storico nazionale di San Juan che nel 1983 è stato inserito nella lista dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.
Capitolo 2 – L’arrivo dei pirati
Erano giorni in cui Torres era allerta, piccoli gruppi di navi si erano avvicinate ripetutamente alla costa senza motivo e senza sbarcare.
Così il governatore aveva detto ai suoi uomini di stare attenti, poiché non capiva il via vai che si era creato.
Una mattina però fu svegliato dalle trombe che richiamavo l’attenzione della popolazione per un presunto pericolo.
Un gruppo di 15 pirati era salito sulla scogliera e stava terrorizzando i cittadini.
Intervenuti immediatamente, gli uomini erano riusciti a catturare i nemici che venivano trasportati nel castello centrale.
In quel periodo si erano diffuse da poco le armi da fuoco, e per questo molti degli assalitori furono uccisi sul colpo.
Torres non era solito uccidere le sue vittime, preferiva tenerle rinchiuse per studiarne i comportamenti, le attitudini e per capire in che direzione il nemico si sarebbe mosso.
Solitamente, dopo alcuni giorni di fame e quando stavano raggiungendo un totale disidrata mento molti parlavano.
I pirati³ avevano un senso molto profondo del rispetto per il loro capitano ed erano molto ben addestrati, questo, Torres lo sapeva, non sarebbe stato uno scoglio facile da are.
Molti non avrebbero parlato, avrebbero preferito morire piuttosto che tradire.
I loro segreti e le loro genti, ma Torres era speranzoso, confidava nella fame e nella sete e soprattutto nelle torture.
³ La pirateria è l'attività illegale di quei marinai - denominati pirati -che, abbandonando per scelta o per costrizione la precedente vita sui mercantili, abbordano, depredano o affondano le altre navi in alto mare, nei porti, sui fiumi e nelle insenature.
Il sostantivo deriva dal latino ‘pirata, piratae’, maschile della prima declinazione latina, che a sua volta deriva dal greco "π∊ιρατής" (peiratqs), dal verbo "π∊ιράομαι" (peiráomai) che significa “fare un tentativo, provare un assalto”.
Capitolo 3 – La tortura
Dopo alcuni giorni di prigionia, i pirati non volevano rivelare il motivo della loro visita a Porto Rico.
Egli sapeva essere estremamente crudo e sadico, pertanto provò con i tizzoni ardenti, con le fruste.
Il risultato fu nullo.
Così decise che per sfidare i nemici serviva un colpo di genio.
Fece sistemare dai soldati gabbie di ferro cilindriche al centro della città, ben visibili dal mare. Erano appese alle fortezze a circa due metri e mezzo.
I condannati furono chiusi all’interno, nudi, e la popolazione li derideva e li beffava.
Rimasero lì per ore e giorni alle intemperie, senza parlare.
Capitolo 4 – L’attacco nemico
Nella notte del quinto giorno, una ciurma di pirati sulle navi giunse al porto e lo conquistò letteralmente.
Oltre 1200 marinai armati di sciabole, coltelli, berdiche, invasero la zona.
Si diressero prontamente a liberare i prigionieri, ormai morti per le torture⁴ subite.
I pirati erano capitanati da Hook, un uomo la cui fama era molto conosciuta.
Si diceva essere un terribile e violento predatore del mare.
Ma Torres lo conosceva bene…
Il governatore fu richiamato all’ordine, i pirati stavano depredando Porto Rico e c’era pochissimo tempo.
Quando giunsero fuori le porte della città vecchia, avevano già distrutto e ucciso moltissimi uomini.
I soldati che si erano opposti avevano perso la vita ed erano stati gettati in mare.
Consapevole di quanto le difficoltà stavano portando, Torres richiamò all’ordine la cittadinanza, informandola degli accadimenti.
Furono in molti a darsi alla fuga per non perdere la vita.
Egli allora instradò l’esercito verso di loro all’interno delle mura fortificate.
Quando e se fossero riusciti a penetrare, avrebbero trovato un muro umano.
⁴ metodi e gli strumenti di tortura servivano in ato, e tuttora sono utilizzati in alcuni stati, principalmente per ricavare informazioni da persone catturate da una fazione nemica oppure imprigionate; essi si basano sul controverso assunto, in base al quale il dolore fisico o il terrore psicologico, dovrebbe indurre la persona sottoposta alla tortura a confessare i crimini da lui commessi oppure le informazioni di cui dispone.
In particolare in epoca contemporanea, in ambito BDSM, è invalso l'uso di adottare metodi di tortura, estrapolati dal loro originario contesto inquisitorio e eseguiti in modo da non causare conseguenze fisiche permanenti. In questo secondo caso, la tortura ha il fine di provocare piacere sessuale, in particolare nelle persone masochiste.
Capitolo 5 – Il grande assalto
Quando i pirati buttarono giù le porte dell’antica fortezza si ritrovarono dinnanzi un muro umano.
I soldati del governatore erano pochi, pochissimi.
Nulla avrebbero potuto contro la potenza vandala di quella ciurma di uomini.
E cosi, uomini, ragazzi, erano li schierati con le armi che avevano trovato.
Ed in prima fila c’era lui, il governatore, pronto a combattere per la sua Porto Rico.
Quando la folla si mosse, si produsse un fragore della terra pari ad un terremoto, le urla degli assalitori raggelarono l’aria circostante.
Gli abitanti di Porto Rico avevano alcune armi da fuoco come l’archibugio⁵, ma anche tutto ciò che erano riusciti a recuperare, sciabole, spade, accette, adarghe, alabarde.
Quando si scontrarono fu la fine.
Gli uomini cadevano come burattini, la tempesta umana era possente.
Alcuni volavano in mare, altri distruggevano le navi, il sangue versato era moltissimo.
Uomini mutilati distesi al suolo furono uccisi da altri che vi camminavano sopra.
I pirati convinti della loro superiorità numerica si destreggiavano abilmente tra la folla, la calca umana era senza eguali.
⁵ L'archibugio è un'antica arma da fuoco portatile ad avancarica, che iniziò ad essere utilizzata in Asia, per la prima volta in Cina, verso la fine del XIV secolo.
Il termine "archibugio" (hacquebuche in lingua se), intrusione delle parole "arco" e "buco", deriverebbe dal vocabolo in lingua olandese hake-bus ("scatola con uncino").
Esso può essere considerata la prima vera arma da fuoco portatile capace di garantire una certa precisione nel tiro. Evoluzione del più primitivo e pericoloso scoppietto, anche noto come "cannone a mano" (handgun in lingua inglese), l'archibugio trovò poi sviluppo nel moschetto, dando origine al fucile moderno.
Conclusioni
La troppa convinzione dei pirati di vincere e poter sopraffare Torres e la sua muraglia umana fu ciò che li distrusse.
Quegli uomini, non abituati al combattimento, non abili guerrieri ma difensori della loro patria, delle loro mogli, e delle loro case, si schierarono contro quegli invasori con tutta la forza possibile.
Fu così che resosi conto dell’impossibilitâ di raggiungere una vittoria, i Pirati si diedero alla fuga.
Ancora una volta Torres aveva protetto la sua amata isola.
Bibliografia
Miguel Barroso; Igor Reyes-Ortiz -Cronache dai Caraibi. Percorso inedito attraverso le Antille
Vanna Ianni -L'universo dei Caraibi. I colori dell'arcipelago
Sitografia
www.wikipedia.org
www.heedkeen.altervista.org
www.treccani.it