Otello CARLI
DALL'INVISIBILE AL VISIBILE. DALLA MALATTIA ALLA GUARIGIONE
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Table of contents
DALL'INVISIBILE AL VISIBILE. DALLA MALATTIA ALLA GUARIGIONE SOMMARIO L’INVISIBILE Il Creatore Le potenzialità creative L'aldilà Il tempo e lo spazio Le onde gravitazionali IL VISIBILE Punti di vista La fisica quantistica Dall'immaterialità alla materialità Il aggio umano dal non manifesto al manifesto Nascita e oblio Le parti costitutive umane Corpi fisici ed extrafisici Estrinsecazione della mente nei corpi umani
Mente e pensieri degli esseri umani Utilizzo della mente umana L’aura umana, i vortici di energia, i canali energetici La mente umana quale strumento di riflessione Concentrazione, meditazione, contemplazione, illuminazione Comportamenti nella vita quotidiana La creatività degli esseri umani Possibilità di rifiuto o di accettazione LA MALATTIA Cause interne o esterne? Fattori ereditari o acquisiti? Mente, pensieri, sentimenti, azioni e malattie Malattie scaturenti, o favorite, dal nostro potere creativo La complessa realtà umana LA GUARIGIONE Possibili percorsi verso uno stato di benessere Pensieri dopo il risveglio allo stato di benessere Azioni sulle concause esterne Azioni sulle concause interne Noi pensatori e co-creatori Le nostre innate capacità di guarigione
Ostacoli al libero fluire delle forze vitali Siamo "Tutti Uno" La futura evoluzione dell’umanità
DALL'INVISIBILE AL VISIBILE. DALLA MALATTIA ALLA GUARIGIONE
DALL'INVISIBILE AL VISIBILE. DALLA MALATTIA ALLA GUARIGIONE
di Otello Carli (seconda edizione, giugno 2016)
SOMMARIO
SOMMARIO
L’INVISIBILE Il Creatore Le potenzialità creative L'aldilà Il tempo e lo spazio Le onde gravitazionali
IL VISIBILE Punti di vista La fisica quantistica Dall'immaterialità alla materialità Il aggio umano dal non manifesto al manifesto Nascita e oblio Le parti costitutive umane Corpi fisici ed extrafisici
Estrinsecazione della mente nei corpi umani Mente e pensieri degli esseri umani Utilizzo della mente umana L’aura umana, i vortici di energia, i canali energetici La mente umana quale strumento di riflessione Concentrazione, meditazione, contemplazione, illuminazione Comportamenti nella vita quotidiana La creatività degli esseri umani Possibilità di rifiuto o di accettazione
LA MALATTIA Cause interne o esterne? Fattori ereditari o acquisiti? Mente, pensieri, sentimenti, azioni e malattie Malattie scaturenti, o favorite, dal nostro potere creativo La complessa realtà umana
LA GUARIGIONE Possibili percorsi verso uno stato di benessere Pensieri dopo il risveglio allo stato di benessere Azioni sulle concause esterne
Azioni sulle concause interne Noi pensatori e co-creatori Le nostre innate capacità di guarigione Ostacoli al libero fluire delle forze vitali Siamo "Tutti Uno" La futura evoluzione dell’umanità ---ooo---
L’INVISIBILE
L’INVISIBILE
Il Creatore
IL CREATORE Il concetto di Dio è inesprimibile tramite qualsiasi forma di rappresentazione umana, anche se altamente evoluta. Possiamo comunque tentare di esprimere alcuni concetti fondamentali al riguardo. Il primo di tali concetti fondamentali è che il Creatore è la Fonte e l’Essenza del Tutto: è Vita Trascendente che fluisce ed evolve incessantemente. Tale Fonte ed Essenza é, sostanzialmente, un processo di fluida trasformazione, al di là del tempo e dello spazio, nell’ambito di leggi universali talmente sublimi che raramente si riesce a comprenderle. Ciò che gli esseri umani possono vagamente intuire è che tali Leggi Universali sono basate su alcuni principi fondamentali, quali l’Amore, l’Armonia, l’Accettazione. Ciò premesso, si può cercare di rappresentare l’immensità e la potenzialità della Fonte divina affermando intuitivamente che "Dio é". Tale definizione, peraltro, lascia normalmente insoddisfatta la maggioranza delle persone in quanto non definisce alcunché. In effetti, se si tiene presente che definire significa delimitare, o porre dei limiti ben definiti, il concetto di Dio, come sopra accennato, risulta umanamente non definibile, né esprimibile in alcun modo. A questo punto potrebbe sorgere spontanea la domanda: "Ma se il Padre Celeste è un Essere, pur umanamente non definibile, che é, comunque, già il Tutto, che senso ha la Creazione da Lui effettuata e, in particolare, la creazione di quel comparto limitato che è l’universo materiale, di cui gli esseri umani fanno
parte?". A tale proposito, si può solo intuire come il Creatore, pur essendo già il Tutto, per proprio libero arbitrio abbia scelto di utilizzare le proprie infinite potenzialità divine per consentire a una parte di se stesso una sperimentazione diretta di tali potenzialità. Si può pure intuire come, per far ciò, abbia scelto di concedere alle Sue infinite potenzialità di realizzarsi in entità che potessero sperimentare direttamente il Bene e il Male, la Luce e il Buio, l’Assoluto e il Relativo.. Per rendere possibile il aggio dalla potenzialità all’esperienza diretta, si può anche intuire come il Creatore possa essersi servito di quell’Energia spirituale aggregante che viene normalmente chiamata Spirito (o Spirito Santo, o Energia universale). Tramite tale supremo Spirito, il Padre esprime, nell'eterno presente, quella parte di se stesso che solitamente viene definita come Figlio (cioè tutti gli universi possibili, concomitanti e paralleli), con l'implicita possibilità, data anche a tale Figlio, di esprimersi liberamente, senza alcuna limitazione, in base al proprio libero arbitrio. Tale scelta si traduce in una fluida sperimentazione ed evoluzione del Tutto, al di là del tempo e dello spazio, in un eterno presente. Proprio l’esistenza di tale realtà, al di là di ogni riferimento temporale, fa sì che ato, presente e futuro (quest'ultimo, sotto forma di infinite possibilità di realizzazione) coesistano sempre. Tale atemporalità che caratterizza l’Essenza spirituale del Creatore, non è comunque facilmente comprensibile tramite l’utilizzo della ordinaria mente umana, che, pur essendo stata creata dallo Spirito e pur essendo sempre permeata dallo stesso, è connotata da limiti temporali e spaziali fortemente circoscritti che non le consentono di comprendere appieno l’effettivo dispiegarsi dell’infinita ed eterna realtà sovrasensibile.
Le potenzialità creative
Le potenzialità creative Il Creatore è il Tutto, sotto forma di indefinibili potenzialità, e nel Tutto c’è una gamma infinita di sfumature (informative, energetiche, vibrazionali, quantistiche) che, potenzialmente, consentono di realizzare il Tutto attraverso il aggio dal Non Manifesto al Manifesto. In questo infinito Tutto c’é, quindi, potenzialmente, sia l’Unità, sia la Dualità, sia il Bene, sia il Male, sia la Luce, sia il Buio, sia il Positivo, sia il Negativo. In questo Tutto c’è anche il Libero Arbitrio ed il suo esatto contrario, entrambi esercitabili o meno, mediante infinite sfumature, sia in positivo, sia in negativo. Al riguardo, il Creatore avrebbe dato alle Sue creature la possibilità di realizzare, o di non realizzare, anche quelle manifestazioni informativo-energetiche che noi classifichiamo sbrigativamente come negative, ma che, in una visione più generale, potrebbero essere considerate come alcune delle possibilità esprimibili nell'ambito delle varie manifestazioni potenzialmente realizzabili. Ciò che si potrebbe ricordare è che una parte di quel Tutto dotato della facoltà del Libero Arbitrio ha scelto di esprimere quest’ultimo mediante varie forme di Amore Universale, mentre un’altra parte dello stesso Tutto ha scelto dapprima di immergersi nella Dualità e poi di utilizzare la propria facoltà di libera scelta per sperimentare anche quelle vicissitudini definibili come "negative", non direttamente sperimentabili nei piani spirituali superiori. In argomento, si potrebbe anche osservare come la Creazione non abbia mai avuto quel ben definito inizio temporale (il cosiddetto Big Bang) che gli esseri umani le hanno finora attribuito mediante l’utilizzo del proprio limitato concetto di spazio e di tempo. La Creazione, in realtà, continua ad avvenire proprio qui e ora e continuerà, nello stesso modo, ad estrinsecarsi eternamente, sia per quanto riguarda
l’universo materiale a noi familiare, sia per quanto concerne gli sconosciuti universi paralleli. La realizzazione delle potenzialità dinamiche del Creatore, quindi, è sempre avvenuta (e sta avvenendo e continuerà sempre ad avvenire) in maniera fluida e con modalità progressivamente evolutive in tutti gli universi possibili. Tale infinito processo evolutivo implica, tra l’altro, che le entità umane non siano state manifestate fin dall’origine, su questa Terra, attraverso le forme, le dimensioni e le capacità intellettuali attualmente riscontrabili nella loro specie, bensì che esse siano andate continuamente modificandosi ed evolvendosi. Le relative potenzialità, quindi, sono state realizzate mediante una continua sperimentazione di progressive trasformazioni ed adattamenti, assolutamente non casuali, bensì rientranti nell’ambito di leggi universali non sempre ben comprensibili all’intelletto umano.
L'aldilà
L'ALDILA’ L’Aldilà non si trova né in alto, né in basso, né nello spazio, né nell’iperspazio, bensì si trova ovunque. E' sia sopra, sia sotto di noi. E’ sia intorno a noi, sia dentro di noi e, contemporaneamente, in tutti gli spazi più o meno lontani, o più o meno vicini, comprendenti tutti gli universi possibili. Se volessimo provare a definire, sia pure approssimativamente, tale dimensione extra-terrena (che, in realtà, come già detto, è umanamente non definibile), potremmo paragonare l’Aldilà ad un insieme di informazioni e di energie vibratorie a livelli infinitamente più elevati, vasti e numerosi rispetto a quelli percepibili tramite i nostri limitati sensi. Tali informazioni ed energie sono potenzialmente in grado di permeare tutto e tutti, senza alcuna limitazione. I nostri sforzi per comprendere tale realtà indefinibile ci portano, in ogni caso, a delle versioni intellettuali approssimate ed incomplete, ognuna delle quali, inoltre, è il frutto di osservazioni e ragionamenti effettuati secondo particolari punti di vista, che possono cambiare anche frequentemente. L’unica fondamentale scusante che si può eccepire al riguardo è che non è possibile procedere intellettualmente in maniera diversa. Gli esseri umani utilizzano, infatti, linguaggi e concetti costruiti per essere usati in un contesto limitato (e che, tra l’altro, sono indispensabili per affrontare e risolvere le problematiche di tutti i giorni) e poi se ne avvalgono, impropriamente, anche per tentare di descrivere contesti illimitati ed inesprimibili. I risultati ottenuti in tal modo non possono che essere imprecisi ed incompleti. Nell’Aldilà, per esempio, è sufficiente che una qualsiasi anima desideri trovarsi in una determinata condizione compatibile con l’Amore e con l’Unione universale per ottenerla istantaneamente.
In effetti, nell’Aldilà non vi sono ostacoli di alcun genere alla sperimentazione di fatti e situazioni amorevoli. Al riguardo, si può osservare che tali ineffabili capacità amorevoli le portiamo sempre con noi, anche qui sulla Terra, e che le potremmo utilizzare in ogni momento, qualora riuscissimo a superare i vari impedimenti che noi stessi frapponiamo alla loro realizzazione. Il principale di tali impedimenti è rappresentato dalla circostanza che i nostri desideri, per potersi realizzare, qui sulla Terra, devono utilizzare una energia spirituale fortemente concentrata e motivata, in modo da poter superare le resistenze presentate dalla viscosità della materia terrena di cui siamo intessuti e nel cui ambito operano tutti gli esseri umani. Prima o poi, comunque, tutto ciò che desideriamo, e che continuiamo a proporci, lo otterremo anche qui, sulla Terra, sia nel Bene, sia nel Male, in quanto siamo sempre noi gli autori del nostro destino. Per quanto riguarda i rapporti interpersonali, nell’Aldilà ciascuno di noi ama tutti gli altri, ma è assolutamente libero di dedicare maggiore attenzione alle anime con le quali si sente in particolare sintonia (che sono normalmente quelle aventi un livello di evoluzione spirituale simile al nostro). Tutto ciò non crea alcun senso di colpa, né di gelosia reciproca: nell’Aldilà tutto è accettato con affetto e comprensione, nell’ambito di un totale Amore Universale. Nell’Aldilà, quindi, riusciamo a comunicare perfettamente con le altre anime in quanto parliamo tutti lo stesso linguaggio e comprendiamo perfettamente ogni sfumatura di ciò che viene detto, o anche solamente pensato. Non è necessario, infatti, usare alcuna parola, o alcun altro mezzo di comunicazione: nell'Aldilà è sufficientemente pensare a qualcuno, o a qualcosa, e ogni pensiero si rende subito perfettamente comprensibile a tutti. Il risultato è un potentissimo mezzo di confronto e di dialogo che rende possibile sia un miglioramento, sia un consolidamento di tutte le conoscenze acquisite, nell’interesse evolutivo di Tutto e di Tutti.
Il tempo e lo spazio
IL TEMPO E LO SPAZIO Allorché un essere umano vive qui, sulla Terra, riesce a percepire il tempo come se scorresse solo in avanti, in maniera lineare, mentre lo spazio viene percepito in maniera tridimensionale (lunghezza, larghezza, altezza). La realtà, però, non è così semplice, in quanto ciò che gli esseri umani percepiscono con i propri sensi fisici è solo una minima parte di tale realtà. Esistono, infatti, infiniti universi paralleli, la cui essenza gli esseri umani non riescono percepire poiché tali universi esistono su vari e sfumati piani olografici temporali e spaziali e sono composti sia da imolteplici informazioni energeticovibratorie, sia da indeterminate probabilità di estrinsecazione e di manifestazione. In tali piani multipli di esistenza, il tempo e lo spazio si esprimono sempre "qui e ora", il che significa che ciò che è accaduto in ato, oppure a migliaia di chilometri di distanza, è potenzialmente percepibile all’istante, pur su un diverso piano di realtà. Proprio tale esistenza di molteplici piani di realtà olografica - che offrono innumerevoli espressioni temporali e spaziali - consente potenzialmente lo spostamento, avanti, o indietro, senza alcun limite, rispetto alle espressioni temporali e spaziali percepite qui, sulla Terra. Vi sono, ad esempio, dei piani temporali in anticipo rispetto alla nostra era attuale ed altri in ritardo, pur esistendo essi, in realtà, tutti contemporaneamente, magari anche solo come potenziali probabilità di estrinsecazione (a cui noi, talvolta, possiamo anche dare una rapida sbirciatina, ad esempio tramite i nostri sogni).
Le onde gravitazionali
LE ONDE GRAVITAZIONALI Albert Einstein, nella sua Teoria Generale della Relatività, aveva ipotizzato fin dal 1916 l'esistenza delle "onde gravitazionali". Tali onde - che gli studiosi ritengono possano trasportare informazioni riguardanti fenomeni anche precedenti a quelli che diedero origine a quel Big Bang da cui noi finora ritenevamo fosse scaturito l'intero universo a noi conosciuto - sono state effettivamente osservate dagli scienziati solamente all'inizio del 2016, cioè un secolo dopo la loro enunciazione teorica. In particolare, è stata la collisione tra due buchi neri - originariamente avvenuta oltre un miliardo di anni fa e che si è tradotta in un gigantesco scontro dal quale si è poi formato un nuovo, unico, buco nero - a permettere tale recente osservazione delle onde di che trattasi. Queste ultime sono, sostanzialmente, delle perturbazioni del campo gravitazionale che determinano - come ha osservato lo stesso Einstein - delle "increspature dello spazio-tempo", cioè delle deformazioni della curvatura spazio-tempo che si propagano come se fossero delle vere e proprie onde e che, ritmicamente, allungano e comprimono lo stesso spazio-tempo. La recente osservazione delle onde gravitazionali fornisce la conferma del concetto che l'interazione gravitazionale non consiste solo in un'azione a distanza fra corpi dotati di massa (come era stato ipotizzato nel modello newtoniano della gravità), bensì implica l'esistenza di un campo gravitazionale anche in assenza di materia (ad esempio, quando la materia a noi conosciuta non era stata ancora formata). Proprio poichè le onde gravitazionali si trasmettono essenzialmente nel vuoto ed interagiscono solo incidentalmente con la materia (da cui possono anche totalmente prescindere) esse sono in grado di conservare con notevole precisione la memoria degli eventi che le hanno generate.
Attualmente, è diventato quindi possibile studiare porzioni dell'universo finora sconosciute, come le zone caratterizzate dalla presenza di buchi neri, oppure quelle strane scorciatoie che consentono di viaggiare in questo ed in altri universi (i cosiddetti "cunicoli spazio-temporali", o "wormhole") al di fuori del tempo e dello spazio. In argomento, occorre, fra l'altro, precisare che le onde gravitazionali sono sostanzialmente diverse dalle onde elettromagnetiche che noi ben conosciamo (e che, parimenti, non necessitano di alcun mezzo materiale per propagarsi, a differenza delle onde meccaniche), tradizionalmente ripartite in onde-radio, microonde, raggi infrarossi, luce visibile, raggi ultravioletti, raggi x, raggi gamma. Sostanzialmente, quindi, la recente rilevazione delle onde gravitazionali ha consentito agli scienziati di osservare l'universo a noi conosciuto in un modo completamente nuovo e di accogliere come possibile ipotesi anche l'esistenza di innumerevoli, coesistenti, "universi paralleli".
IL VISIBILE
IL VISIBILE
Punti di vista
PUNTI DI VISTA La realtà che ci circonda può essere osservata da innumerevoli punti di vista, ognuno dei quali può essere considerato più o meno valido al fine di rappresentare la realtà stessa. Per quanto riguarda, ad esempio, il fondamentale argomento della vita sulla Terra, si potrebbe partire da una serie di punti di vista suddivisi in tre sfumati livelli: vita spirituale-virtuale, vita energetico-quantistica e vita fisico-materiale. Il primo di tali livelli (quello inerente all’onnipresente realtà spirituale-virtuale) viene talvolta denominato anche Coscienza universale, o Campo potenziale, o Intelligenza non-locale. In tale ambito spirituale-virtuale, il Tutto e il Nulla coesistono come pura potenzialità, al di là del Tempo e dello Spazio. Premesso che, a livello umano, come già osservato, non vi sono parole, espressioni, o simboli, in grado di definire convenientemente tale stato di esistenza, si può solo intuire come, a livello spirituale-virtuale, vi sia un infinito potere organizzativo-creativo, un’infinita consapevolezza, un’infinita essenza energetico-informativa. Tale supremo livello viene anche indicato come Dio, o come Suprema potenzialità, o come Essenza del tutto, oppure mediante altre innumerevoli espressioni che appaiono solamente delle approssimazioni descrittive in quanto tale livello di realtà è umanamente non descrivibile. In ogni caso, non dobbiamo considerare tale livello spirituale-virtuale come se fosse separato da noi: essendo intrinsecamente al di là del tempo e dello spazio esso esiste sempre ed ovunque, sia fuori di noi, sia dentro di noi. La Suprema intelligenza del livello spirituale-virtuale, in ogni caso, è ciò che
organizza e pervade tutti gli infiniti livelli di vita universale. Il secondo livello (quello dapprima indicato come energetico-quantico) rappresenta il regno delle onde di possibilità e del collassamento di tali onde in particelle. Esso è il regno in cui il Supremo Spirito (scaturente dal Superiore livello spirituale-virtuale) estrinseca se stesso tramite la propria autocoscienza ed agisce quale ponte tra il non-manifesto e il manifesto. A tale proposito, si può osservare come, a livello energetico-quantico, avvenga continuamente la realizzazione di tutti gli universi possibili attraverso la creazione di infiniti pacchetti informativi-energetici, poi organizzati mediante fluide modalità olografiche al fine di formare, tra l’altro, anche il nostro specifico universo materiale (il quale, pertanto, può essere considerato come la realizzazione di uno degli infiniti sottoinsiemi dei superiori regni spiritualevirtuale ed energetico-quantico). Per quanto riguarda il livello più basso (cioè quello fisico-materiale), si potrebbe ricordare come già la Teoria della Relatività proposta da Albert Einstein abbia offerto un’importante opportunità di comprensione della nostra realtà fisica, dimostrando come il tempo e lo spazio non siano entità tra loro separate, bensì intimamente interconnesse, e come la materia e l’energia possano essere considerate tra loro intercambiabili. Secondo la suddetta Teoria della Relatività, infatti, la massa non è altro che un particolare stato di energia e la materia, quindi, non è altro che energia rallentata, o addirittura cristallizzata. In definitiva, quindi, l’energia e la massa (la materia) non sono altro che espressioni di uno stesso principio, seppur visto da angolazioni differenti. Tutto ciò che esiste sulla Terra può essere conseguentemente considerato come una composita forma olografica di energia vibrazionale e, pertanto, anche i nostri corpi umani, nelle loro interconnesse parti fisiche e metafisiche, possono essere considerati come tali (cioè, come una composita forma olografica di energia vibrazionale).
La fisica quantistica
LA FISICA QUANTISTICA Ricordiamo che i due maggiori pilastri della fisica moderna sono la "relatività generale" e la "meccanica quantistica". La prima teoria spiega, sostanzialmente, il comportamento della forza di gravità, descrivendola in termini di deformazione dello spazio-tempo, cioè della struttura quadridimensionale in cui riteniamo di essere immersi. La seconda teoria, invece, riguarda le leggi fisiche che regolano il comportamento delle particelle su scala microscopica. Semplificando, potremo dire che le due teorie si occupano, rispettivamente, dell’enormemente grande e dell’enormemente piccolo. In particolare, secondo la Teoria dei quanti, tutta la materia in cui siamo ora immersi era costituita, in origine, da una serie infinita di onde di possibilità. L’agente che ha fatto collassare tali onde di possibilità in eventi reali (cioè che ha trasformato le infinite possibilità in elementi immateriali e materiali) è una qualche forma di Coscienza. L’osservazione cosciente - così come ha ripetutamente sostenuto anche il matematico John Von Neumann - è una condizione necessaria per tale collasso. In argomento, si può osservare che la Coscienza che fa collassare le funzioni d’onda potenziali (determinando tutte le realtà che ci circondano), può essere sia la Coscienza Universale del Padre Creatore, sia la Coscienza Localizzata dei suoi Figli. Quest’ultima è, in primo luogo, la "consapevolezza mentale individuale" degli esseri umani, ma è anche la "coscienza di gruppo" degli animali, la "coscienza di specie" dei vegetali, nonché ogni altra forma di coscienza di tutti gli esseri
viventi. Riepilogando, si può osservare come tutti gli universi possibili esistano quali potenziali onde di possibilità fino a quando essi vengano osservati tramite una qualche forma di Coscienza: solo allora essi collassano o nelle varie forme universali a noi conosciute, o negli infiniti universi paralleli che ci circondano, ma che noi non riusciamo a percepire. Da quanto sopra esposto deriva che tutte le forze elementari fondamentali scaturiscono sostanzialmente da un “campo unificato”, intriso di intelligenza, informazione e coscienza. In tale unificato regno-quantico non-locale tutti gli esseri viventi risultano essere co-creatori della realtà attraverso la propria Coscienza (singola, di gruppo o di specie). Allorché si approfondisce, infatti, con l'aiuto della fisica quantistica, lo studio della composizione della materia, ci si accorge che quest’ultima non risulta formata da componenti basilari ben definiti e che, quindi, non è individuabile e delimitabile con certezza: essa mostra, inizialmente, solo una certa propensione ad esistere sotto varie, possibili forme. Praticamente, ogni essenza elementare può essere descritta (per quanto riguarda le sue potenzialità esistenziali), sulla base delle probabilità che essa ha di trovarsi, in un certo momento, in un certo punto. Tutte le onde di probabilità possono, altresì, potenzialmente trasformarsi (oppure non trasformarsi) in sub-particelle, successivamente aggregabili in particelle, sempre e comunque globalmente interconnesse con tutte le altre realtà energetiche. Ogni cosa terrena, quindi, può essere considerata come una fluida estrinsecazione di un’originaria onda energetica di informazione potenziale. I nostri vecchi concetti di oggetti materiali e di leggi deterministiche si stanno, quindi, sgretolando sempre più velocemente, lasciando il posto, anche a livello scientifico, a un universo quantico di sistemi informativi tra loro intimamente interconnessi e ad un insieme di reti olografiche di “probabilità quantiche”, interagenti tra di loro.
A livello fisico-materiale (quello in cui noi viviamo ogni giorno ed in cui siamo totalmente immersi tramite le nostre facoltà mentali ed emozionali, le nostre credenze e i nostri comportamenti) tutta la realtà è continuamente bombardata da innumerevoli e velocissime onde informativo-energetiche provenienti dal regno quantico, che noi riceviamo, filtriamo e quindi selezioniamo, al fine di accettarne alcune parti e di respingerne altre. Proprio tale opera di accettazione di alcuni stimoli e di respingimento di altri, contribuisce a far sì che, con il trascorrere del tempo, si crei una sempre più consistente barriera tra il nostro interno e il nostro esterno, tra noi e gli altri e si crei un’atmosfera di separazione sempre più accentuata, sempre più incrostata e sempre più difficile da sgretolare. Nel nostro mondo fisico-materiale, infatti, noi esseri umani percepiamo gli oggetti come se fossero separati uno dall’altro in quanto, se è vero, da un lato, che le onde di energia da cui tali oggetti scaturiscono contengono innumerevoli informazioni tra loro collegate, è anche vero, d’altro lato, che i nostri limitati sensi umani non riescono a percepire chiaramente tali onde di energia, nè ad elaborarle simultaneamente nella loro totalità e, pertanto, di fatto, le filtrano e, nel fare ciò, le separano. Le nostre limitate possibilità ci consentono, infatti, di percepire solamente alcuni pacchetti informativi alla volta, allo stesso modo con cui, al fine di ricevere i flussi informativi che ci provengono da stazioni radiofoniche, televisive, o telefoniche, non possiamo far altro che sintonizzarci solamente su un limitato numero di frequenze informative alla volta. Occorrerebbe tener costantemente presente che i frammenti di energia dello stesso campo unico che vibrano a frequenze diverse (e che noi, filtrandole e isolandole, consideriamo come oggetti diversi) derivano sempre da un tutto interconnesso. Al riguardo, proprio poichè riusciamo a percepire solo alcuni pacchetti informativi come se fossero tra loro separati, noi stessi poi ci autoconvinciamo di vivere in un mondo in cui impera la separatezza e la divisione. Con il are del tempo, poi, noi ci convinciamo sempre più che il mondo fisico-materiale che ci circonda è essenzialmente solido e tangibile, delimitabile e quantificabile, limitato e separato.
Dall'immaterialità alla materialità
DALL'IMMATERIALITÀ ALLA MATERIALITÀ Se noi tenessimo conto della circostanza che sia noi, sia tutto ciò che ci circonda, è formato da atomi, i quali, a loro volta sono formati da un nucleo centrale nonchè da elettroni che girano vorticosamente nel vuoto intorno a tale nucleo, e che la distanza tra nucleo ed elettroni è proporzionalmente superiore a quella esistente tra la Terra e il Sole, ci renderemmo conto che la principale componente del nostro universo fisico non è nè la materialità, nè la fisicità da noi percepite, bensì il vuoto e l’immaterialità. Per di più, noi non teniamo generalmente conto della circostanza che i nostri corpi fisici non riescono ad interpenetrare gli altri corpi fisici a causa delle modalità con cui viene formata (e mantenuta) tutta la materia solida: modalità che comportano una serie di respingimenti ed una impossibilità fisica di penetrazione. Se tocchiamo qualcosa, noi percepiamo la sua solidità proprio laddove si scontrano gli elettroni di quella cosa con gli elettroni degli elementi con cui essa viene in contatto: le terminazioni nervose umane sono strutturate in modo da percepire tale scontro di elettroni come impenetrabilità dei corpi. Ciò avviene soprattutto poichè, come noto, da un punto di vista meramente fisico, le cariche elettriche negative attraggono quelle di segno opposto (positive), mentre respingono costantemente quelle dello stesso segno (in tal caso, negative). In altre parole, gli elettroni che si trovano nella parte esterna di ogni atomo del nostro e degli altrui corpi respingono costantemente gli elettroni degli atomi di ogni oggetto che viene toccato. In realtà, vi sono dei pacchetti energetico-informativi che, ciò nonostante, ano attraverso la suddetta barriera fisica degli elettroni ed interpenetrano l’intero “spazio vuoto” esistente all’interno degli atomi stessi: tali pacchetti
energetico-informativi sono quelli facenti parte dei “corpi extra-fisici”, più o meno rarefatti, che compongono il nostro universo e tutti gli universi possibili. I nostri limitati sensi ci fanno, quindi, percepire come se fossero realmente esistenti alcune separazioni che in effetti non esistono. Vi sono poi altri ostacoli materiali che noi stessi creiamo mediante l’utilizzo sensoriale delle cariche elettromagnetiche positive e negative in cui siamo sempre immersi (ricordiamo ancora che, dal punto di vista materiale, tutto è formato essenzialmente di vuoto). La materialità del nostro universo fisico - che noi esseri umani, nell’ordinarietà delle nostre percezioni, consideriamo visibile e tangibile, con proprie ben definite limitazioni e separazioni - può essere, pertanto, considerata solo come un aspetto fittizio della vera realtà, costituita da un turbine di probabilità di manifestazioni energetiche, da cui scaturiscono, in continuazione, infiniti universi, coesistenti e interconnessi. In altre parole, l’intera Creazione può essere vista come una rete dinamica di sistemi di informazioni ed interconnessioni energetiche fra loro integrate, che formano un insieme di “universi olografici” in cui ogni parte rispecchia il tutto ed in cui la materialità (o almeno ciò che noi consideriamo tale) rappresenta solo una parte infinitesima del Tutto. Alla luce di quanto sopra esposto, anche gli esseri umani non possono essere considerati quali parti isolate e separate dal Tutto. Essi possono, invece, ritenersi come delle componenti connettive, fluide e dinamiche, facenti parte del Tutto e rispecchianti il Tutto, pur con proprie autonome caratteristiche esistenziali, positive e negative, accentuate dall’umano libero arbitrio.
Il aggio umano dal non manifesto al manifesto
IL AGGIO UMANO DAL NON MANIFESTO AL MANIFESTO Allorché il Padre (cioè la Coscienza Universale) sceglie, nell’eterno presente, di esprimere, attraverso lo Spirito (o Energia universale), il proprio Figlio - cioè tutti gli universi possibili, tra cui anche il nostro universo materiale - ne rende manifesta l’Idea traendola da quell’infinito serbatoio di potenzialità costituenti il Tutto che noi possiamo approssimativamente rappresentare come il Mondo delle Idee. In tale ambito, per quanto ci riguarda, la prima manifestazione del processo attuativo riguardante il Figlio umano sulla Terra avviene tramite la realizzazione del "Sé superiore umano" (o "Io", o "Individualità"), formato dall’espressione cosciente dell’insieme delle forze spirituali scaturenti dall’azione aggregante dello Spirito. Tale Sè superiore è l'espressione di un insieme di modalità dinamiche di attuazione, agenti da ponte tra le infinite potenzialità divine e la loro effettiva oggettivazione, cioè tra il Non Manifesto e il Manifesto, tra il Mondo delle Idee e la sua Estrinsecazione (denominata, talvolta, anche Creazione). Tale Sé superiore, totalmente autocosciente, interpenetrerà poi tutte le successive fasi della progressiva discesa dello Spirito nella materia umana, anche se, a causa della sempre più intensa densità e viscosità che via via si esprimerà nelle forme destinatarie, tale manifestazione dello Spirito diventerà sempre meno facilmente percepibile.
Nascita e oblio
NASCITA E OBLIO Allorché nasciamo, la nostra originaria e completa conoscenza di noi stessi viene progressivamente offuscata, tanto che qui, sulla Terra, nulla ricordiamo di ciò che siamo realmente. Sostanzialmente, tale oblio è un potentissimo aiuto che ci viene offerto per poter operare con la massima serenità possibile durante la nostra vita terrena. Come potremmo, infatti, operare serenamente se nascessimo come nullatenenti, o mendicanti, e sapessimo che in un altro universo parallelo, o in un'altra espressione temporale, siamo invece un re, o un imperatore, o un potente uomo di governo? Come potremmo vivere serenamente, se sapessimo che in altri universi siamo stati e siamo tuttora dei geni, degli inventori, dei grandi pensatori e che qui, su questa Terra, ora siamo degli handicappati mentali? Staremmo continuamente a rimpiangere le situazioni che riteniamo per noi più favorevoli, anziché dedicarci agli sforzi evolutivi che abbiamo scelto liberamente di compiere nascendo su questa Terra. In ogni caso, proprio lo stato di oblio in cui tutti gli esseri cadono allorché si incarnano sulla Terra, può far sì che gran parte degli esseri umani giunga ad immedesimarsi talmente nel film della propria vita da ritenere che lo stesso film costituisca l’unica, vera e inoppugnabile realtà su cui fondare ogni proprio comportamento. Uno degli scopi della amnesia umana è anche quello di sperimentare liberamente il dolore derivante dall’assenza di Amore Universale, per potere poi ritrovare tale Amore e scegliere di praticarlo intenzionalmente e volontariamente. Nell’Aldilà tutto è Amore e Unione e non è possibile sperimentare né la
mancanza di Amore, né la Separazione. Per sperimentare tali ultimi aspetti, occorre incarnarsi nella vita terrena, che è il regno della Dualità e della Separazione, del Bene e del Male, della Fiducia e della Sfiducia. Il nostro compito qui, sulla Terra, è proprio quello di ritrovare e rafforzare la perduta Unità universale, amando ed aiutando tutto e tutti.
Le parti costitutive umane
LE PARTI COSTITUTIVE UMANE Nel mondo terreno, le comunicazioni tra gli esseri umani avvengono secondo alcuni schemi comunemente accettati, basati principalmente sui concetti espressi dall’intelletto, costituente la parte logico-razionale della mente ordinaria. Anche ai fini della definizione della struttura, materiale ed immateriale, degli esseri umani, l’intelletto logico-razionale si serve degli strumenti di analisi e di selezione che gli sono propri, suddividendo tale struttura umana in vari strati, tra loro separati e ripartiti in categorie e sottocategorie sempre più limitate. In ogni caso, comunque, l’entità umana è talmente complessa e sfumata che nessuna delle ripartizioni escogitate dall’intelletto è in grado di rappresentarla nella sua interezza. Questo, tra l’altro, è uno dei principali motivi per cui le varie religioni e le varie correnti filosofiche hanno adottato schemi rappresentativi dell’entità umana così diversi tra loro. Nella religione degli antichi persiani l’essere umano veniva diviso in due parti costitutive, secondo i due fondamentali principi del bene e del male. Le antiche concezioni cristiane - rispecchiate soprattutto negli originari insegnamenti di San Paolo - suddividevano l’uomo in tre parti: corpo, anima e spirito. Gli alchimisti rappresentano ancor oggi l’essere umano come se fosse ripartito in quattro parti, in relazione ai quattro elementi fondamentali (terra, acqua, aria, fuoco). I cabalisti suddividono l’uomo, alternativamente, in quattro, oppure in dieci parti, secondo la loro concezione dei quattro mondi e delle dieci sefire.
Gli induisti e i teosofi dividono generalmente l’essere umano in sette parti. Gli antroposofi - che hanno radici in comune sia con l’induismo, sia con la teosofia - a volte suddividono l’essere umano in nove parti e altre volte lo comprimono in sette parti. Anche il rosacrucianesimo può essere inserito in tale ultimo filone concettuale, con ripartizioni che delimitano fino a nove corpi, sempre più sottili. Gli astrologi, invece, suddividono l’entità umana in dodici parti, in relazione ai dodici segni zodiacali. Chi ha ragione? Tutti e nessuno. Si tratta solo di categorie intellettive utili a mettere in luce - e, quindi, a meglio comprendere - quei particolari aspetti del Tutto che si presentano allorché si esamina l’essere umano da varie angolazioni.
Corpi fisici ed extrafisici
CORPI FISICI ED EXTRAFISICI Sembra opportuno, a questo punto, richiamare quel particolare punto di vista ribadito, tra l’altro, da innumerevoli ricercatori, laici o religiosi - secondo il quale ogni essere umano è dotato non solo di un corpo fisico, bensì anche di diversi altri corpi extrafisici (partendo dal basso, oltre al corpo fisico, si possono enumerare, ad esempio, i corpi vitale, emozionale e mentale). Tali corpi, sempre più estesi e sfumati, sono sempre, comunque, tutti compenetrati tra loro e continuamente unificati dal supremo Spirito (o Mente universale, o Energia universale). Per quanto riguarda gli esseri umani, solo il corpo fisico è circoscritto entro il limite rappresentato dalla pelle di ciascun essere, mentre il corpo vitale sporge da quest’ultimo di alcuni centimetri, quello emozionale di alcuni metri, quello mentale di alcuni chilometri fino a raggiungere distanze illimitate. In relazione a tutto ciò, si può affermare che, ogni qualvolta noi entriamo in contatto con un altro essere vivente (o anche con qualcosa di non-vivente), rimaniamo al suo esterno solo per ciò che concerne il corpo fisico ed, eventualmente, il corpo vitale (a meno che la distanza sia molto ravvicinata, nel qual caso anche i corpi vitali degli esseri viventi si compenetrano), mentre, per quanto riguarda i corpi emozionale e mentale, si interpenetra tutto ciò che è presente nell’ambiente circostante Uno dei più radicati aspetti dell’illusione terrena è, quindi, quello di credere che l’essere umano sia completamente delimitato dalla propria pelle fisica e, conseguentemente, sia separato dal resto del mondo. In realtà, come si è detto, ogni essere umano (almeno con i propri corpi emozionale e mentale, oltre che, ovviamente, con la propria parte spirituale), è sempre immerso in tutte le cose e in tutti gli esseri viventi che vede, o con cui, comunque, viene in contatto.
Quando noi siamo di fronte a qualcuno, noi siamo anche dentro di lui, sia con i nostri corpi extrafisici, sia con il nostro Spirito.
Estrinsecazione della mente nei corpi umani
ESTRINSECAZIONE DELLA MENTE NEI CORPI UMANI Per quanto riguarda la Mente - si può osservare che il Padre non ha lasciato il Figlio umano senza strumenti per esprimersi nella materia terrena, nonché per sperimentare ed evolvere nello stato manifesto. Il principale strumento che, al riguardo, il Padre ha dato al Figlio è la mente umana (strumento espressivo della "Personalità"), che, qui sulla Terra, ha origine mediante la formazione della "mente superconscia" (o "mente intuitiva", o "mente sovrasensibile", o "mente sovraordinaria"). Tale sublime manifestazione espressiva di quello che è stato talvolta denominato "Corpo mentale" risulta però leggermente offuscata rispetto alla limpida manifestazione spirituale del precedentemente indicato "Sé superiore autocosciente", quasi che tale manifestazione venisse racchiusa entro una specie di velo. La manifestazione espressiva della suddetta "mente superconscia" consente, comunque, di raggiungere e comprendere abbastanza chiaramente - tramite l’intuizione - le superiori manifestazioni dello Spirito, che si estrinsecano mediante il collassamento delle probabilità quantiche in particelle olografiche di realtà, sia per quanto riguarda il nostro universo materiale, sia per ciò che concerne gli altri universi paralleli. La "mente superconscia" (o intuitiva) esprime, qui sulla Terra, quella caratteristica che distingue gli esseri umani da tutti gli altri esseri viventi, in quanto fornisce loro quella capacità che li mette in grado di evolvere non solo come gruppo, ma anche quali singoli individui autocoscienti. Inoltre, per effetto della discesa della forza spirituale aggregante iniziale in ambiti sempre più densi - caratterizzati da onde energetico-vibrazionali sempre più lente e più lunghe - il Padre Universale dà poi luogo, nell’eterno presente, ad un’altra propria espressione, che risulta ancor più offuscata rispetto alla
manifestazione mentale precedente. Tale espressione (anch’essa racchiusa entro una specie di velo sfumato) è denominata "mente conscia" (o "mente ordinaria", o "intelletto") e funge da elaboratore e contenitore dei pensieri umani (razionali, o irrazionali) e delle relative rappresentazioni. Tale espressione vitale consente di sperimentare la sensazione di ciò che permane durante l’esistenza terrena - cioè il ricordo (o la memoria) degli avvenimenti – e funge da elemento organizzatore delle manifestazioni che sono proprie della inferiore fascia mentale. Mediante la manifestazione di ulteriori modalità attuative della stessa forza aggregante spirituale iniziale il Creatore dà infatti luogo ad un’altra propria espressione, ancor più limitata ed offuscata rispetto alla manifestazione umana precedente ed anch’essa racchiusa entro sfumature costituenti una nuova specie di velo. Il Creatore Universale dà luogo, cioè, nell’eterno presente, alla "mente subconscia" (o mente inferiore, o mente dei sensi, o mente emozionale), formata dall’insieme dei sentimenti, desideri ed emozioni che operano in quello che, sovente, viene definito come "corpo emozionale" dell’essere umano. Tale "mente subconscia" (o "mente emozionale"), è la portatrice di tutte le ioni, emozioni e desideri dei sensi che riescono autonomamente ad esprimersi solamente finché la fonte di tali sensazioni rimane presente. Allorché tale presenza cessa, la memoria di tali manifestazioni emozionali è affidata, come dapprima detto, alla superiore "mente conscia" (o "mente ordinaria"), che provvede a classificarne e catalogarne il contenuto al fine di conservarlo sotto forma di ricordo ed utilizzarlo poi per le successive necessità umane. Alla "mente subconscia" (o "mente emozionale") è affidato, invece, il compito di coordinare la successiva fascia mentale. Mediante la manifestazione di ulteriori modalità attuative della stessa forza aggregante spirituale iniziale il Creatore Universale dà, infatti, luogo ad un’altra espressione, ancor più limitata ed offuscata rispetto alle manifestazioni precedenti - e anch’essa racchiusa entro un altro velo costituito da varie
sfumature - denominata "mente inconscia" (o "mente vitale"), formata dall’insieme di singole pulsioni che si esprimono direttamente in azioni fisiche nell’ambito di quello che sovente viene definito come "corpo vitale" dell’essere umano. Tale "mente inconscia" (o "mente vitale") costituisce una specie di matrice dinamica, o di stampo fluido, sulla cui base viene organizzato tutto il corpo fisico. In altre parole, la "mente vitale" - espressione del corpo vitale - è, sostanzialmente, quella parte che attribuisce una determinata forma alle sostanze minerali presenti nel corpo fisico e costituisce anche quella parte che lotta contro la continua tendenza del corpo fisico stesso alla propria disgregazione e decomposizione (secondo le leggi fisiche dell’entropia). Quando interviene la morte, tale matrice vitale si dissolve gradatamente e il corpo fisico, conseguentemente, si disgrega e i suoi componenti ritornano al mondo minerale da cui provengono. In particolare, il "corpo fisico" - che rappresenta l’ultima fase della discesa della Mente universale nell’elemento umano - è costituito da elementi chimici talmente condensati ed espressi mediante onde vibrazionali-energetiche talmente lunghe e lente, da non riuscire sostanzialmente a percepire gli stimoli ricevuti dell’originaria forza spirituale aggregante, che pur sempre, comunque, interpenetra il tutto mediante informazioni e possibilità ideali, scaturenti al di là del tempo e dello spazio. Come conseguenza di ciò, la mente presente nella parte più materiale e più densa del corpo umano - cioè in tutti gli atomi del corpo fisico - non può che esprimersi mediante reazioni chimiche pressoché automatiche, quale risposta all’insieme delle varie condizioni psico-fisiche circostanti. In relazione a tutto quanto precede, si può facilmente constatare come l’articolato corpo umano, strutturato nelle sue fluide componenti (partendo dal basso: corpo fisico, corpo vitale, corpo emozionale, corpo mentale, corpo spirituale), costituisca una meravigliosa struttura dinamica in grado di autoorganizzarsi al fine di rigenerare continuamente la propria unità e la propria autonomia rispetto alle incessanti variazioni dell’ambiente circostante, rispecchiando in ciò fedelmente le mutevoli condizioni dell’universo olografico
di cui esso fa parte integrante. A questo punto, si può meglio comprendere come la Mente, mediante le sue varie espressioni dinamiche, funga da elemento organizzatore dell’intera manifestazione divina allorchè essa si esprime nella realtà olografica umana. In proposito, sarebbe sempre opportuno rammentare come le suddette parti costitutive della manifestazione umana siano costantemente in rapporto olografico con l’intero universo materiale e come la loro fluida evoluzione sia strettamente connessa con l’evoluzione dinamica di tale universo e degli altri universi paralleli.
Mente e pensieri degli esseri umani
MENTE E PENSIERI DEGLI ESSERI UMANI La “mente umana” può essere considerata come una sublime apparecchiatura rice-trasmittente che riceve ed elabora le informazioni provenienti dal cosiddetto “Mondo delle Idee”, trasformandole poi in “pensieri”, “sentimenti” ed “azioni”. Così come tale sublime apparecchiatura rice-trasmittente trasforma le trascendenti “Idee” divine anche in concrete azioni fisiche, nello stesso modo essa è in grado di concorrere a trasformare alcuni dei superiori impulsi energetico-vibrazionali ricevuti dalla Coscienza Universale, da potenziali “onde di probabilità” in concrete “particelle” fisiche. In altre parole, la materia di cui è composto l’intero universo fisico a noi conosciuto può essere ritenuta olograficamente formata dal “Creatore” (cioè dalla Coscienza Universale) in unione con i propri Figli umani, quali suoi eredi e, quindi, “co-creatori”, sulla base di un flusso interconnesso di informazioni quantiche, integrate e dinamiche, fatte collassare dalla “mente umana”. La struttura fisico-materiale dell’intero universo percepibile tramite i sensi fisici non sarebbe, quindi, altro che una particolare espressione dell’“Universo olografico” che la mente del “Figlio umano” continua a co-creare, in unità con il “Padre” e con lo “Spirito”. Ciò che la mente umana non può manovrare è sia lo Spirito (o “Mente universale”, o “Energia universale”), sia il Padre (o "Coscienza Universale"), tramite i quali la mente umana è da sempre espressa nella materia e dei quali essa rimane pur sempre intrisa. Per quanto riguarda, invece, tutti gli ambiti terreni ed ultraterreni in cui opera attraverso pensieri, sentimenti ed azioni, la mente umana è uno strumento potentissimo di dominio, di controllo e di modifica di tutto e di tutti, tra cui anche la nostra salute e le nostre malattie.
A questo punto, potrebbe essere interessante approfondire ulteriormente la tematica riguardante le Idee, la mente e i pensieri. Abbiamo dapprima osservato che la mente umana può essere considerata come una sublime apparecchiatura rice-trasmittente che riceve ed elabora gli impulsi e le informazioni provenienti dal mondo delle Idee, trasformandoli poi in pensieri, sentimenti ed azioni. Tale apparecchiatura mentale rice-trasmittente può operare su varie onde di frequenza che, come già ricordato, vanno dalla intuizione - cioè dalla comprensione immediata e globale delle Idee percepite tramite la mente intuitiva - alla comprensione parziale di tali Idee e al loro successivo spezzettamento ed impacchettamento effettuato da quella parte della mente umana sovente definita come logico-razionale. Le informazioni e gli impulsi celesti - ricevuti dalla mente umana e da quest’ultima elaborati sotto forma di pensieri - sono, comunque, sempre un’espressione dello Spirito e, come tali, non appartengono al piano terreno, bensì a piani infinitamente più elevati. I pensieri umani sono, quindi, una elaborazione terrena di una parte di quella manifestazione spirituale che opera al di sopra delle leggi che regolano il mondo materiale, al di là del tempo e dello spazio. Ciò che viene pensato, inoltre, ha la caratteristica di non rimanere nella mente del pensatore, bensì - non essendo soggetto ad alcuna limitazione spaziale, o temporale - di venire istantaneamente comunicato a tutte le altre stazioni mentali rice-trasmittenti che, pertanto, possono usufruirne, sia nel bene, sia nel male. Particolarmente intensa risulta tale comunicatività tra coloro che hanno affinità di sangue o di sentimento, come tra madre e figli, o tra parenti ed amici. In effetti, i legami di amore (ma anche quelli di odio), creano delle forti connessioni che uniscono le persone come fossero anelli di una stessa catena. In ogni caso, l’efficacia del pensiero è strettamente correlata alla sua intensità, alla sua energizzazione mediante il sentimento, al suo grado di focalizzazione su un punto ben preciso, al numero delle persone che si dedicano consapevolmente al potenziamento di tali attività mentali.
Tutto ciò può concorrere a spiegare perché gli innumerevoli, blandi e superficiali pensieri che vengono continuamente trasmessi dalle ordinarie menti umane concorrano a formare le confuse situazioni locali normalmente riscontrabili nella vita di tutti i giorni, ma non arrivino a determinare effetti estremamente dirompenti, né nel Bene, né nel Male (cioè non provochino, ad esempio, né eccelse ascese spirituali dell’intera umanità, né, al contrario, immani catastrofi globali). In pratica, gli effetti dei blandi pensieri positivi emessi vengono quasi sempre neutralizzati dai corrispondenti pensieri di segno opposto ed il risultato che ne consegue non è altro che la manifestazione della sommatoria, indeterminata, variabile e confusa, delle opposte componenti utilizzate. Un aspetto che, sovente, non viene preso in sufficiente considerazione è quello che i pensieri che ci provengono dagli altri sono fortemente influenzati da ciò che noi stessi abbiamo precedentemente inviato loro: torna, infatti, sempre a noi ciò che noi inviamo agli altri. Se noi rivolgiamo alle altre persone pensieri meschini, riprovevoli o, comunque, negativi, tutto ciò ritornerà a noi, inesorabilmente. Se poi siamo soliti formulare pensieri negativi nei confronti di molte persone, la quantità di pensieri acidi e distruttivi che ritornerà a noi sarà tale da procurarci inevitabilmente danni alla salute, sia fisica, sia mentale.
Utilizzo della mente umana
UTILIZZO DELLA MENTE UMANA Occorre ricordare come si sia costantemente riscontrato, nel corso del tempo, un notevole cambiamento nel modo di utilizzo di quell’entità fluida ed incredibilmente sfumata, che abbiamo indicato come Mente umana. Anticamente, ad esempio, si faceva maggiormente ricorso alla parte intuitiva della mente, poi, nel corso del tempo, si fatto sempre maggior uso di quella parte etichettata come razionale (che è rimasta ancor oggi quella ad utilizzo prevalente), mentre per il futuro ci si sta avviando verso un uso sempre più intenso della parte irrazionale della mente, come dimostra ampiamente l’uso delle varie forme pubblicitarie, delle informazioni mediatiche e degli strumenti di convincimento di massa. Per quanto riguarda il periodo attuale, la maggior parte dell’umanità fa ancora uso, come si è detto, di quella parte della mente che è stata etichettata come mente logico-razionale e che, in definitiva, è molto simile a una attrezzatura per affettare. In effetti, la mente razionale - utilissima per districarsi nei meandri della materialità del mondo fisico - analizza, seleziona, separa e affetta tutto ciò che le viene sottoposto. Ottiene così delle fette di pensiero omogeneo che possono poi essere confrontate con altre fette di pensiero aventi le stesse caratteristiche. E’ quasi superfluo osservare, a questo punto, che ogni pensiero fatto a fette, per quanto possa rivelarsi utilissimo per raggiungere determinate finalità conoscitive, non può che essere considerato come un pensiero morto. In argomento, abbiamo anche già ricordato come gli esseri umani abbiano ritenuto di poter apporre alla mente e al corpo - modalità espressive della "Personalità" - dei paletti ideali e di poter, quindi, suddividere il concetto di mente e di corpo in varie parti, etichettando poi le stesse parti secondo le proprie esigenze espressive, nonché secondo i vari punti di vista di volta in volta
utilizzati. Abbiamo anche ricordato come gli esseri umani si siano sbizzarriti a creare altre sottocategorie mentali e corporali ed abbiano poi provveduto ad etichettarle ulteriormente nei modi più vari e, a volte, confusi. Con questo non si vuole disconoscere l’importanza della esemplificazione espositiva e della rappresentazione simbolica di un argomento al fine di migliorarne la comprensibilità. Svolgono, ad esempio, lo stesso utilissimo compito le tavole anatomiche volte ad una migliore comprensione della costituzione e del funzionamento del corpo umano, nonché le carte geografiche, redatte al fine di migliorare l’illustrazione del territorio e dell’ambiente fisico-politico in cui operano gli esseri umani. Si vuole solamente richiamare l’attenzione sul carattere simulato, limitato e necessariamente approssimato, delle esemplificazioni riguardanti le varie categorie e sottocategorie, mentali e corporali, via via elaborate dagli esseri umani.
L’aura umana, i vortici di energia, i canali energetici
L’AURA UMANA, I VORTICI DI ENERGIA E I CANALI ENERGETICI Ricordiamo, ancora una volta, che il aggio dal Non Manifesto al Manifesto avviene continuamente attraverso l’energia aggregante dello Spirito, che agisce da ponte interattivo fra le varie forme di realtà presenti in tutti gli universi possibili. Tale energia aggregante si avvale prevalentemente - per la propria discesa nella materia - di una serie di informazioni dinamiche ed integrate, nonché di fasce energetiche vibratorie di varia intensità. Si a, infatti, da forme potentissime e velocissime di energia che si possono trasmettere ovunque (i pensieri) a forme di energia sempre più deboli, caratterizzate da onde vibratorie più lunghe e lente, che si trasmettono attraverso substrati materiali sempre più coagulati, fino ad arrivare al regno terreno più denso in assoluto: quello chimico-fisico. Come dapprima ricordato, tali aggi avvengono per mezzo di una serie pressoché infinita di sfumature, non nettamente separabili l'una una dall’altra mediante confini ben definiti. Abbiamo già visto come si possa are dalla superiore mente intuitiva, alla mente ordinaria, alla mente inferiore ed alla mente istintiva. Tali strati della mente umana si esprimono anche nella formazione della cosiddetta "aura", che circonda e interpenetra ognuno di noi e che può essere vista e misurata da chi ne abbia le necessarie capacità, innate o acquisite. Le componenti fondamentali dell’aura si esprimono in forme e luminosità cangianti e diverse per ogni essere umano, in quanto ognuno di noi è diverso da tutti gli altri ed emette continuamente delle fluide vibrazioni energetiche che sono il risultato dei suoi pensieri, sentimenti ed azioni.
ando succintamente a descrivere il campo aurico che interpenetra ogni essere umano, si può osservare, preliminarmente, che esso si presenta come se fosse formato da vari strati, sempre più espansi e luminosi, ma, comunque, sempre vicendevolmente interpenetrantisi. Secondo gli insegnamenti tradizionali orientali, le principali fasce auriche riscontrabili in ogni essere umano sono composte essenzialmente da sette strati (come i colori dell’arcobaleno, o le note musicali). Altri insegnamenti esoterici, sovente occidentali, individuano, invece, fino a dodici strati principali, oltre a un numero imprecisato di strati secondari. Alle principali fasce auriche, sempre estremamente fluide e mutevoli, si fanno tradizionalmente corrispondere altrettanti vortici di energia, il primo dei quali è posizionato verticalmente tra le gambe, l’ultimo alla sommità del cranio, mentre quelli intermedi sono posti orizzontalmente, davanti e dietro il busto umano. Talvolta, tali vortici vengono denominati chakra (termine che, nell’antica lingua sanscrita, significa "ruote di luce") ed hanno sostanzialmente la funzione di lasciar entrare ed uscire, nonchè di far circolare, quell’Energia Radiante Universale che pervade il Tutto. Tale Energia Universale viene poi trasmessa, a livello fisico, mediante numerose connessioni energetiche - sovente denominate "canali energetici" - che arrivano fino al centro di ciascun chakra. Ogni vortice principale, attraverso i suddetti canali energetici di collegamento, risulta altresì in stretto rapporto sia con le ghiandole a secrezione interna del sistema endocrino, sia con i centri nervosi del corpo umano. Da tali vortici di energia partono, quindi, dei canali energetici che pervadono l’intero organismo umano e dai cui incroci scaturiscono quei punti dell’agopuntura che sono stati, da tempi immemorabili, utilizzati nell’arte medica cinese e indiana. Tornando al campo aurico, ogni suo strato ha funzioni diverse ed è collegato a uno specifico vortice energetico. Il primo strato dell’aura ed il primo vortice principale (quello di base, con un’unica entrata verticale inserita nel perineo, tra l’ano e gli organi genitali),
sono in stretto collegamento con le sensazioni fisiche, nonchè con il funzionamento istintivo del corpo umano. Il secondo strato dell’aura ed il secondo vortice (quello della regione sacrale, ubicato all’incirca due dita sotto l’ombelico, con entrate orizzontali davanti e dietro il busto), sono collegati con la gioia di vivere, il piacere fisico e i desideri di ogni essere umano. Il terzo strato dell’aura ed il terzo vortice (quello del plesso solare, appena sotto il diaframma, anch'esso con entrate orizzontali davanti e dietro il busto), sono connessi con il benessere, l’accettazione del prossimo e l'espressione della volontà. Il quarto strato dell’aura ed il quarto vortice (quello del cuore, anch’esso con duplice entrata orizzontale, all’altezza del plesso cardiaco, davanti e dietro lo sterno), metabolizzano l’energia di ogni persona e quell’amore che è possibile sperimentare qui, sulla terra. Il quinto strato dell’aura ed il quinto vortice (quello della gola, anch’esso con ingresso anteriore e posteriore, all’altezza dell’incavo della gola stessa), sono collegati all’emissione della parola, nonché all’assunzione della responsabilità delle proprie azioni. Il sesto strato dell’aura ed il sesto vortice (quello della fronte, con ingressi orizzontali, uno anteriore ed uno posteriore), sono associati alla creazione di progetti per il futuro, allo sviluppo di percezioni extrasensoriali ed al raggiungimento degli stati mistici. Il settimo strato dell’aura ed il settimo vortice (quello con entrata unica, verticale, dalla sommità del capo, dove è ubicata la "fontanella" dei neonati), sono direttamente collegati con la suprema Energia Spirituale, nonché con la gioia e la serenità derivanti dalla comprensione e condivisione dell’Unità universale.
La mente umana quale strumento di riflessione
LA MENTE UMANA QUALE STRUMENTO DI RIFLESSIONE Ricordiamo che la mente umana viene sovente rappresentata come un eccezionale strumento di riflessione. Al riguardo, non vi è alcun dubbio che la mente sia un utilissimo strumento di riflessione, ma poiché la parola "riflettere" significa essenzialmente "ritornare a flettere" (così come avviene, normalmente, per ogni immagine riflessa da uno specchio), ci si può allora chiedere: "Ma quale sono, in sostanza, gli oggetti della riflessione della mente umana?". Al riguardo, si può preliminarmente tener presente che anche le più sublimi Idee spirituali discendono progressivamente fino alla materia più densa per poi flettersi e cercare di risalire verso i mondi celesti, riportando con sé il patrimonio delle nuove conoscenze acquisite. Ma proprio durante questa opera di risalita le espressioni umane delle Idee trovano alcuni ostacoli (o "schermi", o "veli"). Cominciando dal basso, le sfumature energetico-vibrazionali più vicine alla materia fisica costituiscono un "velo" che agisce come uno specchio che ri-flette (cioè che ritorna a flettere, all’indietro) le pulsioni umane istintive maggiormente collegate alla fisicità. Un altro velo, idealmente posizionato più in alto, che ri-specchia - cioè che flette all’indietro come uno specchio - le emozioni e i sentimenti umani è costituito dalla "mente inferiore" (o mente dei sensi). Il successivo "velo" superiore è rappresentato dalla "mente ordinaria", che riflette i pensieri ordinari (razionali o irrazionali). L’unica parte della Mente che non frappone alcuno schermo riflettente (cioè nessun "velo") al ritorno dei pensieri al Creatore durante l’esistenza in vita degli
esseri umani è la "mente intuitiva", mediante la quale è sempre possibile mantenere il contatto con il Sé superiore (cioè con l’energia aggregante dello Spirito) senza alcuna barriera. In definitiva, la risposta alla domanda precedente potrebbe essere la seguente: la mente umana ri-flette (cioè ri-manda, o ri-specchia), in vario grado e con varie modalità, soprattutto i pensieri e i sentimenti, sia quelli derivanti dalla propria elaborazione personale, sia quelli pervenuti a ciascuno di noi da parte dei propri simili. Ogni essere umano é, quindi, permeato e condizionato dalle manifestazioni riflesse da quegli schermi ideali (o "veli") che concorrono a delimitare, in maniera assai sfumata, ma assai potente, le varie parti della propria entità (corpo fisico, corpo vitale, corpo emozionale, corpo mentale, corpo spirituale).
Concentrazione, meditazione, contemplazione, illuminazione
CONCENTRAZIONE, MEDITAZIONE, CONTEMPLAZIONE, ILLUMINAZIONE Se si cercasse non la verità relativa, bensì quella assoluta, bisognerebbe travalicare i vari strati della mente e cercare di raggiungere, attraverso l'Intuizione spirituale, non già il Mondo dei Pensieri, bensì direttamente il Mondo delle Idee. In altre parole, bisognerebbe raggiungere quello che sovente viene indicato come uno "stato di non-mente razionale" e che non è affatto uno stato di vuoto mentale, bensì uno stato di profonda ed intima connessione con il Mondo delle Idee. Per inciso, sarebbe opportuno ricordare che è del tutto sconsigliabile ricercare uno stato di vuoto mentale, in quanto ciò che non è riempito dalle componenti della personalità umana viene subito occupato da altre entità immateriali le quali, non appena si assenta il padrone, ne approfittano per inserirsi abusivamente negli spazi vuoti che trovano disponibili. Si potrebbe, quindi, correre il rischio di consentire, sia pure involontariamente, il verificarsi di possessioni malefiche, o comunque, di intromissioni di entità negative nei meandri della nostra mente. Potrebbe essere utile, al riguardo, per superare i connessi ostacoli evitando però il suddetto vuoto mentale, la costante applicazione della pratica della concentrazione interiore su un’elevata Idea spirituale, la successiva meditazione su tale Idea e la contemplazione di ciò che si riesce ad intuire in proposito. In tal modo, sarebbe possibile trascendere i limiti del pensiero lineare umano e raggiungere quella conoscenza diretta della realtà soprasensibile che viene comunemente definita come "illuminazione" (o risveglio spirituale).
Detta illuminazione si potrebbe descrivere come la cessazione di ogni separazione tra il proprio sé egoistico e tutti gli universi possibili, oppure come una situazione di perfetta sintonia e di unione universale con la vita che fluisce, sempre e ovunque, in connessione con il Tutto. In tale stato contemplativo, ci si risveglierebbe dall’ordinario stato di sogno di separazione in cui si vive giornalmente e ci si ritroverebbe in una vera, reale unione spirituale con il Tutto, al di là del tempo e dello spazio. Tale stato di illuminazione - che potrebbe essere del tutto temporaneo (anche solo una frazione di secondo), oppure più duraturo (normalmente, però, solo a seguito di una lunga e difficile opera di sgretolamento del proprio "ego personale") - è stato sovente descritto, in maniera impropria e fantasiosa, come una eccezionale esperienza di beatitudine, di estasi, o di altre emozioni positive particolarmente intense. In realtà, l’illuminazione non è affatto fondata sull’estasi, o su altre esperienze mistiche (che possono, peraltro, anche verificarsi talvolta quali effetti secondari dell’intero processo di risveglio spirituale), bensì sulla continua e difficile ricerca della verità trascendente, che si rivela assai sovente in contrasto con i dogmi, le credenze e i consolidati condizionamenti scaturenti dalla vita ordinaria degli esseri umani in questo regno terrestre della dualità e della separazione. Occorre sottolineare anche che il risveglio spirituale nulla ha a che fare con il diventare perfetti, o santi. Nelle varie fasi del risveglio spirituale, infatti, si continua ancora a rimanere quello che si era prima del sopraggiungere dell’originario lampo di illuminazione e si continua, ovviamente, ad operare con la struttura fisicoemozionale-mentale fino ad allora utilizzata. Il necessario lavoro di trasformazione è soprattutto interiore e si sostanzia in una lotta combattuta incessantemente al fine di operare coerentemente con la nuova realtà multidimensionale percepita, pur utilizzando i vecchi parametri fisiciemozionali-mentali a propria disposizione. Tale ricerca comporta un lavoro veramente improbo, pesante e, a volte, anche frustrante, ma che permette, qualora sia portato avanti con determinazione e coraggio, di percepire già nell’aldiquà quella realtà olografica di luce, di amore e di unione universale che viene comunemente percepita nell’Aldilà.
Comportamenti nella vita quotidiana
COMPORTAMENTI NELLA VITA QUOTIDIANA Sarebbe molto utile cercare di eliminare - o quantomeno ridurre il più possibile nei nostri comportamenti quotidiani i pensieri, le parole e le azioni negative. La negatività, infatti - così come, del resto, la positività - è una potentissima calamita che attira tutto ciò che ha la sua stessa natura. Allorché pensiamo in modo negativo e ci lasciamo conseguentemente trasportare da sentimenti di astio, di ira, o addirittura di odio, non facciamo altro che richiamare nella nostra vita analoghi sentimenti e situazioni che, sovente, concorrono poi a scatenare molte delle nostre malattie. Sarebbe molto meglio, quindi, adottare comportamenti e stili di vita che comportino un’attrazione sempre più accentuata di pensieri, sentimenti e azioni positive, anche solo quale efficace antidoto contro preesistenti atteggiamenti negativi. Sarebbe, inoltre, opportuno che riconoscessimo le nostre manchevolezze ed accettassimo serenamente noi stessi per ciò che siamo. Ciò non significa che ci si deve adagiare sulle proprie carenze. E’ chiaro che ognuno di noi ha intrapreso un complesso cammino evolutivo che lo porterà verso traguardi eccelsi, per raggiungere i quali, peraltro, dovranno essere superate numerose difficoltà. In ogni caso, non dovremmo però rammaricarci troppo allorché riscontriamo che non siamo perfetti. Tutti gli esseri umani viventi sulla Terra non lo sono ancora, ma si stanno sforzando, ognuno a modo proprio, per progredire nel proprio cammino evolutivo, sempre irto di difficoltà e di problematiche.
Rammaricarsi non serve. E’ molto meglio accettare noi stessi per quello che siamo e continuare nel miglior modo possibile il nostro cammino evolutivo verso l’Amore universale. Potremmo, comunque, migliorare notevolmente il nostro modo di vivere se manifestassimo sufficiente riconoscenza per i doni che abbiamo ricevuto. Quello della riconoscenza sarebbe un o fondamentale per rendere più sereno il nostro modo di vivere. Oltre che accettare serenamente noi stessi per quello che siamo attualmente e mostrare riconoscenza per ciò che ci è stato donato, potremmo anche usufruire di un’altra grandissima opportunità che ci viene offerta nel corso della nostra vita terrena (e che, spesso, non viene percepita come una effettiva opportunità): quella del perdono. Proprio poiché nessuno è perfetto - e proprio perché ognuno di noi si rapporta agli altri secondo il livello evolutivo fino ad allora raggiunto - sarebbe bene che ricordassimo sempre che, se ci comportiamo malamente, ciò è essenzialmente da mettere in relazione con il nostro scarso grado di evoluzione. Quindi, se qualcuno ci offende, o ci fa irritare, o, comunque, si comporta malamente nei nostri confronti, perdoniamolo. Faremmo entrambi un o in avanti, soprattutto lo faremmo noi qualora fossimo stati maltrattati irragionevolmente. Ciò non vuol dire far finta che nulla sia successo. Vuol dire, invece, cercare di accettare consapevolmente le situazioni spiacevoli come delle opportunità offerteci. Se riusciremo a fare ciò, riusciremo anche a spezzare quel legame che ci spinge a portare sempre con noi tale pesante fardello, con tutte le conseguenti situazioni spiacevoli che ne derivano. Perdoniamo, quindi, perdoniamo. E andremo avanti più leggeri nel nostro cammino, senza inutili zavorre. A tale proposito, sarebbe anche opportuno ricordare che nessuno può camminare al posto nostro sul sentiero evolutivo che abbiamo liberamente scelto.
In tale percorso evolutivo, inoltre, noi camminiamo sempre insieme ad altri esseri umani. In tali gruppi di camminatori verso eccelsi traguardi di Luce, c’é sempre chi si trova un po’ più avanti di noi e chi si trova un po’ più indietro. Perdoniamo, quindi, chi va più adagio di noi e che, proprio per tale motivo, sembra intralciare il nostro cammino. Ricordiamo che se lo aiuteremo anche dopo che ci ha intralciato, o addirittura bloccato, i primi a trarne beneficio saremo proprio noi stessi. Certo è difficile perdonare - e tanto più cercare anche di aiutare - chi ci insulta, denigra, o sbeffeggia. Come esseri umani, noi vorremmo subito vendicarci ed infliggere a quei nostri simili almeno altrettanto dolore di quello che loro stessi ci hanno procurato. Teniamo però presente che esiste ed opera sempre una legge di equità universale. Se noi, nel corso della vita terrena, abbiamo già ricevuto una adeguata ricompensa per le nostre azioni, difficilmente riceveremo un’ulteriore ricompensa straordinaria nei superiori mondi spirituali: il nostro processo evolutivo procederà normalmente, senza improvvisi balzi in avanti. Riceveremmo, invece, sicuramente una ricompensa straordinaria qualora la giusta gratificazione per i nostri sforzi non ci fosse stata riconosciuta nel corso della vita terrena. La ricompensa sarebbe, poi, ancora maggiore qualora, a fronte di nostri sforzi, ci fosse stato risposto con comportamenti negativi, che ci avessero ingiustamente procurato dolori, o angosce. In tal caso, il nostro processo evolutivo (e, conseguentemente, anche quello globale dell’intera umanità), ne uscirebbe rafforzato e notevolmente incrementato.
La creatività degli esseri umani
LA CREATIVITA’ DEGLI ESSERI UMANI Gli esseri umani hanno ereditato dalla Fonte originaria la capacità di creare, cioè di far collassare - quantisticamente parlando - le onde di probabilità in particelle. Anche senza accorgersene, gli esseri umani si avvalgono continuamente di tale facoltà. Mentre l'effetto delle loro creazioni è immediato nei mondi immateriali, esso si realizza più lentamente nel nostro mondo fisico-materiale. Come esempio dell’effetto immediato della creatività umana nei mondi immateriali, si può fare riferimento a ciò che accade durante lo stato di sogno. Durante l’attività onirica la nostra mente, temporaneamente svincolata dai normali legami logico-razionali operanti nello stato di veglia, crea in piena libertà una serie di immagini, stati d’animo e situazioni, felici oppure drammatiche, che vengono considerate, dal sognatore, come la vera ed unica realtà in quel momento esistente. Per di più, la circostanza che l’attività di sogno sia fortemente vivificata dai nostri sentimenti inconsci e dalla notevole concentrazione derivante dalla focalizzazione della nostra mente onirica su quell’unica attività creativa, fa sì che si possano riscontrare dei riflessi anche sul corpo fisico. Molto spesso, infatti, ci si ritrova, al momento del risveglio, in uno stato fisico di piacere se il sogno è stato particolarmente gradevole, oppure in uno stato di sudore, di ansia e di paura se il sogno si è trasformato in incubo. Tutto ciò si verifica anche relativamente ai pensieri emessi durante l’attività di veglia, ma, in tal caso, gli effetti vengono scarsamente percepiti nell’immediatezza. E’ la viscosità della materia, nonché i vari paletti limitativi continuamente posti
dalla mente logico-razionale, che impediscono agli esseri umani di rendersi immediatamente conto delle creazioni immateriali realizzate tramite i propri pensieri quotidiani, positivi o negativi. Tali creazioni mentali, comunque, si accumulano, si rinforzano tra di loro e vanno ad aggiungersi a quelle analoghe effettuate da altri esseri umani, creando così degli immensi serbatoi di energie positive, oppure negative, che trovano, prima o poi, conseguenti realizzazioni nella materia. E’ proprio in tali immensi serbatoi che si possono trovare le cause da cui scaturiscono gli avvenimenti terreni. Parte da qui, infatti, sia l’evoluzione dell’intero genere umano, sia la sua degenerazione con conseguenti guerre, carestie ed anche disastri ambientali. Sarebbe opportuno ricordare al riguardo che, mentre nell’Uno Universale tutto è Amore, Comprensione, Pace, Armonia e Luce, nell'ambito terrestre, invece, l’uomo creatore, tramite il suo libero arbitrio, ha volontariamente scelto di effettuare alcune particolari sperimentazioni, scindendo il Mondo Integrale da cui proviene in un Mondo Duale, caratterizzato da aspetti sia positivi, sia negativi. Ciò in quanto l’uomo-creatore ha scelto di poter avere l’occasione di sperimentare sulla Terra anche ciò che non è direttamente sperimentabile nei mondi spirituali, cioè varie forme di realizzazione di potenzialità negative. Tali articolate negatività, in buona sostanza, si traducono in ostacoli da affrontare e da superare al fine di guadagnare più rapidamente l’accesso a livelli evolutivi sempre più elevati, altrimenti raggiungibili solo in tempi assai lunghi. Allo stato attuale, comunque, è assolutamente fondamentale per noi, esseri umani, avere dei pensieri positivi, in quanto essi contribuiscono notevolmente ad aiutarci a migliorare la nostra realtà, contribuendo a diminuire, o a pareggiare, gli effetti di preesistenti pensieri negativi. I pensieri positivi costituiscono, infatti, non solo una enorme carica per la nostra vitalità, ma rappresentano anche una potentissima calamita per attirare pensieri analoghi emessi da altri esseri umani. Il pensiero umano rappresenta una energia talmente potente da poter plasmare,
come si è visto, anche la materia e, quindi, da poter continuare l'opera di Creazione anche sul piano fisico, sia nel bene, sia nel male. Il pensiero-creatore, peraltro, non è chiamato a distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male, tra ciò che è altruista e ciò che è egoista: il suo compito è solo quello di creare ciò su cui viene intensamente fissato. Conviene perciò orientare decisamente ogni pensiero verso la positività e l’altruismo, al fine di poter bilanciare gli effetti di preesistenti pensieri negativi e poterne poi far beneficiare tutti gli universi olografici di cui facciamo parte. Attenzione però! In tale materia non si può barare! Se diciamo a noi stessi e agli altri che stiamo pensando in maniera positiva, ma in fondo alla nostra mente coltiviamo dubbi, amarezze, risentimenti, o qualsivoglia altra forma di negatività, otterremo dei risultati opposti a quelli dichiarati. Quindi, sostanzialmente, occorre una attenta opera preventiva di liberazione di ciascuno di noi dai propri convincimenti mentali negativi. Se si trovassero nella propria mente dei sentimenti di paura, invidia, rancore o altri elementi negativi, occorrerà dapprima osservarli senza giudicarli e poi lasciarli andare serenamente, sostituendoli gradualmente con analoghi sentimenti di Amore e di Unione. Sarebbe, comunque, del tutto inutile cercare di contrastare i pensieri negativi con ferrea volontà e tenace determinazione: essi ritornerebbero sicuramente più forti e più radicati di prima e ognuno di noi combatterebbe, quindi, una battaglia già persa in partenza. L’unico atteggiamento vincitore é, invece, quello dell’osservazione distaccata, e senza alcun giudizio, dei pensieri negativi, nonchè il permettere, il lasciare andare, il consentire senza giudicare. Dopo un po’ di tempo i pensieri negativi si sfalderanno da soli e, opportunamente riequilibrati da pensieri positivi, lasceranno il posto alla percezione intuitiva di sublimi idee spirituali. Subentrerà allora in noi un superiore stato di serenità che ci consentirà di
ricevere messaggi spirituali illuminanti e di trasmettere pensieri creativi di armonia e di amore che saranno un vero toccasana per noi stessi, per l’intero mondo materiale e per tutti gli universi possibili. Occorre, altresì, ricordare che le varie forme di dolore e sofferenze terrene, lungi dall’essere castighi imposti dall’alto per costringerci ad espiare i nostri peccati, sono una forma di sperimentazione liberamente scelta da noi stessi per progredire più velocemente sul piano della evoluzione spirituale. Con questo non si vuole affatto affermare che siamo noi i responsabili delle nostre disgrazie e malattie, in quanto ce le siamo andati a cercare. Le nostre originarie scelte hanno essenzialmente riguardato il tipo di ambiente culturale e sociale in cui ci saremmo immersi all’atto della nostra incarnazione terrena. Sono i condizionamenti scaturenti da tali ambienti quelli che, in pratica, ci procurano la paura, lo stress, il disagio, la rabbia, e quel senso di impotenza che poi concorrono a farci sentire a disagio e, sovente, a farci ammalare.
Possibilità di rifiuto o di accettazione
POSSIBILITA' DI RIFIUTO O DI ACCETTAZIONE A questo punto, occorre riconoscere che gli atteggiamenti che ognuno di noi può assumere di fronte ad ogni sofferenza terrena derivanti dagli accennati condizionamenti socio-ambientali sono sostanzialmente di due tipi: rifiuto, o accettazione. Il rifiuto della sofferenza - magari accompagnato da un senso di rancore per ciò che ci accade - non porta ad alcuna evoluzione; anzi, aggrava la nostra situazione di dolore a causa della sempre operante forza creativa dei nostri pensieri. Bisognerebbe, invece, accettare la sofferenza quale componente fondamentale della crescita spirituale e quale potente fonte di Luce, di Comprensione, di Accettazione e di Amore. In tal caso, la sofferenza rappresenterebbe un aiuto non solamente per noi, ma anche per tutte le persone che ci circondano, le quali beneficerebbero dell’apporto di Luce divina che noi, tramite l’accettazione della sofferenza, avremmo procurato a tutta l’umanità. Appare importante, al riguardo, sottolineare anche l’importanza della condivisione come strada che porta all’Amore e alla Luce universale. Noi possiamo condividere con gli altri sia i nostri momenti di gioia, sia i nostri momenti di sofferenza. Peraltro, qui, sulla Terra, i momenti di gioia si dimenticano velocemente, mentre i momenti di sofferenza lasciano un segno maggiormente duraturo. Per tali ragioni, se è importante condividere con gli altri i momenti di gioia, lo è ancora di più condividere il superamento dei momenti di dolore, o comunque, la loro accettazione senza giudizio.
Tale momenti di condivisione e di aiuto reciproco costituiranno sempre un eccezionale strumento evolutivo spirituale.
LA MALATTIA
LA MALATTIA
Cause interne o esterne?
CAUSE INTERNE O ESTERNE? Generalmente riteniamo che il mondo a noi esterno rappresenti la causa determinante delle nostre malattie,, con ciò confermando che il mondo esterno è normalmente il perno principale dei nostri convincimenti e dei nostri comportamenti. In tale ambito, noi generalmente cediamo la maggior parte del nostro potere creativo al mondo esterno e consentiamo che gli eventi che accadono fuori di noi esercitino un controllo su noi stessi, sul nostro comportamento e sui nostri atteggiamenti. D’altra parte, a parziale giustificazione di tutto ciò, possiamo osservare che, sostanzialmente, noi esseri umani continuiamo a pensare e a ragionare così come ci è stato insegnato. Noi siamo essenzialmente un prodotto (o un sottoprodotto) della società in cui viviamo, con la conseguenza che la maggior parte delle fattispecie che noi consideriamo vere e reali sono il risultato delle convinzioni scaturenti dal contesto sociale in cui siamo immersi fin dalla nascita. In tale contesto, anche l’ordinario decadimento del nostro stato di salute può rappresentare una delle possibili conseguenze reattive all’interiorizzazione di insegnamenti esterni che accettiamo, consciamente o inconsciamente, radicandoli in noi sempre più profondamente. In altre parole, sovente le nostre malattie sono anche il risultato del protrarsi di atteggiamenti che noi stessi ci auto-costringiamo a reiterare nel tempo per paura di non essere graditi agli altri, oppure per vergogna di ciò che potremmo commettere contro i canoni del “perbenismo”. In realtà, noi tutti siamo esseri spirituali rivestiti di vari involucri, fisici e non fisici e, quindi, di vari “veli”. A volte, proprio a causa di tali “veli”, la visione
della nostra vita risulta offuscata e sembra non avere una precisa direzione, con la conseguenza che, sovente, noi vaghiamo allo sbando, senza una meta precisa. Ciò avviene soprattutto allorchè abbiamo perso il contatto con la nostra essenza interiore e, come dapprima osservato, abbiamo ceduto il nostro potere alle forze del mondo che ci circonda. Inoltre, al fine di trovare una risposta agli interrogativi che ci pervengono dall’esterno, continuiamo sovente a rivolgerci ad elementi altrettanto esterni a noi, con il risultato di ottenere, nella maggior parte dei casi, solo un sollievo temporaneo dai nostri malesseri, ma, in realtà, non facendo altro che fossilizzare la situazione preesistente, rendendola sempre più incrostata e dipendente da ulteriori elementi esterni. A volte cerchiamo rimedi alle nostre malattie frequentando gruppi di guarigione fisica o spirituale, oppure intensificando l’osservanza di insegnamenti della “new age” o della “next age”, di meditazioni orientali od occidentali, di intonazione di canti, preghiere o mantra, di sedute energetico-vibrazionali, di agopuntura, digitopressione, apertura o riapertura di centri energetici subliminali (chakra) nonchè dei relativi canali di trasmissione (nadi), di alimentazione vegetariana o veganiana, di effettuazione di pratiche ritenute salvifiche o, perlomeno, auspicabilmente guaritrici. Talvolta, per risolvere i nostri problemi, andiamo anche a scomodare lontane religioni e filosofie, oppure vicini conoscenti ed amici, nonchè professori e famosi luminari (che, in realtà, non sempre risultano veramente illuminati). Pensiamo solitamente che il rimedio possa provenire essenzialmente dagli altri ma, attraverso tale ricerca all’esterno di noi, finiamo per confonderci sempre più. In realtà, le cause scatenanti le varie malattie sono ascrivibili sia ad elementi esterni, sia interni a noi, operanti in una continua e dinamica interrelazione reciproca. E' pertanto di fondamentale importanza, in argomento, tenere sempre presente la natura delle varie concause di insorgenza delle malattie (ambientale, virale, batterica, genetica, comportamentale, mentale) per poter scegliere la migliore strategia difensiva da porre in atto per contrastarle.
Fattori ereditari o acquisiti?
FATTORI EREDITARI O ACQUISITI? Una interessante risposta aggiuntiva all'interrogativo se le varie forme di malattia siano attribuibili prevalentemente a fattori esterni (ad esempio, ambientali), oppure a fattori interni (ad esempio, ereditari), potrebbe essere fornita da quella nuova branca della biologia molecolare denominata "Epigenetica". Quest'ultima si differenzia dalla genetica classica in quanto si focalizza soprattutto sulle modificazioni che il materiale cellulare originario può subire nel corso dell'ordinario ciclo vitale. Proprio tali modificazioni potrebbero essere alla base dello scatenarsi di alcune forme di malattia. I più recenti studi al riguardo hanno dimostrato che avversi fattori ambientali possono modificare in maniera determinante il nostro patrimonio genetico, introducendo nell'organismo informazioni distorte che alterano poi l'ambiente informativo-energetico originario. In concreto, tali avversi fattori ambientali possono derivare da vari agenti tossici o da sostanze chimiche nocive a cui siamo quotidianamente esposti (pesticidi, erbicidi, derivati del petrolio, metalli pesanti, tabacco, sostanze radioattive, raggi gamma, oltre che virus e batteri). Tali fattori ambientali negativi hanno la capacità di far memorizzare all'interno delle cellule alcune informazioni distorte di cui sono portatori e di farle poi utilizzare, fra l'altro, anche in occasione di successive riproduzioni cellulari. In proposito, si ribadisce il concetto che le malattie che ci affliggono sono dovute ad una serie di concause ascrivibili sia a fattori esterni, sia a carenze determinatesi all'interno del nostro stesso sistema di auto-controllo biologico: carenze che possono produrre delle falle nelle procedure di contrasto delle cellule malate da parte delle nostre ordinarie difese immunitarie.
Mente, pensieri, sentimenti, azioni e malattie
MENTE, PENSIERI, SENTIMENTI, AZIONI E MALATTIE Come dapprima accennato, le cause delle nostre malattie, nonchè i rimedi per superarle, si trovano sia all'interno, sia all'esterno del nostro organismo, cioè sia nel nostro patrimonio genetico, sia nell'ambiente in cui viviamo: tali fattori si influenzano reciprocamente, tramite un dinamico rapporto di interrelazione tra loro, nonchè tra loro e il Tutto. Solo allorchè noi riusciremo a sintonizzarci, sia nella nostra parte fisica. sia in quella extra-fisica, con ciò che la Fonte originaria ha inteso per noi - e che ci comunica continuamente, seppure inascoltatamente - riusciremo a tornare in connessione olistica con quella nostra essenza divina che non ci ha mai abbandonato. Soffermiamoci, ancora per un momento, sulle cause immateriali delle nostre malattie. Esse, pur non essendo le uniche concause delle nostre affezioni, sono molto importanti in quanto ogni materialità deriva, in ultima analisi, dall'immaterialità. Ricordiamo innanzitutto che i pensieri (soprattutto allorchè vengono sospinti dalle emozioni) sono dei formidabili catalizzatori della nostra realtà, caratterizzati come sono da una elevatissima capacità di attrarre e di co-creare quegli “esseri elementali” (o "forme-pensiero") che sono il risultato - invisibile alla maggior parte delle persone - delle nostre ripetute creazioni mentali, positive, o negative. E’ anche vero, comunque, che è del tutto inutile cercare di contrastare mediante la nostra forza cosciente di volontà tali pensieri, poichè la nostra mente inconscia (il nostro "Ego") ha l’innata capacità di farli ritornare, più forti di prima, sotto la stessa forma, o sotto un’altra forma ancora più raffinata rispetto alla versione precedente. La cosa migliore sarebbe quella di lasciare scorrere tali pensieri e di osservarli
così come sono, accettandoli senza giudicarli. Se li privassimo, in tal modo, di quell’energia giudicante che è alla base del loro nutrimento, un po’ alla volta tali "forme-pensiero" si indebolirebbero e i connessi “veli” dei nostri corpi fisici ed extrafisici, che normalmente le trattengono, gradualmente si dissolverebbero. Si tratterebbe, tra l'altro, di consentire anche ai nostri pensieri negativi di esistere così come essi si presentano normalmente, permettendo loro di fluire al nostro interno, piuttosto che contrastarli con forza (con ciò fornendo loro, inconsciamente, maggiore energia consolidante), riconoscendo, pertanto, che si tratta solamente di particolari modalità di attuazione di nostre fisiologiche fasi di contrazione, a cui faranno sicuramente seguito altre normali fasi di espansione. Sarebbe poi opportuno riequilibrare gli effetti di tali pensieri negativi mediante la formazione di altrettanti pensieri positivi. In definitiva, sarebbe molto utile che il suddetto atteggiamento di “non giudizio” caratterizzasse l’intero svolgimento della nostra esistenza. Se noi imparassimo ad accettare totalmente noi stessi così come siamo, nel bene e nel male, senza giudicarci e senza riempirci di paura e di vergogna, avremmo ottenuto un risultato portentoso. Per poter amare gli altri e convivere con loro armoniosamente, dovremmo, in effetti, prima di tutto amare noi stessi, semplicemente così come siamo. Ciò in quanto noi siamo tutti delle creature divine e non abbiamo alcunchè da rimproverarci. Si tratta solo di aver fiducia nella vita e di lasciarla scorrere naturalmente, con i suoi alti e con i suoi bassi, con le sue positività e con le sue negatività, senza crearle impedimenti bloccanti, o frapporle giudizi isolanti. Non serve a molto, ad esempio, fingere di essere positivi quando non lo si è veramente, così come non serve a gran che reprimere forzatamente pensieri, emozioni e sentimenti, magari anche solo per evitare di preoccupare gli altri, o per respingere dal nostro ambito personale eventuali negatività.
Malattie scaturenti, o favorite, dal nostro potere creativo
MALATTIE SCATURENTI, O FAVORITE, DAL NOSTRO POTERE CREATIVO Proseguendo nell'esame delle possibili concause delle nostre malattie, si potrebbe osservare che, da un certo angolo visuale, queste ultime potrebbero, a volte, costituire un effetto inconscio del nostro immenso potere creativo che stimolato dai pensieri e dai sentimenti di insoddisfazione, paura e vergogna che sovente ci attanagliano - può produrre quegli ostacoli che bloccano il flusso della nostra vitalità, costringendo il nostro corpo fisico a mandarci dei segnali di sempre maggiori anomalie funzionali. In ultima analisi, quindi, molte delle nostre malattie potrebbero essere dei segnali del nostro progressivo allontanamento dalla “retta via” di un’esistenza condivisa, amorevole e sgombra da ostacoli limitativi. Il nostro stato di salute, in altre parole, potrebbe essere strettamente collegato anche al nostro stato interiore, sovente condizionato dai segnali di superiorità inviatici dal nostro “Ego” (o “Personalità”) e sospinto, a sua volta, da errati convincimenti scaturenti dall'accettazione dei dettami del mondo esteriore in cui viviamo. Il nostro “Io superiore” (o "Sè superiore"), che è direttamente in contatto con lo Spirito Universale, sa benissimo tutto ciò e cerca in tutti i modi di ribadirlo al nostro “Io inferiore” (o “Ego”, o “Personalità”). Quest’ultimo, peraltro, essendo troppo coinvolto nelle vicende terrene, raramente lo ascolta e si disinteressa di quanto gli viene amorevolmente comunicato in via subliminale, continuando a trasmettere alla Mente messaggi di incessante ricerca di supremazia e prevaricazione. Ciò non fa altro che contribuire a far insorgere, dapprima, ed aggravare, poi, una parte consistente delle nostre malattie.
Generalmente noi iamo, infatti, l’intera nostra vita a giudicare e criticare tutto e tutti, mantenendo poi comportamenti artificiosi dettati dalla paura di essere, a nostra volta, giudicati negativamente dagli altri. Sovente, noi stessi ci giudichiamo inadeguati rispetto alle nostre ordinarie esigenze operative (anche se non osiamo confessarlo apertamente) e nel nostro intimo ci rimproveriamo per alcune nostre inadeguatezze, non accettandoci serenamente per quello che siamo. Le nostre malattie possono essere ritenute, quindi, accentuate anche da sentimenti di paura e vergogna: paura di non piacere, di deludere gli altri, di essere incapaci di portare a termine alcuni compiti, nonchè vergogna per l’eventuale emersione all’esterno di alcune sbavature rispetto ai vari dogmi comportamentali a noi imposti dalla collettività. La paura, in particolare, è molto insidiosa e riesce ad insinuarsi nel nostro intimo senza che ce ne accorgiamo, favorita anche dal fatto che, ad ognuno di noi, viene insegnato, fin da piccoli, ad avere paura. Per evitare i sentimenti di vergogna, inoltre, noi cerchiamo prevalentemente di assecondare e compiacere gli altri, anche se, in cuor nostro, li giudichiamo negativamente. Ciò su cui noi raramente soffermiamo la nostra attenzione è rappresentato dalla circostanza che il dare eccessivo peso a ciò che sta fuori di noi - come normalmente suggerisce il nostro "Ego" - significa, in definitiva, incrementare il nostro senso di separazione dagli altri e dal resto del mondo ed accentuare, proprio per questo, le concause di molte nostre malattie mediante la rottura del nostro equilibrio interiore. In realtà, noi tutti dovremmo sempre far riferimento al nostro Sè superiore, che è costantemente connesso con il Tutto (o Consapevolezza universale, o Energia universale). Allorchè riuscissimo a connetterci consapevolmente con il nostro Sè superiore formeremmo un tutt’Uno con tale Coscienza Universale e, qualora accettassimo, conseguentemente, la vita cosi com’è, senza giudicarla o contrastarla, non creeremmo più artificiosi ostacoli al naturale fluire della nostra Energia vitale e saremmo efficacemente sostenuti dalla superiore Energia universale, sempre in grado di contrastare efficacemente tutte le malattie indotte da nostri errati
comportamenti.
La complessa realtà umana
LA COMPLESSA REALTA' UMANA Ritorniamo ad una constatazione fondamentale, già dapprima accennata. Siamo sostanzialmente noi gli artefici e i principali responsabili delle condizioni e delle qualità della nostra vita terrena, nonché della nostra salute fisica, emozionale e mentale, ed anche delle variazioni del nostro D.N.A. Proprio per tale motivo sarebbe bene che - accettando equilibratamente, senza giudicare e senza recriminare, anche le nostre ordinarie fasi negative emanassimo il più possibile pensieri di amore, di pace e di fratellanza universale. In tal caso, saremmo noi i primi a beneficiarne in quanto - ricordiamolo sempre noi siamo oggi ciò che abbiamo pensato ieri e saremmo domani ciò che abbiamo pensato oggi: è sostanzialmente la qualità dei nostri pensieri che concorre a determinare la qualità della nostra vita, ata, presente e futura. Potremmo anche ricordare, al riguardo, come gli esseri umani, nel corso della propria vita terrena, non creino nuove “Idee”, ma, attraverso l’utilizzo della propria mente trasformino, più o meno correttamente, in “pensieri” una parte di quelle “Idee” che giungono a loro, e ai propri simili, dai mondi superiori. Gli esseri umani trasformano, in effetti, una parte di tali “percezioni celesti” in “pensieri umani”, più o meno corretti, che poi, in qualità di co-creatori, utilizzano - consciamente o inconsciamente, singolarmente o in unione con i pensieri trasmessi da altri esseri umani - per creare la propria realtà individuale, nonché la coesistente realtà collettiva, sulla base delle ideologie di tempo in tempo imperanti. In tal modo, ogni realtà personale viene costruita non già sulla base di elementi sicuri, bensì sulla base di pensieri e sentimenti insicuri e talvolta contraddittori, collocati nell’ambito delle ideologie convenzionali prevalenti, a loro volta formate sulla base dell’educazione ricevuta e del contesto economico-sociale
vissuto. Tali prodotti della mente umana, per effetto della ripetitività ossessiva con cui vengono proposti e riproposti, tendono a consolidarsi sempre più, fino a cristallizzarsi e a divenire difficilmente modificabili da parte degli stessi individui che li esprimono. Ognuno continua a credere che i pensieri che esprime siano i propri e sovente combatte per loro dicendo: "Queste sono le mie idee!" In realtà, nessuna "Idea" è nostra, così come nessun pensiero, costruito sulle Idee più o meno confusamente percepite, è del tutto originale. Tutti i pensieri umani, come dapprima accennato, traggono la loro origine dalle informazioni fornite dal "Mondo delle Idee" e vengono espressi sulla base di quanto viene umanamente percepito, quasi sempre in maniera incerta ed offuscata, tramite ciò che viene riflesso e filtrato dagli schermi rappresentati dai vari strati fisici ed extrafisici. Proprio per i suddetti motivi - collegati con l’incertezza della loro tramitazione i pensieri (così come i sentimenti e le azioni umane) possono essere ritenuti corretti da parte di una persona e, nello stesso momento, scorretti da parte di un’altra. Ci si può chiedere, allora, quali siano i pensieri umani realmente veritieri ed attendibili. La risposta é “tutti e nessuno”, in quanto la loro correttezza ed attendibilità dipende pressoché esclusivamente dal punto di vista assunto in proposito di volta in volta. Tutto ciò concorre a rendere ancor più palese quanto risulti ardua la ricerca, e la conseguente accettazione ideologica, di quelle che possono essere ritenute le effettive cause - o semplicemente le possibili concause - delle nostre varie malattie. Come sovente accade, ciò che appare inconfutabilmente vero per alcuni di noi, può apparire sostanzialmente falso per altri, pur appartenenti alla nostra stessa comunità e cultura: tutto dipende dai rispettivi punti di vista.
LA GUARIGIONE
LA GUARIGIONE
Possibili percorsi verso uno stato di benessere
POSSIBILI PERCORSI VERSO UNO STATO DI BENESSERE Come potremmo raggiungere uno stato di fondamentale benessere? Dovremmo abbandonare ogni ricerca di vantaggio personale ed ogni giudizio, positivo o negativo, poichè, ogni volta che noi giudichiamo qualcosa, o qualcuno, non facciamo altro che ricadere nel mondo della separazione. Dovremmo imparare ad accettare le cose così come sono, sia nella loro espressione positiva che in quella negativa, sia nella loro fase di naturale espansione che in quella di contrazione, senza giudicarle e senza, per questo, sottoporle a classificazioni secondo il consueto metodo utilizzato dal nostro intelletto logico-razionale. Ciò, nel presupposto che, in definitiva, non c’è niente da migliorare e neppure da cambiare in questo nostro mondo: ogni cosa è già perfetta così com’è, quale fluida espressione della Consapevolezza Universale, anche se, attualmente, non sempre noi riusciamo a percepirla e a comprenderla adeguatamente. Se riteniamo che ci sia bisogno di un nostro processo evolutivo, ciò è essenzialmente perché, dall’originario stato di vita in cui eravamo inizialmente collocati, siamo caduti molto in basso a causa di scelte individuali effettuate nell’ambito del nostro libero arbitrio e, conseguentemente, stiamo percependo di stare ora attraversando uno stadio esistenziale molto basso. In effetti, la nota caduta dal Paradiso c’è stata (sia pur simbolicamente), ed il nostro peccato originale è stato quello di aver mangiato (idealmente) il frutto dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male e di aver poi considerato il Bene come se fosse separato dal Male, il Positivo separato dal Negativo, la Luce separata dalla Tenebra, la Dualità separata dall’Unità, perdendo così di vista l’iniziale concetto di comprensione e di Amore Universale. Dovremmo, quindi, ritornare al nostro originario stato di Unità, di
Consapevolezza e di Accettazione Universale di tutto e di tutti, noi compresi. Non potremo raggiungere il nostro fondamentale, ed originario, stato di benessere seguendo i suggerimenti di qualche guru. Al massimo, qualche guru potrebbe indicarci quelli che, a proprio avviso, potrebbero essere i percorsi maggiormente adatti alle nostre necessità, ma la scelta, l’impegno, il lavoro e lo sforzo li potremmo fare solo noi. Solo noi potremmo cadere e rialzarci, deprimerci e risollevarci, ando faticosamente da un mondo conosciuto ad un mondo sconosciuto. Un possibile modo di affrontare la nostra mente logico-razionale al fine di arrivare ad un profondo Benessere potrebbe essere, ad esempio, quello di seguire uno degli itinerari suggeriti dalle varie religioni, cioè la contemplazione (cristianesimo), la pratica dello zen e della viana (buddismo), dello yoga (induismo), della meditazione o del sufismo (islam). Dopo una pratica assidua - che potrebbe durare da alcuni mesi ad alcuni anni gli impulsi nevrotici emozionali/mentali che ci caratterizzano potrebbero cominciare ad acquietarsi e potremmo gradualmente trasformarci in uno strumento di pura ricettività e di accettazione di tutte le possibili manifestazioni della vita - anche di quelle classificate aprioristicamente come negative rendendo così possibile l’accesso al nostro originario stato di Benessere. In effetti, come afferma un antico proverbio: "Quando si è pronti, le cose accadono". Un altro modo per arrivare al Benessere, magari dopo un’adeguata fase riflessiva, potrebbe essere quello di lasciarsi andare dolcemente, senza combattere, osservando tranquillamente tutto ciò che ci circonda senza giudicare alcunchè, accettando serenamente tutto ciò che è - sia positivo, sia negativo nella convinzione che tutto è già perfetto così come si presenta, in quanto ogni manifestazione è sempre una espressione della infinita Presenza Divina che è sia in noi, sia in tutti gli universi possibili. Tutto ciò non è affatto facile, ma se noi riuscissimo a mantenere tale comportamento, alla fine della nostra ricerca forse riusciremmo a percepire i messaggi di Amore e di Comunione Universale che lo Spirito da sempre ci invia, ma che noi, normalmente, non riusciamo a percepire a causa del nostro ordinario
stato di ottundimento.
Pensieri dopo il risveglio allo stato di benessere
PENSIERI DOPO IL RISVEGLIO ALLO STATO DI BENESSERE Il principale ostacolo che ci impedisce di essere totalmente consapevoli della nostra superiore Coscienza Universale è costituito da quella specie di macchina affettatrice che è la nostra Mente razionale (o Intelletto). La Mente razionale, in effetti, è uno strumento per operare concretamente (ed invero assai efficacemente) nel nostro mondo materiale: come già osservato, è sostanzialmente uno strumento per affettare i concetti al fine di rendere poi le conseguenti fette di pensiero comparabili tra loro e di poter razionalmente scegliere quelle più consone alle nostre necessità contingenti. La Mente razionale è anche quello strumento che ci consente di ottenere potere e denaro per le nostre necessità quotidiane, nonchè per acquisire supremazia e controllo al fine di consentire il soddisfacimento, sia pure temporaneo, delle nostre varie esigenze fisiche ed extrafisiche, giuste o sbagliate che esse siano. Tale Intelletto separatore esiste nella nostra Mente inferiore, mentre nel nostro Sè superiore risiede quella Intuizione che tutto unisce. La nostra Mente inferiore vuole solo avere, o fare, mentre il nostro Sè superiore vuole solamente essere. Più ci affidiamo all’Intelletto (o Mente inferiore) più ci ritroviamo, alla fine, separati, isolati, sperduti. Nella modalità dell’avere e del fare dell’Intelletto, infatti, gli avvenimenti vengono spinti ad accadere secondo la nostra volontà e le nostre convenzioniconvinzioni sociali. Nella modalità intuitiva dell’essere, invece, noi consentiremmo agli avvenimenti di accadere secondo la propria vera natura, che - pur con il suo andamento ondulatorio, cioè con i suoi alti e bassi, luci ed ombre, contrazioni ed espansioni
- è, sempre nella sua più intima essenza, amorevole e aggregante, pacificatrice e compartecipativa. Al riguardo, per determinare se i nostri pensieri, sentimenti ed azioni possano rivelarsi dannosi, oppure benefici, per noi e per gli altri, potrebbe essere utile cercare di capire se essi siano spinti dalla paura e dalla vergogna, oppure dalla ricerca dell’amore, della condivisione e dell’unione fraterna. Nel primo caso, saremmo nella modalità terrena dell’avere e del fare, del dividere e del giudicare, nel secondo caso saremmo nella modalità ultraterrena dell’essere, dell'unire e dell’accettare. Per ottenere il Risveglio occorre far sì che la nostra Mente inferiore, cioè il nostro Intelletto, molli la presa, al fine di ritrovare la giusta via di riconnessione alla Consapevolezza universale. Occorre, in altre parole, che la nostra Mente razionale lasci andare le proprie ossessive elucubrazioni ed i propri preconcetti (cosa che essa rifiuterà di fare con ogni mezzo a propria disposizione), al fine di consentire a noi stessi di accettare ciò che la Fonte della Vita esprime da sempre tramite le alterne fasi di espansione e di contrazione della vita stessa. Solo allora, allorché la nostra Mente razionale (o Mente inferiore, o Ego) verrà messa da parte e progressivamente sgretolata, si apriranno le porte dell’Infinito e del nostro superiore benessere. In ogni caso, una delle cartine di tornasole del vero Risveglio allo stato di benessere è la fine definitiva del ricercare. La ricerca del nostro personale tornaconto si dissolverà gradualmente, lasciando il posto ad una consapevolezza assoluta, nonchè ad una completa non-resistenza dell’Ego. In effetti, quasi sempre, la vita del ricercatore spirituale è dedicata alla ricerca di rimozione degli ostacoli (o barriere, o veli) che impediscono la comprensione del Tutto: con il Risveglio allo stato di benessere spariscono sia il ricercatore, sia la ricerca e ci si trova immersi nel Tutto. Dopo il Risveglio ci si trova, altresì, in un senso di profondo sollievo per essere riusciti finalmente a superare il precedente stato di separazione. La durata di tale senso di sollievo, ovviamente, non è fissa, ma varia da persona
a persona e potrebbe anche essere essa stessa una causa di ulteriori sensi di frustrazione. Mentre nell’antichità, infatti, i ricercatori spirituali si ritiravano in conventi, monasteri, o grotte, dove rimanevano finchè il processo di Risveglio avesse completamente svolto il proprio corso, al giorno d’oggi i ricercatori spirituali che giungono progressivamente al Risveglio devono fare i conti con i loro vari impegni quotidiani e ritornare, quindi, di nuovo a scuola, in ufficio, al supermercato, nel convulso traffico cittadino, o in fabbrica, dove gli altri sono ancora quelli di prima, con i loro preconcetti ed ordinari convincimenti. Tutto ciò può essere, a volte, veramente disorientante, se non addirittura frustrante. In argomento, si può altresì considerare come, dopo il raggiungimento del Risveglio allo stato di benessere, allorchè si siano riusciti a superare i limiti imposti dalla nostra mente logico-razionale, il tempo cominci a non apparire più a scorrimento lineare, bensì diventi indefinito ed onnipresente ed emerga contemporaneamente la possibilità di percepire contemporaneamente il ato, il presente, nonchè le molteplici possibilità del futuro. La circostanza che il tempo non si presenti più a scorrimento lineare, bensì sia onnipervadente, mette, peraltro, in dubbio la maggior parte dei concetti da noi convenzionalmente accettati. In realtà, se riuscissimo, anche solo per pochi attimi, ad uscire dalle barriere del nostro corpo fisico e della nostra mente logico-razionale, ci renderemmo conto che il tempo e lo spazio esistono da sempre contemporaneamente, proprio qui ed ora. Tutto ciò implica che anche eventuali visioni di vite ate, in realtà non siano altro che barlumi di vite parallele nello spazio, o vite contemporanee nel tempo, che la nostra mente classifica in maniera logico-razionale mediante l’unico criterio a propria disposizione: quello del tempo a scorrimento lineare e dello spazio a quattro dimensioni.
Azioni sulle concause esterne
AZIONI SULLE CONCAUSE ESTERNE Nei paragrafi precedenti è stato osservato come l'attuale stato delle nostre conoscenze consenta di escludere l'esistenza di un'unica causa di manifestazione delle varie forme di malattia che ci affliggono, e come queste ultime, invece, siano ragionevolmente da ricondurre ad una serie di concause - alcune di carattere interno ed altre di carattere esterno - reciprocamente interagenti. Partendo dalle concause delle affezioni di carattere "esterno" al nostro organismo, dapprima solo accennate, possiamo ora are in rassegna le più importanti di esse, al fine di cercare di comprendere i modi migliori sia per superarle, sia per favorire successivamente l'auspicata guarigione. Al riguardo, si ribadisce che tutto ciò che viene esposto in questo libro non intende in alcun modo sostituirsi alle necessarie cure mediche, bensì solo affiancarsi a queste ultime con finalità di sostegno integrativo, mediante la ricerca di un possibile rafforzamento del potenziale di resistenza naturale dell'organismo umano. Si richiamano, al riguardo, le considerazioni già espresse, secondo le quali concorrono notevolmente al progressivo aumento dell'insorgenza delle varie affezioni alcune nostre innaturali abitudini di vita (scorretta alimentazione, fumo, alcol, accentuata sedentarietà, nonchè eccessive esposizioni alla luce solare, o all'azione di campi elettromagnetici, pesticidi, erbicidi, derivati del petrolio, metalli pesanti, sostanze radioattive). Per quanto riguarda l'alimentazione, in particolare, si può sottolineare innanzitutto il suo ruolo fondamentale nel prevenire dapprima, e nel contrastare poi, varie forme di malattia. Occorre innanzitutto ricordare, in argomento, che i cromosomi degli esseri umani si sono formati e consolidati in tempi antichissimi, allorchè i nostri progenitori erano cacciatori, pescatori e raccoglitori delle varie forme di frutta e
verdura allora esistenti. Nella preistoria non esistevano, ovviamente, nè le odierne farine bianche, nè gli zuccheri raffinati, nè gli oli vegetali di soia, girasole o mais e nemmeno le bevande alcoliche. In effetti, buona parte degli alimenti che attualmente ingeriamo non esistevano al tempo dei nostri antenati: conseguentemente, i nostri originari cromosomi si sono formati in ambienti alimentari totalmente diversi dall'attuale. E' vero, al riguardo, che tutto evolve (e, quindi, anche i cromosomi), ma occorre ricordare che i tempi di evoluzione dei componenti la struttura molecolare umana (contrariamente a quanto avviene come conseguenza dell'uso focalizzato della Mente), necessitano di tempi molto lunghi per potersi adattare ai mutamenti che intervengono nell'alimentazione (essenzialmente a causa della materialità dei cibi), mentre le nostre abitudini alimentari sono drasticamente mutate soprattutto di recente. Ci troviamo, quindi, di fronte a un sistema genetico che, pur in corso di evoluzione, non è ancora in grado di assimilare pienamente i cambiamenti che si sono verificati nell'ambito della nostra moderna tipologia di alimentazione materiale. Ciò vale, ad esempio, per quanto riguarda l'odierno consumo di zuccheri, farine bianche e bevande alcoliche. Potrebbe essere utile ricordare, in proposito, che nostri antenati consumavano, quali dolcificanti, circa due chili di miele all'anno pro-capite, mentre oggi, nei paesi occidentali industrializzati, si è già mediamente superata l'ingestione, sotto varie forme alimentari, di 70 chili di zuccheri raffinati. In relazione a tutto ciò, non sarebbe male ritornare alla sana tipologia di alimentazione dei nostri antenati, soprattutto mediante una riduzione dei consumi di zuccheri, nonchè di farine bianche (pasta, pizza, dolciumi) e di bevande alcoliche, controbilanciata da un adeguato aumento del consumo di carne, pesce, frutta, verdure ed alimenti biologici. Ovviamente, anche una dieta alimentare del tutto corretta non sarebbe in grado, da sola, di annullare le cause di alcune malattie, ma il nostro buon senso ci consiglierebbe di adottarla comunque, almeno in via precauzionale, in quanto
una sana ed equilibrata alimentazione non può che contribuire ad aiutare l'organismo sia in fase di prevenzione, sia in fase di contrasto delle malattie stesse. In effetti, una dieta alimentare ben equilibrata può consentire all'ammalato di recuperare parzialmente le proprie forze, di affrontare al meglio le necessarie terapie curative, di ottimizzare l'effetto dei farmaci, di contrastare alcune infezioni e di far funzionare nel miglior modo possibile il proprio sistema immunitario. Per quanto riguarda le azioni di contrasto più opportune da svolgere nei confronti di altre concause esterne, ricordiamo poi, in generale, che vanno sempre evitati gli eccessi, che risultano, in ogni caso, dannosi per il nostro organismo.
Azioni sulle concause interne
AZIONI SULLE CONCAUSE INTERNE A volte, frequentando gruppi di spiritualità, ci viene detto che, se siamo ammalati, o se nasciamo con qualche handicap, la colpa è soprattutto nostra, perchè proprio noi stessi abbiamo scelto tale impervio percorso umano allorchè eravamo nell’Aldilà (cioè - a seconda degli insegnamenti delle varie scuole filosofiche/religiose - o nel periodo tra la precedente morte e la successiva rinascita, oppure mentre eravamo “in cielo” in attesa dell’unica nascita terrena possibile). Altre volte ci viene detto, soprattutto in gruppi di ricerca spirituale di ispirazione orientale, che eventuali stati di malattia non sono altro che un’inevitabile conseguenza nel karma negativo che abbiamo accumulato in vite precedenti e che ora dobbiamo necessariamente espiare. Qualora si seguano tali insegnamenti, molto spesso ci si impegna a purificarsi nel corpo e nello spirito, a pregare e praticare yoga, tai-chi, aikido, o altre pratiche orientali: ma tutto ciò si rivela di difficile attuazione, nonchè di incerto risultato. Quasi sempre, comunque, continuiamo a non capire razionalmente perchè tali malattie siano capitate proprio a noi. Allorchè riuscissimo a percepire taluni barlumi di verità, potremmo comprendere, invece, come le nostre malattie non siano una punizione inflittaci dall’alto, bensì degli opportuni segnali terrestri di allarme conseguenti alla presenza di ostacoli che noi stessi abbiamo contribuito a creare con alcuni nostri errati comportamenti, fisici od extra-fisici, sovente innescati da reazioni di paura, o di vergogna. Allorchè arrivassimo al cosiddetto “Risveglio allo Stato di Benessere” percepiremmo, altresì, che il solo fatto di esistere ci rende degni di essere compresi ed amati da noi stessi e dagli altri, senza bisogno di alcun particolare
adempimento finalizzato alla conquista di tale amore e comprensione. Ciò che serve veramente è il ripristino della semplice consapevolezza della vita cosi come essa è: quella innata consapevolezza di vita che hanno, ad esempio, tutti i bambini. E’ la consapevolezza pura che rende possibile, oltre che alcune remissioni spontanee, anche eventuali guarigioni "miracolose". In relazione a tutto ciò, si può riconoscere che, per migliorare dapprima il nostro stato di salute ed eventualmente per guarire successivamente, può essere utile abbandonare molte delle nostre convinzioni pregresse, dei nostri stereotipati dogmi e delle nostre vecchie credenze al fine di fare ritorno alla pura consapevolezza di esistere, senza alcun pensiero valutativo al riguardo. Le ideologie acquisite sono, in realtà, proprio esse stesse tra i più forti ostacoli alla nostra guarigione definitiva in quanto ci costringono a rimanere nell’ambito di ciò che per noi è “normale”, impedendoci di percepire la Totalità senza confini. Finchè rimaniamo nel nostro ambito ordinario, continuiamo a rimanere in uno stato di sogno, in un mondo limitato, duale e ingannevole, controllato dal nostro "Ego". Se riuscissimo, invece, a ritrovare il nostro originario stato di pura consapevolezza, una dimensione di infinite possibilità ci si dispiegherebbe davanti, una dimensione in cui il positivo e il negativo convergerebbero nel Tutto, trovando il loro giusto equilibrio. Se si vuole concorrere a superare definitivamente uno stato di malattia occorre, quindi - oltre che ricorrere alle necessarie cure mediche - lasciar andare non solo l’attaccamento ai nostri dogmi e convinzioni, ma anche alla nostra stessa, caparbia, volontà di guarire, che ci fa reagire conflittualmente con la malattia insorta. I nostri normali e stereotipati comportamenti di risanamento possono eventualmente portarci ad un allontanamento temporaneo dalla malattia, la quale però si ripresenterà puntualmente allorchè ritorneremo al nostro precedente stile di vita senza aver rimosso le vere cause della malattia stessa.
Occorrerebbe, invece, per ottenere la migliore soluzione possibile ai nostri problemi di salute, riuscire a ritrovare l’originaria consapevolezza di tutto ciò che ci circonda ed il riconoscimento di ciò che è la vera essenza di tutte le cose. Occorrerebbe permettere agli avvenimenti, positivi o negativi, di verificarsi secondo la loro natura, senza giudicarli, o tentare di cambiarli forzatamente. Tutti gli universi possibili sono sempre intrisi di Amore incondizionato e, pertanto, non è necessario sforzarci artificiosamente di amare sia noi, sia il prossimo. Siamo già Amore incondizionato, senza bisogno di far alcunchè e senza sforzarci in tal senso. Ogni impulso energetico-informativo, ogni onda quantica, ogni atomo, molecola, o cellula è intriso di Amore universale. Ogni problema, in realtà, trova la sua origine nel fatto che noi riteniamo che, alla base di tutto, ci sia sempre qualcosa che deve essere cambiato. Occorre, invece, lasciare andare l’attaccamento a qualsiasi convinzione e permettere che tutto accada secondo l’Ordine universale, che deve solamente essere lasciato scorrere entro il Tutto e, con ciò, anche entro noi. L’atto di inseguire le cose, deriva dalla nostra ordinaria paura che le cose, così come sono, non funzionino efficacemente e dalla nostra conseguente intenzione di piegarle ai nostri convincimenti acquisiti. Da tale punto di vista, non occorre considerare ostinatamente la malattia come qualcosa da eliminare, o come un nemico da combattere, poichè queste sono solo reazioni basate sulla paura. In realtà, le manifestazioni della malattia possono essere considerate essenzialmente quali modalità attraverso le quali il nostro corpo reagisce, segnalando la presenza di ostacoli al libero fluire della Forza vitale divina. Se noi cercassimo di eliminare la malattia attraverso atteggiamenti e pensieri ostili e repressivi, non faremmo altro che ottenere il contrario di ciò che cerchiamo, in quanto radicheremmo, soprattutto attraverso i nostri pensieri negativi, la malattia stessa sempre più dentro di noi, rendendo così più difficile la sua estirpazione.
Ciò non significa affatto che non ci si debba far visitare da un medico, o andare in ospedale, o farsi curare nel migliore dei modi possibili. Significa solo che occorre cercare di non farsi ossessionare dal pensiero della malattia e non farsi trascinare dalla paura fino al punto di utilizzare tutte le nostre forze terrene e i nostri pensieri di angoscia nel tentativo di sconfiggere la malattia stessa. Più ci sforziamo di far accadere le cose come vogliamo (con la modalità, quindi, del “fare”), più ci impantaniamo nei nostri stessi sforzi. Lasciar accadere le cose (quindi, con la modalità dell’“essere”) non richiede, invece, alcuno sforzo e consente il meraviglioso dispiegarsi della Consapevolezza Universale, che, tra l’altro, ci accompagna sempre e ci aiuta costantemente nel processo di guarigione. Tutto ciò che dobbiamo fare, dal punto di vista extra-fisico, è solo vivere consapevolmente la nostra divinità, senza inseguire qualcosa di limitato, separato o artificiale. Non c’è niente da eliminare, da perdonare, da ottenere, in quanto noi, come Divinità, siamo già tutto quanto vorremmo idealmente essere. Dobbiamo solo imparare ad esprimerci liberamente, fiduciosamente ed amorevolmente, senza paure, o vergogne represse, anche quando prendiamo in considerazione concetti contrari all’opinione pubblica prevalente.
Noi pensatori e co-creatori
NOI PENSATORI E CO-CREATORI Noi siamo un prodotto del Pensiero Divino e, conseguentemente, possiamo agire potentemente con i nostri pensieri umani - in qualità di eredi della Fonte Originaria e, quindi, in qualità di co-creatori - sugli ambienti terreni, sulle cose, sulle persone, sulla nostra parte razionale ed irrazionale. Ricordiamo, tra l’altro, che i pensieri umani sono in grado di muovere tutto, anche la materia. In effetti, ogni opera fisica costruita dagli esseri umani trae la sua origine da un pensiero, che viene poi progressivamente materializzato, ma che, prima di divenire un prodotto tangibile, consisteva in un'intangibile elaborazione mentale. Nel caso in cui non si arrivasse all’espressione finale di un pensiero nell’ambito della materialità terrena, ma si continuasse a fissare intensamente la mente su una determinata immagine, avverrebbe, comunque, la creazione di alcune “forme-pensiero” (i cosiddetti “esseri elementali”) aventi la caratteristica di esprimere una primitiva oggettivazione eterico-vitale, tra l'altro visibile, in particolari situazioni, da parte di persone particolarmente sensibili. Questa è l’origine, fra l’altro, di molte “apparizioni”, o “visioni”, mistiche, artistiche e psichiche. Ogni pensiero umano, quindi, ha enormi capacità creatrici, oppure distruttrici, e può operare in ogni contesto, anche quello più condensato, fisico-materiale, soprattutto allorché venga sospinto intensamente dalle emozioni. L’elemento essenziale della sua forza è costituito, infatti, sia dalla carica emotiva che lo sospinge, sia dal grado di concentrazione che lo caratterizza. In ogni caso, dal pensiero dipende lo svolgimento dell’intera nostra vita terrena, i nostri stati d’animo, la nostra salute, le nostre parole, le nostre azioni.
L’impiego scorretto della forza-pensiero - soprattutto allorchè viene sospinta da una intensa forza-emozionale - può produrre danni incalcolabili a noi stessi e agli altri, ad esempio, sotto forma di contrasti, liti, conflitti, guerre, mentre l'impiego corretto della stessa forza pensiero può produrre anche prodigiose guarigioni. La possibilità di farci ammalare, o guarire, è tra l’altro, una delle prerogative del nostro pensiero. L’essere umano, infatti, attira, oppure respinge, il bene o il male, la salute o la malattia per il tramite dei propri pensieri, soprattutto qualora tali pensieri siano sospinti da forti sentimenti. Il pensiero, quindi, può modificare abbastanza velocemente sia il D.N.A. (contrariamente al regime alimentare, che impiega molto tempo per modificare lo stesso D.N.A. a causa della materialità dei cibi), sia il funzionamento dell'intero corpo, nonchè lo stato di salute. Attualmente, buona parte delle malattie sono favorite da quell’affannosa ricerca egoistica del proprio benessere che produce logorio fisico, nonché tensione psicologica e stress, sovente motivati da vergogne e paure. Sarebbe, quindi, assai utile che la direzione del nostro pensiero - pur nell’intima accettazione delle alternative fasi di espansione e di contrazione - venisse indirizzata verso quel maggiore equilibrio che si potrebbe ottenere attraverso un utilizzo altruistico, amorevole e condiviso del pensiero stesso. In tal modo, ognuno di noi potrebbe utilizzare le proprie innate capacità creative non per favorire nuove malattie (come sovente accade), ma per creare, al contrario, nuove opportunità di guarigione dalle malattie stesse, rimuovendo talune concause che hanno concorso a provocarle. A questo punto si potrebbe affrontare un importante interrogativo che sovente attanaglia la mente di coloro che sono interessati ai vari processi di guarigione: è possibile guarire solo se stessi, oppure esiste la possibilità di guarire anche gli altri? In argomento, possiamo innanzitutto osservare che noi possiamo cercare di aiutare amorevolmente gli altri esseri umani indicando loro quale è, secondo le nostre percezioni, la strada migliore da percorrere, senza per questo cercare di
operare al posto loro, con ciò sostituendoci alla loro autonomia. E' altresì opportuno ricordare che ognuno di noi, con i propri comportamenti e con i propri pensieri, sentimenti e azioni, è sostanzialmente il co-artefice del proprio stato di salute (o di malattia) e che, quindi, non è affatto opportuno sostituirci agli altri per eliminare. o quanto meno offuscare, quei segnali di allarme che sono emessi dai corpi altrui. Un nostro eventuale intervento in tal senso potrebbe anche dare apparenti risultati positivi nel breve periodo, ma nel medio-lungo periodo la reiterazione dei comportamenti errati da parte dei diretti interessati non farebbe che riproporre i precedenti (se non peggiori) segnali di malattia. Oltre a ciò, occorre attentamente considerare i pericoli a cui noi stessi andremmo incontro di venire a nostra volta infettati ed infestati da quegli "Esseri Elementali" che costituiscono l’essenza di varie malattie e nei cui confronti non sempre siamo adeguatamente immunizzati, oppure ai pericoli di consentire al nostro Ego di instaurare in noi un progressivo senso di superiorità quali "eccezionali guaritori". Noi non riusciremmo, comunque, a risolvere il problema della guarigione altrui in quanto, qualora l’interessato non cambiasse i propri atteggiamenti ed i propri comportamenti, la malattia gli si riproporrebbe assai presto, magari sotto forme ancor più profonde e insidiose. Non si tratta quindi, di una forma di egoismo volta ad impedire ad ognuno di noi di aiutare il prossimo, bensì al contrario, di una forma di stimolo affinchè ciascuno possa prendere in mano le redini della propria situazione al fine di poter ottenere la migliore guarigione possibile dalle proprie malattie, anzichè ottenere, invece, nel migliore dei casi, solo un sollievo temporaneo.
Le nostre innate capacità di guarigione
LE NOSTRE INNATE CAPACITA' DI GUARIGIONE Come è stato più volte affermato, ognuno di noi è un Essere unico, irripetibile, che fa parte integrante della Coscienza Universale e che è intimamente e dinamicamente connesso con tutti gli universi possibili, mediante infinite sfumature olografiche ed energetico-informative. Proprio poichè la Coscienza Universale dà luogo a Coscienze Individuali uniche ed irripetibili (seppur sempre interconnesse tra loro), sarebbe inutile ricercare una soluzione generalizzata che sia valida comunque, per tutte le problematiche di malattia che si presentano ad ogni creatura umana. Ognuno di noi ha la possibilità di trovare la propria soluzione personale, tenendo conto delle varie condizioni spazio-temporali in cui ognuno è immerso fin dalla nascita. Solo a livello Divino-Spirituale esiste una perfezione infinita e generalizzata che vale per tutto e tutti. Ciò premesso, si può anche rammentare che ogni essere umano è dotato di diversi “corpi” (“fisico”, “vitale”, “emozionale”, “mentale”), organizzati e coordinati dallo “Spirito” (o “Mente Universale”, o “Energia Universale”). E’ chiaro come ognuno di tali “corpi”, qualora venga usato impropriamente, possa creare degli ostacoli al libero fluire della Vitalità Universale, dando così luogo a dei segnali di allarme, manifestantisi soprattutto sotto forma di malattie o disfunzioni, sia fisiche, sia extra fisiche (ad esempio, psico-somatiche). E’, altresì, altrettanto chiaro che, per ripristinare l’originario stato di salute è necessario sgretolare le specifiche cause di quegli squilibri energeticoinformativi che impediscono all’Energia Universale di continuare sostenerci adeguatamente, nonchè di assisterci nel migliore dei modi.
A questo punto, può apparire chiaro come la prima cosa da fare al fine di ottenere il più velocemente possibile l'auspicata guarigione, sia quella di individuare le concause interne ed esterne che hanno prodotto quella specifica malattia, in modo da poterle superare nel migliore dei modi possibili, senza forzature ed in piena sintonia con le cure mediche tradizionali. Una volta rimosse le specifiche concause della malattia (ed il miglior metodo di rimozione è innanzitutto quello dell’utilizzo costante del pensiero amorevole, nonchè quello della successiva auto-osservazione con sereno distacco, senza alcun giudizio, al fine di riuscire ad individuare e, quindi, a sgretolare i relativi ostacoli alla salute), sarà poi compito del Supremo Spirito quello di riequilibrare l’insieme dei nostri “corpi”, più o meno sottili, così da addivenire al risanamento complessivo ed alla conseguente guarigione psico-fisica. Se non si rimuovono tali cause (cioè gli ostacoli frapposti al libero scorrere delle correnti risanatrici spirituali-vitali, generati da insani contesti ambientali o da nostri errati comportamenti psico-fisici), la guarigione indotta anche dai migliori farmaci e dalla migliore assistenza medica possibile, non potrà che portare a dei risultati incompleti.
Ostacoli al libero fluire delle forze vitali
OSTACOLI AL LIBERO FLUIRE DELLE FORZE VITALI In argomento, partendo dal più denso e viscoso dei “corpi umani”, cioè dal “corpo fisico”, si può osservare che esso, oltre che a malattie, è esposto anche a ferite fisiche, contusioni e lacerazioni dovute a cause esclusivamente materiali (ad es. per incidenti, o per comportamenti fisici inappropriati). In tali casi, dopo l’allontanamento dalla causa delle ferite, è sufficiente lasciare che lo Spirito Vitale svolga la propria opera di risanamento. A volte (ad esempio, nel caso di fratture ossee, o cartilaginee, o contusioni) non è nemmeno necessario l'utilizzo aggiuntivo di particolari farmaci: è sufficiente, infatti, per raggiungere la guarigione, un’ingessatura, o un busto, un bendaggio, o un’altra forma di sostegno fisico, nonchè la paziente attesa che le forze naturali compiano la propria opera risanatrice nel corso del tempo. La stessa cosa accade anche per le varie malattie che affliggono il nostro “corpo vitale”, il nostro “corpo emozionale”, e quello “mentale”: per eliminarle definitivamente è necessario innanzitutto rimuovere gli ostacoli che intralciano il ponte di collegamento con il nostro "Sè Superiore" e, quindi, con il "Supremo Spirito". Si può osservare che, qualora al nostro “corpo fisico” non arrivino regolarmente i flussi energetici perennemente inviati dal Supremo Spirito, in quanto gli stessi risultano ostacolati da blocchi esistenti a livello del nostro "corpo vitale", del nostro "corpo emozionale", o del nostro "corpo mentale", dovremmo innanzitutto fermare la nostra convulsa corsa verso l’ottenimento di qualcosa che soddisfi il nostro egoismo e, quindi, cercare di valutare con serenità quali siano i nostri effettivi impedimenti, emozionali o mentali. In particolare, gli ostacoli emozionali che noi stessi frapponiamo al libero fluire delle nostre forze vitali non sono solo quelli più evidenti - che risultano pertanto abbastanza facili da individuare - ma anche quelli che sgorgano, a nostra
insaputa, dal profondo del nostro inconscio e di cui noi non siamo, pertanto, razionalmente consapevoli. La loro osservazione, distaccata e senza giudizio, è, comunque, anch'essa necessaria per togliere le relative radici e consentire, quindi, di facilitarne l’estirpazione. Ma proprio questo è il punto fondamentale: per osservare qualcosa dobbiamo essere in grado di “vederla”. Se non la "vediamo", infatti, come potremo poi osservarla serenamente e senza pregiudizi? Nel caso degli ostacoli emozionali e sentimentali, la prima cosa da fare è, quindi, renderli a noi stessi visibili. E’ inutile, ad esempio, cercare di sopprimere forzatamente la nostra rabbia cieca (conscia o inconscia che sia): dovremmo, invece, consentirle di esprimersi attraverso forme visibili che non ci danneggino e che non danneggino gli altri. Potremmo, ad esempio, rinchiuderci in una stanza, o in un qualsiasi altro posto da cui non sia possibile essere visti od uditi da alcuno, e lì potremmo cominciare a manifestare la nostra rabbia. In tal caso, potremmo, ad esempio, urlare tutti gli improperi che ci provengono dal nostro subconscio, oppure potremmo, eventualmente, battere i pugni sulla porta, o sul muro, o su un tavolo, o su un cuscino, e sfogarci in libertà. Nel caso, invece, dell’emergere di altre forme emozionali, potremmo, ad esempio, lasciare che le nostre angosce si esprimano con urla e lacrime, oppure che alle nostre gioie si accompagnino grida di felicità e risate. Dopo tale sfogo dei nostri sentimenti, potremo lentamente calmarci ed osservare il comportamento che abbiamo tenuto. Proprio l’estrinsecazione, ad esempio, della nostra rabbia ci consentirà dapprima di osservare la stessa in maniera distaccata, e successivamente di lasciarla scorrere naturalmente affinchè possa dissolversi autonomamente. Non è, ovviamente, sufficiente un’unica osservazione distaccata dei nostri
ricordi, sentimenti ed emozioni per poter ottenere immediatamente il risultato ricercato: occorrerà ripetere tale procedimento più e più volte, ma, alla fine il nostro Ego sarà costretto a mollare la presa in quanto non sarà più alimentato dai consueti pregiudizi ed attaccamenti di parte. Tutto ciò non sarebbe possibile qualora noi continuassimo a reprimere i nostri sentimenti, oppure a nasconderli artatamente all'interno del nostro inconscio, da cui, comunque, esploderebbero nuovamente, prima o poi, maggiormente rinforzati e, quindi, più potenti di prima. Tutto ciò vale non solo per la nostra rabbia, o tristezza, o rancore, bensì per tutti gli elementi facenti parte del nostro “corpo emozionale”, cioè per tutti i nostri sentimenti, emozioni e pulsioni. La stessa cosa è necessario fare per i vari componenti del nostro “corpo mentale”, cioè per i nostri pensieri, soprattutto per quelli negativi. Anche in tal caso, dopo aver cercato un loro riequilibrio mediante la formazione di altrettanti pensieri positivi, è necessario lasciar affiorare in superficie la loro parte residuale, per poi osservarla con calma e lasciarla quindi andare, senza alcuna forma di giudizio o di attaccamento. Anche nel caso dei residui pensieri negativi, così come per le analoghe residue emozioni, potrebbe essere molto utile, per esempio, esprimerli liberamente attraverso parole, sia sussurrate, sia urlate, oppure attraverso canti, o litanie, o vocalizzi, intonati o stonati, ritmati o melodici che siano. Dovremmo sempre ricordare, infatti, la formidabile potenza espressiva del suono, che è alla base sia della creazione del nostro universo (“All’inizio era il suono. E il suono era presso Dio. E il suono era Dio”), sia del crollo e distruzione di alcune sue parti, ad esempio, delle mura dell’antica città di Gerico o, più semplicemente, della frantumazione di bicchieri di cristallo per opera di un suono acuto. Riepilogando, qualora noi ci avvalessimo dei suddetti accorgimenti, scopriremmo, in definitiva, che gli ostacoli che noi normalmente frapponiamo al libero fluire delle forze vitali, una volta riconosciuti ed accettati per quelli che sono (cioè come ostacoli temporanei e, soprattutto, rimuovibili), se ne andrebbero sostanzialmente da soli, sgretolati dai nostri pensieri positivi e dalla successiva nostra osservazione, senza giudizio e senza attaccamento,
permettendo così a ciascuno di noi di consentire, nuovamente, un libero rifluire delle forze vitali nell'ambito del nostro naturale ciclo esistenziale. In definitiva, non è ignorando il nostro ordinario stato di comportamentale nonchè le vere cause delle nostre malattie che noi potremmo guarire definitivamente dai nostri mali: l’importante sarebbe, invece, dapprima riequilibrarli con pensieri di pace, di amore e di fratellanza, per poi osservare con distacco i loro ultimi residui, senza giudicarli, lasciandoli andare. Dovremmo cercare di “vedere” la vera natura della realtà, pur se essa è accuratamente nascosta da molteplici veli, tenendo presente che, per vedere la vera natura delle cose, è necessario superare la loro natura illusoria. “Vedere” e “lasciar andare” dovrebbe diventare, un po’ alla volta, il nostro naturale modo di “fare” oltre che, soprattutto, il nostro naturale modo di “essere”. In tale nuovo stato esistenziale noi sperimenteremmo sempre più la grandiosità del fluire della vita, in cui tutto è già perfetto così com’è, senza bisogno di alcun cambiamento ed in cui noi saremmo pienamente consapevoli di essere una parte fondamentale ed integrante del Tutto, in quanto la nostra Natura Umana è già parte fondamentale ed integrante della complessiva Natura Divina Universale.
Siamo "Tutti Uno"
SIAMO " TUTTI UNO " Noi siamo sempre tutti interconnessi in una articolata e fluida unità globale energetico-informativa. Ciò riguarda non solo gli esseri umani, bensì tutta la natura e tutta la realtà, sia manifesta (animale, vegetale, minerale) sia non manifesta, nonché tutti gli universi possibili e paralleli, conosciuti e sconosciuti. Sostanzialmente, come è già stato affermato, "Tutto è Uno". Proprio per questa ragione ognuno di noi, essendo strettamente interconnesso con il Tutto, ne influenza in vario modo le modalità espressive e ne è, a sua volta, continuamente influenzato. In sostanza, ognuno di noi è al centro dell’intera rete cosmica energeticoinformativa. Ciò che succede ad ognuno di noi, in realtà succede a Tutto e a Tutti. Ciò che accade a nostro vantaggio, accade anche a vantaggio dell’intero universo e di tutti gli universi possibili. Ogni pensiero, sentimento od azione che noi esprimiamo, quindi, influenza il Tutto e noi siamo, nell'ambito del Tutto, degli eccelsi e meravigliosi co-creatori.
La futura evoluzione dell’umanità
LA FUTURA EVOLUZIONE DELL’UMANITA’ Una domanda che a volte sorge spontanea riguarda il probabile futuro dell’umanità. E’ sotto gli occhi di tutti, al riguardo, l’imperante utilizzo della nostra mente analitica logico-razionale a fronte di un sempre minore utilizzo della nostra mente sintetico-intuitiva, il che ha finora comportato, da un lato, una sempre più veloce evoluzione tecnologica, ma, d’altro lato, anche una sempre più accentuata involuzione morale. Nell'epoca attuale, infatti, tutto sembra mosso dall’egoismo, dalla cupidigia e dalla ricerca del proprio tornaconto personale. Ci si interroga, pertanto, sui possibili risultati di tali tendenze, che appaiono sempre più diffuse e, apparentemente, inarrestabili. La risposta a tale domanda è abbastanza inquietante nel breve periodo, ma è sicuramente rassicurante nel lungo termine. Occorre ricordare, in argomento, che ciò che appare agli occhi di tutti è solo la parte visibile dello stadio di evoluzione degli esseri umani. Ciò che non appare, invece, è la parte invisibile di tale evoluzione, anch'essa in continua evoluzione ed in continuo rafforzamento. Al riguardo, si può osservare che, grazie agli sforzi individuali e collettivi di un numero sempre maggiore di persone, si sta raggiungendo una massa critica di anime che stanno lavorando, generosamente ed altruisticamente, per il Bene comune. Gli effetti di tale lavoro non sono ancora chiaramente visibili sul piano materiale - sul quale, anzi, ancora per diverso tempo, continuerà ad accentuarsi la visibilità dei risultati negativi dell’operare egoistico umano - ma fin d’ora si può affermare
che l'accennato, silenzioso, ma tenace lavoro spirituale avrà sicuramente l’effetto di rallentare, e progressivamente ridurre, anche l’attuale involuzione morale. Grazie a tale lavoro invisibile, infatti, si aprirà sempre più chiaramente agli occhi di tutti un nuovo sentiero spirituale che si potrà percorrere congiuntamente ai fini dell'ottenimento della Luce perenne, nonchè di una superiore evoluzione del genere umano. Ciò non significa che, a breve, cesseranno le attuali, diffuse situazioni problematiche. Significa solamente che esse saranno destinate a ridursi progressivamente nel lungo periodo, grazie al costante impegno della suindicata crescente massa di esseri umani altruisti, umili ed anonimi. Occorre anche ricordare, al riguardo, che tutto ciò che ci circonda è il frutto soprattutto dei nostri pensieri, nonchè delle nostre parole, sentimenti ed azioni, costantemente manifestati nell’ambito del nostro libero arbitrio. Cambiare il nostro modo di pensare e, conseguentemente, di vivere significherà, pertanto, cambiare radicalmente le nostre sorti e quelle del mondo intero. Se tale cambiamento comporterà il definitivo aggio - certamente difficile ma non impossibile - dal negativo al positivo, dal buio alla luce, alla fine ne beneficeremo tutti, noi per primi. Tale meraviglioso cambiamento arriverà sicuramente in quanto già ora noi tutti stiamo, inconsapevolmente ma progressivamente, aprendoci a tali possibilità e, alla fine, tutto il genere umano potrà ritornare a far parte armoniosamente di quel Tutto da cui ha avuto origine e costante sostegno. Questa volta, però, ciò avverrà in piena coscienza di esserci meritati quell’Amore divino che, fin dall’origine, ci è stato liberamente donato senza richiesta di alcuna contropartita. ---ooo---