Mirella Merino
L’Angelo Hermes e La Fatina Iris
Youcanprint Self-Publishing
Titolo | L’Angelo Hermes e La Fatina Iris Autore | Mirella Merino
ISBN | 9788893063227
Prima edizione digitale: 2015
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Immagine Di Copertina
Foto Artistica di Mirella Merino L’Angelo Hermes e La Fatina Iris
Prefazione
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Questa Favola a mio avviso non ha un lettore specifico, poiché è dedicata a tutti quelli che scelgono di seguire il Cammino Del Cuore… Questo cammino inizia con la Nascita… E durante il Percorso della Vita si perde spesso il senso del Viaggio che facciamo e la sua essenza più importante, imboccando strade a volte prive di coerenza e che ci inducono unicamente a soffrire e a sopravvivere. Tutto è comunque necessario, affinché si possa sperimentare e comprendere… Nella propria Libertà Di Essere. Essere è credere in se stessi, accettarsi per quello che si È…senza mentire, fingere, ingannare e nascondersi. Abbandonarsi al fluire dell’esistenza, che ci vuole esattamente Così! Ognuno di Noi è diverso dall’altro, ma Tutti siamo Messaggeri. Hermes e Iris incarnano la Bellezza Dell’Amore Puro fatto di Luce e di Ombre e pertanto Immortale. Gli Uomini hanno da sempre anelato a questo sentimento, ma non sempre l’hanno vissuto o lo vivono,
perché Lo Spirito Della Verità che ne è il Custode sa che: L’Amore Vero è per quelli che scelgono di CREDERCI. In qualunque posto… In qualunque parte del Mondo… E indipendentemente da chi Tu Sia… C’è chi ti aspetta da sempre e per sempre: È l’altra parte di Te.
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Ringraziamenti
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Ringrazio tutti gli esseri di Luce che mi hanno permesso di realizzare questo racconto. Ringrazio la mia Vita che mi ha permesso di sperimentare entrambe le facce della stessa Medaglia. Ringrazio Me per aver pianto, sofferto, lottato e combattuto senza rinnegare i miei valori, fatti di emozioni e di pensieri: mi hanno permesso di scoprire il sorriso, la gioia, la condivisione, l’umiltà e la perseveranza. Non può credere chi non ha il cuore e la mente aperti alla Magia Della Vita. Ringrazio scrittori, studiosi, pensatori, filosofi, matematici, ecc. che mi hanno lasciato tracce della loro esistenza, affinché comprendessi il Linguaggio Dell’Universo. Ringrazio chi mi ha ostacolato, oltraggiato, umiliato, deriso, affinché potessi scegliere sempre di seguire il mio Sentire. Per me il Sentire è la mia Fantasia che, unita alla Realtà, mi permette di vivere la Favola Della Mia Vita. Ringrazio Te che leggerai questo libro e ti auguro di scoprire Il Cammino Magico Della Tua Felicità. *** L’Inferno e il Paradiso esistono già, siamo Noi…
quando sperimentiamo sempre e solo la dualità degli opposti. Unendoli avviene l’Unicità Manifesta…ed Io ho scelto di vivere questo. Ti voglio Bene, Ti Rispetto e ho il Coraggio di dirtelo… Ti auguro che l’amore sia sempre con Te. Namastè
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L’Angelo Hermes E La Fatina Iris
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***Capitolo 1 – La Strana Fatina Iris
In un giorno di primavera, in un bellissimo bosco, adagiatain un bocciolo di rosa bianca, Iris, la piccola fatina, stava ancoradormendo. La notte aveva ceduto il posto all’albagià da un pezzo e nonostante i caldi e dorati raggi del sole che l’accarezzavano, lei non si era ancora svegliata. Il fioreche la ospitava, però, al calore del mattino iniziò pianopiano a schiudersi e così, molto lentamente, la fatina scivolò e si ritrovò a terra. “Ahi… Ahi… che dolore!” “Ti sei fatta male?” le chiese una coccinella che, spaventata da quel tonfo, si era appena svegliata sul suo filo d’erba. La fatina, ancora tutta addormentata, si strofinò i suoi piccoli occhietti e, voltandosi verso la coccinella, le disse: “Sono caduta e a quanto pare mi sono fatta male alla gamba destra e non riesco a muoverla.” La coccinella sorridendo le rispose: “Sì, ti ho visto scivolare giù dalla rosa e ho avvertito un rumore e poi un tonfo improvviso che mi hanno svegliata!” “Non ti nascondo però che la tua caduta mi fa alquanto ridere, eccoti lì con il sederino per terra.”
“Ah, grazie!” - “È facile ridere delle disgrazie altrui” rispose la fatina. “Non volevo essere scortese.” - “Perdonami, ma quasi sicuramente i raggi del sole era già da un po’ che ti stavano accarezzando per farti svegliare e non credo che tu l’abbia fatto.” “È normale, poi, vivere la conseguenza della scelta che si fa.” “Posso chiederti chi sei?” -“ È la prima volta che ti vedo in questo bosco.” - “Sei una fata dell’acqua?” “No!” - “Non sono una fatina dell’acqua, almeno credo.” rispose Iris. “Hai ragione, a guardarti meglio non somigli a una fatina dell’acqua.” - “Sei più piccola e hai dei colori completamente diversi. Anzi, a guardarti meglio le tue ali cambiano continuamente colore. Un secondo fa avrei scommesso che fossero azzurre.” "Oh, ora sono rosa o forse color arancio.” - “O Madre Natura, ma di che colore sono le tue ali, non si capisce.” “Signora Coccinella, mi chiamo Iris perché sono la Principessa dell’Arcobaleno.” - “Quel che vedete è reale!” “Le mie ali cambiano colore secondo i giochi di luce che il sole riflette su di me e in base anche a cosa sente il mio cuore.” “Oh, questa poi, non la sapevo proprio.” - “Ho sentito parlare di tante fate, di folletti, di creature magiche e di spiriti, ma Iris…
La Principessa dell’Arcobaleno, proprio mi mancava.”
“È la verità!” rispose rammaricata la fatina. - “Sono vittima di un incantesimo o, per meglio dire, credo che sia così.” “Non avrei mai pensato di assumere queste sembianze e tantomeno immaginato
che mi sarei ritrovata così piccola e in un bosco.” “Anzi, a dire il vero pensavo che non mi sarei mai più svegliata e che la mia vita fosse persa per sempre.” “Povera piccola, ma cosa ti potrà mai essere successo per parlare in questo modo?” Iris cercò di mettersi comodamente seduta, mantenendo la gamba infortunata distesa, per avvertire meno dolore. “Deve sapere cara Signora Coccinella che la mia storia è iniziata molto molto tempo fa.” “Mi è stato detto che il mio vero mondo si trova racchiuso nelle strisce auree dei sette colori dell’Arcobaleno.” “Sono la figlia di un angelo e di un demone, per intenderci sono un mezzo sangue e pertanto non posso vivere né nel mondo di sopra né in quello di sotto.” “Sia gli esseri di luce, sia gli esseri delle tenebre mi conoscono perché, racchiudendo tutti i sette colori, proprio come l’arcobaleno, sono il nesso comunicativo vivente per entrambi i mondi.” “L’Arcobaleno è nel mondo un simbolo visibile: l’unione fra cielo e terra e pertanto anch’io sono l’unione di questi due regni.” - “Inoltre, non tutti sanno che esistono due arcobaleni.” “Uno è quello che vedono tutti, dopo un temporale e che generalmente appare di giorno e alcuni adulti insegnano ai bambini di non indicarlo, per non riportarne gravi conseguenze, proprio come una colpa o una condanna.” “Tuttavia, niente di tutto questo, per quanto ne sappia, è vero…ed esiste poi, anche l’arcobaleno notturno, nonostante non tutti ci credano o sappiano della sua esistenza.” “Chi nasce come me, spesso è condannato dagli altri, perché la diversità è vista sempre e solo come una fonte di disgrazia e di sciagura, o forse perché ci si limita molto facilmente a guardare la realtà solo in un modo.”
“Così, si fa di quell’essere ‘diverso’ una creatura marchiata a vita, incolpandola di qualcosa che a mio avviso non ha ragione di esistere.” “Non può esistere perché nessuna creatura è figlia di un amore sbagliato o di uno giusto, di uno perfetto e di un altro imperfetto.” “Ogni creatura è un dono che è dato al mondo per essere amato e per amare, perché già la sola esistenza di qualsiasi essere è il frutto di un amore più grande, indipendentemente dalla singola volontà: l’amore vuole solo amare e per questo esiste da solo.” “Fra tutti gli esseri, la creatura umana non sempre comprende e si lascia traviare.” “Mia madre, la Principessa degli Esseri di Luce, s’innamorò follemente del Principe delle Tenebre.” “Non sapeva chi fosse, poiché fu ingannata dalle sue apparenze e dai modi affabili.” - “In realtà se per lei fu amore dal loro primo incontro, per lui non fu così!” “L’origine del principe era ben diversa dalla sua e la vita, a volte, compie un corso che è talmente strano e privo di senso, apparentemente, ma poi, alla fine, tutto ha un senso.” “Nel caso specifico, la mia esistenza era stata prevista ancor prima che mia madre nascesse.”
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***Capitolo 2 – La Storia Dei Due Mondi
Tanto e tanto tempo fa, arrivò al palazzo dei miei nonni una signora bellissima vestita di bianco. Nessuno sapeva chi fosse e lei rispose di essere una semplice viandante che, a causa della tempesta che si stava preparando, non se la sentiva di proseguire il suo viaggio durante la notte e pertanto chiedeva ospitalità. Le fu concesso di rimanere, senza nessun problema o esitazione, ma dopo il banchetto serale avvenne qualcosa di strano. Lei si complimentò con mia nonna, annunciandole che da lì a breve avrebbe avuto una bambina. Mia nonna nell’apprendere la notizia fu pervasa dalla gioia ed era al settimo cielo, ma il suo entusiasmo fu smorzato poco dopo da un’altra profezia. Dinanzi a tutti, le rammentò un errore fatto qualche tempo prima, per mancanza di coraggio, nell’aver rinunciato a vivere l’unico e vero amore della sua vita, pertanto sarebbe morta, dopo aver messo al mondo sua figlia. Aveva scelto la strada più facile dell’amore e non aveva lottato, per quel sentimento puro che la vita le aveva offerto. La sua ingratitudine per quel dono rifiutato sarebbe stata punita. Inoltre ricordò a tutti i presenti che l’amore è un sentimento bellissimo e, in quanto tale, nasce e si consolida sui principi, come la lealtà, la fiducia, il coraggio, la forza, la determinazione, la speranza, ecc. La maledizione sarebbe continuata nel tempo e a sua volta avrebbe toccato anche la giovane principessa, che all’età di tredici anni, ignara di chi fosse lui realmente, si sarebbe follemente innamorata del Principe delle Tenebre. Insieme avrebbero concepito e dato alla luce un mezzo sangue, raminga nel mondo per sempre. All’improvviso, trasformandosi e assumendo il suo reale aspetto, di uno spirito dalla luce evanescente, s’innalzò nell’aria e rimanendo sospesa si rivolse a mio
nonno: “La causa di tutto questo scempio è avvenuta per mano tua, perché tu per primo hai osato ingannarmi e sfidare la vita.” “A causa del tuo pensiero di onnipotenza, brama di potere e ricchezza, hai trasformato il tuo cuore di essere di luce, in quello di un demone.” “Hai sprecato la tua esistenza scegliendo la strada del male, invece di quella del bene, ma da oggi in poi, non potrai più giocare con me.” “In fondo, il tuo cuore è stato da sempre nero, anche se mi ero illusa che essendo stato allevato dalla nostra stirpe potessi per davvero essere uno di noi!” “Hai ingannato tutti e non apparterrai mai al potere della Luce Bianca, nonostante tieni custoditi per bene i tuoi segreti.” Mio nonno andò su tutte le furie e imprecò verso di lei: “Taci brutta strega!” “Non posso tacere!” rispose l’Essere di Luce: “Io sono lo Spirito della Verità e come tale sono vera da sempre, pertanto eterna e immortale.” "Mi hai raggirato a suo tempo, facendoti consegnare la spada del Guerriero di Luce.” - “Sono stata una sciocca, ma sappi che quella spada non ti appartiene e non è stata mai tua per davvero, perché il potere che essa custodisce lo risveglierà unicamente il Vero Guerriero a cui essa appartiene per purezza di cuore e nobiltà d’animo.” “D’altronde, l’hai costatato tu stesso che per te quella spada è una semplice spada, ma così non è.” - “Gli antichi Spiriti della Luce l’hanno da sempre protetta con un incantesimo, affinché qualora andasse in mani nemiche non potesse essere usata e tantomeno distrutta.” “Ora basta!” la voce del re tuonò in tutto il palazzo. - “Ti ucciderò con le mie stesse mani, questa volta.” Per tutta la sala, risuonò la risata dello Spirito della Verità che aggiunse: “Povero pazzo, ti ho appena detto che sono immortale, possibile che tu non abbia ancora capito?”
“La mia morte per mano del tuo cavaliere è stata solo apparente.” “Assumo tutte le forme che voglio e se quell’assassino ti ha riferito di avermi visto cadere nel lago, in realtà è stato solo il mio corpo a cambiare forma, poiché il mio spirito non può e non potrà mai morire.” “La regina che ti aveva consegnato la spada si era trasformata in sirena.” - “La tua sposa ha commesso un grave errore nello sposarti e la profondità del suo cuore è da sempre appartenuta a un altro e tu lo sai bene.” “Tu e la tua famiglia lo avete intimato a lasciarla e per questo pagherai per le tue colpe.” “Non potevi mai immaginare che quel ragazzo era mio figlio, pertanto l’inganno che hai usato contro di loro si ripeterà con tua figlia e tutto si compirà per mano tua.” Improvvisamente sparì e, così come aveva annunciato, a suo tempo nacque una bambina: mia madre. Mia nonna morì nel metterla alla luce e mio nonno impazzì dal dolore, giorno dopo giorno, per il verificarsi della profezia. Non avrebbe mai pensato che la profezia fosse vera e che tutto si sarebbe verificato. La sua sete di potere l’aveva accecato al punto di ottenere cose che non gli spettavano ricorrendo all’astuzia e alla malvagità: la spada della consapevolezza e la donna di un essere di luce. Si distrusse, così, proprio per sua mano come gli aveva anticipato lo Spirito della Verità. Morì quando la figlia scappò via per inseguire l’amore della sua vita e che lui conosceva bene chi in realtà fosse: il Principe delle Tenebre. Il loro incontro avvenne proprio tramite mio nonno, con un inganno, e la mia nascita segnò per sempre la fine del Regno del Mondo di Luce.
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***Capitolo 3 – L’Inizio Del Viaggio
La mia identità di mezzo sangue fu evidente fin dalla mia nascita. Avevo e ho la pelle chiara come gli esseri di luce bianca, ma come quelli delle tenebre porto il colore nero nei capelli e nello sguardo, pertanto le mie sembianze inequivocabilmente parlano di me come un essere solare e lunare. Mia madre mi raccontò questa storia all’età di sette anni, prima che morisse, e non ho mai conosciuto un altro essere della stirpe bianca. Mio padre, sempre ostile alla mia presenza e avverso alla mia natura, alla morte di mia madre, ordinò alla nutrice di uccidermi, ma lei mi condusse nel regno di mezzo, quello abitato dagli uomini mortali. Mi lasciò nel bosco presso una donna di sua conoscenza e da allora non l’ho mai più rivista. La mia nuova madrina mi ha sempre protetto e sorvegliato e mi ha insegnato l’arte della magia bianca, a come controllare quella nera e a sperimentare l’energia dell’unione. So che possiedo un grande potere e proprio questo, purtroppo, è stato la causa di disgrazie e sciagure. Non sono convinta che il Regno Della Luce Bianca sia andato perduto per sempre con la mia nascita poiché, se io sono viva come essere mezzo sangue, probabilmente ce ne sono altri o forse almeno qualcuno, proprio come me. Probabilmente mi trovo qui per incontrare su questa terra e in questo mondo chi è come me, e per unire le antiche stirpi con una nuova discendenza. Mia madre sovente mi ripeteva che io ero Iris, la Principessa della Luce Arcobaleno, e che il mio vero mondo non era negli inferi o nella terra degli uomini mortali, ma al di là del cielo e del mare e dei sette colori, proprio come le
luci racchiuse nell’Arcobaleno. Ogni colore rappresenta un essere spirituale e insieme a loro, io e l’altra fiamma gemella, potremmo ripristinare l’equilibrio che è andato perso in milioni e milioni di anni. Ricordo ancora le parole di mio padre alla mia nutrice: “Lei non può stare qui!”- “È una diversa e non può essere mia figlia, poiché un mezzo sangue.” All’epoca probabilmente sia mio padre, come principe dal cuore nero, sia mio nonno pensavano che la discendenza sarebbe stata pura manifestazione del male e pertanto avrebbe generato sicuramente un maschio dal cuore invincibile. Non poteva sapere che l’inganno di mio nonno a suo tempo non avrebbe mai cambiato la purezza, seppur senza coraggio, del cuore di mia nonna e a sua volta di mia madre. Nessuno ha mai osato pensare che il cuore puramente nero in realtà potesse generare un ibrido. L’ibrido, per ironia, a sua volta era portatore di luce bianca, e l’amore di mia madre per mio padre prima e poi per me con il tempo avrebbe dato inizio a una nuova stirpe. Man mano che crescevo, il mio potere aumentava e questo non poteva rimanere indifferente alle schiere di mio padre. Una notte, la madrina mi svegliò e in tutta fretta mi disse di andarmene e che non potevo rimanere più con lei. Il male aveva scoperto di essere stato ancora una volta ingannato e pertanto non ero più al sicuro dove mi trovavo. Mi avrebbero cercato per eliminarmi una volta per sempre. Inoltre, se fino allora avevo fatto un cammino da sola, non sarebbe stato più così, perché era giunto il momento che l’incontro avvenisse e che la nuova era avesse inizio. La guardavo stupita e non riuscivo a parlare ma lei, accarezzandomi dolcemente,
mi disse: “Fidati del tuo dentro e di ciò che ti ha sempre detto da quando sei nata.” “Ti guiderà dove sei destinata ad andare, sei tu l’artefice della tua vita, non dimenticarlo.” - “Onora gli insegnamenti ricevuti e ora corri.”
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***Capitolo 4 - Il Luogo Ritrovato
L’abbracciai forte forte. Sapevo dentro di me che non l’avrei più rivista e staccandomi velocemente da lei, con il viso rigato dalle lacrime e il cuore stretto nella morsa del dolore per un altro abbandono, senza voltarmi indietro, iniziai a correre, addentrandomi nella zona interna del bosco. Sentivo in lontananza ululati e cavalli al galoppo. Sapevo che erano sulle mie tracce, ma continuavo la mia corsa senza voltarmi, ignara della mia destinazione, con il cuore in gola e sempre più confusa dai pensieri e dalle parole pronunciate dalla mia madrina. Non capivo il Perché … e forse non c’era per ora nulla da capire. La mia corsa fu arrestata all’improvviso da una fioca luce azzurra che mi comparve dinanzi cogliendomi di sorpresa. Era una farfalla e mi disse di non aver paura e di seguirla. La mia voce interiore mi suggeriva di seguirla e così le andai dietro, illuminata dalla sua luce evanescente. Lo scenario che si aprì al mio sguardo fu uno spettacolo meraviglioso. Lo conoscevo bene quel posto, poiché era il mio luogo segreto in cui mi rifugiavo quando mi mancava tanto la mia mamma e mi vergognavo di essere quella che ero e che sono. Nel fuggire, non mi ero resa conto di dove stessi andando e così, per motivi che nemmeno so spiegare, mi ritrovai lì. La cascata era illuminata dalla luna e tutto intorno sembrava avere magia. Le piante, i fiori e tutte le cose lì presenti erano completamente diversi di notte e nell’aria udivo, per la prima volta, dei sussurri di voci: una specie di linguaggio misterioso e che fino allora mi era sconosciuto. Le altre volte che mi ero rifugiata in quel posto, per me magico, ci rimanevo
sempre a lungo. Il tempo sembrava che si arrestasse ed io non facevo altro che immergermi in quello spettacolo meraviglioso della natura, al punto da poter sentire la vita in ogni sua più piccola forma. Ora, come tutte le volte in ato, mi stava succedendo la stessa identica cosa, tanto è vero che non mi accorsi che la farfallina era scomparsa ed ero rimasta di nuovo sola. Tuttavia, quei sussurri non li avevo mai avvertiti prima e non riuscivo a capire da dove provenissero. Improvvisamente, un fascio arcobaleno illuminò l’immensa superficie dell’acqua sottostante, la cascata e le piante intorno. Da quello splendore di luci colorate emerse una bellissima donna con lunghi capelli color verde acqua e occhi azzurri come il mare. Indossava una lunga veste bianca e rimase sospesa nell’aria, quando sorridendomi e guardandomi negli occhi iniziò a parlare: “Mi chiamo Haniel e sono lo Spirito della Verità.” - “Mi vedi ora in questa forma, ma ne assumo da sempre diverse, proprio come la Verità.” “Non ti trovi qui a caso, cara Iris.” - “Veglio da sempre su di te, anche se mi hai incontrato nel volto di altre persone che ti sono state accanto, durante la tua vita.” “Le voci che hai iniziato a sentire sono le fate e i folletti dell’acqua e del bosco e anche loro hanno da sempre il compito di proteggerti.” “Sei lo stesso Spirito della Verità che mi ha condannato a essere quella che sono, come fai a dirmi che vegli su di me, che cosa vuoi ancora?” “Niente che tu non sappia già!” “Non capisco cosa vuoi dire!” - “Sono quella che sono e non posso cambiare, le forze del male vogliono uccidermi, le forze del bene non so nemmeno se esistano, sono sola e ho un potere che non mi serve a nulla, cosa dovrei sapere ancora?”
“Cosa ti ha sempre suggerito il tuo cuore?” “A questo punto, che importanza ha di cosa mi ha da sempre suggerito il cuore?” “Ha probabilmente sempre sbagliato, giacché fino ad oggi non ho certezza del suo sentire.” “Solo perché non vedi manifesto nella realtà quello che lui sente non è un motivo valido per non ascoltarlo o non credergli, non trovi?” “Non ti capisco, so solo che mi ha sempre sussurrato la presenza di altri come me e in particolare di un mio gemello, con il quale aprirò le quattro porte del mondo, affinché i quattro guardiani potranno riconoscersi e riunirsi." "Sono immortali ed esistono da sempre e per sempre." "Ognuno è l’opposto dell’altro, come i quattro elementi della natura e se questo mondo, chiamato Terra, ancora oggi esiste, allora anche per me loro esistono.” “Il tuo cuore è la chiave e sei arrivata fin qui per scoprirlo, anche se l’hai sempre intuito.”
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***Capitolo 5 - L’Incontro con l’Uccellino Blu
Queste furono le ultime parole che ricordo, prima di essere avvolta dallo stesso fascio di luce arcobaleno che avevo visto in precedenza alla sua apparizione. Presumo che abbia poi perso i sensi e non so se sono vittima di un incantesimo, so solo che sono esattamente quel che vedi. Somiglio a una fatina dell’acqua, ma a quanto pare non lo sono e la prova ne sono le mie ali che, come hai già notato, cambiano continuamente colore. Non so nemmeno come sono arrivata fin qui e come mai stessi dormendo in quel bocciolo di rosa. Posso solo supporre che sia stata Haniel a compiere tutto questo. “Che storia meravigliosa!” - “Adesso cosa hai intenzione di fare?” Io e la Signora Coccinella ci guardammo per un attimo e poi improvvisamente rivolgemmo lo sguardo verso il cielo, entrambe sapevamo che non era stata lei a parlare. “Allora mi rispondi?” disse di nuovo quella voce misteriosa. “Chi sei e dove sei?” “Guarda meglio piccola fatina e forse mi vedi.” Vidi muoversi dietro alcune foglie di un albero una piccola palla blu, anche se la luce abbagliante del sole non mi permetteva di vedere bene che cosa fosse. “Non saprei nemmeno io cara” rispose la Signora Coccinella. “Ah!” - “Allora mi hai visto, anche se ancora non hai capito cosa sono.” sogghignò quell’essere. “Scusa, ma non potresti scendere!” - “Sei troppo in alto e mi sono fatta male a una gamba per arrivare fin lassù.”
Si sentì nell’aria un “fru fru” di ali e, in men che non si dica, quell’esserino beffardo mi si parò dinanzi. “Eccomi, Mia Principessa!” e s’inchinò. Sorrisi nel guardarlo, era divertente e anche un po’ buffo. Era un uccellino blu con una macchia rossa a destra del petto e il becco giallo. A guardarlo bene era tanto grazioso e mi faceva tanta tenerezza. “Iris, guarda le tue ali adesso sono blu!” disse la Signora Coccinella. Non me n’ero accorta e, per l’imbarazzo, cercai di cambiar colore alle mie ali, ma inutilmente. Strano che le mie ali avessero scelto il blu proprio come il colore dell’uccellino e, per tirarmi fuori da quella situazione imbarazzante, gli domandai: “A quanto sembra, hai ascoltato la nostra conversazione?” “Sì!” e con aria beffarda aggiunse: “Sono qui per servirti.” “Per servirmi?” gli risposi con aria maliziosa. “Certo!” - “ Hai una gamba dolente a quanto pare e quindi non puoi muoverti, pertanto siccome sei qui e non sai nemmeno come ci sei arrivata, hai bisogno di me per scoprire questo posto, non ti pare?” “Beh!” - “Non saprei…credo che resterò qui.” “Tutto il giorno lì per terra?” - “Non farmi ridere Principessa.” “ Pensi che la giornata ti erà velocemente standotene lì seduta?” “Mi chiamo Iris! No, Principessa.” “Va bene! Mia Principessa Iris.” “Iris e basta…e Non Sono Tua.” “Sei alquanto polemica Mia Dolce Iris!” - “Comunque ti conviene accettare il mio invito e are la giornata con me, sempre che non preferisci startene tutta
sola.” “Va bene, mi hai convinto.” “Allora salta su di me e andiamo.” Salutai e ringraziai la Signora Coccinella per avermi fatto compagnia durante la mattinata e iniziai a salire piano piano, sull’ala piegata a terra dell’uccellino che gentilmente l’aveva messa così per aiutarmi a salire. “Ciao, piccola Iris!” - “Abbi cura di te e sii felice!” furono le parole della coccinella, mentre la salutavo con la mano ritrovandomi, per caso, per gioco e per magia, sospesa già in aria con quell’essere alato. “Non so nemmeno come ti chiami!” “Pensi che un nome abbia importanza?” “No, penso di no!” Insieme a quell’uccellino sorvolai tutto il bosco e insieme ci divertimmo un mondo. Lui pazientemente m’indicava tutti i nomi degli animali e delle piante che non avevo mai visto prima. I vuoti d’aria e le picchiate in volo erano qualcosa che non avevo mai sperimentato e le sensazioni che provai furono bellissime, miste fra rischio, paura e gioia. Alla fine, si posò su un albero. “Perché ci siamo fermati?” gli chiesi. “Perché voglio farti vedere una cosa!” Ci avvicinammo piano piano a un nido e dentro c’erano delle uova. Inaspettatamente queste si schio e vedere gli uccellini nascere, mi emozionò al punto da piangere, perché il miracolo della vita che nasce è sempre qualcosa di magico. All’uccellino non uscirono le lacrime, ma lui dolcemente allungò una sua ala e delicatamente asciugò le mie.
Compresi, che seppur a modo suo, anche lui era commosso. “Certo, che hai davvero il Cuore di una Principessa!” “Perché mi dici questo?” “Sai emozionarti delle piccole cose della vita e tanti esseri non lo sanno fare più, sia umani sia fatati.” Percepivo nelle sue parole tristezza e qualche segreto che cercava di mantenere ben nascosto e gli chiesi: “Ma tu chi sei davvero?” “Non lo vedi sciocchina…sono un uccellino!” “Forse, questo è quel che vuoi farmi credere!” - “A dirti il vero, c’è qualcosa di te che non mi convince!” “Sai dire solo tante sciocchezze… che cosa dovrei essere secondo te?” “Non lo so, per questo te l’ho chiesto.” - “Ho imparato che non sempre quel che appare è come sembra e che quel che è vero, a volte si nasconde.” “D’altronde, anche tu ora, mi vedi come una fatina, ma in realtà sono una mezzo sangue e mi sembra che l’hai già ascoltata la mia storia, o no?” “Sì…l’ho sentita tutta!” - “Non stavo origliando se è quel che pensi.” “Ero già sull’albero e, come la coccinella, ti ho visto scivolare dal bocciolo di rosa che si schiudeva ai raggi del sole.” “Non ti avevo mai vista prima, qui nel bosco, eppure ho avuto l’impressione di conoscerti da sempre e non chiedermi il perché, perché non lo so!” “Anzi, forse era meglio che te ne rimanevi con la coccinella!” “Mah!… sei stato tu a invitarmi a venire con te!” “Beh!” -“Potevi anche rifiutare se non ti andava.” “Che cosa stai dicendo…e perché mai avrei dovuto risponderti di NO e non venire con te?”
“Perché come hai detto poco prima, quello che appare non sempre è e forse non sono un uccellino bravo, ma uno cattivo.” “Perché cerchi di confondermi?” - “Mi sembra che ci siamo divertiti insieme e che abbiamo trascorso una bella mattinata.” “Perché fai così… che cosa ti ho fatto?” “Le donne non sono altro che un inganno!” - “Non importa quale sia il vostro aspetto o le vostre sembianze, alla fine pur di ottenere quel che volete sapete mentire, fingere e spezzare tutti i sogni e i desideri di chi vi ama perdutamente.” “Mi stai accusando di cose che non mi appartengono e davvero non capisco il tuo atteggiamento.” “A questo punto, sai cosa ti dico, accompagnami per favore nel luogo, dove ci siamo incontrati così, tolgo il disturbo!” “Sai, invece, Mia Principessa cosa ti rispondo?” “Ritornaci da sola, mi hai stufato!” e senza guardarmi e salutarmi, spiccò il volo e se ne andò.
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***Capitolo 6 - Il Sogno di Iris
Rimasi da sola su quell’albero e, mentre mi ripetevo che era uno strano tipo quell’uccellino, fui distratta dagli strilli dei piccoli appena nati. Avevano fame e la loro mamma non era ancora rientrata. Sicuramente avrebbe avuto una bella sorpresa, al suo ritorno. Piano piano scesi dall’albero. La gamba sembrava essere ata e non avvertivo più dolore. Raccolsi qualche filo d’erba nel prato sottostante e qualche bacca dai cespugli nelle vicinanze e portai il cibo agli uccellini. Dopo aver mangiato, tutto tornò alla calma e si addormentarono. Rimasi con loro fino a quando non arrivò la loro mamma. Com’era felice nel vedere i suoi piccoli e quando capì che ero rimasta lì per tutto il tempo della sua assenza e che avevo provveduto anche al cibo, non sapeva come ringraziarmi. Le risposi che non ce n’era bisogno e che avevo fatto solo quello che il cuore mi aveva suggerito di fare. “Piccola mia!” - “Non tutti sanno prendersi cura degli altri." "Tu hai un cuore di luce pura e stai attenta, perché tanti vorranno portartelo via. Il bosco, come la vita, è ricca d’insidie e quel che posso consigliarti è di essere prudente sempre e comunque.” Salutai mamma uccellino e volai via. Avevo sete e mi recai lungo lo stagno che avevo visto in precedenza. L’aria era calda e volevo rinfrescarmi un po’. Pensavo di trovare qualche fatina dell’acqua lì vicino ma, ahimè, non fu così.
Ero sola e non sapevo dove andare, avevo la sensazione di essermi persa di nuovo. Presi l’acqua con le mani e iniziai a bere, ma quando ebbi finito, mi ritrovai a faccia a faccia con un rospo di color verde smeraldo. “Tu chi sei?” - “Non ti ho mai visto prima.” “Sono Iris e mi sono avvicinata all’acqua perché volevo dissetarmi.” “Ma che cosa sei?” “Una fatina.” “Non mi sembri una fatina.” “Beh…forse sono una fatina diversa dalle altre.” “Ah… e perché saresti diversa?” “Per via delle mie ali che cambiano continuamente colore… ma Voi sanguinate Signor Rospo?” “Sì, mia cara fatina!” - “Ho avuto uno scontro stamani con un uccellino color del mare e, come puoi vedere, mi ha ferito a una zampetta.” “Forse, so di chi state parlando.” Iris gli si avvicinò di più per verificare la ferita. Notò che il taglio era alquanto profondo e gli disse: “C’è bisogno di un bendaggio!” “Non so cosa sia!” “Se me lo permettete, vi aiuterò!” - “Aspettatemi qui!” e così dicendo la fatina volò via a recuperare qualche filo d’erba e alcune foglie per la medicazione. “Eccomi qui... sono ritornata!” Iris posò l’occorrente per terra e raccolse nelle sue piccole mani un po’ d’acqua
che versò sulla ferita per disinfettarla. “Ahi…che cosa mi fai?” “Devo pulire la ferita, prima di fasciarla!” - “Non abbiate timore... so quel che faccio.” La zampetta fu pulita ben bene e grazie all’acqua anche il sangue aveva smesso di uscire. La fatina prese la foglia e la adagiò sulla ferita. Poi con delicatezza legò il filo d’erba e completò la fasciatura. “Ho finito, ora dovete solo riposare, Signor Rospo, e non dovete assolutamente sforzare la zampa.” “Ah… mi sento molto meglio, grazie piccola fata.” - “Sei stata davvero gentile e hai fatto tutto da sola, non ti ho nemmeno chiesto d’aiutarmi e tu mi hai curato, notando subito il sangue.” “Hai una luce pura nel tuo cuore che si evince dal tuo sguardo, dalle tue parole e dai tuoi gesti.” “A dire il vero, Signor Rospo, non so se la mia luce è così pura!” “Dovete sapere che in realtà sono la Principessa dell’Arcobaleno… un mezzo sangue.” "Sono ricercata dalle forze del male per eliminarmi definitivamente e, raminga, ora vago su questa terra.” “Il regno degli esseri di luce purtroppo è stato distrutto tanto tempo fa e pertanto il mio destino è quello di errare senza meta, senza regno e senza sapere se davvero ne esistono altri come me, anche se la mia madrina mi ha detto di seguire unicamente quel che il mio cuore sa e conosce da sempre.” “Oh, povera fatina, conosco bene la storia di cui stai parlando.” “Vedi, noi anfibi, come alcuni rettili, siamo mezzo sangue proprio come te, perché apparteniamo alla terra ferma e all’acqua.”
“Ci sono creature in natura che pur non sapendo bene quale sia la loro vera casa, in realtà ovunque vadano e ovunque abitino fanno di quel posto la loro casa.” “Non capisco Signor Rospo, cosa volete dire?” “Che non ha importanza cosa tu sia, il tuo regno, la tua forma, i tuoi vestiti, la tua bellezza, il tuo titolo di principessa o di fata, ciò che è importante è la tua vera essenza e questa è custodita nel tuo cuore.” “Come puoi ben vedere, anch’io sono per gli esseri umani un rospo e anche tu pensi che io sia questo, ma la realtà inganna, se ti fermi a guardare solo con gli occhi e non con il cuore.” "Sono per mia natura una raganella e quindi abito sia nell’acqua sia sulla terra.” “Salto di qua e salto di là.” “Questo significa che la fonte che mi ha generato mi permette di vivere e sperimentare entrambe le facce della vita e non solo una, come invece tanti animali sono destinati a vivere, e penso che anche tu abbia ricevuto questo dono e sia pertanto destinata a questo.” “Quel che cerco di dirti è che pur essendo un essere mezzo sangue, e per quanto ciò ti possa aver ferito nel tempo da parte di persone ed esseri che ti hanno umiliato, deriso, scacciato, ecc. poiché non sapevano vedere in cosa consiste la tua vera bellezza, la lezione che dovresti apprendere forse è semplicemente quella d’imparare a vedere in maniera diversa.” “Accettando piano piano proprio la tua diversità potrai scoprire la tua unicità!” “Hai un grande dono e forse sei destinata anche a viverne uno più grande, ma questo spetta solo a te volerlo nel rispetto della tua piena libertà.” “Spesso quel che appare reale è solo frutto di una pura illusione, di un sogno, mentre quel che sembra un sogno potrebbe per davvero essere la vita per la quale, ognuno di noi è destinato a vivere, a patto che lo desideri scoprire per davvero.” “Che cosa vuoi che m’importi che tu sei un mezzo sangue?”
"Questo dovrebbe forse spaventarmi?” “Io posso dirti che per quel che hai fatto sei la creatura più bella che abbia mai incontrato e non tutti sono capaci di aprirsi alla vita e alle persone che incontrano lungo il loro cammino, perché la maggior parte ha paura di rimanere delusa, ingannata e distrutta.” “Tu non hai pensato due volte a questo e hai guardato solo il sangue che usciva dalla mia ferita, anche se io potrei essere qualcosa di diverso da quel che vedi, non credi?” “Perché anche voi cercate di confondermi?” - “Vi ho solo aiutato!” - “È una colpa forse aiutare gli altri?” “No, ma non sempre chi hai di fronte ha il cuore come il tuo o è mosso da buone intenzioni.” “Questo lo so bene, l’ho già sperimentato più volte e anche stamani, proprio con l’uccellino che vi ha ferito, mentre mi ha ripagato lasciandomi sola e dicendomi perfino di arrangiarmi!” “L’ingratitudine, a volte, è la più spietata forma dell’indifferenza e dinanzi a qualsiasi forma di male, compresa anche questa, ricordati cara che va sempre presa una posizione e non bisogna mai vergognarsi di essere quel che si è davvero, anche se questo può indurti a perdere proprio la cosa che per te è più importante.” “E cosa sarebbe questa cosa più importante?” “Secondo gli uomini di questo mondo sono tante e diverse le cose importanti, tutto dipende sempre e solo da cosa si ha nel cuore e da come si percepisce la realtà.” “Ognuno di noi ha una scala diversa e non per tutti è uguale e poi c’è anche chi finge e ti fa credere che sia importante la stessa cosa che è per te, invece non lo è, perché nella sua mente e nel suo cuore esiste solo una cosa: piegarti alla sua volontà e fare di tutto per ottenere quel che vuole, perfino ucciderti.” “Mi sembra che neanche questo mondo sia tanto diverso da quello da cui provengo e nel quale una parte della mia vita è da sempre legata: il Regno delle
Tenebre.” “Come ti dicevo, per gli esseri umani le cose importanti da non perdere possono essere diverse come: la ricchezza, il prestigio, la gloria, l’onore, il potere, e per altri la vita, la dignità, la libertà, l’amore, la pace, la gioia, la famiglia, i figli, il marito, l’amante, i genitori, ecc.” “Quante cose, ma non sono tante?” “Dipende da come guardi il mondo in cui vivi, posso garantirti che per alcuni queste sono solo alcune e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.” “E tu, cara fatina, a cosa non riusciresti mai a rinunciare?” “Non saprei!” - “Posso dire che tante cose che mi avete appena detto sono in contrapposizione fra loro.” “Ad esempio, un re che vive solo e unicamente nella sua ricchezza e nel suo potere materiale, sicuramente ha perso qualcosa nei sentimenti e nell’amore per la vita, pertanto che senso ha la vita per questo re se accumula per sé tutto e non può condividere nulla con nessuno e non conosce e non sperimenta la gioia che ne deriva?” “Come allo stesso modo, una sacerdotessa sola che sacrifica la sua vita rinchiusa in un tempio e che non potrà mai insegnare la sua arte a nessuno, pertanto che senso ha onorare un Dio o molte divinità se poi questa strada spirituale rimarrà sconosciuta a molti?” “In entrambi i casi, si vive la propria vita focalizzandosi solo e unicamente su una scelta che come conseguenza ne annulla la possibilità di viverne altre!” “Interessante e intelligente la tua osservazione, quindi a cosa non rinunceresti mai?” “Non saprei davvero… o forse a pensarci bene, non saprei rinunciare ai sogni!” “Il sogno a cui non vorrei rinunciare è quello di scoprire me stessa in un’altra persona, nell’altra parte di me e dove realtà e fantasia si mescolano e creano una favola.” “Mah…questa mia cara è una grande sciocchezza!” - “Sei una pazza a pensarla
in questo modo.” “Perché mai…se è da sempre quel che penso e che sente il mio cuore?” “Perché mai nessuno penserà che la vita appunto sia solo un viaggio o un sogno come dici tu, dove tutto si mescola e tutto si confonde!” “Mi avete detto voi che bisogna essere sempre quel che si è, indipendentemente da tutto e quindi prendere anche posizione quando tutto è contro!” “Io credo nel mio sogno!” - “So di essere la Principessa Arcobaleno, un mezzo sangue per natura e significa per me che, inconsciamente come l’Arcobaleno, racchiudo entrambe le forze profonde del bene e del male, quindi del Caos e dell’Ordine Perfetto e questo significa che seppur una stirpe è stata annientata per mano dell’altra, forse proprio a causa della mia nascita o di atti compiuti con l’inganno prima della mia venuta, tutto può essere cambiato con un nuovo inizio.” “Probabilmente, ho percorso e percorro proprio la strada degli esseri umani per individuare a quante cose futili e inutili si siano aggrappati, non comprendendo che in entrambi i casi vivono sempre la loro vita su due estremità opposte e alla fine non si otterrà che distruzione.” “Nel mio caso, invece, sono libera sempre e comunque, perché unendo entrambe le facce della stessa medaglia, vivo con la mia esistenza la terza realtà.” “Andando come tutti da un eccesso all’altro, anche se apparentemente costruisco, alla fine distruggerò sempre, poiché non c’è via di uscita, ma gestendo entrambe le forze, invece, sono sicura che come l’arcobaleno sia capace di portare la quiete dopo la tempesta, anch’io possa trasformare le negatività in positività e ridurre gli eccessi di positività, affinché a sua volta quest’ultima non si trasformi in caos e distruzione.” “Questo è il mio sogno e credo anche che ce ne siano altri come me, o perlomeno che ne esiste uno che è il mio completamento: anche lui sicuramente è un mezzo sangue e, seppur in ato ha chiuso il cuore alla vita, la sua purezza non è stata alterata.” “Sei una sciocca e una presuntuosa.” - “Ti sei convinta di tante illusioni e di tante sciocchezze e, probabilmente, non è vera nemmeno una parola di quel che
dici.” “Forse ti sei inventata tutto solo per farmi perdere tempo e sai cosa ti dico…che me ne vado a riposare.” “Abbi cura di te, povera Iris, ma con queste idee strampalate che ti ritrovi, nessuno ti crederà e ti seguirà mai, perché le tue sono solo fantasie.” La raganella saltellando andò via, lasciando la piccola fata sola a se stessa. “Forse il Signor Rospo ha ragione e le mie idee sono solo fantasie.”
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***
***Capitolo 7 – Il Sonno Eterno
La piccola fatina si sedette per terra e si strinse a sé, piangendo ancora una volta per la sua diversità. I suoi pensieri e le sue emozioni erano come in ato, in contrasto fra loro e la voce del cuore, per l’ennesima volta era sempre più in subbuglio a causa del caos che in lei oramai cresceva sempre di più. Non sapeva più a cosa credere. Tutti la rifiutavano per il suo modo di pensare e di essere. Tutti la notavano per la sua diversità, ma nessuno le voleva bene per davvero perché nessuno l’accettava per quello che era. Alzò lo sguardo verso il cielo e vide tante stelle in quella superficie immensa e sconfinata e, con il viso rigato dalle lacrime, la fatina chiese: “Perché hai permesso che fossi questo?” “Non potevo essere una creatura come tutte le altre?” “Tutti sembrano aver un senso nella loro vita e nel loro mondo, ma io non ho un mondo.” - “Nessuno mi comprende davvero e tutti pensano che sia pazza, ma se è questo ciò che sento, sogno e ho anche il coraggio di dire, allora perché non posso vivere la mia esistenza secondo tale indirizzo?” “Perché grava fin dalla mia nascita una colpa che non ho commesso?” “Perché continui sempre a ferirmi?” “Cosa c’è di così divertente in questa mia tristezza?” “Che cosa vuoi ancora da me?” Iris aspettava risposte, ma invano fu la sua attesa. Non sentì arrivare nessuna voce e, nella sua disperazione, piano piano si addormentò. Tuttavia le sue grida non erano state vane perché all’improvviso, durante la notte, si abbatté una violenta tempesta.
La piccola fatina non se ne accorse e, non essendosi riparata in nessun modo, il suo sonno divenne ancora più profondo. L’indomani il sole sorse e uno dei primi raggi andò ad accarezzare l’uccellino blu con la macchia rossa. Non era riuscito a dormire e non per la tempesta, ma perché il suo cuoricino, durante la notte, aveva avvertito qualcosa, anche se non sapeva bene che cosa. Un leggero soffio di vento gli raccontò che nella notte un essere dal cuore puro si era addormentato nel sonno eterno e lui pertanto l’aveva avvertito. L’uccellino blu rimase sconcertato nell’udire quelle parole: il suo cuore gli aveva parlato, ma non l’aveva ascoltato e pertanto seguito. Il soffio di vento aggiunse: “Solo tu puoi comprendere e nessuno potrà aiutarti in questo.” - “Hai perso una parte del tuo cuore, per questo stanotte non sei riuscito a dormire.” “Ora è giunto il momento che tu impari ad ascoltare per davvero te stesso e, forse, potrai udire per sempre il seme dell’amore vero.” “Io non ho più un cuore e tu lo dovresti sapere, visto che tempo fa fu proprio lo Spirito del Nord con il suo vento gelido a trasformarlo in ghiaccio.” “So bene di cosa parli, caro il mio Hermes, ma ti sei convinto per tutto questo tempo che sia sempre l’esterno a vincere e che il tuo sentire, che rappresenta la parte più bella di ogni creatura, non sia capace di resistere o di cambiare il corso degli eventi.” “La vita, però, ti ha fatto incontrare colei che sa guardare oltre, poiché guidata dalla luce pura e vera del suo cuore.” L’uccellino sapeva in fondo al cuore che si era comportato male con la fatina, lasciandola sola e dimostrandosi ingrato, quando lei gli aveva chiesto di riaccompagnarla. “Sono stato uno sciocco, perché con lei sono stato bene e non avrei mai pensato né immaginato che una fatina così piccola e così diversa potesse essere qualcosa d’importante per me.”
“Io, che da troppo tempo ho perso il senso della vita e di me stesso.” Spiccò il volo e sorvolò il bosco, ma non riusciva a vedere nulla. Provò a chiamarla: “Iris, Iris, dove sei?” Sentiva l’eco della sua voce, ma oltre a questo non giungeva nessuna risposta. Impiegò tutta la mattinata, ma il suo fu solo un girare a vuoto. Chiedeva di qua e di là agli animaletti del bosco, agli insetti e a tutte le creature che conosceva, ma nessuno l’aveva vista o ne sapeva qualcosa. Si ricordò all’improvviso che l’unico posto dove non aveva guardato era lo stagno del Signor Rospo. Si precipitò in un batter d’ali e la vide: la sua Principessa Iris giaceva a terra, distesa e priva di vita fra tanti petali di rose di vari colori. Gli insetti e gli animaletti del bosco erano accorsi non appena l’avevano vista, ma la piccola fata non si svegliava e così l’unica cosa che avevano pensato di fare fu quella di prepararle un letto colorato, visto che lei era la Principessa dell’Arcobaleno. L’uccellino le atterrò vicino e nel vederla così, immobile e priva di vita disse: “ Nooo!” “Sono stato uno stupido a non riconoscerti.” - “Sei stata la creatura più bella che io abbia mai conosciuto e con nessuna mi sono mai divertito tanto!” “Non ho ascoltato il cuore se non quando ti sei addormentata per sempre, così come ora ti ho ritrovato e perduta.” “Perdonami se puoi!” e scoppiò a piangere. Le lacrime scendevano dai suoi piccoli occhi neri e piano piano il suo cuore di ghiaccio si sciolse definitivamente. Una meravigliosa luce di colore blu lo avvolse, trasformando quell’uccellino nell’angelo più bello caduto dal cielo: Hermes. I suoi lunghi capelli biondi fluttuavano nell’aria…aveva dei calzari argentati e le sue ali erano blu, quel blu profondo come la notte e tutte le creature del bosco rimasero sorprese di quella trasformazione.
Indossava una tunica corta color azzurro e argento e piangeva l’Angelo Hermes, piangeva come non aveva mai fatto in vita sua. Aveva incontrato l’amore vero della sua vita e per colpa di un ato doloroso era rimasto vittima di quell’incantesimo che l’aveva trasformato in un altro essere. Tuttavia, solo adesso comprendeva che aveva perso per sempre la cosa più importante: l’altra parte del suo cuore. Le sue lacrime calde e piene di tristezza caddero su quell’essere fatato e alcune di queste penetrarono nel cuore di Iris. Si sprigionò una potente luce che irradiò tutti e da quella luce dipartirono sette raggi colorati e un meraviglioso arcobaleno unì il cielo alla terra. I due ragazzi, ignari della loro essenza, erano entrambi mezzo sangue e, proprio come aveva previsto lo Spirito della Verità, si erano incontrati. Quando tutto finì, la fatina non c’era più, ma a terra, morta e sui petali di rosa, si trovava Iris, una bellissima ragazza dalla pelle bianca e dai lunghi capelli neri. Due piccole ali, come quelle di una farfalla dei colori dell’arcobaleno, s’intravedevano dietro le spalle. Dormiva nel suo sonno profondo, seppur mortale. “La piccola Iris era davvero la Principessa dell’Arcobaleno!” esclamò la Signora Coccinella. “Quant’è bella…chissà perché le è toccato un destino così avverso.” “Doveva davvero abitare nel suo regno fra i sette raggi dell’arcobaleno con il suo amore e invece è stata destinata a vagare nella terra degli uomini…chissà per quale motivo!” “Per morire…proprio come accade a tutti gli esseri viventi”rispose mamma uccellino. “La morte è la fine per chi non crede e non segue i propri sogni!” aggiunse la raganella che piano piano saltellando si avvicinò all’Angelo Hermes.
“Iris, invece, ha sempre creduto nel suo sogno e il suo aggio nella terra degli uomini le ha permesso comunque di trovare il suo vero e unico grande amore, anche se non ha avuto la possibilità di sapere chi fosse e che aspetto realmente avesse.” “Non ha mai rinnegato quel che sentiva il suo cuore, nemmeno quando le ho chiesto a cosa non avrebbe mai rinunciato.” “Che cosa vuoi dire Signor Rospo?” rispose Hermes con voce soffocata dalle lacrime. “Sono una raganella e non un rospo!” - “Anche tu ti limiti a vedere solo l’apparenza, proprio come a volte ha fatto anche lei ma, a differenza di te, lei ha saputo sentire e ascoltare, per questo non ha mai rinunciato a te!” “Ha sempre percepito la tua esistenza, nonostante la realtà le dicesse il contrario.” “Sapeva che l’altra parte del suo cuore era custodita in un altro essere mezzo sangue e quando ti ha riconosciuto, dopo che avete trascorso dei bei momenti insieme, ti sei fatto prendere dalla paura e questo lo sai bene anche tu.” “Come l’hai ripagata?” - “L’hai solo confusa e abbandonata, perché le tue ferite del ato non potevano permettere che tu ascoltassi e seguissi il cuore.” “Hai pensato che lei non fosse vera e sincera invece, caro mio, Iris non era apparenza, bensì realtà!” “Esisteva per davvero e ora è tardi…hai seguito la voce del cuore solo poco fa, ma oramai è morta e tu l’hai persa per sempre.” “Sì, forse è proprio così!” - “Tuttavia, se l’amore è vero ed io e lei siamo uniti dallo stesso cuore, allora il nostro amore è immortale e se io sono ancora vivo, allora lei non è morta del tutto…probabilmente è solo il suo cuore che dovrà essere risvegliato.” “Forse…hai ragione o forse…ti sbagli e per te sarà solo un’altra illusione e un’altra delusione.” “Non importa!” - “Lei ha sacrificato tutto, perfino la vita, per difendere i suoi
pensieri, i suoi sentimenti e il suo modo di essere, senza rinnegare nulla perfino l’amore che ci ha da sempre unito e ora tocca soltanto a me proseguire.” “Se il cuore non si risveglierà, allora questo sentimento chiamato amore è solo una pura illusione per tutte le creature.” “Tuttavia, se questa parola nasconde quella magia capace di stravolgere il corso degli eventi, come ho sempre pensato, prima delle mie disgrazie e disavventure a causa dei tanti volti di questo sentimento che mi hanno sempre ingannato, allora così facendo, potrò scoprire che il vero amore, per la sua purezza e bellezza, è capace di sconfiggere perfino la morte.” “Le parole vita e morte, contrapposte fra loro da sempre, non sono altro che le due facce della stessa medaglia, ma insieme invece ne creano una terza: l’Amore Eterno.” “Entrambe false ed entrambe vere e forse solo a poche persone è concessa la possibilità di sperimentarle entrambe.” “Io, l’Angelo Hermes, proprio come lei sono un mezzo sangue, nato dall’unione del bene e del male e per la mia diversità, sono stato deriso, rinnegato e mandato come messaggero nella terra dei mortali.” "Mi sono sempre vergognato di questo e, a differenza di Iris che non ha cambiato mai la purezza del suo cuore, mi sono fatto beffa di tutti i sentimenti e per questo punito dallo Spirito del Nord, per aver usato la mia diversità come arma di sofferenza e di soprusi verso altre creature.” “Costretto a vagare senza meta, senza cuore e senza nessun tipo di amore per la vita, solo…e sotto false sembianze, ma ciò nonostante, lei mi ha sentito ancor prima di vedermi e mi ha portato a ricordare che la mia essenza mi permette di accedere a tutti i portali del mondo, affinché tutti gli esseri possano per sempre sperimentare l’esistenza del linguaggio universale.” “L’anima non dimentica, va solo risvegliata e la sua morte l’ha permesso.” “Ti sbagli caro Hermes!” “Lei non ha risvegliato la tua anima con la sua morte, ma entrambi vi siete risvegliati, quando vi siete incontrati, ma tu…non hai ascoltato.”
“Dinanzi al vostro stare bene insieme, tu non hai seguito la voce del cuore e l’hai abbandonata a se stessa, ma lei, nonostante ciò, ha mantenuto vivo il suo amore.” “Ha trovato il cibo per i piccoli di mamma uccellino e non li ha lasciati mai soli, fino a quando lei non è tornata; ha curato la mia ferita, anche se non gliel’ho chiesto e, quando l’ho messa dinanzi ad una scelta, non ha rinnegato l’esistenza di un altro mezzo sangue e che solo insieme fossero i Messaggeri di quell’amore universale che ti vanti di rappresentare.” “Non capisci che tutti facciamo parte di questo linguaggio e l’amore fra Hermes e Iris desiderato da molti, in realtà per tanti è solo un’idea, per altri sono emozioni senza nessuna azione, invece è semplicemente una realtà visibile nell’invisibile?” “A voi due è toccato sperimentare la divisione attraverso un cammino di separazione, ma ora tocca a Te proseguire la scoperta di questa verità che da sempre vi ha unito e vi unirà, a mio avviso per l’Eternità.”
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***Capitolo 8 – L’Amore Per Sempre…
Ascoltando quelle parole, l’Angelo Hermes non rispose e comprese che ogni essere ha dei limiti e delle qualità. L’incontro però con l’altra parte non avviene nei pregi e nei difetti, ma nasce da un’armonia musicale, poiché incastro perfetto di completamento. Lui, venerato come un semidio in alcune culture, come un angelo in altre, nel suo viaggio da umano era solo un messaggero. Raccolse delicatamente Iris da terra e con lei, tenendola verticalmente fra le sue braccia, spiccò il volo verso il cielo, in direzione dell’Arcobaleno. Sapeva che doveva oltreare la volta celeste e sorvolare le immensità del mare, ma ormai questo non lo spaventava più, perché il suo cuore era consapevole di quel che stava facendo. Quando arrivò, un tappeto di nuvole e fiori si aprì. Insieme, Hermes e Iris, brillavano di una luce meravigliosa e che cambiava continuamente colore. Lo Spirito della Verità li attendeva già da qualche tempo e, quando intravide arrivare l’Angelo Blu con la ragazza dormiente fra le sue braccia, sorrise. Ai suoi lati si alternavano quattro figure bellissime: alla destra, vestiti uno di rosso e uno di blu c’erano i guardiani dei portali del Nord e del Sud, mentre alla sinistra, vestiti uno di verde e uno di rosa c’erano i guardiani dei portali dell’Ovest e dell’Est. Lo Spirito della Verità attese che Hermes si avvicinasse: “Vi stavo aspettando e finalmente siete giunti.” - “Che cosa sei venuto a chiedermi Hermes?” “Nulla, sono qui per farti dono della mia vita, purché lei viva!” rispose l’Angelo Blu. “Ne sei proprio sicuro?” - “Non vuoi davvero chiedermi niente?”
“Ti ripeto, sono qui per sacrificarti la mia vita, perché il vero amore è annullare il volere per sé, per donarsi all’altro e a me interessa solo che lei viva!” “Potresti chiedere la vita per entrambi.” “No!” - “So bene che ogni cosa ha un prezzo, almeno questo è quello che mi hanno insegnato le creature che vivono nella terra dei mortali.” “Ebbene sia, se è questo ciò che vuoi sarai accontentato.” “Ti concedo di baciarla, giacché non potrai più farlo, per il dono che sei venuto a offrirmi.” L’Angelo Hermes si chinò su Iris e la baciò, ma non sulle labbra bensì sulla fronte, affinché lei potesse ricordare in quel bacio il loro amore per l’eternità. Nel sollevare il viso, lei si svegliò e i due ragazzi incrociarono i loro sguardi, perdendosi per sempre nelle profondità dei loro occhi. Vissero e morirono nello stesso istante, affinché uno non potesse mai dimenticarsi dell’altro, ma ritrovarsi da sempre e per sempre. Il loro amore era per davvero eterno, unico, vero e reale e per questo era destinato a nascere e morire per rinascere. Lo Spirito della Verità, con il consenso anche dei guardiani dei quattro portali risvegliati dal cercare e dal ritrovare la purezza di questo sentimento, sigillò nell’immortalità il loro amore, consegnandone le quattro virtù (prudenza, giustizia, forza e temperanza) ai quattro guardiani e riponendole nei quattro scrigni segreti del mondo. Il bene e il male si erano riconosciuti e riuniti, pertanto il nuovo regno era iniziato e la spada del Guerriero della Luce era ritornata a splendere come non mai. L’essenza immortale o quinto elemento, invece, fu lasciato al mondo della fantasia e della realtà e lo Spirito della Verità avrebbe continuato a proteggerla come sempre. Hermes e Iris si risvegliarono abbracciati uno nell’altro nel Regno dei Due Arcobaleni e con la loro favola fecero dono a tutte le creature del mondo del
mistero dell’Amore Eterno. Gli esseri mortali, pertanto, proprio come l’Angelo Blu, Hermes, e la Principessa Arcobaleno, Iris, avrebbero potuto ritrovare e scoprire nel tempo, qualora lo volessero per davvero e in piena libertà, la stessa essenza di quell’Amore riportato nella frase:
…Da Sempre…E Per Sempre… …Per l’Eternità…
Autrice: Mirella Merino
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L’AUTRICE
Mirella Merino, 38 anni, madre di due bambine.
Apionata da sempre di versi poetici, di fiabe, racconti e favole.
Idealista, sognatrice, creativa, semplicemente Artista.
ioni: scrivere, disegnare, cantare, dipingere e giorno per giorno creare la mia vita.
Nota Biografica: il mio intento è quello di diffondere un messaggio d’amore, in tutto ciò che faccio e realizzo, affinché le persone possano comprendere che solo uscendo dalla propria oscurità permettono alla propria luce, quella che ci accompagna fin dalla nascita, di brillare.
L'Impossibile Non Esiste ... E Bisogna Provarci... Prima Di Arrendersi...
Per Informazioni
Email:
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Pagina Facebook: https://www.facebook.com/pages/MirellaMerino/469491636520747
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L’Impossibile Non Esiste…
E Bisogna Provarci …
Prima Di Arrendersi…
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Note: Si ringrazia per la foto dell’Autrice Rocco Caruso
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Immagine Di Copertina Foto Artistica di Mirella Merino L’Angelo Hermes e La Fatina Iris
*** *Scelta fra le quattro opere finaliste dalla Redazione Impronta Critica per la recensione on line al programma televisivo di Milly Carlucci su Rai Uno - Pattinaggio sul Ghiaccio -
*Scelta per l’evento artistico Primavera Romana con relativa esposizione presso la Galleria D’Arte Fly Art Gallery di Roma.
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Note: La Statua riportata nell’immagine di copertina esiste realmente ed è ospitata nei giardini del parco di Villa D’Ayala - nel Comune di Valva - (SA)
http://www.comune.valva.sa.it
*** L’ Autrice Mirella Merino ringrazia per la gentile collaborazione e l’autorizzazione concessa per la pubblicazione della foto artistica riportata in copertina Il Ministero Dei Beni E Delle Attività Culturali Del Turismo Soprintendenza Delle Belle Arti E Paesaggio Di Salerno E Avellino
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Indice
Prefazione
Ringraziamenti
*Capitolo 1 – La Strana Fatina Iris
*Capitolo 2 – La Storia Dei Due Mondi
*Capitolo 3 – L’Inizio Del Viaggio
*Capitolo 4 - Il Luogo Ritrovato
*Capitolo 5 - L’Incontro con l’Uccellino Blu
*Capitolo 6 - Il Sogno di Iris
*Capitolo 7 – Il Sonno Eterno
*Capitolo 8 – L’Amore Per Sempre…
L’AUTRICE