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IMPORTANTE Questo libro non solo non sostituisce la lettura del medico ma non deve provocare alcun allarme perché i valori di riferimento dei diversi esami possono cambiare da laboratorio a laboratorio e quindi quelli segnalati non sono esaustivi.
INTRODUZIONE
In una goccia di sangue c’è il riassunto dello stato di salute di un essere umano. Gli esami del sangue non sono solo fondamentali per capire se sussiste una malattia in corso, ma risultano utilissimi anche per monitorare nel tempo una malattia già conosciuta. Se i valori di riferimento degli esami aumentano o diminuiscono nel tempo, possiamo, infatti, verificare la bontà delle terapie che vengono eseguite o i miglioramenti spontanei o le eventuali recidive. Per di più, gli esami ematologici sono adatti a verificare anche piccoli squilibri che possono essere provocati da fattori contingenti (alimentazione, uso di farmaci, esposizione a sostanze tossiche, ecc.). Solo il medico è in grado di prescrivere gli esami del sangue e leggerli adeguatamente. Tuttavia se siamo un po’ curiosi sul nostro stato di salute o sul perché vengono eseguiti certi esami o semplicemente vogliamo sapere quale sia il significato di strani nomi, acronimi o sigle sconosciute, allora questo libretto di solito ci può venire in aiuto. Naturalmente, essendo questo un testo divulgativo non tutti gli esami esistenti vengono indicati ma solo quelli più frequenti e sono possibili piccole imprecisioni sia per l’evoluzione dei test di laboratorio sul sangue sia per le differenze possibili fra un laboratorio e l’altro a seconda delle tecniche utilizzate e dei reagenti. I termini usati, poi, sono un compromesso fra termini un po’ tecnici da una parte (ma ci sono ottimi dizionari a riguardo) e dall’altra un po’ popolari. Insomma, questo E. Book si propone di spiegare con i termini più semplici possibili come dare un’occhiata ai propri esami e capire un qualcosa di più sul
proprio sangue, cioè su se stessi. Ma si prega sempre di confrontare questi dati medi con quelli del laboratorio che effettivamente fornisce i risultati dei vostri esami e resta inteso che ciò che viene scritto resta una indicazione di massima e la lettura di questo libro non può sostituire in alcun modo il parere del vostro medico.
BOX
fL
=
fentolitri
g.
=
grammi
mEq/L.
=
milliequivalenti su litro
mg/100ml.
=
milligrammi su 100 millilitri
mm.
=
millimetri
mmol/L.
=
millimoli su litro
mOsm /L
=
milliosmoli su litro
mU.
=
milliunità
ng/ml.
=
nanogrammi su millilitro
ng/100 ml.
=
nanogrammi su 100 millilitri
nmol.
=
nanomole
pg/ml.
=
picogrammi su millilitro
U.
=
Unità
U.I./ml.
=
Unità Internazionali su millilitro
U.I./L.
=
Unità Internazionali su litro
v.n.
=
valori normali
Di ogni esame vengono dati i valori normali (v.n.) medi, il significato generico dell’esame e i motivi principali di eventuali variazioni sotto o oltre la soglia dell’esame stesso.
5 NUCLEOTIDASI Vedi NUCLEOTIDASI
17 IDROSSIPROGESTERONE Vedi IDROSSIPROGESTERONE 17
17 OHP Vedi IDROSSIPROGESTERONE 17
ACE ( ENZIMA CHE CONVERTE L’ ANGIOTENSINA) Vedi ANGIOTENSINA
ACIDI BILIARI
v.n. 0.1-0.6 mmol/L.
Gli acidi biliari sono prodotti dal fegato, ano nelle vie biliari e riversati nel duodeno servono per digerire i grassi.
Aumentano nella stasi biliare e nelle insufficienze del fegato.
ACIDI GRASSI
v.n. 0,09-0,60 mEq/L.
Indicano la mobilizzazione dei grassi e del glucosio circolanti nel sangue.
Aumentano nel diabete, nell’arteriosclerosi e nell’ipertiroidismo. Diminuiscono nei diabetici dopo l’iniezione di insulina.
ACIDO FOLICO
v.n. 3-15 ng/ml
E’ una forma vitaminica contenuta in particolare nella frutta e nella verdura. La carenza di folati è il deficit vitaminico più frequente, particolarmente in gravidanza, e può determinare una forma di anemia, detta megaloblastica, in cui i globuli rossi sono più grandi del normale, meno elastici e meno efficienti.
Diminuisce in gravidanza, nella anemia megaloblastica, in alimentazioni scorrette per introito carente di folati come nelle diete vegane scompensate e per uso di farmaci come il triamterene e il trimethoprim.
ACIDO LATTICO
v.n. 5,7- 22 mg/dl.
L’acido lattico è una normale sostanza che si forma per catabolismo degli zuccheri soprattutto sotto sforzo fisico in particolar modo nei muscoli.
Aumenta nei crampi muscolari, negli sforzi muscolari, nel diabete, nella insufficienza epatica e nella insufficienza renale.
ACIDO URICO (URATO O URICEMIA)
v.n. 4,00-8,20 mg/100 ml nei maschi 2,50- 6,40 mg/100 ml nelle femmine
L’acido urico viene formato sostanzialmente nel rene. Sinonimi sono, a livello di laboratorio, la ricerca di urato o uricemia. Può anche derivare da diete iperproteiche (per esempio la dieta Dukan) ma, in tal caso, in misura modesta.
Aumenta nella gotta, in forme di intossicazioni durante la gravidanza, nelle policitemie, nelle leucemie, nelle insufficienze renali, nell’uso di farmaci antitumorali, nell’uso di salicilati a basse dosi, nell’uso di diversi diuretici, nell’uso eccessivo dell’acido ascorbico (vitamina C) e del triamterene.
Diminuisce nella epatite acuta, nell’uso di farmaci quali i salicilati ad alte dosi, nell’uso della metildopa, nell’uso del clofibrato, nell’uso dell’allopurinolo e del probenecid.
ACTH Vedi ORMONE ADRENOCORTICOTROPO
ADH (ORMONE ANTIDIURETICO)
v.n. 1,3-4,1 pg/ml.
L’ADH viene prodotto a livello ipotalamico e poi inviato all’ipofisi, dopo di che, immesso in circolo, regola l’osmolarità plasmatica avendo come organo bersaglio il rene.
Aumenta nelle neoplasie cerebrali, nell’encefalite e nelle vasculopatie cerebrali. Diminuisce nel diabete insipido e nella sindrome nefrosica.
ADRENALINA
v.n. 20-190 pg/ml
L’adrenalina o epinefrina è un ormone sintetizzato dalla midollare del surrene in
grado di aumentare la pressione arteriosa, la frequenza cardiaca e quella respiratoria oltre che la dilatazione della pupilla. Rallenta invece la motilità intestinale e la conseguente digestione. Aumenta nel feocromicitoma, nelle nefropatie, nell’ipertensione arteriosa, nell’infarto cardiaco, nel morbo di Cushing Diminuisce nel morbo di Addison, nella sindrome di Waterhouse, nel morbo di Parkinson.
AFP Vedi ALFA 1 FETOPROTEINA
AGA Vedi ANTICORPI ANTIGLIADINA
AGGLUTININE FREDDE
v.n. assenti
A basse temperature (0-5 gradi Celsius) esiste un anticorpo in grado, in laboratorio, di creare aggregati con globuli rossi di gruppo zero. Tale situazione è reversibile a 37 gradi Celsius. In condizioni normali questi anticorpi sono sostanzialmente assenti
Aumentano in casi di linfomi, nelle malattie del collageno (connettiviti), nelle
epatopatie (con aumento delle gamma proteine), nelle anemie emolitiche da agglutinine e nella metà dei casi di infezione al Mycoplasma del polmone.
AIAA Vedi ANTICORPI ANTI INSULINA
ALANINA AMINOTRANSFERASI (SGPT O GPT) Vedi TRANSAMINASI GLUTAMMICO-PIRUVICA
ALBUMINA Vedi ELETTROFORESI DELLE PROTEINE
ALDOLASI
v.n. 0.5-3.0 U.I./L.
l’aldolasi è un enzima molto diffuso e presente nella muscolatura.
Aumenta in diverse malattie muscolari (traumi muscolari e malattie congenite e infantili) ma può aumentare anche nell’infarto cardiaco, in diversi tipi di tumori (tumore maligno della prostata, leucemie, ecc.), nelle epatiti acute e nelle pancreatiti acute.
ALDOSTERONE
In clinostatismo (cioè sdraiati) 1,2-12 ng/100 ml In ortostatismo (cioè in piedi) 10-30 ng/100 ml
Il primo prelievo lo si ottiene dopo che il paziente è stato fatto camminare (ortostatismo), il secondo dopo che è stato a riposo per circa 3 ore (clinostatismo). Nelle persone normali ando dall’ortostatismo al clinostatismo si ottiene una netta riduzione del livello dell’aldosterone nel sangue. L’aldosterone è un ormone prodotto nella parte corticale, cioè più superficiale, del surrene. Regola il metabolismo degli elettroliti e il funzionamento del rene.
Aumenta in diverse forme di ipertensione e nell’adenoma surrenalico aldosterone-secernente. Nell’ipertensione da adenoma surrenalico i livelli elevati di aldosterone in clinostatismo non vengono ad aumentare mentre in ortostatismo si può verificare una diminuzione detta “paradossa”.
ALFA 1 ANTITRIPSINA
v.n. 200-400 mg/100 ml
L’alfa 1 antitripsina è un inibitore enzimatico i cui valori sono codificati geneticamente. Se risulta deficitario dalla nascita provoca enfisema polmonare in età giovanile, oltre a favorire in età adulta la malattia fibrocistica del pancreas e la cirrosi epatica.
Aumenta in gravidanza, nell’uso di pillola anticoncezionale, nell’infarto del miocardio, in alcune neoplasie. Diminuisce nelle epatopatie acute, nelle ustioni estese, nel deficit congenito della sua produzione. d
ALFA 1 FETOPROTEINA (AFP)
v.n. 1.0-10,4 ng/ml nel maschio 0.9- 9,3 ng/ml nella femmina Fino a 20 ng/ml nella donna gravida fino ai primi 3 mesi Fino a 150 ng/ml nella donna gravida fino ai primi 6 mesi Fino a 500 ng/ml nella donna gravida fino al parto
L’AFP è una proteina fetale che viene prodotta dal fegato e dal tubo intestinale e che aumenta normalmente durante le fasi della gravidanza. Se aumenta eccessivamente può indicare deficit nella formazione del tessuto nervoso del feto.
Aumenta anche nei tumori maligni del fegato ma anche nell’epatite acuta e
nell’atresia biliare congenita.
ALFA 1 GLOBULINA Vedi ELETTROFORESI DELLE PROTEINE
ALFA 2 GLOBULINA Vedi ELETTROFORESI DELLE PROTEINE
ALFA IDROSSIBUTIRRATO DEIDROGENASI (HBDH)
v.n. 60-160 U.I./L.
L’HBDH è un enzima fortemente presente nel cuore, nel rene e nei globuli rossi.
Aumenta nell’infarto cardiaco recente (fino ai primi 5-6 giorni), in certe nefropatie e nell’anemia perniciosa.
ALFA 2 MACROGLOBULINA
v.n. 150-350 mg/100 ml nel maschio 175-420 mg/100 ml nella femmina
L’alfa 2 macroglobulina è una proteina che, come le mucoproteine, il fibrinogeno e l’aptoglobina, aumenta sempre nelle fasi infiammatorie acute di qualunque origine. E’ un indice, quindi, non specifico. Però la verifica del suo andamento nel tempo ci dà una serie di informazioni utili sul riassorbimento o sul mantenimento dell’infiammazione con o senza terapia.
Aumenta nelle infiammazioni generiche e nei tumori maligni diffusi.
ALT Vedi TRANSAMINASI GLUTAMMICO-PIRUVICA
AMILASEMIA Vedi AMILASI
AMILASI
v.n. 1-225 U.I./L. L’amilasi è un enzima pancreatico utile per la digestione. E’ presente in piccole quantità anche nelle ghiandole salivari. Sussiste quindi la possibilità di dosare sia la amilasi pancreatica che quella salivare
Aumenta nelle pancreatiti acute e croniche ma anche nella chetoacidosi
diabetica, nella parotite epidemica, nelle gravidanze extrauterine e nell’uso di diversi farmaci: morfina, codeina, meperidina e con certi diuretici (tiazidici). Diminuisce con l’iperdosaggio di barbiturici.
AMMONIEMIA
v.n. 30-85 mg/dl.
L’ammoniemia misura la quantità di ammoniaca nel sangue. L’ammonio deriva dalla degradazione di composti dell’intestino e viene eliminato per via renale.
Aumenta per epatopatie croniche e cirrosi, per nefropatie e insufficienza renale, diete iperproteiche (per esempio la dieta Dukan) e problemi congeniti del metabolismo dell’urea. Diminuisce nelle diete ipoproteiche.
ANA Vedi ANTICORPI ANTINUCLEARI
ANCA (ANTICORPI ANTI CITOPLASMA DEI NEUTROFILI)
v.n. assenti
Gli Anca sono autoanticorpi che aggrediscono in particolare il citoplasma di particolari globuli bianchi chiamati granulociti neutrofili. Riconosciamo i c Anca (c= citoplasma) e i p Anca (p=perinucleare). I p Anca sono meno specifici mentre i c Anca sono patognomonici per la granulomatosi di Wegener.
Aumentano nella granulomatosi di Wegener, nelle poliarteriti, in alcune connettiviti, in alcune forme di glomerulonefrite autoimmune e nella sindrome di Churg-Strauss.
ANDROSTENEDIONE
v.n. 0.1-0.5 ng/ml prima della pubertà 0.5-4.1 ng/ml dopo la pubertà
L’androstenedione è un ormone di tipo steroideo prodotto in parte dai surreni e in parte dall’ovaio nelle femmine o dal testicolo nel maschio.
Aumenta nella sindrome surreno-genitale, nell’ipertricosi, nell’acne.
ANGIOTENSINA ( ENZIMA CHE CONVERTE L’ANGIOTENSINA O ACE)
v.n. 35-114 U.I./L.
l’ACE è un enzima prodotto dalle cellule endoteliali dei vasi sanguigni di tutti gli organi ma soprattutto nel polmone. L’ACE attiva il sistema angiotensina renale per regolare la pressione sanguigna. E’ molto utile nel controllo della sarcoidosi dove è proporzionale alla gravità della malattia. L’ACE è un enzima che può risultare lievemente aumentato nel 5% della popolazione mondiale normale adulta e nei soggetti al di sotto dei 20 anni.
Aumenta nella sarcoidosi (nell’80% degli affetti), nella tubercolosi (TBC), nelle allergie polmonari, nelle pneumoconiosi, in diverse malattie autoimmuni, nella malattia di Gaucher, nell’ipertiroidismo e in diverse epatopatie. Diminuisce nei linfomi, negli ipotiroidismi, nelle fibrosi polmonari evolute.
ANTIBETA 2 GLICOPROTEINA I UMANA ((B2-GPI)
v.n. assente
E’ un anticorpo specifico contro i fosfolipidi.
Aumenta nell’uso di alcuni tipi di farmaci e nelle aggressioni autoimmuni contro i fosfolipidi.
ANTICORPI ANTI-ANTIGENE DI SUPERFICIE DEL VIRUS EPATITICO B
(ANTI HBs)
v. n. assenti
La presenza degli anticorpi anti HBs indicano un contatto e un infezione pregressa con il virus dell’epatite B. Tali anticorpi creano una sorta di difesa nei confronti del virus e compaiono di solito entro 4 mesi dall’epatite ma talora insorgono anche più tardivamente. Poiché creano immunità non è opportuno vaccinare il soggetto contro l’epatite B.
ANTICORPI ANTI-ANTIGENE “e” DEL VIRUS EPATITICO B (ANTI HBe)
v. n. assenti
La presenza degli Anti HBe durante l’epatite B indica una certa risoluzione dell’infiammazione con riduzione del livello di contagiosità e una fase di guarigione in atto.
ANTICORPI ANTI ANTIGENI NUCLEARI ESTRAIBILI Vedi ENA
ANTICORPI ANTI BORRELIA (SINDROME DI LYME)
v.n. assenti
Sono gli anticorpi che si sviluppano contro il batterio che provoca la sindrome di Lyme (Borrelia Burgdorferi). La sindrome di Lyme si verifica per trasmissione da puntura di una zecca (presente nelle pecore, nei cervi, ecc.).
Aumentano in corso di infezione da zecca.
ANTICORPI ANTI-BRUCELLA (REAZIONE DI WRIGHT)
v.n. assenti
La presenza di anticorpi anti-brucella e la tendenza ad aumentare nel tempo in successivi controlli è indice di infezione da Brucella, un germe spesso acquisito tramite latte animale infetto.
Aumentano in corso di infezione da brucellosi. Gli anticorpi anti-brucella possono restare elevati, però, anche se il soggetto è già guarito.
ANTICORPI ANTICARDIOLIPINA (IgG E IgM)
v.n. assenti
Gli anticorpi anticardiolipina IgG e IgM servono per cercare la causa di un fenomeno trombotico. Se risultano assenti ma resta il sospetto di una causa trombotica si possono testare anche gli anticorpi anticardiolipina IgA. Sono gli anticorpi più comuni fra quelli anti fosfolipidi. Ma per la rivelazione di anticorpi antifosfolipide è più specifica la ricerca della antibeta 2 glicoproteina I umana (B2-GPI).
Aumentano in misura modica per invecchiamento, per l’uso di diversi farmaci e per un’infezione in atto.
ANTICORPI ANTI C (ANTIPEPTIDE CITRULLINATO CICLICO)
v.n. 0-20 U/ml oltre 20 sono debolmente positivi oltre 40 sono decisamente positivi Gli anticorpi anticitrullina sono autoanticorpi contro i residui citrullinati della proteina Fillagrina utilizzati nella diagnosi dell’artrite reumatoide e più specifici rispetto agli ormai obsoleti Reuma test e reazione di Waaler-Rose. Si riscontrano nel 60-80% dei pazienti affetti da artrite reumatoide e nel 30% di pazienti negativi per il fattore reumatoide. Hanno valore anche come marker prognostico nell’evoluzione della malattia.
Aumentano nell’artrite reumatoide ma anche in altre connettiviti come il lupus eritematoso sistemico (LES).
ANTICORPI ANTI CELLULE BETA DELLE ISOLE DI LANGHERANS Vedi ICA
ANTICORPI ANTI CELLULE PARIETALI GASTRICHE
v.n. assenti
Gli anticorpi anti cellule parietali gastriche sono autoanticorpi che colpiscono lo stomaco.
Aumentano nell’anemia perniciosa con coinvolgimento gastrico e nel lupus eritematoso sistemico (LES).
ANTICORPI ANTI CENTROMERO
v.n. assenti
Gli anticorpi anti-centromero sono autoanticorpi che aggrediscono i centromeri dei nuclei cellulari.
Aumentano nella CREST (forma benigna di sclerodermia) e, più raramente, nel LES, nell’artrite reumatoide e nella sindrome di Sjogren.
ANTICORPI ANTI CHLAMYDIE (IgG e IgM)
v.n. inferiori a 10 UI
Gli anticorpi anti chlamydie indicano un contatto e una infezione da clamydie per via oculare (tracoma) o sessuale (linfogranuloma venereo, uretrite, ecc.) o aerea (psittacosi, polmoniti, ecc.). Gli anticorpi IgG indicano un contatto antico e quindi da sole non sono indice di infezione attuale, mentre gli anticorpi IgM indicano una infezione in atto.
ANTICORPI ANTI CITOPLASMA DEI NEUTROFILI Vedi ANCA
ANTICORPI ANTI “CORE” DEL VIRUS EPATITICO B (ANTI HBc)
v.n. assenti
Gli anticorpi anti HBc sono un indizio, che spesso dura tutta la vita, che il soggetto ha avuto in ato un’epatite B.
ANTICORPI ANTI “CORE” DI TIPO IgM DEL VIRUS EPATITICO B (ANTI HBc IgM)
v.n. assenti
Gli anticorpi anti HBc IgM sono un indice precoce di infezione epatitica da virus B nel suo esordio.
ANTICORPI ANTI CYTOMEGALOVIRUS (IgG e IgM)
v.n. un quinto o meno di un campione sicuramente positivo.
Le infezioni da citomegalovirus sono abbastanza frequenti. Quelle veramente pericolose sono acquisite in gravidanza perché possono determinare danni anche molto gravi al feto.
Per dimostrare una infezione in atto bisogna evidenziare un aumento delle IgG rispetto a un campione precedente o la presenza delle IgM nelle fasi iniziali della malattia.
ANTICORPI ANTI DELTA
v.n. assenti
Gli anticorpi antidelta si evidenziano solo nelle persone affette da epatite B.
Costituiscono un indice di elevata aggressività del virus. Risultano più frequenti nei tossicodipendenti e in chi ha subito trasfusioni di sangue infetto.
ANTICORPI ANTI DNA ( NATIVO)
v.n. assenti
Gli anticorpi anti DNA sono autoanticorpi che costituiscono una prova quasi decisiva nei confronti del lupus eritematoso sistemico (LES), soprattutto già in fase cronica. Di solito c’è una proporzione fra il livello degli autoanticorpi e la gravità della malattia.
ANTICORPI ANTI ECHINOCOCCO
v.n. assenti
Gli anticorpi antiechinococco servono a indicare il contatto con l’echinococco, parassita che può facilmente incistarsi anche nell’uomo per esempio a livello epatico o polmonare. La sensibilità risulta maggiore per le cisti epatiche che per quelle polmonari. L’azzeramento dei valori anticorpali indica la guarigione della malattia.
ANTICORPI ANTI ENA
v.n. assenti
Gli anticorpi anti ENA sono autoanticorpi del nucleo cellulare e sono utili nella diagnosi delle diverse connettiviti e nel LES. Il test per gli anti-ENA evidenzia infatti anche anticorpi contro le ribonucleoproteine (RNP), l’SCL 70, l’antigene Smith (Sm), presente nel 30% degli affetti da LES, l’antigene Jo-1, i cui anticorpi sono presenti in diverse connettivopatie e contro l’antigene B presente nella maggior parte dei pazienti affetti dalla sindrome di Sjogren (anti-SSB/LA e anti-SSA/RO).
ANTICORPI ANTI ENDOMISIO (EMA) IgA e IgG
v.n. assenti
gli EMA sono autoanticorpi che colpiscono il connettivo delle fibre muscolari dell’intestino tenue coinvolto patologicamente dal contatto del glutine. Il dosaggio delle IgA è più specifico rispetto a quello delle IgG per la malattia celiaca. Ci possono essere falsi negativi se la dieta è stata per lungo tempo priva di glutine o se ci sono deficit nella produzione delle IgA.
Aumentano nei casi di celiachia, nella dermatite herpetiforme e nella ipersensibilità al glutine dell’adulto (gluten sensitivity o GS) nel 70-80% dei casi.
ANTICORPI ANTIFOSFOLIPIDI
v.n. <10 U/ml 10-15 U/ml presenti ma deboli border line >15 U/ml positivo
Gli anticorpi antifosfolipidi sono un fattore di rischio per alterazioni della coagulazione e trombosi.
Aumentano nelle connettiviti, nelle tromboembolie arteriose e venose, nelle trombocitopenie e negli aborti.
ANTICORPI ANTIGLIADINA (AGA)
v.n. inferiore a 8 U. da 8 U. a 12 U. dubbio oltre le 12 U. positivo
Gli anticorpi antigliadina servono per diagnosticare la malattia celiaca ma anche altre malattie autoimmuni. La celiachia è assai probabile se gli AGA aumentano assieme agli EMA
Aumenta nella celiachia e in altre forme autoimmuni (connettiviti e LES).
ANTICORPI ANTI HERPES SIMPLEX
v.n. inferiori a 0,9 o assenti
I virus herpetici più importanti sono il tipo 1 e il tipo 2. Il primo è l’herpes labiale mentre il secondo è quello genitale. Le cheratocongiuntiviti erpetiche possono essere provocate sia dal tipo 1 che dal 2. Gli anticorpi neutralizzanti persistono per tutta la vita ed in corso di reinfezione possono aumentare o rimanere invariati, a differenza delle altre infezioni virali. Le IgM persistono per 8-12 settimane dalla prima infezione
Aumentano le IgG ma non le IgM nelle infezioni pregresse. Aumentano le IgM e solo in seguito le IgG nelle infezioni in atto.
ANTICORPI ANTI HERPES ZOSTER
v.n. assenti Il virus della varicella (e dell’herpes zoster) è ubiquitario ed è la causa della varicella da bambini e dell’herpes zoster da adulti. Durante l’infezione acuta nell’individuo si evidenzia un innalzamento degli anticorpi specifici di classe M (IgM), seguito dall’aumento delle IgG, che permangono tutta la vita.
Aumentano IgM e IgG insieme nell’infezione acuta (prima le IgM) Aumentano IgG ma non le IgM nelle infezioni pregresse.
ANTICORPI ANTI VIRUS HIV (HUMAN IMMUNODEFICIENCY VIRUS)
v.n. assenti
Il virus HIV è il responsabile della sindrome da immunodeficienza generale chiamata AIDS. Gli anticorpi segnalano il contatto e l’infezione con questo virus per via sessuale o tramite sangue infetto o per via iniettiva come nelle tossicodipendenze. Perché sia provata l’infezione e la malattia (con la conseguente potenziale contagiosità) è sufficiente che il test risulti positivo a due controlli successivi nel tempo.
ANTICORPI ANTI INSULINA (AIAA)
v.n. assenti
Gli anticorpi anti insulina si formano nei soggetti affetti da diabete di tipo 1 o insulinodipendenti. Gli anticorpi si formano anche se si usa l’insulina di derivazione umana ma meno di quanto si realizzerebbe con insuline di estrazione animale.
Questi anticorpi si legano all’insulina iniettata e ne riducono l’efficienza e possono quindi spiegare i casi di insulino-resistenza per cui l’ormone non agisce come dovrebbe nel controllo glicemico. Gli anticorpi anti insulina possono aumentare inopinatamente anche nelle fasi di distruzione delle cellule beta del pancreas prima dell’inizio clinico della malattia diabetica. In tal caso i più importanti sono gli ICA (islet cell antibodies, cioè anticorpi anti cellule beta dell’isola di Langherans), gli anticorpi anti glucosamindasi (anti GAD) gli anticorpi antitirosinchinasi ( IA2) e gli anticorpi anti-insulina (IAA).
ANTICORPI ANTI LEPTOSPIRA
v.n. diluizioni inferiori a 1:100
Gli anticorpi antileptospira indicano un contatto con le spirochete responsabili delle leptospirosi. Le leptospirosi possono provenire da cani, suini ma soprattutto da ratti.
ANTICORPI ANTI LISTERIA
v.n. diluizioni inferiori a 1:200-1:400
Gli anticorpi antilisteria indicano un contatto con le listerie, germi che provocano diverse malattie negli animali ma che possono essere trasmesse anche all’uomo.
Di solito la malattia nell’uomo ha un decorso benigno ma esistono casi, nei pazienti immunodepressi e nei neonati, dove si possono verificare meningiti e setticemie.
ANTICORPI ANTI MITOCONDRI
v.n. assenti
Gli anticorpi antimitocondri sono autoanticorpi che colpiscono i mitocondri cellulari.
Aumentano nella cirrosi biliare primitiva (90% di positività), in una piccola minoranza di casi di epatopatie croniche attive e nell’uso di lassativi a base di ossifenisatina.
ANTICORPI ANTI MUSCOLO LISCIO
v.n. assenti
Gli anticorpi anti muscolo liscio sono autoanticorpi che colpiscono le cellule della muscolatura liscia. Aumentano in molte forme di epatite cronica attiva ma talora anche nella mononucleosi infettiva, nella epatite alcolica cronica e nella epatite acuta.
ANTICORPI ANTI MUSCOLO STRIATO
v.n. assenti
Gli anticorpi anti muscolo striato sono autoanticorpi che possono coinvolgere diverse aree del muscolo striato. Quindi possiamo riconoscere in particolare gli anticorpi anti miofibrille e quelli anticorpi anti sarcolemma, oltre ad altri. I primi possono aumentare nelle miastenie e nei timomi. I secondi nei soggetti che hanno subito infarto cardiaco o interventi al cuore e, in proporzione minore nel reumatismo articolare acuto e nella nefrite da streptococco.
ANTICORPI ANTI MYCOPLASMA (IgG e IgM)
v.n. normalmente assenti, si considera positivo un indice superiore a un valore soglia
I mycoplasmi sono piccolissimi germi che possono provocare forme respiratorie fra cui polmoniti.
Aumentano le IgG nelle infezioni a partire dalla prima settimana e rimangono presenti fino al primo mese e oltre. Aumentano le IgM in quelle attuali ancora attive (fino a un anno dal contatto ).
ANTICORPI ANTINUCLEARI (ANA)
v.n. assenti
Sono autoanticorpi contro il nucleo cellulare.
Aumentano sempre nei casi di LES ma anche in quasi tutte le malattie autoimmuni e le connettivopatie oltre che nelle epatopatie acute e croniche e nell’uso di diversi farmaci (antiepilettici, procainamide, anticoncezionali orali, ecc.)
ANTICORPI ANTIPEPTIDE CITRULLINATO CICLICO Vedi ANTICORPI ANTI C
ANTICORPI ANTIPEROSSISASI Vedi ANTIPEROSSIDASI
ANTICORPI ANTIPOLISACCARDIDE “C” STREPTOCOCCICO GRUPPO SPECIFICO
v.n. con titolazioni inferiori a 340
La presenza di anticorpi contro il polisaccaride “C” evidenzia una particolare
aggressività del germe streptococcico con un maggior rischio di coinvolgimento patologico delle valvole cardiache.
ANTICORPI ANTI PROTEINA “M” STREPOCOCCICO GRUPPO SPECIFICA
v.n. con titolazioni inferiori a 1/16
La proteina “M” è una proteina della parete dello streptococco piogenico. Gli anticorpi anti proteina “M” compaiono 1-2 mesi dopo l’infezione ma non sussistono in base a una terapia antibiotica precoce. Una volta determinatisi, possono restare presenti anche per anni, anche dopo la guarigione.
ANTICORPI ANTI RETICOLINA (ARA)
v.n. assenti
Sono autoanticorpi utili per la diagnosi della celiachia o della sindrome della sensibilità al glutine dell’adulto (GS). E’ uno dei test che cerca di sostituire la biopsia intestinale per la diagnosi delle celiachie.
Aumentano nella celiachia e nella GS.
ANTICORPI ANTI RH (Rhesus)
v.n. assenti
E’ importante la ricerca degli anticorpi anti Rh nella gravidanza di una donna Rh negativa. Se infatti si reperissero elevati tassi di anticorpi potrebbe scatenarsi una incompatibilità materno fetale con potenziali rischi anche gravi al feto, eritroblatosi e itterizia.
ANTICORPI ANTIROSOLIA DI TIPO IgG
v.n. inferiori a 15 U.I./ml
Questi anticorpi compaiono entro una settimana dall’eritema cutaneo indotto dal virus della rosolia ma possono persistere per molti anni. Se prima di una gravidanza questi anticorpi sono presenti in quantità superiore ai valori normali, non ci sarà una infezione e il feto risulterà protetto. Invece, in assenza di anticorpi o con valori inferiori a quelli normali bisognerà eseguire una vaccinazione alla donna che vorrà entrare in gravidanza. Altissimi titoli anticorpali significano solamente che l’infezione o la reinfezione è relativamente recente
ANTICORPI ANTIROSOLIA DI TIPO IgM
v.n. inferiori a 0,910 (indice di Rubazyme)
Al contatto con il virus della rosolia, si ottiene un rapido aumento degli anticorpi IgM con un picco circa due settimane dopo l’eritema cutaneo. Se questi anticorpi sono presenti in quantità elevata, ciò è indice di infezione primaria, cioè costituisce segno che questa è una prima infezione in assoluto.
ANTICORPI ANTI SALMONELLE (REAZIONE DI WIDAL)
v.n. assenti
La presenza di questi anticorpi indica la presenza di una infezione da salmonelle. Gli anticorpi possono essere presenti contro gli antigeni O e contro gli antigeni H. A seguito di vaccinazioni, gli anticorpi anti H possono persistere nel sangue per anni, senza motivazioni patologiche.
ANTICORPI ANTITIROIDE (anti-tireoperossidasi o anti TPO) v. ANTIPEROSSIDASI
ANTICORPI ANTITIROIDE (anti-tireoglobuline, antimitocondri tiroidei)
v.n. fino a titolazione 1:100
La tiroide è una ghiandola endocrina fondamentale per il mantenimento del metabolismo basale. Sono frequenti le forme autoimmuni che coinvolgono il parenchima e la produzione di autoanticorpi specifici tra i quali le antitireoglobuline e quelli antimitocondri.
Aumentano nella tiroidite di Hashimoto, nel carcinoma tiroideo, nel mixedema, nel gozzo nodulare, nelle tiroiditi granulomatose, nel Morbo di Graves-Basedow, meno frequentemente anche nelle connettivopatie autoimmuni
ANTICORPI ANTITOXOPLASMA IgG
v.n. inferiori a titolazioni 1:50
Il toxoplasma è un parassita che crea nell’uomo, tramite la trasmissione di solito per via oro fecale, spesso a causa di gatti randagi, infezioni a decorso banale. Tuttavia in gravidanza possono determinarsi gravissimi danni al feto. Se la paziente gravida presenta anticorpi IgG, tuttavia, risulta immune. Ma se è negativa dovrà stare molto attenta a non contrarre la malattia durante tutte le fasi della gravidanza bonificando molto bene le verdure crude e cercando di evitare animali come i gatti non conosciuti. In presenza di questi anticorpi oltre i valori normali, il significato è quello di una pregressa infezione del toxoplasma
ANTICORPI ANTITOXOPLASMA IgM
v.n. assenti
In presenza di questi anticorpi si può fare diagnosi di infezione in atto e provvedere alle terapie del caso se necessario soprattutto se la donna è gravida per i rischi a cui è sottoposto il feto o se la persona è immunodepressa. Il picco di questi anticorpi viene raggiunto dopo due settimane dall’infezione per poi ridursi ed eventualmente scomparire entro due mesi.
ANTICORPI ANTI VIRUS DI EPSTEIN-BARR (ANTICORPI ANTI MONONUCLEOSI)
v.n. assenti
E’ il test per evidenziare la mononucleosi infettiva, malattia determinata dal virus di Eptstein-Barr. E’ molto più specifico rispetto al MonoTest. Si possono verificare la formazione di IgG e IgM. Le IgG possono rimanere in circolo anche per anni dopo la guarigione.
Aumentano in caso di infezione da mononucleosi. Se aumentano solo le IgM la mononucleosi è in fase acuta.
Se aumentano solo le IgG il paziente è convalescente.
ANTICORPI ANTI TRANSGLUTAMINASI TISSUTALE (TGA)
v.n. inferiore a 5 UA/ml inferiore a 3 anni positivo superiore a 5 UA/ml superiore a 3 anni fra 5 e 7 UA/ml border line superiore a 3 anni positivo sopra i 7 UA/ml
Sono anticorpi utili e molto specifici per la diagnosi della celiachia. Aumentano nella celiachia
ANTIGENE AUSTRALIA Vedi HB S Ag
ANTIGENE CANCRO GASTRO INTESTINALE (CA 19-9)
v.n. inferiore a 40 U/ml
Il CA 19-9 è un antigene circolante nel sangue soprattutto in presenza di tumori dell'apparato gastrodigerente.
Aumenta nei tumori del pancreas, nelle recidive di tumori già operati, nelle cirrosi epatiche, nelle pancreatiti, nelle epatiti.
ANTIGENE CARBOIDRATO 125 (CA 125)
v.n. inferiore a 35 U/ml.
Il CA 125 è una glicoproteina che costituisce un ottimo marker tumorale in particolare per quanto riguarda i tumori dell’ovaio.
Aumenta nei tumori dell’ovaio o per le recidive ovariche dopo asportazione chirurgica ma può aumentare anche nei tumori del pancreas, della mammella, del polmone e gastrointestinali. Può aumentare anche nell’endometriosi e neo fibromi uterini e dell’ovaio.
ANTIGENE CARBOIDRATO 15-3 (CA 15-3)
v.n. inferiore a 25 U/ml
Il Ca 15-3 è una glicoproteina che costituisce un ottimo marker tumorale soprattutto per quanto riguarda i tumori della mammella.
Aumenta nei tumori mammari o per le recidive dei tumori della mammella dopo asportazione chirurgica ma può aumentare anche per tumori del fegato, del pancreas, del polmone e dell’ovaio.
ANTIGENE CARBOIDRATO 27-29 (CA 27-29)
v.n. inferiore a 25 U/ml
Il Ca 27-29 è una glicoproteina che costituisce un ottimo marker tumorale soprattutto per quanto riguarda i tumori della mammella.
Aumenta nei tumori mammari o per le recidive dei tumori della mammella dopo asportazione chirurgica.
ANTIGENE CARBOIDRATO 19-9 Vedi ANTIGENE CANCRO GASTRO INTESTINALE
ANTIGENE CARCINOEMBRIONARIO Vedi CEA
ANTIGENE DI ISTOCOMPATIBILITA’ LINFOCITARIO A 29 Vedi HLA A 29
ANTIGENI DI ISTOCOMPATIBILITA’ LINFOCITARI B5 e B 51 Vedi HLA B 5 E B 51
ANTIGENE DI ISTOCOMPATIBILITA’ LINFOCITARIO B 27 Vedi HLA B 27
ANTIGENE DI SUPERFICIE DELL’EPATITE B Vedi HB S Ag
ANTIGENE PROSTATICO SPECIFICO Vedi PSA
ANTIPEROSSIDASI (TPO)
v.n. inferiore a 15 UI/ml.
I TPO sono autoanticorpi che attaccano un enzima della tiroide importante per la sintesi degli ormoni tiroideali.
Aumenta nelle tiroiditi croniche di Hashimoto, nell’ipotiroidismo primario, nel morbo di Graves. Diminuisce nell’adenoma della tiroide, nel gozzo multi nodulare, nell’anemia
perniciosa, nel morbo di Addison, nel diabete insulinodipendente.
ANTITROMBINA III
v.n. 22-39 ng/100 ml
L’antitrombina III è una alfa 2 globulina importante per contrastare la coagulazione del sangue. Possono sussistere deficit genetici-familiari o acquisiti tramite epatopatie. Il deficit favorisce coaguli di trombina all’interno dei vasi ed è particolarmente rischioso per un eventuale sviluppo di embolia polmonare.
Diminuisce per fattori genetici o per epatopatie croniche.
APC RESISTANCE
v.n. 1,3 e 1,5 ratio per gli omozigoti 1,7 e 2,0 ratio per gli eterozigoti.
La resistenza alla proteina C attivata è un test in grado di fornire utili indicazioni su una malattia ereditaria che determina un aumento dei rischio trombotico che è stimato essere di 7 volte maggiore per gli eterozigoti (cioè i portatori di alterazioni genetiche in una sola delle due copie del gene) e di 80 volte maggiore per gli omozigoti (portatori di alterazioni in entrambe le copie del gene).
Essere portatore di un'alterazione allo stato eterozigote o omozigote non vuol dire avere la certezza assoluta che si manifesterà un evento trombotico ma indica che è aumentato il rischio di svilupparlo. Il trombo si manifesta più frequentemente se sono presenti contemporaneamente altri fattori di rischio, che possono essere endogeni (ad esempio deficit di altri fattori anticoagulanti, come l'antritrombina III, la proteina C, la proteina S, ecc.) o esterni (chirurgia, uso di contraccettivi orali, gravidanza, scarsa attività fisica, ecc.).
APOLIPOPROTEINA A
v.n. 150-300 mg/100 ml
L’apolipoproteina A costituisce il 60 % delle lipoproteine ad alta densità (HDL). Sono le lipoproteine che proteggono la salute della nostra microcircolazione. Una loro diminuzione costituisce un rischio generico aterosclerotico e vasculopatico.
APOLIPOPROTEINA B
v.n. 43-135 mg/100 ml
L’apolipoproteina B costituisce il 30% delle HDL. Un loro aumento, al contrario, favorisce le vasculopatie.
APTOGLOBINA
v.n. 70-250 mg/100 ml
L’aptoglobina è una alfa 2 globulina utile per l’equilibrio della funzione dell’emoglobina nel sangue. Viene prodotta dal fegato.
Aumenta nei processi infiammatori e tumorali del fegato. Diminuisce nella insufficienza epatica.
ARA Vedi ANTICORPI ANTIRETICOLINA
ASPARTATO AMINOTRANSFERASI Vedi TRANSAMINASI GLUTAMMICO-OSSALACETICA
AST Vedi TRANSAMINASI GLUTAMMICO-OSSALACETICA
AZOTEMIA
v.n.. 10-50 mg/100 ml.
L’azotemia misura il tasso di azoto contenuto nel sangue in forma di urea, creatininina, amminoacidi e acido urico e serve essenzialmente per valutare la funzionalità renale.
Aumenta in tutte le patologie renali croniche e acute, nella gotta, nel diabete mellito, nella cirrosi epatica, nella leptospirosi ma può aumentare anche per diete iperproteiche (per esempio la dieta Dukan) e dopo impegni fisici notevoli. Diminuisce nelle diete ipoproteiche, nell’epatite virale acuta, nell’ipopituitarismo e per l’uso di diversi farmaci (salicilati, metildopa, chemioterapici, cefalosporine, ecc.)
B2-GPI Vedi ANTIBETA 2 GLICOPROTEINA I UMANA
BASOFILI Vedi FORMULA LEUCOCITARIA
BETA 1 GLOBULINA Vedi ELETTROFORESI DELLE PROTEINE
BETA 2 GLOBULINA Vedi ELETTROFORESI DELLE PROTEINE
BETA HCG PLASMATICA O GONADOTROPINA CORIONICA UMANA Vedi GONADOTROPINA CORIONICA
BILIRUBINA TOTALE
v.n. 0,10-1,30 mg/100 ml
La bilirubina è il principale prodotto di scarto che deriva dall’emoglobina. Si divide in diretta o coniugata o pre-epatica e indiretta o libera o post-epatica.
Aumenta in tutti i tipi di ittero (emolitici, meccanici, epatocellulari, ecc.) e nelle iperbilirubinemie genetiche familiari (sindrome di Gilbert, sindrome di DubinJohnson, ecc.). Può aumentare anche per digiuni di 24-48 ore sia nei soggetti normali che negli itterici, e per l’uso di farmaci quali il paracetamolo, il clordiazepossido e diversi antibiotici.
BILIRUBINA INDIRETTA (LIBERA) E DIRETTA (CONIUGATA)
v.n. indiretta 0,00-1,20 mg/100 ml diretta 0,00-0,30 mg/100 ml
La bilirubina indiretta aumenta da sola negli itteri emolitici e nella sindrome di Gilbert mentre aumenta con la diretta negli itteri epatici. La bilirubina diretta aumenta da sola nella sindrome di Dubin-Johnson, aumenta negli itteri meccanici di più rispetto a quella indiretta e, infine, aumenta meno rispetto a quella indiretta negli itteri epatocellulari.
BIOTINA Vedi VITAMINA H
CA 15-3 Vedi ANTIGENE CARBOIDRATO 15-3
CA 19-9 Vedi ANTIGENE CANCRO GASTRO INTESTINALE
CA 27-29 Vedi ANTIGENE CARBOIDRATO 27-29
CA 125 Vedi ANTIGENE CARBOIDRATO 125
CIO
v.n. nella valutazione I meno di 0,20 microgrammi/100 ml nella valutazione II da 0,20 a 1,00 microgrammi /100 ml
La ciemia, cioè la concentrazione del cio nel sangue, evidenzia il livello di esposizione ai soggetti esposti per lavoro a questo metallo potenzialmente tossico. Una volta allontanati dall’ esposizione i livelli ematici impiegano anche un paio di anni prima di tornare normali.
Aumenta nei forti fumatori di sigarette e negli operatori esposti alle lavorazioni con cio.
CALCEMIA Vedi CALCIO
CALCIO
v.n. 8,6-10,5 mg/100 ml
Il calcio è fondamentale nel metabolismo umano sia per l’attività muscolare, sia per la coagulazione, sia per il ricambio osseo e l’equilibrio calcio-fosforo regolato dalle ghiandole paratiroidi.
Aumenta nell’iperparatiroidismo, nel plasmocitoma, nei tumori ossei, nell’eccesso di vitamina D, nella malattia di Paget, nella sarcoidosi, nel trattamento con diuretici. Diminuisce nell’ipoparatiroidismo e nello pseudoipoparatiroidismo, nell’ipoalbuminemia, nelle nefropatie croniche, in dialisi, nel deficit di vitamina D e nel malassorbimento intestinale.
CALCITONINA
v.n. 0-30 pg/ml
La calcitonina è un ormone tiroideo che regola l’equilibrio del riassorbimento e della produzione ossea in simbiosi e in antagonismo con il paratormone delle paratiroidi.
Aumenta nel carcinoma midollare della tiroide e più raramente anche in altri tumori di altri organi (polmoni, mammella, pancreas) oltre che nelle sindromi paraneoplastiche.
CARBOSSIEMOGLOBINA
v.n. nella classe di valutazione I nei fumatori è inferiore all’8%, nei non fumatori al 4% nella classe di valutazione II nei fumatori è fra l’8-12 %, nei non fumatori dal 4 al 12%
Indica l’esposizione al monossido di carbonio, gas inodore e molto pericoloso per la vita. Di solito si forma nell’aria di casa per la produzione di stufette o riscaldamenti difettosi, senza che ce ne si possa accorgere, soprattutto di notte. Per percentuali al 5 % iniziano i sintomi, mentre al 60% si ha la morte del soggetto.
CEA (ANTIGENE CARCINO EMBRIONARIO)
v.n. 0-5 ng/ml
Il CEA è una glicoproteina presente in diversi tessuti del tubo digerente, pancreas e dell’apparato respiratorio oltre che in quelli embrionari, coinvolta nei processi di adesione cellulare. La sua produzione si ferma prima della nascita. E’ utile verificare dopo interventi chirurgici di asportazioni di tumori che tali livelli non crescano indicando una recidiva. Oggi markers tumorali più precisi sono il TPA e il CA19-9 ma per il carcinoma della mammella mantiene una sua importanza.
Aumenta nei fumatori e nei carcinomi del polmone, del pancreas, del settore gastroenterico e della mammella, nella colite ulcerosa,nella pancreatite, nella cirrosi epatica, nella malattia cronico bronco ostruttiva (BPCO) e nella malattia di Crohn.
CELLULE LE
v.n. assenti
Le cellule LE sono globuli bianchi in fase macrofagica che contengono al loro interno residui di nuclei cellulari.
Aumentano nel LES, nell’artrite reumatoide, nelle collagenopatie.
CERUROPLASMINA
v.n. 25-45 mg/100 ml
Il rame alimentare raggiunge il fegato dove viene legato alla ceruloplasmina che lo veicola in circolo.
Aumenta con l’uso della pillola anticoncezionale, al primo trimestre di gravidanza, nella cirrosi biliare primitiva, nelle infiammazioni generiche. Diminuisce nella malattia di Wilson e nella nutrizione parenterale forzata.
CK-MB
v.n. 0-25 mU/ml
La CK-MB è un'isoenzima della creatinchinasi concentrato soprattutto a livello del muscolo cardiaco. Vedi anche Creatinfosfochinasi.
Aumenta per infarto cardiaco, distrofia muscolare o intenso stress muscolare.
CLORO
v.n. 98-109 mEq/L.
Il cloro è un anione ubiquitario in tutti i liquidi extracellulari dell’organismo.
Aumenta nell’insufficienza renale con eccessivo apporto di cloruri, nell’acidosi renale tubolare, nelle anastomosi uretero-sigmoidee, nelle disidratazioni, nelle eccessive somministrazioni di soluzioni clorurate Diminuisce nelle forme gastroenteriche con vomito e/o diarrea, nell’insufficienza renale con ridotto apporto di cloruri, nel trattamento con certi diuretici, nell’ipersudorazione, nell’insufficienza surrenalica, nell’acidosi respiratoria cronica, nell’alcalosi metabolica per ingestione di bicarbonati o deficit di potassio.
COLESTEROLO
v.n. 125-215 mg/100 ml
Il colesterolo è una frazione lipidica delle lipoproteine ed è fondamentale nel metabolismo delle membrane cellulari e nella genesi delle vasculopatie.
Aumenta nelle iperlipoproteinemie anche genetiche familiari, negli itteri ostruttivi, nelle sindromi nefrosiche, nell’ipotiroidismo, nelle alimentazioni scorrette in eccesso. Diminuisce nell’ipertiroidismo, nello scarso apporto alimentare, nell’anemia perniciosa.
COLESTEROLO HDL (HIGH DENSITY LIPOPROTEIN)
v.n. 40-80 mg/100 ml.
La frazione HDL del colesterolo, nel complesso, non solo non favorisce le vasculopatie ma realizza al contrario un fattore di vasoprotezione. Un elevato valore di HDL in associazione ad un elevato livello di colesterolo non è quindi pericoloso, mentre un basso livello di HDL costituisce di per sé un fattore di rischio vascolare soprattutto se il colesterolo è oltre i limiti normali.
COLESTEROLO LDL (LOW DENSITY LIPOPROTEIN)
v.n. 70-180 mg/100 ml.
La frazione LDL del colesterolo favorisce le vasculopatie e l’aterosclerosi.
Aumenta nel diabete mellito, nell’epatite cronica, nell’uso di contraccettivi orali, nell’ipotiroidismo, nel LES, nel morbo di Cushing, nell’obesità, nella pancreatite acuta e nella sindrome nefrosica. Diminuisce nelle anemie croniche, nel morbo di Addison, nella malnutrizione e nel malassorbimento.
COLESTEROLO VLDL (VERY LOW DENSITY LIPOPROTEIN) Vedi COLESTEROLO LDL, di cui costituisce un’altra frazione similare nel comportamento
COLINESTERASI
v.n. 4650-13950 U.I./L.
La colinesterasi è un enzima presente nei globuli rossi e nel tessuto nervoso.
Diminuisce nei deficit congeniti di colinesterasi, nell’insufficienza epatica, nelle intossicazioni da pesticidi.
COMPONENTI MONOCLONALI
Vedi ELETTROFORESI DELLE PROTEINE
COMPLEMENTO ( C3-C4)
v.n. C 3 88-252 mg/100 ml C 4 12-75 mg/100 ml
Il sistema del “complemento” è costituito da circa 15 proteine che creano lisi cellulare, liberazione di istamina, contrazione della muscolatura liscia e blocco dell’azione dei virus.
C 3 Diminuisce per deficit congenito di C3, nelle glomerulonefriti acute, nel LES, nelle malattie autoimmuni e da immunocomplessi. C 4 Diminuisce per deficit congenito di C4. Aumenta nel LES, nelle malattie autoimmuni da immunocomplessi, nelle glomerulonefriti acute e nelle crioglobulinemie.
CONTA LEUCOCITARIA Vedi FORMULA LEUCOCITARIA
CONCENTRAZIONE EMOGLOBINICA
Vedi MCHC
CONCENTRAZIONE EMOGLOBINICA CORPUSCOLARE MEDIA Vedi MCHC
CORTISOLO
v.n. 5-25 microgrammi/100 ml
Il cortisolo è un importantissimo ormone prodotto dall’area corticale del surrene sotto controllo ipofisarico.
Aumenta nella sindrome di Cushing (da adenoma surrenalico o da adenoma ipofisario). Diminuisce nel morbo di Addison (insufficienza surrenalica).
K Vedi CREATINFOSFOCHINASI
CREATINFOSFOCHINASI (K)
v.n. 35-143 U.I./L. nei maschi
33-194 U.I./L. nelle femmine
La K è un enzima presente nella muscolatura liscia (isoenzima MM) e nel muscolo cardiaco (isoenzima MB).
Aumenta nelle miopatie (distrofiche, croniche, congenite, ecc.), nella intensa attività muscolare (soprattutto la frazione MM) , e nell’infarto miocardico (soprattutto la frazione MB)
CREATININA
v.n. 0,60-1,25 mg/100 ml.
La creatinina è un catabolita della creatina e viene escreto dopo filtrazione renale.
Aumenta nell’insufficienza renale, e, più dell’azotemia, evidenzia la capacità di filtraggio renale.
CRIOGLOBULINE
v.n. assenti
Le crioglobuline sono proteine che precipitano a basse temperature (4 gradi Celsius) ma tornano normali a 37 gradi Celsius.
Aumentano nelle collagenopatie, nelle neoplasie (linfomi, leucemie, mielomi, ecc.), nelle infezioni batteriche e virali (sifilide, endocarditi batteriche, mononucleosi infantile), nella sarcoidosi, nella colite ulcerosa, nelle epatiti croniche.
D DIMERO
v.n. inferiore a 250 microgrammi/l (unità SI inferiore a 1,37 nmol/l) (meglio non sotto i 100 microgrammi/l)
E’ un test che verifica la presenza del D dimero, un prodotto della dissoluzione di un coagulo di fibrina.
Aumenta nelle cardiopatie, nella coagulazione intravascolare disseminata, nell’embolia polmonare, nell’eclampsia, nelle epatopatie, nella fibrinolisi e nell’ uso di agenti antitrombolitici. Diminuisce nella gravidanza avanzata, nelle trombosi, nei tumori maligni, nelle infezioni, nel periodo post-operatorio.
DEIDROEPIANDROSTERONE SOLFATO (DHEA)
v.n. 1670-2640 ng/ml maschi neonati 100-600 ng/ml maschi in età puberale 1990-3340 ng/ml fra i 20 e i 40 anni 900-2000 ng/ml fra i 40 e i 65 anni 189-860 ng/ml oltre i 65 anni
1670-2640ng/ml femmine neonate 100-600 ng/ml femmine in età puberali 820- 3380 ng/ml femmine in età adulta 110-610 ng/ml in post menopausa
Il DHEA è un ormone androgenico secreto dal surrene.
Aumenta nella donna negli irsutismi, nell’acne, nell’iperplasia surrenalica congenita.
DHEA Vedi DEIDROEPIANDROSTERONE SOLFATO
DIGOSSINA
v.n. 0.8-2,0 ng/ml
La digossina è un farmaco utilizzato in particolari cardiopatie. E’ importante valutare i suoi livelli ematici per l’alto rischio di potenziali intossicazioni e per la corretta regolazione dei suoi dosaggi.
eGFR (estimated Glomerular Filtration Rate o VELOCITA’ di FILTRAZIONE GLOMERULARE) v.n. 60.-160 ml/min
L’eGFR è il valore della velocità della filtrazione del glomerulo renale.
Diminuisce nelle riduzioni di flusso sanguigno ai reni: glomerulo nefriti, disidratazione, insufficienza cardiaca, nefropatie di diverso tipo.
DIURETINA Vedi ADH
ELETTROFORESI DELLE PROTEINE
La concentrazione normale delle proteine plasmatiche totali è 7-8 g/dl. Queste possono essere divise dall’elettroforesi in diverse frazioni .
I valori normali delle diverse frazioni sono:
Albumina 58,7 % Alfa 1 globuline 2,5 % Alfa 2 globuline 10 % Beta 1 globuline 8,4 % Beta 2 globuline 4,3 % Gamma globuline 16,1% rapporto A/G 1,42 v.n. Albumina 3,6-4,9 g/dl. Alfa 1 globuline 0,2-0,4 g/dl. Alfa 2 globuline 0,4-0,8 g/dl. Beta 1 globuline 0,3-0,5 g/dl Beta 2 globuline 0,3-0,5 g/dl Gamma globuline 0,6-1,4 g/dl Componenti monoclonali (v.n. assenti)
L’elettroforesi del plasma è una tecnica che analizza le proteine presenti nel plasma. Con questo esame vengono separate ed esaminate le seguenti proteine: l’albumina, la più abbondante, le alfa1 globuline, le alfa2 globuline, le beta globuline e le gamma globuline. Alcune proteine plasmatiche sono prodotte dal fegato, mentre altre vengono rilasciate nel sangue da cellule che fanno parte del
sistema immunitario.
Albumina Aumenta con la disidratazione, il vomito, la diarrea o con l’eccessiva sudorazione. Diminuisce con la malnutrizione, il digiuno prolungato, il malassorbimento, nelle malattie renali ed epatiche, nell’alcolismo, nelle ustioni, nelle generiche infiammazioni, nell’ipertiroidismo, in gravidanza.
Alfa 1 globuline Aumentano nelle malattie infiammatorie croniche, nelle malattie infettive, nell’infarto cardiaco, nella assunzione della pillola contraccettiva, nella gravidanza. Diminuiscono nelle malattie epatiche gravi, nell’enfisema congenito, nelle malattie renali.
Alfa 2 globuline Aumentano nelle malattie renali, nelle malattie infiammatorie croniche e acute, nelle infezioni, nell’infarto cardiaco, nella sindrome di Down, nel diabete mellito, in alcuni tumori maligni. Diminuiscono nelle malattie epatiche gravi, nell’ ipertiroidismo, nell’anemia emolitica, nell’artrite reumatoide.
Beta 1e 2 globuline Aumentano nella anemia da carenza di ferro, in alcuni casi di mieloma multiplo, nella ipercolesterolemia e in gravidanza.
Diminuiscono nella cirrosi epatica e nella malnutrizione.
Gamma globuline Aumentano per alcune malattie del sistema immunitario dette gammopatie (MGUS), nel mieloma multiplo, nelle malattie epatiche croniche, nelle infezioni acute e croniche, in alcuni tumori, nell’artrite reumatoide, nel LES. Diminuiscono con alcune malattie ereditarie del sistema immunitario
EMA Vedi ANTICORPI ANTI ENDOMISIO IgA e IgG EMATOCRITO (HCT)
v.n. 42-50% nei maschi 36-45% nelle femmine 45-75% nei neonati 34-46% a sei mesi di vita 33-44% da 1 a 4 anni 36-43 a 10-11 anni
Il sangue può essere scomposto, previa centrifugazione, in una parte corpuscolata, dove sussistono le emazie (globuli rossi) e in una parte liquida. Quindi attraverso l’ematocrito possiamo definire un ulteriore utile parametro per valutare il numero effettivo di globuli rossi che trasportano ossigeno oltre la loro conta complessiva.
L’ematocrito aumenta quando è in aumento la parte corpuscolata del sangue e si realizza una poliglobulia per aumento per esempio dei globuli rossi o per linfomi e leucemie, o per uso di sostanze dopanti, o per riduzione della parte liquida per disidratazione (inspissatio sanguinis). Diminuisce per riduzione della parte corpuscolata come per esempio nelle varie forme di anemia o per iperidratazione a causa di una aumento relativo della parte liquida.
EMAZIE Vedi GLOBULI ROSSI
EMOCOLTURA
v.n. germi assenti
L’emocoltura è un esame che viene praticato per l’eventuale reperimento di germi nel sangue. Tale esame viene eseguito nelle situazioni febbrili ove non si conosca la fonte dell’infezione e per capire quale sia il germe responsabile.
EMOCROMO Vedi ESAME EMOCROMOCITOMETRICO COMPLETO
EMOGLOBINA (HGB)
v.n. 13-18 g/dl nei maschi tra i 20-40 anni 14-17 g/dl nei maschi sopra i 40 anni 12-16 g/dl nelle femmine fra i 20-40 anni 12-17,5 g/dl nelle femmine sopra i 40 anni 17-27 g/dl nei neonati 10-15 g/dl a sei mesi di vita 9,5-14,5 g/dl a 1 anno 10-16 G/dl dai 4 ai 10 anni
L’emoglobina è il pigmento dei globuli rossi a cui si lega l’ossigeno. E’ costituita dall’eme che contiene ferro e dalla globina, una particolare proteina che necessita do acido folico e di vitamina B12. Nei polmoni l’emoglobina e l’ossigeno creano un composto detto ossiemoglobina dal colore rosso vivo che conferisce questo colore al sangue arterioso che si diluisce sempre più perdendo la vivacità del rosso nel sangue venoso più povero di carbossiemoglobina.
Aumenta nelle poliglobulie. Diminuisce nelle forme di anemia.
RDW (INDICE DI DISTRIBUZIONE DEI VOLUMI ERITROCITARI)
v.n. 11%-16,5%
HDW (INDICE DI DISTRIBUZIONE DELLA CONCENTRAZIONE DI EMOGLOBINA)
v.n. 2,2-3,2 g/dl.
RDW e HDW calcolano in modo automatico gli indici di grandezza e di contenuto di emoglobina dei globuli rossi, mettendoli in rapporto fra loro.
EMOGLOBINA CORPUSCOLARE MEDIA
v.n. 28-33 pg/cellula
L’emoglobina corpuscolare media indica la quantità di emoglobina contenuta all’interno dei globuli rossi ed è correlata all’MCV.
Aumenta nel’abuso di alcool, nel deficit di acido folico e vitamina B12, nelle epatopatie croniche, nell’ipotiroidismo, nella sferocitosi, nelle malattie del midollo osseo e per l’uso di farmaci come l’eparina, il metotrexate la fenilidantoina, ecc. Diminuisce nelle anemie falciformi, nelle anemie sideropeniche, nell’artrite reumatoide, nell’avvelenamento da piombo, nella talassemia, nelle neoplasie.
EMOGLOBINA FETALE
v.n. solo tracce nel bambino e nell’adulto
E’ uno dei tipi di emoglobina che trasferisce l’ossigeno dal polmoni alla periferia dell’organismo. E’ predominante nella vita fetale ma scompare dopo la prima infanzia.
Aumenta nelle forme di anemia microcitica, per gravidanza, in alcune forme di leucemia, giovanile cronica, nella tireotossicosi, nel carcinoma epatico.
EMOGLOBINA GLICATA (O GLICOSILATA)
v.n. 4.0-8.5 % della emoglobina totale.
Nei soggetti diabetici, il contatto prolungato fra glucosio ed emoglobina crea un aumento della percentuale di presenza della emoglobina glicata rispetto al resto dell’emoglobinemia. L’indice evidenzia quindi una stato di iperglicemia cronica potenzialmente pericolosa per le complicazioni della malattia diabetica.
EMOGLOBINE
v.n. presente solo la banda dell’emoglobina A e il 2-3% della emoglobina A2
L’emoglobina A2 aumenta nel casi di anemia mediterranea (Beta Talassemia) anche di due-tre volte. In questi casi non è attendibile il dosaggio dell’emoglobina glicata. L’emoglobina F è presente nel sangue fetale ma poi scompare progressivamente dopo la nascita. In diverse emoglobinopatie si assiste ad un aumento dell’emoglobina F.
ENA (ANTICORPI ANTI ANTIGENI NUCLEARI ESTRAIBILI) Vedi anche ANTICORPI ANTI ENA
v.n. negativo
Gli Ena sono sono autoanticorpi diretti contro particolari frazioni del nucleo Questo test si accompagna spesso alla ricxerca degli ANA. Esistono diversi tipi di ENA. Quelli più frequentemente ricercati sono gli AntiRo (SSA), gli anti La (SSB), i Sm, i Jo-1, anti CENP, ecc.
Aumentano nei casi di malattia autoimmune, vasculiti, artriti reumatoide, LES, connettiviti, uveiti, sindrome di Sjogren.
EOSINOFILI
Vedi FORMULA LEUCOCITARIA
ESAME EMOCROMOCITOMETRICO COMPLETO O CONTO COMPLETO DEL SANGUE (CBC)
Con questo esame possono essere valutate diversi parametri delle condizioni della crasi ematica, cioè il numero dei globuli rossi, l’ematocrito, la concentrazione emoglobinica, il volume corpuscolare medio, l’emoglobina corpuscolare media, la concentrazione emoglobinica corpuscolare media, il numero delle piastrine, il volume delle piastrine, il numero dei globuli bianchi e la formula leucocitaria. Vedi le Singole Voci
ESTRADIOLO (17 beta estradiolo)
v.n. 0-50 pg/ml nel maschio 5-30 pg/ml nella femmina in menopausa 20-120 pg/ml nella femmina in fase follicolare 80-300 pg/ml nella femmina in fase pre-ovulatoria 60-170 pg/ml nella femmina in fase luteinica 100-3000 pg/ml nella femmina gravida nella prima settimana 6500-29000 pg/ml nella femmina al termine della gravidanza
L’estradiolo è un ormone secreto dalle gonadi (ovaio e testicolo) e dalla placenta.
È il principale ormone fra gli estrogeni
Aumenta nei tumori estrogeni secernenti nei maschi. Diminuisce nei deficit gonadici primari, nella menopausa, nell’ipopituitarismo, nella anoressia, nella gestosi. Il suo dosaggio è utile in gravidanza per valutare lo stato di benessere fetoplacentare e per valutare la ginecomastia maschile.
ESTRIOLO
v.n. 30 mcg/L. alla 20 settimana 65 mcg/L alla 28 settimana 123 mcg/L alla 32 settimana 148 mcg/L alla 36 settimana 230 mcg/L. alla 40 settimana
E’ l’estrogeno prodotto durante la gravidanza dal complesso feto-placenta e consente di controllare l’andamento della gravidanza soprattutto se a rischio perché se scende sotto i livelli normali indica una sofferenza fetale.
FATTORE REUMATOIDE Vedi RA TEST
FATTORI DI COAGULAZIONE
La coagulazione del sangue è un processo per cui si viene a formare un coagulo o un trombo all’interno o all’esterno dei vasi. E’ fondamentale per fermare qualunque emorragia (emostasi).
Un deficit di questi fattori determina forme emofiliche e facili sanguinamenti mentre un eccesso di coagulazione favorisce la trombosi e l’infarto. La coagulazione è un processo molto complesso in cui intervengono 13 diversi fattori (definiti da un nome e da un numero romano), contemporaneamente per via intrinseca, più lenta, e per via estrinseca e che si congiungono infine in una via comune.
I Fibrinogeno II Protrombina III Tromboplastina IV Calcio V Proaccelerina VI Acellerina VII Proconvertina VIII Fattore Antiemofilico A IX Fattore di Christmas X Fattore di potenza di Stuart XI Antecedente plasmatico della tromboplastina
XII Fattore di Hageman XIII Fattore stabilizzante la fibrina
Alcune sostanze si oppongono alla coagulazione del sangue e cioè l’eparina, l’antitrombina III, la proteina C e la proteina S. I test attualmente utilizzati per valutare l'efficienza della coagulazione consistono nella conta delle piastrine e nella presenza dei fattori di coagulazione: numero piastrine, PT (tempo di protrombina), PTT (tempo parziale di tromboplastina parziale) e INR (rapporto normalizzato internazionale).
FATTORE II Vedi MUTAZIONE FATTORE II
FATTORE V Vedi MUTAZIONE FATTORE V
FATTORE VIII
v.n. 50-150%
Il fattore VIII è importante per creare una buona coagulazione ematica.
Aumenta in gravidanza, nella cirrosi epatica e nelle diverse epatopatie
Diminuisce nell’emofilia A e B e nella coagulazione vasale disseminata (DIC)
FATTORE IX
v.n. 50-150%
Il fattore IX è una sostanza vitale per un buon processo coagulativo.
Aumenta in gravidanza e durante l’uso di contraccettivi orali. Diminuisce nella cirrosi epatica e nelle epatopatie, nell’emofilia di tipo B,nel deficit di vitamina K, nell’insufficienza renale cronica
FATTORE DI NECROSI TISSUTALE v. TNF alfa
FERRITINA
v.n. 20-281 ng/ml nel maschio 15-201 ng/ml nella femmina
La ferritina è una proteina ad alto contenuto di ferro (20%).
E’ molto diffusa nel fegato e nelle cellule reticolo-endoteliali dove crea veri e propri depositi ferrosi.
Aumenta nell’emocromatosi idiopatica, nelle ripetute trasfusioni di sangue, nei linfomi, nelle leucemie, nei tumori polmonari, mammari e renali. Diminuisce nelle anemie sideropeniche con rarefazione dei depositi ferrosi.
FERRO
v.n. 59-158 microgrammi su 100 ml nei maschi 37-147 microgrammi su 100 ml nelle femmine
Tutti i processi metabolici di ossido-riduzione nel nostro organismo hanno bisogno di ferro. Il livello ferroso dipende dal tipo di alimentazione, da eventuali deficit digestivi e da eventuali deficit nella sintesi dell’emoglobina.
Aumenta per eccessivo apporto di ferro alimentare, trasfusioni di sangue, anemie emolitiche, anemia perniciosa, emocromatosi, epatite acuta. Diminuisce nell’anemia sideropriva, nelle nefrosi, nell’insufficienza renale cronica, nella eritropoiesi e nelle infezioni croniche.
FIBRINOGENO
v.n. 200-400 mg/100 ml
Il fibrinogeno è una proteina del plasma all’origine dei meccanismi che permettono la coagulazione del sangue tramite la trasformazione in fibrina e la formazione dei trombi.
Aumenta nelle malattie infettive, in molte neoplasie e in alcune forme di nefrosi.. Diminuisce per deficit di sintesi nelle epatopatie gravi e nella ipofibrinogenemia familiare e, per eccessivo consumo, nella coagulazione intravascolare disseminata e nella iperfibrinogenolisi.
FOLATO (S-FOLATO) v. ACIDO FOLICO
FORMULA LEUCOCITARIA
In una goccia di sangue normale i globuli bianchi o leucociti presentano fra loro percentuali di presenza ben precise. Questi rapporti costituiscono nel loro calcolo la formula leucocitaria. Variazioni di questi rapporti indicano precise possibilità patologiche anche a secondo dell’età. I globuli bianchi si dividono in due grandi gruppi: i leucociti granulociti e quelli agranulociti. I granulociti si dividono a seconda del tipo di colorazione in neutrofili, eosinofili e basofili.
Gli altri si dividono in monociti e linfociti (a loro volta divisi in numerose sottocategorie). In percentuale, su un conteggio di 100 globuli bianchi, i neutrofili sono i più frequenti e i basofili i più rari:
v.n.
Neutrofili 0-5 anni 25-68% 6-15 anni 33-69% 16-65 anni 41-76% oltre 65 anni 40-78% Eosinofili 1-2% Basofili 0-2% Linfociti 0-5 anni 21-66% 6-15 anni 22-58% 16-65 anni 18-48% oltre 65 anni 15-49 % Monociti 2-9%
Granulociti neutrofili
v.n. medi 50%-70%
I neutrofili sono i leucociti che intervengono per primi nei processi infiammatori soprattutto per aggressioni di tipo batterico. Sono fagociti (cioè, come i monociti, possono inglobare e divorare le cellule estranee) e producono fattori umorali di difesa.
Aumentano per sforzi fisici, stress psicofisici, in gravidanza, nel ciclo mestruale, a causa di emorragie, a causa di ustioni, nel diabete, nelle leucemie, nell’uso di farmaci come i cortisonici, in tutte le infiammazioni provocate da batteri. Diminuiscono nelle infezioni virali e in qualche forma batterica, nelle parassitosi, per scarsa produzione di leucociti nel midollo osseo, per aumentata distruzione dei globuli bianchi da parte della milza, nelle malattie autoimmuni.
Granulociti eosinofili
v.n. medi 1,5%-3%
Gli eosinofili intervengono soprattutto nelle aggressioni di tipo parassitario e nei processi allergici e autoimmuni.
Aumentano nelle parassitosi, nelle allergie, nelle malattie autoimmuni Diminuiscono nelle infezioni batteriche gravi
Granulociti basofili
v.n. medi 0%-1%
I basofili producono diverse immunoglobuline.
Aumentano nelle malattie autoimmuni, nel morbo di Hodgkin, per aumentata produzione di immunoglobuline in stati di infezione crronica, nella intossicazione da piombo. Diminuiscono nelle immunodeficienze immunitarie o per aumentata distruzione dei leucociti da parte della milza.
Linfociti
v.n. medi 20%-40%
I linfociti sono leucociti specializzati contro gli agenti esterni. Esistono diverse sottocategorie di linfociti. I linfociti B in presenza di antigeni si trasformano in plasmacellule o producono anticorpi specifici. I linfociti T si attivano nelle difese ritardate e in certe forme di allergia. I Linfociti K (killer) sono attivi solo di fronte a particolari aggressioni e non altre, ecc. Se aumentano i linfociti si parla di linfocitosi mentre se diminuiscono si utilizza il termine di linfopenia. Se aumentano le plasmacellule, che in genere sono del tutto assenti, si parla di plasmocitosi.
Aumentano nelle infezioni virali e in alcune forme batteriche, nelle leucemie linfatiche, nell’ipertiroidismo, nelle allergie. Le plasmacellule aumentano nella varicella, nel morbillo, nella rosolia, nella
mononucleosi infettiva e nel mieloma multiplo. Diminuiscono nei deficit immunitari, dopo chemioterapia, per malattie autoimmuni.
Monociti
v.n. medi 2%-8%
I monociti sono cellule di grandi dimensioni che tendono a fagocitare e distruggere le cellule estranee, di solito in modo più efficace rispetto ai granulociti.
Aumentano nella malaria, nella tubercolosi, nelle malattie autoimmuni, nelle allergie ritardate (insieme ai linfociti T), nella mononucleosi infettiva, nelle leucemie mieloidi e nei linfomi.
FOSFATASI ACIDA
v.n. 0-12 U.I./L.
La fosfatasi acida è presente in forma di diversi isoenzimi nel siero, nei globuli rossi, nelle piastrine, nella milza, nel fegato, nel rene ma, soprattutto, in concentrazioni elevate nella prostata.
Aumenta nel carcinoma prostatico diffuso oltre la capsula, nelle neoplasie con interessamento osseo, nelle nefropatie, nelle trombo embolie, nelle patologie epato-biliari e talvolta nella febbre.
FOSFATASI ALCALINA
v.n. 98-279 U.I./L.
La fosfatasi alcalina è un enzima presente nelle vie epato-biliari e nelle ossa.
Aumenta nell’iperparatiroidismo, nelle metastasi ossee, nel rachitismo, nell’osteomalacia, nella malattia di Paget ossea, negli itteri ostruttivi, negli itteri da farmaci, nei tumori benigni e maligni del fegato, in gravidanza, nei bambini per la normale crescita ossea. Diminuisce nella ipofosfatemia congenita, nell’ipotiroidismo, nei ritardi di accrescimento nei bambini.
FOSFATASI ALCALINA ISOENZIMI
v.n. 25-146 U.I./L. frazione ossea 26-157 U.I./L. frazione epatica 0-21 U.I./L. frazione intetinale
La fosfatasi alcalina nel siero è determinata dalla miscela di diversi isoenzimi.
I più importanti sono la frazione ossea, quella epatica e quella intestinale separabili mediante elettroforesi. In tal modo è più semplice capire se l’iperfosfatemia alcalina eventualmente presente è di natura ossea piuttosto che epato-biliare.
FOSFATASI ALCALINA LEUCOCITARIA
v.n. da 40 a 100 come punteggio
La fosfatasi alcalina leocucitaria, di cui sono ricchi i globuli bianchi neutrofili in condizioni di normalità, è un enzima che tende ad aumentare con la maturazione leucocitaria.
Aumenta nelle infezioni e sotto terapie cortisoniche Diminuisce nella leucemia mieloide cronica e in quella mieloblastica acuta, nella porpora idiopatica piastinopenica, nella mononucleosi infettiva, nell’anemia aplastica, nell’emoglobinuria parossistica notturna, nella sarcoidosi e nella granulocitopenia.
FOSFOLIPIDI
v.n. 150-250 mg/100 ml
Circa un terzo dei lipidi ematici è costituito dai fosfolipidi.
Aumentano nella malattia di Niemann-Pick (tesaurismosi sfingomielinica) e nel deficit di lecitina colesterolo acil-transferasi.
FOSFOREMIA Vedi FOSFORO INORGANICO
FOSFORO INORGANICO
v.n. 3-7 mg/100 ml nei bambini 3-4,5 mg/100 ml negli adulti
Il fosforo è presente nell’organismo condizionato dall’apporto alimentare, dall’assorbimento intestinale, dal metabolismo osseo e dalla funzione renale.
Aumenta nell’insufficienza renale, nell’ipervitaminosi D e nell’ipoparatiroidismo. Diminuisce nell’iperparatiroidismo, nel rachitismo, nell’osteomalacia, nel malassorbimento intestinale, nel digiuno, nell’abuso di farmaci antiacidità, nelle tubulopatie renali, nell’etilismo cronico con epatopatia, nell’uso di diuretici tiazidici e talvolta in gravidanza.
FSH (ORMONE FOLLICOLOSTIMOLANTE)
v.n. 3,4-10 mUI/ml nella femmina in fase follicolare 5,7-20 mUI/ml prima dell’ovulazione 1,9-10 mUI/ml in fase luteale 0,5-3,7 mUI/ml in fase luteale prima della pubertà 41-124 mUI/ml in menopausa 0-2,5 mUI/ml nei maschi in età prepuberale 1,5-14 mUI/ml nei maschi dopo la pubertà.
L’FSH è un ormone ipofisarico prodotto sotto il controllo dell’ipotalamo. Insieme all’LH coordina sia nel maschio che nella femmina la funzione delle gonadi (ovaio e testicolo). Nella donna stimola la maturazione del follicolo ovarico prima dell’ovulazione (regola i cicli mensili e le mestruazioni) e nel maschio la spermiogenesi testicolare.
Aumenta nella menopausa, nell’ipogonadismo primario, nella sindrome di Klinefelter e nella sindrome di Turner Diminuisce nell’ipogonadosmo ipogonadotropo, nella anoressia nervosa e nei tumori secernenti androgeni o estrogeni.
FTA/ABS TEST
v.n. assente
l’FTA/ABS test è una prova per la diagnosi della lue o sifilide. Si tratta della ricerca degli anticorpi antitreponema. Può comprovare un test positivo alla VDRL e diagnosticare una lue terziaria Se si pratica lo stesso test ricercando gli anticorpi IgM, viene allora segnalata una lue in fase acuta. Nei bambini la presenza di anticorpi antitreponema IgM segnalano una lue congenita.
GAMMA GLOBULINA Vedi ELETTROFORESI DELLE PROTEINE
GAMMAGLUTAMIL-TRANSPEPTIDASI (GGT)
v.n. 1-59 U.I./L. nei maschi 1-43 U.I. nelle femmine
La GGT è un enzima epatico presente anche nel rene e nel pancreas. Risulta particolarmente indicativo nelle colestasi.
Aumenta nell’epatite lieve, nelle colestasi, nei tumori epatici, nell’etilismo cronico, nell’uso di farmaci epatotossici e talora nell’infarto cardiaco.
GASTRINA
v.n. 23-180 pg/ml
La gastrina è un ormone prodotto dallo stomaco dalle diverse funzioni fra cui la stimolazione della produzione di acido cloridrico (HCl).
Aumenta nelle acloridrie da gastrite atrofica e anemia perniciosa e nell’adenoma pancratico secernente (sindrome di Zollinger-Ellison). Talvolta, ma molto lievemente, aumenta anche nell’ulcera gastrica.
GGT Vedi GAMMAGLUTAMIL-TRANSPEPTIDASI
GH Vedi ORMONE DELLA CRESCITA
GLDH Vedi GLUTAMATODEIDROGENASI
GLOBULI BIANCHI (WBC o LEUCOCITI)
v.n. 4.000-10.000/ micronl negli adulti 9.400-34.000 nei neonati 6.000-17.000 a 1 anno 5.000-5.5000 a 4 anni 4.500-13.000 a 10 anni
Aumentano nelle infiammazioni creando le leucocitosi, nelle leucemie, negli stati di shock e negli stress eccessivi. Diminuiscono nelle infezioni virali, negli stati di esaurimento delle difese immunologiche, negli stati tossici di tipo chimico (anche farmacologici) e radiologico che alterano la produzione dei globuli bianchi nel midollo osseo. Per una valutazione esatta del significato dell’aumento e della diminuzione dei globuli bianchi è sempre opportuno tipizzarli nelle loro forme principali e quindi è necessario eseguire la formula leucocitaria
GLOBULI ROSSI ( RBC o EMAZIE)
v.n. 4,5-6,1 milioni/ml. nei maschi 3,9-5,4 milioni/ml. nelle femmine
I globuli rossi sono circa 30 miliardi nell’adulto e sono fondamentali per il trasporto dell’ossigeno nel sangue. In condizioni normali sono privi di nucleo e vivono circa 120 giorni. Dopo di che parti di essi, per esempio il ferro, sono recuperati nella milza.
Se aumentano eccessivamente si parla di poliglobulie, mentre se sono in numero scarso si utilizza il termine anemia. L’anemia però può realizzarsi anche nelle situazioni in cui i globuli rossi sono normali (o anche aumentati) ma sono meno efficaci ed efficienti come, per esempio, nelle anemie da deficit di ferro. In questi casi bisogna valutare infatti, anche parametri come l’MCV e l’MCH. Al contrario nelle anemie emolitiche il numero dei globuli rossi diminuisce in termini quantitativi ma la qualità dei globuli rossi che rimangono è normale (MCV e MCH normali). Nelle anemie da deficit di folati e vitamina B12, infine, i globuli rossi diminuiscono ma aumentano l’MVC e l’MCH (anemie megaloblastiche).
Aumentano per un minor apporto di ossigeno dall’aria (permanenza ad alta quota), per ridotta concentrazione di ossigeno interna per malattie polmonari o cardiache croniche, per eccesso di produzione per malattie del midollo osseo. Talvolta aumentano nelle anemie sideropeniche per aumentata eritropoiesi (cioè aumentata produzione di globuli rossi nel midollo osseo) Diminuiscono per emorragie evidenti o occulte, per anemie emolitiche, per carenza di principi attivi come l’acido folico e la vitamina B12, per alterata produzione nel midollo osseo o nel sistema reticolare.
GLOBULINE LEGANTI TIROXINA
v.n. 1,3-2,0 mg/dl
Le globuline leganti tiroxina sono le principali proteine che trasportano gli ormoni tiroidei nel sangue.
Aumentano per eccesso congenito di TBG, per epatite attiva, per ipotiroidismo, in gravidanza, nei neonati, durante le infezioni da HIV, nella tiroidite subacuta, nella porfiria intermittente acuta, nei tumori secernenti estrogeni, per uso di farmaci come il clofibrato, i contraccettivi orali, per uso di eroina. Diminuiscono nella acromegalia, nel deficit congenito di TBG, nell’ipertiroidismo, nella malnutrizione, nelle malattie nefrosiche, nei tumori che producono testosterone, nei forti stress.
GLUCOSIO
v.n. 60-115 mg/100 ml a digiuno fino a 50 anni 60-130 mg/100 ml a digiuno oltre i 50 anni
Il livello di glicemia a digiuno o glicemia basale esprime l’equilibrio del metabolismo degli zuccheri nell’organismo, cioè il tasso di glucosio nel sangue.
Aumenta nel diabete mellito mal controllato, nell’ipertiroidismo, nell’ipercorticosurrenalismo, nell’iperpituitarismo e talora nelle epatopatie Diminuisce nell’iperinsulinismo (da farmaci, da insulinoma, reattivo), nell’ipocorticosurrenalismo, nell’ipopituitarismo, nell’insufficienza epatica grave.
GLUCOSIO-6-FOSFATO DEIDROGENASI (G6PD)
v.n. 118-144 mU/eritrociti
La G6PD è un enzima che permette l’utilizzo del glucosio da parte del globulo rosso. Diverse popolazioni del bacino del Mediterraneo, africane e cinesi presentano un deficit enzimatico di questo enzima che favorisce emolisi in presenza di determinate sostanze come le fave e il polline di fave realizzando il favismo.
Diminuisce in presenza di deficit enzimatico congenito e per l’uso di certi farmaci (sulfamidici, nitrofurantoina, primachina, ecc.)
GLUTAMATODEIDROGENASI (GLDH)
v.n.
La GLDH è un enzima molto presente nel fegato, concentrato nei mitocondri.
Aumenta nelle epatiti acute, nella epatopatia cronica attiva e nelle epatotossicosi.
GONADOTROPINA CORIONICA (HCG)
v.n. 0-5 mlU/ml nel maschio 10-2000 mlU/ml nella femmina gravida alla terza settimana
5.000-15.000 mlU/ml nella gravida dalla sesta a dodicesima settimana 10.000-30.000 mlU/ml nella gravida dalla tredicesima alla ventiquattresima settimana 5.000-15.000 mlU/ml dalla venticinquesima al termine della gravidanza
L’HCG è una proteina che viene prodotta dalla placenta durante la gravidanza. L’HCG aumenta moltissimo nelle prime fasi per poi ridursi dopo la ventiquattresima settimana e mantenersi stabile fino al termine del periodo gravidico. Il dosaggio dell’HGC conferma la gravidanza anche extrauterina.
Aumenta oltre che in gravidanza anche nel tumore trofoblastico, nei tumori ovarici e testicolari, nei carcinomi di stomaco, pancreas e mammella.
GONADOTROPINA FSH Vedi FSH
GONADOTROPINA LH Vedi LH
GOT (AST) Vedi TRANSAMINASI GLUTAMMICO-OSSALACETICA
GPT (ALT) Vedi TRANSAMINASI GLUTAMMICO-PIRUVICA
GRUPPO SANGUIGNO
Il gruppo sanguigno, geneticamente determinato, è un insieme di antigeni presenti o assenti sulla superficie dei globuli rossi e restano tali per tutta la vita. I due più importanti sono il gruppo ABO e quello Rh, per cui esistono 4 gruppi sanguigni fondamentali detti A, B, AB e O (zero), ognuno dei quali può essere Rh positivo o negativo. In Europa e nelle Americhe il gruppo più frequente è lo O, poi l’A, poi il B mentre il più raro è l’AB. I positivi sono più comuni dei negativi.
G6PD Vedi GLUCOSIO-6-FOSFATO DEIDROGENASI
HBDH Vedi ALFA IDROSSIBUTIRRATO DEIDROGENASI
HB C Ag (ANTIGENE DI SUPERFICIE DELL’EPATITE C)
v.n. assenti Si tratta dell’antigene di superficie del virus dell’epatite C. Questo antigene tende a formare anticorpi anti virus C.
Aumentano in corso di infezione da virus dell’epatite C. I livelli positivi di IgM si trovano fra il 50 e il 95% dei pazienti con epatite C virale acuta e fra il 50 e il 70% dei pazienti affetti da epatite virale C cronica. Per confermare la presenza di una epatite C in caso di negatività è quindi necessario eseguire una prova di PCR (prova di reazione A della catena delle Polimerasi)
HB S Ag ( ANTIGENE DI SUPERFICIE DELL’EPATITE B)
v.n. assenti
Si tratta dell’antigene di superficie del virus dell’epatite B, detto anche Antigene Australia. Questo antigene tende a determinare la formazione di anticorpi anti HB S Ag. L’ HB S Ag è presente nel siero dei soggetti affetti da epatite B. Coloro che hanno sviluppato anticorpi anti HB S Ag, di solito non sono considerati infettivi. HbsAg può persistere nell'organismo per 2-5 mesi. Successivamente scompare. La persistenza di HbsAg oltre i 6 mesi permette di definire il paziente un portatore cronico. L'evoluzione verso lo stato di portatore si verifica nel 5-10% dei soggetti affetti da virus dell’epatite B.
HCG Vedi GONADOTROPINA CORIONICA
HCT Vedi EMATOCRITO
HDW Vedi EMOGLOBINA
HGB Vedi EMOGLOBINA
HLA A 29 (ANTIGENE DI ISTOCOMPATIBILITA’ LINFOCITARIO A 29)
Se presente predispone per il possibile sviluppo della retino-coroidite di Birdshot.
HLA B 5 E B 51 (ANTIGENI DI ISTOCOMPATIBILITA’ LINFOCITARI B5 e B 51)
Se presente predispone per lo sviluppo della malattia di Behcet.
HLA B 27 (ANTIGENE DI ISTOCOMPATIBILITA’ LINFOCITARIO B 27)
È presente nel 10% circa di soggetti normali della popolazione bianca nel 4% circa di soggetti normali della popolazione negra nell’1% circa di soggetti normali di origine orientale.
Gli antigeni linfocitari di istocompatibilità (HLA) sono glicoproteine presenti sulla superficie dei linfociti in base a origini squisitamente genetiche ereditarie. L’associazione fra la presenza dell’HLA B 27 e le malattie reumatiche è molto elevata. Infatti nella spondilite anchilosante l’HLA B27 risulta presente in circa il 90% dei casi, nella malattia di Reiter in circa l’85% dei casi e nell’artrite da Salmonella nel 78% circa dei casi. Viene sempre eseguita nella ricerca delle cause delle uveiti.
KALIEMIA Vedi POTASSIO
ICA (ANTICORPI CONTRO LE CELLULE BETA DELLE ISOLE DI LANGHERANS)
v.n. assenti
Sono anticorpi che danneggiano o distruggono le cellule beta del pancreas e sono spesso all’origine del diabete giovanile insulinodipendente o di tipo 1. Spesso sono già presenti prima dell’esordio dell’iperglicemia. Qualche volta gli ICA vengono dosati anche nel diabete senile di tipo 2 e nel diabete gestazionale. E’ probabile che, in questi casi, gli ICA indichino una futura insulinodipendenza anche in questi tipi di diabete.
IDROSSIPROGESTERONE 17 (17 OHP)
v.n. 0,2-1,4 ng/ml maschi prepuberi 0.5-2,5 ng/ml maschi postpuberi 0.2-1,4 ng/ml femmine prepuberi 0.3-1.0 ng/ml femmine in fase follicolare 1.0-3,5 ng/ml femmine in fase luteale
Il 17 OHP è un precursore a livello surrenalico del cortisolo.
Aumenta nella sindrome surreno-genitalica.
IMMUNOGLOBULINE STIMOLANTI LA TIROIDE
v.n. meno del 130% dell'attività basale
Le immunoglobuline stimolanti la tiroide sono autoanticorpi che simulano l'azione del TSH, l'ormone che attiva la tiroide a produrre gli ormoni, legandosi al suo recettore. La funzione principale di questo test è la conferma della diagnosi di malattia di Graves, poiché molto spesso correla con valori di TSI elevati.
Aumentano per esoftalmo maligno, ipertiroidismo, per malattia di Graves, per tiroidite autoimmune.
IMMUNOGLOBULINE E (IgE) TOTALI (PRIST)
v.n. 0-200 U.I./ml
Le IgE sono immunoglobuline che si legano ai mastociti e vengono ad aumentare nei soggetti affetti da atopie allergiche (riniti, asma bronchiale, eczema, angioedema, ecc) anche se sussistono atopici allergici con PRIST del tutto negativo.
IMMUNOCOMPLESSI
v.n. 0-20 mcgEq/ml
Gli immunocomplessi sono raggruppamenti di antigeni e anticorpi, segnale di attività autoimmune. Pur nella loro aspecificità, sono utili da dosare perché esiste una proporzionalità diretta fra il loro aumento e l’aggressività della forma autoimmune.
Aumentano nel LES, nell’artrite reumatoide, nelle connettiviti, nella vasculiti, nelle glomerulonefriti e nella sclerodermia.
IMMUNOELETTROFORESI DELLE PROTEINE DEL SIERO
v.n. assenti
L’immunoelettroforesi è un esame che vuole testare l’eventuale presenza di immunoglobuline anomale eventualmente presenti (proteine “M”).
IMMUNOGLOBULINE (IgG, IgA e IgM)
v.n. 800-1800 mg/100 ml IgG 10- 450 mg/100 ml IgA 10-280 mg 100 ml IgM
Le immunoglobuline rappresentano gli anticorpi circolanti.
Aumentano nella ipergammaglobulinemia policlonale (da epatopatie, da collagenopatie e da malattie croniche infettive) nella ipergammaglobulinemia monoclonale (da mieloma, da leucemia linfatica cronica, da macroglobulinemia, da amiloidosi, da gammopatia monoclonale benigna) Diminuiscono nei deficit dell’umoralità congeniti e acquisiti. In genere il deficit da IgG è associato a infezioni ricorrenti da batteri piogeni, quelle da IgA da infezioni respiratorie recidivanti e a sindromi da malassorbimento cronico intestinale.
IMMUNOGLOBULINE IgD
v.n. solo tracce (0,2% delle immunoglobuline totali)
Le immunoglobuline IgD sono frequenti sulla superficie dei linfociti B umani.
Aumentano nei rari mielomi secernenti IgD.
IMMUNOGLOBULINE IgE (RIST)
v.n. 0-100
Aumentano nei casi di allergia.
INDICE DI TIROXINA LIBERA
v.n. 1,5-5,5
E’ un calcolo matematico che ha lo scopo di stimare la quantità di tiroxina libera. Il punto di partenza sono i test di uptake degli ormoni T3 e T4. Ha il vantaggio, rispetto al solo T4, di non essere influenzato dai livelli di estrogeni, anche se non è affidabile come la sua misurazione diretta.
Aumenta nell’ipertiroidismo, per l’uso di farmaci quali amiodarone, carbamazepina, contraccettivi orali, furosemide, fenobarbital. Diminuisce nell’ipotiroidismo.
INDICI ERITROCITARI Vedi MCV, MCH, MCHC
Servono per definire le caratteristiche degli eritrociti: dimensioni e la concentrazione di emoglobina. Ciò può portare alla definizione di diversi tipi di anemie
INIBITORE DELLA C ESTERASI
v.n. 160-330 mg/100 ml
L’inibitore della C esterasi e’ un inibitore dell’enzima omonimo frequente nel tessuto sottocutaneo.
Diminuisce nell’edema angioneurotico ereditario, malattia genetica con attacchi improvvisi di edema nel sottocutaneo, nelle prime vie respiratorie e nel tubo digerente.
INR (RAPPORTO NORMALIZZATO INTERNAZIONALE)
v.n 0.9-1,3 nei soggetti normali 2,0- 3,0 nella fibrillazione atriale e nella prevenzione delle trombosi venose 2,5-3,5 nei portatori di protesi valvolari.
In condizioni normali, il tempo di protrombina (PT) varia indicativamente dagli 11 ai 13 secondi, in relazione alle metodiche analitiche adottate. Il più delle volte, comunque, il tempo di protrombina viene espresso mediante un indice (INR) che tiene conto della sensibilità del reagente tromboplastinico utilizzato. In questo modo il medico può valutare i risultati in modo accurato, anche quando provengono da laboratori che sfruttano differenti metodiche di determinazione. Il tempo di protrombina, espresso come INR, è molto importante per il monitoraggio dei pazienti in terapia con anticoagulanti orali
INSULINA (INSULINA BASALE)
v.n. 2-18 microU/ml.
L’insulina è l’ormone proteico formato dalle cellule beta delle isole di Langherans del pancreas endocrino che serve a trasferire il glucosio dal sangue ai tessuti e la cui carenza o mancata produzione è alla base delle diverse malattie diabetiche. E’ importante il suo dosaggio soprattutto nella diagnosi differenziale delle ipoglicemie.
Aumenta nell’insulinoma.
INTERLEUCHINA 6 (IL 6)
v.n. inferiore a 5,6%
risulta diminuita nei centenari e in coloro che tendono a essere molto longevi.
INTERLEUCHINA 10 (IL 10)
v.n. inferiore a 6,3%
risulta aumentata nei centenari e in colori che tendono a essere molto longevi.
LAP Vedi LEUCILAMINOPEPTIDASI
LATTICODEIGROGENASI (LDH)
v.n. 96-460 U.I./L.
la LDH è un enzima presente in diversi tessuti e fluidi corporei.
Aumenta nelle necrosi di diversi tessuti come l’infarto del miocardio, quello polmonare, quello renale, traumi muscolari e epatiti acute gravi), nelle distrofie muscolari, nelle dermatomiositi, nelle anemie emolitiche e megaloblastiche e nelle metastasi epatiche.
LATTICODEIDROGENASI ISOENZIMI
La LDH può essere frazionata in 5 diversi isoenzimi (alfa 1, beta, gamma, gamma elle e gamma 2). Quelli alfa aumentano soprattutto nell’infarto miocardico, nell’infarto del rene e nelle anemie emolitiche e megaloblastiche. La gamma elle e la gamma 2 aumenta nelle epatiti acute, nei traumi muscolari, nelle distrofie muscolari e nella dermatomiosite.
LE-TEST
v.n. assenti
Si tratta di un test di screening per la valutazione della presenza di un possibile LES.
LEUCILAMINOPEPTIDASI (LAP)
v.n. 8-22 U.I./L.
la LAP è un enzima presente negli epiteli delle vie biliari.
Aumenta nella colestasi intra ed extra epatica.
LEUCOCITI Vedi GLOBULI BIANCHI
LH (ORMONE LUTEOTROPO O LUTEINIZZANTE)
v.n. 1,6-8,3 mUI/ml nella femmina in fase follicolare 13,6-75 mUI/ml prima della ovulazione 0,7-8,1 mUI/ml in fase luteale 0,0-0,9 mUI/ml in età prepubere
8,8-55 mUI/ml dopo la menopausa 0,0-0,8 mUI/ml nei maschi in età prepubere 1,4-7,7 mUI/ml nei maschi dopo la pubertà
L’LH è una glicoproteina prodotta dalla adenoipofisi e regola le gonadi in concomitanza con l’FSH. Nel maschio viene anche chiamato Ormone Stimolante le Cellule Interstiziali (ICSH).
Aumenta nella femmina per un deficit primario gonadico, nella sindrome dell’ovaio policistico, nella sindrome di Turner. Nel maschio aumenta nella sindrome di Klineferlter e nel deficit gonadico primario. Diminuisce mell’ipogonadismo ipofisarico o ipotalamico e nella anoressia nervosa.
LINFOCITI Vedi FORMULA LEUCOCITARIA
LINFOCITI B
v.n. 5-15 %
Il conteggio dei linfociti B aumenta nella leucemia B cronica.
LINFOCITI T “HELPER” (CD4) E LINFOCITI T “SUPPRESSOR” (CD8)
v.n. 36-42 % linfociti T helper 22-26 % linfociti T suppressor Rapport “helper/suppressor” 1.4-2.0
Aumentano i T suppressor e diminuiscono i T helper nelle infezioni da HIV, nelle infezioni da cytomegalovirus, nelle infezioni da herpes, nelle infezioni da virus di Epstein-Barr, nel LES con nefropatie, nei rigetti da trapianto, nelle ustioni e nelle sindromi mielodisplasiche.
LINFOCITI T TOTALI
v.n. 50-70 % dei linfociti totali.
I linfociti T totali sono alla base delle immunità cellule-mediate.
Diminuiscono in diversi deficit immunitari congeniti e acquisiti. Tra quelli acquisiti ci sono infezioni virali acute, AIDS, malattia di Hodgkin, epatite cronica attiva, terapie radianti. Tra quelli congeniti l’aplasia timica, la sindrome di DiGeorge, la sindrome di Nezelof, la sindrome atassica-teleangectasica.
LIPASI
v.n. 0-160 U.I./L.
Le lipasi sono enzimi pancreatici importanti nelle digestioni intestinali.
Aumentano nelle pancreatiti acute anche in modo molto più persistente delle amilasi.
LIPOPROTEINE
v.n. assenti i chilomicroni 0-27,5 % prebeta-lipoproteine 40-57 % beta-lipoproteine 16-40 % alfa-lipoproteine 1.0-5,3% rapporto beta-alfa
L’aumento delle lipoproteine indicano un peggioramento potenziale delle vasculopatie. Può essere interessante anche la variazione dei loro rapporti.
LISOZIMA
v.n. 2-12 mcg/ml
Il lisozima è un enzima con capacità antinfettive e difensive delle mucose. E’ presente nel siero ma anche nella saliva, nel muco e nelle ghiandole lacrimali.
Aumenta nella sarcoidosi, nelle leucemie, nelle policitemie,nelle ustioni, nelle infezioni renali, Diminuisce nell’ipoplasia midollare e nella granulocitopenia
LITIO
v.n. in ambito terapeutico 0.6-1,4 mEq/L. livelli tossici oltre i 2.0 mEq/L.
Il carbonato di litio viene utilizzato per le forme bipolari depressive-maniacali. E’ necessario mantenere i livelli a livello terapeutico ma non si devono raggiungere livelli tossici.
MAGNESIO
v.n. 1,5-2,5 mEq/L.
Il magnesio è un elettrolita importante per tutte le risposte neuro-muscolari.
Aumenta nell’insufficienza renale e nell’apporto esagerato di magnesio. Diminuisce nella diarrea cronica, nel digiuno, nell’etilismo cronico, nell’uso di farmaci diuretici e talvolta nell’ipoparatiroidismo e in corso di terapie con alte dosi di calcio e vitamina D.
MCH (CONTENUTO MEDIO DI EMOGLOBINA PER OGNI GLOBULO ROSSO)
L’MCH è il contenuto medio di emoglobina per ogni globulo rosso ed è l’espressione del rapporto fra l’emoglobina espressa in g./dl per il numero di globuli rossi nello stesso volume L’MCH evidenzia il colore dei globuli rossi. Se diminuisce l’MCH si parla di microcromia, se aumenta di macrocromia.
Aumenta nell’anemia perniciosa (per deficit di acido folico e vitamina B12) Diminuisce nella anemia sideropenia
MCHC (CONCENTRAZIONE CORPUSCOLATA MEDIA DI EMOGLOBINA)
L’MCHC è la concentrazione corpuscolata media di emoglobina ed è il rapporto fra la quantità di emoglobina espressa in g/dl. e il volume dei globuli rossi espressi nell’ematocrito.
MCV (VOLUME CORPUSCOLARE MEDIO)
L’MCV è il rapporto fra l’ematocrito e il numero dei globuli rossi L’MCV misura la dimensione dei globuli rossi. Se l’MCV si riduce si parla di microcitosi, se aumenta di macrocitosi.
Aumenta nell’anemia perniciosa (per deficit di acido folico e vitamina B12). Diminuisce nella anemia sideropenia.
METAEMOGLOBINA
v.n. 1-2 % dell’emoglobina totale
La metaemoglobina è una emoglobina che contiene un ferro diverso da quello usuale.
Aumenta in una rara forma congenita, nella esposizione a tossici (anilina, nitrobenzene, nitriti, clorati, naftalene, ecc.) e a farmaci (sulfamidici, fenacetina, ecc.
MIOGLOBINA
v.n. 0 - 85 ng/mL. La Mioglobina è una proteina concentrata a livello muscolare e costituisce un marker indicativo di un eventuale danno cardiaco ischemico. Si innalza già dopo 2-3 ore dopo un infarto cardiaco ma in 24 ore torna a livelli normali. Ma poiché si innalza anche per generici danni muscolari,da sola, non è specifica per l’infarto cardiaco.
Aumenta per infarto cardiaco, rabdomiolisi (traumi, incidenti, interventi chirurgici, strenui esercizi muscolari), miosite, distrofia muscolare, gravi disfunzioni renali.
MONOCITI Vedi FORMULA LEUCOCITARIA
MONO-TEST
v.n. assente
Si tratta della formazione di autoanticorpi per attivazione dei linfociti B.
Aumentano in corso di mononucleosi infettiva ma anche per la rosolia, nelle
epatiti, in molte altre virosi e nel linfoma. E’ opportuno sempre accompagnare il MonoTest alla ricerca degli anticorpi anti virus di Epstein-Barr.
MPV (VOLUME PIASTRINICOMEDIO)
v.n. 9.7 e 12.8 fL (femtolitri),
L’MPV indica la dimensione media delle piastrine. In relazione al numero delle piastrine, l’MPV ci mostra il grado di efficienza dei meccanismi duna i coagulazione. Minore è il tasso di produzione delle piastrine e minore l’MPV. La ridotta MPV favorisce le emorragie perché maggiore è la dimensione delle piastrine e migliore la loro attività coagulatoria. Mentre una elevata MPV favorisce ictus e infarti per trombosi e embolie.
Aumenta nelle piastrinopatie, nelle sindromi mieloproliferative, nella porpora trombocitopenica idiopatica, nelle arteriopatie, nell’infarto miocardico, nella macrotrombicitosi mediterranea, nel diabete, dopo asportazione della milza, nella sindrome di Bernard-Soulier, nell’obesità. Diminuisce nell’anemia aplastica, nel deficit di produzione midollare delle piastrine (carenza di folati, di vitamina B12, dopo chemioterapia, per neoplasie infiltrate, nell’ipersplenismo), nella sindrome di Wiscott- Aldrich , nell’uso di acidi grassi omega 3.
MUCOPROTEINE
v.n. 30-90 mg/100 ml
Le mucoproteine vengono prodotte dal fegato
Aumentano nelle infiammazioni attive, nei tumori maligni, nei decorsi-post operatori, nel terzo trimestre di gravidanza. Diminuiscono nella insufficienza epatica acuta e cronica grave.
MUTAZIONE FATTORE II
v.n. negativo
Il fattore II (protrombina) è una proteina che interviene durante il processo di coagulazione del sangue. E’ utile cercarlo per valutare il rischio genetico di patologie cardiovascolari e trombosi venose.
MUTAZIONE FATTORE V (MUTAZIONE DI LEIDEN)
v.n. negativo
La mutazione del gene che codifica per il fattore V della coagulazione è un difetto genetico che si eredita dai genitori, non è una malattia ma solo indice di
una predisposizione alla trombosi che potrebbe anche non manifestarsi. Questa mutazione favorisce le tromboembolie.
NEUTROFILI Vedi FORMULA LEUCOCITARIA
NUCLEOTIDASI ( 5 NUCLEOTIDASI)
v.n. 1-11 U/I
la 5 nucleotidasi è un enzima reperibile nelle membrane degli epatociti e delle cellule dei dotti biliari.
Aumenta nelle patologie del fegato e delle vie biliari, degenerative e tumorali e nella gravidanza avanzata e nell’uso di diversi farmaci epatotossici ( aspirina, codeina, fentoina, fenotiazine, indometacina, morfinici, steroidi anabolizzanti, ecc.)
OCT Vedi ORNITINA CARBAMIL TRANSFERASI
OMOCISTEINA
v.n. 4,3- 9,9 micromoli/litro nei maschi fra 12-20 anni 5,9-15,3 micromoli/litro nei maschi oltre i 60 anni 3,3-7,2 micromoli/litro nelle femmine fra 12-20 anni 4,0-11,6 micromoli/litro nelle femmine oltre i 60 anni fino a 15 micromoli/litro si ha un valore border line oltre i 15 micromoli/litro si ha un valore patologico
L'omocisteina è un amminoacido solforato che deriva dal metabolismo della metionina, aminoacido essenziale che viene introdotto con la dieta. Può essere assunta come farmaco o con una dieta ricca di frutta e verdura
Aumenta se aumenta il rischio cardiovascolare per la carenza di vitamine del gruppo B (soprattutto acido folico, ma anche vitamine B6 e Vitamina B12)
ORMONE ANTIDIURETICO Vedi ADH
ORMONE ADRENOCORTICOTROPO (ACTH)
v.n. 9-52 pg/ml
L’ACTH viene prodotto dall’ipofisi per controllare l’attività endocrina del
surrene.
Aumenta nelle sindromi paraneoplastiche con tumori polmonari, negli adenomi ipofisari ACTH secernenti, nel morbo di Addison, nelle sindromi surrenogenitali. Diminuisce nell’iposurrenalismo secondario e in alcuni tumori surrenalici.
ORMONE DELLA CRESCITA O SOMATOTROPO (GH- GROWING HORMON O STH) O SOMATOTROPINA
v.n. 1-5 ng/ml fino a 10ng/ml sotto stress o in superallenamento nelle prime ore di sonno il GH cresce naturalmente
Il GH è un ormone ipofisarico vitale per l’accrescimento dell’individuo.
Aumenta nel gigantismo nel bambini e nell’acromegalia dell’adulto. Diminuisce nel nanismo ipofisarico.
ORMONE FOLLICOLOSTIMOLANTE Vedi FSH
ORMONE LUTEINIZZANTE Vedi LH
ORMONE TIREOTROPO (TSH O TIREOTROPINA)
v.n. 0.4-4,90 microun/ml.
Il TSH viene prodotta dall’ipofisi e serve a regolare tutta l’attività della tiroide.
Aumenta nell’ipotiroidismo, spesso con bassi valori di T3 e di T4 o nell’adenoma dell’ipofisi. Diminuisce nell’ipertiroidismo, spesso con alti valori di T3 e di T4 o nell’ipopituitarismo.
ORNITINA CARBAMIL TRANSFERASI (OCT)
v.n. 1-19 U.I./L.
L’OCT è un enzima epatico legato al ciclo dell’urea che attiva la scissione della citrullina.
Aumenta nei danni epatocellulari.
OSMOLARITA’
v.n. 275 - 295 mOsm /L
L'osmolarità plasmatica dipende dalla concentrazione di elettroliti, di molecole di glucosio e di urea. L'ormone principale regolatore dell'osmolarità é la Diuretina o Ormone Antidiuretico (ADH), la cui produzione aumenta quando l'osmolarità aumenta. L'effetto di questo ormone é di aumentare il riassorbimento dell'acqua da parte dei tubuli distali del rene.
Aumenta: per uremia, ipernatriemia, diabete insipido, iperlattacidemia. Diminuisce per iponatriemia.
PARATORMONE (PTH)
v.n. 10-65 pg/ml
Il paratormone è un ormone paratiroideo che regola il metabolismo calciofosforo particolarmente utile per l’equilibrio osseo.
Aumenta per bassi livelli di calcemia. Diminuisce per alti livelli di calcemia.
PCR Vedi PROTEINA C REATTIVA
PEPTIDE C
v.n. 0.5-3,0 ng/ml
Il peptide C deriva dalla degradazione della proinsulina.
Aumenta nell’insulinoma.
PH SANGUIGNO
v.n. 7,35-7,45
Il sangue presenta un PH lievemente alcalino (la neutralità è 7,0). Sono soprattutto il polmone e il rene che sono in grado di mantenere il sangue nei suoi valori normali.
Aumenta (diventa troppo alcalino) nel vomito, per uso di farmaci alcalinizzanti (per es. il bicarbonato di sodio), per iperventilazione da farmaci, da droghe, o per sforzi ventilatori specifici o per respiratori artificiali. Diminuisce (diventa troppo acido) per acidosi lattica (ipossia da eccessivo sforzo fisico), per cheto acidosi nel diabete mellito, nella malnutrizione, nel digiuno prolungato, nella insufficienza renale, nella diarrea, per ipoventilazione da farmaci, droghe, malattie bronco polmonari croniche.
PIASTRINE NUMERO (PLT)
v.n. 150.000-400.000 per millimetro cubo
Le piastrine sono gli elementi figurati più piccoli del sangue e servono per favorire la coagulazione. Bloccano quindi le emorragie ma possono determinare anche trombosi.
Aumentano nella policitemia vera e nelle piastrinosi da emorragie o da splenectomia. Diminuiscono nelle sindromi da aumentato consumo (coagulazione intravascolare disseminata, iperfibrinolisi, porpora trombotica piastrinopenica), sindromi da aumentata distruzione (ipersplenismo, porpora piastrinopenica da autoanticorpi), sindromi da ridotta produzione (mielofibrosi, leucemie, linfomi, neoplasie ossee) per uso di diversi farmaci.
PIASTRINE VOLUME
Vedi MVP
PIOMBO
v.n. 0-30 mcg/100 ml classe di valutazione I 30-60 mcg/100 ml classe di valutazione II
Il piombo è una sostanza potenzialmente tossica. Vi è proporzione fra piombo ematico ed esposizione ambientale.
Aumenta nell’esposizione da piombo eccessiva e nella policitemia. Diminuisce nell’anemia.
PLASMINOGENO
v.n. 2,91-3,80 U/ml
Il plasminogeno è una beta-emoglobina che si trova nei coaguli di fibrina.
Aumenta nelle sindromi ansiose, in gravidanza, nelle infiammazioni. Diminuisce nella cirrosi, nell’eclampsia, nella coagulazione intravascolare
disseminata, nelle nefrosi, nelle trombosi e nei tumori.
PLT Vedi PIASTRINE NUMERO
POTASSIEMIA Vedi POTASSIO
POTASSIO
v.n. 3,6-5,0 mEq/L.
Il potassio è un catione vitale per l’equilibrio elettrolitico dell’organismo, l’attività muscolare e nervosa.
Aumenta nell’insufficienza renale, nel morbo di Addison, con l’uso di farmaci come l’amiloride, il triamterene e gli spironolattoni, e per iniezione di ioni potassio. Diminuisce nel digiuno, nel vomito, nella diarrea, nei malassorbimenti intestinali, nell’iperaldosteronismo, nelle nefropatie, nell’alcalosi metaboliche, nell’uso di farmaci come cortisonici, diuretici, fenotiazine, ormoni come il testosterone e diversi antibiotici (penicilline, tetracicline, ecc.)
PRL Vedi PROLATTINA
PROGESTERONE
v.n. 0,3-0,8 ng/ml nel maschi 0,3-1,5 ng/ml nella femmina in fase follicolare 2,5-28 ng/ml nella fase luteale 40-270 ng/ml in gravidanza
Il progesterone è un ormone steroideo secreto dal corpo luteo.
Aumenta nell’iperplasia congenita surrenale e in gravidanza.
PROLATTINA (PRL)
v.n. 5-15 ng/ml nel maschio 5-25 ng/ml nella femmina
La prolattina è un ormone prodotto dalla adenoipofisi. Fisiologici aumenti della PRL si hanno in gravidanza e nel neonato.
Aumenta nell’adenoma ipofisarico. Nel maschio realizza oligospermia e impotenza.
PROTEINA C REATTIVA (PCR)
v.n. assenti
La CRP indica una infiammazione acuta aspecifica.
Aumenta nelle infiammazioni acute di varia e aspecifica origine.
PROTEINA C
v.n. 72-146 %
la proteina C è una potente proteina anticoagulante vitamino K dipendente che agisce in sinergia con la proteina S. E’ importante controllarne il livello prima dell’assunzione di contraccettivi orali. Una sua diminuzione costituzionale, infatti, costituisce un fattore di rischio per la trombosi venosa.
Diminuisce per deficit congeniti ed epatopatie.
PROTEINA S
v.n. 64 -129% nei maschi 53 -109% nelle femmine
La proteina S è una proteina anticoagulante vitamino K dipendente, sintetizzata dal fegato. Agisce in sinergia con la proteina C. Se è carente è più probabile che si verifichino aumentati rischi trombo embolici.
Diminuisce per deficit congeniti, epatopatie, in gravidanza, uso di farmaci ormonali.
PROTEINE TOTALI
v.n. 6,5-8,5 g./100 ml
L’esame delle proteine totali indica la somma di tutte le proteine reperibili nel siero.
Aumentano nella disidratazione, nei plasmocitomi, nella malattia di Waldenstrom, nella sarcoidosi, nel LES, e in diverse malattie croniche come malaria e leismaniosi. Diminuiscono negli stati di denutrizione, nelle epatopatie gravi, nella sindrome nefrosica.
PROTIDOGRAMMA Vedi ELETTROFORESI PROTEICA
PROTOPORFIRINA IX (PROTO IX)
v.n. inferiore a 90 microgrammi/100 ml in valutazione I tra 90 e 450 microgrammi/100 ml in valutazione II
La protoporfirina IX serve a metabolizzare il gruppo eme dei globuli rossi. L’intossicazione da piombo interrompe la possibilità di creare un gruppo eme corretto.
Aumenta per intossicazione da piombo soprattutto nel sesso femminile ed è proporzionale al livello di esposizione ma in prima valutazione può aumentare anche neoplasie, gravi epatopatie e anemie.
PROVE EMOGENICHE
Sono le prove che devono testare le normalità del sistema emocoagulatorio: conta delle piastrine, forma delle piastrine, retrazione del coagulo, tempo di stillicidio, prova del laccio, fibrinogeno ematico, tempo di coagulazione, tempo di trombina, tempo di ricalcificazione, tempo di protrombina, tempo di tromboplastina parziale. Molte di queste prove sono ormai desuete e non verranno riportate.
PSA (ANTIGENE PROSTATICO SPECIFICO)
v.n. 0-4 ng/ml fra 4-10 ng/ml debolmente positivo oltre i 10 ng/ml francamente positivo Risulta più specifico se viene dosata la sua frazione libera plasmatica nei casi debolmente positivi. Un rapporto PSA libero/PSA totale inferiore 0,18 è positivo per carcinoma prostatico.
Il PSA è una glicoproteina in sede prostatica, marker attendibile della presenza di carcinoma prostatico.
Aumenta leggermente nell’anziano e nell’ipertrofia prostatica benigna. Aumenta nettamente nel carcinoma prostatico.
PTH
Vedi PARATORMONE
PT Vedi TEMPO DI PROTROMBINA
PTT Vedi TEMPO DI TROMBOPLASTINA PARZIALE
RAME
v.n. 75-150 microgrammi/ 100 ml
Il rame è veicolato da una proteina specifica, la ceruloplasmina, per quasi il 95%.
Aumenta nelle leucemie croniche, in molte anemie, nella cirrosi epatica e in diverse infiammazioni. Diminuisce nella malattia di Wilson, nella sindrome nefrosica, nella denutrizione.
RA TEST Vedi REUMA TEST
RAST (RIST) v. anche Immunoglobuline E
Il Rast è un test che analizza le IgE specifiche ed è molto utile per le forme allergiche.
Classe 0 significa assenza di IgE specifiche Classe 1 significa border line Classe 2-3-4 positività evidente e crescente per IgE
RBC Vedi GLOBULI ROSSI
RDW Vedi EMOGLOBINA
REAGINA RAPIDA PLASMATICA (RAPID PLASMA REAGIN) O RPR
v.n. assenti
E’ un test che associato alla VDRL cerca la positività alla lue (sifilide).
Aumenta in corso di infezione luetica.
REAZIONE DI PAUL BUNNEL
v.n. assente
Questa reazione dimostra , dopo una positività al “Mono Test”, l’eventuale presenza di anticorpi caratteristici della mononucleosi infettiva.
REAZIONE DI WAALER ROSE
v.n. assente
Questa reazione serve a dimostrare la presenza di un anticorpo IgM, detto “fattore reumatoide” presente in quasi il 70% dei soggetti affetti da artrite reumatoide e nei soggetti con vasculiti autoimmuni. A basso titolo, però, la reazione di Waaler Rose può essere positiva anche per sarcoidosi, connettiviti, tubercolosi, endocardite infettiva, parassitosi o in soggetti di età veneranda.
REAZIONE DI WASSERMANN
v.n. assente
Questa reazione, oggi superata, si utilizzava per la ricerca di anticorpi attivi dopo infezione luetica. Viene sostituita dal TPHA e FTA-ABS.
RENINA
v.n. 1,5-5,0 ng/ml/h. in ortostatismo
Prima dell’esame è necessario osservare nei giorni precedenti il prelievo una dieta normosodica e non assumere farmaci anti ipertensivi. La valutazione viene eseguita dopo che il paziente ha camminato per circa un’ora (cioè in stato di ortostatismo). La renina è un enzima renale alla base del metabolismo di formazione dell’angiotensina.
Aumenta nell’ipertensione di origine renale. Diminuisce nell’iperaldosteronismo.
RETICOLOCITI
v.n. 2-20 reticolociti ogni 1000 globuli rossi
I reticolociti sono globuli rossi ancora parzialmente nucleati e immaturi che possono essere reperiti normalmente nel sangue ma in piccola quantità.
Aumentano nell’iperattività midollare (anemie emolitiche, recupero dopo emorragie, ecc.) spesso con aumento concomitante del volume corpuscolare medio (MCV). Diminuiscono o scompaiono nelle anemie da carenza di ferro, nelle anemie da carenza di vitamina B12, in tutti i tipi di aplasia, nelle mielofibrosi e nelle metastasi ossee diffuse.
REUMA TEST
v.n. negativo
Il reuma test è un esame generico per la ricerca del “fattore reumatoide”. Poiché non aumenta solo nelle forme reumatiche ma presenta anche diversi falsi positivi, è opportuno che sia sempre accompagnato dall’esecuzione della reazione di Waaler- Rose. Aumenta nell’artrite reumatoide e in diverse altre connettivopatie.
RPR Vedi REAGINA RAPIDA PLASMATICA
SIDEREMIA
v.n. 53-167 microgrammi/decilitro nel maschio 49-151 microgrammi/decilitro nella femmina
La sideremia indica il ferro presente nel sangue legato a una proteina chiamata transferrina. La sideremia può mutare anche con il flusso mestruale o mangiando molta carne prima di eseguire l’esame.
Aumenta nelle eccessive trasfusioni, nelle anemie plastiche, nelle anemie megaloblasti che, nelle anemie emolitiche, nelle emocromatosi, nelle emosiderosi e nelle epatiti. Diminuisce nell’apporto scadente di ferro alimentare (dieta vegana scompensata, malnutrizione, ecc.), nella celiachia, nella diarrea, nell’alcolismo, nell’abuso di lassativi, nelle malattie croniche intestinali, nelle emorragie croniche e negli sportivi per attività di endurance.
SODIO
v.n. 135-146 mEq/litro
E’ un catione fondamentale per l’equilibrio elettrolitico e osmotico dell’organismo.
Aumenta nella disidratazione, nelle malattie del sistema nervoso centrale, nell’iperaldosteronismo, nel trattamento con i cortisonici. Diminuisce nella sindrome da eccesso di ormone antidiuretico (ADH), nell’insufficienza cortico-surrenalica, nell’insufficienza renale e diverse altre nefropatie, nella diarrea, nelle fistole e nelle ostruzioni intestinali, nell’intensa sudorazione senza compenso, nelle cirrosi epatiche, nello scompenso cardiaco e in particolari forme di iperglicemia.
SOMATOTROPO (ORMONE) Vedi ORMONE DELLA CRESCITA
SOMATOTROPINA Vedi ORMONE DELLA CRESCITA
STH Vedi ORMONE DELLA CRESCITA
TAS Vedi TITOLO ANTI STREPTOLISINICO
TEMPO DI PROTROMBINA (PT)
v.n. 10-15 secondi
La PT serve per ottenere informazioni su diversi fattori utili per la normale coagulazione del sangue.
Aumenta nel deficit di fibrinogeno, in epatopatie croniche, in corso di terapia con eparina.
TEMPO DI TROMBOPLASTINA PARZIALE (PTT)
v.n. meno di 45 secondi
La PTT misura il fattore intrinseco della coagulazione del sangue.
Aumenta particolarmente nei deficit dei fattori VIII, IX, XI e XII.
TEST DEL D DIMERO Vedi D DIMERO
TEST DI AGGREGAZIONE PIASTRINICA
v.n. i valori normali dipendono dal tipo di reagente che viene utilizzato
Il test valuta la capacità delle piastrine di aderire l’una all’altra.
Aumenta nell’ateromatosi, nella ipercoagulabilità, nell’iperlipidemia, nella policitemia vera. Diminuisce nell’afibrinogenemia, nella beta talassemia maior, nella cirrosi, nel by- cardiopolmonare recente, nella dialisi recente, nei disordini autoimmuni, nei disordini mieloproliferativi, nel LES, nella macroglobulinemia,nella porpora trombocitopenia idiopatica, nella malattia di von Willebrand, nella trombocitemia, nello scorbuto, nell’uremia, nelle vasculiti, nella sindrome di Bernard- Soulier, nella sindrome di Wiskott-Aldrich.
TEST DI ASSORBIMENTO DEL D-XILOSIO
v.n. > 25 mg/dl (unità SI: > 1,67 mmol/l) due ore dopo l'assunzione di D-xilosio nell’adulto > 20 mg/dl (unità SI: > 1,3 mmol/l) un'ora dopo l'assunzione di D-xilosio nel bambino
Il D-xilosio è un monosaccaride che viene assunto dalla dieta e viene assorbito dall’intestino tenue. Per eseguire il test si somministra il D-xilosio in acqua per bocca e viene poi dosato nel sangue e nelle urine.
Diminuisce nella celiachia, nella gastroenterite virale, nel linfoma non Hodgkin, nell’ischemia mesenterica, nel malassorbimento intestinale.
TEST DI COOMBS DIRETTO
v.n. negativo
Il test serve a individuare una aggressione autoimmune contro i globuli rossi ma sussistono frequenti casi di falsi negativi.
Aumenta nelle anemie emolitiche autoimmuni.
TEST DI COOMBS INDIRETTO
v.n. negativo
Questo test serve per considerare la gravità nel caso di emolisi autoimmuni e può essere positivo solo se è altrettanto positivo il test di Coombs diretto.
TEST DI NELSON
v.n. negativo
Il test di Nelson evidenzia particolari immunoglobuline presenti nel siero che cercano di bloccare i treponemi. E’ un test molto complesso e si esegue solo in casi dubbi per una eventuale presenza di lue.
Aumenta in presenza di lue (sifilide).
TEST DI TOLLERANZA AL GLUCOSIO (GTT o OGTT)
v.n. per 75g di glucosio somministrati durante l'OGTT come test per il diabete mellito Digiuno: 60-100 mg/dl (unitàSI: < 3,3-5,6 mmol/l) Dopo un'ora: < 200 mg/dl (unità SI: < 11,1 mmol/l) Dopo due ore: < 140 mg/dl (unità SI: < 7,8 in pratica : due ore dopo l'infusione di glucosio con livello < 140 mg/dl = tolleranza al glucosio normale - due ore dopo l'infusione di glucosio con livello 140-199 mg/dl = ridotta tolleranza glucidica (IGT) - due ore dopo l'infusione di glucosio con livello µ 200 mg/dl = diagnosi provvisoria di diabete
È un test che valuta la presenza di diabete, mediante la valutazione della velocità di eliminazione del glucosio dal flusso sanguigno. Viene somministrato glucosio e in seguito vengono raccolti diversi campioni ematici: dopo mezz'ora, un'ora, due ore, tre ore.
Aumenta per iperplasia delle cellule delle isole pancreatiche, ipoglicemia reattiva, ipoparatiroidismo, ipotiroidismo, malattia di Addison, epatopatie, tumore delle cellule delle isole pancreatiche. Diminuisce per alterata tolleranza al glucosio,danno epatico grave, diabete gestazionale, diabete mellito, emocromatosi, feocromocitoma, gastrectomia, iperlipidemia, ipertiroidismo, lesioni al sistema nervoso centrale e sindrome di Cushing
TESTOSTOSTERONE
v.n. 4,0-9,0 ng/ml nel maschio 0,3-1,0 ng/ml nella femmina
Il testosterone è il principale ormone tipicamente maschile.
Aumenta nell’iperplasia congenita surrenalica, nell’ovaio policistico, nei tumori ovarici, nei tumori surrenalici Diminuisce nell’ipogonadismo maschile dopo asportazione del testicolo, durante le terapie con estrogeni, nella sindrome di Klinefelter.
TGA Vedi ANTICORPI ANTI TRANSGLUTAMINASI TISSUTALE
TIBC (TOTAL IRON BINDING CAPACITY)
v.n. 240-450 microgrammi/dL
La TIBC è la capacità di legare il ferro da parte delle proteine plasmatiche. La transferrina è la proteina più importante per questa attività. Il dosaggio della TIBC costa meno rispetto al dosaggio diretto della transferrina e la può validamente sostituire.
Aumenta nella carenza di ferro. Diminuisce nelle emocromatosi e nelle malattie croniche
TIOCIANATI
v.n. inferiore a 5 mg/100ml nei non fumatori inferiore a 17 mg/100 ml nei fumatori
La valutazione dei tiocianati nel siero serve a valutare l’esposizione, soprattutto professionale, all’acido cianidrico e ai cianuri.
Aumenta nell’esposizione professionali ai cianati e ai cianuri
TIREOGLOBULINA
v.n. inferiore a 60 ng/ml
La tireoglobulina è la proteina di deposito dei follicoli tiroidei. Non è un esame molto specifico
Aumenta nei carcinomi tiroidei e in diverse tiroidopatie
TIREOTROPINA Vedi ORMONE TIREOTROPO
TIROXINA (T4)
v.n. 4,0- 11,0 microgrammi/100 ml
La tiroxina è un ormone tiroideo per il 99% legato alla proteine vettrici (TBG) solo in piccola parte libera. Ma è la parte libera che risulta operativa. La tiroxina calcola la parte totale.
Aumenta nell’ipertiroidismo e nelle fasi iniziali delle tiroiditi. Diminuisce nell’ipotiroidismo, nelle fasi terminali delle tiroiditi o nelle
tiroidectomie.
TIROXINA LIBERA (FT4)
v.n. 0,85-1,87 ng/100 ml
La FT4 è la parte attiva della T4 e fornisce un quadro più accurato della funzione tiroidea.
Aumenta nell’ipertiroidismo e nelle fasi iniziali delle tiroiditi. Diminuisce nell’ipotiroidismo, nelle fasi terminali delle tiroiditi o nelle tiroidectomie.
TITOLO ANTISTREPTOLISINICO (TAS)
v.n. inferiore a 200 U/ml
Gli streptococchi sono germi in grado di produrre tossine come le streptolisine. Il TAS analizza il livello di produzione degli anticorpi antagonisti con queste tossine. Gli streptococchi possono contribuire a determinare nel tempo una malattia reumatica e nefropatie.
Aumenta in corso di una infezione streptococcica in atto.
TNF alfa (FATTORE DI NECROSI TISSUTALE)
Vn
Il fattore di necrosi tissutale aumenta nell’insufficienza cardiaca ed è un indice Diminuisce nei soggetti che tendono a vivere a lungo
TORCH (TOXOPLASMA, ROSOLIA, CYTOMEGALOVIRUS,HERPES VIRUS)
L’esecuzione di questo pannello di test è particolarmente utile per il reperimento degli anticorpi che si sviluppano in corso di infezioni di questi tre virus e del toxoplasma. E’ importante per la prevenzione delle complicazioni delle infezioni neonatali e per capire la causa di eventuali malattie congenite (cataratta congenita, glaucoma congenito, ecc.)
TPA (antigene polipeptidico di tessuto)
v.n. 0-55 U./L.
il TPA è un antigene presente in diversi tumori: mammella, polmone, fegato, stomaco, colon, retto, pancreas, prostata, ovaio, rene, vescica e utero. Costituisce quindi un marker tumorale generico come il CEA utile per una eventuale recidiva dopo interventi chirurgici. Il TPA indica più del CEA un aumento dell’attività tumorale.
Aumenta nei tumori attivi.
TPHA (TREPONEMAL IVE HAEMAGGLUTINATION ASSAY)
v.n. assente
Si tratta di un test che utilizza una tecnica di emoagglutinazione iva per confermare la presenza di lue (sifilide).
Aumenta in corso di lue (sifilide ) e in particolare in corso di sifilide latente terziaria.
TPO Vedi ANTIPEROSSIDASI
TRANSAMINASI GLUTAMMICO-OSSALACETICA (SGOT O GOT)
v.n. 1-58 U.I./L.
la GOT,detta anche aspartato aminotransferasi (AST), è un enzima intracellulare diffuso nel fegato, nei muscoli e nel cervello. Aumenta nel sangue quando sussiste un danno cellulare.
Aumenta nell’infarto cardiaco, nelle epatiti di tutti i tipi, nella cirrosi epatica, nei tumori epatici, nelle distrofie muscolari , nella dermatomiosite e per fenomeni tossici iatrogeni da uso di farmaci. Diminuisce nel deficit di piridossina e in gravidanza.
TRANSAMINASI GLUTAMMICO-PIRUVICA (SGPT O GPT O ALANINA AMINOTRANSFERASI)
v.n. 1-60 U.I./L.
la GPT,detta anche alanina amino transferasi (ALT) è un enzima intracellulare diffuso nel fegato, nei muscoli e nel cervello. Aumenta nel sangue quando sussiste un danno cellulare.
Aumenta nelle epatopatie in modo più consistente rispetto alla GOT, nei tumori del fegato e per fenomeni tossici iatrogeni da uso di farmaci. Diminuisce nel deficit di piridossina e in gravidanza.
TRANSFERRINA
v.n. 240-360 mg/dL
la transferrina è la proteina plasmatica che trasporta il ferro. Viene sintetizzata nel fegato e nel sistema macrofagico.
Aumenta nell’emocromatosi, nell’anemia emolitica, nell’anemia sideropenica, nell’avvelenamento da ferro, nelle emorragie croniche anche occulte, nella gravidanza, durante la crescita e per l’uso di contraccettivi orali. Diminuisce nella carenza di ferro, nelle malattie croniche epatiche, nella atransferrinemia, nelle malnutrizioni, nelle nefropatie, nell’emocromatosi, nelle ripetute trasfusioni, nell’uso di farmaci come ACTH e cloramfenicolo.
TRIGLICERIDI (TG)
v.n. 40-170 mg/100 ml
I TG sono la somma fra i grassi prodotti dal fegato e quelli assunti dall’alimentazione. La maggior parte dei TG è veicolata dalle beta-lipoproteine VLDL (lipoproteine a densità molto bassa).
Aumentano nelle iperlipoproteinemie primarie e in quelle secondarie (diabete scompensato, ipotiroidismo, nefropatie, etilismo, uso di pillole estroprogestiniche, ecc.), nelle diete scompensate da eccesso di grassi alimentari. Diminuiscono nella malattia di Tangier, nelle abetalipoproteinemie, nel malassorbimento intestinale e nella malnutrizione
TRIIODOTIRONINA (T3)
v.n. 0,6-2,2 ng/ml
La T3, come la T4, è un ormone tiroideo di cui solo il 35 % circa è secreto dalla tiroide.
Aumenta nell’ipertiroidismo. Ci sono casi di tossicosi tiroidea dove aumenta la T3 e molto meno la T4. Diminuisce nell’ipotiroidismo ma molto meno che la T4. Ci sono quindi casi di ipotiroidismo con T3 normale.
TRIIODOTIRONINA LIBERA (FT3)
v.n. 2,14- 5,34 pg/ml
La FT3 è la parte metabolicamente attiva della T3.
Aumenta nell’ipertiroidismo.
TROPONINA T Cardiaca ( TROPONINA I)
v.n. : < 1 ng/mL
La troponina I è una proteina praticamente presente solo nel muscolo cardiaco. E’ quindi un ottimo marker per evidenziare un eventuale infarto miocardico.
Aumenta nell’infarto cardiaco, con stress muscolari intensi e per iniezioni intramuscolari profonde.
TSH Vedi ORMONE TIREOTROPO
UPTAKE DELLA TRIIODOTIRONINA (O UPTAKE DEL T3)
v.n. 24-37%
Il test valuta la percentuale di T3 che si è legato alla resina, poiché libero. È un valore inversamente proporzionale alla percentuale di saturazione della TBG. Maggiore è l'uptake di T3, meno TBG disponibile si ha; ciò potrebbe essere causato da ipotiroidismo.
Aumenta per deficit congenito di TBG, peri Insufficienza renale, per ipertiroidismo, per ipoproteinemia, per malnutrizione, per nefrosi o sindrome nefrosica. Diminuisce per eccesso congenito di TBG, per epatite acuta, per gravidanza, ipotiroidismo, per tumori secernenti estrogeni.
UPTAKE DELLO IODIO RADIOATTIVO
v.n. Dopo 6 ore: 3-16% di assorbimento da parte della tiroide Dopo 24 ore: 8-29% di assorbimento da parte della tiroide
Questo esame valuta la funzione della tiroide in funzione della captazione di iodio radioattivo accumulato nelle 6 e nelle 24 ore dopo la somministrazione della sostanza. Viene usato per la diagnosi di ipertiroidismo e, più raramente, per quella di ipotiroidismo. Viene sempre associato agli esami ematici di T3, T4 e TSH. Aumenta nel gozzo da deficit di iodio,nell’ ipertiroidismo, nella ipoalbuminemia,nella tiroidite di Hashimoto in fase precoce.
Diminuisce per ipotiroidismo, nel sovraccarico di iodio, nella tiroidite subacuta.
URATO Vedi ACIDO URICO
UREA (S.UREA) v.n. 10-50 mg/100 ml
l’urea è il prodotto del catabolismo delle proteine del siero.
Aumenta nell’insufficienza renale e nella disidratazione. Tende ad aumentare con l’età. Diminuisce in gravidanza, nel digiuno e nella insufficienza epatica.
URICEMIA Vedi ACIDO URICO
VDRL (VENEREAL DISEASE LABORATERY RESEARCH TEST)
v.n. assente
Il VDRL è un test sierologico semplice per l’attestazione di una positività alla lue (sifilide). Sono frequenti le false positività.
Aumenta nella lue ma anche, seppure in misura minore, in diverse connettiviti, nella malaria, nella lebbra, nelle tossicodipendenze, nella mononucleosi infettiva e talora in vecchiaia e in gravidanza.
VELOCITA’ DI SEDIMENTAZIONE DELLE EMAZIE (VES) Vedi VES
VES (VELOCITA’ DI SEDIMENTAZIONE DELLE EMAZIE)
v.n. sino a 20 mm. alla prima ora
la VES è la velocità con cui avviene nel tempo la separazione fra globuli rossi (emazie) e il plasma in una pipetta disposta verticalmente e varia anche da paziente a paziente.
Aumenta in tutte le malattie infiammatorie e neoplastiche in termini aspecifici ma permette di monitorare il miglioramento o il peggioramento di una malattia già conosciuta.
VEGF (Vascular Endothelial Growth Factor)
v.n. 15,5-431,3%
Aumenta in diverse malattie autoimmuni e nelle forme neovascolari retiniche
VITAMINA A (RETINOLO)
v.n. 0,20-0,80 microgrammi/ml.
La vitamina A è fondamentale per la crescita ossea e la dentizione nei bambini, per la funzione visiva, per un corretto metabolismo della pelle e dell’attività renale. Si trova nel fegato, nell'olio di fegato di merluzzo, nel tuorlo d'uovo, nel latte e latticini, nella margarina e in vari ortaggi e frutti come le carote, la zucca, il cavolo riccio, i broccoli, gli spinaci, le albicocche e le pesche.
Aumenta per una eccessiva introduzione alimentare o per l’uso di agenti vitaminizzanti. Diminuisce nel diabete, nella malnutrizione, nell’ipertiroidismo e nella colite ulcerosa.
VITAMINA B1 (TIAMINA)
v.n. 25-85 microgrammi /l.
La tiamina è fondamentale nel metabolismo del sistema nervoso, dei muscoli e nel cuore. Presente nel germe di grano, nella crusca, nei cereali integrali, , nell pane integrale, nella pasta integrale , nel fegato, nel rognone, nel maiale, nel pesce, nei fagioli,nella frutta a guscio e nelle more.
Aumenta per eccesso di alimenti integrali o per l’uso di vitaminizzanti Diminuisce nella malnutrizione, nell’alcoolismo cronico, nel malassorbimento intestinale e nell’uso di farmaci come i sulfamidici.
VITAMINA B2 (RIBOFLAVINA)
v.n. 137-370 microgrammi /l.
La riboflavina è indispensabile nel metabolismo degli zuccheri, dei grassi e delle proteine oltre che per la produzione di energia nelle cellule e per la formazione di diversi ormoni della ghiandola surrenale.
Aumenta per eccesso di alimenti integrali o per l’uso di vitaminizzanti. Diminuisce nella malnutrizione, nel malassorbimento intestinale, nelle parassitosi, nelle ileiti croniche, nella colite ulcerosa e nell’uso di farmaci come certi antibiotici.
VITAMINA B6 (PIRIDOSSINA)
v.n. 3,6-18 microgrammi/l.
La piridossina è importante nella produzione dei globuli rossi e degli anticorpi, nell'attività dell'apparato digerente e del sistema nervoso e nel mantenimento di una pelle sana. La troviamo nel pollame, nel maiale, nel pesce, nei cereali integrali, nelle banane, nelle patate e nei fagioli secchi. Aumenta per eccesso di alimenti integrali o per l’uso di vitaminizzanti. Diminuisce in gravidanza, nella malnutrizione e per l’uso di farmaci citostatici e antitumorali.
VITAMINA B12 (CIANOCOBALAMINA)
v.n. 200-978 pg/ml.
La Vitamina B 12 è una complessa vitamina importante per la formazione dei globuli rossi. Frequente nella carne.
Aumenta nelle epatopatie o in diverse forme di leucemia, in gravidanza e nell’assunzione di estro-progestinici Diminuisce nelle anemie carenziali da B12.
VITAMINA C (ACIDO ASCORBICO)
v.n. 26,1-84,6 millimoli/l.
La vitamina C è utile per per la crescita e la buona conservazione di ossa, denti , gengive, legamenti e vasi sanguigni, per la risposta immunitaria dell'organismo alle infezioni, per la guarigione delle ferite e l'assorbimento di ferro dal tubo digerente. La troviamo nella frutta e nella verdura fresca , negli agrumi, nei pomodori, negli ortaggi a foglia verde, nelle patate, nei peperoni, nelle fragole e nei meloni.
Aumenta per eccesso di alimenti integrali o per l’uso di agenti vitaminizzanti. Diminuisce nelle anemie, nelle emorragie, nelle malattie infettive, nella malnutrizione, nell’ osteoporosi, nel rachitismo, nello scòrbuto.
VITAMINA D (CALCIFEROLO)
v.n. 10-100 ng/ml.
La vitamina D regola l’equilibrio del calcio e del fosforo, favorisce l’assorbimento di calcio dall’intestino ed è essenziale per la salute delle ossa e dei denti. Le fonti principali sono il latte, i pesci grassi come sardine, aringhe, salmone e tonno, il fegato, i latticini e il tuorlo d’uova.
Aumenta per eccesso di alimenti o per l’uso di vitaminizzanti, per ipercalcemia e per iperostosi. Diminuisce per insufficienza renale, per tetania, rachitismo e osteomalacia.
VITAMINA E (TOCOFEROLO)
v.n. 3,0-12 microgrammi /ml.
La vitamina E è fondamentale per la protezione della struttura delle cellule, per il mantenimento delle attività di alcuni enzimi e la formazione dei globuli rossi; protegge i polmoni e altri tessuti dalle lesioni causate dalle sostanze inquinanti e previene la distruzione dei globuli rossi da parte di sostanze tossiche presenti nel sangue. Tra le principali fonti alimentari figurano gli olii vegetali, la frutta a guscio, la carne, gli ortaggi a foglia verde, i cereali, il germe di grano, e il tuorlo d’uovo. Aumenta per eccesso di alimenti integrali o per l’uso di vitaminizzanti. Diminuisce nella malnutrizione e nel malassorbimento.
VITAMINA H (BIOTINA)
v.n. > 100 ng/l.
La biotina è utile per l’attività di vari enzimi coinvolti nella scissione degli acidi grassi e dei carboidrati e nell’eliminazione dei prodotti di scarto della scissione delle proteine.
E’ presente in molti alimenti: fegato, arachidi, fagioli secchi, tuorlo d’uovo, funghi, banane, pompelmi e angurie.
Aumenta per eccesso di alimenti integrali o per l’uso di agenti vitaminizzanti. Diminuisce per malnutrizione e malassorbimento.
VITAMINA K
v.n. 1 50-900 ngl/l.
La vitamina K E’ essenziale per la formazione, nel fegato, di sostanze che favoriscono la coagulazione del sangue. Le principali fonti alimentari sono gli ortaggi a foglia verde (cavolo, broccoli e cime di rapa), gli olii vegetali, il tuorlo d’uovo, il formaggio, il maiale e il fegato. Aumenta per eccesso di alimenti integrali o per l’uso di agenti vitaminizzanti. Diminuisce per malnutrizione e malassorbimento, alterazione della flora intestinale, cirrosi epatica, colite ulcerosa.
VITAMINA PP (NIACINA)
v.n. 8-52 microgrammi g/l.
La niacina è essenziale nelle attività del sistema nervoso e dell’apparato digerente, nella produzione degli ormoni sessuali e nel mantenimento di una pelle sana. Le principali fonti alimentari sono il fegato, la carne magra, il pollame, il pesce, i cereali integrali, la frutta a guscio e i fagioli secchi.
Aumenta per eccesso di alimenti integrali o per l’uso di vitaminizzanti. Diminuisce per malnutrizione e malassorbimento, alcoolismo, per uso di antibiotici e sulfamidici.
VOLUME CORPUSCOLARE MEDIO Vedi MCV
VOLUME PIASTRINICO MEDIO Vedi MVP
ZINCO
v.n. 50-150 microgrammi/litro in classe di valutazione I 150-200 microgrammi/litro in classe di valutazione II
Lo zinco è un minerale utile per diversi metabolismi ma viene dosato essenzialmente per il rischio di contaminazione tossica in ambito lavorativo.
Aumenta nella contaminazione da esposizione industriale.
WBC Vedi GLOBULI BIANCHI