Poesie Innate 5u11r

Dario Lodi

Poesie Innate

Abel Books

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Abel Books via Terme di Traiano, 25 00053 Civitavecchia (Roma) ISBN 9788867520299

Prefazione

Sono composizioni che si compongono da sé. L’intervento personale è di semplice ordine delle parole e dei concetti, ovvero di un ordine reclamato dalla voce naturale, una volta tanto desiderosa di essere esplicita, chiara. Come fosse facile comprendere le sue esigenze espressive. Ma ci si stupisce di tanta perspicacia benché rimanga in parte oscura (ed è la parte più importante). Forse non si è adatti a raccogliere una testimonianza del genere. Ci si prova quasi automaticamente. Ma la natura ci vuole bene ed è indulgente.

1

La vita è eccessiva ma non sa di esserlo così viverla è una cosa che non si coglie si coglie l’illusione di coglierla e ci si accontenta della coscienza a pezzi.

2

Il problema dei problemi. O si è del mondo o si è nel mondo. Il dubbio aiuta a vivere e a non vivere. Si salta e si risalta la linea di demarcazione con lo stupore di poter saltare ancora e ancora.

3

La realtà scova pensieri superflui per il mondo cancella il senso delle risposte a domande troppo grandi. La ragione respira inadeguatezza: è una sorpresa che si fa coscienza. Forse è un esercizio di stile. La presunzione conforta. Risolve. Tutto falso, ma non c’è altro. Come dire: in fondo c’è tutto. Così sia.

4

L’inquietudine genera delusioni è lontana dalla verità e soffre vicende che sa solo subire. Ormai non si distrae più è concentrata sull’idea di non sapere e non teme la disconoscenza che la alimenta. La sente e la rimuove pensandola.

5

Nonostante tutto la sete di vita annebbia la mente e fa vivere pur senza sapere di vivere o forse la mente è rischiarata dal desiderio di resistere di una resistenza imbattibile. Così vanno le cose anche quando non vanno. Sei costretto ad essere Felice di esistere ed è quello che speri in continuazione. Conferma: è una bella speranza.

6

Ma l’anima delle cose è nascosta e forse spaventata dalla rapidità degli eventi e dalla impossibilità di stendersi sul mondo a guardare le stelle con occhi incantati.

7

Si pensava ad una via d’uscita da questo obbligo di vivere senza poter vivere e veniva la grandezza dell’idea di non soccombere alle cose senza un minimo di resistenza che l’occasione rendeva irresistibile. E così sembrava di vivere vivendo.

8

Essere con la coscienza di essere è troppo difficile ma la resa è lontana e la si vuole irraggiungibile per un amore di sé e del mondo che va oltre se stessi rientrandovi ad ogni pensiero.

9

Probabilmente è la consistenza delle cose a sfuggire. Non la si soppesa nel giusto modo. E non la si penetra con lo sguardo. Cose con un senso Immediato desiderose di significati aperti lasciati a sé abbandonati.

10

C’è il problema dell’empatia, quella vera, in un contesto di vita propria segretamente allo sbando. In realtà si vorrebbe l’opposto sperando in una sicurezza nascosta che faccia vivere senza fingere.

11

Si vorrebbe rapire un’immagine per conservarla nel mondo dei sogni. Lo renderebbe logico. E varrebbe la pena sognare soltanto. E sognare di non sognare.

12

Meglio questa magia interiore che fa la realtà impotente. Non vince il nulla ma è ostinata senza essere ottusa senza finire allo sbando. Forse la ragione ne avrà ragione ma è meglio non contarci e infine non volerlo affatto. Che la magia rimanga: è magica davvero sino in fondo.

13

Certo la disperazione e l’angoscia, ma ancora più l’incredulità, il mondo che crolla se tutto è così fragile. C’è la visione di un oblio, la rigidità di un non pensiero e la paura dell’inutilità del pensare confermata da un silenzio impenetrabile. Ma il valore dell’esserci, del vedere, del constatare e del ribellarsi esiste e resiste. Perché?

14

In realtà non accade nulla se non l’idea che stia accadendo qualcosa. Ed è qualcosa di determinante per il pensiero che immagina avvenimenti importanti. Allora la presenza del nulla si dissolve in un tutto sorprendente e sorpreso.

15

Il male sta nell’anima è una lama che non si sa estrarre la ferita rimane serrata su pene esistenziali estreme. Stai con un dolore che non puoi gestire ma che è sorpreso dalla tua volontà di non viverlo. Quasi come non esistesse. E così va il mondo che non è rotondo.

16

Si potrebbe fare una scoperta importante. Il senso dell’esistere ad esempio. Od anche solo una promessa che si potrebbe corrompere con voti sentimentali assoluti ed ispirati. Tutto sarebbe più vero. Ma già lo è pensandolo. Magari.

17

Allora si potrebbe chiudere gli occhi e aprirli altrove. Sarebbe il sogno di uno sguardo ideale realizzato a compenso di un’aspettativa di vita che va oltre il timore di non viverla.

18

Prendiamoci questo tempo e trasformiamolo in verità incorruttibile certo è vera la nostra impresa più del silenzio che ci avvolge.

19

Angoscioso il continuo ritorno del nulla in una realtà propria che insiste per affermarsi. Rimarrà il mondo sorpreso di tanta insistenza se ne innamorerà.

20

E’ l’attesa che ha senso. E l’attesa che vince la paura dell’oggi che si consuma invano. E’ l’attesa che trasforma questo invano in speranza di non viverlo.

21

Il concetto di esistenza del mondo e di sé comporta responsabilità che fanno pensare quanto sia importante esserci. La vita è straordinariamente tutta qui. Ma c’è.

22

La vita esige miracoli come quello di dire che i miracoli si possono fare amando l’imbattibile illusione che è vita quella che si fa vivere.

23

Non c’è niente per spiegare cosa sia questo vivere e nulla esiste per capire cosa sia questo voler spiegare che incalza quasi quanto il ritmo a sé della vita.

24

Domande su domande aumentano lo smarrimento e provocano inquietudine insanabile ma ciò che si chiama esistenza non se ne cura quasi fosse qualcosa di superiore.

25

Ora il pensiero raffinato pensa ad un paradiso non artificiale e si perde nell’illusione che esista e sia migliore della speranza.

26

Forse si è capaci di un’idea che fa le cose palpiti di vita e i sentimenti prove di esistenza che non cede.

27

Dirai il meglio di questa presenza con garbo e indulgenza per le pause di paura di un ignoto che non ti appartiene.

29

Il pensiero disegna scenari più grandi del mondo. La realtà è trasformata con innocente innocenza. Tutto finisce in un tutto sicuramente. E’ colta infine l’essenza delle cose e tenuta fra le mani. Accarezzata all’infinito. Dov’è l’errore? Conta trovarlo?

30

Ci sono trepidazioni in questa attesa rivelatrice che scavano l’essere senza pietà facendo perdere riferimenti. Ancora più grande è l’avventura del comprendere il senso del senso di sé e delle cose ora continuamente nuove.

31

Non ci sono parole per questa tenerezza che fa magica la vita. La realtà è quella sottintesa e racconta favole colme di verità superiori. Si vive nello spirito del vero si sta con sentimenti saggi più della ragione.

32

La sospensione dello sguardo su un’idea di perfezione che attraversa le cose e le fa vive d’una vita sempre nuova. Il aggio ha senso nelle soste che fanno ritornare la realtà su di sé.

33

Forse c’è ancora un istante per dire tutto della vita e dell’esistenza come fosse la volta buona.

34

Sfugge la verità come cosa che non conta. Ci si dimentica della sua esistenza e poco importa quando chiama. Così dovrebbe Essere sempre. Vivere semplicemente per vivere, senza cercare un significato. Forse è davvero così e il resto è una preoccupazione strana. Straniera.

35

Certo la malinconia per questo continuo smarrire una parte di tutto. Per questo dileguarsi delle cose e di sé in un chissà fatto di precipizio. Giacciono alla rinfusa le cose, infine, sopra un pensiero sfinito, ma non domo.

36

Forse è inutile questo peregrinare o forse è troppo utile per non stare ad attendere l’inattendibile. Nel mezzo fioriscono le rose. E le spine sorvegliano. Si troverà il respiro per respirare davvero e si dirà mentendo che è importante questa vita. Poi si racconterà che il sole riscalda anche le ossa. Il calore è quasi Insopportabile, ma lo si sopporta infine. Così è e vale.

37

Ci saranno altre occasioni. Bisogna ricordarsi l’intensità del momento per riviverlo interamente e magari andare oltre. La perfezione, ecco, la perfezione del sentire, il piacere di una sorpresa straordinaria. L’appagamento, il completamento del cerchio, del giro armonico. Vedrai che conterà molto la nuova occasione. Sarà meglio della vecchia.

Sarà matura. Sarà preziosa. S’imporrà, indelebile. Righerà la coscienza del mondo.

38

Sia come sia meglio volgersi dall’altra parte per non vedere. Forse l’illusione che non sia così è meglio. Facciamo la gara a chi bara di più fra te mondo che sei tutto e niente e fra chi ti osserva con occhi azzurri. So chi vincerà e non sarai tu. Ecco cosa vuol dire essere

un baro di professione. Gli occhi azzurri sono invincibili.

39

Probabile possibile improbabile quanto impossibile. Ora questa altalena fa perdere la testa. Non rimangono che le immagini sfocate e i colori vivi del cielo e della terra. Magari l’orizzonte di un rosso incisivo ed il giallo vellutato di un fiore. La speranza di realtà scende in gola. La fantasia si cristallizza. Si ostina. Bene. Eppure non

si fa niente per incoraggiarla. O forse troppo. Così vuole l’altalena. La testa gira sempre di più. Ma gira su cose stavolta.

40

Pungono come spilli questi sentimenti ed esce un sangue vigoroso. Zampilla disordinatamente. Vola nell’aria. Colpisce cose Innocenti e le marchia. Imbratta fogli bianchi. E’ impazzito. Ma la sua pazzia contagia. Il sentimento si libera di sé ed imprigiona pensiero e materia come fosse una cosa sola. Va ai bordi dell’eden: non lo inventa. Lo scopre e lo fa suo, soffocando il timore della sua falsità. Soliti giudizi frettolosi?

41

Partita vinta. La mente afferra la realtà e non l’accetta, ma la prende fra le dita e la tiene con distacco. Quasi c’è una convinzione di superiorità. Accada quel che accada, si resterà fermi al proprio posto, ancorati ad un orgoglio intelligente. I tempi saranno sempre belli, pensando ad altro.

42

Effettivamente c’è questa gioia di vivere che confonde le cose. Inutile il pessimismo e ininfluente persino il realismo. L’attimo di gioia è sicuro di sé e pretende attenzione ammirazione senza una forzatura. E’ il raggio di sole che spacca il gelo dell’eterno inverno.

43

In balia degli eventi con un leggero sorriso sulle labbra. Non si affonda nonostante i marosi. A questo bisogna attaccarsi con fiducia. E’ la propria grassa provvidenza. Un grasso che non sfigura.

44

Sospendere il giudizio su questo spettacolo di tutto e niente che è l’esistenza nella sua esibizione più riuscita: quella di viverla.

45

La calata nella coscienza di un istante di consapevolezza che annienta le difese. Tutto è in balia di un tutto che ti esclude. Oppure che ti tira con sé pretendendo la tua adesione all’oblio. Ebbene è in questa lotta fra accettare ed escludersi che avviene il miracolo di non soccombere del tutto ad un no o ad un

chissà.

46

L’orgoglio per non si sa cosa ma forse è quella volontà tenuta per la coda che recita resistenza alle offese della vita. Ripetere come un mantra che in fondo si è capaci di sostenere qualunque peso e cedere fingendo non sia vero ad un colpo di vento da nord. Il sud esiste e ti porta giù, ma tu pensi sia solo un’immaginare e stacchi il contatto con le cose vere. Ti conviene però.

47

Girovagare come ubriachi, ma con la sensazione di sapere dove andare. Dove sarebbe giusto. Deambuli tenendo l’equilibrio con i denti grazie ad una forza miracolosa che ti sei fatto amica. E ti ripari fra le sue braccia: va bene così e così tarda ogni altra reazione. Sai bene che potresti fare di più, ma fingi ormai con maestria la tua impotenza di fondo. Osservi e accompagni il o. Eviti le trappole. Metti insieme i panorami: ecco un mondo ideale. Lo puoi accarezzare. E’ di buona cartapesta. Mettiamo che ti consoli con questo fantasticare, che è vivo e vegeto. C’è un potere che ti limiti ad esercitare, intuendo il suo funzionamento. Non è un abbandono, è una connivenza.

Aspetti che qualcosa ti riveli il miracolo. Ma il mistero può anche restare purché non deluda.

48

L’inganno dell’affermazione è nel desiderio di affermare. Forse non c’è altro. Se non una ostinazione di fondo che recita difesa ad oltranza del proprio essere. C’è la convinzione della convinzione che la difesa sia imbattibile. Non c’è alcuna possibilità di farla ragionare. E’ una benedizione anche quando non si vorrebbe essere benedetti. Si subisca in pace.

49

La verità non è questa verità ma potrebbe esserlo e lo è se si chiudono gli occhi o se si aprono sull’idea di una cosa che è una cosa a forma di rosa.

50

Vivere non è morire un istante dopo l’altro ma uccidere l’idea di essere già morti. A volte il delitto è perfetto.

51

Praticamente hai la speranza di non capirci niente. E’ tutta una costruzione mentale giusto perché hai una mente. Peccato lo scopo sia sconosciuto. Non sai altro e dunque la tua disperazione è una posa oppure ti assale un’angoscia che non sai gestire e quindi assumi un atteggiamento di difesa estrema. Chissà perché tutte queste cose.

Non conviene e non si sa neppure se sia permesso. Pensare di più dà troppo di più.

52

Il fascino dell’insondabile che non è inconoscibile. Il sentimento va oltre le parole e la sensibilità è con le stelle. Si è con l’anima delle cose. Inaspettatamente. Pare una condanna. Non puoi avere ciò che senti di poter avere. Non è un abbaglio. Magari lo vorresti così tutto tornerebbe come prima come sempre. Ma c’è qualcosa di più oltre le apparenze. Persino la tua ragione

lo sa. Allora è vero ciò che è vero? Rispondi di sì. Che tutto risponda di sì.

53

Le ambizioni sono tante e tutte giustificabili. Riempiono il cuore e la mente. E le parole potrebbero incantare anche i sordi. Dov’è la platea? Scompare sotto gli occhi La cerchi invano e invano. Almeno tu rimani.

54

Continuare la ricerca come se il tesoro esistesse davvero. La mente scova i nascondigli più segreti e penetra nei meandri di un sapere che sa di non sapere ma sa di saper immaginare più del vero.

55

Impossibile sollevare il velo dei veli ma possibile provare e nell’incoscienza più vera assistere con gli occhi sbarrati ad una magia che non riuscirà mai. Ma nulla è come il calore dell’attesa di un miracolo.

56

Poi l’abbandono delle cose e la tenerezza di istanti in cui tutto accade come fosse verità infinita. Poi lo stupore della luce che declina e le ombre che si allungano nello smarrimento senza fine. Poi l’inganno della fantasia e la certezza dell’illusione di vedere al di là degli occhi.

57

Esiste una certezza di fondo che preme sulla coscienza. Solo un respiro forzato che seguita impunemente a funzionare secondo un meccanismo sconosciuto ma amato sino alla follia.

58

Sognare un sogno di verità che riveli la soluzione dei lunghi momenti d’attesa della magia delle magie.

59

Raccogliere un segno di vita pronto a fuggire dalle mani con un balzo spericolato. Si perderebbe nell’oblio e nell’oblio si perderebbe il gesto?

60

Si direbbe lo stupore dell’esistenza con voce modulata dall’emozione. Quasi un accertamento incantato di cui incantarsi.

61

Ignara è questa terra calpestata da un piccolo o che rimbomba sino al cielo.

62

Si potrebbe ritenere una realtà inoppugnabile questa luce straordinaria che accarezza le cose.

63

Ancora muore la speranza di un sì di sé dal mondo e ancora risorge la certezza di un sì superiore.

64

La vera difficoltà è imparare a vivere. Fare di tutto per non vivere non vale.

65

La velocità del tempo travolge i sentimenti. C’è incredulità nel vederli rivivere come fossero spilli conficcati nel fondo della memoria. Allora la memoria sarebbe uno scrigno inviolabile che cela segreti per sempre.

66

Afferrare l’attimo significa assumere responsabilità più grandi di sé. Eppure la tentazione è irresistibile. Si rimanda la decisione all’infinito. E’ più forte la speranza di non essere coinvolti. Per fortuna.

67

Il pensiero prende le cose alla gola e si fa tramortire dal loro penultimo sussurro.

68

Come capire la verità che non sa spiegare? E così il tormento di dover ripetere parole senza senso e senza speranza di averne uno. Recitano il contrario le illusioni a voce alta assordante.

69

Ora fermiamo l’immagine e guardiamola nel fondo del suo essere. Non sarà invano proiettarla nell’infinito.

70

Silenzio? Voci ed ombre nella sera che non finisce. Vicino il sillabare di una memoria il calore di un sospiro: riempiono il cuore di speranza vincono la paura dell’oblio.

71

Sistemare le pedine che sfuggono dalle mani. Riprenderle come fossero oro e incastrarle forzando le fessure o crearne di nuove. La mano è attenta ad ogni dettaglio e non ha nulla di meccanico. I gesti sono improvvisi e sorprendenti. Anche la pedina più grande cederà?

72

L‘inganno è dolce. Dice che vivere è importante. Lo dice con la solennità che fa sentire più vivi di ciò che si vive.

73

E’ sempre un nascondersi un nascondere sotto il sole sotto la luce i sentimenti e la speranza di una certezza speciale.

74

Come che sia la luce invade le cose le coglie di sorpresa le fa trasparenti scova l’anima.

75

Che fai? Aspetto. Cosa aspetti? Aspetto che tutto sia chiarito. Nel frattempo c’è la distrazione che vuole nella chiarezza il mondo segreto.

76

Si vorrebbe vedere il lato oscuro del mondo quello che non si rivela mai nonostante l’intensità dello sguardo.

77

Ecco l’ennesimo ostacolo ed ecco aldilà l’ennesima speranza la solita promessa. Ma nulla è più amato di questo eterno esercizio che fa intravedere un senso di sé.

78

Questa voglia di non cedere all’evidenza dei fatti e questa ricerca di aiuto da ogni dove. Ma ogni cosa dice: eccolo!

79

Si stava in attesa della rivelazione che avrebbe fatto girare il mondo all’incontrario.

80

Sarebbe giusto dire che in fondo tutto è una gran bolla d’oro che protegge i sogni con sicurezza sicura.

82

C’è questa realtà che non conosce ragioni ma forse le ragioni vanno ad amare perdutamente l’inganno che vuole la vita irreale reale.

83

Balbettare con la convinzione di dire cose importanti. E’ sorprendente il sospetto del granito granitico nelle parole e rassicurante la scoperta di quel valore assoluto. Certo una rivelazione in cui è bene perdersi.

84

Non è chiara la conoscenza di tutto questo e l’orgoglio di saperlo trasforma la sconfitta in una vittoria perdente. Che non si sappia.

85

Non c’è una coscienza totale. La fortuna aiuta. I barlumi non diventano luce piena e durano poco. Così il senso di sé e delle cose è labile. Si fa parte di un tutto che non accetta eccezioni. L’eccezione si perde in vanità che sono verità trasognate. Forse alle verità si crede e forse no e in questo limbo si sospira.

Appendice

In effetti, la situazione è complessa. E non si capisce neppure se esista una situazione vera e propria oppure se è tutta una montatura chissà perché allestita. Probabilmente una difesa di fronte a quella enormità che è l’esistenza. Di fronte all’esistenza, la vita è poca cosa. Ma diventa gran cosa quando arranca verso la conquista del concetto di esistere. Esce dalla tana e sfida

la luce del sole. Si pensa di poter davvero arrivare a certe iniziative come se la controparte, e cioè l’intero mondo, fosse disponibile ad accettarle. In tal caso, la presenza significativa del mondo sarebbe cosa fatta. E le iniziative avrebbero un senso compiuto. Di conseguenza avrebbe senso compiuto anche chi le compie. E il medesimo senso la vita che si agita intorno alla questione. La vita avrebbe uno scopo. Per quanto si neghi questo scopo e per quanto si venga presi

dall’angoscia a causa di un possibile autoinganno (che sarebbe disperante, trattandosi di un fenomeno senza riscontri oggettivi), la resistenza nei confronti delle iniziative permane indomita, persino contro il parere personale che a volte si accetta anche se magari negativo. Qualsiasi negatività viene superata dalla resistenza ad oltranza che pare una cosa a sé, intoccabile. Il fatto lusinga e rende legittima l’immaginazione. Tutto è vero anche se non lo è. E con questo viatico si va avanti,

fingendo di sopportarlo. Lo si ama invece, anche quando lo si odia.

Quarta di copertina

Sono composizioni che si compongono da sé. L’intervento personale è di semplice ordine delle parole e dei concetti, ovvero di un ordine reclamato dalla voce naturale, una volta tanto desiderosa di essere esplicita, chiara. Come fosse facile comprendere le sue esigenze espressive. Ma ci si stupisce di tanta perspicacia benché rimanga in parte oscura (ed è la parte più importante). Forse non si è adatti a raccogliere una testimonianza del genere. Ci si prova quasi automaticamente. Ma la natura ci vuole bene ed è indulgente. (L’autore?). (Dalla prefazione.)

Dario Lodi, milanese, è poeta, saggista, narratore. Ha pubblicato una decina di libri. E’ presidente da anni di un’associazione culturale di Vignate, in provincia di Milano. Collabora con diverse riviste culturali. Questo volume ha vinto il premio Nabokov 2012 per la poesia inedita.

Indice

Prefazione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17

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