20 Poesie Antologia di poesie
By Massimo Bolognino
SMASHWORDS EDITION
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PUBLISHED BY: Massimo Bolognino on Smashwords
20 Poesie Copyright © 2010 by Massimo Bolognino
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Questo libro è un’opera di fantasia. Personaggi e luoghi citati sono invenzioni dell’autore e hanno lo scopo di conferire veridicità alla narrazione. Qualsiasi analogia con fatti, luoghi e persone, vive o scomparse, è assolutamente casuale.
© 2010 Massimo Bolognino © Copertina a cura di Mauro Pinotti
Indice
Premessa Sogno Vale, puella Piove lentamente Ora Strinsi Le ragnatele I giornali E poi Dormi Dolce Il desiderio Camminiamo Forse non sento anch’io un suono profano? Vorrei Se tu mi parli Sedeva calmo e sorrideva Ridi
Seguendo Strofinare le cervella! Sudato
Premessa
Una piccola premessa mi sento in dovere di farla. Io non sono un poeta. E non scrivo nemmeno poesie. Non sapendo come definire questi piccoli frammenti della mia anima ho deciso di chiamarli comunque ‘poesie’. Sono stati scritti nel corso di molti anni, non mi si può accusare quindi di avere una vena poetica, al massimo un capillare poetico... Sono piccole frasi che vengono dal cuore, da un cuore spesso in affanno, a volte triste, a volte felice, sempre sincero. Massimo Bolognino
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Sogno
Goccia dopo goccia il mio torrente si prosciugherà e, con la gola secca, urlerò ancora e poi ancora fino a quando, di colpo, non mi risveglierò ansimante, da questa vita
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Vale, puella
Penso a te e corro, forte. La mia moto sfreccia tra le auto anche il folle mondo corre, veloce. Sotto i miei piedi l’asfalto sfreccia, muto, dietro me.
“Che fai, piangi?” “No, è il vento, è lui che mi fa piangere, entra nei miei occhi e fredda i miei pensieri”.
“E’ il vento, ti dico, che fa scendere lente le lacrime, anche quando penso, solo, in casa”.
E’ il vento che entra, sussurra, mi parla... è il ricordo di te.
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Piove lentamente
Piove lentamente e le gocce piccole sembrano aver paura di cadere.
Piove leggermente una pioggia che nemmeno bagna.
Sembra quasi voler risalire di nuovo verso il cielo.
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Ora
Ora forse dimenticherò tutto: le parole che volevo dirti. Ma la felicità di essere vicino a te, di ridere con te, non può sfuggirmi, ora.
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Strinsi
Strinsi la mano, forte. Il mio pugno chiuso pian piano si riaprì, sul mio palmo c’era un sorriso, lo soffiai via perché colpisse chi ancora soffriva la malinconia.
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Le ragnatele
Le ragnatele ricoprono la mia gentilezza e le mie lacrime sono ferme al semaforo; da tempo non mi entrava il vento negli occhi, la notte scendeva come la lama tagliente, implacabile, della ghigliottina.
Che hai che non riesco a fissarti? Che hai che vorrei sempre vederti?
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I giornali
I giornali piegati a casaccio, i quotidiani del mattino, portano tra le righe il destino: sono foglie d’autunno nel ghiaccio.
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E poi
E poi ti dispererai e piangerai, dirai che non sai che fare.
Che ridere, ripensandoci con un po’ di nostalgia. Ma che ridere di niente: è pensare al tuo futuro. E’ meglio essere forti, anche se io ti sognerò fino a sentire ancora le tue labbra sottili premere forte sulle mie.
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Dormi
Dormi dolcemente, col viso appoggiato su una mano, il tuo profumo sulla pelle, il respiro di un bambino nella notte leggera. Ti vorrei vedere, tra cento anni, i tuoi occhi ancora giovani, ridere sonoramente tra i cespugli. Ti vorrei vedere tra cento anni, sorridere lieta nel sonno, immersa nel verde brillante dei giardini della primavera.
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Dolce
Dolce è dolce il tuo sapore tenue e vivo il tuo profumo: chiudo gli occhi e mi perdo lontano.
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Il desiderio
Il desiderio si insinuava nel dolce languire dell’inutilità.
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Camminiamo
Camminiamo per le strade affollate ma le altre facce scompaiono e io non sento più i rumori intorno ma solo il battere del mio cuore. Ora credo che i sogni si avverano perché tu ci sei quando ti cerco e non può essere un caso, perché la mia testa gira quando sei qui vicino e la tristezza svanisce se sono insieme a te non può essere un caso.
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Forse non sento anch’io un suono profano?
Posso guardare oltre le nuvole basse, lontano, seguire un silenzio assolato.
Un enorme boato non penetra in me, è un linguaggio stonato, nel vociare confuso, tenue, risplende un richiamo suono tra i suoni, diverso e lontano.
Eccitato lo seguo deciso, ma raggiunto non è più silenzio nè suono, ora nel nuovo continuo vociare odo tenue, frequente e lontano, suono tra i suoni, diverso, un richiamo.
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Vorrei
Vorrei che tu, vorrei che noi vorrei perdermi negli occhi tuoi vorrei sapere almeno perché le altre sbiadiscono davanti a te e lasciano il vuoto dentro al mio cuore senza il tuo profumo, senza il tuo colore.
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Se tu mi parli
Se tu mi parli mi gira la testa e, nei tuoi occhi profondi, dolci e tristi, vedo l’alba in un Luna-Park deserto.
Mi volto sempre sperando di incontrarti per strada e mi dimentico poi l’indirizzo di casa mia.
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Sedeva calmo e sorrideva
Sedeva calmo e sorrideva: era senza nessuna intenzione il sorriso delle sue labbra.
Aveva nel palmo della mano l’orologio che scandiva la sua lenta solitudine. Le sue membra pulsavano ed il suo cuore batteva come la lancetta, secondo dopo secondo: provava la sua vita.
E contava sulle labbra, appena un sussurro, ogni minuto di ogni ora.
Sedeva calmo e sorrideva,
mentre correva il tempo nel contarne i secondi e per nulla vi era intenzione nel sorriso delle sue labbra.
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Ridi
Ridi pian piano, che la notte fugge nel nulla e la cosa che vedi vicino a te si perde nel più vicino pensiero.
La parola svanisce, rulla un sentimento e cancella la notte più veloce del raggio pallido del sole.
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Seguendo
Seguendo ritmicamente vedo bene non so che. Si trasuda, da maree di alti e infingardi cani, non ci sono cani, forse.
Mista a qualcosa in più mi appariva.
Pelle di senape sono i tuoi occhi che mi guardano e non riesco a fissare. Ghiaia e sabbia, sabbia e ghiaia, per costruire.
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Strofinare le cervella!
Strofinare le cervella! Il fiore di carta si aggira indolente e nauseato col vento alle spalle.
Perché li arono a fil di spada?
Tutte! Proprio tutte, tipo per tipo, soffocato dal timore del giudizio altrui, preferisco le bionde o forse le belle, intelligenti ed energiche.
Non mi dissolvo, non giacerò nella polvere e vivrò in eterno,
che altro mi manca?
Regola su regola, regola su regola, questo è un classico della geometria.
Cuocere in forno a 180 gradi per circa quaranta minuti.
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Sudato
Sudato, gialla la maglia per il sudore, cammini, senza fatica, comunemente. Sali ma è lontana la vetta. Se credi, col fiato, di trattenere anche il pensiero, scendi, la salita è troppo dura. Accelera, accelera puoi farcela ancora prima che il sole si confonda coll’orizzonte per non riapparire mai più.
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Massimo Bolognino, classe ’63. Nato a Novara, vive a Vigevano in provincia di Pavia. Apionato di lettura fin da piccolo. Dai fumetti ai romanzi, dalla fantascienza ai saggi. Ha pubblicato il romanzo “La mia seconda vita” le raccolte di racconti “20 Racconti” e “Tracce”. Ha collaborato a diverse Antologie tra cui “Vite deragliate” e “Amori (s)cacciati”. Contatti: http://territoriumani.blogspot.it http://pseudobiblia.blogspot.it http://ebookitalian.blogspot.it Ebooks: https://www.smashwords.com/profile/view/maxbolo
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