Andman: Il Mare Del Dispero 145g13

Karol O. Longo

ANDMAN: Il mare del dispero

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Questo libro è stato realizzato con StreetLib Write (http://write.streetlib.com) un prodotto di Simplicissimus Book Farm

Presentazione

Andman, un ragazzo orfano di madre, vive nella terra di Ache-onum. Il suo paese appartiene ad un’antica alleanza che è minacciata dalla miseria e dalla povertà. Andman, incaricato dal padre, parte per soccorrere le città dell’alleanza ma il suo viaggio in corvetta diventa una vera e propria avventura che Andman vive insieme alla sua compagna Edwor per combattere ed affrontare creature fantastiche. Il Mare del Dispero è il primo volume della saga “Andman,” un mondo mitologico originale frutto della fantasia di un bambino di otto anni.

Note biografiche

Karol O. Longo vive in un paese della provincia di Lecce e ha scritto questa storia all’età di 8 anni. Fin da piccolissimo ha ascoltato con attenzione i libri che gli leggevamo per addormentarlo e all’età di quattro anni ha iniziato a viaggiare con la fantasia chiedendoci di scrivere sotto dettatura le sue storie, sempre accompagnate da dettagliate e dinamiche illustrazioni. Apionato di lettura e di cinema ha acquisito giovanissimo una profonda conoscenza della mitologia classica leggendo l’Odissea e l’Eneide in versione semplificata ma anche saghe fantasy più moderne (Il Signore degli Anelli, lo Hobbit, Le cronache di Narnia, Harry Potter, Percy Jackson, …). In occasione del suo nono compleanno, abbiamo deciso di pubblicare alcune delle sue storie senza alterarne né contenuto né stile. Abbiamo digitalizzato con pazienza le sue illustrazioni con l’utilizzo di una tavoletta grafica. Anche in questo caso abbiamo preferito la spontaneità della sua mano alla precisione del disegno e alla qualità dell’immagine lasciandole in bianco e nero come lui stesso le ha disegnate sull'immancabile quaderno a righe. I genitori di Karol

Capitolo 1

In barca per Ache-oner

Tanto tempo fa, in una terra non molto lontana dall’Italia, Andman, un ragazzo che viveva a Ache-onum, perse la madre e dovette rimanere con suo padre, il suo unico famigliare.

Andman osserva un soldato di Ache-onum seppellire sua madre

Un giorno Andman dovette partire per Ache-oner e suo padre gli disse che avrebbe rischiato di non rivedere più Ache-onum a causa della carestia che si era diffusa ad Ache-oner. Dovete sapere che Ache-onum ed Ache-oner fanno parte di un’antica alleanza del piccolo regno di Ache. Tante altre città appartenevano all’alleanza ma quella con più difficoltà al momento era Ache-oner.

Andman, infatti, insieme a suo padre e a tanti altri marinai, pescatori e soldati doveva portare cibo alla terra alleata. Ma c’era un avviso molto più spaventoso: il mare che dovevano attraversare era sempre in tempesta. Il viaggio doveva durare sei giorni ma purtroppo non li conclo tutti e sei.

I viaggiatori si apprestano a salire sulla nave. A bordo c'è già chi stende le vele e rassicura gli altri.

[1] Era usanza dell'alleanza di Ache seppellire i defunti in un grotta e poi dare fuoco alla bara tirando una freccia infuocata

Capitolo 2

Il caponave

Andman, sulla nave, incontrò il caponave Bisk che gli raccontò delle sue stupende avventure. Il racconto lo apionò molto e si mise ad ascoltare le storie con attenzione. Il caponave aveva una lunga barba, dei muscoli enormi; era più alto della porta della cabina!

Per assicurare Andman che teme di morire, il caponave gli racconta le proprie avventure

In una terra molto lontana rispetto a dove si trovavano, c’era una rivolta di schiavi e il re di Ache-onum, di nome Kehynna, aveva mandato il caponave ad aiutare i suoi soldati a fermare la rivolta. A quel tempo Bisk era un ragazzo proprio come Andman. Gli schiavi hanno potuto ribellarsi perché il cugino minore del re di Ache-onum aveva pensato di far scoppiare una rivolta per prendere il trono su cui c’era suo fratello maggiore, intimo collaboratore di Kehynna. Bisk, abile lottatore e ragazzo muscoloso, una volta arrivato a destinazione si unì ai sette soldati migliori e riuscirono a fermare la rivolta. Gli schiavi anche se numerosi, erano in realtà molto deboli, perché si nutrivano poco e male e lavoravano molte ore al giorno.

Capitolo 3

Incidente in nave

Mentre il caponave raccontava le sue vicende, un polpo gigante uscì dall’acqua e con un tentacolo fece volare via dalla nave tre pescatori. Andman, per la paura, si era spiaccicato sulla parete della cabina, urlando. Bisk sferrava colpi con la spada. Ad un certo punto il polpo tornò in acqua ma dopo un secondo riapparve schizzando quintali di acqua che arrivarono tutti sulle pareti esterne della nave.

La nave si catapultò e andò a sbattere contro uno scoglio. Essa si ruppe e tutti caddero nell’acqua profonda. Pochi guerrieri riuscirono a salvarsi e nessuno aveva notizie dell’altro perché erano finiti tutti in posti diversi. I sopravvissuti erano: Endom, il papà di Andman, Bisk e alcuni amici di Andman, giovani come lui.

Il Il polpo fa rovesciare la nave sullo scoglio facendo cadere i viaggiatori nel mare profondo

Capitolo 4

La nuova amica di Andman

Andman dove era? Era sopravvissuto? Sì! Andman galleggiava nell’acqua. Stava bene! Si muoveva verso sud a Nighc. Mentre galleggiava semi-addormentato vedeva dei posti bellissimi e non si rendeva conto che stava superando Ache-oner.

Andman galleggia mezzo morto

Galleggia, galleggia, Andman arrivò a Nighc ma non vi pensate che entrò dal cancello. Eh no! Arrivò vicino al porto, là lo trovò una ragazza di nome Edwor che lo svegliò e lo portò a casa sua. Lo avvolse in degli asciugamani e lo riscaldò, dandogli anche una bella cioccolata calda. I due diventarono subito amici. Andman la ringraziò “Sei una vera amica!” disse.

Edwor si prende cura di Andman

Capitolo 5

Ordini del re!

Per cinque giorni Andman giocò con Edwor ma il sesto giorno un cavaliere di nome sir Caheir disse ai ragazzi: “Il re vi ordina di andare a Marihn con la sua nave, perché là vive il dio Màyorhy che distrugge tutti i nostri villaggi e manda polpi giganti ad annientare le navi dell’alleanza di Ache.” Stava per andarsene ma poi aggiunse “Il mare da attraversare è il mare del dispero. Addio.” E se ne andò.

Il messaggero del re

Màyorhy era altissimo, molto di più di quanto possa essere alto un umano. Aveva la testa da polpo che aveva guadagnato durante una dura lotta tra lui giovanissimo e il vecchio sovrintendente del mare. La lotta non era stata semplice. Màyorhy aveva infilzato il sovrintendente ma questi aveva avuto la forza di tagliargli la testa. Màyorhy era morto ma Athror era andata in suo soccorso dandogli in dono una testa da polpo e facendogli riacquistare la vita. Si racconta che la testa da polpo avesse poteri celati. Màyorhy indossava una forte armatura che assumeva le sembianze di una carne umana ed era ricoperta di una veste nera e blu. Ai piedi calzava degli stivali color d’oro che in realtà accecavano tutti coloro che li guardavano. Chi avesse voluto ucciderlo avrebbe dovuto puntare per forza alla testa.

Capitolo 6

Le paure del mare del dispero

Andman ed Edwor non avevano capito molto bene quello che dovevano fare ma una cosa era certa: dovevano trovare un’imbarcazione e attraversare il mare del dispero. Così trovarono un piccolo corvetta, si imbarcarono e partirono. Edwor raccontò ad Andman che cento milioni di persone erano affogate in quelle acque. Andman chiese: “Che intendi dire?” Edwor rispose: “Intendo dire che la nostra morte è certa. Perché il re non ha mandato qualcun altro? Insomma ci sono soldati, pescatori, perché ha scelto noi?” Non era certo una casualità che al mare era stato dato il nome di mare del dispero.

Capitolo 7

Prima battaglia nel mare

Il giorno dopo, alle 6.10 Edwor, che era in camera sua a disegnare, percepì un rollio. Uscì fuori a controllare e vide le acque che si muovevano. Andman guardava con lei il mare e ad un certo punto Edwor sentì un fruscio e due secondi dopo un collo di serpente con una testa da drago uscì dall’acqua. Andman prese un bastone e lo lanciò contro il mostro che riuscì a schivarlo senza grandi sforzi. Edwor, presa dal panico, afferrò la sua lampada e la scagliò contro il mostro ma anche questa volta il mostrò la scansò senza problemi. In seguito il mostro cominciò a sputare fuoco contro i due ragazzi ma loro, con grande slancio, si buttarono a terra per sfuggire al fuoco. “Uno a zero per il mostro” disse Andman. “Come se non lo sapessi”, rispose Edwor. Andman pensò un po’ al da farsi, poi prese una tenda e la lanciò sulla testa del mostro che questa volta fu colpito. Andman, approfittando della debolezza del nemico, prese un bastone, lo incendiò e lo lanciò contro il mostro che morì bruciato e affogato perché fu inghiottito dalle acque.

Il mostro sputa fuoco verso Andman ed Edwor

Capitolo 8

Quando la notte cala…

I due ragazzi erano senza fiato. “Ma come abbiamo fatto!!!?!?!?!?!?!???!?!?!!”dissero. Poi andarono in cabina e cantarono: "Quando la notte cala … E canta la cicala … E ti trovi davanti un mostro … Che non è vostro … AFFRONTALO NON SCAPPAR PIU’ Quando la notte cala … E canta la cicala … E ti trovi davanti un mostro…

Strilla: “FORZA!”e affrontalo".

Edwor e Andman festeggiano la vittoria cantando e ballando

Capitolo 9

Sirena??, Sirena!!!

Il giorno dopo Andman ed Edwor giocarono a pallavolo ma ad un tratto Andman disse: “Ho fame!” “A chi lo dici”, rispose subito Edwor. Ci furono alcuni minuti di silenzio e poi Edwor disse: “Peschiamo!” “Buona idea” disse Andman e pescarono.

I due amici pescano tranquilli

I due si avvicinavano sempre più a degli scogli. Andman aveva pescato quarantadue pesci, Edwor centouno. “Sei una brava pescatrice” disse Andman. “Anche tu” rispose Edwor. “No, non è vero!” rise Andman. Edwor fissò gli scogli per un po’. Poi iniziò a vedere delle figure femminili e disse: “Sirene?, SIRENEEEE!!!”. Andman si girò e disse: “Cosa?” “Sì, sirene. Sono donne con coda di pesce. TAPPATI LE ORECCHIE!” urlò Edwor. Andman, certo che tappandosi le orecchie con le mani non avrebbe evitato di sentire completamente i canti, strappò due strisce di vela, le arrotolò e se le mise nelle orecchie. Le sirene iniziarono a cantare e Andman non fu ammaliato. Vi starete chiedendo come ha fatto Edwor a salvarsi. Beh, trattandosi di una donna, lei non era attratta dal canto delle sirene.

Andman e Edwor sfuggono al canto delle sirenet

Capitolo 10

Seconda battaglia nel mare del dispero

Scampati dal pericolo delle sirene i due si misero a giocare a scacchi ma all’improvviso Andman sentì un crack, si affacciò e vide una grotta lunghissima. Erano nello stretto di Messina, dove vivono Scilla e Cariddi e ad un certo punto si sentì un urlo, poi un altro e un altro ancora e uscirono i famosi mostri descritti da Omero.

I nostri eroi affrontano Scilla e Cariddi

Dietro Andman apparvero due spade, i due ragazzi subito le afferrarono e mentre scagliavano colpi con le spade a destra e sinistra, cantarono:

"Quando la notte cala … E canta la cicala … E ti trovi davanti un mostro… Strilla: “FORZA!”e affrontalo!"

Andman alle ultime due parole della canzone, tagliò quattro teste a Scilla e i due mostri si ritirarono.

Capitolo 11

Le costellazioni dei sei dèi

Andman ed Edwor riuscirono ad uscire dallo Stretto di Messina. Si stesero su una panchina fianco a fianco e guardarono le stelle, cioè le costellazioni dei sei dèi. Insieme assumevano la forma di una piramide. Sulla cima c’era Olmo il dio del sole e re degli dèi, sulla parte superiore del lato destro Mhàyory il dio del mare, nemico di Andman ed Edwor, su quella inferiore prima Kighom, il dio dei guerrieri e della guerra, e sotto Naigherl, la dea della notte e della bellezza, protettrice della città di Nighc. Sulla parte superiore del lato sinistro c’era Athror, la dea protettrice dei due ragazzi e sotto Sfhio, il dio della gente comune. Andman, non era a conoscenza di queste costellazioni tant'è vero che si era accorto solo della forma della piramide. Fu Edwor a spiegargli che quella non era una semplice immagine o una fantasia ma era un segno importante perché stava a dimostrare l’esistenza di sei dèi. Se Edwor era a conoscenza di queste informazioni, c’era un motivo. In effetti, Athror era sua nonna.

Andman si mostrò molto interessato a questi racconti ed Edword gli precisò: “Non pensare che gli dèi siano solo questi perché si racconta che in un’altra terra ci sia stata una lunga e dannosa lotta tra il dio della vita e il dio della morte.” Andman, fece altre domande ma Edwor non seppe rispondergli e vedendolo preoccupato lo fissò negli occhi e i due si guardarono intensamente. Erano solo ragazzi ma sentivano in loro una grande tenerezza. Andman prese le mani di Edwor e le dichiarò il suo amore.

Capitolo 12

L’isola della dea Athror

Dopo aver osservato le costellazioni per un’ora intera, i due si addormentarono. Il giorno dopo Edwor stava guardando il mare con il cannocchiale e CRACK! la nave si incastrò tra due scogli. Dato che Edwor non voleva morire, cercò di girare il timone con tutta la sua forza e riuscì ad evitare l’urto forte. “Menomale, almeno non si è distrutta la nave” disse Edwor. Poi chiamò Andman che la raggiunse. I due scesero dalla nave e si incamminarono verso quegli scogli che costeggiavano tutta l’isola. Andman provò a chiederle come mai la nave si era incastrata ma non fece in tempo a finire la frase che Edwor disse: “E’ l’isola della dea Athror!” Andman che aveva perso di vista Edwor, era solo su un’isola deserta e si mise a pescare. Non ve l'ho ancora detto ma quando Andman non sa cosa fare, si mette a pescare.

Edwor si accorge che la loro nave è in pericolo

Edwor nel frattempo si era allontanata per pregare invocando la dea Athror.

"Oh Athror, mia dea, mia protettrice, di certo sono qui per un motivo. Quale?Tu lo sai? Ma si! sei una dea, sai tutto! E so che mi spiegherai..."

Al suo ritorno andò da Andman e gli chiese se voleva fare un bagno. Il ragazzo accettò e i due giocarono in acqua.

Edwor e Andman giocano a pallavolo

Capitolo 13

Il tempo scade. Il dio avanza

Quel giorno alle 06.35 Andman lasciò l’isola insieme ad Edwor. Alle 09.44 i due ragazzi iniziarono a vedere delle pareti che uscivano dall’acqua e ben presto furono circondati da porte e mura. Poi una voce cupa tuonò: “Qual è lo scopo della vostra missione?” I due stupefatti dalla domanda avevano dimenticato lo scopo della missione e iniziarono a litigare: Edwor: "Andman, rispondo io. Tu non dire niente!" Andman: "Perché?" Edwor: "Perché no!" Andman: "Va bene…" Edwor: "Mmh, oh mi è venuto… Ah no, non è vero". Andman: "Oh basta Edwor!!!" Edwor: "Zitto!" Andman: "No!!!" Edwor: "Zitto! L’acqua si alza. Ho poco tempo!" Andman: "OK…" Edwor: "Mhm, Oh! Ma forse… No, no…" Andman: "IDEA!" Edwor: "Cioè?" Andman: "Ehm, l’ho dimenticata! Heeheheheh!!!" Edwor: "Uffa!!!"

Andman: "IDEA! SUPERMEGA IDEA!" Edwor: "Cioè?" Andman: "Per sconfiggere il dio Màyorhy!" Edwor: "Sì, Andman. Hai ragione!"

All’improvviso una porta si aprì e i due si affrettarono a uscire. Ce l’avevano fatta!

La corvetta di Edwor e Andman si imbatte in un ostacolo di Màyorhy

[1] Quel luogo era protetto da una magia di Màyorhy che faceva dimenticare a chi ava di là lo scopo del proprio viaggio.

Capitolo 14

Terza battaglia nel mare del dispero

Edwor guardava il mare con il cannocchiale e all’improvviso vide delle navi saccheggiatrici. Più si avvicinavano a loro più sentivano delle urla che dicevano: “Alla guerraaaa!!!” Edwor chiamò Andman ma per guadagnare tempo corse in cabina e dal sottoscala prese due piccoli cannoni. Li montò al bordo della nave e iniziò a sparare i saccheggiatori. Alcuni di questi predatori riuscirono ad arrampicarsi sulla barca dei ragazzi. Andman subito afferrò la sua spada e si scagliò contro i saccheggiatori, uccidendoli uno ad uno. Sfortunatamente, un cannone della nave avversaria colpì di striscio Edwor che cadde a terra. Andman abbandonò il suo ruolo e aiutò Edwor. I saccheggiatori più numerosi e con più navi, riuscirono ad accerchiare la piccola imbarcazione dei ragazzi. Edwor aveva perso la speranza. Andman, privo di forze, stava per pensare la stessa cosa. E, infatti, sarebbero proprio morti se non fosse stato per una voce dolce ma profonda che sussurrava: “Venite con me! Venite con me!” Era Athror, la dea del paradiso che con i suoi sussurri si impegnava a mettere in salvo i due ragazzi.

Forse le preghiere di Edwor avevano avuto efficacia? Oppure era un tranello?

Mentre la battaglia sembra perduta, Andman e Edwor si salvano inaspettatamente

Capitolo 15

Il paradiso

Magicamente i due volarono in cielo fino ad arrivare al paradiso. Andman esclamò: “SIAMO MORTI!!!” I due ragazzi si sentivano scioccati perché camminavano sul nulla ma avevano la sensazione di calpestare un pavimento come quello della terraferma. Non solo, quando provarono a guardare in giù si accorsero che riuscivano a vedere il mondo e addirittura riconoscevano alcuni punti della nostra Italia. Non sapevano se spaventarsi o gioire. Ai lati non c’erano i muri di una casa ma la prospettiva di un nulla come se il percorso non finisse mai.Avete presente quando entrate in un negozio e ci sono quegli specchi che ti danno l’impressione che il negozio è grandissimo? Proprio così! L’ambiente non era proprio tranquillo. Il frastuono era abbastanza forte. Si percepiva il suono della marcia dei soldati, il verso dei maiali alati, un fruscio come di onde del mare e gli schiamazzi di bambini allegri. Athror, seduta sul suo trono, con le braccia aperte, li osservava e aspettava che Andman ed Edwor andassero da lei. Athror era alta con delle chiome stupende: beige luccicante in autunno e in inverno e oro splendente in primavera e in estate. Indossava delle vesti indaco che in alcuni punti sembravano blu e un mantello rosso. Le sue scarpe erano di cristallo e ad ogni suo movimento si sentiva un dolce tintinnio.

La dea Athror

Alla fine Andman ed Edwor capirono che Athror li voleva abbracciare. “Non siete morti ma sappiate che se non foste sbarcati sull'isola a me dedicata, non avrei potuto esaudire la preghiera di Edwor e salvarvi dai saccheggiatori” disse Athror. Così andarono da lei e decisero di fermarsi lì per un po’.

Andman ed Edwor si inginocchiano davanti alla dea. Sullo sfondo un grande arcobaleno su cui si sta svolgendo un torneo

[1] Il paradiso era difeso da soldati dotati di grandi scudi, lance e spade e da creature fantastiche come porcellini volanti e folletti. Inoltre, Athror ospitava dèi di altre terre tra cui un suo caro amico, il minuscolo dio Aquila della terra dei serpenti.

Capitolo 16

“Em… che volete?”

Il giorno dopo Andman si stava facendo il bagno tra le nuvole del paradiso quando sentì un rumore di bollicine. Si guardò intorno e vide sei ragazze. Alcune di loro erano gemelle e gli andavano incontro sorridenti. Dopo un attimo Andman se le ritrovò addosso senza rendersene conto. Andman disse insicuro: “Ehm, che volete?” Loro dissero: “Ehighi mye, Ehighi mye, I mye, Ehighi mye… (Ti amo, Ti amo, Sì amo, Ti amo…)”. Andman rise ma sempre con un tono di voce insicuro.

Andman si ritrova circondato da sei splendide ragazze

Sfortunatamente per Andman, all’improvviso arrivò Edwor con un asciugamano e, appena vide Andman, gli lanciò uno sguardo minaccioso mentre ansimava furiosamente. Andman le rispose con un sorriso spaventato.

Edwor guarda Andman e le ragazze con aria minacciosa

Edwor prese Andman per braccio e dopo averlo coperto con l’asciugamano, lo portò in un posto privato. Una volta isolati iniziarono a litigare: Edwor: "CHE CI FACEVANO QUELLE RAGAZZE CON TE????" Andman: "Non lo so, io…" Edwor: "AVEVI DETTO CHE MI AMAVI. MA HAI MENTITO!!!" Andman: "Io, no, cioè io sì ti amo, ma io…, insomma stavo facendo il bagno e me le sono ritrovate addosso". Edwor: "AVEVI DETTO CHE MI AMAVI!!!" Andman: "Infatti, ti amo ancora. Erano loro che amavano me, non io che amavo loro". Edwor: "Grgrgrgrgr!!!" Andman: "Andiamo Edwor, siamo in paradiso!" Edwor: "Questo non è un paradiso con te!" Andman: "Ma Edwor non l’ho neanche baciate. Perché non mi credi?"

Il litigio

Capitolo 17

Il duello

Alla fine Edwor ed Andman fecero pace. Edwor, il giorno dopo, chiese a Yansh, un soldato del paradiso, di riferire ad Andman che da lì a poco sarebbe diventato un soldato e che per allenarsi doveva sfidare a duello Chirmsh, il più bravo dei guerrieri. In realtà Edwor voleva dare ad Andman una bella lezione.

Yansh annuncia la sfida

Quando Andman ricevette la notizia disse: “Io, guerriero! Perché?”. Andman fece una piccola discussione con Edwor che non è necessario narrarvi poi si mise un’armatura ERA RIDICOLO!!!

Andman in armatura

Andman andò nell’arena da duello e iniziò la sfida. Tutti e due i concorrenti avevano tre armi: lancia, scudo e spada dentro il fodero. Andman colpì con la lancia Chirmsh che urlò di rabbia e subito ricambiò il colpo ma Andman parò con lo scudo. Chirmsh, quale abile lottatore, colpì nuovamente Andman e gli sfiorò il fianco. Il ragazzo indietreggiò spaventato. Riprese le sue forze e soprattutto il suo coraggio e con la lancia bucò lo scudo di Chirmsh. Chirmsh andò su tutte le furie e colpì con tanta forza la lancia di Andman fino a fargliela cadere. Ma Andman sguainò la spada e colpì Chirmsh sullo scudo ancora una volta. Chirmsh fece una risatina da buffone e colpì lo scudo di Andman fino a farglielo cadere a terra. Andman rimase a combattere solo con la sua spada. Si scaraventò con forza contro Chirmsh e gli fece cadere la lancia. Anche Chirmsh fece ricorso alla sua spada e colpì Andman sulla guancia. Il ragazzo agì d’astuzia e infilzò la spada nel braccio di Chirmsh trafiggendoglielo. Chirmsh, ferito gravemente, fu portato via da due damigelle. Andman aveva vinto la sfida.

Il duello è vinto da Andman

Capitolo 18

Si festeggia

Cinque minuti dopo il duello, Andman si recò nella sua capanna per sciacquarsi e cambiarsi i vestiti. Aveva appena indossato i pantaloni quando sentì chiasso e urla come di festeggiamento. Edwor saltò nella capanna tutta sudata e sorridente: "Vieni fuori Andman, dobbiamo festeggiare! Eheheheh!” disse.

Edwor trascina Andman alla festa

Andman uscì con lei sforzandosi di ridere per non deluderla. a ragazza gli presentò tantissimi guerrieri e disse: “Vieni qui, prendi qualcosa dal banchetto”. Poi aggiunse: “guarda qua chi c’è! E’ Yanshy, figlio di Yansh. E’ un abilissimo guerriero.” Andman disse: “Scusa Edwor, ma per caso si festeggia la mia vittoria?” “Sì, è esatto!” rispose Edwor, ridendo.

Capitolo 19

Si riparte

Andman ed Edwor decisero a malincuore di ripartire per Marihn ma non sapevano come arrivarci perché erano in paradiso e non avevano nessun mezzo per fare ritorno. Si rivolsero, allora, ad Athror che insisteva a non farli partire ma i due le spiegarono che non potevano intrattenersi oltre perché il re aveva dato loro un tempo ben definito. Dato che Andman si era dimostrato coraggioso e valoroso durante il duello, Athror volle premiarlo e diede loro una nave speciale che dal paradiso li avrebbe riportati in mare consentendo loro di essere meglio equipaggiati nel caso si dovesse ripetere un incontro con i saccheggiatori. I due accettarono e si rimisero in viaggio. In lontananza le ancelle salutavano Andman piangendo. Edwor invece di rispondere al saluto fece la linguaccia. Ecco che dopo aver intrapreso il viaggio subito si scatenò una tempesta con vento, buio e pioggia.

Andman lascia a malincuore il paradiso e affronta la tempesta

Capitolo 20

Verso Marihn

Come al solito Edwor guardava il mare con il cannocchiale e vide un grande castello.

Uno strano castello

Andman stava appuntando l’avventura vissuta. Ad un certo punto Edwor chiese ad Andman se conoscesse quel castello e lui rispose: “E’ Marihn!” “Vuoi dire dove vive il nostro nemico?” chiese Edwor. Andman non rispose perché Edwor conosceva già la risposta.

Edwor chiede spiegazioni ad Andman che per una volta ne sa più di lei

I due si avvicinavano sempre più alla fortezza e alla fine gettarono l’ancora. Poi scesero ed Edwor esclamò: “Finalmente!” I due videro cinque porte. Ogni porta era separata dall’altra da un tentacolo di polpo. Andman ed Edwor andarono con disinvoltura verso la terza porta ma all’improvviso un tentacolo si mosse e scaraventò i ragazzi a terra. Poi si riposizionò dove era prima, esattamente nella stessa posizione, come se nulla fosse accaduto. Si guardarono stupefatti e provarono ad entrare da un’altra porta ma si ripropose la stessa situazione di prima. “Edwor, inganniamoli! Facciamo finta di entrare da una porta e poi cambiamo direzione!” propose Andman. Ma questa iniziativa non fu vincente perché i tentacoli si mossero tutti insieme scaraventando i due ancora una volta a terra. Ma i ragazzi non si arresero. Corsero velocemente in direzione di una porta, appena il tentacolo si mosse, loro gli scivolarono sotto e il tentacolo senza volerlo li scaraventò nel castello. Camminarono per 20 minuti e notarono che ad ogni metro percorso, sui lati di un lungo corridoio erano presenti diverse armature. C’era poca luce con qualche lanterna qua e la ma i ragazzi notarono che ogni armatura riportava il nome del soldato che l’aveva indossata. Ai ragazzi sembrava come un decoro che aveva la funzione di un’esposizione ma in realtà erano delle vere e proprie tombe perché dentro c’erano i soldati morti. Alla fine del corridoio c’erano due porte chiuse. Su ogni porta c’era un cartellino. Su uno c’era scritto: Porta per la sala del trono. Sul secondo si leggeva: Porta per la sala dei desideri. Edwor fu attratta dalla seconda porta e subito Andman le chiese: “Dove vai?”

Edwor rispose: “Voglio esprimere il mio desiderio”. Andman replicò: “Ma no! Il nostro compito è quello di uccidere il dio Màyorhy.” "Ma io devo esprimere il mio desiderio, subito!” rispose Edwor. “Ma sei impazzita? Abbiamo una missione da finire!” affermò Andman. Edwor convinta della sua scelta propose: “Andman tu vuoi are dall'altra porta? Fai pure! Io entro da questa.” Andman rispose: “Edwor, ma questo è un addio, perché sicuramente le porte si chiuderanno e noi non ci vedremo mai più”. Ma mentre il ragazzo pronunciava queste parole, Edwor era già sparita.

Andman ed Edwor fanno due scelte diverse

Capitolo 21

La porta dei desideri

Edwor aveva attraversato la porta, un altro corridoio e poi si era recata nella stanza dei desideri. All’ingresso c’erano tantissime lanterne una accanto all’altra. La stanza era quadrata, non molto grande. Era illuminata a festa e al centro della stanza era presente una fontana imponente con acqua scorrevole multicolore ma velenosa se ingerita. Un lampione ergeva dalla fontana ma invece di avere una luce sulla punta, aveva una testa di squalo che sembrava di pietra ma se la osservavi bene, era viva. Per farvi un’idea pensate a quegli artisti di strada che si fingono statue ma in realtà sono umani e a volte a noi piccoli fanno impressione.

Appena Edwor si avvicinò alla fontana lo squalo con voce imponente disse: “Non bere l’acqua ed esprimi il tuo desiderio!” Edwor era tentata dal chiedere dei poteri magici, così tutto avrebbe avuto fine. arono alcuni minuti e lo squalo le mise fretta. Senza pensarci due volte, Edword espresse il suo desiderio.

Capitolo 22

La porta del trono

Andman entrò per la sua porta e dopo due minuti si ritrovò ad affrontare cinquecento uomini squalo. Riuscì a ucciderne alcuni ma poi pensò bene di lasciarli vivi perché Athror gli aveva confidato che se fosse riuscito ad uccidere Màyorhy, il dio del mare, avrebbe preso il suo posto, e così avrebbe avuto un esercito numerose al suo comando. Lo so che non si è mai sentito di un dio che viene ucciso ma nel mio mondo funziona così! Andman, entrò e vide il trono vuoto e questo lo insospettì. In realtà, dio Màyorhy stava dietro di lui, proprio alle sue spalle. Ecco che fece uno sgambetto ad Andman che si alzò e con una spada fece un taglio sul braccio destro del dio. Màyorhy rise e con il suo scettro colpì Andman alla pancia. Il ragazzo sentì un dolore atroce e stava per vomitare. Ma fece un bel respiro e si riprese, sfiorando questa volta la gamba del nemico. Màyorhy rise nuovamente e graffiò Andaman sulla gamba destra. Il ragazzo, allora, tirò un calcio sul petto del dio, che in realtà non percepì nessun fastidio. Màyorhy tagliò l’indice destro di Andman facendoli uscire tanto sangue. Il ragazzo sentiva venir meno le sue forze e tanto era il dolore che cadde in ginocchio davanti al nemico. Màyorhy disse: “Bravo, bravo, bravissimo! Inchinati a me!” Andman a queste sue parole, si alzò di scatto perché non voleva prostrarsi davanti al nemico ma il dio questa volta lo ferì gravemente alle labbra. Andaman cadde una seconda volta e Màyorhy questa volta non aspettò la reazione del ragazzo e lo colpì di nuovo, ferendolo all’occhio. Andman fece ricorso a tutte le sue forze e si rialzò, anche se con grande fatica e Màyorhy volendolo ferire a morte, puntò ai piedi del ragazzo e gli tagliò il tallone destro, colpendo di striscio anche il fianco. Il ragazzo cacciò un urlo sovrumano, si slanciò sulla gamba sinistra e con tutta la sua forza puntò alla testa di Màyorhy staccandogliela totalmente. Come segno

della sua vittoria prese la testa del nemico che era rotolata a terra e la indossò lui come se fosse un elmo.Ovviamente la testa di Màyorhy non grondava sangue, perché il dio Màyorhy non era un umano e non aveva sangue nel suo corpo. Con grande fatica, Andman si recò fuori dal castello e respirò l’aria fresca. Vide una nave con Edwor al timone che si apprestava a salvarlo. La ragazza, infatti, aveva espresso il desiderio di ritrovarsi con Andman sani e salvi sulla loro nave e vittoriosi. I due si riabbracciarono e si baciarono. Edwor si prese cura di Andman che in pochi giorni guarì dalle sue ferite e diventò il dio del mare.

Il duello finale

Epilogo

Andman nella prossima avventura dovrà affrontare un altro Dio. Seguilo in:

Andman e il drago del deserto.

Indice dei contenuti

Presentazione Note biografiche Capitolo 1 In barca per Ache-oner Capitolo 2 Il caponave Capitolo 3 Incidente in nave Capitolo 4 La nuova amica di Andman Capitolo 5 Ordini del re! Capitolo 6 Le paure del mare del dispero Capitolo 7 Prima battaglia nel mare Capitolo 8 Quando la notte cala… Capitolo 9 Sirena??, Sirena!!! Capitolo 10 Seconda battaglia nel mare del dispero Capitolo 11 Le costellazioni dei sei dèi Capitolo 12 L’isola della dea Athror Capitolo 13 Il tempo scade. Il dio avanza Capitolo 14 Terza battaglia nel mare del dispero Capitolo 15 Il paradiso Capitolo 16 “Em… che volete?”

Capitolo 17 Il duello Capitolo 18 Si festeggia Capitolo 19 Si riparte Capitolo 20 Verso Marihn Capitolo 21 La porta dei desideri Capitolo 22 La porta del trono Epilogo