Un Insolito Punto Di Vista v2633

Dedico questo racconto alla bellezza della vita che viviamo, agli imprevisti che ci accadono, alla particolarità delle persone che incontriamo, alla dolce Karin che ha vissuto con me una intensa, emozionante, ricca ed indimenticabile esperienza, in questa splendida e accogliente città di Roma.

Permettete che mi presenti. Mi hanno chiamato Linda e sono la camera con il mio bagno privato per gli ospiti di Federico, il proprietario di questa casa. Il nome l’ha scelto lui con la sua amata Karin perché sono sempre pulita e quindi sempre Linda. Sono nata (mi hanno costruita), ho vissuto e vivrò per sempre a Monteverde Nuovo, che è un quartiere di Roma. Sono al 3° piano di uno stupendo palazzo in cortina e per fortuna ho una bella e grande visuale perché non affaccio sulla strada. Dico per fortuna perché è una strada molto trafficata e con molti negozi. Immaginate sentire ogni giorno la puzza dello smog e il rumore del traffico e dei clacson! Circa dieci anni fa sono stata totalmente ristrutturata. Sono stati fatti lavori in tutta casa, e anche se ovviamente non l'ho mai vista, in quel periodo ho sentito Federico che ha parlato per quasi tre mesi con altre persone che non vivono qui, e diceva loro come e dove voleva il muro, quali colori, il soffitto, le luci, il bagno. Arrivò anche il mio turno e fortunatamente (perché così come sono ora, mi piaccio molto) sono stata abbellita anch’io. Via la carta da parati, che andava di moda negli anni 70/80, via i mobili vecchi! Spazio, più spazio e luce! Un nuovo colore allegro, il celeste, un bellissimo letto moderno con le luci nascoste dietro i comodini, un bel cassettone di fronte al letto con appunto sei cassetti spaziosi, una scrivania antica per contrasto, un enorme ed elegante armadio a due ante scorrevoli e alla fine un luminoso bagno comunicante direttamente con me, che prima non avevo. Ah, come mi sento meglio dopo tutti quegli anni nel grigiore, nel gusto ormai ato che francamente non sopportavo più, ma cosa potevo fare da sola? Nulla. Se solo potessi... avrei sempre un sorriso stampato sulla bocca (dico per dire, tanto per farmi capire da voi lettori umani).

Con me e Federico da circa un anno vive Karin. È alta come Federico, magra, con capelli castani e occhi del color di un laghetto di montagna, celesti intensi. La cosa più bella che ha, secondo tutti gli esseri umani di genere maschile, è la bocca e l'incantevole sorriso. Deliziosa. L'altra cosa che la rende diversa dagli

altri è il paese in cui è nata: si chiama Austria, che si trova sopra la nostra Italia. È un paese poco conosciuto e spesso considerato come una ‘quasi Germania’. Ecco, se volete offendere gli austriaci, dite loro che sono tedeschi o che assomigliano a quel popolo. Non so bene il perché, ma ho imparato che non hanno grande stima di loro, invece i tedeschi mi sembra che amino la piccola Austria. Qualche volta a da noi anche il papà di Federico con la sua stupenda e tranquillissima cagnetta. Si chiama Enrichetta ed è una morbida, pelosa, gioiosa Cavalier King Charles Spaniel. Sì, quattro nomi per questa razza. Per farvi capire qual è, pensate ad un cane piccolino, lungo circa 60 cm e alto 40 cm, dal pelo bianco candido con larghe macchie rossicce, orecchie che scendono davanti, anche loro rossicce, una coda con pelo lungo e un musetto col naso corto. Avete presente quei cani da caccia e da salotto che spesso si vedono nei quadri del 1700? Occhi grandi e teneri; un vero amore di cagnetta.

Ora voglio proprio raccontarvi cosa mi è accaduta non molto tempo fa. Un bel giorno Karin e Federico hanno deciso che poteva essere divertente far soggiornare da me delle persone estranee alla nostra famiglia. Così Federico si è iscritto a un sito web che gestisce le prenotazioni delle camere via Internet, che, da quel che ho capito è una cosa che permette a chi desidera dormire da me di prenotarmi prima di arrivare a casa nostra. Col are dei giorni e degli ospiti sembra che questi ultimi siano deliziati ed entusiasti di riposare sotto le mie morbide lenzuola e piumino, fare amicizia con i miei cari, oltre che rimanere incantati da tutto quello che offre questa stupenda città chiamata Roma. Ecco, qui che vorrei raccontarvi un po’ di loro, persone di ogni tipo, uomini e donne, ragazze e ragazzi, giovani e non più tali, la stragrande maggior parte non sono italiani. Però, poiché non ho occhi per vedere, tutte le informazioni che ho e che vi racconterò, le ho potute solo sentire dai discorsi o commenti che facevano Karin e Federico.

DICEMBRE

FARBOOD Sì, Farbood è proprio il suo nome. Un ragazzo alto e sportivo che veniva da un paese lontano che si chiama India. Parlava in una lingua che mi sembrava strana perché non era italiano, ma poi ho imparato che nel mondo si parlano tante altre lingue. È stato tre lunghe ed intense giornate da noi. Purtroppo di lui non so dirvi molto di più su quanto è accaduto perché Federico era andato a trovare la sua amata all’estero e Farbood parlava una lingua che non conosco, non so dirvi. È arrivato con un suo amico, intorno alle sette di sera del 30 Dicembre. Federico gli ha fatto fare il giro dell’appartamento e gli ha spiegato le regole della casa prima di partire. Da quella sera in poi è successo di tutto ed è comprensibile: erano i giorni prima di capodanno. Era da solo a soggiornare, ma evidentemente ha usato la casa per fare una grande festa, appunto di Capodanno. Bottiglie di spumante vuote a terra, molliche di cibo in giro, una montagna di stoviglie da lavare nel lavandino, questo era il risultato dopo i suoi tre giorni da noi.

Una volta a settimana, viene a trovarci la persona che conosce meglio Federico e la sua casa da circa trent’anni. È considerata come una persona di famiglia. Si occupa delle pulizie mie e di tutta casa. Indovinate un po’ chi è arrivata puntuale come al solito alle 9.30 di mattina il 1° gennaio? Maria. Povera Maria. Da quel che ho capito, lei dalla strada aveva già visto qualcosa di strano prima di entrare in casa perché guardando le finestre, aveva notato le luci accese (ed era giorno), quando sapeva che Federico non era in Italia. Aveva un po’ di paura ad entrare perché Federico non l’aveva avvertita che ci sarebbe stato un ospite durante la sua assenza. Ha aperto la porta piano piano chiamando «Federicoooo, Federicoooo sei qui?» Nessuna risposta. All’improvviso si è presentato davanti Farbood in mutande ed assonnato. Immaginate lo spavento e la reazione? No? Ve la dico io: «Chi sei tu? Che ci fai a casa di Federico?»

Siccome non parlava l’italiano, ha avuto difficoltà a dirle che era ospite di Federico. Poi quando Maria ha visto la cucina, si è messa le mani nei capelli e per poco non è svenuta; ma da bravissima e organizzatissima governante, si è tirata su le maniche e ha rimesso la casa a posto in quattro ore. Poveretta, che paura che ha avuto.

MARZO

DMITRY Dmitry era un giovane ragazzo biondo, magro, alto e veniva da una nazione che si chiama Russia. Aveva una sorella di nome Katya che non soggiornava da noi, ma vicino al Colosseo con un’amica. Era molto silenzioso, educato, dal modo garbato e un po’ strano. Perché strano? Appena arrivato, Karin gli aveva chiesto se non fosse troppo lontano da sua sorella, e se avesse capito bene quali erano gli autobus da prendere per arrivare da lei. Lui aveva risposto che non era lontano, solo un’ora di eggiata, e che era abituato a camminare a Mosca, la città in cui abitava. Inoltre Federico aveva fatto notare a Karin che Dmitry faceva una cosa curiosa, appena apriva la porta di casa si toglieva le scarpe nell’ingresso e le lasciava li, poi veniva da me a riposare o leggere. Prima di uscire da casa, ando per l'ingresso, le rimetteva.

KEVIN & FELICIA Era una coppia degli Stati Uniti d'America. Abitavano in una città che si chiama Los Angeles, ma erano nati in una cittadina piccola dello stato dell’Ohio. Kevin era un ragazzone scuro di pelle e di oltre 100 chili, non solo di ciccia, ma di enormi muscoli! La prima volta che l’abbiamo sentito gridare la mattina presto delle parole che sembravano comandi, mentre faceva flessioni sul mio balconcino, Federico ha spiegato a Karin che erano parole usate in uno sport chiamato football americano e che si stava mantenendo in forma perché probabilmente lo praticava a casa. Era simpatico ma dire che era logorroico è poco. Sentite cosa è successo. Prima di concludere la prenotazione vera e propria per dormire da noi, aveva scritto circa quaranta mail al povero Federico. Poveretto, non sapeva più che cosa fare a un certo punto: non accettare più questa persona, oppure accoglierlo con un profondo spirito di bontà verso il prossimo e per curiosità. E se poi si fosse rivelata una persona simpatica? La sua Lei si chiamava Felicia, e il suo nome dice tutto: era una ragazzona anche lei dal viso simpatico e sorridente. Entrambi erano amanti dei prodotti della Apple. La prima cosa che hanno fatto dopo aver sistemato i bagagli, è stata accendere il computer portatile Macintosh lui e l’iPad lei per controllare non so che cosa (parlavano l’inglese, la strana lingua degli Stati Uniti, quindi non ho capito nulla). Tutto sommato ho notato che con Federico e Karin andavano d’accordo. Infatti, i miei cari hanno invitato la coppia una domenica a un pic-nic per gli amici, organizzato in un grande parco qui vicino, chiamato Villa Pamphilj. Quando sono tornati a casa, li ho sentiti proprio contenti e rilassati tutti e quattro.

CAMILLA & BEN Giovani, biondi, carini e simpatici sia lei sia lui. Camilla, di madre svedese, aveva vissuto sempre in Canada e ora era a Rotterdam a studiare non ho capito cosa. Il papà invece era italiano di Milano, quindi ho sentito che con Federico e Karin parlava anche nella mia lingua. Mentre Ben era tedesco ed era più timido di lei. Naturalmente Karin aveva iniziato a parlare la sua lingua con Ben abbandonando subito l’inglese. È sempre bello sentirla parlare con quegli strani suoni della sua lingua natale, il tedesco austriaco, perché sono molto più delicati e gradevoli della lingua tedesca o del tedesco svizzero. Camilla e Ben erano molto cortesi e educati, uscivano presto da casa e tornavano tardissimo; quasi non si sono visti con Karin e Federico. Sono stati insieme a fare due chiacchiere solo la prima sera perché Federico era ancora sveglio quando erano tornati da Trastevere, un quartiere famosissimo qui vicino a casa.

ALEX & SARA Giovani, alti, entrambi tedeschi e simpatici. Alex nel suo profilo internet aveva scritto che veniva dalla città di Berna in Svizzera. Poi ho capito che era solo il posto dove lavorava e che lui era è di origine tedesca. Sara aveva gli occhi azzurri come Karin, era molto bianca di pelle e aveva una voce bassa, determinata e un po’ possessiva verso Alex. Ora vi spiego perché dico questo: durante una conversazione con Federico riguardo al lavoro di Alex, presente anche Sara e Karin, dopo qualche minuto, in modo sorridente e carino, Sara ha raccontato che diverse volte Alex era tornato a casa a mezzanotte e oltre, per il molto lavoro da svolgere. Poi ha aggiunto che quella era la sua vacanza e non voleva che si parlasse ancora di lavoro, interrompendo bruscamente la conversazione. Che tipa tosta, che decisione! Anche questi ragazzi hanno fatto il consueto gesto quando sono entrati in casa di togliersi le scarpe: ormai ho capito che all’estero, probabilmente, si fa sempre così. Una bella e incredibile coincidenza: una sera Federico e Karin tornando a casa con il tram 8, li hanno visti salire sullo stesso tram e si sono incontrati. È veramente un fatto statisticamente improbabile, se considerate che gli abitanti di Roma sono più di tre milioni.

APRILE

JOHAN & INGRID Erano simpatici e allegre persone di una certa età, ma di certo qui non la dirò, piuttosto in carne e molto educati. Johan e Ingrid erano i primi ospiti che sono atterrati a Roma, non al grande aeroporto internazionale di Fiumicino, ma al più piccolo e frequentatissimo aeroporto di Ciampino, ormai praticamente la sede di una compagnia aerea a basso costo molto popolare in Europa. Questa compagnia permette a chiunque di viaggiare con i suoi arerei a prezzi che fino a dieci anni fa era impossibile solo pensare, ad esempio, per andare a Roma da Londra può costare solamente 20 euro. Johan e Ingrid, arrivando da quell'aeroporto, avevano impiegato quasi tre ore per giungere a casa nostra. Immagino che le indicazioni di Federico siano state ottime, ma comunque è un bel viaggetto: l'aeroporto è dall'altra parte della città rispetto a dove siamo noi. Loro no, loro non si sono tolti le scarpe come tutti fino a quel momento. Sono arrivati tardi e stanchi ed hanno preso le scale per salire da noi al terzo piano, nonostante tutte le valige. Che forti che erano! Karin in quei giorni non era a Roma ma dalla sua famiglia a Bregenz, in Austria. Federico quindi, solo soletto, il sabato mattina (ormai diventata consuetudine per loro) è andato alla pasticceria bar più buona della zona che si chiama Cristalli di Zucchero, e ha preso per se stesso e per gli ospiti degli ottimi cornetti alla crema. Federico e Karin ne vanno matti e immaginava che anche gli ospiti avrebbero gradito tali bontà. Così è stato. Quando Johan e Ingrid hanno aperto la mia porta sono rimasti molto sorpresi e sbalorditi dalla tavola imbandita con le prelibatezze calde calde. Tutti e tre hanno fatto colazione e si sono salutati affettuosamente prima che Johan e Ingrid sono partiti alla scoperta di Roma.

EUGENIA & SUO PAPÀ NICOLA Il signor Nicola era il primo ospite di lingua italiana, quindi ho potuto capire tutto. Non essendo pratico di Internet e di tutte queste cose informatiche, aveva lasciato alla figlia Eugenia, che viveva a Roma, il compito di fare la prenotazione per lui. Eugenia era una ragazza particolare direi: non so perché e non so quando, ma qualcuno le aveva attaccato delle cose di metallo sul viso. Forse era malata o forse era una moda. Queste cose io non le so. Mi aveva fatto subito un po' impressione, ma dopo pochi istanti, il suo viso così dolce e il suo modo di fare, mi hanno distratto da quella strana sensazione. Capirete che essendo il giorno della Santa Pasqua, ci si è dovuti organizzare tra la famiglia di Federico e gli orari del loro arrivo a casa. Prima di pranzo Federico ha fatto venire Eugenia a casa per darle le chiavi, ma le ha ricordato che suo papà non poteva comunque entrare da me prima delle 15, poiché bisognava prepararmi. Se fosse stato necessario, avrebbe potuto lasciare i bagagli del papà nel salone ma appunto non da me. Federico è andato al pranzo pasquale con la sua famiglia ed è tornato a casa verso le ore 16, con calma, perché aveva raccontato una piccola bugia: era riuscito già a preparare tutte le cose e già aveva pulito cosa doveva essere pulito in casa. Dopo poco, verso le 16.30 sono arrivati Eugenia e il signor Nicola. Il signor Nicola era un uomo abbastanza anziano, piccolino, magro con una voce monotona e bassa di volume; era molto gentile e cortese, educato e pulito. Faceva l'avvocato ed era venuto a Roma sia per sua figlia, sia per un affare da sbrigare nei giorni seguenti. Dopo le solite istruzioni e indicazioni che Federico fornisce ai nuovi ospiti, si sono salutati cordialmente e padre e figlia sono venuti da me a riposare. Almeno così pensavo. Invece no. Sono stati tutto il pomeriggio a parlare. Lei leggeva un libro ad alta voce e il signor Nicola parlava al telefono in un modo assolutamente diverso da come si era presentato agli occhi di Federico: voce decisa, forte, frasi corte e con tono come se stesse dando delle istruzioni da seguire alla persona dall'altra parte della cornetta del telefono. Che sorpresa anche questa! Che trasformazione! Non sembrava più lo stesso

uomo. Io non ho capito nulla dell'argomento di cui stava parlando, ma sembrava che parlasse di andare a comprare della frutta in un posto, uno scambio di rose per pagarla, un trasporto con una nave. Mah, chissà di che cosa stava parlando. Inoltre, il signor Nicola parlava un dialetto del sud dell'Italia che era difficilissimo da capire. Era quasi come se parlasse un'altra lingua. Sarà veramente stato un discorso che riguardava quello che ho capito? Quando il signor Nicola è ripartito dopo due giorni, io ero quasi più ordinata e pulita dal suo arrivo. Sembrava che non avesse neanche dormito sul letto. Che strana persona, ma devo dire gentilissima e educata.

PRIJA Era una ragazza di Singapore ma indiana di origine. Prija è venuta la sera tardi e Federico è andato a piedi ad aspettarla alla piazza qui vicina, poiché aveva avuto delle difficoltà a capire dove dirigersi. Inoltre aveva una gran valigia molto pesante. Prija era molto stanca e mi sembra di avere capito che la sua stanchezza era dovuta al suo peso oltre al fatto che era in giro per Roma dalle 9,30 di quel mattino perché io non potevo essere pronta prima delle 15,00. Le scarpe lei non le toglieva e prendeva sempre l'ascensore, mentre gli altri ospiti spessissimo prendevano le scale per salire a casa. Parlava quella lingua che parlano quasi tutti i nostri ospiti, l'inglese. Non sono state tante le occasioni per Karin di parlare con lei, perché finalmente aveva trovato un lavoro, o forse il lavoro aveva trovato lei. Comunque una grandissima fortuna, visto la forte crisi che c’era in Italia in quel periodo. Anche il fatto che Prija tornava sempre verso mezzanotte, quindi quando i miei cari dormivano, non aiutava il dialogo tra i tre. Il giorno prima di partire, Prija è andata a visitare Firenze ed è tornata da me verso le otto di sera e l'indomani è partita quando Karin e Federico erano in ufficio uno e al nuovo posto di lavoro l'altra. Non si sono neanche salutati.

FARUK & LEYLA Farulk and Leyla erano due giovani ragazzi che abitavano in un paese non Europeo: si chiama Turchia. Federico è stato lì e io so che è stato molto contento di aver visitato la capitale Istanbul, promettendo a se stesso che sarebbe ritornato in futuro per visitare tutto il resto del paese, che pare sia meraviglioso e antichissimo. Erano alti, scuri di capelli, timidi e educati con una sola valigia in due. Anche loro sono atterrati all'aeroporto di Ciampino, ed in più il loro volo è atterrato dopo le 23. Questo vuol dire che poverini hanno toccato il loro letto da me, oltre l’una di notte. Leyla era un architetto e voleva visitare una chiesa particolare, ma essendo lontanissima, Karin le aveva suggerito di vedere prima San Pietro, poi di andare assolutamente al nuovo MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Poi Federico ha aggiunto che c’erano delle belle manifestazioni al centro di Roma per festeggiare il compleanno della città eterna con persone vestite come ai tempi antichi e rappresentazioni di quel che succedeva oltre 2000 anni fa: duelli con spade, rituali sacrificali per gli Dei e tanto altro. Poi ho capito che i miei cari stessi sarebbero andati a vedere queste cose al Circo Massimo. Chissà che emozione e che impressione vedere i gladiatori sfidarsi a duello!

DAVE & TORI Il primo incontro con la coppia è stato un po' particolare. La prenotazione era stata fatta con un profilo senza la foto e il nome, non si erano mai fatti sentire, non avevano risposto mai alla mail che Federico manda agli ospiti per dare qualche ulteriore informazione, e erano arrivati con un taxi. Karin e Federico li hanno conosciuti per la prima volta solo quando sono arrivati a casa. Dave e Tori venivano da un Paese dall'altra parte dell'oceano (cos'è l'oceano?) che si chiama Canada e che ha un lungo confine con gli Stati Uniti. Ho capito che è un paese bellissimo, grandissimo e con poche persone rispetto a quante vivono in Italia. Però fa molto molto freddo l'inverno, la temperatura va sotto lo zero tutto l'inverno; cosa molto rara a Roma. Ho sentito Federico dire che il Canada ha due lingue ufficiali, l’inglese e il se, ma che Dave e Tori parlavano l’inglese. Lui oltre i 50 anni, lei intorno ai 30. Silenziosi, educati, e completamente autosufficienti. Intendo dire che pochissime volte hanno chiesto informazioni, che puntualmente sono state date loro da Karin o Fede. Tornavano tardi la sera, tanto che praticamente non c'è stato modo di fare una chiacchierata insieme con i miei cari. Notavo che Tori aveva voglia di chiacchiere ma Dave sembrava il tipo «Faccio quel che devo o che voglio e non chiedo nulla se non l'indispensabile». Mi dispiace dirlo, ma forse non aveva capito bene lo spirito di questo tipo di turismo sociale, che spinge a socializzare con chi ti ospita. Magari non sempre ci si riesce, ma ci si prova. L'ultimo giorno sono partiti quando Federico era al lavoro e solo Karin ha avuto modo di salutarli e sapere com’era andato il soggiorno da noi. Pare meraviglioso. Chi se lo sarebbe mai aspettato!

LUIS & MARCIA Carini, giovani e simpatici; questa la mia prima impressione. Luis e Marcia venivano dal Portogallo, che ho imparato è una nazione che sta alla fine dell'Europa a sinistra, mi sembra che si dica ovest. Loro naturalmente parlavano inglese, ma ho anche sentito il romantico suono di questa loro lingua chiamata portoghese. Sembra di sentire tante vocali che formano una musica ritmata ma delicata. Ho scoperto che è abbastanza simile a un'altra lingua chiamata spagnolo, che si parla in una nazione chiamata Spagna. Una prima novità: Luis e Marcia non sono arrivati con gli autobus o un taxi, ma sono arrivati a cavallo di uno scooter (mi sembra si dica così). Che cosa sono gli scooter? Certamente non dei cavalli! Pare che siano dei veicoli a motore con due ruote per trasportare gli umani; alcuni sono piccoli, altri grandi e comodi. Aiutano le persone a spostarsi velocemente nella città. Appena si sono sistemati, con Federico sono andati a prendere un caffè al bar Cristalli di Zucchero dove fanno quei buonissimi cornetti alla crema, vi ricordate? Non chiedetemi quale sapore hanno, perché ovviamente non posso dirvelo, ma i miei cari, quando li sento mangiare questi cornetti, sospirano estasiati di piacere commentandoli compiaciuti e sognanti. Purtroppo o per fortuna, dipende dai punti di vista, i miei cari hanno fatto un weekend d'amore fuori Roma e quindi sono tornati a casa solamente la sera tardi dell'ultima sera dei due ospiti. Fortuna che erano ancora svegli, così oltre ad esprimere la loro gioia per essere stati nostri ospiti e la gioia di aver visitato una città così bella, hanno scambiato delle chiacchiere con i miei cari e gentilissimi, hanno invitato Karin e Federico a far visita a loro nella città chiamata Porto. Dicono che vicino c'è un oceano molto grande, grandissimo che chiamano Oceano Atlantico, ma cos'è un oceano?

MAGGIO

NOAH & CHANTAL Sembrerò ripetitiva, ma quasi ogni coppia che ha vissuto con noi era giovane e carina, anche Noah e Chantal lo erano. Benché venissero dal Canada, dove d’inverno fa davvero freddo, posso dire che i due ragazzi erano tutt’altro che freddi, erano molto simpatici, con una voglia di parlare grande grande, cortesi ed educati. Erano innamorati pazzi di Roma e di tutte le sue antichità. Non venivano direttamente dal loro Paese, ma da una nazione qui vicino all'Italia. Si chiama Francia. Lì abitava il papà di Noah. Entrambi avevano lo zaino sulle spalle ed hanno aspettato l'orario giusto per venire da noi, facendo un giretto per le strade del centro della città. Ho un ricordo molto bello di loro: sono stati finora gli unici che hanno lasciato un regalino ai miei cari per ringraziare di essere stati così bene qui. Era uno sciroppo particolare che pare venga da un albero chiamato acero. Si mette sulle frittelle o sul pane la mattina per fare colazione. «Che buono!» esclamava Federico ogni volta che lo mangiava, sospirando di goduria. Sono stati anche così carini da invitare Karin e Federico ad andarli a trovare. Quasi tutti gli ospiti fanno questo gesto così amorevole.

RAZ & RACHEL Erano sposati da pochi giorni e avevano scelto di are la luna di miele nel nostro splendido Paese, in particolare a Roma e a Firenze. Raz and Rachel venivano da un paese che non è in Europa, si chiama Israele e se non ho capito male, si trova sulla sponda orientale del Mar Mediterraneo. C'è molto deserto laggiù. Poi qualcuno cortesemente mi dica cos'è questo deserto. Tanta tanta sabbia, vero? Sono arrivati molto tardi la sera, stanchi ed affaticati. Dopo poche parole, più di lei che di lui, sono andati a dormire. Si sono svegliati dopo che i miei cari erano andati al lavoro, purtroppo. Quel weekend Karin e Federico sono andati in una città vicino a Roma con il treno. Si chiama Firenze e dicono che è bellissima e ricca di cose storiche da vedere e quindi antiche. So per certo che sono stati benissimo e si sono divertiti. Tornati la sera tardi, hanno scambiato solamente poche parole con i nostri ospiti e sono andati a dormire. Anche i giovani sposini erano innamoratissimi del cibo e dei luoghi incantati che questa nostra città offre. Anche loro si sono tolti le scarpe appena entrati in casa.

JOHANNES & Kirsten Loro erano una giovane coppia, entrambi molto alti, di non molte parole, ma cortesi, rispettosi, precisi. Insomma l'idea che gli italiani hanno dei tedeschi. Finalmente Karin poteva parlare tutto il tempo nella sua lingua. Federico si è riposato dall'inglese, questa volta. Anche Johannes e Kirsten si erano tolti le scarpe all'ingresso e le avevano portate a mano da me. Chiedevano molte informazioni e carinamente sono stati aiutati dai miei cari. Hanno visto tantissime cose di Roma ed hanno camminato tanto. Forse nel loro paese sono abituati a muoversi con i mezzi pubblici perché quando tornavano a casa, non sembravano affatto stanchi dei giri fatti. Incredibilmente (o forse no) hanno lasciato me in perfette condizioni, tutto al suo posto, come se non avessero quasi dormito mai. Ottimi ragazzi!

ANDREA & FLORIAN In Italia il nome Andrea è sempre un nome per un ragazzo, ma con stupore ho scoperto che all’estero può essere il nome di una ragazza. Andrea e Florian erano una bella coppia e venivano esattamente dal paese di Karin. Una casualità? No, un aparola tra i suoi amici, che lo hanno detto ad altri amici, che... ed eccoli qui. Naturalmente quasi la totalità delle conversazioni erano, non solo in tedesco austriaco, ma addirittura nel dialetto del paese di Karin. Povero Federico, nonostante gli enormi sforzi che stava dedicando a imparare il tedesco, l’ho sentito borbottare, «Boh! Ma che avranno detto?» Andrea e Florian erano molto simpatici e socievoli. Lui era alto, grande di età e un po' brizzolato, lei era più bassina e gioviale con i capelli corti. Hanno goduto appieno Roma e il suo cibo, iniziando subito la prima sera con un ristorante vicino a noi chiamato Maurizio Rossovino. Domenica, alla fine della vacanza, insieme ai miei cari sono andati a fare colazione da Cristalli di Zucchero. Mamma mia quanto hanno colazionato (si dice così ?) cinque cappuccini e sei cornetti alla crema! Hanno parlato molto quella mattina e si è scoperto che avevano comprato da poco una casa e che erano affascinati da questa cosa che succede a casa da noi, questo turismo sociale e divertente. L'invito ad andarli a trovare c'è stato. Ora vedremo se e quando Karin e Federico ne godranno.

KAELEN & JANET Le due donne, non più tanto giovani, venivano da due nazioni diverse: Kaelen dagli Stati Uniti d'America, e Janet invece dalla Germania che spiega come mai erano arrivate a casa in orari diversi. La loro storia è incredibile: si erano conosciute diciassette anni fa in Arizona da Kaelen e si erano perse di vista fino quando si sono ritrovate tramite un sito Internet che aiuta la gente a trovare altra gente e guardare le foto degli amici, insomma a curiosare le cose degli altri. Non ricordo il nome del sito, ma che importa. Kaelen e Janet si erano scritte poi tante volte, allora perché non vedersi dopo così tanti anni in un posto diverso dalle loro nazioni? Non sarebbe semplicemente stupendo? Detto fatto, ed eccole che qui da noi.

ELLEN Lei era della nazione chiamata Australia. Mi dicono che è veramente dall'altra parte del mondo, lontanissima e molto grande. Poche persone abitano laggiù paragonate al numero di persone in Europa. In quelle terre, abitano anche degli animali simpatici che non camminano né corrono, ma saltano! Il loro nome è canguro. Ellen era molto dolce e carina. Si è visto subito che aveva un animo buono. La prima sera che è arrivata è andata in salone e ha regalato ai miei cari una borsetta di tela fatta da un'azienda che vende queste cose, e moltissime altre, per ricavare soldi da donare ai bambini meno fortunati. Che gioia e che stupore! Anche lei si era tolta le scarpe.

CODY & FRIENDS Era la prima volta che ben tre persone hanno dormito da me! I ragazzi venivano da una città che si chiama Atlanta, nello stato della Georgia, Stati Uniti d’America. Erano alti, parlavano molto veloce, tanto che ancora mi chiedo come Federico e Karin hanno potuto capirli. Per farli dormire comodi, Federico aveva preparato il letto giapponese che si chiama futon. Si tratta di una base di legno semplice, che si posa a terra ed è alta pochi centimetri. Sopra si appoggia un materasso sottile ma confortevole. Tutto qua. Mi sembra di capire che i tre hanno usato poco i letti, perché tornavano sempre molto tardi nella notte. Sono sicura che si sono divertiti tantissimo. In fondo, ci sono piaciuti. Bravi ragazzi.

ANNICK & JEAN-PAUL La prima coppia se che finora è stata da noi. Erano eleganti, silenziosi, educati e un po' in là con l'età, avevano sicuramente più di 50 anni. Erano venuti in visita in Italia perché ormai avevano i figli grandi e avevano trovato il tempo per loro stessi e godersi la vita. Che bella coppia! Praticamente non si sono visti con i miei cari. Annick e Jean-Paul uscivano sempre tardi, quando Federico e Karin già erano al lavoro e tornavano sempre dopo le 23. Solo l'ultimo giorno, quando per puro caso Federico era uscito dal bagno in mutande – perché non si era proprio accorto di non essere solo in casa – li aveva sorpresi sulla porta di casa già aperta che stavano uscendo per sempre dall'appartamento. Poche battute e... au revoir! Il giorno dopo però, hanno scritto via mail ai miei cari che si erano innamorati delle pareti di casa e dei loro colori e volevano conoscere il loro segreto. «Stucco veneziano signori, stucco veneziano è il nostro segreto,» gli hanno risposto orgogliosamente Federico.

GIUGNO

JANNE & JØRGE Loro erano una giovane coppia, di 24 lei e 27 anni lui, che abitavano in una nazione che gli italiani sanno solamente dove si trova, al nord dell'Europa. Non ci sono molte notizie su quel Paese, non si sa molto su che cosa succede lì. Solamente se accadono fatti molto drammatici e tristi o degli eventi pubblici enormi, si parla di questa nazione. È grandissima, lunga come tutta l'Europa, ma vi vivono solo cinque milioni di persone. Il suo nome è Norvegia. Anche loro appena arrivati, hanno chiesto se potevano togliere le scarpe. Poi molto carinamente hanno donato a Karin e Federico un gustoso regalo: cioccolato norvegese. Tutto qui in Italia era bellissimo e poco costoso per loro. La Norvegia è un paese dove tutto funziona bene, ma tutto è costosissimo rispetto all'Italia. Sono rimasti undici notti ed è stato il record di permanenza. Hanno avuto il tempo di fare le cose con molta calma, andare al mare, vedere tutti i parchi di Roma, conoscere qualche amico di Federico e Karin. È bello quando gli ospiti rimangono tanto. I miei cari e gli ospiti hanno il tempo per conoscersi meglio e di imparare di più anche sui rispettivi Paesi e modi di fare, il cibo e su tante altre cose interessanti. I quattro hanno parlato molto, si sono divertiti tanto insieme. Prima di partire Janne e Jørge hanno invitato i miei cari ad andare a trovarli in Norvegia, terra bellissima e fredda fredda d'inverno, ma molto verde d'estate. Il mattino dopo la loro partenza, ho sentito Karin dire a Federico con voce sognante come già si vedeva su una bella barca a vela, guidata da lei stessa (eh sì, ha anche la patente per la barca), e lui disteso in poppa, mentre giravano fiordo su fiordo, lungo tutta la costa sud della Norvegia. Chissà se i miei cari ci andranno.

ALI & CONNY Sono arrivati di sera molto sudati. La prima cosa perché avevano sbagliato a scendere alla fermata del treno. La seconda cosa perché in quel periodo a Roma sembrava di stare in Africa per quanto faceva caldo. L'Africa è il continente grandissimo che si trova a sud dell'Italia, dall'altra parte delle coste del Mar Mediterraneo. Forse avrete sentito parlare di Egitto, Tunisia, Marocco. Ecco l'Africa inizia da lì, andando poi verso sud. Quando dico che sembrava di stare in quel continente, intendo dire che la temperatura a Roma era altissima e fuori controllo. Pensate, a metà giugno la temperatura era arrivata a 37 gradi Celsius! Fortunatamente l'umidità era bassa, ma comunque... che caldo! Era una coppia scozzese veramente giovane, tanto che Conny, la settimana dopo, aveva la cerimonia di consegna della laurea in bio-medicina. Comunque aveva trovato lavoro in un’azienda che trattava petrolio, quindi, anche se gli studi conseguiti non erano proprio confacenti, avrebbe tenuto quel posto di lavoro. Ali invece, prima era istruttore di windsurf e ora designer e grafico per siti web. Erano pazzi, ma veramente impazziti per il nostro cibo. Perfino di una pizza presa in un posto in cui i miei cari non andrebbero mai, hanno detto che l'avevano trovata molto buona. Ora mi chiedo che sapore abbia il cibo in Scozia! Tornati a casa dai Musei Vaticani e visitata la Cappella Sistina hanno detto ai miei cari che ora capivano bene quando si dice che Roma è meravigliosa. A noi romani (e mi ci metto dentro anch’io) quando accade di sentire queste parole, il cuore ci si riempie di gioia.

KATE & MATE Erano australiani, non troppo giovani, con due figli grandi lasciati a casa. Kate era una donna di buona famiglia e con studi di sociologia riguardo etnie umane diverse. Sono sicura che il fatto di essersi sposata con Mate, che era delle isole Tonga non lontanissime dall'Australia, abbia contribuito ad approfondire la sua ione per la sociologia. Prima di giungere da noi, avevano ato dei giorni nella terra di Israele, nella città di Tel Aviv. Sono arrivati molto tardi, verso le 22.30 e, come molti dei nostri ospiti, non hanno preso l'ascensore. Hanno dormito a lungo e hanno fatto un bel giro a piedi e con i mezzi pubblici, per ammirare le bellezze del centro della città eterna, così com’erano stati consigliati da Federico e Karin. La loro fu una bella vacanza ma corta: relax, cibo, il sole e una bella chiacchierata con i miei cari l'ultima sera prima di andare a dormire. La mattina seguente, breve giretto qui nel quartiere per lo shopping, poi verso le 14 sono andati a prendere il treno per continuare verso Firenze.

MARISA Federico e Karin si erano chiesti e avevano scommesso sul perché lei, riguardo alla sua vacanza, avesse sempre scritto al singolare, come se non fosse una coppia a venire da noi. Alla fine è stato proprio così: era da sola. Dopo così tante coppie, non eravamo più abituati a ospitare un single. Marisa era una donna che viveva negli Stati Uniti d'America, ma era di origini messicane. Siccome aveva avuto un fidanzato italiano, i miei cari parlavano sempre in italiano con lei; ecco perché la sua permanenza con noi è stata ulteriormente piacevole. Un giorno Karin ha confidato a Federico che era un po' invidiosa di come Marisa parlasse bene l’italiano. Lui le ha ricordato che essendo l'ospite di origini messicane, quindi parlando la lingua spagnola, le era stato molto più semplice imparare a parlare bene italiano. Più di quanto non lo era per Karin che è austriaca, quindi parla tedesco, una lingua molto diversa dall’italiano; lo spagnolo e l’italiano sono lingue molto simili. Poi se si aggiunge che Marisa aveva avuto un fidanzato italiano... ecco il risultato, un italiano quasi perfetto. Donna tranquilla, con i suoi ritmi direi. Il mattino lavorava al computer sino all’ora di pranzo. Era un’insegnante e tutor di ragazzi negli Stati Uniti d'America, quindi per dare loro assistenza, ed essendo l'ora dei ragazzi anticipata rispetto all'Italia, spesso doveva rispondere al telefono anche di notte, oltre che via mail. Solitamente il pomeriggio le piaceva prendere un caffè a casa. Spesso s’incontrava per cena con un suo amico americano che viveva a Roma. Era già stata tante volte a Roma, ecco perché il suo tour è stato così rilassato. Con i miei cari parlava a lungo la sera e aveva perfino fatto il tifo per la nostra nazionale di calcio quando aveva giocato la partita di semifinale: l'Italia aveva vinto quella volta! Purtroppo fu la sua ultima vittoria, perché poi non ha vinto nella finale.

Ora vi racconto qualcosa di pazzesco che è accaduto l'ultima sera in cui Marisa stava con noi. Siete pronti?

Dopo aver parlato a lungo dei progetti di Marisa e di come sarebbe continuato il suo viaggio in Italia, tutti e tre erano andati a dormire. Nel bel mezzo della notte un suono forte e ripetuto ha svegliato Federico all'improvviso. Si è alzato dal letto frastornato ed è andato al citofono per rispondere. «Si, chi è?» ha detto lui. «Federico?» Ha risposto una voce di ragazza dall'altra parte della cornetta. «Porca miseria, che ci fanno gli ospiti russi adesso a casa nostra?» ho sentito Federico chiedersi stupito. È corso subito da Karin, che dormiva profondamente e l'ha svegliata molto preoccupato e sorpreso. «Emergenza emergenza, ci sono non due, non tre, ma ben quattro persone che stanno salendo a casa nostra. Dove le mettiamo e soprattutto perché sono venute questa notte?» Quando i miei cari hanno aperto la porta, si sono trovati davanti due ragazze, una giovanissima donna ed un signore dai capelli bianchi, stanchi e felici di entrare a casa, mentre i miei cari erano assolutamente sorpresi e anche un po' arrabbiati. Federico e Karin hanno spiegato loro che avevano completamente sbagliato la data di arrivo perché secondo la loro prenotazione sarebbero dovuti arrivare il pomeriggio del 30 giugno o all’una del mattino del 1 luglio. La giovanissima donna, Olga, ha tirato fuori un foglio con i messaggi scambiati, fra i quali ce n’era uno che diceva che se non ci fosse nessun problema, sarebbero arrivati all’una di notte. Ma il disguido nasce proprio con questa richiesta: normalmente negli alberghi, ostelli e bed & breakfast si prende possesso di una camera il pomeriggio del primo giorno prenotato in modo da permettere la pulizia della camera. Olga aveva prenotato me a partire dal 30 giugno e quindi erano attesi per il pomeriggio di quel giorno; ma poi Olga aveva chiesto se andasse bene arrivare all’una del mattino non specificando che intendeva anticipare l’arrivo all’una del mattino dello stesso giorno, il 30 giugno. Invece, visto che normalmente erano attesi il pomeriggio del 30 giugno, Federico aveva capito che volevano arrivare dopo la mezzanotte di quel giorno e quindi logicamente il giorno dopo, cioè all’una del mattino del 1 luglio. Così gli aveva risposto che non c'era problema e che si sarebbe alzato per aprire la porta per accoglierli. Bisogna dire che Federico, unica volta che è capitato, non aveva ragionato sulle esatte parole di quella richiesta, altrimenti avrebbe avvisato immediatamente Olga che avrebbe dovuto cambiare la prenotazione dal 30 al 29 giugno alfine di

assicurarsi la mia disponibilità al loro arrivo invece di trovarla occupata come è successo! Mamma mia che casino! Comunque, Karin e Federico non se la sentivano di buttarli fuori di casa e avendo un cuore buono, li hanno ospitati tutti e quattro nel salone, fortunatamente grande grande: due di loro hanno dormito sul divano e due per terra su due materassi. Federico ha dormito sul letto di Karin e lei aveva sistemato il futon (letto giapponese). Sì i miei cari non avevano ancora un bel letto matrimoniale, ma due letti separati vicini vicini.

OLGA & LA SUA FAMIGLIA Il giorno successivo sveglia presto dei miei cari perché molte cose tutte insieme stavano per accadere. Prima cosa, dovevano attendere che Marisa uscisse da me per poi continuare il suo viaggio, prima di prepararmi velocemente per la famiglia di Olga. Poi i miei cari stavano aspettando proprio quel giorno una consegna di un letto con materasso enormi, che il giorno prima avevano acquistato da Ikea, faticosamente e con varie vicissitudini, insieme ad un tavolino da mettere in salone davanti al divano. Gli eventi in sequenza temporale sono stati questi: sveglia molto presto, smontaggio del letto di Federico, smontaggio del letto di Karin, pulizia della camera di Karin e Federico nel miglior modo possibile aspettando la consegna di tutte le cose. Le cose sono arrivate da IKEA prima che Marisa si fosse svegliata, quindi Karin e Federico hanno iniziato il montaggio dello stupendo letto matrimoniale. Verso le 10.30 Marisa è uscita da me e le hanno raccontato l'accaduto sulla famiglia russa. Lei gentilmente ha spostato i bagagli nel salone per dare la possibilità di pulirmi e di sistemarmi per la famiglia. Quindi i miei cari hanno sospeso il montaggio del letto e hanno iniziato a pulirmi e dopo circa un'ora, i nuovi ospiti sono potuti entrare. Nel frattempo la famiglia, che non era neanche uscita dall'appartamento per iniziare a vedere le meraviglie di Roma, stava già finendo la seconda bottiglia di vino rosso a digiuno; questa era la loro colazione. Tra lo scambiare qualche parola con Marisa, che aspettava in cucina il suo taxi, mentre bevevano un po' d'acqua a causa del caldo insopportabile e la costruzione del letto nella loro camera, i miei cari erano riusciti a finire tutto nel giro di poco tempo. Nel frattempo e nella confusione completa, Marisa era andata via, purtroppo

salutando solo Federico, con gran rammarico di Karin che era nella stanza del letto nuovo per finire di pulire. Non aveva capito che Marisa stava andando via e Federico nella confusione, non aveva pensato di chiamarla per il saluto di addio. Nel giro di poco erano tornate Olga e una delle sue figlie, che nel frattempo avevano fatto la spesa per quattro persone. Dopo avere mangiato qualcosa per pranzo, la povera Karin è uscita di casa per gettare la montagna di cartoni, plastiche e polistirolo prodotta dagli imballaggi e poi è andata a fare la spesa. Nel frattempo, Federico stava provando ancora una volta quanto fosse comodo il divano per schiacciare un pisolino ristoratore, durato solamente… tre ore. Era una famiglia particolare quella di Olga, due figlie e un marito con una gamba malata e zoppicante decisamente più anziano di lei. Forse era quello il motivo per cui, mentre sua moglie e le ragazze andavano in giro a veder Roma e fare acquisti, lui rimaneva sempre a casa a bere e fumare sul balcone, senza un minimo di voglia di parlare con Federico o Karin. Ma probabilmente non conosceva una sola parola d’inglese. La famiglia risparmiava tanti soldi facendo la spesa e cucinando sempre a casa. Li capisco bene. I prezzi nei ristoranti italiani non erano sicuramente bassi per loro. Uscivano sempre di pomeriggio, nonostante l'intenso caldo di quei giorni, veramente anomalo; anche 39 gradi verso le 14.00. Non erano per niente socievoli, forse perché solo una delle figlie sapeva parlare un pochino l'inglese. Facevano colazione verso le 11 e pranzavano o forse cenavano verso le 17. Ogni sera, le due figlie uscivano per godersi Roma by night. Scherzando con Karin, Federico diceva che probabilmente andavano a rimorchiare i maschietti italiani (significa che andavano a cercare ragazzi da conoscere per are una bella serata). Lo diceva perché ogni sera si vestivano con abiti sgargianti come se fosse l'ultimo giorno dell'anno.

LUGLIO

CONY & José Luis Loro erano nati in una nazione del Sud America che si chiama Colombia, ma da 13 anni si erano trasferiti in Canada. José Luis era simpatico, con il volto che ci s’immagina abbiano le persone della Colombia, quindi scuro con tratti somatici forti e naso aquilino. Cony invece era una signora bionda sorridente con pelle chiara come gli europei. Era stata una grande e difficile scelta di vita, spostarsi in Canada con tutta la famiglia per vivere in condizioni migliori di quelle in Colombia. Sono arrivati a Roma nel momento peggiore: faceva quasi 40 gradi in quei giorni. Un caldo pazzesco, come diceva Federico. In quei giorni di calura, anche il condizionatore d'aria che ho da me, aveva cominciato a piangere dal caldo, nel senso che gocciolava da una parte. Federico aveva provato ad aggiustarlo, ma è durato solo un paio di giorni, poi ha ricominciato a piangere. Dopo un'ora di lavoro, di nuovo tutto risolto; aveva tolto un pezzo di plastica che creava il gocciolio. Ah! Finalmente ero fresca di nuovo! Molto simpatici e cordiali i due signori, che molte volte avevano trovato il tempo e il piacere di parlare con Karin e Federico della loro vita, della loro fuga, di com’erano proprio felici in Canada. La cosa divertente che i miei cari avevano notato, è che la signora sembrasse che tenesse il gioco tra loro due. Quando ritornavano la sera, José Luis era completamente distrutto, mentre Cony sembrava quasi non avesse camminato per chilometri e chilometri; era fresca e piena di energie. Purtroppo un fatto spiacevole è successo a José Luis: si era dimenticato il telefono cellulare nelle cassette di sicurezza che sono fuori di ogni banca, in cui gli umani sono obbligati a lasciare tutti gli oggetti di metallo prima di entrare. Lui, quando è uscito dalla banca, aveva ripreso tutte le sue cose tranne il telefono e quando è tornato a cercarlo il giorno dopo, non l’ha trovato più. Anche loro sono stati così bene e così carini, che hanno invitato i miei cari a far

loro visita, se avranno voglia di conoscere il Canada.

TAMARA & VITOR Una coppia sicuramente ben assortita. Tamara era inglese, ricercatrice a Londra per conto di aziende australiane. Portava un paio di occhialini, aveva i capelli corti, una corporatura abbondante, ma non troppo e la parlata velocissima. Vitor era portoghese, da un anno insieme a lei a Londra, giornalista sportivo, molto simpatico e loquace, amante del buon cibo italiano e delle stupende architetture antiche che Roma offre. Molto simpatici e chiacchieroni. I miei cari sono stati molto bene a parlare proprio di tutto con la bella coppia. Vitor ha raccontato di quando, pochi giorni prima di venire da noi, aveva intervistato un giocatore della nazionale di calcio italiano. Vitor gli aveva fatto una domanda, ma non avendo capito la risposta, aveva sorriso, ringraziato, salutato e poi è scoppiato a ridere. Sì, era luglio del 2012 e c’erano gli Europei di calcio e tutti gli italiani erano attaccati al televisore per tifare l’Italia: la nostra squadra era arrivata addirittura a giocare la finale, ma purtroppo non è riuscita a conquistare la coppa, come vi ho già scritto alcune righe fa. È stata stupenda l'ultima serata con Federico e Karin, ata sul balcone a godersi un leggero fresco, sorseggiando un buon vino rosso e facendo tardi a parlare un po' di tutto. Un regalino inaspettato è stato trovato sul tavolo del soggiorno: un porta olive doppio, in cui a destra si mettono le olive intere, a sinistra i noccioli rimanenti dopo la degustazione. Slurp!

FLORENCIA & LUIS Carinissimi, che altro dire! Circa 20 anni entrambi, un po' timido lui, meno timida lei, come spesso capita nelle coppie. Florencia è nata nella nazione Argentina in cui abita tuttora. Veniva da una regione enorme che si chiama Pampa nella parte sud della nazione, ma non so quale sia la sua città esattamente. Luis è nato nella nazione Colombia ma viveva a Berlino da qualche anno. Florencia e Luis si erano conosciuti a Berlino quando lei era andata lì per un anno a studiare e si sono innamorati subito. Purtroppo in mezzo a loro c'era un oceano che li divideva, ma avevano deciso di fare questo viaggio d'amore di una settimana in Italia. Era molto bello sentire tante lingue in casa nostra: spagnolo tra Federico, Luis e Florencia; tedesco tra Karin e la coppia; inglese tutti quanti insieme e naturalmente italiano tra Karin e Federico. Durante il loro soggiorno sono riusciti ad andare anche a Capri, la famosa isola dei VIP di tutto il mondo. Peccato che il loro viaggio sia stato terribile dal punto di vista logistico come ci hanno raccontato. Avevano perso l'ultimo treno che li avrebbe portati a Roma, così hanno ato tutta la notte a Napoli mangiando pizza, dolci ed aspettando l'alba con persone che parlavano solo l’italiano, una lingua che non conoscevano. Sconvolti, hanno concluso il loro racconto dicendo che avevano avuto tanta paura e che Napoli era proprio una città pericolosa e che non credevano di tornarci. Era solo la loro esperienza amici lettori, non fatevi troppo influenzare dalla testimonianza. Ogni città, se vissuta di notte, può mettere paura, figuratevi in un paese di cui non sapete neanche la lingua. Piacerebbe molto a Karin e Federico fare un giro in Argentina. Federico è già stato li, ma non verso il sud della nazione, non verso l'immensa Pampas e la Terra del Fuoco. Si ricorda bene l'ottima carne mangiata alla griglia, la natura meravigliosa, il tango che spesso si ode all'improvviso durante una eggiatale in città, i ballerini professionisti e quelli improvvisati che ti trascinano nel vortice di spensieratezza ed allegria, i sorrisi e la gentilezza della gente Argentina.

FOZIA & CHRISTIANA Federico era rimasto per un po' di tempo perplesso riguardo al loro arrivo. «Ma chi arriverà a casa nostra e dormirà da noi?» chiedeva a Karin. Federico era sul sito Internet che gestisce le prenotazioni delle camere mentre Fozia (USA) stava prenotando per sé e per un’altra persona. Allo stesso momento anche Christiana (Isola di Cipro) si era connessa al sito per chiedere la disponibilità di me (la super stanza con bagno privato) per sé e per un’altra persona, che Federico presumeva essere il suo ragazzo, per le stesse identiche date. ati dei giorni, dopo aver Federico accettato la prenotazione di Fozia, aveva scritto a Christiana che purtroppo qualcuno aveva prenotato i giorni che tanto desiderava. Christiana gli aveva risposto che la sua amica Fozia lo aveva già fatto per lei, facendo intendere che Fozia avesse prenotato non per se stessa e altra persona, ma per Christiana e altra persona, presumibilmente il suo ragazzo. «Mah! Che cosa strana. Allora verranno i fidanzati di Cipro» ha detto Federico, «ma purtroppo dovrò sgridarli, perché non si può prenotare per conto di altri su quel sito Internet. Per prenotare la camera, si devono inserire tutti i dati personali e quelli della carta di credito affinché io possa essere garantito da un’assicurazione in caso di danni provocati accidentalmente dal cliente». Il giorno del loro arrivo, quando Federico ha aperto la porta di casa... che stupore! Si è trovato davanti Fozia... e Christiana. Che strana, che storia particolare, anche la loro. Si erano conosciute sette anni prima, quando Christiana era andata a studiare negli Stati Uniti. Lei e Fozia erano coinquiline. Così sono diventate amiche e dopo così tanti anni si sono riviste a casa nostra a Roma. Che storia, vero? Se dovessi dire una cosa particolare e divertente su di loro, vi racconterei questo: nonostante le ottime indicazioni date dai miei cari su come arrivare a casa con i mezzi pubblici, loro quando hanno letto che dovevano prendere il tram 8 in direzione salita, non l’hanno preso! Hanno guardato la direzione in cui andava e hanno camminato in salita a piedi circa 1 chilometro per giungere fino a casa, con i bagagli pesanti al seguito. Lo so, sembra incredibile, ma a volte la realtà supera la fantasia.

CORALIE & LUCCA Naturalmente con la parola Lucca non intendo dire la città toscana, ma il nome del fidanzato di Coralie. Loro erano di un Paese che si chiama Brasile che si trova dall'altra parte dell'oceano Atlantico, nel sud del mondo. È un enorme e verdissimo e popolatissimo paese, che ormai non è più considerato semi-povero, ma anzi una potenza economica mondiale in crescita. I suoi abitanti sono molto simpatici, cordiali, socievoli e allegri. È bello sentirli parlare, sentire quei suoni morbidi. Se solo però conoscessi la loro lingua per capire cosa dicono: la lingua si chiama portoghese. Sì, in Brasile si parla la stessa lingua del Portogallo che è una nazione Europea, con delle differenze però; per farvi capire un po', sono differenze che assomigliano un po' a quelle tra la lingua inglese della Gran Bretagna e l'inglese che si parla negli Stati Uniti d'America. Coralie e Lucca era una bella coppia in tutti i sensi, aperti al dialogo, educati, felici e curiosi di esplorare il massimo possibile nel minor tempo possibile. Un mese prima del loro arrivo, i miei cari avevano creato una paginetta su Internet per far venire ospiti anche nella camera dove dormono solitamente. È come se fosse la mia sorellina più piccola. Beh, la nostra coppia aveva scelto quella cameretta per quattro notti. È senza bagno privato, senza aria condizionata e senza balcone, ma fortunatamente, come saprete, i giovani si adattano a tutto. Coralie si era spostata a Parigi in Francia, per studiare e lavorare mentre Lucca era rimasto in Brasile dove si occupava di magliette nella città di Rio de Janeiro (mi sembra di aver capito che sia una città in cui abitano molti milioni di persone), quindi è stato naturale che con Federico abbiano parlato anche della piccola azienda di abbigliamento ecologico di Federico, che aveva dato vita da un po’ tempo e che riscuote un certo seguito in Italia e all'estero. Quando Federico ha spiegato che la caratteristica delle sue magliette era che il tessuto è fatto con il bambù, Lucca ha risposto eccitato che era una bellissima idea! Che il Brasile era in pieno boom economico e che molte aziende e consumatori, cercavano la novità. Specialmente se la novità è assolutamente ecologica come questa fibra. Coralie invece, assomigliava a un treno, intendo metaforicamente, faceva tutto a

una velocità molto sostenuta. Karin aveva detto a Federico che le aveva messo stress in quei giorni. Coralie faceva tante domande, non si fermava mai, voleva vedere molto e fare tutto il possibile in quei pochissimi giorni. Federico a un certo punto le ha detto che in fondo la Francia era solo a due ore di volo e che non avrebbe dovuto agitarsi così tanto, poiché avrebbe potuto fare un salto in Italia tante altre volte e godersela pian piano. A quel punto, lei si è fermata, ha spalancato gli splendidi occhi scuri, ha fatto un grande sorriso, ha guardato Lucca e gli ha detto che Federico aveva ragione e che doveva essere meno agitata e che in fondo era in vacanza.

TOMAS & Tereza Sono arrivati in uno dei periodi più caldi che i miei cari abbiano mai provato, ed anch’io in qualche modo l'ho percepito, se non altro perché tutti i frequentatori della casa erano sempre molto sudati. Erano, come quasi tutti, molto carini. Giovani ma già sicuri di quel che volevano e di quel che non volevano. Hanno chiesto subito dove potessero comprare qualcosa da mangiare per i giorni a seguire. Questo perché quasi ogni giorno sarebbero ritornati a casa per pranzo o cena. Tomas sapeva molto bene la lingua inglese, Tereza un po' meno, ma Karin e Federico hanno avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere e chiedere tutto su ciò che succedeva e come si viveva a Praga. Perché quella città? Ops, ho dimenticato di dirvi che loro erano della Repubblica Ceca e abitavano a Praga. Avevano vissuto anche a Barcellona, che è una ridente città della Spagna, che guarda il mare. In quella città lui studiava, e lei lo guardava studiare. Anche con questi ospiti è accaduto qualcosa d’incredibile insieme a Karin e Federico. Vi ricordo che Roma è una città molto grande, quasi tre milioni di persone di residenti, ma durante il giorno arriva a contenere quasi cinque milioni di persone. Se vi dicessi che tutti e quattro si sono incontrati per puro caso per ben due volte in città sulla via di ritorno a casa, che cosa direste?

AGOSTO

JENNIFER & MIKE Sono arrivati in tarda serata anche per colpa di un treno che era in ritardo. Secondo Karin, quando sono arrivati avevano lo sguardo alquanto stanco ed affaticato, sia per il viaggio lungo appena finito, sia per l'imprevisto ritardo. Bisogna dire che sono arrivati nel mezzo di un’ondata di calore insopportabile. Quasi 40 gradi durante il giorno. «Da morire», come diceva qualche volta Fede. Fortunatamente la sera e la notte si riusciva a respirare benino (vi ricordo che io non respiro, ma credo che queste parole rendano bene l'idea agli umani), anche se gli ospiti per stare ancora meglio, tenevano sempre accesa l'aria condizionata qui da me. Erano sportivi, ragazzi alla mano, alti e simpatici, molto loquaci, con una gran voglia di godere appieno di tutto quel che Roma e l'Italia può dare. Dopo Roma, infatti, sarebbero andati prima a Venezia, poi in Toscana per il matrimonio di un'amica di Jennifer. Una coppia che ha goduto in pieno relax la loro vacanza: tornavano sempre verso le 22.00 e si riposavano a lungo fino a mattina inoltrata. Poi facevano una bella colazione da Cristalli di Zucchero, poi via per le strade della città. Mike era un venditore di cose per i dottori (non ho capito per nulla cosa). Jennifer era un'insegnate alle scuole elementari e medie. Entrambi vivevano in Canada, ma in due differenti città che ho capito non sono proprio vicino vicino. È strano come alle volte, sulle stesse persone Karin e Federico non hanno le stesse sensazioni: a Federico sono risultati simpatici, mentre a Karin non molto, ma non ha saputo spiegare bene il perché.

BIANCA & THOMAS Uffa che caldo che faceva, mi sudavano i muri! Erano giovani e con pochi bagagli, per lo più zainetti da mettere dietro la schiena. Una coppia tedesca, lei biondissima e piccolina, lui alto alto, moro, con gli occhiali. È stata proprio una sorpresa quando sono entrati in casa. Non perché non si fosse già vista la scena di persone sudate o stanche o anche un po' arrabbiate perché i mezzi pubblici romani non sono efficienti come in altre città europee, ma perché dopo un saluto in inglese con Federico e in tedesco con Karin, Bianca si è messa a parlare italiano come se fosse italiana! Che sorpresa e quante lingue si sentivano adesso in casa! Bianca, ha spiegato poi il perché: il papà era di Milano, ma da giovane si era innamorato di una donna tedesca (la mamma di Bianca) e sono andati a vivere in Germania, in un paesino chiamato Heidelberg. Con il papà parlava italiano, ma non lo aveva mai studiato veramente. Karin subito era rimasta colpita e ha detto a bassa voce a Fede: «Lei parla meglio di me l'italiano, uffa!» Federico le ha fatto notare che lo stava studiando solo da un anno con ottimi risultati, mentre Bianca lo sentiva parlare e lo parlava con il papà da circa 30 anni (l'età di Bianca). Thomas era molto istruito, aveva anche un Master in Business istration (un giorno vi spiegherò cosa significa e quanto è difficile ottenerlo). Anche Federico lo ha conseguito studiando e frequentando il pomeriggio dopo il suo lavoro. Mentre Bianca stava finendo l'università per diventare medico, per poi specializzarsi in una cosa che si chiama neurologia. Di questa cosa/parola non mi chiedete nulla, perché ho capito solamente che riguarda lo studio del cervello e delle sue malattie, che poi saranno curate con delle medicine che prescriverà appunto Bianca. Lei quindi, d'accordo con la sua università tedesca, aveva deciso di studiare per quattro mesi in un Ospedale italiano abbastanza importante e che spesso riceve studenti da tutto il mondo per approfondire la materia medica.

IL RITORNO DI JANET Sì, avete letto bene, il suo nome è Janet. Non era una Janet diversa da quella che era venuta da noi un po' di tempo prima, era proprio lei. Torniamo indietro nel tempo di qualche settimana, per raccontarvi meglio il tutto. Lei era quella che non aveva più visto l'amica americana Kaelen da tanti anni e che insieme avevano deciso di rivedersi in una vacanza a Roma, qui da noi per quattro giorni. Quella rimpatriata era andata male. Le due donne si erano ritrovate così diverse nel carattere e nei modi di fare, che avevano deciso di ritornare a essere ‘non amiche’. Che strana la vita, vero? Comunque Janet era rimasta in contatto con Federico e Karin, scrivendo e telefonando ogni tanto per raccontare le sue avventure di vita, ma soprattutto le disavventure. Un giorno ha telefonato a Karin per raccontarle che da un po' di tempo aveva una corrispondenza sia per mail sia telefonica, con il figlio del ristoratore che è qui sotto da noi, e forse stava nascendo qualcosa tra i due. «Che bella notizia!» aveva esclamato Karin che le chiese se sarebbe venuta di nuovo a Roma e Janet le rispose di sì, che probabilmente sarebbe venuta quell’estate. Karin e Federico stavano organizzando per agosto, un magnifico e lungo viaggio nella terra natale di Karin, l'Austria, ma non avevano deciso ancora se lasciarmi prenotare da potenziali ospiti per il periodo della loro assenza. L'alternativa era di non dare questa possibilità, segnando sul calendario delle disponibilità sul sito per i giorni della loro assenza: Linda (io) non è disponibile. La soluzione invece l’ha fornita Janet quando ha deciso di venire a trovare il suo ipotetico amante proprio in quei giorni (non tutti) di assenza da Roma dei miei cari. Che incredibile fortuna! Ecco la proposta dei miei cari a Janet: «Ti diamo ospitalità, ma durante la tua permanenza a casa, devi accogliere i nuovi ospiti, quindi pulire tutto e mettere le cose dove vanno messe, per mantenere uno standard di accoglienza molto alto, come facciamo con tutti quanti». Janet aveva subito accetto!

E così è stato. Janet è venuta a dormire da noi, nella camera di Karin e Federico, per una settimana circa, mentre i miei cari nel frattempo si godevano la vacanza in Austria. Janet ha salutato da parte dei miei cari la coppia Bianca e Thomas alla loro partenza e ha poi accolto la coppia successiva. Tutto è andato molto bene e la Manager Janet è stata molto felice di quest’accordo. Povera Janet però. Anche questa volta questo suo importante ed emozionante incontro non era andato per nulla bene. Ho usato la parola ‘anche’, perché quello era il suo secondo incontro a Roma, dopo quello della sua ormai ‘non amica’ Kaelen. Maurizio, così si chiamava il figlio del ristoratore, si era rivelato una persona molto diversa da quel Maurizio che Janet aveva conosciuto tramite molte ore di telefonate con Skype e tramite molte mail. Pare che si siano visti solo due volte in una settimana di permanenza di Janet a Roma. La vita non l'ha aiutata nemmeno questa volta!

JASON & FIGLIO Questa strana coppia è l'unica che i miei cari non hanno avuto modo di incontrare di persona. Nulla di grave perché le varie mail e messaggi di aiuto e di o che Federico mandava dall'Austria, hanno aiutato perfettamente e hanno risolto qualsiasi problema riscontrato dall'attento genitore Jason. In seguito abbiamo saputo che Jason aveva fatto amicizia anche con Janet. Lei gli aveva proposto di andare a prendere un favoloso gelato da Frigidarium. Il giorno dopo lui le aveva proposto un bel tuffo in una piscina consigliata da Federico tramite SMS. Chissà che non sia nata una simpatia tra Jason e Janet. Questa coppia padre-figlio ha fatto una cosa che nessuno aveva fatto finora, ma approvata da Federico con accordi precedenti al loro arrivo: avrebbero ato qualche giorno a casa, una notte fuori casa per vedere una città molto lontana da Roma, poi un'altra notte a casa e via di ritorno negli Stati Uniti d'America. Al ritorno dalle vacanze Federico e Karin avevano trovato la casa in ordine ed anche tutte le piantine perfettamente annaffiate, di un verde mai visto prima. «Che bella sorpresa!» aveva esclamato Federico.

SETTEMBRE

JÉRÔME & MAGGIE Lui era se, lei inglese. Erano entrambi molto secchi, non più giovanissimi, intendo dire che avevano ben oltre 45 anni, ma era una coppia fresca e sicuramente giovane dentro. I tempi ati e scatenati erano appunto ati. Jérôme aveva tatuaggi su tutto il corpo, i capelli rasati, ma non troppo e aveva un modo molto gentile e educato di parlare e rivolgersi alle persone. Anche Maggie aveva modi garbati e educati, non aveva nessun segno del ato ‘un po' matto’, portava i capelli castani chiari a caschetto e aveva la pelle bianca, tipica delle persone che vengono dall'isola della Gran Bretagna. Insieme hanno fondato una rivista che parla di qualcosa di particolare riguardo alle automobili antiche, quelle americane: le fodere dei sedili e degli interni e le loro mille particolarità. Che strana cosa ma pare che negli Stati Uniti d'America ci sia una ione per queste cose. Sono rimasti quattro notti, ma è stata una visita molto gradevole e intensa. I quattro hanno parlato molto e loro ci hanno raccontato che hanno vissuto in varie città d'Europa, ma avevano trovato la città perfetta dove vivere: Barcellona in Spagna. Perché Barcellona? Per il clima, per la spiaggia a pochi chilometri, per la gente e il cibo, nonché la vita notturna. Ai miei cari piacerebbe andar a far visita anche a loro.

ADRIEL & PRISCELIA Erano di una nazione, o per meglio dire di una città-stato piccolissima che si trova quasi sull'equatore, nell'estremo est asiatico. Federico era stato lì tanti anni fa ed aveva un buon ricordo, anche se il caldo umidissimo era veramente insopportabile. Si chiama Singapore. Città ultra moderna, tecnologica, ormai con poco verde, aveva detto Adriel con tristezza. Erano arrivati di sera quando Karin era andata fuori a cena con le amiche. Al suo risveglio Federico con aria preoccupata aveva sussurrato a Karin di stare attenta, perché in giro per casa erano arrivati i Singaporiani: li avrebbe potuti schiacciare. Era solo una battuta per dire che erano piccolissimi. Adriel forse era alto 1 metro e 50 centimetri, Priscelia forse cinque centimetri in più. Hanno raccontato che avevano prenotato da Londra ma non vivevano lì. Adriel era stato mandato a Londra dall'azienda in cui lavorava, per fare un corso di formazione. Dopo la vacanza a Roma, sarebbero ritornati a casa a Singapore, non a Londra. Erano impazziti di gioia per le cose buone da mangiare che Roma offre, e per tutti i monumenti che avevano visto girando come trottole (intendo dire che non sono stati fermi un momento, eggiando e fotografando Roma sempre di corsa). Poi sarebbero andati in altre città d'Italia, ma sempre per due o tre giorni ognuna. Karin aveva fatto notare a Federico come per alcuni ospiti é proprio difficile indovinarne l'età. Forse questi erano molto giovani, forse oltre i 40 anni. Mah, chissà.

SEBASTIAN & ANKIE Una bella coppia tedesca, alta carina e molto socievole. Karin aveva iniziato subito a parlare con loro in tedesco, ma quando si è accorta che Federico era triste e muto, ha capito che era per via della lingua che il suo amato ancora non capiva. Allora con una bella risata, sono ati a parlare inglese. Comunque, per fare esercizio, Federico un giorno aveva chiesto ad Ankie, di provare a parlare in tedesco in modo non veloce. Incredibile: Federico era riuscito a capire quasi tutto e con enormi difficoltà anche a rispondere facendosi quindi capire. Questa conversazione era durata solo pochi minuti, però aveva dato una grande soddisfazione a Fede. Sebastian aveva vissuto e lavorato a Londra. Ankie aveva fatto la stessa cosa a Parigi. Ora vivevano a Bonn, in Germania. Erano dei cittadini d'Europa insomma. Purtroppo durante il loro soggiorno, è accaduto un problema nel mio bagno. Una sera, dal soffitto ha cominciato a gocciolare acqua, e non poca! Federico ha preso una scala e ha cercato di asciugare il più possibile con uno straccio, poi è corso al piano di sopra ad avvertire del disastro e ha chiesto agli inquilini di fermarlo subito in qualche modo. Purtroppo si era rotto qualche cosa e i signori di sopra avevano chiamato l'idraulico solamente la mattina del giorno dopo. Nel frattempo non era successo nulla di grave, se non il disturbo di non poter usare il mio bagno. Federico, scusandosi del disturbo arrecato dall’improvviso guasto idraulico, aveva fatto del suo meglio, asciugando il soffitto del bagno e il pavimento, incoraggiato anche dal sorriso di Ankie, che aveva capito che non era colpa di Federico e che in fondo non era lui che stava creando un disagio a loro. Purtroppo la sera seguente è successo di nuovo, ma molta più acqua è scesa giù dal soffitto. Federico è corso al piano di sopra preoccupato e un po' arrabbiato, poiché non avrebbero dovuto aprire l'acqua, fintanto che non fossero venuti ad aggiustare l'impianto idraulico. Purtroppo avevano aperto l'acqua per un minuto e il soffitto dei miei cari è

venuto giù a causa del flusso di acqua copioso. Il signore del piano di sopra, però aveva detto in modo rassicurante che naturalmente tutti i costi per rimettere a posto il soffitto e la verniciatura, sarebbero stati a suo carico. Quando avevano finito di asciugare e pulire tutto, la dolce e simpatica Karin per far ridere un po' gli ospiti e sdrammatizzare ha detto: «Da oggi niente doccia mentre fate la pipì!»

ROSIE & RUSSELL Fortissimi! Una coppia fortissima, giovane e piena di speranza nel futuro. I miei cari hanno provato un po' d'invidia dopo aver sentito la loro storia. Rosie e Russell erano di una nazione lontanissima, praticamente dalla parte opposta della terra. Il loro Paese si trova nell'emisfero sud del mondo, vicino all'Australia ed ha una forma che assomiglia molto all'Italia capovolta: si chiama Nuova Zelanda. Non si conosce nulla di quella nazione qui in Italia; non arriva nessuna notizia e la maggior parte delle persone sa di lei solo quello che ho già scritto, nient’altro. Rosie e Russell erano partiti a giugno, lasciando (forse per sempre) la loro terra. Avevano viaggiato prima in Francia, poi al nord della Spagna, poi in Portogallo, poi al sud della Spagna, in Andalusia fino a risalire fino a Barcellona, poi sono saltati in Grecia, poi Montenegro, infine a Roma, da noi. Mentre soggiornavano da noi, avevano fatto anche un salto a visitare Budapest, in Ungheria. Dopo di noi, affittando una macchina, avevano previsto di andare a Firenze, Venezia, Milano, Berlino, Amsterdam e poi la tappa finale che era prevista per novembre, Londra, dove pensavano di rimanere almeno un paio di anni. Mamma mia! Che esperienza pazzesca! Una sera, a cena insieme ai miei cari, ci hanno raccontato i motivi del perché avevano lasciato la Nuova Zelanda. Sembrerà strano per noi, ma ci hanno detto che per andare a visitare un qualunque altro paese come l’Australia, la Polinesia o Singapore, loro dovevano sempre prendere un aereo, poiché la loro nazione è un'isola, quindi non è possibile prendere la macchina e attraversare semplicemente un confine, così com’è possibile fare in Europa. «Ammazza che strana ragione per partire», aveva commentato Federico con Karin. Visto la loro voglia di cambiare e di esplorare e vedere l'Europa, perché non fare un viaggio lungo lungo e trasferirsi a Londra, dove comunque si parla la loro stessa lingua? Inoltre da Londra si può visitare tutta Europa viaggiando poco, a differenza della complicazione che c'è partendo dalla Nuova Zelanda per esplorare altri Paesi vicini.

Erano ragazzi in gamba e istruiti. I miei cari pensavano che comunque a Londra, per un ragazzo che aveva lavorato in Banca e una ragazza che per lavoro aveva cercato persone per farle lavorare in altre aziende, non avrebbero avuto tanti problemi a trovare un lavoro che permettesse loro di vivere felicemente.

OCTOBER

ILANA & ALEXANDER Dopo tantissimi ospiti più o meno giovani, ecco una coppia di ultrasessantenni, che avendo i figli grandi, si godevano dei bei viaggi per scoprire il mondo. Beh, non era proprio vero che andavano alla scoperta del mondo, perché una parte del mondo lo avevano già visto. Nati nella nazione chiamata Romania, Ilana e Alexader si erano trasferiti in Israele, dove avevano vissuto per molti anni fino a quando è scoppiata una guerra bruttissima, tra il Kuwait, gli USA e l’Iraq. La nostra coppia ha raccontato che erano scappati in Francia prima di trasferirsi definitivamente in Canada. Alexander inoltre, aveva lavorato molti anni per un'azienda se che produceva cemento, quindi aveva girato il mondo, compreso il Nord America. Bella storia anche la loro, vero? Erano molto gentili e cortesi, con molta voglia di parlare e conoscere i miei cari. Avevano chiesto molte volte spiegazioni e informazioni, che puntualmente Karin e Federico avevano fornito abbondantemente e con gran piacere. Loro erano stati i primi tra tutti gli ospiti finora ati da noi, che sono riusciti a vedere, dopo aver prenotato tempo prima, la Galleria Borghese. Si tratta di un palazzo strepitoso all'interno di Villa Borghese che fu costruito dall’antichissima famiglia nobile dei Borghese per contenere i suoi numerosi capolavori collezionati nel corso del tempo. Si possono vedere statue, dipinti e affreschi di Bernini, Borromini, Caravaggio, Tiziano, Raffaello... insomma tante e tutte famose opere d'arte italiane di tanto tempo fa, e tutte in un solo posto. Vi potete immaginare?

SUE & HERMAN Un'altra coppia non più giovane e quindi con molto tempo da dedicare alle proprie ioni. In questo caso il viaggiare. Abitavano in un posto molto lontano dall'Italia, l'Australia; quell’isoletta grande più di tutta l'Europa che è dall'altra parte del mondo, nell'emisfero sud della nostra Terra. Prima di arrivare da noi, erano in giro per l'Europa già da sette settimane, sostando sempre almeno tre giorni nelle varie città. Dopo di noi sono andati verso Firenze, Venezia, Parigi, Londra, poi il ritorno a casa. I miei cari parlavano quasi ogni sera con loro. É sempre bellissimo quando delle persone completamente sconosciute, si siedono sul divano in salone e si aprono con i loro racconti; si scambiano pensieri, si raccontano vite, parlano come se fossero dei vecchi amici. Non con tutti si crea quest’atmosfera ma é proprio incredibile quando succede. Non importa la loro età, ma questo è quello che spesso succede da noi con i vari ospiti. Una sera Federico, dopo esser andato in giro per Roma per fare delle compere, aprendo la porta di casa, ha trovato Karin, Sue e Herman seduti amabilmente sul sofà a degustare un vino rosso. Vi ho già detto che Karin ama bere il vino, vero? Con aria serena e rilassata Karin, sorridendo quasi a doversi scusare, ha detto: «Sono stati a cena e non hanno finito il vino, quindi l’hanno portato a casa, sarebbe stato un peccato non finirlo, vero?»

RESANDY Lui era proprio forte. Era a Parigi per lavoro e aveva voglia di scoprire Roma per la prima volta, così è venuto da noi per tre giorni prima di tornare nella sua città. È una città degli Stati Uniti d'America: si chiama Seattle, è sulla costa ovest (sinistra), a nord vicino il confine con il Canada. L’inverno è molto freddo e con pioggerellina, ma l'estate è fantastica (dice lui). Resandy era un giovane ragazzo sulla trentina, di origine cinese, ma aveva vissuto in Indonesia fino a quando, prima per studiare, poi per lavorare, si é trasferito a Seattle. Era un tipo simpatico, un tipo sempre a mille (si dice così vero?) Era venuto da solo, molto organizzato, molto pragmatico, tante domande anche curiose; per esempio un giorno aveva chiesto se a Roma non usavamo le tende intorno alla vasca. Nel mio bagno non ci sono. Era uno sportivo sicuramente e con una grande voglia di vedere, conoscere e soprattutto camminare. Federico gli aveva dato precise indicazioni su che cosa era meglio vedere il primo giorno, e cosa il secondo giorno. A fine giornata del primo giorno, verso mezzanotte, era tornato a casa entusiasta e ci ha raccontato che aveva perso la cognizione del tempo e che era entusiasmato dalle meraviglie della nostra città. Aveva già fatto il programma per l’indomani, perché quel giorno aveva già visto tutto quello che Federico le aveva indicato di fare in due giorni. Camminava, non prendeva mezzi pubblici, e vi assicuro sono proprio tanti chilometri sino a casa nostra. Fortissimo, in tutti i sensi!

CHRYSTOPHER & I DUE AMICI Sì, nuovamente tre persone da me. Niente valigie, solo zaini leggeri sulle spalle. Loro erano giovani, sui 25 anni, molto timidi. Venivano da un paese del Nord America, a sud degli Stati Uniti, che si chiama Messico, dove si parla la lingua spagnola. Prima di venire a Roma si erano fermati in un paesino della Svizzera per trovare dei loro amici, poi dopo il loro soggiorno da noi, sono andati in Grecia. Secondo Karin era stato molto divertente vedere le facce stupite ed emozionate dei nostri tre ospiti, quando una sera avevano aperto la porta di casa e invece della solita calma e tranquillità di casa nostra si sono trovati nel bel mezzo della festa di compleanno di Federico. C’erano circa venti persone, musica, champagne e una buonissima torta, anche se non era stata fatta dalle delicate mani di Karin, ma comprata in una pasticceria vicino casa. I ragazzi si erano uniti al gruppo e nonostante la barriera linguistica, avevano provato a parlare con gli altri ospiti prima di assaggiare i piatti squisiti preparati, da Karin, questi sì. Alla fine del loro soggiorno da noi, si erano accorti che il loro volo per la Grecia partiva il venerdì, ma loro non avevano prenotato la notte tra giovedì e venerdì, quindi erano nei guai e dovevano trovare un posto in pochissime ore. Fortunatamente quella notte non erano previsti nuovi ospiti e i miei cari si sono resi disponibili ad ospitare i tre ragazzi. Tutto é bene, quel che finisce bene. Voi umani dite così, vero?

NOVEMBRE

JOÃO PAULO & TIAGO La loro visita da me è stata l'ultima di questo incredibile anno che vi ho raccontato, ma altrettanto interessante e piena di sorprese. È successo tutto alla velocità di un fulmine: il giorno prima avevano chiesto se potevano venire e se la stanza (io) fosse libera. Il giorno dopo i miei cari avevamo avuto il piacere di conoscerli qui in casa. João e Tiago erano due ragazzi giovani, sui 25 anni, di bella presenza, mori e con occhi scuri entrambi. Erano di una nazione che forse ricorderete, il Brasile, ma vivevano da tanti anni a Parigi, in Francia e lavoravano nel design o forse in qualche azienda di pubblicità e marketing. Tra loro parlavano quest’altra stupenda lingua musicalmente attraente, il se appunto. Erano arrivati con lo zaino sulle spalle e avevano raccontato a Karin che quella non era la loro prima volta a Roma, quindi se la sarebbero presa con calma ed avrebbero evitato, per quanto possibile, i luoghi troppo turistici (ci potete riuscire anche voi, se volete veramente). Infatti, iniziarono la visita di Roma, con un luogo fuori del classico giro turistico, il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo. Erano una coppia diversa dalle altre nel vestire e nel fare, tanto che ci erano sembrati proprio una bella coppia, e non intendo dire una coppia di soli amici. Che bello! Finalmente dopo tante coppie, giovanissime e non, amiche ed amici, alti e bassi, da una parte del mondo e dall'altra... avevamo ospitato una coppia omosessuale. Significa che s'innamorano e si amano persone dello loro stesso sesso, uomini-uomini, donne-donne. Come molte altre volte, con Karin e Federico si vedevano poco: loro uscivano tardi da me e tornavano a casa tardissimo la sera, anche alle tre di notte! Ogni sera indossavano vestiti sgargianti e molto particolari, veramente allegri. João indossava abiti alla moda, cappotti dai colori pastello e scarpe in tinta, mentre Tiago il più delle volte sceglieva vestiti prevalentemente di color nero, con cappelli molto particolari, di lana, fatti a mano e ricamati in seta su un lato.

Ci sono piaciuti un sacco. Come vi ho detto, sono stati gli ultimi nostri ospiti, e questo mi dispiace un po'. È accaduta un’ultima cosa che ha sorpreso, non poco, i miei cari. Dopo la loro partenza alla fine della loro vacanza, Federico era venuto da me per rimettermi a posto con freschi e colorati cuscini e avvolgenti e calde coperte. Poi, stava pulendo il mio bagno quando, svuotando il cestino, è volato in aria un biglietto di carta stropicciato che aveva attirato la sua attenzione: Sofia 3473875XXX , chiamami presto! Ma allora non avevamo capito nulla di loro, avevamo frainteso i loro gusti: desideravano le donne! O forse... anche le donne?! Ah, gli umani... sono una continua splendida sorpresa!