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neppure l'apparenza di A differenza di altri componimenti diMyicae,qui le impressioni visive non hanno dotate di una forte cae ogg.ttiuità i*pressionistica, sono immediàtamenie connotate da un valore simbolico all'improwiso chiache la terra noti si ,iià .rprrrri*istica, portate ad un estremo di tensione deformante: la-bianca casa pauingombro, disfattg', tragico, il cielo rore del lampo appare uansalte, livida, in sussulto,, perdono comdelreale I dati dopo. per chiudersisubito esterrefatto, ,igoiit"afliocchio che si apre "largo, da ur dolore tragico. sconvolta realtà una di perionificazioni diventa"no e nahrale iirionomia iu"ro-* qo.rtu tensione esasperata èia genesi del componimento. Da una prefazione inedita al
i ;h;;" i ilil;*cror. ai metaJora degli ultimi momenti del padre moiliÈf i;ì;;;;^"i;i;"; ditiaicoe apprendru*o àh" tu concépito come quel momento, in quel batter d'ala - Il momento in faceiti i+.F ,!ii;,;ip*rtrr cne tu, o piar. mio benedetto, ione! Come un lampo in una not-
fu rapido'1...1 ma i pensieriìon furono brevi e pochi. Quale intensità di tragico'' A questa te buia: dura un attimo e ti rivela tutto un cielo pezzato, lastricato, squarciato, affannato, sguardo di un l'ultimo richiama tematica si lega I'immagine finale dell'occhio Jperto e subito richiuso, che moribondo. costruzione stilistica' Nel priLaconnotazione espressionistica deile immagini trova corrispondenza nella riferiti-alla terra e al gli aggettivi così affannoso; incalzante, ritmo ("S un dà s,) moverso il polisindetò I...] (si può notare che tutti gli ag.iuto, airpor6 simmetricamente in due serie ternarie e legati solo per asildeto utragico')' Nella stesnlivida', g.ttiui ,*o trisillabi e quello mediano di ognuna delle due serie è sdrucciolo: -i in senza virgola intertronchi verbi dei ia direzione valno la ripetizione ubianca bianca,, l'accostamento la costruzio(n5'apfi chiuse'), si verso all'ultimo paragone, nel tipr.ro in simmetria
*eOiu Suppri spalì,), ne in stile nominale
uw.2-3.
@ proPoste di tavoro l"
Dopo aver individuato le opposizioni presenti nel testo, riflettere se esse p0ss0n0 avere un valore simbolico.
Ultimo sogno È
y',ffit") (ABAB) rcffi'eÈ
4 ll
tu-
il poeta è malato e il de-
1. lirio della febbre gli dà l'impressione di un fragore di carri di ferro. I carri si muovono verso l'infinito, fra schiocchi di fruste e ifremiti dei cavalli,
ma il rumore non si afflevolisce, resta sempre identico, come se I carri fossero fermi (per questo il fragore è detto immoto). La febbre cessa all'improwiso, lasciando una sensazione di sìlenzio.
Per l'argomento la poesia potrebbe essere accostata a Temporale (cfr. T8[ Tenendo presenti le osservazioni contenute nelle analisi deì due testi.si rilevino però le differenze.
t'ultima poesr'adi Myricae efu pubbticata nellaterza Metroiquartine di endecasillabi a rime alternate
Da ... improrwiso:
r.
2.
edizione'(
Da un lmmoto fragor di cariaggt ferrei, moventi verso f infinito tra schiocchj. acuti e fremlti selvaggi.. un silenzio improwisoÌ. Ero guarito.
.
Era spirato il nembo2 de1 mio male in un alito'. Un muovere di cigllaa;
2.
i.
il nembo: /a fe mpesta,l'tnfuriare
cotpo. § di $ S
ir, o., ulitor in un soffio,cioè di 4. Un muovere di ciglia: al poeta sembra
aprire 8lì occhì, ma in realtà sta sempre sognando, poiché vede la madre morta al suo capezzale'
144 e
vidi ia mj.a madre al capezzale'.
io la guardava senza meraviglia5. io ... meraviglia: come awiene nei sogni, non prova meraviglia al vedere la madre accanto al suo letto, pur sapendo che è morta. 6. Libero!...: l'esclamazione rende iì senso di sollievo al sentirsi guarito dalla malattia. 7. inerte ... volessi: se io ayessl voluto sciogliere le mani incrociate sul petta (come si usa con i morti) sarei stato senza forze. 8. Udivasi ... cipressi: nel sogno gli sembra di udire un fruscio dì foglie di cipressi, lieve e continuo. Si ricordi che il cipresso è pianta mortua5.
ria.
9. quasi
... fiume: il fruscio che ode ricorda
Libero6l... inerte si, forse, quand'io
§*
le mani al petto sciogliere volessiT:
1.
ma non volevo. Udlvasi un fruscio sottile, assiduo, quasi di cipressis;
1.1ftre
quasi d'un fiumee che cercasse il mare inesistente. in un immenso piano: io ne seguiva il vano sussurrare, sempre Io s[esso, sempre piu lontano.
Gr
1.2aut
1.3 ven las
2. Ri
2.1 sio c0§r
ora quello della corrente di un fiume.
G. Pascoli, Poesie, cit.
2.2aue
3. Gr Tra
lluf) bre
e§?e§§s§
§e§ &es*m
I1 fascino della poesia è dato dalla dimensione onirica in cui è immersa. Dapprima si hanno sensazioni d'incubo, opprimenti e algosciose, rese attraverso f impressione sonora del fragore di carri, poi succede la visione consolante della madre al capezzaJe.Il poeta è immobile, con le mani incrociate sul petto come i morti. Non può muovere Ie braccia, ma neppure 1o vuole, perché, dopo f incubo del delirio, quelf immobilità è piacevole. Un valore misterioso, indefinibile possiedono le sensazioni che chiudono la poesia, il fruscìo dei cipressi, il sussurro di un fiume. Alludono forse allo scivolare verso Ia morte: ma il fiume scorre verso un mare uilesistente, e il suo sussruro è «vano». La morte quindi è un viaggio verso una meta oscura, inconoscibile, probabilmente verso il nulla. Il sogno di ritrovarsi morto dà al poeta un senso di liberazione, liberazione dagli affanni angosciosi deila vita, a cui alludono i fragori insopportabili delf inizio; ma la morte non si offre come l'approdo a una certezza consolante: iI mistero insondabile dell'aldilà iascia sempre un'inquietudine ansiosa. Pascoli riveia qui tutte le sue doti di poeta onirico, visionario, capace di rendere suggestivamente il senso del mistero e al tempo stesso le profonde, ina-fferrabili inquietudini dell'esistenza. Nella poesia si possono riconoscere le caratteristiche tipiche della sintassi pascoliana, frantumata, di sgregata, e in questo perfettamente rispondente alla dimensione onirica, che nega la logica razionaJe consueta. II primo periodo, alquanto lungo, è in stiie nominale; segue, in chiusura delia strofa, un periodo brevissimo, secco (uEro guarito,). La strofa successiva presenta una serie di periodi brevi, di cui uno di nuovo nominale (nUn muovere di cigiia,, v.6).Laterza strofa si apre con un'esciamazione, composta di un solo aggettivo, ulibero! ... »: un'espressione quindi fortemente ellittica, che sopprime tutte le determinazioni della frase, soggetto, predicato (e che si configura come un brevissimo discorso indiretto libero). Così senza verbo reggente è la frase successiva. Anche l'interpunzione forte segna stacchi netti, che spezzailo il fluire dei discorso. Così si ha il punto e vtrgola anziché ia virgoia, come sarebbe logico aspettarsi, dopo uUn muovere di cigiia,, i due punti dopo *sciogliere volessi,, di nuovo il punto e virgola dopo ucipressi,.
A
Wp t. 2.
ProPoste di lavoro """"
L'immagine dell'infinito verso cui mu0v0n0 i carri, all'inizio della poesia (v. 2), viene forse ripresa nella parte finale? Si può seguire ilvario configurarsi del motivo della morte nelle poe-
sie pascoliane antologizzate in questo modulo.
3.
ln quale dei testi qui riportati compare il sussurrare degli alberi, av-
volti da un'atmosfera arcana e inquietante?